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113586 messaggi.
Dimissioni da Dimissioni pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 16:03
Voci dall'ospedale. Sembra che Peria abbia già deciso di ritirare le dimissioni per onorare il mandato ricevuto dagli elettori. Mi sembra una cosa buona e giusta. Il gesto forte ,lo hai fatto ora torna al tuo lavoro che Portoferraio ha bisogno di te. Un tuo elettore.
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ridere o piangere ? da ridere o piangere ? pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 15:47
Il cavaliere scioglie il pdl e gli cambia nome , si chiamerà : "l'Italia che lavora ". Ora io dico tra disoccupati , cassa integrati , esodati , giovani che cercano un lavoro stabile imprese che chiudono e ho letto che mediamente sono mille al giorno , un tale nome mi sembra una presa in giro. Ma forse scherzava!
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IL SOLE 24 ORE da IL SOLE 24 ORE pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 15:34
[SIZE=4][COLOR=darkred]«Dimenticata» l'agevolazione per le gestioni associate Mina fiscale sulle unioni: le entrate non sono esenti [/COLOR] [/SIZE] 12Novembre 2012 La gestione di servizi attraverso l'unione di Comuni o le convenzioni, obbligatoria dal prossimo primo gennaio per gli enti con meno di 5mila abitanti, ha delle importanti conseguenze sul piano fiscale. In particolare, in relazione alle entrate a carattere commerciale, rilevanti ai fini Iva, quali, ad esempio, la gestione di acquedotti, fiere, mostre, comunità per anziani, asili nido, assistenza domiciliare, corsi sportivi, affitto impianti, refezione scolastica, trasporto alunni. Queste entrate, infatti, attualmente non sono soggette alle imposte sui redditi in virtù dell'esclusione soggettiva prevista dall'articolo 74 del Dpr 917/1986 (il testo unico delle imposte sui redditi) per i Comuni, i consorzi tra enti locali, le comunità montane, le Province e le Regioni. L'articolo 74 non prevede però la fattispecie delle unioni tra Comuni. Né è possibile applicare per analogia questa esclusione, in quanto il legislatore, «quando ha inteso estendere un'agevolazione fiscale a tutti gli enti territoriali lo ha espressamente affermato» (risoluzione Entrate 149/2005). Anche la Corte di Cassazione si è pronunciata a riguardo. Ad esempio nella sentenza n. 9760/1997 si legge :«Le ipotesi di esenzione tributaria previste dalla legge rivestono carattere eccezionale... e quindi non consentono applicazione a fattispecie diverse da quelle che debbano ritenersi in esse considerate alla stregua di una rigorosa interpretazione». Nella risoluzione n. 386/2007, poi, la stessa amministrazione finanziaria ha trattato un caso in cui una Provincia chiedeva la riconducibilità alle fattispecie previste dall'articolo 74 del Tuir di nuovi enti chiamati "Comunità" e definiti dalla stessa legge provinciale quali enti pubblici costituiti «dai Comuni appartenenti al medesimo territorio per l'esercizio di funzioni, compiti, attività e servizi nonché, in forma associata obbligatoria, delle funzioni amministrative trasferite ai Comuni». Nella risposta le Entrate hanno ribadito che la formulazione del Testo unico sulle imposte elencando tassativamente gli enti non soggetti all'imposizione sui redditi, impedisce ogni interpretazione estensiva di tale disposizione, escludendo la riconducibilità nell'ambito applicativo della stessa di enti diversi da quelli citati in modo esplicito. In questo modo, però, l'unione di Comuni subirebbe una sottrazione di risorse a causa delle imposte sui redditi dovute, con un conseguente aumento delle tariffe, e un incremento di costi dal punto divista organizzativo a causa della gestione dei nuovi adempimenti fiscali, fattori che potrebbero vanificare i risparmi conseguenti alla gestione associata. Appare allora necessaria una precisa riflessione a riguardo, che potrebbe condurre a valutare l'eventuale intervento del legislatore per integrazioni o innovazioni delle figure soggettive esistenti riconducibili all'articolo 74 del Tuir. Questa esigenza peraltro era già emersa nel parere reso dalla Sezione Terza del Consiglio di Stato n. 224/89, in relazione ad un quesito formulato proprio dall'amministrazione finanziaria sui soggetti destinatari della stessa norma del Tuir.
