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113396 messaggi.
Incazzato nero da Incazzato nero pubblicato il 18 Gennaio 2016 alle 20:26
Si è conclusa da pochi minuti la puntata di 8 e 1/2 su La 7, cui hanno partecipato, oltre alla conduttrice Gruber anche il giornalista Scanzi del Fatto Quotidiano,Sallusti,direttore del Il Giornale ed Erasmo de Angelis, direttore dell'Unità che, contrastando tra le altre cose,gli attacchi degli altri due sull'affaire Banca Etruria, ha seraficamente affermato che non esiste un conflitto di interessi per la Ministra Boschi su tale situazione e che tutto si risolverà in una bolla di sapone. Ora, è nota la facoltà dell'Unita di raccontare che gli asini volano e che qualcuno ci creda. Credo però che in quest'occasione gli asini li abbia realizzati espressamente la Boeing e che con un solo raglio potrebbero volare ininterrottamente per mesi. Va bene voler difendere l'indifendibile, ma rendersi ridicoli.........
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per biker da per biker pubblicato il 18 Gennaio 2016 alle 19:14
Non scrivere cavolate come: su strade comunali si può procedere in doppia fila, su strade extra urbane si può fare solo se affianchiamo un minore fino a 14 anni. perché l'Art. 182 del codice della strada dice un'altra cosa: I ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero superiore a due; quando circolano fuori dai centri abitati devono sempre procedere su unica fila, salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell'altro. Spero tu conosca la differenza fra una strada comunale ed una strada di centro abitato. Comunque nel codice della strada c'è scritto anche questo. Basta usare Google.
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La guerra all'Europa era finta da La guerra all'Europa era finta pubblicato il 18 Gennaio 2016 alle 17:06
Renzi-Juncker Il premier Renzi minacciava sfracelli, ma vuole solo uno sconto sul deficit. La guerra all'Europa era finta. Fonzi, in Europa non conti un cazz@
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L'ELBA IN VETRINA da L'ELBA IN VETRINA pubblicato il 18 Gennaio 2016 alle 14:20
[COLOR=darkblue][SIZE=5]Tra terra e mare: l'Elba in Vetrina [/SIZE] [/COLOR] Dal 20 gennaio al 17 marzo un gemellaggio tra gli chef dell’Isola d’Elba e 8 ristoranti del capoluogo Toscano che proporrà un “assaggio” dell’isola sulla terraferma Cosa ci spinge a viaggiare e a scegliere una meta? Cosa sollecita la nostra curiosità di visitare un luogo? Spesso sono proprio il passaparola e la capacità di fascinazione dell’esperienza condivisa, l’abilità di un territorio di raccontarsi. Il nostro racconto parte dalla tavola per condurci in un viaggio che ci immerga nell’atmosfera dell’isola pur restando sulla terraferma. Vetrina Toscana, il progetto di Regione e Unioncamere Toscana che promuove ristoranti e botteghe che valorizzano i prodotti del territorio invita ad un piccolo assaggio dell’Elba con l’auspicio che questa “narrazione” si possa trasformare in un’esperienza diretta. Il racconto scaturirà dalla viva voce e dalle mani di ristoratori e produttori elbani che per l’occasione di sono “gemellati” con i colleghi dell’area fiorentina. Per 2 mesi il capoluogo toscano ospiterà delle cene con ricette, prodotti e vini elbani in cui lo chef dell’isola sarà protagonista nella cucina del collega fiorentino, con spazi per “interpretazioni” a quattro mani. Ogni cena sarà incentrata su un prodotto locale e su un vino del territorio selezionati da ElbaTaste, il consorzio d’imprese che si occupa di promozione dell’enogastronomia dell’Isola d’Elba e delle Isole dell’Arcipelago Toscano. Tra i piatti protagonisti non potranno mancare alcuni grandi classici del repertorio della cucina elbana come la palamita sott’olio o