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113263 messaggi.
Figura di Emme da Figura di Emme pubblicato il 21 Ottobre 2017 alle 11:16
Ad agorà ieri sera è andata in onda la più grande figura di Emme della storia elbani recente. Saremo ricordati per la " storia del Buchino!!!" E mi dicono che chi parlava fosse amche una professoressa Vergogna
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Marcello Meneghin da Marcello Meneghin pubblicato il 21 Ottobre 2017 alle 9:06
[COLOR=darkred][SIZE=4]DISSALATORE, LAGHETTO CONDOTTO ,VAL DI CORNIA ED ALTRE GRAVI DEFICENZE IDROPOTABILI ELBANE [/SIZE] [/COLOR] Riscontro messaggio n. 87225 del 20.10.2017 Mi riesce troppo ovvio dichiarare ora la mia piena solidarietà con quanto ampiamente descritto con grande competenza e proprietà dal dott. Campitelli gelogo elbano che conosce molto bene l’Isola e molti dei suoi problemi così come non posso esimermi dal congratularmi con lui per il suo ottimo e puntuale lavoro. Lo faccio con un esempio che contribuisce molto più delle chiacchiere a prestare fiducia alle dotte osservazioni dello stesso geologo . Il manifestino allegato è un invito distribuito tre anni fa per annunciare un convegno tenutosi alla Sala Gran Guardia di Portoferraio il 9 giugno 2013 al quale io, pur facendo parte dei relatori, non ho potuto partecipare per questioni sanitarie ma per il quale avevo collaborato con il dott Campitelli medesimo nella preparazione degli argomenti trattati. Tra di essi figurava in primo piano la netta e ben documentata opposizione del Dott. Campitelli stesso alla allora imminente costruzione del laghetto Condotto, opposizione alla quale non fu posta alcuna attenzione. In altre parole l'oggetto di quel convegno è diventato parole e documentazioni completamente gettate al vento elbano. Riferendomi all’attualità del messaggio in oggetto, constato come le dichiarazioni dello stesso professionista, relative a molteplici fattori sempre nello stesso tema di acqua potabile, siano molto dure e molto documentate . Quella volta per il larghetto si sono spesi solo un milione di euro o poco di più senza che , almeno fino al giorno d’oggi, si sia ottenuto un gran chè di utile. Sembra che si sia ora studiando la possibilità di utilizzare una piccola parte del volume di invaso del laghetto per scopi che sono al di fuori del fabbisogno idropotabile. In pratica si tratta della stessa parte inferiore del laghetto cioè quella che era di per sè a tenuta idrica prima ancora che si facesse il nuovo sbarramento. Si riscontrano però differenze colossali in quanto oggi per il primo lotto del dissalatore di Mola occorre una cifra quindici volte superiore , cifra che, nel messaggio del dott. Campitelli, apparirebbe per lo meno non giustificata a causa dell’assenza dei dovuti accertamenti preventivi e ritenuti essenziali Io non ho dubbi che ancora una volta si tratti di parole vere, verissime ma in balia del vento come la volta precedente. Oramai il dissalatore è come un treno che, senza conduttori a bordo, sia stato fatto partire in folle lungo un lungo binario in discesa. Non resta che attendere lo schianto come accaduto per il laghetto Condotto e per gli altri 20 che si sarebbero dovuti costruire ma che, per mero caso, sono ancora fermi in stazione. Per finire vorrei aggiungere un solo accenno tecnico mio personale in relazione alla scelta di costruire il dissalatore di Mola . La caratteristico di base del fabbisogno d’acqua dell’isola è la sua grande variazione di portata da un stagione all’altra, da un mese all'altro, da un giorno all’altro. Ebbene c’è una struttura soltanto che non è in grado che di dare un portata d’acqua a assolutamente fissa ed invariabile ed è il dissalatore. Sfortuna vuole che all’Elba si sia proprio scelto quello: un dissalatore che potrà dare 80 l/sec per 24 ore al giorno e per 365 giorni all’anno. Anche se sarà necessario non potrà darne nemmeno 81 di l/sec
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Michelangelo Zecchini da Michelangelo Zecchini pubblicato il 21 Ottobre 2017 alle 8:22
[COLOR=darkblue][SIZE=5]APPUNTI SULLA CRONOLOGIA DELLE TORRI COSTIERE DELL'ELBA [/SIZE] [/COLOR] Né la carta topografica del Magini, né le altre carte cinquecentesche (Danti, Munster, Berteli, Hortelius, ecc.), per quanto accurate e dettagliate per l'epoca in cui furono elaborate, registrano le torri costiere di Marciana Marina, Rio Marina, Campo nell'Elba. Esse compaiono, invece, nella pianta colorata, del 1650 circa, conservata presso la Bibliothéque Nationale de France, e nella mappa di Francesco Duval, riferibile al 1680, custodita nell'Archivio di Stato di Firenze. Si tratta, però, di indicazioni cronologiche piuttosto generiche e si può fare meglio con i documenti scritti e con l'analisi tipologica. L'utilizzo degli uni e dell'altra ha condotto per le tre torri, con riferimento alla loro veste architettonica attuale, alle seguenti proposte di datazione: - MARCIANA MARINA. La torre fu edificata da Jacopo VI Appiano fra il 1558 e il 1562, subito dopo la riappropriazione di possesso del 1557 e sulla spinta emotiva suscitata nella popolazione dalle devastazioni piratesche del 1553 e del 1555. È del tipo a scarpa, con cordolo marcapiano che divide il segmento inferiore, troncoconico, da quello superiore cilindrico. L'accesso è al primo piano. - RIO MARINA. La torre poligonale, costruita in pietra proveniente dalle miniere locali, mostra un cordolo divisorio fra il segmento inferiore, a scarpa, e la parte superiore. L'accesso è al primo piano. È attribuita al 1536 sulla base di un carteggio fra Medici e Appiano in cui i primi invitano i secondi a costruire opere di difesa costiera. Ma si tratta per l'appunto di