io non sono per il comune unico,ma per 4 comuni si e poi con il tempo magari..............
marciana-marciana marina e campo
portoazzurro capoliveri
portoferraio
rio elba 🙂
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oggi, senza dissalatore, con una condotta sottomarina che è un colabrodo e porta all'Elba la peggiore delle acque, (sale, boro, arsenico ...e merd... ) con le condotte a terra nei paesi che disperdono milioni di mc d'acqua all'anno, abbiamo avuto 10 giorni di crisi in piena estate, nonostante la siccità!
(ma anche quì ho qualche dubbio, forse per giustificare la necessità del dissalatore?)
Ma allora, questo dissalatore a cosa serve se la crisi è 10 giorni? quanta acqua produrrebbe questo cazz...di dissalatore nei 10 giorni di crisi ? se non ha un deposito a monte a cosa serve? a prenderci x il c...o!
Quindi, quel deposito, (che non c'è nel progetto) servirebbe soltanto 10 giorni all'anno, l'avete capito?
lo sapete che nel sottosuolo dell'Elba c'è tanta di quell'acqua che si potrebbe esportare (e vendere) a quei signori di Piombino? Sono stati eseguiti recenti studi e sondaggi nel sottosuolo elbano, fatti da geologi chiamati dall'ASA! che hanno dato questi risultati, credo, ma nessuno ne parla!
Ripeto, siamo indigeni, NO PELLIROSSE! Tutti l'hanno capito e lo sanno ma nessuno lo dice, ve lo ricordo e mi ripeto! forse serve a far entrare nelle casse del partito qualche milione dalla società che lo realizzerà? come tutte le grandi opere realizzate e poi risultate inutili o incompiute,o sbaglio?
Ascoltiamo L.Campitelli, Meneghin, Italo Sapere, la fondazione Isola d'Elba e di chi si batte contro questo ulteriore danno alla nostra Isola, non rendiamoci complici di chi ha interessi sulla sua realizzazione e ci considera ancora come i pellirosse della riserva!
Purtroppo credo che i giochi siano ormai fatti, grazie anche ai nostri sindaci (mi sembra di aver capito che soltanto Papi ha fatto qualcosa contro) che hanno acconsentito o taciuto (e chi tace ...acconsente) ma noi continueremo a dire: bravi! anche questa volta avete chiesto ai vostri elettori e concittadini il loro pensiero su questo dissalatore :bad:
VORREI SEGNALARE A CHI DI DOVERE A CHI DICE CHE LA SANITA' ELBANA è ACCETTABILE CHE, ATTUALMENTE ,PRESSO IL NOSTRO OSPEDALE NON ACCETTANO PRENOTAZIONI PER VISITE OCULISTICHE PER IL SEMPLICE MOTIVO CHE NON C'è UN OCULISTA OPERATIVO PRESSO L'OSPEDALE DI PORTOFERRAIO. UNICA POSSIBILITà ANDARE A PIOMBINO O CECINA ....SEMPRE PEGGIO!
Propongo un nome per il nuovo Comune che si andrà ad unificare. ELBA. Comune di Elba o Comune dell'Elba. Non crea nuove fratture anzi unisce sotto l'unico vero tetto che tutti abbiamo.
Potrebbe essere l'avvio di una matrice a cui potenzialmente tutti gli altri, se lo vorranno, potrebbero unirsi in futuro senza pregiudizi ne preconcetti.
E' breve e questo non è di poco conto, pensate a quelli che si sono uniti in toscana e ora si chiamano con il doppio nome, che perdita di tempo comporta in tutti gli atti.
ELBA è un nome bellissimo. Saluti
IL PIANO FINANZIARIO DEL DISSALATORE DI MOLA
Questa è una delle molteplici ragioni del perche un Elbano dovrebbe dire no al dissalatore:(prima domanda) Il costo di gestione dell’impianto e come verrà finanziato? (Risposta) Se tutto o una parte verrà attraverso un aumento delle bollette. (secona domanda) E di quanto aumenterà il costo e chi lo pagherà? (Risposta) Saremo solo noi Elbani, mentre quelli della Val di Cornia saranno gli unici veri beneficiari in quanto per loro diminuirà assai l’emungimento nella loro zona, e ce pure da dire che molti pozzi in Val di Cornia e la conduttura sottomarina li abbiamo pagati noi.
