A proposito di immigrazione
Credo che sempre più spesso i problemi, e non solo in Italia, vengano affrontati con molta superficialità e le soluzioni proposte semplici palliativi, tamponamenti in regime di urgenza per situazioni apparentemente transitorie ma che in realtà nascondono avvenimenti di ben più vasta portata. Il fenomeno immigratorio dai paesi africani, dal medio oriente, dall’est europeo e dall’est asiatico non esprime solo una necessità economica, mancanza di lavoro e sfruttamento con conseguente impossibilità a mantenere e mantenersi in maniera adeguata trasformando la vita in una lotta lotta per la sussistenza quotidiana, ma è legato troppo spesso al tentativo di salvare la propria vita e quella dei propri figli, si tratta di fuggire da guerre civili e pulizie etniche che ormai imperversano da anni soprattutto nel continente africano e nel medio oriente. In queste condizioni non rimane altro che cercare una via di fuga, un posto migliore dove ricostruire una vita che sia degna di essere vissuta. La logica conseguenza è un flusso migratorio verso il vecchio continente, descritto dalla globalizzazione informatica come grasso, opulento, dove si vive bene ed in ricchezza, che non si è più arrestato e che ha portato cifre da capogiro di immigrati; in Italia negli ultimi anni sono entrati quasi 5 milioni di persone, più di 4 milioni in Spagna e per quanto si riferiscono cifre più basse, anche altri paesi dell’unione europea hanno accolto milioni di migranti. Questo flusso migratorio non accenna a fermarsi, anzi appare in progressivo aumento e si ipotizzano, se questo trend viene confermato, cifre preoccupanti che rappresentano un fenomeno ben diverso della emigrazione dell’800 e dei primi del 900 anche di nostri concittadini verso Stati Uniti, Brasile, Argentina o la lontanissima Australia, paesi dove oltretutto la densità di popolazione e le potenzialità lavorative erano ben diverse da quelle attuali europee. Il nostro paese, che per anni è stato terra di emigrazione, si trova oggi di fronte ad un fenomeno diametralmente opposto, ma purtroppo di ben altra portata, ed è costretto a confrontarsi con l'afflusso crescente di uomini donne e bambini facendo emergere divergenze politiche e culturali. I dati statistici attuali infatti ci fanno ipotizzare che non siamo di fronte ad un semplice fenomeno immigratorio, ma piuttosto a quello che si prospetta come un esodo di massa, e cioè ad intere popolazioni intenzionate a lasciare la propria patria alla ricerca di un’altra, fenomeno che è stato negli ultimi 15 anni sottovalutato dai governanti europei ed italiani, più inclini a pensare alle proprie poltrone ed ai propri opulenti stipendi e privilegi, tutti tesi a salvare gli interessi delle banche e delle grandi società più che ad affrontare fenomeni sociali che hanno progressivamente impoverito molti paesi; la Grecia e la sua condizione economica rappresenta lo stato simbolo, ma non è certo l’unico, di una politica economica europea fallimentare, anacronistica ed inadatta.
Oggi in Italia al 40% dei giovani italiani senza un lavoro si è aggiunto un 10% di popolazione immigrata in età lavorativa e non occupata.