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X PRO BARBETTI da X PRO BARBETTI pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 15:23
sai per come si sono evolute le cose ci possono essere varie interpretazione pro-contro barbetti o pro-contro peria comunque sia dopo i chiarimenti di barbetti io credo che peria abbia dimostrato di avere le pa@le perche' si e' presentato sia sul tetto dell'ospedale e poi abbia dato un segno forte(come aveva proposto barbetti)dando anche le dimissioni come primo cittadino.a questo punto visto che il sindaco capoliverese ha alzato questo polverone dovrebbe dare una dimostrazione forte per uscirne pulito e a testa alta e lo puo' fare solo nell'essere il PROSSIMO SINDACO A DARE LE DIMISSIONI!ora aspettiamo e vediamo chi ha le pal@e ma soprattutto chi dimostra di avere senso di responsabilita'verso i cittadini elbani...!
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COPIA E INCOLLA da COPIA E INCOLLA pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 15:01
La stagione venatoria è grosso modo a metà e l’Associazione Vittime della Caccia diffonde un primo bilancio degli incidenti, dal 1° settembre al 29 ottobre: 16 morti e 48 feriti. La Lombardia è in testa alla macabra classifica con 13 incidenti, di cui 5 mortali e 8 ferimenti. Segue il Piemonte con 7 incidenti di cui 3 mortali, poi il Veneto con 6 feriti e un morto. Inutile negarlo, tra i casi raccolti dalla consueta e scrupolosa rassegna stampa quelli che impressionano di più riguardano le persone colpite da proiettili vaganti mentre facevano tutt'altro. Sono quei 4 morti e i 14 feriti tra la gente comune che invitano, più degli incidenti tra i cacciatori, a riflettere sulla sicurezza di un’attività tanto criticata. Forse non ci sarebbe bisogno di esplicitare ciò che è sottointeso, ma farlo non guasta: nessuno, sia chiaro, resta indifferente di fronte alle tragedie che avvengono in una battuta di caccia, ma sarebbe ipocrita negare che quei drammi vengono naturalmente classificati come tragici “rischi del mestiere”. Non possiamo dire lo stesso per quella signora ferita al polpaccio nel giardino della sua casa di campagna (incidente del 24 settembre a Venosa in provincia di Potenza), o per l’automobilista colpito alla guancia nella sua auto ferma in attesa di fare passare i ciclisti di una gara amatoriale (24 settembre, Aci Bonaccorsi in provincia di Catania), o ancora per il giovane calciatore raggiunto in campo da un colpo di fucile (1° ottobre Siena), o infine per il sessantenne ucciso mentre cercava funghi nei boschi di Soveria (CZ). Tutte persone che, non avendo scelto l'attività venatoria, contavano di rimanere fuori anche dal rischio. Come vanno classificati questi incidenti? Effetti collaterali di un’attività di per sé troppo pericolosa, oppure disgrazie imputabili al mancato rispetto delle regole? Su questa questione da anni si scontrano i due fronti di chi è a favore della caccia e di chi la vorrebbe abolire. I primi impegnati a elencare le differenze tra il bravo cacciatore e i tiratori allo sbaraglio e i secondi convinti che spari e sicurezza non andranno mai d’accordo. Certamente basta dare un’occhiata all’opuscolo diffuso da Federcaccia “Sicurezza a caccia”, lodevole iniziativa di informazione ai cacciatori tesserati, per rendersi conto che il pericolo di colpire il bersaglio sbagliato è dietro l’angolo. “Pericolosa per definizione, la zona di tiro non può essere oggetto di alcun dubbio o incertezza. Il suo dintorno può mutare da un istante all’altro a seguito dell’apparizione di una o più persone, di animali domestici o di veicoli. È necessario rimanere molto vigili e attenti a ogni minima modificazione di tale zona che non ha caratteri prefissati, com’è inevitabile per ogni ambiente naturale. In azione di caccia, mai tenere il dito sul grilletto o nei suoi pressi”. Così, alla fine della stagione venatoria, con il bilancio definitivo delle vittime, ci troveremo ancora una volta a domandarci di chi sono le colpe. Delle lacune della legge? Dei mancati controlli? Della scarsa preparazione di chi maneggia le doppiette? Di una segnaletica ambigua che non avvisa i cacciatori della vicinanza di case e strade, ma che non indica neanche i luoghi sicuri dove potere fare una passeggiata? Speriamo allora di avere delle risposte. Associazione Vittime della Caccia
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Comitati pro-sanità da Comitati pro-sanità pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 14:56