in umido, il polpo all’elbana, la zuppa di granchi, lo stoccafisso alla riese, la sburrita di baccalà, la polenta con gli zeri, le penne in barca, il cinghiale alla bracconiera, oltre alle tante preparazioni a base di erbe spontanee. Ad accompagnarli gli emergenti vini elbani quali l’Ansonica, il Vermentino, l’Elba bianco, il Sangioveto e l’Elba rosso per finire con i passiti: il Moscato e il famoso Aleatico dell’Elba, il vino preferito da Napoleone. Alcune pietanze a base di pesce saranno innaffiate da un nuovo prodotto: la Birra dell’Elba. Per finire in bellezza un vasto assortimento di dolci della tradizione tornati in auge di recente grazie a un lavoro di ricerca basato su appunti e ricette storiche come la Schiaccia briaca, il Panficato, l’Imbollita di fichi, la Schiacciunta. L’obiettivo è quello di valorizzare la cucina e i prodotti dell’enogastronomia elbana poco conosciuti al di fuori dell’isola. Ecco il calendario di questi gustosi appuntamenti: Il 20 gennaio Paolo Gori di “Burde” ospita Massimo Poli de “La Taverna dei Poeti”; il 27 gennaio Claudio Vicenzo de “La Limonaia di Villa Rospigliosi” ospita Umberto Giacomelli de “Il Gallo Nero”; il 3 febbraio Filippo Saporito de “La leggenda dei Frati” ospita Marco Olmetti di “Pepenero”; l’ 11 febbraio Claudio Bianchi de “I Ghibellini” ospita Giuseppe Sisillo de “L’Amandolo”, il 17 febbraioBarbara Guarnieri di “Gustavino” ospita Luigi Muti di “Vento in Poppa”; il 25 febbraio Claudio Catalani de il “Pesce Rosso” ospita Mirko Lanari del “Belmare”, il 3 marzo Luca Cai de “Il magazzino” ospita Amos Rota di “Emanuel”; il 9 marzo Silvia Miniera della “Sosta del Rossellino” ospita Danilo Ferrara di “Capo Nord”. Il ciclo di serate dedicate all’Elba si chiuderà il 17 marzo alle ore 15,30 all’Accademia dei Georgofili con il convegno: "Vino in anfora fra ricerca archeologica e produzione". Fin dall’antichità, infatti, il vino è stato un elemento molto importate per lo sviluppo dell’Isola. Tra i relatori ci sarà Franco Cambi, Professore di Metodologia della ricerca archeologica dell’Università di Siena che ha condotto, in collaborazione con l’Associazione “Aithale - Terra mare e uomini dell’Arcipelago Toscano”, gli scavi nella zona del Parco Archeologico della Villa Romana delle Grotte dove sono state ritrovate antiche anfore vinarie dell’epoca romana. Un viaggio enogastronomico non di sola andata, il ritorno è previsto per il periodo che va da aprile ad ottobre quando i cuochi fiorentini saranno invitati a ricambiare la visita. “Iniziative come queste – afferma l’assessore al Turismo della Regione Toscana Stefano Ciuoffo – sono il tentativo di valorizzare sempre di più l’Elba e l’arcipelago toscano facendone conoscere uno degli aspetti peculiari, anche se forse meno noti, di sicuro appeal per il turista come l’enogastronomia. Il turista vuole vivere esperienze autentiche, personalizzate, tangibili, memorabili e condivisibili. E per immergersi nell’ambiente che visita la cucina è senz’altro elemento fondamentale. Dobbiamo quindi trasmettere storie, emozioni, sapori… e fare dello story-telling elemento di comunicazione turistica 2.0, insomma, per far sì che i turisti visitino un luogo, se ne innamorino e tornino. Come ho avuto modo di dire a Portoferraio quando ho incontrato le istituzioni e le categorie elbane a dicembre, l’isola ha ancora delle potenzialità inespresse e come Regione ci impegneremo a comunicarle e a svilupparle”
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Laura da Laura pubblicato il 18 Gennaio 2016 alle 13:44