Questa immigrazione incontrollata ed apparentemente inarrestabile ha portato alle conseguenza che tutti conosciamo, ed accanto a fenomeni di integrazione, fortunatamente non pochi, si collocano anche fenomeni, sfortunatamente troppi, di micro e macrocriminalità, lavoro abusivo e sotto retribuito, abusivismo del suolo pubblico, occupazione di edifici privati, con impegni economici da parte dei governi già indebitati che molti cittadini, in sofferenza e ai limiti della povertà, non hanno più accettato. La società italiana, ma non solo, si è così divisa in due gruppi: da una parte i “buonisti” che sostengono il principio della solidarietà e quindi dell’accoglienza, che non sono certo criticabili soprattutto da chi ha fatto della fratellanza, della solidarietà e dell’uguaglianza tra gli uomini un principio di vita; dall’altra parte ci sono i così detti “cattivi” che vorrebbero impedire ulteriori accessi ai rispettivi paesi e contenere in un qualche modo chi vi è già pervenuto, avanzando proposte risibili come quella di rinchiuderne 20 mila a Pianosa, proposte che come abbiamo visto prestano il fianco a facili critiche ed ironie, ma che soprattutto mostrano una miopia politica nazionale e regionale, una incapacità ad affrontare il tema con una visione più organica e collettivista dal momento che il problema non è solo italiano ma europeo. Ed è proprio la mancanza di una politica comunitaria la responsabile di atteggiamenti individualistici che denotano l’inizio di una preoccupazione, e perché no anche di paura, nei confronti dell’immigrato e del fenomeno immigrazione; ecco che la cattolicissima Spagna schiera le armi sul suo confine africano mentre la laica e democratica Francia e la protestante e democratica Inghilterra chiudono le frontiere. Ma una cosa è certa: i poveri del terzo mondo non staranno più alla finestra a guardare la nostra ricchezza o presunta tale, non guarderanno più il banchettare dei ricchi, ma pretenderanno giustamente di partecipare al banchetto e chiederanno a voce sempre più alta e pretenderanno una condivisione di quelle ricchezze oggi concentrate nelle mani di pochi. La soluzione del problema? Difficile dirlo, ma certo non passa solo attraverso la passiva accettazione di un esodo quale risposta ai principi di solidarietà, quella solidarietà che tra l’altro non significa solo passiva accettazione della presenza di un essere umano fuggito dalla povertà o dalla guerra, ma significa anche impegno attivo individuale e collettivo fornendo cure, procurando abiti ed abitazioni, lavoro, istruzione, ed attuare tutto un insieme di socialità finalizzate all’integrazione nel nuovo mondo; e non passa neppure attraverso una ghettizzazione di queste orde di miserabili, progetto che ricorda momenti storici vergognosi di un recente passato, che riproposto nel terzo millennio fa semplicemente inorridire ed è indegno di chi, dall’alto o dal basso, gestisce la politica nazionale. Probabilmente la soluzione del problema passa anche attraverso un impegno ricostruttivo dei loro paesi di origine, un una democratizzazione degli stessi, attraverso la creazione di opportunità di istruzione e di lavoro, insomma creare ciò che non hanno e che vengono a cercare, cominciare a pagare il prezzo del nostro cannibalismo economico che non è scevro da responsabilità in questo nuovo fenomeno perché la polifagia monetaria è senza limiti, basti pensare che c’è anche chi ha speculato e specula sulla tragedia di queste orde di disperati rubando fondi a loro destinati!
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[COLOR=darkred][SIZE=4] “ DESOLAZIONE “ [/SIZE] [/COLOR]
Abbiamo passato anni di attesa speranzosi di vedere l’ASL Livornese decidersi una buona volta a realizzare un ascensore esterno al nostro presidio ospedaliero , indispensabile-imprescindibile –e quindi indifferibile per i nostri anziani , per le nostre donne in stato di gravidanza , per chi fra noi Elbani fosse anche momentaneamente affetto da un più o meno grave trauma fisico…orbene , una volta affidato l’appalto per l’ascensore N. 2 (l’ascensore N. 1 è notorio essere ormai divenuto una vergognosa reliquia archeologico-sanitaria che offende ed offenderà sine die la dignità e l’intelligenza della Comunità Elbana) e fissati i termini temporali di consegna dello stesso chiavi in mano al 03/06/2015 , ci ritroviamo in data odierna a leggere sul Tirreno che la direzione ASL livornese , dopo che Elba Salute ha evidenziato la grave difformità dei tempi di consegna , adduce a giustificazione del ritardo quanto qui di seguito riportato (sic!!!) : “…i tempi di consegna del nuovo ascensore slittano dal 03/06 all’08/09/2015 prossimo (cioè di probabili 3 mesi , salvo che non divengano anni) per difficoltà incontrate dalla ditta incaricata in quanto durante i lavori è stato riscontrato che il basamento dell’ospedale è più largo di quanto stimato….occoreranno perciò ulteriori autorizzazioni ” .