Ora che la fusione tra le due Rio è in dirittura d' arrivo, c'è chi torna a parlare del Comune unico, c'è chi dice che va assolutamente realizzato e, quindi , allo scopo, che bisogna “ aprirsi”, che bisogna ragionare in modo nuovo, che bisogna avere una visione non conservatrice, e così via .
Ma basta, smettiamola con questi discorsi, che sono solo parole, nient' altro che parole, solo parole!
Voglio fare una riflessione. Siamo sicuri che tutto andrà meglio se ci sarà un Comune unico, siamo sicuri che, cambiando “ la formula”, spunterà- quasi magicamente- efficienza, amore per il popolo amministrato, e quindi una nuova visione delle cose, meravigliosa, straordinaria, super efficiente,di una modernità incredibile?
Quale è il problema perchè ci sia , finalmente, efficienza amministrativa? Lo sanno tutti, che il Sindaco e gli assessori locali, del singolo Comune, siano bravi, competenti, volenterosi. Niente altro. Se l' arredo urbano è trascurato, se il Comune si presenta all'inizio della stagione turistica, con aiole malmesse, senza fiori, con le erbacce che spuntano rigogliose, la colpa è solo degli eletti dal popolo in quel singolo Comune. Pensare che la formula “Comune unico” significhi risolvere tutti i problemi è- a mio avviso- abbastanza ridicolo. Se c'è un problema di erbacce o di marciapiedi malmessi o di pavimentazione sconnessa a Chiessi o Porto Azzurro o Capoliveri o Marina di Campo, la “formula Comune unico” non risolve, di per sé, proprio niente!
E' vero che l' unione fa la forza, questa regola è sempre stata vera, chissà che in futuro le cose non cambino. Si possono fare altre fusioni, esempio tra le due Marciana, ma non è così semplice farlo, occorrono situazioni particolari, volontà comune di tanta gente, etc. Al momento, credo che l' ipotesi Comune unico sia fantapolitica.
Egregio Sig. Coluccia
Lei insiste ma deve farsene una ragione , ha perso il referendum e non faccia come la volpe che non arrivava all'uva e diceva che era acerba.
Mi meraviglio , poi, che una persona come Lei non accetti quello che democraticamente i cittadini hanno deciso a prescindere dalle percentuali perché chi voleva esprimere il suo pensiero era libero di farlo.
Questa si chiama democrazia o forse si è dimenticato di ciò , eppure lei è stato inscritto in un partito che faceva di questa parola la forza trainante per tante battaglie , ma forse è caduto nell'oblio ... Le ricordo che ha perso si metta l'anima in pace e pensi alla salute.
Mi scuso con la redazione ma "quando ce vo ce vo"!
[COLOR=darkred][SIZE=5]PORTO O...CANTIERE ? [/SIZE] [/COLOR]
La domanda sorge spontanea .... dove sono gli organi di controllo e le associazioni ambientaliste o sedicenti tali che per molto meno si indignano e lanciano campagne come non ci fosse un domani..tutti sanno che esiste il divieto di fare cantiere nei porti e nelle rade dello Stato e c'è l'obbligo di fare cantiere in quei cantieri dove ci sono, o comunque ci devono essere, i recuperi di vapori, di acidi, di scarti di lavorazione insomma tutti i dispositivi di sicurezza che non è possibile approntare in luogo pubblico ... Qui va tutto in mare
E' proprio come dici tu. In quel negozio in cui hai comprato quell' oggetto 9 euro in più, se si fa eccezione per non più di due, sono di una sgarbatezza unica. Sembra che quando vai là gli dai noia, non ti guardano nemmeno in faccia: spicca per tutti l' addetto con gli occhiali al reparto telefonia, con quell' aria da saputello, che tratta quelli che non hanno dimistrichezza con questi telefoni di ultima generazione, con una sufficienza da ebete. Via girare le spalle e andare on-line. Ora però anche loro si sono attrezzati, hanno un dispositivo con il quale puoi ordinare ciò che ti interessa via web, ma a prezzi comunque maggiorati. Essendo ormai l' unico del settore, il negoziuo vende, ma devi tapparti il naso e chiudere gli occhi. "La direzione" poi brilla per incompetenza. Andiamo via web, è più conveniente e meno umiliante!