un' esortazione e come tale ha solo un valore di indicazione cronologica. Considerato che nel paramento era murata una lapide lacunosa nella quale era nominato Jacopo V, la cui morte risale al 1545, allo stato attuale delle ricerche la costruzione della torre è riferibile non a un anno preciso bensì a un arco di tempo compreso fra il 1536 e il 1545, con propensione per un anno prossimo alla seconda data. - MARINA DI CAMPO. La torre, del tipo a scarpa e accesso al primo piano, con cordolo che divide il segmento inferiore, troncoconico, da quello superiore cilindrico, esisteva già nel 1596, come prova un documento del Fondo Boncompagni-Ludovisi, conservato presso l'Archivio Segreto Vaticano e ritrovato da Giorgio Giusti. Ma il 1596 è solamente un terminus ante quem: a mio avviso, stanti le stringenti affinità tipologiche con la torre della Marina di Marciana, l'architettura militare campese dovrebbe essere retrodatata di due o tre decenni. Relativamente alle torri di Marciana Marina e di Rio Marina le suddette ipotesi cronologiche sono state integrate di recente con dati di primo piano grazie a ricerche, pressoché simultanee, di cartografia antica e, limitatamente alla prima, di stratigrafia architettonica. Le indagini diagnostiche preliminari sulla torre di Marciana Marina, condotte dal prof. Giuseppe A. Centauro dell'Università di Firenze fra il 2013 e il 2016, e volte ad elaborare un progetto di restauro, hanno permesso di scoprire presso la base, circa 80 cm all'interno rispetto alla superficie attuale, una cerchiatura in ferro, la quale fa supporre non solo di essere di fronte all' atto iniziale del rafforzamento strutturale relativo alla parte inferiore del monumento, ma fa anche presumere che in origine il monumento stesso fosse connotato in basso da un profilo cilindrico anziché troncoconico. Poco prima tre geografi dell'Università di Siena e di Firenze (Proff. A. Guarducci, M. Piccardi, L. Rombai) avevano offerto ulteriori elementi per approfondire il problema, pubblicando un'inedita e sorprendente mappa geografica dell'isola, attribuita al cartografo tedesco Enrico Martello (Heinrich Hammer), attivo negli ultimi due decenni del XV secolo, la quale replica con ogni probabilità, forse non pedissequamente, una mappa più antica. Vi è rappresentata in modo schematico un’Elba con larga gobba a occidente, due profonde insenature a est e a nord (evidentemente Portolongone e Portoferraio), mentre quali siti antropizzati e fortificati compaiono Marciana e la Torre della Marina di Marciana, il Volterraio e Grassera (Gresiri), la Torre del Giove e Rio nell’Elba (Verifare), la Torre della Spiaggia di Rio e Capoliveri. Di fronte sta il litorale piombinese con Populonia e Piombino. Sembra dunque che l'autore abbia posto un' attenzione esclusiva nel segnalare località provviste di baluardi per la protezione del territorio, trascurando volutamente altri aspetti, quasi a cristallizzare la situazione difensiva dell'Elba in una certa epoca, con ogni probabilità il XV secolo. Sono di un certo peso le argomentazioni addotte in tal senso da Umberto Gentini in uno studio puntuale. Fra di esse spicca la seguente: oltre a non esserci traccia di Cosmopoli, com’è noto edificata nel 1548, e ad esserci rappresentata Grassera, distrutta dal pirata ‘Barbarossa’ nel 1534, manca, a Piombino, il cosiddetto Rivellino convesso costruito nel 1447. Occorre rilevare che sono numerosi gli esempi di carte antiche che non segnalano agglomerati o singoli monumenti in realtà esistenti da tempo, ma in questo caso si tratta di una carta 'specializzata' che dovrebbe effettivamente registrare la geografia del sistema tattico-protettivo insulare in un momento di poco precedente o successivo al 1447. È anche vero, però, che la mappa di Hammer censisce la torre del Giove, la cui fondazione viene fatta risalire comunemente al 1459. Inoltre viene ignorata la torre di S. Giovanni, dell'XI secolo, che pure costituiva un dispositivo militare di tutto rispetto. Quest'ultima 'mancanza' potrebbe essere spiegata con l'intento, da parte di Enrico Martello, di evidenziare solo le architetture militari in uso, edificate o ristrutturate dagli Appiani. Tuttavia, in attesa che vengano sciolte sia le apparenti incongruenze sia la discordanza cronologica fra Rivellino convesso e fortezza del Giove, a mio avviso è fin d'ora accettabile il riferimento della mappa ad una situazione difensiva collocabile fra il 1445 e il 1460. Allo stesso modo, alla luce dei nuovi indicatori stratigrafici e documentali, risulta plausibile retrodatare intorno al 1450 l'origine delle torri costiere di Marciana e di Rio. Del resto nulla vieta di accettare che gli Appiano, di fatto padroni dell’Elba a partire dal 1392, abbiano precocemente attuato, riattando le preesistenze, un apparato difensivo misto d’altura (Capoliveri, Rio, Volterraio, Grassera, Marciana) e costiero (Marine di Marciana e di Rio), in particolare nelle zone di massima estrazione del ferro (Calamita e Rio Marina) e nelle aree boschive a più intensa riduzione del metallo (vallate marcianesi), per tutelare le popolazioni e i propri interessi economici. Michelangelo Zecchini
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PREMIO CITTA' DI PORTOFERRAIO da PREMIO CITTA' DI PORTOFERRAIO pubblicato il 21 Ottobre 2017 alle 7:39