I Portoferraiesi e gli Elbani vorrebbero sapere come sia stato possibile un simile errore ( tecnico ? ) e chi eventualmente ringraziare per l’eventuale inaudito errore…ormai scafati rispetto ai passati tempi di realizzazione , mai rispettati , di un ascensore, gli Elbani vorrebbero sapere quale sia il senso di simile affermazione …da un punto di vista tecnico qualcuno avrebbe dovuto essere incaricato di far conoscere , oltre la tipologia lapidea del sottosuolo di fondazione dell’ascensore , anche ed ovviamente di evidenziare se in profondità vi erano possibili ostacoli alla realizzazione nel punto individuato come sede idonea alla sua ubicazione…è pertanto desolante quanto letto e vorremmo in particolare sapere cosa e quali siano le nuove autorizzazioni da assumere per poter proseguire nella costruzione dell’ ascensore… in un’isola inguaribilmente portata ad un certo torpore reattivo , ci troviamo come “Comitato Elba Salute” a non poter tacere su quanto dichiarato per lo slittamento della data di consegna …ci venga spiegato il senso della dichiarazione ASL “difficoltà incontrate sulla larghezza mal stimata del basamento dell’ospedale”…..la gente è disorientata dopo tali incomprensibili giustificazioni …auguriamo che le odierne prodotte giustificazioni per noi illogiche non siano la riproposizione di un tam tam similquello già tristemente vissuto per il precedente ascensore…dopo il non esaltante recente passato per la costruzione del primo ascensore mai portato a compimento , non vorremmo mai che ritornasse d’attualità il detto “ campa cavallo che l’erba cresce , ma poi se la mangia l’asino “ cioè non sapere con certezza se riusciremo a vedere realizzato il nuovo ascensore nei tempi programmati…
Il Comitato Elba Salute auspica e spera vivamente che gli 8 Sindaci Elbani facciano coralmente e vibratamente sentire la loro voce , come si conviene , in difesa del nostro Presidio Ospedaliero anche , e particolarmente , nel pretendere dall’ASL livornese la costruzione del predetto ascensore nei termini temporali così come incomprensibilmente ridefiniti.
Per il Comitato ELBA SALUTE ,
Luciano Campitelli .
Basta con questo tormentone di Pianosa che salta fuori ogni volta che c'è un problema.Barbetti deve inventarsene una al giorno per apparire bravo ma ormai ha stancato e non se ne rende nemmeno conto.
Il seccume che sta invadendo l’intera Portoferraio, non dipende dall'Amministrazione Comunale, come tuttala Cittadinanza in maniera peccaminosa pensava.
Dai recenti studi portati a termine da Scienziati di grande “fame”, è emerso che in realtà Portoferraio è sotto la minaccia di UFO. Infatti questi oggetti volanti non identificati, hanno preso di mira Portoferraio, per allenarsi in vista del fantomatico concorso Extragalattico dedicato ai famosi “CERCHI NEL GRANO”.
Pertanto questi “cacacaz” di UFO, allenati dal grande Maestro “nonmivergognoneancheun pò, stanno rovinando tutte le zone piu’ belle e caratteristiche di Portoferraio,(Loro).
Nella foto una porzione di territorio un tempo verde, ora inaridita e devastata da strani simboli esoterici e altro. Qualcuno ha definito lo scenario della foto“la collina degli orrori”. Ci scusiamo per aver pensato male dell’Amministrazione Comunale. Come dimostrato, anche la satira tira!!.