[COLOR=darkred][SIZE=4] LA REALTÀ LINGUISTICA DELLA SARDEGNA [/SIZE] [/COLOR] Sabato pomeriggio, presso la sala della Gran Guardia a Portoferraio, c’è stata una interessantissima conferenza sulla realtà linguistica della Sardegna, tenuta dal Prof. Simone Pisano, uno dei massimi esperti in materia. Davvero completa la sua analisi morfologica, lessicale e fonetica delle diverse realtà verbali del sardo moderno, prese in considerazione, singolarmente, negli specifici contesti geografici. Particolarmente affascinante la spiegazione sulla varietà linguistiche di Orune (paese del centro Sardegna), dove l’approssimante palatale “j” testimonia una differenziazione fonetica su base sessuale, che caratterizza e distingue la pronuncia maschile da quella femminile. Un sentito ringraziamento al professor Pisano, che, nonostante le avverse condizioni meteo, ci ha onorati della sua presenza ed agli organizzatori della conferenza, l’Associazione Culturale Sarda “Bruno Cucca” , insieme al comune di Portoferraio, per questa opportunità davvero unica. Spero si possa presto approfondire questa analisi linguistica sulle varianti del sardo moderno, magari considerando, nello specifico, le realtà delle sacche alloglotte presenti sull’isola, sarebbe davvero interessante. Grazie ancora.
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Campese da Campese pubblicato il 18 Gennaio 2016 alle 13:26
E vi lamentate !!!!!!!!!!!!!!!! A Marina di Campo siamo all'anarchia assoluta. Da mesi non si vede un vigile urbano, le auto sono in sosta vietata perenne, sul porto la legge è assente. Se l'amministrazione pensa di mantenere il potere con il lassismo assoluto siamo freschi.
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portoferraiese da portoferraiese pubblicato il 18 Gennaio 2016 alle 13:22
scusate ma la luminaria che è ancora accesa la luce chi la paga? il comune, e con quali soldi? quelli di noi cittadini?, non sarebbe il caso che la pagasse di tasca propria chi ha sbagliato. politico, dirigente chiunque esso sia, basta essere presi per i fondelli, devono andare a casa
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x bi(S)ker da x bi(S)ker pubblicato il 18 Gennaio 2016 alle 13:08
caro bisker, io sono un ciclista e un automobilista modello, non elbano ma nordico, i ciclisti sono sempre in mucchio e chiacchierano stramortendosene delle auto e dei bus costretti ad invadere le corsie opposte , quasi mai avete ragione , sentenze o non sentenze ...dovete stare in fila e addossati a destra curando i ditti degli autisti
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BIKER da BIKER pubblicato il 18 Gennaio 2016 alle 12:00
E' vero.... da ciclista/biker da più di vent'anni ammetto che spesso pedaliamo in gruppo non fila ma aggregati... è vero.... ma si fa presto a sparare su chi pedala.... ma vorrei ricordare solo alcune cose: 1) su strade comunali si può procedere in doppia fila, su strade extra urbane si può fare solo se affianchiamo un minore fino a 14 anni 2) è giusto segnalare la presenza di una macchina con il classico colpo di clacson se siamo in doppia fila.... ma mi spieghi perchè all' Elba c'è il viziaccio maledetto di suonare ugualmente anche se sono solo? 3) occupiamo a volte metà della della carreggiata... giusto... ma provate VOI a pedalare a bordo strada con le strade che abbiamo all' Elba.. noi ciclisti conosciamo a mena dito ogni buca, dosso, frana etc etc presente sul manto stradale e poi ci volete dare almeno 1mt di margine dal bordo strada per potersi salvare il culo quando gli imbecilli ti passano e 10cm? 4) perchè se sono ciclista/biker solo 10%/15% riesco ad ottenere la precedenza? alle rotatorie, agli incroci sembriamo invisibili, però per fare le suonate di clacson da Topai siamo sempre visibili.... 5) provate voi "autisti" a fare un giro in bici da Portoferraio fino solo alle Grotte.... poi capirete i pericoli che ogni volta dobbiamo affrontare quando ci alleniamo.... ... e più che altro cercate di limitare l'uso dell' auto .....