RIFLESSIONI di una collega dei comitati riuniti pro-sanità (Francesco semeraro) LE BATTAGLIE DI GIUSTIZIA E DI LIBERTÀ Càpitano, nella vita di ogni individuo che abbia un’etica personale e civile, delle battaglie di giustizia e di libertà irrinunciabili.... La lotta per la difesa dell’ospedale di Portoferraio è una di queste. A prescindere dal patrimonio ideologico, dalle opinioni politiche, dalle logiche di appartenenza partitica, dallo status sociale. Come non definire infatti se non giusta e sacrosanta la difesa dell’unico ospedale che possiede da parte di una comunità di trentaduemila abitanti, sparsi su otto comuni, che rivendica, con i propri sindaci in testa, il diritto alla salute garantito dalla costituzione? E come non chiamare una battaglia di libertà quella combattuta dal primo cittadino del capoluogo che, sentendosi responsabile della sua gente, sfida logiche di schieramento nella sua città e nei palazzi livornesi e fiorentini? E non è forse normale e plausibile che un’isola di fama internazionale, che attira consistenti flussi turistici, preziosa per l’economia di tutta la regione, pretenda un presidio ospedaliero degno di questo nome, capace di sopportare nella stagione estiva una pressione di duecentomila persone? E’ intollerabile al contrario che ciò non avvenga e che, ai disagi oggettivi legati alla condizione d’insularità, si aggiunga nei residenti la percezione cronica dello stato di assoluta inadeguatezza dell’offerta sanitaria presente sul territorio rispetto alla domanda di cura e tutela del bene primario che possediamo, la salute. Se la sanità toscana fosse la cenerentola d’Italia ci sarebbe qualche attenuante ma per fortuna non è così e sappiamo bene che nella nostra regione esistono diffuse strutture ospedaliere d’eccellenza. Allora è indispensabile che, a causa dei tagli imposti dal governo, si facciano delle scelte e si rinunci all’ulteriore potenziamento di ospedali esistenti o addirittura alla costruzione di nuovi e si drenino risorse all’ospedale elbano, per riportarlo ad un livello accettabile di prestazioni sanitarie. I cittadini dell’Isola d’Elba hanno gli stessi doveri degli altri abitanti della regione ma molti meno diritti perché la loro esposizione ai rischi mortali di un’assistenza carente è molto più alto. Si ha anzi l’impressione che nei confronti di quella che nei depliant pubblicitari fa comodo definire “la perla del Tirreno”, ma che nei fatti è trattata come una scarpa rotta, si eserciti continuamente, forse inconsapevolmente, un pregiudizio secolare: gli isolani sarebbero più ignoranti, più arretrati, più fatalisti, più docili, meno attrezzati culturalmente e intellettualmente. E quindi… se c’è da sacrificare un pezzo di sanità, perché non quella elbana? Che sia l’Elba l’agnello sacrificale sull’altare dei tagli! Come si spiega altrimenti la sordità di Livorno e di Firenze alle nostre richieste? Il mancato rispetto degli impegni presi l’anno scorso? La mancata approvazione del Piano Sanitario Regionale da parte del consiglio, sebbene già approvato dalla giunta? In quel Piano esiste già quello che vogliamo perché vi si parla della specificità elbana e se ne provvede. Presidente Rossi -che non si è degnato di rispondere alla lettera dei comitati che da anni, prima delle forze politiche locali, combattono per i diritti di tutti- il suo silenzio e il suo distacco nei nostri confronti non hanno giustificazioni. Ma nella lettera c’è scritto: gli elbani sono stati forgiati col ferro delle loro miniere e col sale del loro mare; gli elbani sono memori della loro storia, delle battaglie che sono state combattute per poter continuare a vivere su quest’isola; delle lotte che i loro minatori hanno combattuto, contro le condizioni di bestiale sfruttamento cui erano sottoposti; dei sacrifici dei loro marinai, che salutavano la loro famiglia per mesi e andavano a “strusciare” l’Oceano; delle fatiche dei loro pescatori, che si spostavano a remi, a forza di braccia, fino a Capraia per far mangiare i figli; degli sforzi immensi dei loro contadini che, terrazzandole, trasformavano in vigne le pendici delle colline, su su, fino in cima, ad altezze incredibili. Perciò le battaglie di giustizia e di libertà non ci fanno paura. In nome di chi ci ha preceduto e per il bene dei nostri figli, se vorranno continuare a vivere su quest’isola.> M. Gisella Catuogno.