Giancarlo Amore
Spero che mi si conceda una replica visto che sono stato tirato in ballo, e visto che oggi sicuramente sono intervenuto diverse volte. Solo due cose per dire che sicuramente sono una persona tranquilla, ti posso assicurare però che non sono un pavido "pauroso" di cosa poi, io che sono anche un ateo convinto, e tanto meno appiattito, visto che ho sempre detto quello che pensavo e qualche volta ho pagato a caro prezzo per questo mio atteggiamento. Credo di avere però un pregio, condividere le idee di altri che ritengo giuste, a prescindere dalla mia fede politica o in altri campi e senza pregiudizi, come nel caso di Pianosa. Se poi si giudica gli altri con il proprio metro, allora è tutto chiaro.
Il. M.della.R
Il fatto che il Sindaco di Capoliveri avanzi una proposta che riguarda la competenza territoriale del Comune di Campo, mi sembra una grande forma di scorrettezza nei riguardi non solo del suo collega Lambardi ma di tutta la popolazione di Campo.
Se pensa così di risollevarsi dalla batosta delle regionali, si sbaglia, perché così non fa altro che diminuire il suo consenso anche fra gli stessi elettori del comune da lui amministrato, eccezion fatta per un certo Marchese e il suo seguito di nobili decaduti. I problemi di una soluzione del genere sono stati già evidenziati da più di un frequentatore di questo blog, quindi ritengo di non doverli riproporre.
Soluzione impossibile, impraticabile, irrealizzabile e che per la creazione delle strutture per l' accoglienza richiederebbe tempi biblici. Ma...o sono io troppo pessimista e non vedo al di là del mio naso o chi avanza queste proposte è persona al di fuori della logica e della realtà.
Dici:"Ma come si fa a considerare Pianosa capace di accogliere migliaia di persone? Allo stato attuale quasi tutto il patrimonio edilizio sta crollando, le fogne non ci sono, il depuratore è un ammasso di ruggine, l'acqua è poca e di pessima qualità, i lampioni saranno 10. Per attrezzare l'isola ci vorrebbe un investimento molto importante con anni di lavori e poi...bella immagine per l'arcipelago toscano....un centro di accoglienza per profughi! Quello che mi sorprende ancora di più è che chi si dovrebbe occupare della nostra promozione turistica avalli certe idee."
Condivido in pieno quanto da te detto , gli altri problemi sono quelli già da me esplicitati in due precedenti post. Ora che si va in TV a propagandare quest' idea, temo che le cose si mettano male!
Io ho fatto già un' ipotesi riguardo questo appiattimento sulle direttive alfaniane da parte di quel Sindaco.
Il Marchese del Grillo poi dice che appartiene alla categoria dei "DURI" e con lui c'è poco da fare! Ci si sbatte il muso! Magari è un mite, pavido, tranquillo pensionato che in quel di Capoliveri si diletta a frequentare questo blog per passare il tempo e potrei azzardare a dire che il suo appiattimento sulle posizioni del B. mi crea non più di un sospetto!
Mi firmo:Il conte di Montecristo
[COLOR=darkred][SIZE=4] «Moby Lines deve cedere altri slot»
Procedimento dell’Antitrust contro la compagnia di Onorato [/SIZE] [/COLOR]
Moby non ha rispettato le direttive dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato. La compagnia si è rifiutata in modo «immotivato» di cedere gli slot richiesti dalla concorrente Blu Navy ed altrettanto «immotivatamente» si è rifiutata di accettare gli scambi di orari chiesti dalla stessa Blu Navy, per poter mettere in linea una seconda nave.Per questo l’Autorità garante del mercato e della concorrenza ha avviato un procedimento nei confronti della Balena Blu, avvertendo che «sarà irrogata una sanzione amministrativa pecuniaria».
E’ quanto si legge nella delibera dell’Agcm che si è riunita per analizzare i termini della concentrazione nel mercato dei collegamenti tra Piombino e l’Isola d’Elba, caratterizzato dalla presenza di Moby e Toremar, con le compagnie concorrenti Blu Navy e Corsica Sardinia Ferries.
L’Agcm torna a interessarsi del porto di Piombino dopo che, nel luglio 2012 (subito dopo l’acquisizione di Toremar da parte di Moby) emise un dispositivo ad hoc, costringendo Moby a cedere parte degli slot ai concorrenti. Una disposizione necessaria per scongiurare il monopolio.