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messaggio x paolo da messaggio x paolo pubblicato il 18 Gennaio 2016 alle 9:26
Purtroppo quello che viene scritto è tutto vero , i maleducati, gli ignoranti, gli imbecilli sono sempre esistiti ma a me la cosa che mi fa più rabbia è vedere le istituzioni , tipo i vigili urbani , che non fanno più il loro mestiere , hanno perso il senso del ruolo , abili solo a fare multe per divieto di sosta ai soli turisti e a ...timbrare in mutande in qualche caso , una vera vergogna
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Per Paolo da Per Paolo pubblicato il 18 Gennaio 2016 alle 8:34
Cioa Paolo, mi scuso per quanto scritto in un momento di incazzatura. Sono pensieri che non mi appartengono e scritti per sfogo. E' un periodaccio; esci di casa per prendere la nave e qualcuno ti parcheggia davanti al garage. Dopo aver trovato il proprietario, ti dice "deh, ma per 5 minuti..." Alla coop, rispettando la segnaletica, fai il giro per parcheggiare e quando stai per entrare nello spazio libero, arriva il furbo contromano e te lo frega. A portoferraio non cammini per le auto in sosta selvaggia e i vigili omettono i loro doveri d'ufficio. Andando verso calamita trovi un gruppo, anzi, un BRANCO di ciclisti che anzichè procedere in fila per 2, vanno in fila per 5. Pur sentendo l'auto fanno finta di niente. Se segnali la tua presenza rischi di essere linciato. Potrei continuare, sono stufo di queste prepotenze. Alla fine rischi di prendertela con chi non ha colpa. Basterebbe che ogni persona si comportasse con buonsenso e sarebbe un mondo migliore. Scusa ancora se ti ho spaventato
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X mountan bike da X mountan bike pubblicato il 17 Gennaio 2016 alle 23:01
Non sono un ciclista ma.....Ma non s e capito una cosa,condanni l episodio accaduto del cavo e allo stesso tempo auguri a dei ciclisti di trovarsene uno? Andresti segnalato....ad uno psicologo!
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biker da biker pubblicato il 17 Gennaio 2016 alle 20:41
cari automobilisti,quando sorpassate un ciclista,a parte il fatto che dovete stare ad 1.20 mt ma è meglio se lo fate quando non proviene nessun'altra auto in senso contrario
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BICKERS da BICKERS pubblicato il 17 Gennaio 2016 alle 17:50
I ciclisti, come già stabilito dalla giurisprudenza in materia, non hanno l’obbligo di procedere su un’unica fila, ma ben possono viaggiare in doppia fila "SOLO NEI CENTRI ABITATI" e, ovviamente, quando le condizioni della circolazione lo richiedono. A stabilirlo, caso pilota in Italia, e’ una sentenza del giudice di Taggia (IM) che di fatto ha cancellato ogni dubbio che avvolge chi si pone questa domanda. Cari bikers, quando siete fuori dai centri abitati, per cortesia, non viaggiate in doppia fila, in questo caso non è consentito.