[COLOR=darkblue][SIZE=4]PREMIO CITTA' DI PORTOFERRAIO: AL VIA LA 28 ESIMA EDIZIONE CON QUALCHE NOVITA' [/SIZE] [/COLOR] Con una recente riunione presso i locali comunali, è stata lanciata la 28ª edizione del Premio città di Portoferraio, gestito dal l'Ente locale pubblico, tramite una commissione, coordinata dal circolo culturale Sandro Pertini della presidente Anna Maria Contestabile. In realtà questa nuova manifestazione sarà la 25ª, in quanto nel passato per tre volte, l'evento non fu realizzato. "Abbiamo confermato le caratteristiche di questa attività annuale - spiega Roberto Marini, assessore alla cultura che dirige l'iniziativa- con l'attribuzione di tre premi a pensionati esemplari e un Premio speciale Elba, destinato ad altre persone o Enti di tutta l'isola, che si sono anche loro distinti per meriti sociali e culturali. Quest'anno avremo una novità grazie alla docente di arte Enza Viceconte, della scuola media Pascoli, istituto che creò l'impegno per scopi formativi nel 1990. Sarà creato, dai suoi alunni, un simbolo artistico di questo progetto, da consegnare ai vincitori oltre la targa. Sarà anche valutata, dalla Filarmonica Pietri e dai dirigenti scolastici e i responsabili dell'orchestra giovanile della Pascoli, la possibilità di realizzare un concerto, in orario scolastico, per dare ancora più importanza a questo appuntamento significativo. Non solo, si vuole sviluppare il “Progetto memoria” originario, che prevedeva la creazione, nel tempo, di un "Museo della memoria e della gente", coordinato dal Comitato dei Premiati, dove si raccoglieranno documenti, immagini e storie importanti vissute nella nostra città”. La commissione tornerà a riunirsi in dicembre, poi nel febbraio 2018 per la designazione dei candidati e la cerimonia di premiazione sarà effettuata nella prima quindicina del futuro aprile. Presenti all'incontro, l'assessore alla cultura e vicesindaco Roberto Marini, la responsabile dell'ufficio cultura Alessandra Palombo, i rappresentanti del Comitato dei Premiati Adolfo Tirelli e Romano Mengini, il rappresentante della Cisl pensionati dell'Elba Ivo Gentili, quelli della Filarmonica Pietri, Luciano Paolini e Riccardo Nurra, per a parrocchia della Natività Mario Forti e per San Giuseppe Paolo Cortini e un membro del circolo culturale Sandro Pertini. Assenti giustificati, il rappresentante dello Spi Cgil Fabrizio Antonini, fuori Elba e i docenti del Comprensivo di Portoferraio, in servizio a scuola, Rita Rossi e Perluigi Amore
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elbano da elbano pubblicato il 21 Ottobre 2017 alle 7:27
X DISSALATORE E FACE BOOK E' molto più triste disinteressarsi di un problema che coinvolge aspetti critici della vita e natura dell'ELBA, lasciando alla politica e comunque alla gente non elbana di decidere per te, anche in maniera sbagliata.
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Marcello Camici da Marcello Camici pubblicato il 21 Ottobre 2017 alle 6:01
[COLOR=darkred][SIZE=4]FINE DEL GRANDUCATO DI TOSCANA ASBURGO LORENA L’ALBA DELL’UNITA’ D’ITALIA ALL’ELBA (1859-1860) AMMINISTRAZIONI LOCALI: INTRODUZIONE DEL PRINCIPIO DI ELEZIONE [/SIZE] [/COLOR] (SECONDA PARTE) Con il decreto del 4 settembre 1859 il governo della Toscana introduce con primi articoli di legge il principio dell’elezione nella scelta degli amministratori comunali. Strettamente legato a quello di elezione c’è il principio di maggioranza: “perchè si abbiano valide elezioni sarà necessario che vi concorrano almeno la metà degli elettori iscritti”. Gli articoli di legge che seguono indicano A) chi non esercita il diritto elettorale,B) come può essere esercitato il diritto elettorale,C)chi non può essere eletto D)come sono formate le liste elettorali,E)il giorno in cui si faranno le elezioni,F)la disciplina delle adunanze elettorali G) un ballottaggio “a semplice pluralità di voti,qualunque sia il numero dei votanti” DECRETO “Art .4 Non esercitano il diritto elettorale i condannati dai Tribunali Ordinarj per delitti veri e propri nel tempo durante il quale scontano la pena e in quello della contumacia. Art.5. Il diritto elettorale si esercita dall’elettore stesso o da chi lo rappresenta per Legge,personalmente, ovvero per scheda segreta,trasmessa in tempo utile al Gonfaloniere,chiusa in un involto sigillato,sul quale sia apposta la firma dell’elettore riconosciuta da un Notaro o da un Cancelliere Ministro del Censo. Art 6. Esercitano questo diritto pr mezzo di chi li rappresenta per Legge, a) I minori b) I pienamente interdetti c) Le amministrazioni pubbliche d) Le corporazioni Art 7. Possono esercitarlo per mezzo di schede nel modo detto di sopra, a) Gli e lettori dimoranti all’estero b) Quelli che giustifichino di essere inscritti nelle Liste elettorali di più Comuni c) Quelli che giustifichino di non poter intervenire all’Adunanza elettorale per causa di malattia d) Le Donne Art 8. Sono vietati i Mandati Art 9. Gli elettori i quali siano al tempo stesso rappresentanti per legge di altri elettori,potranno votare per se e per le persone da loro rappresentate Art 10. Tutti li elettori nel Comune sono eleggibili,salvo le eccezioni indicate nell’articolo seguente Art 11. Non possono essere eletti a) Quelli che non hanno compita l’età di venticinque anni b) I dipendenti del Comune c) I Prefetti,Consiglieri,Segretari ed Impiegati qualunque nella Prefettura del Compartimento al quale appartiene il Comune d) I Sotto-Prefetti,Impiegati nelle Sotto-Prefetture,delegati di Governo,Pretori,Cancellieri,Ministri del Censo,e loro aiuti nel rispettivo Circondario e) Gli addetti al Dipartimento d’Acque e Strade f) Gli Arcivescovi,I Vescovi ,Vicari Generali,Parrochi,ed altri sacerdoti aventi cura l’anime g) Le Donne h) Le Amministrazioni pubbliche e le Corporazioni i) I Contribuenti dimoranti all’estero Art 12, Non possono essere Consiglieri o Supplenti nell’istesso Consiglio,Padre e Figlio,avo paterno e nipote,fratello e fratello Art 13. Le note delli elettori e delli eleggibili saranno formate in ogni Comune dal rispettivo Gonfaloniere assistito dal primo Priore e dal