[URL]www.iltirreno.it[/URL]
[COLOR=darkblue][SIZE=4]SENZA VENTO LA SECONDA PROVA DELLO S&S SWAN RENDEZ-VOUS A MARCIANA MARINA [/SIZE] [/COLOR]
– Sole caldo, ma totale assenza di vento per la seconda giornata dello S&S Swan Rendez Vous 2015, giornata in cui avrebbe dovuto essere disputata una regata costiera sul percorso Marciana Marina -Capo d’Enfola - golfo di Procchio - Marciana Marina - golfo di Procchio - Marciana Marina per un totale di circa 14 miglia.
Dopo un attesa in porto di oltre un ora rispetto all’orario previsto (h.12.00) il comitato di regata si posizionava nell’area di partenza nello specchio di mare antistante il porto della cittadina elbana, ma dopo un ‘ulteriore attesa di altre due ore decideva di annullare la prova.
Invariata ovviamente la classifica che vede lo Swan 44 tedesco Sehkraft al primo posto nella classe Under 47 e lo Swan 47 italiano Lolita nella classe Over 47.
In serata i concorrenti hanno preso parte alla cena di gala presso l’Hotel Il magnifico offerta da Toremar: durante la cena è stato consegnato lo ZEPPELIN TROPHY all’imbarcazione più elegante scelta dalla giuria composta da Nicola Sironi e Lorenzo Loik, due figure di grande spicco nel mondo della vela internazionale.
Domani il programma si ripete con un’altra regata costiera sempre a partire dalle ore 12.00.
Acqua dell'Elba, azienda elbana produttrice di profumi ispirati alle fragranze e atmosfere della principale isola dell'arcipelago Toscano, è main sponsor della manifestazione che segue con grande passione e affetto sin dalla prima volta a Marciana Marina e che anche in questa occasione offrirà i premi ai vincitori.
Come sempre oltre al prezioso lavoro del Circolo della Vela Marciana Marina l’organizzazione dello S&S Swan Rendez-Vous 2015 è possibile grazie al contributo di Toremar, Carboway, Luca Ferron, North Sails Italia, Moby, Rigoni di Asiago, Siit Group, Treccificio Borri, WRI, quest’ultima che si occuperà di fornire quotidianamente le previsioni meteo ai partecipanti.
Tutte le manifestazioni del Circolo della Vela Marciana Marina si disputano con il patrocinio del Comune di Marciana Marina.
[COLOR=darkblue][SIZE=5]S.GIOVANNI CELEBRA IL PATRONO [/SIZE] [/COLOR]
Mercoledì Festa alle Terme S.Giovanni: Si celebra il Patrono
Mercoledì 24giugno all'interno del Parco delle Terme di San Giovanni si celebra la festa del Santo Patrono.
Il programma prevede: ore 19.30 la Santa Messa nei giardini, a seguire musica dal vivo e pranzo alla brace offerto dalle Terme San Giovanni Il Circolo Nautico San Giovanni gli Amici di San Giovanni con il patrocinio del Comune di Portoferraio.
[COLOR=darkred][SIZE=4]La Commissione per il Sociale della Fondazione Isola d’Elba Onlus incontra i rappresentanti dei genitori della Scuola Media Inferiore Pascoli [/SIZE] [/COLOR]
La settimana scorsa la Commissione per il Sociale della Fondazione Isola d’Elba Onlus, nell’ambito della realizzazione del progetto Alcol, ha incontrato i rappresentanti dei genitori della Scuola Media Superiore di primo grado Giovanni Pascoli, alla presenza della vice-dirigente dell’Istituto, la Prof.ssa Stefania Signorini.
Nell’incontro si sono trovate intese con il mondo della scuola e dei genitori, per poter realizzare la parte del progetto che prevede la sensibilizzazione degli adulti sui problemi dell’uso di alcol.