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Indignato speciale da Indignato speciale pubblicato il 17 Gennaio 2016 alle 17:19
"Siamo al disastro perché ci siamo illusi di integrare l'islam" Il politologo Giovanni Sartori sul politicamente corretto: "La sinistra non ha il coraggio di affrontare il problema" Giovanni Sartori, fiorentino, 91 anni (quasi 92), considerato fra i massimi esperti di scienza politica a livello internazionale, da anni è attento osservatore dei temi-chiave di oggi: immigrazione, Islam, Europa. Professore su queste parole si gioca il nostro futuro. «Su queste parole si dicono molte sciocchezze». Su queste parole, in Francia, intellettuali di sinistra ora cominciano a parlare come la destra. Dicono che il multiculturalismo è fallito, che i flussi migratori dai Paesi musulmani sono insostenibili, che l'Islam non può integrarsi con l'Europa democratica... «Sono cose che dico da decenni». Anche lei parla come la destra? «Non mi importa nulla di destra e sinistra, a me importa il buonsenso. Io parlo per esperienza delle cose, perché studio questi argomenti da tanti anni, perché provo a capire i meccanismi politici, etici e economici che regolano i rapporti tra Islam e Europa, per proporre soluzioni al disastro in cui ci siamo cacciati». Quale disastro? «Illudersi che si possa integrare pacificamente un'ampia comunità musulmana, fedele a un monoteismo teocratico che non accetta di distinguere il potere politico da quello religioso, con la società occidentale democratica. Su questo equivoco si è scatenata la guerra in cui siamo». Perché? «Perché l'Islam che negli ultimi venti-trent'anni si è risvegliato in forma acuta - infiammato, pronto a farsi esplodere e assistito da nuove tecnologie sempre più pericolose - è un Islam incapace di evolversi. È un monoteismo teocratico fermo al nostro Medioevo. Ed è un Islam incompatibile con il monoteismo occidentale. Per molto tempo, dalla battaglia di Vienna in poi, queste due realtà si sono ignorate. Ora si scontrano di nuovo». Perché non possono convivere? «Perché le società libere, come l'Occidente, sono fondate sulla democrazia, cioè sulla sovranità popolare. L'Islam invece si fonda sulla sovranità di Allah. E se i musulmani pretendono di applicare tale principio nei Paesi occidentali il conflitto è inevitabile». Sta dicendo che l'integrazione per l'islamico è impossibile? «Sto dicendo che dal 630 d.C. in avanti la Storia non ricorda casi in cui l'integrazione di islamici all'interno di società non-islamiche sia riuscita. Pensi all'India o all'Indonesia». Quindi se nei loro Paesi i musulmani vivono sotto la sovranità di Allah va tutto bene, se invece... «...se invece l'immigrato arriva da noi e continua ad accettare tale principio e a rifiutare i nostri valori etico-politici significa che non potrà mai integrarsi. Infatti in Inghilterra e Francia ci ritroviamo una terza generazione di giovani islamici più fanatici e incattiviti che mai». Ma il multiculturalismo... «Cos'è il multiculturalismo? Cosa significa? Il multiculturalismo non esiste. La sinistra che brandisce la parola multiculturalismo non sa cosa sia l'Islam, fa discorsi da ignoranti. Ci pensi. I cinesi continuano a essere cinesi anche dopo duemila anni, e convivono tranquillamente con le loro tradizioni e usanze nelle nostre città. Così gli ebrei. Ma i musulmani no. Nel privato possono e devono continuare a professare la propria religione, ma politicamente devono accettare la nostra regola della sovranità popolare, altrimenti devono andarsene». Se la sente un benpensante di sinistra le dà dello xenofobo. «La sinistra è vergognosa. Non ha il coraggio di affrontare il problema. Ha perso la sua ideologia e per fare la sua bella figura progressista si aggrappa alla causa