Non credo ci sia da stupirsi se i negozi chiudono. Parlando dei negozi che abbiamo qui, dai il buongiorno e non ti rispondono, arrivederci e grazie non esistono, chiedi un'informazione e rispondono male. E tutto è più caro. Un oggetto comprato all'euronics (con il prezzo attaccato su con un'etichetta, cosa che in continente non si vede perché i prezzi sono da listino) l'ho pagato 9 euro in più rispetto ad amazon.
Quando si lavora a contatto con la gente è necessario saperlo fare se no è ovvio che le persone comprino online.
Condivido con piacere l’iniziativa esposta dalla Fondazione Isola d’Elba nel post ‘L’acqua: l’oro blu dell’Elba’
e che ripropongo all’attenzione:
“La Fondazione sta valutando l’opportunità di organizzare un convegno / dibattito sulla situazione idrica dell’ Elba in collaborazione con le amministrazioni comunali e le varie autorità coinvolte. In questo modo, anche grazie agli interventi di relatori ed esperti, si potrà delineare il miglior percorso per l’ autonomia idrica dell’ isola, con l’obiettivo che le conclusioni del convegno diventino la base per la stesura di un documento programmatico chiarendo le necessità, i costi, i tempi e i rispettivi impegni.”
Spero fortemente che la valutazione dell’opportunità possa tradursi quanto prima in organizzazione concreta del convegno/dibattito.
Tre elementi qualificanti, a mio avviso, dovrebbero essere compresi nella scaletta del convegno e portati all’attenzione con convinzione ed argomentazioni ben strutturate e tecnicamente documentate:
1) Sensibilizzare l'utente, cittadino o imprenditore, sul consumo consapevole della risorsa idrica e contemporaneamente e sulla necessità strategica dell'ottimizzazione della distribuzione e della manutenzione. (Se è vero, che la rete idrica Elbana disperde il 45% dell’acqua che immette, si potrebbe dire, anche se con molta prudenza, che le risorse locali sarebbero quasi sufficienti a asoddifare le esigenze elbane)
2) Sensibilizzare le amministrazioni comunali, le imprese edili, gli architetti ed i geometri o geometroni che dir si voglia, i cittadini perché in occasione di ristrutturazioni, ove sia possibile evidentemente, si faciliti e si incentivi la costruzione di cisterne per la raccolta dell’acqua piovana da utilizzare per l’irrigazione ed i servizi Igienici. Si incentivi il ripristino delle vecchie cisterne che ancora esistono
3) Provare a simulare un nuovo scenario a cui tendere, immaginando una rete idrica ottimizzata efficace ed efficiente, un utente-consumatore più attento ed una riserva di acqua piovana da utilizzare per i servizi al posto di quella potabile distribuita dalla rete. Chissà che non salti fuori che non c’è alcun bisogno né di sventrare il Monte Capanne nè di dissalatori più meno contenuti. Male che vada, questi interventi che oggi a bocce ferme sono oggettivamente inevitabili oltre che molto impegnativi, ridisegnando il contesto considerato quanto indicato sopra, avremmo eventualmente a che fare con interventi infinitamente meno impegnativi ed impattanti e con cittadini molto piu consapevoli e collaborativi.
Saluti
Remigio da Varagine
Usa: record di chiusure negozi, stroncati da Amazon
8 novembre 2017, di Livia Liberatore
Nel 2017 i negozianti statunitensi hanno annunciato la chiusura di 6700 punti vendita in tutto il Paese. Si tratta di uno dei numeri più alti negli anni, che supera anche il record di 6163 chiusure verificatesi nel 2008, l’anno della crisi finanziaria. I dati sono stati diffusi dal think tank Fung Global Retail & Technology. A contribuire all’altezza della cifra l’annuncio della catena di farmacie degli Usa Walgreens che prevede di chiudere circa 600 negozi.