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Rhino da Rhino pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 14:17
Quando talvolta scrivevo qualche minchiata su camminando, era poi d'obbligo la telefonata al Papi per chiedere un parere...e lui puntualmente rispondeva "l'ho letto....sei il solito palloso, bene che 'un t'ha considerato nessuno..." ed io mi beccavo l'ennesima arronzata ridendo...e adesso? Adesso mancheranno i dispetti, le gessate date a destra e a manca quando si era rotto il braccio provando a saltare giù in strada dal primo piano, le ditate nervose elargite nel tuppiettare il prossimo e tutte le altre cose che faceva quando voleva ma non poteva dire agli altri "ti voglio bene"... Ma guai abbandonarsi ai pietismi, che egli tutto voleva tranne che compassione...meglio pensare al suo arrivo nei verdi pascoli (magari simile a quello oltremanica, quando briaco marcio fini' dentro il rullo dei bagagli), dove lo vedo abbastanza chiaramente presentarsi con un gran scatolone sulle spalle, portato con non sufficiente forza e quindi ballerino, in cerca di equilibrio...vedo come la grande scatola, inclinandosi un po' di qua e un po' di là, disperda in piccole montagnucole le tante cose che fuoriescono...campari, girasoli, biribiri, pacchetti iniziati di maladettissime sigarette, orari dei pullman, oche che si grattano, battibecchi, svenimenti, scarti di barbe fatte da fagiolo, scarti di ore della notte passate a chiacchera su le sedie dei bar chiusi, una diane verde come una rana, rospi di ogni foggia e dimensione...e infine idee, idee a miliardi stipate nella scatola senza fondo, nascoste insieme a quanto di sè non voleva far conoscere come la poesia e la sensibilità...e poi ancora mattanate, passi frettolosi sui sentieri di montagna, rami di ciliegio, uno scorcio degli scogli dell'Omo, la luce negli occhi al cospetto dei fochi di San Giovanni, le bandierine verdi o rosse alla finestra, la difesa a oltranza de li bimbi, libri e libri e ancora libri...bicchieri sudici di marsale scolate, panini con banana, marmellata, salsiccia, tonno e cipolla, pezzi di schiaccia calda di pisello, birette, morsi di cecina in mezzo a litri di vino rosso...un mucchio impensabile di oggetti sconnessi tra i quali cercare un qualcosa di straordinario, un quid indefinito che possa rappresentare quella catena fiammeggiante di pensieri...
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X Ospedale da X Ospedale pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 14:16
Mi meravigli, non sai che il Coluccia cerca di arrampicarsi sugli specchi perchè deve ottenere qualcosa che fino ad oggi non è riuscito con il suo partito, anche lui è un totanino dipendente, quindi tutti contro a chi critica la Regione e il centropsinistra. Stamani ero in Ospedale e il Sindaco di turno Simoni era li con altri fra gli altri c'era un consigliere di Portoferraio che non conosco ma mi dicono di centrodestra, bene deve essere così tutti presenti e sempre ELBANI prima di tutto. E permettetemi l'ultima battuta, è giusto criticare la Regione e il suo Governatore ma un pò di colpa l'abbiamo anche noi Elbani che fino ad oggi ci siamo fregati di quello che ci stavano per fare.