deleteria delle porte aperte a tutti. La solidarietà va bene. Ma non basta». Cosa serve? «Regole. L'immigrazione verso l'Europa ha numeri insostenibili. Chi entra, chiunque sia, deve avere un visto, documenti regolari, un'identità certa. I clandestini, come persone che vivono in un Paese illegalmente, devono essere espulsi. E chi rimane non può avere diritto di voto, altrimenti i musulmani fondano un partito politico e con i loro tassi di natalità micidiali fra 30 anni hanno la maggioranza assoluta. E noi ci troviamo a vivere sotto la legge di Allah. Ho vissuto trent'anni negli Usa. Avevo tutti i diritti, non quello di voto. E stavo benissimo». E gli sbarchi massicci di immigrati sulle nostre coste? «Ogni emergenza ha diversi stadi di crisi. Ora siamo all'ultimo, lo stadio della guerra - noi siamo gli aggrediti, sia chiaro - e in guerra ci si difende con tutte le armi a disposizione, dai droni ai siluramenti». Cosa sta dicendo? «Sto dicendo che nello stadio di guerra non si rispettano le acque territoriali. Si mandano gli aerei verso le coste libiche e si affondano i barconi prima che partano. Ovviamente senza la gente sopra. È l'unico deterrente all'assalto all'Europa. Due-tre affondamenti e rinunceranno. Così se vogliono entrare in Europa saranno costretti a cercare altre vie ordinarie, più controllabili». Se la sente uno di quegli intellettuali per i quali la colpa è sempre dell'Occidente... «Intellettuali stupidi e autolesionisti. Lo so anch'io che l'Inquisizione è stata un orrore. Ma quella fase di fanatismo l'Occidente l'ha superata da secoli. L'Islam no. L'Islam non ha capacità di evoluzione. È, e sarà sempre, ciò che era dieci secoli fa. È un mondo immobile, che non è mai entrato nella società industriale. Neppure i Paesi più ricchi, come l'Arabia Saudita. Hanno il petrolio e tantissimi soldi, ma non fabbricano nulla, acquistano da fuori qualsiasi prodotto finito. Il simbolo della loro civiltà, infatti, non è l'industria, ma il mercato, il suq». Si dice che il contatto tra civiltà diverse sia un arricchimento per entrambe. «Se c'è rispetto reciproco e la volontà di convivere sì. Altrimenti non è un arricchimento, è una guerra. Guerra dove l'arma più potente è quella demografica, tutta a loro favore». E l'Europa cosa fa? «L'Europa non esiste. Non si è mai visto un edificio politico più stupido di questa Europa. È un mostro. Non è neppure in grado di fermare l'immigrazione di persone che lavorano al 10 per cento del costo della manodopera europea, devastando l'economia continentale. Non è questa la mia Europa». Qual è la sua Europa? «Un'Europa confederale, composta solo dai primi sei/sette stati membri, il cui presidente dev'essere anche capo della Banca europea così da avere sia il potere politico sia quello economico-finanziario, e una sola Suprema corte come negli Usa. L'Europa di Bruxelles con 28 Paesi e 28 lingue diverse è un'entità morta. Un'Europa che vuole estendersi fino all'Ucraina... Ridicolo. Non sa neanche difenderci dal fanatismo islamico». Come finirà con l'Islam? «Quando si arriva all'uomo-bomba, al martire per la fede che si fa esplodere in mezzo ai civili, significa che lo scontro è arrivato all'entità massima». Come diceva Renzo Arbore quando faceva la pubblicità per la birra ? Meditate,gente,meditate.
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traghetto every time da traghetto every time pubblicato il 17 Gennaio 2016 alle 17:10
Sono perfettamente d'accordo e auspico che l'isola venga dotata di traghetti every time ovvero mezzi capace di affrontare il mare burrascoso e soprattutto di approdare nei porti in ogni condizione , un'isola senza un ospedale e priva di molti servizi , scuole incluse, non deve e non può rimanere isolata siamo o non siamo nord africani....