In Italia quando succederà? Se continueranno a chiudere i piccoli negozi cosa ne sarà dei paesi e/o quartieri di città?Sarà una continua disgregazione sociale.....e questo sarebbe il progresso? Il pesce grosso che mangia il più piccolo...il Ricco che diventerà sempre più ricco...la Ricchezza sarà sempre di più in mano a POCHI.......
BASTA
Dissalatore di Mola, ulteriori riflessioni numerico matematici
di Luciano Campitelli
Invito tutti i cittadini dell'Elba a leggere l'articolo su questo sito del geologo Luciano Campitelli a proposito del problema idrico all'Elba.Articolo pieno di dati scientifici dove emergono verità "nascoste" dai sostenitori del Dissalatore.
Sosteniamo queste tesi del geogolo che scrive con competenza e conoscenza del problema.
Faccio notare che il progetto Meneghin del 2005 per fare la galleria serbatoio , è scritto nel progetto, verrebbe a costare 105 milioni di euro ora siamo nel 2017 e i costi non credo scendano ma vanno a salire . Se non erro il progetto ASA costa 36 milioni di euro , ma di cosa stiamo discutendo.
E' come quando gioca la nazionale ci sentiamo tutti mister.
Sarebbe meglio approfondire bene la situazione con dati scientifici oggettivi , che in parte sono già disponibili e poi riflettere compiutamente prima di sparare cose che non stanno ne in cielo che in terra di problematiche che vengono affrontate tanto per parlare parlare parlare .
Ovvero il tempo passa e Berta non si marita.
[COLOR=darkblue][SIZE=4]DISSALATORE di MOLA ... ( Riflessioni ) [/SIZE] [/COLOR]
Da gennaio ad oggi si è assistito ad un comportamento di ASA - A.I.T. oscillante fra due momenti : uno imperniato sino a giugno sull’ allarme per la mancanza d’acqua all’Elba e per possibili razionamenti estivi , l’altro imperniato da giugno in poi nel tranquillizzare per il futuro l’opinione pubblica elbana con la proposta di dare immediata attuazione al progetto di un dissalatore a Mola e di una seconda condotta sottomarina che avrebbero risolto in via definitiva le gravi criticità idriche isolane . L’altalenante atteggiamento di “stop and go” di ASA (di una sottile finezza manageriale) ha avuto spazio sulla stampa locale , cartacea ed online , facendo emergere posizioni pro e contro il dissalatore .
n ( A ) Quanto testè premesso , ci ha indotti ad esercitarci a fare un’analisi numerico-matematica in termini idrico-quantitativi immaginando ipoteticamente realizzato il dissalatore . Qui di seguito riportiamo quanto dedotto .
n Dai dati disponibili del 2016 sappiamo che : (a) l’acqua potabile distribuita dagli acquedotti elbani è di circa 7,7 milioni di mc. /anno coincidente in via presuntiva con il fabbisogno medio idrico annuo ; (b) l’acqua di cui disponiamo annualmente deriva per il 47% da risorse locali (3,619 milioni di mc. d’acqua) e per il 53% dalla Val di Cornia (4,081 milioni di mc. d’acqua) mediante la condotta sottomarina che ha una portata massima di 148 l/sec. ;
n Lo sviluppo degli acquedotti elbani è di 460 km . così ripartiti : 190 km . come rete di adduzione ai depositi e 270 km . come rete di distribuzione all’utenza ;
n La rete di distribuzione ha una perdita che va oltre il 45% , equivalente ad una perdita d’acqua da rete distributiva dell’ordine minimo (per difetto) di 3,465 milioni di mc. d’acqua all’anno ,
Ne consegue che basterebbe che ASA tappasse tutte le falle della rete distributiva colabrodo per risolvere il problema del deficit idrico elbano ;
n Il dissalatore (1° straccio del LOTTO 1) darebbe 40 l/sec. producendo circa 1,25 milioni di mc. acqua/anno , oltre ad enormi quantità di salamoia , ingenti tonnellate di salamoia nel tempo ;
n Ne consegue che la produzione di acqua dal dissalatore non riuscirebbe non solo a coprire il fabbisogno idrico complessivo annuo , ma neanche il deficit ; se poi immaginassimo realizzato anche il II° stralcio del LOTTO I (giugno 2020) , la portata del dissalatore diverrebbe di 80 l/sec. in grado di dare allora complessivamente 2,5 milioni di mc. d’acqua all’anno del tutto insufficienti a coprire né il fabbisogno idrico annuo né il relativo deficit .