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Soloxlelba da Soloxlelba pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 13:46
L’Italia frana, cinquant’anni di allarmi inascoltati Il bilancio dei morti in frane e alluvioni nel nostro Paese, negli ultimi cinquant’anni, è pesantissimo: oltre quattromila persone. E la climatologa Marina Baldi denuncia: «Purtroppo l’allerta meteo non è preso alla lettera come succede negli Stati Uniti». Piogge torrenziali, alluvioni, frane. Fenomeni naturali che esistono da sempre. Ma che, in un territorio densamente abitato come l’Italia, sono spesso fatali. L’istituto di ricerca e protezione idrogeologica (Irpi) del Cnr ha elaborato il bollettino delle vittime di frane e alluvioni nel corso degli ultimi 50 anni. E i numeri sono da brivido: dal 1960 al 2010 le frane hanno ucciso oltre 3400 persone, mentre le alluvioni hanno spazzato via 715 vite. Certo, nel conteggio rientrano anche le vittime del Vajont, ma non cambia la sostanza: in Italia si continua a morire di maltempo. «Ma il numero delle vittime non è aumentato negli ultimi anni. È invece cresciuta l’attenzione dei media verso questi fenomeni. E c’è dell’altro: fino ad ora il cambiamento climatico non ha inciso in modo significativo», spiega il dottor Fausto Guzzetti, direttore dell’Irpi. Che poi avverte: «Il climate change si farà sentire nei prossimi 20-50 anni». Leggi il resto: [URL]http://www.linkiesta.it/frane-alluvioni#ixzz2C11vmXh1[/URL]
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Roberto da Roberto pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 13:34
X IL GOVERNATORE ROSSI... Dott. Rossi, Ci dia il buon esempio, venga a farsi curare all'ospedale di Portoferraio, ma non venga in elicottero(quello magari lo utilizzerà in seguito) venga con il traghetto magari quando soffia un pò di vento, venga pure tranquillo tanto siamo dotati delle più sofisticate attrezzature per l'assistenza e la degenza dei pazienti, se poi dovessero esserci complicazioni ,abbiamo delle belle navi dotate di tutti i comfort per i pazienti in ambulanza e un bell'elicottero che La trasporterà nei migliori centri di assistenza. Dimenticavo però di dirLe che qualora le condizioni meteo fossero avverse abbiamo preparato un centro degenze in Via Mentana. La aspettiamo......
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ma gli elbani sono proprio duri! da ma gli elbani sono proprio duri! pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 12:24
"Vi ricordo che un ex governatore della Toscana, dopo un breve dialogo ebbe a dirmi: ma gli elbani sono proprio duri! Questo pensiero credo esista ancora nella mentalità dei presenti. Dobbiamo avere il coraggio di abbandonare noi la Toscana" [URL]http://www.tenews.it/giornale/2012/11/10/gualberto-gennai-aem-melbourne-45550/[/URL]
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Per Coluccia da Per Coluccia pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 11:58
Mi sembra un comunicato del politic bureau... Ora ti scrivo una parola presumibilmente sconosciuta,, AUTOCRITICA. Per i voto, continua così che vai bene...... bla...bla...bla...bla...bla....
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COMUNE INFORMA da COMUNE INFORMA pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 11:10
Con la deliberazione adottata in data 6 novembre 2012 la Camera di Commercio ha stabilito di sospendere i procedimenti sanzionatori fino a fine 2013 per le imprese elbane colpite dall’evento alluvionale del 7 novembre 2011. Tali imprese, come comunicato dalla segreteria generale della camera di Commercio, dovranno provvedere al pagamento del diritto annuale 2012 entro il 16.06.2013, per quanto dovuto dalle ditte individuali, ed entro il 31.12.2013 per tutti gli altri soggetti obbligati. Si coglie l’occasione per ricordare che presso il Comune di Campo nell’Elba fino al 22 novembre è possibile inoltrare la domanda per l’indennizzo dei beni mobili registrati (veicoli) danneggiati o distrutti a seguito dell’alluvione. Le domande, per essere ammesse al contributo, dovranno necessariamente pervenire corredate della relativa documentaizone, all’ufficio competente entro e non oltre la data sopra indicata. Ulteriori informazioni nel sito del comune di Campo nell’Elba
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Riccardo da Riccardo pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 10:44
Ciao Mario
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L'INVIATO SPECIALE... da L'INVIATO SPECIALE... pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 10:13
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Regioni, pozzo senza dine d'Italia e il Governatore Rossi con dieci assessori non eletti da Regioni, pozzo senza dine d'Italia e il Governatore Rossi con dieci assessori non eletti pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 9:36