Cancelliere Ministro del Censo;rimarranno quindi affisse per cinque giorni alla porta dell’Uffizio Comunale , e in altri luoghi opportuni a scelta del Gonfaloniere. Per ciò che riguarda la purificazione delle Liste come la direzione delle operazioni elettorali,è richiamato il Regolamento del 20 Novembre 1849 Art 14. Le elezionisi faranno in giorno di Domenica e secondo le prescrizioni che verranno stabilite nel Decreto di convocazione degli lettori Comunali. Le discipline delle Adunanze elettorali saranno prescritte da speciale Regolamento. Art 15. Non concorrendo alla prima adunanza la metà almeno degli elettori,ovvero non essendo rimasti eletti tutti i Consiglieri e supplenti per non aver ottenuta la maggioranza voluta dall’articolo primo ,avrà luogo dopo otto giorni una seconda adunanza. In questa saranno sottoposti allo scrutinio tanti dei candidati che nella prima adunanza ottennero un maggior numero di voti senza successo ,quanti corrispondano al doppio dei Consiglieri o supplenti che rimangono ad eleggere . I suffragi degli elettori non potranno cadere che sugl’individui componenti codesta lista di candidati. L’elezione sarà fatta a semplice pluralità di voti ,qualunque sia il numero dei votanti. Art 16. Restano in vigore il Regolamento del 20 Novembre 1849,quello del 28 Settembre 1855,come pure le Leggi,Ordini,Istruzioni e Regolamenti Generali e particolari concernenti i Comuni e vigenti innanzi il 20 Novembre 1849,in quanto quelli e questi non siamo abrogati dalle Leggi posteriori e non siano contrari alle disposizioni contenute nel presente Decreto. Il Ministro dell’Interno è incaricato della esecuzione del presente Decreto. Dato in Firenze li quattro Settembre milleottocentocinquantanove Il Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro Dell’Interno B. RICASOLI Il ministro della Pubblica Istruzione C. RIDOLFI Visto: per l’apposizione del sigillo Il Ministro di Giustizia e Grazia E. POGGI Firenze,nella stamperia governativa “ Fino al settembre del 1859 gli amministratori comunali sono stati scelti col metodo dell’estrazione a sorte. Dopo il settembre 1859 col metodo dell’elezione. L’importanza davvero grande di questa legge del governo di Toscana del 4 settembre 1859 sta nell’aver introdotto il principio dell’elezione nella scelta degli amministratori comunali legandone la validità a quello della maggioranza degli aventi diritti al voto. Cioè se non è raggiunto il quorum del cinquanta per cento più uno degli aventi diritto di voto la tornata elettorale non è valida. Non è elezione a suffragio universale poiché Il diritto di voto è legato al censo. Sono inoltre presenti molti esclusi comprese le donne. Marcello Camici mcamici@tiscali.it
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Billo da Billo pubblicato il 21 Ottobre 2017 alle 5:27
Ci sono poi state le nuove elezioni della Proloco di Campo? Si possono conoscere i nomi del nuovo direttivo? Si può conoscere il nuovo programma?
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ELBA SALUTE da ELBA SALUTE pubblicato il 21 Ottobre 2017 alle 2:44
[COLOR=darkred][SIZE=4]IL MEDICO DI FAMIGLIA: UN PREZIOSO PUNTO DI RIFERIMENTO. [/SIZE] [/COLOR] L'appello della Sindaca Bulgaresi che denuncia il rischio che il Paese da lei amministrato e le sue importanti frazioni possano restare senza medici di Famiglia è reale ed è più preoccupante di quanto si pensi (anche per i medici di famiglia per l'Elba necessita un concorso). Il Comune di Marciana per realizzare gli ambulatori, ha messo a disposizione dei locali di sua proprietà. Molte persone si rivolgono al medico di famiglia (o “medico di base”) come ad un medico che compila e fornisce ricette per farmaci o prescrizioni per visite o analisi però, prima di etichettarlo come burocrate di autorizzazioni e di carte, sarebbe utile conoscere quello che fa, quali sono le sue responsabilità e quello che può fare per tutelare la salute dei propri pazienti mediante attività di diagnosi, terapia, riabilitazione, educazione sanitaria, garantire i livelli essenziali e uniformi di assistenza, certificazioni e prevenzione. Il medico di base oltre ad essere la figura di collegamento tra cittadino e servizio sanitario, conserva una scheda in cui raccoglie gli elementi più significativi della storia sanitaria del paziente che aggiorna ad ogni visita, dopo eventuali ricoveri, interventi e terapie svolte. Bene ha fatto la Sindaca Bulgaresi a denunciare questa indifferenza perché la mancanza del medico di base, quale primo livello di assistenza sul territorio, può significare non avere la possibilità di accedere a tutti i servizi e prestazioni compresi nei livelli essenziali di assistenza (LEA). Inoltre senza una opportuna presenza del medico di base nessuno regolamenterà visite specialistiche, esami diagnostici e richieste di ricoveri urgenti e avremo così sempre più accessi non appropriati al Pronto Soccorso dell'ospedale e maggiori chiamate al 118 anche solo per un mal di pancia o per una febbre alta. Ogni zona e ogni frazione deve avere l'assistenza primaria di un medico di base. Comitato Elba Salute. (Francesco Semeraro)
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DISSALATORE E FACEBOOK da DISSALATORE E FACEBOOK pubblicato il 20 Ottobre 2017 alle 19:56
Che tristezza leggere su Facebook discussioni sul dissalatore,ora sono tutti tecnici e ingegneri! Si fa per dire... 😎
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campese da campese pubblicato il 20 Ottobre 2017 alle 18:03
X PROF.CAMPITELLI I MIEI COMPLIMENTI PER IL SUO LUNGO ED ESAUSTIVO INTERVENTO CIRCA LA GESTIONE A.S.A. FINALMENTE UN ELBANO DOC COMPETENTE IN MATERIA CHE INTERVIENE A GAMBA TESA E CON COGNIZIONE DI CAUSA !!!!!