n Conseguenza di una oggettiva inconfutabilità è che : (a) stante la perdita da rete distributiva di circa 4,00 milioni di mc. d’acqua all’anno ; (b) stante il pressoché ormai permanente ultradecennale deficit idrico annuo dell’ordine medio rasentante i 4,00 milioni di mc. d’acqua /anno ; (c) stante l’estrema esiguità della produzione idrica annua pari a mc. 2,5 milioni di mc. d’acqua /anno dal dissalatore con portata da 80 l/sec. nella presunta concreta realizzazione a fine 2020 , il dissalatore di Mola non serve a risolvere il problema idrico elbano , che non è un’opera strategica , come si va sostenendo , né ci esonererà dalle ormai arcinote criticità idriche estive , e quindi dai razionamenti .
n Il fatto inaudito è che il gestore idrico si basa sull’assurdo assunto , mai dimostrato , che all’Elba non ci siano adeguate fonti di autoctono approvvigionamento idrico .
n Siccome un unico dissalatore a Mola da 80 l/sec. non basta a coprire il 53% d’acqua che giunge dalla Val di Cornia né tantomeno a coprire neanche il deficit annuo medio complessivo dell’Elba e quindi a non consentire mai all’Elba concreta autonomia idropotabile , ASA ed A.I.T. propongono un secondo dissalatore simil-Mola . Nel 2011 ASA aveva programmato un piano di 21 invasi collinari sul territorio elbano , poi naufragato dopo l’esito fallimentare di quello del Condotto , non vorremmo pensare che oggi ci si accinga a programmare per l’Elba anche un piano di dissalatori che verrebbero definiti opere strategiche per una reale autonomia idrica elbana . Alla luce di quanto già accaduto in un recente passato con gli invasi collinari , nulla diventa impossibile .
n Esiste anche un non secondario problema gestionale per cui i 5 pozzi che , finanziati dalla Regione , saranno realizzati nei prossimi mesi serviranno di fatto a sostituire altrettanti equivalenti pozzi ormai resi largamente improduttivi . Infatti, la gestione dei campi pozzi dell’Elba si è concretizzata nel loro erroneo uso per cui , contrariamente a quanto avvenuto, avrebbero dovuto essere tenuti sempre a portata costante per impedire che , altrimenti , i pozzi finissero con l’esaurire la loro funzione , divenendo improduttivi .
n Risulta che il fabbisogno idrico elbano supera la disponibilità idrica media in particolar modo per quanto riguarda il carico massimo che si verifica nel periodo estivo. Siccome il calcolo del fabbisogno idrico , medio e di punta , è direttamente proporzionale alla popolazione residente e fluttuante ed alla dotazione idrica pro-capite , quando , come nel caso dell’Elba , si passa da una popolazione invernale , stanziale e fluttuante , di circa 35.000 persone ad una di circa 350.000 , fra stanziali e turisti , ne deriva a nostro avviso che il fabbisogno di punta estivo teso ad impedire i razionamenti dovrebbe essere correlato ad una portata complessiva non inferiore a 600 l/sec almeno nei mesi di luglio ed agosto , portata che non sarà mai raggiunta neanche lontanamente con la realizzazione di due dissalatori n ( B ) In una lunga intervista a tutta pagina del Telegrafo del 24 ottobre scorso rilasciata dall’ A.I.T. ( pagina 24 Cronaxhe Acqua e Ambiente) dal titolo “le dieci risposte dell’Autorità Idrica sul dissalatore” , l’ottava domanda è formulata (sic) : “cos’è un’opera di interesse pubblico” a cui l’A.I.T. risponde (sic) : “è un’opera che serve a tutti i cittadini , a tutta la comunità e risponde a criteri di servizio pubblico . Può contrastare con interessi privati molto localizzati” .