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Curioso da Curioso pubblicato il 17 Gennaio 2016 alle 17:09
Per chi volesse inviare suggerimenti e/o osservazioni sulle Residenze Napoleoniche all'isola d'Elba consiglio di inviare una e-mail al dirigente del Polo Museale per la Toscana , il cui dirigente è il dottor Stefano Casciu che temporaneamente è anche direttore ad interim dei musei elbani. Grazie per l'attenzione. Polo Museale della Toscana Direttore: dott. Stefano Casciu Lungarno Anna Maria Luisa De'Medici n. 4 50122 - Firenze Email: [EMAIL]pm-tos@beniculturali.it[/EMAIL] PEC: [EMAIL]mbac-pm-tos@mailcert.beniculturali.it[/EMAIL] Codice fiscale: 94247980488 Codice Univoco ufficio: R196W3
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“L’acqua è nostra, non si privatizza” da “L’acqua è nostra, non si privatizza” pubblicato il 17 Gennaio 2016 alle 16:53
Acqua pubblica, la resistenza del paese più povero contro la Regione Toscana: “E’ nostra, non la daremo alla spa” Il paesino montanaro di Zeri, in provincia di Massa Carrara è l'unico su 288 a aver conservato proprietà e gestione delle risorse idriche. Firenze vuole che si allinei e entri nella municipalizzata dell'alta Toscana. Ma sindaco e abitanti non mollano: "Ci faranno la multa? Faremo una colletta" Non c’è filo spinato all’inizio della strada, né ragazzi appostati in attesa dell’invasore in divisa. Eppure, senza che nessuno lo sappia, i mille abitanti di Zeri hanno iniziato l’anno così come lo hanno finito: facendo resistenza. Fanno resistenza bevendo, lavandosi, cucinando, pulendo casa, innaffiando, abbeverando gli animali. A Zeri, cioè, i 1096 abitanti usano la loro acqua e i loro acquedotti. “Loro”, cioè del Comune: nessuna società, né pubblica né privata, tocca la loro acqua. Zeri è l’unico Comune su 288 in tutta la Toscana che ha conservato proprietà e gestione diretta delle risorse idriche. E’ da fine 2004 che vede arrivare le diffide dei sopracciò della Regione, siamo a 7: guardate, amici di Zeri, la legge dice che dovete sganciare tutto, acqua e acquedotti. E loro, quelli di Zeri, niente. Non mollano. Bevono e si lavano con la loro acqua. Perché lo dice il referendum stravinto nel 2011, spiegano. Perché lo dice la Costituzione, insistono. A guidarli c’è il sindaco. egidio pedriniSi chiama Egidio Pedrini, ha 71 anni ed è un ex parlamentare di Udeur e Idv, ma nato tra i giovani democristiani, cresciuto nella sinistra Dc, “irruenta e intellettuale” come dice lui. Una volta il partito lo sospese con l’accusa di filocomunismo perché manifestava contro la guerra in Vietnam. Quello che si potrebbe definire un rompicoglioni. E ora, quasi 50 anni dopo, combatte contro il Pd, fondato dagli eredi di Pci e Dc. “Se quelli sono di sinistra, io sono vergine – risponde a ilfattoquotidiano.it – Comunisti se ci siete battete un colpo. Democristiani se ci siete battete un colpo. Qui non ci sono più né i comunisti né i democristiani. Qui non c’è un cazzo”. Zeri è il paese più povero della Toscana per reddito pro capite. Si trova all’incrocio esatto di tre regioni: un metro più in là e c’è la Liguria, un passo più oltre e comincia l’Emilia Romagna. Per il momento il paese è sotto la provincia di Massa Carrara, che già di loro, tra l’altro, si sentirebbero molto meglio se fossero Massa da una parte e Carrara dall’altra. La gente di Zeri va tenuta nella giusta considerazione: una volta, nel 1799, le truppe di Napoleone che si stavano mangiando l’Emilia si avvicinarono un po’ troppo al paese montano e dovettero scappare fino a Borgotaro per evitare di prenderle dalla guerriglia guidata nientemeno che da un prete. Il rischio di finire a Borgotaro se lo prende ora la Regione Toscana, guidata da Enrico Rossi, che vuole costringere – armata di legge – a trasferire l’acqua di Zeri alla cosiddetta Autorità d’ambito ottimale e a Gaia, una spa a totale partecipazione pubblica che dal 