Ecco quanto costano il compagno governatore Rossi e la Regione Toscana mercoledì, 24 ottobre 2012, 10:19 di fabrizio vincenti Regioni, pozzo senza fine d'Italia. L'argomento è ormai al centro dell'attenzione nazionale, spinto da alcuni scandali e dalle inchieste della magistratura che stanno facendo emergere quello che nel 1970, nel momenot della loro istituzione, solo il Pli e il Msi ebbero il coraggio di dire: la spesa e il malcostume si sarebbero moltiplicati per 20. Troppi, però, a partire dal Pci, videro nell'istituzione delle Regioni un modo per andare al potere senza passare da Roma, dove la strada era chiusa per ragioni di geopolitica internazionale. Arrivare ad amministrare milioni di persone era comunque un buon modo per andare al potere e, soprattutto, stendere una rete di clientele non da poco, creare posti di lavoro, far lavorare aziende vicine, amici, compagni di viaggio. Pochi sanno, per esempio, che, se si parla della macchina pubblica, la spesa procapite degli italiani per garantire il suo funzionamento, riserva spunti interessanti: i comuni,nel 2009, ci sono costati 1122 euro a testa, le province 198, le regioni a statuto ordinario 2583 euro, quelle a statuto speciale, addirittura, 4601, mentre lo stato centrale grava per 8874 euro. Qualcuno, forse, si può fare una domanda del perché hanno colpito in primis proprio le province. Complessivamente sono 538 miliardi per il funzionamenot dello Stato, 68 dei Comuni, 12 delle Province, 175 delle Regioni. E la Toscana? La regione amministratrata dal governatore Enrico Rossi, va detto, non è tra le più spendaccione d'Italia, forse perché i toscani, comunque, hanno anticorpi maggiori di altrove verso il malcostume, ma anche dalle parti dell'Arno non si scherza. Tutt'altro. E le greppie abbondano, come ha sottolineato in un bel volume "La casta invisibile delle regioni" Pierfrancesco De Roberti. Nelle pagine di questa agile pubblicazione, il Granducato figura più e più volte. Nel 2010, complessivamente, la regione che ha il simbolo del Pegaso, conosciuto perché sui berretti dei vigili urbani, ha speso 9,8 miliardi, erano 7,3 dieci anni prima, uno degli aumenti più consistenti su base nazionale. Iniziamo il nostro viaggio dal costo del Consiglio regionale (55 eletti), che nel 2010 è ammontato a 32.168.395: 8,68 euro a testa per ogni toscano. La media nazionale va persino peggio: 18,22 euro a testa. Naturalmente, di ridurre i consiglieri, nemmeno a parlarne. Quando ci provò il ministro Tremonti, nel 2011, che ipotizzò una drastica cura dimagrante, in Toscana sarebbero scesi a 40, fu la rivolta. In nome della democrazia, a parole. Delle proprie greppie, nella realtà. Il giochino, ormai, è noto: non si possono tagliare i consiglieri, né indennità, né gettoni, né auto blu da parte del governo perché si viola l'autonomia costituzionale delle regioni. Dev'esser fatto da loro. Ovvero mai. Se su sulle spese per il funzionamento del Consiglio regionale la Toscana non è messa male, brilla, invece, si far per dire, sulla questione assessori. E qui siamo al primato nazionale, sia pure in coabitazione con la Sicilia: il governatore Rossi ha dieci assessori, nessuno eletto in Regione. Tradotto: 1,5 milioni di euro di spesa in più, e la possibilità di piazzare in Consiglio propri fedeli, anche grazie a una legge elettorale pessima, e, poi, chiamare tecnici di propria fiducia negli assessorati. Ovvero altre persone - a 150 mila euro l'anno - delle solite parrocchie. Nessuno, per la cronaca, scelto dal popolo bue o, per usare un'espressione in voga nella regione rossa dal "tessuto democratico". Peggio della Toscana, come detto, sotto questo profilo, nessuno. Torniamo ai consiglieri regionali: sono in 55 e hanno uno staff di 81 persone a tempo determinato, oltre ai dipendenti della Regione. Poi c'è l'organico della presidenza: tre per il presidente, tre per ogni vice presidente, tre per ogni segretario. Per non fare disparità. Veniamo alle commissioni consiliari: sull'Arno ne hanno otto permanenti e due speciali. Tra le permanenti la Toscana è tra le regioni più di manica larga, ma, fortunatamente, compensa con le poche speciali. Vi chiederete: ma quante volte si riuniscono e quanto legiferano nell'assemblea regionale? 