Ancora oggi nella nostra cultura si parla ad ogni livello quasi esclusivamente degli effetti piacevoli del bere e ben pochi invece informano, ma soprattutto educano, circa i rischi connessi con questo uso. Non educare sui rischi dell’alcol è come dare un motorino ad un ragazzo senza insegnargli il codice della strada e senza spiegare la necessità di indossare un casco!!!
Come risultato di tutto questo, l’uso di bevande alcoliche, di tutti i tipi, nei giovani è aumentato e parallelamente sono aumentati, ovviamente e purtroppo, i problemi correlati a questo consumo, oggi detti “problemi alcolcorrelati”.
Pur essendo ormai acclarato che fino a 16 anni è controindicato ogni uso di alcol, di fatto i dati epidemiologici ci informano che il primo uso di bevande alcoliche in Italia avviene intorno all’età di 10-12 anni e in ambiente domestico.
Dato che il consumo di alcol tra i giovani riflette in larga misura il modello e gli atteggiamenti degli adulti, il progetto della Commissione Sociale della Fondazione Isola d’Elba, prevede nella sua fase un’azione di sensibilizzazione e formazione degli adulti che vengono a contatto con gli stessi giovani nella famiglia, nella scuola e negli altri luoghi di aggregazione.
Per promuovere e sollecitare la riflessione sul problema dell’Alcol e della sua diffusione tra i giovani del nostro territorio, la Commissione incontrerà anche genitori e insegnanti degli altri istituti comprensivi dell’Isola d’Elba, rivolgendosi nel contempo a tutti gli adulti che operano in campi a contatto con i giovani, affinchè possano partecipare ai percorsi di sensibilizzazione che si svolgeranno nel mese di Novembre, realizzati con l’aiuto di un’équipe di operatori con lunga esperienza di lavoro e di formazione nel settore.
Chiunque fosse interessato ad avere maggiori informazioni, può contattare le referenti per il Progetto della Commissione per il Sociale:
Rossana Bicecci 3291388875 [EMAIL]rossana.bicecci@outlook.it[/EMAIL]
Giada Giusti 3894681464 [EMAIL]giustigiada@live.it[/EMAIL]
[COLOR=darkred][SIZE=4] LA SANITÁ MILITARE DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE [/SIZE] [/COLOR]
Conferenza del Dr. Luciano Gelli nell'ambito delle celebrazioni del centenario della Grande Guerra
Cimeli originali, lettere e cartoline autografe, dame e cavalieri in abiti dell’epoca costituivano alcuni degli elementi della coreografia curata dall’arch. Leonello Balestrini, che ricreava negli ambienti delle sale della Gran Guardia di Portoferraio l’atmosfera dell’inizio del ventesimo secolo.
L’occasione era data dalla conferenza dal titolo “LA SANITÁ MILITARE DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE”, organizzata nel pomeriggio di sabato 18 giugno nell’ambito delle manifestazioni per il centenario della prima guerra mondiale, che aveva come relatore il dr. Luciano Gelli, socio del Lions Club sola d’Elba che figura fra gli enti patrocinatori delle celebrazioni.
Quella che doveva essere per l’Italia la quarta guerra di indipendenza mutò presto il nome in guerra mondiale. Di questo infatti si trattava visto l’alto numero di nazioni che vi parteciparono con 70 milioni di combattenti, 9 dei quali morirono, insieme a 7 milioni di civili, non solo in combattimento, ma per pulizie etniche, fucilazioni, malattie quali tubercolosi, tifo petecchiale, tetano, nonché la famosa influenza detta “Spagnola” termine improprio in quanto fu importata dai militari americani ed anche di feriti, mutilati, impazziti da stress (detti volgarmente scemi di guerra) e ricoverati in manicomi. Con questi temi Gelli ha introdotto la relazione e, per meglio trattare l’argomento, si è soffermato anche sulla diffusione nelle ostilità di armi innovative quali: mitragliatrici, gas letali, aerei e sui tremendi effetti che queste provocavano sulle truppe nemiche e sui civili.