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Libero da Libero pubblicato il 20 Ottobre 2017 alle 16:09
Caro Bertucci tutto ok. Ma vorrei suggerire di installare anche un rallentatore davanti palazzone (case popolari di Carpani), visto che è li che le auto, con direzione Portoferraio, cominciano ad accellerare. Ci pensi. Grazie
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zona porto da zona porto pubblicato il 20 Ottobre 2017 alle 12:27
Oltre al rumore e la polvere del bastia e la capitaneria fa finta di niente ricordiamoci che oggi e' venerdì' ,stasera abbiamo anche la discoteca sul porto con musica a palla fino alle 2 di stanotte con urli e sbirci di un fantomatico disk jokei che continua a urlare fregandosene altamente di tutti i palazzi che ci sono al porto co persone che vorrebbero riposare ma non possono nel menefreghismo dei gestori e dell'amministrazione comunale non facendo rispettare le leggi poi c'è il lunedì con il karaoke con 4 imbecilli che sberciano fino a tarda notte sempre con volumi acustici indescrivibili. Questa è la situazione che si è creata dal menefreghismo sia dei gestori che dell'amministrazione comunale.
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Luciano Campitelli da Luciano Campitelli pubblicato il 20 Ottobre 2017 alle 11:09
[COLOR=darkblue][SIZE=4] “A n c o r a S e n z a A c q u a” ( A . S . A . ) . [/SIZE] [/COLOR] La stagione turistica 2017 è ormai al suo termine e , stante quanto di sconcertante accaduto sul piano dell’approvvigionamento idropotabile , s’impongono alcune oggettive considerazioni di merito tecnico-amministrativo-politco. -- ( A ) In primis … I responsabili della gestione idrica del territorio elbano avevano ed hanno il “ Dovere Istituzionale “ di provvedere ben anzitempo rispetto a possibili congiunturali carenze idriche con piani operativi di breve-medio e lungo respiro tesi a rendere l’Elba al riparo dalle gravi emergenze idriche a cui invece purtroppo è stata , anche in questo 2017 , costretta a subire con tutte le conseguenti ricadute negative sul piano sociale ed economico . Dai primi mesi di quest’anno 2017 ci siamo dovuti invece sorbire un reiterato allarme sulla mancanza d’acqua all’Elba , su possibili razionamenti luglierin-agostani , su un’ emergenza idrica irriguo-idropotabile che i dirigenti di ASA non si sono lesinati dall’annunciare trascurando che purtroppo , pressoché ogni anno , la carenza d’acqua è stata subita dagli operatori turistici e dalla popolazione elbana a causa di un’ormai conclamata quanto ingiustificabile inerzia ed incapacità preventivo-propositiva , oltre che idrico-strategica , del gestore livornese . Anziché ridursi a creare allarme , ASA avrebbe dovuto predisporre per tempo un adeguato piano emergenziale per essere all’occorrenza tempestivamente attuato . Alla luce anche di quanto accaduto in pieno agosto 2017, è emerso palesemente che non si è avuto , né si ha , un’ottica gestionale , tecnico-politica , del settore idrico elbano di mirata e non scalfibile logicità progettuale , ma che si è cercato di “navigare a vista “ nel presiedere peraltro un’Istituzione Pubblica a fortissima rilevanza socio-economica quale è il problema della gestione dell’acqua , primario imprescindibile elemento di vita e di supporto all’economia locale. -- ( B ) Preme rilevare quanto attuato da ASA da gennaio ad agosto 2017 : -- ( 1 ) In data 09 maggio u.s. ASA si fa promotrice di un incontro presso la Vice-Prefettura per gli Affari dell’Elba cui hanno partecipato tutti i sindaci elbani oltre ad ASA , A.I.T. (Autorità Idrica Toscana) ed un tecnico del PNAT . L’incontro si è chiuso con la “decisione storico-epocale” maturata da ASA di un invito-imposizione ai sindaci elbani ad emettere immediate ordinanze antispreco idrico vietando lavaggi di auto , annaffiamento di giardini , riducendo magari anche le docce , le lavatrici , le lavastoviglie . Lascio agli Elbani valutare se questo atto possa essere idoneo e congruo di fronte ad una seria emergenza idrica -- ( 2 ) In data 09 giugno u.s. poi ASA ed A.I.T. promuovono un incontro nella sala consiliare di Capoliveri con lo scopo di tranquillizzare gli Elbani per il futuro illustrando pubblicamente un cosiddetto “ PIANO B “ prevedente il progetto di un dissalatore a Mola in tempi rapidi ed anche di una seconda condotta sottomarina , definite opere strategiche in grado di eliminare in via definitiva le criticità idriche elbane . - (2/a) “ D I S S A L A T O R E A M O L A “ Oltre al buon senso manageriale , una consolidata prassi tecnico-scientifica richiede che , prima di cimentarsi a tavolino in una progettualità operativa in campo idrico come fatto per il dissalatore di Mola , è imprescindibile disporre di oggettivi parametri idrologico-idrogeologici caratterizzanti l’area d’intervento , cioè che prima di lanciare l’idea di realizzare un dissalatore tout court come fatto da ASA ed A.I.T., il gestore idrico avrebbe dovuto prioritariamente impegnarsi in un serio studio del suolo e del sottosuolo isolano per venire a capo della definizione quantitativa delle potenziali risorse idriche autoctone del territorio elbano , oltre che in un censimento della totalità delle sorgenti subaeree e sottomarine , nella rilevazione in termini di portata della generalità delle acque freatiche e di quelle semiartesiane e/o artesiane , oltre che per avere un vero catasto dei pozzi pubblici e privati sorti in gran parte al di fuori di ogni controllo che avrebbe portato a conoscere un dato statistico medio-pluriennale del fabbisogno idrico e del relativo deficit idrico isolano , dato necessario per come poi poterlo coprire e per le possibili conseguenti modalità di rimediarvi nell’immediatezza emergenziale e nel lungo periodo . Un