53 nel 2011. In media una legge alla settimana, due di solito, invece, le riunioni. Vita dura. Anche considerando gli stipendi. Ogni consigliere regionale prende uno stipendio base di 3.123 euro mensili che, sommati ai rimborsi per spese, possono arrivare a una cifra che varia tra 5395 e7585 euro mensili, circa il 65 per cento di quanto prende un deputato a Roma. Poco, no? E allora che si deve ricorre a qualche escamotage per i poveri consiglieri regionali attraverso esenzioni: leggasi diaria. Ovvero una serie di rimborsi vengono comunque elargiti a prescindere dalle spese realmente sostenute. Come quelle per i viaggi verso Firenze. Anche se si abita nel capoluogo, scatta comunque la diaria. Come se un dipendente lavorasse a Lucca, vivesse a Lucca e gli venisse comunque riconosciuta una diaria dalla sua azienda: normale, no? Più, naturalmente, i costi per la benzina e di spostamento in genere. E il compagno governatore Rossi, invece, che stipendio matura mensilmente? Una misera se paragonata ad altri colleghi: solo 4739 euro più rimbordi tra 2628 e 2780 euro: totale 7367-7519 euro. E la pensione? Per chi ha avuto l'onere di sedere sugli scranni del palazzo della Regione, l'età della pensione arriva a 60 anni, nella misura del 65 per cento dell'indennità base. Attualmente sono 157 i vitalizi erogati, per un importo annuo di 5,4 milioni di euro. Altro che Inps. Ma prima della pensione, come per un qualunque lavoro, c'à la liquidazione: in Toscana sono circa 38 mila euro per una legislatura. Da altre parti va persino peggio. Torniamo alla Regione, il suo parco auto è di 139 veicoli all'aprile di quest'anno. Sono poche le regioni che ne hanno di più, nonostante il governatore ostenti di aver abbandonato la Mercedes per una più ecologica Punto a metano. Persino il Lazio e la Sicilia ne hanno una quantità nettamente inferiore. E sempre per parlare del dominus della Regione, quel governatore Rossi che molto dispone, vale la pena ricordare il buco della Asl di Massa, maturato proprio nel momento in cui il compagno governatore era assessore regionale alla Sanità, carica tenuta per 10 anni. La storia è di quelle che imbarazzano non poco: nell'autunno del 2010, giusto poco dopo, guarda caso, che Rossi ha lasciato la poltrona da assessore per occupare quella da governatore, si "scopre" che l'Asl apuana ha collezionato un disavanzo di 300 miloni di euro. Mica noccioline. Da una parte si registrano ammanchi, comportamenti fraudolenti messi sotto la lente dalla magistratura. Ma non bastano acquisti sconsiderati per arrivare a totalizzare 300 milioni di euro di voragine. E' la stessa commissione parlamentare a sottolinearlo in una sua relazione: "Appare censurabile il comportamento dell'apparato di controllo". Ovvero da parte di Rossi e compagni che dichiara di aver saputo dell'ammanco solo da presidente della Regione. Eppure la Corte dei Conti, sin dall'anno prima, il 2009, aveva messo nero su bianco che i bilanci della Asl in questione presentavano gravi irregolarità dal 2006. E Rossi, assessore alla Sanità per un decennio, non se ne era accorto. La realtà sembrerebbe un'altra: la Asl in questione sarebbe stata sottofinanziata, dirottando i soldi altrove, sino al crac di cui sopra. Favorito qualcun altro, insomma, proprio come nella storia del riordino delle Province? in ogni caso, la sanità toscana, nel 2010, è costata 7,2 miiardi di euro, con un costo pro capite pari a 1920 euro, circa come il Lazio, più che in Sicilia, decisamente più della Lombardia. Nonostante che in Toscana il tasso di ospedalizzazione sia tra i più bassi (o curano alla svelta o fanno morire a casa...) e la spesa farmaceutica non tra le più elevate. Quanto ai dipendenti, erano 2842 nel 2009, anno in cui il libro di De Robertis fornisce il dato. Anche in questo caso un rapporto con gli abitanti della Regione tra i più alti d'Italia: vuoi vedere che, se si ospedalizza poco, si spende il giusto in farmaci, gran parte dei miliardi finiscono per mantenere il personale? E, per concludere sulla sanità, una curiosità: è un settore che, evidentemente, è di casa nella famiglia Rossi: tra il 2009 e il 2011 la moglie del governatore, Laura Benedetto, era a capo della Asl 7 di Siena. Per la procura di Siena, che ha aperto un fascicolo, nel 2010, c'è stato un buco di soli 10 milioni di euro. Per la Regione è solo uno squilibrio dovuto a un disguido e facilmente ovviabile. Di certo c'è che l'imbarazzo del conflitto di interessi non è solo patrimonio di Silvio Berlusconi come ci hanno propinato per decenni.
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x scuole chiuse da x scuole chiuse pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 9:35
Nessuno ha costretto nessuno a fare niente, ma come ragioni? La protezione civile ha dato l'allerta 2, se non sai cosa vuol dire vai ad informarti (io l'ho fatto!) e i sindaci del versante occidentale visto i precedenti hanno preferito non correre rischi e tenere le scuole chiuse, se poi anche gli altri sindaci hanno preso la stessa decisione avranno avuto i loro motivi. Meglio tener chiuse le scuole per un falso allarme che tenerle aperte e doversene pentire non credi?