Ma l’impronta che il relatore ha voluto dare all’incontro era rivolta all’ottimismo e alla ricerca delle benefiche innovazioni che questo devastante conflitto ha portato in campo medico. E così ha parlato di nuovi disinfettanti, antiparassitari, aspirina, vaccini contro il colera, il tetano e il vaiolo, di chirurgia plastica, con trapianti di tessuti, e trasfusioni di sangue; della messa in servizio di autoambulanze, alcune delle quali con attrezzature chirurgiche, altre con apparati radiologici, per il trasporto dei feriti, classificati secondo la gravità in vari codici, alle infermerie o agli ospedali. Di questo servizio, ha ricordato l’oratore, usufruì anche lo scrittore Hemingay colpito sul fronte italiano da un proiettile ad un ginocchio.
La conclusione Gelli ha voluto affidarla alla rivelazione di una curiosità: l’abitudine del caffè alla mattina fu proprio diffusa fra le truppe dai generali italiani per mantenere vigili i soldati in trincea e, in seguito ripresa e migliorata dai tedeschi che escogitarono il caffè liofilizzato.
Al termine dai numerosi presenti sono state rivolte al relatore osservazioni e domande di chiarimenti alle quali egli ha esaurientemente risposto.
[COLOR=darkblue][SIZE=4]MEGLIO TARDI... [/SIZE] [/COLOR]
La storia delle Bike Sharing viene da lontano ed è state oggetto di varie interpellanze e mozioni nelle passate legislature e oggetto anche di molti articoli, sia sui giornali on line che su quelli cartacei .Il progetto bici pubbliche era già fallito da tempo, e questi articoli sono solo colpi di coda avendo trovato relitti sparsi in una zona di proprietà dei Vigili del fuoco.
Le bici successivamente all'acquisto (2008) sono sempre rimaste all'aperto anche d'inverno, e subito danni dalle intemperie e danneggiamenti dai vandali.
Le bici lasciate all'abbandono si sono naturalmente degradate e all'inizio della passata stagione estiva la CISSE alla quale erano state affidate (prima le gestiva la Polizia Municipale e non si capisce perché) quando oramai erano rottami dichiarò che le cinque rimaste alle rastrelliere (su venti comprate) non erano più riparabili.
A quel punto furono ritirate (giugno -luglio 2014) perchè inutilizzabili e tenute in custodia dalla CISSE. Furono smontate anche le due rastrelliere rimaste in piazza della Repubblica che non avevano più senso essendo desolatamente vuote e non adatte a contenere altre bici.
Tutte le sollecitazioni del passato non hanno mai dato risultati e così come era prevedibile sono stati buttati 18.000 euro di soldi pubblici, danneggiando per di più anche l’immagine del Comune.
Riccardo Nurra
Capogruppo di Maggioranza
Il sindaco di Campo deve sta' dell'altro a dire al Barbetti -a muso duro- che la tendopoli per 30mila persone se la vole se la faccia a Lacona.
Bei tempi quando a scuola un po' di geografia si insegnava e si imparava. Che c'entra il sindaco di Capoliveri con Pianosa e il Comune di Campo? Che c'entra il Barbetti, fresco di sconfitta , con la Regione Toscana ed il governo nazionale? Non è il suo un parere di una autorità competente. Si taccia per favore e pensi a fermare le ruspe al lavoro sulle spiagge capoliveresi prima che sia troppo tardi.
Certo Sig. Barbetti... iniziamo con Pianosa, poi riempita questa passiamo a Montecristo e magari Caprera senza dimenticarci di passare da Ischia e Capri, sa non vorrei che si offendessero.....
L'unica soluzione è bloccare tutto, non farli più venire... vedo che per Francia e nazioni limitrofe il blocco delle frontiere non ha causato incidenti diplomatici presso la Comunità Europea che si ricorda dell'Italia solo e quando c'è da sanzionarla .....