2005 gestisce i servizi idrici di gran parte dei Comuni tra le aree di Lucca, Pistoia e Massa Carrara, per un totale di 48 amministrazioni (49 meno uno, Zeri). E da quando è arrivata Gaia, in quei posti, nessuno ha messo i festoni al balcone. Le bollette sono dilatate fino anche a triplicare. In vari paesi sono nati uno dopo l’altro comitati “No Gaia” che hanno messo d’accordo sinistra, destra, centro, sopra e sotto. A Massa, città sanguigna, hanno anche impiccato dei manichini davanti alla sede. “Io non cedo – ripete il sindaco al Tirreno – L’acqua è un bene pubblico e non farò entrare il mio Comune in Gaia. Nemmeno se mi vengono a prendere in catene”. A Zeri, come in buona parte dei paesi montani, molti abitanti sono vecchi, vivono della sola pensione. Altri vivono di allevamento, l’agnello zerasco ha l’etichetta Slow food. E poi, spiega Pedrini, il rischio è che con una crisi ci sia bisogno dell’ingresso di un socio privato e allora ciao acqua pubblica. Pedrini non ha paura delle battaglie solitarie. Litiga con gli altri sindaci anche per il sistema integrato sui rifiuti per l’alta Toscana, per esempio. Litiga con l’Unione dei Comuni perché il corpo unico dei vigili urbani fa spendere di più anziché meno (“e gli autovelox non li voglio, non servono alla sicurezza stradale, ma solo a fare cassa”). “Chi vuole privatizzare l’acqua non è né di sinistra né di destra, è solo uno speculatore ‘finanziario politico'”
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paolo da paolo pubblicato il 17 Gennaio 2016 alle 16:11
per il sig. Massimo sono uno dei due bikers che oggi ha "sfortunatamente" "incontrato sulla sua strada :allora da premettere che era nostra intenzione spostarci sulla corsia sinistra per poter svoltare in direzione di Portoferraio alla rotonda dopo il cantiere Esaom segnalata dal sottoscritto con il braccio sinistro essendo l'ultimo dei due;ora lei non puo' pretendere che si possa stare un quarto d'ora col braccio teso ad indicare un cambio di direzione ma forse era troppo impegnato nella sua guida bella allegra stile ORMEZZANO AI TEMPI D'ORO DEL RALLY DELL'ELBA (aveva anche il navigatore in macchina) .....erano esattamente le ore 11,27 e mancavano 3 minuti alla partenza del traghetto delle 11,30 quindi la domanda mi sorge spontanea.......ma non e' che la sua guida parecchio allegra a quella maniera era solo per prendere il traghetto ....... volevo ricordarle che deve presentarsi all'imbarco con largo anticipo (30 minuti come riportato sulle condizioni generali di trasporto)le posso assicurare che sentirsi suonare insistentemente come ha fatto lei stamattina non e' tanto piacevole per chi va in bici e poi le garantisco che la mia risposta al suo insistente suonare il claxon si e' limitata solo ad un MA COSA SONIIIIIIIIII visto che dove doveva andare ci stava gia' andando da solo..............e poi le volevo ricordare che la circolazione affiancata a non più di due ciclisti e' consentita su strade urbane e centri abitati (c'e' anche una sentenza di un giudice)mentre quando si arriva in prossimità di una rotonda bisognerebbe rallentare e dare la precedenza se necessario a chi già impegna la rotonda stessa cosa che lei non ha fatto ma forse il suo navigatore gli ha dato una nota sbagliata......ATTENZIONE DESTRA 4 FORSE UN SALTO.........
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Dare il buon esempio da Dare il buon esempio pubblicato il 17 Gennaio 2016 alle 16:03
Non prendo anche io le difese degli assenteisti. Ma se i deputati prendono soldi dallo stato nell'espletamento delle funzioni sono equiparabili a dipendenti pubblici. Le stesse sanzioni che scattano per qualsiaisi dipendente pubblico assenteista dovrebbero scattare anche per i deputati assenteisti. Per non parlare poi quando cambiano casacca passando allo schieramento per il quale non sono stati eletti.
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