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PER COLUCCIA E COMPAGNI da PER COLUCCIA E COMPAGNI pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 9:33
ORA SCRIVETE TUTTI..... REDICOLI...MA FINO AD OGGI TE E I TUOI "COMPAGNI" DOVE ERAVATE? COSA AVETE FATTO? QUANDO L' ANSELMI,SINDACO DI PIOMBINO E' SALITO SUL TETTO DELLA LUCCHINI ,BERSANI GLI HA TELEFONATO(LA TELEFONATA L'HANNO TRASMESSA TUTTI I TG)...ORA E' ANDATO VENDOLA......E A VOI AMMINISTATORI E RAPPRESENTANTI DEL P. D ELBANO CHI VI DA ASCOLTO? CHI VI CONSIDERA?...SIETE IN GRADO DI CONTATTARE E FARVI PRENDERE IN CONSIDERAZIONE DA VOSTRI "CAPI"ALLA PROVINCIA ,ALLA REGIONE? I FATTI LO HANNO DIMOSTRATO... NO!!!... NON SIETE IN GRADO E NON VI "CACA"... NESSUNO... COMINCIATE A CHIEDERVI PERCHE'??? SIETE SEMPRE STATI (COME HANNO GIA SCRITTO) CAGNOLINI CHE DICONO SEMPRE SI AL PADRONE....NON CI AVETE LE "palle"... LASCIATE PERDERE ...A PERIA NON SE LO "CACA "NESSUNO...MA NON E' UN DISCORSO DI STARE A DESTRA O A SINISTRA , E' UN "DISCORSO" DI PERSONE.....
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Poveri bimbi da Poveri bimbi pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 9:30
Hai pienamente ragione! Invece di portarli a Livorno, andavano messi a Portazzurro, dopo avergli fatto un battuto a orso. Prima a loro e poi ai genitori. Poveri bimbi 'na s@ga!!
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QUANDO C'ERA MARIO PAPI da QUANDO C'ERA MARIO PAPI pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 9:15
Parlando di Mario ricordo uno scritto tra i tanti postati su camminando dal compianto amico Papi, questo per ricordare un grande personaggio dalla satira pungente e ironica che ci faceva sorridere e meditare. Grazie Mario ci mancherai. Fabrizio P. [SIZE=3][COLOR=darkred]Calcetto senza tribune? [/COLOR] [/SIZE] Archiviato lo "Slofud", che ha riscosso i previsti , doverosi consensi e ampia partecipazione, in piazza di Chiesa, stamanimattina , si ricominciava con il calcetto. nulla da eccepire, a parte la discreta grecalata, che avrebbe dovuto rinvigorire le menti. La solerte organizzazione stava attrezzando la piazza per un evento che finalmente ritorna e che per un mese portera' a Marciana Marina, un po' di tifo campanilista, un mucchio di gente che dovrebbe fare la gioia dei ristoratori (in bassa stagione), e un modo divertente per passa' le serate . orbene. a precisa domanda :- le monteno le tribune ?!- lapidaria risposta :- No.- - o perche' no ? nessuno a proferito parola. - danno noia a qualcuno?- timidi accenni di assenso con la testa. conclusione. A chi potranno da noia le tribune, c'erano anche nelle altre edizioni e non causarono problemi insormontabili. la prevista affollata partecipazione dei supportes delle compagini in gara come vedra' la partita ? su le sedie portate da casa come in Nuovo Cinema Paridiso ?mi piacerebbe sapere cosa osta. Se ben ricordo un esercente ebbe a lamentarsi delle "mini-macchinine" per i bimbi e dei castelli gonfiabili. un sara' mica lo stesso? un'altro, magari sempre il nostro fustigatore mascherato, fu visto, la mattina dopo un matrimonio, pulire con il folletto i sassi prospicenti i propri dehors, da un'invasione di palloncini bianchi che a Lui dovevano esse apparse urticanti meduse. se il calcetto va bene, perche' porta movimento, organizzarlo al meglio con le tribune mi pare il minimo indispensabile. chi di competenza spieghi al claustrofobico che un ci pole solo guadagna'....... la scorcio qui, voglio vede come va a fini'. mariopapi
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