simile approccio non è stato , né è , nei disegni di ASA , né ASA ha ritenuto di prendere in considerazione altre possibili soluzioni alternative al dissalatore , pur se ispirate e maturate da un’ormai consolidata quanto logica pregressa esperienza acquedottistica nazionale ed internazionale . La grave anomalia comportamentale di ASA l’ha indotta a prospettare la malsana idea di realizzare comunque a Mola un vero e proprio gigantesco impianto industriale in stridente contrasto con la realtà turistica , sociale ed ambientale locale della Baia di Mola che richiede ben altre soluzioni compatibili con le sue specificità socio-economico-ambientali . Si tratta di un dissalatore ad osmosi inversa il cui costo di sola realizzazione ammonta a circa 15 milioni di euro che Dio solo sa poi , nel volgere della sua esecuzione , a che importo finale arriverebbe , senza parlare dei costi di esercizio , di potabilizzazione dell’acqua , e particolarmente per i molteplici gravi impatti cui darebbe luogo : impatto acustico ; impatto sulla qualità dell’aria correlata all’impiego di energia ; impatto sull’ecosistema marino ; impatto sulla scelta del luogo per il potenziale valore sociale ed ambientale delle aree da destinare ad esso ; impatto geologico-idrogeologico (possibili allagamenti dell’area) ; grave impatto legato allo scarico della salamoia , cioè di acque con concentrazione di sali pari a circa il doppio di quella media del mare che avrà gravi implicazioni sulla posidonia che insiste sui fondali marini ; impatto sull’ecosistema , ambientale e paesaggistico . Sono previste non indifferenti opere di presa dell’acqua marina e di scarico a mare della salamoia prodotta , cioè opere a mare ed a terra , condotte interrate sul fondale marino , un impianto per i lavaggi chimici delle membrane , stoccaggio di agenti chimici per le azioni di disinfezione dell’acqua che va all’impianto di trattamento e quant’altro di negativo che configura l’impianto di dissalazione come un vero impianto industriale con indiscussi gravi effetti collaterali indotti sul piano ambientale , marino e terrestre . Il dissalatore proposto non è da considerare come un sistema di produzione idrica ausiliario da utilizzare quando la disponibilità di acqua è bassa e da fermare quando le riserve idriche sono sufficienti . Per molte significative ed oggettive ragioni tecnico-socio-economico-ambientali ne consegue che “” Quel DISSALATORE a Mola NON S’HA DA FARE “” . L’ Elba , oltre che terza Isola d’Italia , ha una litologia tale da avere sempre consentito oggettivamente accumuli idrici di rilevante importanza quali-quantitativa , sia in superficie che in sottosuolo , e per questo è assurdo che la Dirigenza ASA insista sempre nel dire che i dissalatori sono già presenti e vanno bene al Giglio , a Giannutri ed a Capraia assimilando l’Elba a quelle pur bellissime realtà turistiche con un’ Elba che , dal punto di vista geologico e litotipico , è anni luce lontana ed incomparabile con le tre predette piccole isole per la presenza di una geomorfologia e di una geologia (di rocce) che hanno sempre positivamente consentito la presenza in superficie e nel sottosuolo di consistenti volumi idrici, purtroppo mai presi in seria considerazione , che utilizzati in un oculato progetto logico-ingegneristico avrebbero reso l’Elba veramente autonoma dal punto di vista idropotabile . -- ( 3 ) E’ quantomeno curioso rilevare che in data 22 marzo 2016 ASA nel celebrare la “Giornata Mondiale dell’Acqua 2016” (2016 World Water Day) sostenne pubblicamente (sic !) : “ che l’Elba , grazie alla condotta sottomarina che la collega alla Val di Cornia, godeva ormai di completa autonomia idrica “ . L’ingente ammontare di danaro pubblico speso nei pregressi 30 anni avrebbe dovuto avere come obbiettivo strategico finale la risoluzione definitiva delle criticità idriche elbane in tempi ragionevoli prefissati , che non risulta essere stata ad oggi affatto avvenuta . Ora si procederà , come reso pubblico dal gestore idrico , col destinare ulteriori ingenti importi di danaro pubblico su progetti faraonici quale il dissalatore di Mola e magari una seconda condotta sottomarina. Ancora una volta emerge in tutta evidenza che l’Elba viene concepita e trattata come esclusiva realtà territoriale su cui sperimentare “ l’altrove insperimentabile” . - ( C ) Vale la pena rinfrescare la memoria agli Elbani con i seguenti dati numerici di spesa di danaro pubblico sostenuti senza avere ottenuto altro che l’ombra di una autonomia idropotabile ed irrigua isolana , quantomeno estiva , che unica fa testo : n (1) circa 100 miliardi di lire spesi per la condotta sottomarina decisa unilateralmente a Firenze e dintorni , che ci ha , per oltre 25 anni , dato acqua all’arsenico ed al boro ; n (2) per evitare i gravi effetti indotti nel tempo dall’assunzione di arsenico sulla pubblica salute , A.S.A. ha dovuto spendere circa 30 milioni di euro per realizzare un mastodontico impianto di dearsenificazione e di deborificazione dell’acqua della condotta sottomarina a Franciana in quel di Piombino; n ( 3 ) non conosciamo ad oggi i milioni di euro che ci sono costati e continuano a costarci gli interventi di riparazione delle rotture della condotta sottomarina ; n ( 4 ) sono stati spesi importi tutt’altro che marginali per terebrare pozzi rivelatisi non sempre soddisfacenti quanto a produttività in termini di portata, pozzi di cui fra l’altro manca un serio oggettivo catasto che sia esaustivo , e quindi anche comprensivo , della miriade di pozzi privati sorti incontrollatamente ; n ( 5 ) sono stati spesi ad oggi alcuni milioni di euro per una pozzanghera d’acqua di ignota provenienza e qualità che , con sconcertante disinvoltura , quanto improvvidamente , A.S.A. ha fatto assurgere a “laghetto collinare multifunzionale per uso irriguo ed idropotabile” che doveva risolvere i problemi idrici di Portoferraio e dell’Elba in via definitiva , ma a tutto agosto 2017 il cosiddetto laghetto è stato ancora in una spettrale assenza di operatività idrico-funzionale . ( 5/a ) “ I N V A SO del C O N D O T T O “ Previo progetto esecutivo del novembre 2011 , in data 06/12/2012 a Portoferraio hanno avuto inizio i lavori di un cosiddetto “adeguamento funzionale ad uso irriguo ed idropotabile del laghetto del Condotto di Bucine” , lavori che dovevano essere finiti per il termine perentorio del 02/10/2013 . Committente del bacino idrico artificiale era A.S.A. S.p.A. . L’invaso collinare veniva realizzato in una ex-cava di calcare dismessa da oltre un decennio Tale intervento milionario è stato realizzato senza una preventiva “ AGORASA tecnica in pubblico contraddittorio” . Nella ex-cava non vi era , né vi è , una valle fluviale di qualche significatività idrica né vi poteva essere sbarrato un fosso di notevole portata , in quanto inesistente , con bacino imbrifero limitato dal punto di vista quantitativo di apporto idrico . Siamo infatti in una zona dell’Elba a bassa pluviometria , in presenza di una palese esiguità del relativo bacino imbrifero , con scarsissimi apporti idrici da sorgenti e da nessun apporto naturale dall’esterno della cava . L’invaso è inoltre stato classificato di Classe “C” ( in base all’art. 3 , comma 1c , del DPG 18/R del 25/02/2010) , cioè ad alto rischio indotto . Gli ideatori politico-amministrativi e tecnici di tale illogico progetto , stante la mancanza d’acqua piovana in idonea quantità , hanno comunque optato per la sua realizzazione decidendo di portarvi acqua non piovana ma dai pozzi pubblici degli Orti , in definitiva acqua della Val di Cornia , imponendo l’allaccio dell’invaso alla dorsale idrica elbana in entrata ed in uscita per portarvi prima acqua dagli Orti e poi in uscita per immetterla nella rete distributiva portoferraiese ed elbana . Con quale reale importo di danaro pubblico tutto ciò è avvenuto ??? Il collaudo dell’opera che esito ha dato ? vi sono forse infiltrazioni dalla base del laghetto con tutto ciò che di eventualmente negativo e grave ciò comporterebbe ? Il “cosiddetto laghetto collinare del Condotto” non è di fatto altro , nella migliore delle ipotesi , che un deposito d’acqua non piovana se non in infinitesima parte che nulla ha a che vedere con il concetto tecnico-acquedottistico di laghetto collinare . Tanti milioni di euro pubblici spesi senza avere neanche l’ombra di un esito idropotabile minimamente accettabile . Alla luce dell’illogico laghetto collinare del Condotto , che rientrava addirittura nell’originaria ipotesi di fare all’Elba addirittura ben 21 invasi collinari simil-Condotto , ASA è stata costretta ad abbandonare tale fallimentare ed assurdo piano , Il cosiddetto laghetto collinare del Condotto doveva essere ultimato nell’ottobre 2013 e risolvere esso in via definitiva sin da quell’anno i problemi idrici dell’Elba o quanto meno di Portoferraio : siamo giunti alla piena estate 2017 e non è ancora dotato di operatività idrico-funzionale , ammesso e non concesso che lo possa divenire in futuro . ( F ) Ora ASA perforerà , fra la fine di agosto e la fine dell’anno , 5 pozzi finanziati dalla Regione Toscana . Ciò conferma che il Gestore non aveva programmato alcunché per le nostre criticità idriche estive ; ed ora assistiamo ad una tardiva ed inefficace azione che mai potrà essere riparatrice dell’acclarata sconcertante inerzia gestionale idrico-preventiva di questo 2017 . n ( G ) Infine , la rete di distribuzione , costruita con materiali ferrosi e plastici , lunga 80-100 km. , ha una perdita ancora in pieno 2017 valutata oltre il 45% . Per tale serissima criticità acquedottistica ASA si limita contingentemente ad interventi riparatori delle perdite palesemente visibili , non per rimediarvi in via definitiva . Nei suoi ormai 15 anni di gestione , ASA doveva fare scelte ben diverse da quelle fatte . Occorrerebbe un’Autorità in grado di emettere un’ordinanza che imponesse ad ASA di rimediare con congrui investimenti alle ingenti perdite d’acqua della rete distributiva , vero colabrodo . -- ( H ) L’allarme idrico di ASA ha indotto non pochi privati a farsi un pozzo che , nella generalità dei casi , ha una portata discreta a testimoniare che all’Elba l’acqua in profondità nel sottosuolo c’è ancora in accettabili quantità . Non saremo mai autonomi dal punto di vista idropotabile se , sapendo che l’acqua all’Elba magari c’è e dove c’è , non la si va a cercare reperire ed emungere essendo le direttive politico-tecnico-.amministrative orientate sempre in ben altre quanto distorte direzioni . Le alternative al dissalatore ci sono di inoppugnabile oggettività tecnico-scientifica ed acquedottistica , purché si voglia e si abbia per l’Elba una buona volta in testa qualcosa di razionale , di logico e di plurimo generale interesse . L’ormai oggettivamente acclarata insipienza gestionale del settore idrico dell’Elba in aggiunta all’ecomostro dell’eventuale dissalatore a Mola e dell’ipotesi di una seconda condotta sottomarina che necessiterà magari poi di un altro impianto di dechimificazione di sempre possibili sostanze nocive del costo di decine di milioni simil-Franciana di Piombino , impone alla Comunità Elbana serie ed indifferibili riflessioni su un problema di estrema rilevanza socio-economica quale quello dell’approvvigionamento idrico alla luce dell’oggettiva constatazione che , nonostante l’immane dispendio di danaro pubblico in progetti illogici , siamo ancora ai reiterati razionamenti estivi , anno dopo anno . __________________ Luciano Campitelli .
