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Regioni, pozzo senza dine d'Italia e il Governatore Rossi con dieci assessori non eletti da Regioni, pozzo senza dine d'Italia e il Governatore Rossi con dieci assessori non eletti pubblicato il 12 Novembre 2012 alle 9:36
Ecco quanto costano il compagno governatore Rossi e la Regione Toscana mercoledì, 24 ottobre 2012, 10:19 di fabrizio vincenti Regioni, pozzo senza fine d'Italia. L'argomento è ormai al centro dell'attenzione nazionale, spinto da alcuni scandali e dalle inchieste della magistratura che stanno facendo emergere quello che nel 1970, nel momenot della loro istituzione, solo il Pli e il Msi ebbero il coraggio di dire: la spesa e il malcostume si sarebbero moltiplicati per 20. Troppi, però, a partire dal Pci, videro nell'istituzione delle Regioni un modo per andare al potere senza passare da Roma, dove la strada era chiusa per ragioni di geopolitica internazionale. Arrivare ad amministrare milioni di persone era comunque un buon modo per andare al potere e, soprattutto, stendere una rete di clientele non da poco, creare posti di lavoro, far lavorare aziende vicine, amici, compagni di viaggio. Pochi sanno, per esempio, che, se si parla della macchina pubblica, la spesa procapite degli italiani per garantire il suo funzionamento, riserva spunti interessanti: i comuni,nel 2009, ci sono costati 1122 euro a testa, le province 198, le regioni a statuto ordinario 2583 euro, quelle a statuto speciale, addirittura, 4601, mentre lo stato centrale grava per 8874 euro. Qualcuno, forse, si può fare una domanda del perché hanno colpito in primis proprio le province. Complessivamente sono 538 miliardi per il funzionamenot dello Stato, 68 dei Comuni, 12 delle Province, 175 delle Regioni. E la Toscana? La regione amministratrata dal governatore Enrico Rossi, va detto, non è tra le più spendaccione d'Italia, forse perché i toscani, comunque, hanno anticorpi maggiori di altrove verso il malcostume, ma anche dalle parti dell'Arno non si scherza. Tutt'altro. E le greppie abbondano, come ha sottolineato in un bel volume "La casta invisibile delle regioni" Pierfrancesco De Roberti. Nelle pagine di questa agile pubblicazione, il Granducato figura più e più volte. Nel 2010, complessivamente, la regione che ha il simbolo del Pegaso, conosciuto perché sui berretti dei vigili urbani, ha speso 9,8 miliardi, erano 7,3 dieci anni prima, uno degli aumenti più consistenti su base nazionale. Iniziamo il nostro viaggio dal costo del Consiglio regionale (55 eletti), che nel 2010 è ammontato a 32.168.395: 8,68 euro a testa per ogni toscano. La media nazionale va persino peggio: 18,22 euro a testa. Naturalmente, di ridurre i consiglieri, nemmeno a parlarne. Quando ci provò il ministro Tremonti, nel 2011, che ipotizzò una drastica cura dimagrante, in Toscana sarebbero scesi a 40, fu la rivolta. In nome della democrazia, a parole. Delle proprie greppie, nella realtà. Il giochino, ormai, è noto: non si possono tagliare i consiglieri, né indennità, né gettoni, né auto blu da parte del governo perché si viola l'autonomia costituzionale delle regioni. Dev'esser fatto da loro. Ovvero mai. Se su sulle spese per il funzionamento del Consiglio regionale la Toscana non è messa male, brilla, invece, si far per dire, sulla questione assessori. E qui siamo al primato nazionale, sia pure in coabitazione con la Sicilia: il governatore Rossi ha dieci assessori, nessuno eletto in Regione. Tradotto: 1,5 milioni di euro di spesa in più, e la possibilità di piazzare in Consiglio propri fedeli, anche grazie a una legge elettorale pessima, e, poi, chiamare tecnici di propria fiducia negli assessorati. Ovvero altre persone - a 150 mila euro l'anno - delle solite parrocchie. Nessuno, per la cronaca, scelto dal popolo bue o, per usare un'espressione in voga nella regione rossa dal "tessuto democratico". Peggio della Toscana, come detto, sotto questo profilo, nessuno. Torniamo ai consiglieri regionali: sono in 55 e hanno uno staff di 81 persone a tempo determinato, oltre ai dipendenti della Regione. Poi c'è l'organico della presidenza: tre per il presidente, tre per ogni vice presidente, tre per ogni segretario. Per non fare disparità. Veniamo alle commissioni consiliari: sull'Arno ne hanno otto permanenti e due speciali. Tra le permanenti la Toscana è tra le regioni più di manica larga, ma, fortunatamente, compensa con le poche speciali. Vi chiederete: ma quante volte si riuniscono e quanto legiferano nell'assemblea regionale? 