Che i nostri governanti tirino fuori gli attributi come si deve e contro chi di dovere e smettiamo di essere zerbini e presi per il culo dal resto d'Europa e non solo... vedi i nostri fucilieri in India.....
Cerchiamo di tornare ad essere padroni a casa nostra, di risolvere prima di tutto i nostri di problemi, che non sono pochi, e se poi qualcosa avanza pensare agli altri.
Ma come si fa a considerare pianosa capace di accogliere migliaia di persone? Allo stato attuale quasi tutto il patrimonio edilizio sta crollando, le fogne non ci sono, il depuratore è un ammasso di ruggine, l'acqua è poca e di pessima qualità, i lampioni saranno 10. Per attrezzare l'isola ci vorrebbe un investimento molto importante con anni di lavori e poi...bella immagine per l'arcipelago toscano....un centro di accoglienza per profughi! Quello che mi sorprende ancora di più è che chi si dovrebbe occupare della nostra promozione turistica avalli certe idee.
E se non smetto che fai, mi cacci? Noi Capoliveresi, come avrai potuto leggere in questi giorni, siamo i primi a dichiararci "duri", per cui non ti adirare troppo e lascia agli altri esprimere le loro opinioni, con noi "duri" della Rocca, è una battaglia persa in partenza.
Il M.della.R
[COLOR=darkblue][SIZE=4]RUGGERO BARBETTI E L’IPOTESI PIANOSA ARRIVANO SU RAITRE, QUESTA SERA L’INTERVISTA AL SINDACO DI CAPOLIVERI SULLA SUA PORPOSTA PER AFFRONTARE E GESTIRE IL TEMA “MIGRANTI” [/SIZE] [/COLOR]
Sarà in onda questa sera su Rai3 a partire dalle 19,30 all’interno del telegiornale regionale, l’intervista a Ruggero Barbetti sul tema dell’ipotesi di accoglienza dei migranti sull’isola di Pianosa .
“L’ipotesi Pianosa” lanciata dal sindaco di Capoliveri Barbetti in questi giorni, ha animato l’opinione pubblica su social network e stampa locale e nazionale. Barbetti si è detto favorevole alla realizzazione sull'isola dell’Arcipelago Toscano di una tendopoli organizzata, capace di accogliere i migranti, ove poter procedere alla selezione di coloro che hanno diritto ad asilo politico e quelli che non ne hanno.
E la notizia ha fatto eco anche fuori dai confini dell’Elba.
Barbetti aveva avanzato la sua linea senza tralasciare di esprimere la sua posizione in merito alla politica del Governo centrale, che ha definito incapace o comunque non intenzionato a intervenire sul tema dell'immigrazione. “Se non riusciamo a fermarli – aveva detto il sindaco di Capoliveri - allora accogliamoli, ma con le nostre regole”.
Oggi Barbetti rispondendo ai giornalisti di Rai3 ha detto “Pianosa sarebbe una soluzione per affrontare il tema dell’immigrazione. La nostra società democratica – ha sottolineato Barbetti – è strutturata su diritti e doveri e all’interno dei diritti e dei doveri ci sono le regole, regole che devono necessariamente essere rispettate da tutti”.
Leggo su varie testate on-line dell'Elba, molte critiche ed opposizione ad un eventuale sistemazione temporanea di profughi sull'Isola di Pianosa. Vorrei fare presente che nel febbraio 2014, secondo i dati forniti dai governi di Egitto, Giordania e Libano e i dati dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (UNHCR) il numero dei siriani che hanno trovato riparo nei paesi limitrofi, nella condizione di profughi è di 2.477.030. Di questi, oltre 1 milione e 200 mila sono bambini. Mi domando, ma se questi paesi non avessero organizzato i campi profughi, che fine avrebbero fatto queste persone? E domando ancora, ma non è che gli uccelli, i pesci e tutti gli animali insieme alle piante che vivono sull'Isola di Pianosa possano gioire a vivere per un medio periodo insieme a uomini, donne, e in particolar modo con i bambini?
Il M.della.R