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CINEMA TEATRO FLAMINGO da CINEMA TEATRO FLAMINGO pubblicato il 20 Ottobre 2017 alle 10:03
Il grande cinema di ottobre al Flamingo…. - EMOJI Sabato 21 ore 18.00 Domenica 22 ore 15.30 - BLADE RUNNER 2049 Venerdì 20 ore 21.30 Sabato 21 ore 22.00 Domenica 22 ore 18.00 e 21.30 Mercoledì 25 ore 21.30
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Portoferraio da Portoferraio pubblicato il 20 Ottobre 2017 alle 9:44
Ma perché dobbiamo sopportare i rumori, le polveri etc. che la manutenzione al Bastia comporta?? Non dovrebbe andare in cantiere? E alla capitaneria sta bene?
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elbano da elbano pubblicato il 20 Ottobre 2017 alle 9:22
COMUNE UNICO RIO MARINA - RIO NELL' ELBA Tutti ne parlano: giornali, politici pro e politici contro, benpensanti, nullafacenti, e quant'altro. Sembra che l'unico problema che tocca i due paesi sia questo. Lo stesso non accade per gli altri comuni: Marciana , Marciana Marina, Porto Azzurro, Capoliveri e Marina di Campo. Forse perchè questi paesi, pur avendo una popolazione che dovrebbe far pensare ad una fusione per avere quei contributi che lo stato darebbe a pioggia (tutti dicono così), se la cavano tranquillamente per tutti quei fattori a favore che turisticamente li contraddistinguono. I problemi di Rio Marina e di Rio nell'Elba, sono altri, alcuni di natura morfologica per il suo passato industriale e su questi ora non ci si può fare niente. A suo tempo bisognava che i governanti avessero preteso dall'Ente Statale ILVA un risanamento del territorio dopo la cessazione delle attività estrattive. Ci sono però altri problemi che potrebbero essere risolti senza quella elemosina dello stato per la fusione. Il più importante è la viabilità. Rio Marina non potrà MAI decollare turisticamente, fino a quando non verrà circonvallato il centro con una strada alternativa per tutti i mezzi che imbarcano e sbarcano dalle navi (giornalmente sono centinaia). I loro fumi di scarico sono il condimento dei numerosi ristoranti e bar che vengono sfiorati da questi mezzi. Se mettessero delle centraline per il rilievo delle sostanze inquinanti, chiuderebbero il porto; ma tutti tacciono. Rio Marina è stata predestinata a fare il lavoro sporco dell'Elba. Tutto questo per dire che per il rilancio dei due paesi, serve a poco il comune unico, si possono incrementare, come è già stato fatto, forme di sinergia per avere meno scompensi ma il problema, è quello di pretendere la sistemazione della viabilità (da chi non so), pena la chiusura del porto ai traghetti. Per le cose amministrative che non vanno bene basta mettere le persone giuste al comando.
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Perso la rotta.... da Perso la rotta.... pubblicato il 20 Ottobre 2017 alle 8:31
Nuovi avvistamenti di delfini tra l'Elba e la Corsica Le spettacolari immagini nel video girato da Claudio De Santi ex Sindaco di Rio nell'Elba... non è che ancora una volta aveva perso la .......rotta......e sono dovuti intervenire ancora in questo caso i cari delfini? Buona giornata a tutti gli amanti del mare
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PARCHEGGI ESTIVI- da PARCHEGGI ESTIVI- pubblicato il 20 Ottobre 2017 alle 8:08
Invece di multare chi parcheggia nelle strade in prossimità delle spiagge del nostro territorio, oltretutto in modo selvaggio e pericoloso, perché non si installano i dissuasori di parcheggio come a Carpani?
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campesino da campesino pubblicato il 20 Ottobre 2017 alle 7:45
X FUTURO CANDIDATO..... A Portoferraio avete un nuovo"Guddo",quello autentico si fissò sui cavalli,quello attuale sulla politica:sogna infatti una candidatura o alla Camera o al Senato......auguri !!
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Riccardo Nurra da Riccardo Nurra pubblicato il 20 Ottobre 2017 alle 3:49
In data 9 ottobre u.s. è stata pubblicata l'Ordinanza n° 1/2017 per “PULIZIA E MANUTENZIONE DI FOSSI IN AREE AGRICOLE ED URBANE PER LA TUTELA DELLA SICUREZZA PUBBLICA E PER PREVENIRE FENOMENI DI ALLAGAMENTO SUL TERRITORIO COMUNALE”, a firma dell'Architetto Mauro Parigi, Dirigente dell'Area III del Comune di Portoferraio, per prevenire il rischio idrogeologico nel territorio comunale. Al fine di renderne più facilmente comprensibile il contenuto, mi preme ricordare in modo particolare che i proprietari dei terreni confinanti con strade comunali, ove vi siano fra questi, fossi o canali, devono provvedere alla pulizia della parte di fosso o canale di loro competenza in modo che, vegetazione spontanea e infestante non impedisca il normale deflusso dell'acqua. Nel caso che, nella parte di fosso di competenza dei privati, siano presenti canne, queste devono essere periodicamente tagliate e rimosse, in modo da impedire che eventi meteorologici avversi, le facciano piegare verso la strada creando pericolo per la circolazione. I proprietari di passi carrabili, dovranno provvedere affinché il tubo sotto il passo resti libero per il passaggio di acqua piovana. Si ricorda che nei confronti di coloro che non rispetteranno le disposizioni dell'ordinanza di cui si tratta, sono previste sanzioni. Riccardo Nurra Consigliere delegato al Verde Pubblico
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