53 nel 2011. In media una legge alla settimana, due di solito, invece, le riunioni. Vita dura. Anche considerando gli stipendi. Ogni consigliere regionale prende uno stipendio base di 3.123 euro mensili che, sommati ai rimborsi per spese, possono arrivare a una cifra che varia tra 5395 e7585 euro mensili, circa il 65 per cento di quanto prende un deputato a Roma. Poco, no? E allora che si deve ricorre a qualche escamotage per i poveri consiglieri regionali attraverso esenzioni: leggasi diaria. Ovvero una serie di rimborsi vengono comunque elargiti a prescindere dalle spese realmente sostenute. Come quelle per i viaggi verso Firenze. Anche se si abita nel capoluogo, scatta comunque la diaria. Come se un dipendente lavorasse a Lucca, vivesse a Lucca e gli venisse comunque riconosciuta una diaria dalla sua azienda: normale, no? Più, naturalmente, i costi per la benzina e di spostamento in genere. E il compagno governatore Rossi, invece, che stipendio matura mensilmente? Una misera se paragonata ad altri colleghi: solo 4739 euro più rimbordi tra 2628 e 2780 euro: totale 7367-7519 euro. E la pensione? Per chi ha avuto l'onere di sedere sugli scranni del palazzo della Regione, l'età della pensione arriva a 60 anni, nella misura del 65 per cento dell'indennità base. Attualmente sono 157 i vitalizi erogati, per un importo annuo di 5,4 milioni di euro. Altro che Inps. Ma prima della pensione, come per un qualunque lavoro, c'à la liquidazione: in Toscana sono circa 38 mila euro per una legislatura. Da altre parti va persino peggio. Torniamo alla Regione, il suo parco auto è di 139 veicoli all'aprile di quest'anno. Sono poche le regioni che ne hanno di più, nonostante il governatore ostenti di aver abbandonato la Mercedes per una più ecologica Punto a metano. Persino il Lazio e la Sicilia ne hanno una quantità nettamente inferiore. E sempre per parlare del dominus della Regione, quel governatore Rossi che molto dispone, vale la pena ricordare il buco della Asl di Massa, maturato proprio nel momento in cui il compagno governatore era assessore regionale alla Sanità, carica tenuta per 10 anni. La storia è di quelle che imbarazzano non poco: nell'autunno del 2010, giusto poco dopo, guarda caso, che Rossi ha lasciato la poltrona da assessore per occupare quella da governatore, si "scopre" che l'Asl apuana ha collezionato un disavanzo di 300 miloni di euro. Mica noccioline. Da una parte si registrano ammanchi, comportamenti fraudolenti messi sotto la lente dalla magistratura. Ma non bastano acquisti sconsiderati per arrivare a totalizzare 300 milioni di euro di voragine. E' la stessa commissione parlamentare a sottolinearlo in una sua relazione: "Appare censurabile il comportamento dell'apparato di controllo". Ovvero da parte di Rossi e compagni che dichiara di aver saputo dell'ammanco solo da presidente della Regione. Eppure la Corte dei Conti, sin dall'anno prima, il 2009, aveva messo nero su bianco che i bilanci della Asl in questione presentavano gravi irregolarità dal 2006. E Rossi, assessore alla Sanità per un decennio, non se ne era accorto. La realtà sembrerebbe un'altra: la Asl in questione sarebbe stata sottofinanziata, dirottando i soldi altrove, sino al crac di cui sopra. Favorito qualcun altro, insomma, proprio come nella storia del riordino delle Province? in ogni caso, la sanità toscana, nel 2010, è costata 7,2 miiardi di euro, con un costo pro capite pari a 1920 euro, circa come il Lazio, più che in Sicilia, decisamente più della Lombardia. Nonostante che in Toscana il tasso di ospedalizzazione sia tra i più bassi (o curano alla svelta o fanno morire a casa...) e la spesa farmaceutica non tra le più elevate. Quanto ai dipendenti, erano 2842 nel 2009, anno in cui il libro di De Robertis fornisce il dato. Anche in questo caso un rapporto con gli abitanti della Regione tra i più alti d'Italia: vuoi vedere che, se si ospedalizza poco, si spende il giusto in farmaci, gran parte dei miliardi finiscono per mantenere il personale? E, per concludere sulla sanità, una curiosità: è un settore che, evidentemente, è di casa nella famiglia Rossi: tra il 2009 e il 2011 la moglie del governatore, Laura Benedetto, era a capo della Asl 7 di Siena. Per la procura di Siena, che ha aperto un fascicolo, nel 2010, c'è stato un buco di soli 10 milioni di euro. Per la Regione è solo uno squilibrio dovuto a un disguido e facilmente ovviabile. Di certo c'è che l'imbarazzo del conflitto di interessi non è solo patrimonio di Silvio Berlusconi come ci hanno propinato per decenni.
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