Stante il senso in sé lodevole ed in tutto condivisibile della risposta data al giornalista intervistatore , si chiede all’ A.I.T. e ad ASA di dire se il cosiddetto laghetto del Condotto a Portoferraio è a loro avviso un’opera di interesse pubblico che serve ai cittadini di Portoferraio e dell’intera comunità elbana e se risponde di conseguenza a criteri di interesse pubblico . Nel caso del cosiddetto laghetto collinare del Condotto siamo lontani anni luce dal senso insito nell’ottava risposta dell’ A.I.T. . E’ un’opera costata qualche milione di euro di danaro pubblico dal risultato pratico di funzionalità idrica del tutto inesistente tant’è che , iniziati i lavori il 06/12/212 da terminare entro il 02/10/2013 , ad oggi non ha dato , né forse darà mai , neanche una goccia d’acqua mentre era stato spacciato per un invaso collinare multifunzionale per uso irriguo ed idropotabile che avrebbe risolto i problemi idrici di Portoferraio e dell’Elba in via definitiva . La sconcertante vicenda del Condotto non può essere liquidata come finora fatto col più assordante silenzio in merito .
Ora viene con ferrea determinazione di ASA ed A.I.T. prospettato un progetto pressoché già esecutivo per la realizzazione di un dissalatore ad osmosi inversa ( RO ) nella piana di Mola , cioè un vero e proprio impianto industriale del costo iniziale di costruzione aggirantesi sui 15 milioni di euro di danaro pubblico che indurrà indiscussi effetti negativi sul piano ambientale , marino e terrestre . Le ingenti tonnellate di salamoia prodotta dal dissalatore andranno a depositarsi sul fondale marino sotto forma di strati di sale molto spessi nel tempo , si formerà cioè sul fondale marino un bianco pavimento sottomarino che altererà profondamente lo stato odierno di salute del mare .
Il dissalatore di Mola non è altro che un’improvvida estemporanea ed inefficace soluzione ancorché minimale per conferire reale concreta autonomia idropotabile all’Elba e conseguentemente a nostro avviso “ non s’ha da fare” .
Nel breve-medio periodo occorre realisticamente :
n mantenere attiva l’attuale condotta sottomarina ;
n investire da subito ingenti importi per rimediare alle diffusissime falle della rete distributiva ;
n implementare l’attuale apporto idrico autoctono locale mediante un serio studio geologico-idrogeologico che dia conto oggettivo delle potenziali riserve idriche di superficie e di sottosuolo dell’Elba .
Nel medio-lungo periodo va individuata una soluzione strategica che si basi su consolidate metodiche acquedottistiche tecnico-geologico-ingegneristiche che sia per l’Elba foriera di definitiva autonomia idrica . Una possibile soluzione può consistere nella realizzazione di una “galleria-serbatoio sotterranea sul Monte Capanne” ( progetto Meneghin ) .
Continuo a riflettere sul futuro della nostra Isola e penso che sia già scritto nella storia del nostro passato. Niente cambia e niente cambierà. Resta in essere un problema culturale consolidato e diventato tale ormai da decenni. Ne ho parlato altre volte e anche in forma provocatoria. Secondo me abbiamo scelto, magari inconsciamente di non crescere, ci fa paura diventare maggiorenni, prendere coscienza del mondo che cambia, che brucia i tempi e che conseguentemente il futuro sarà esclusivamente di chi riuscirà tenere il passo. Le cause possono essere diverse, materia per psicologi, sociologi, e perché no anche per i politici che comunque non ci aiutano ad uscire da tanto impasse.
Perché, ripeto questo malessere cui ho già fatto cenno altre volte, perché siamo anche un po’ inconcludenti, nessuna rivendicazione ha mai l’avallo di tutto il territorio. L’Elba ha sempre contato poco, al di la di essere una mucca da mungere, la sua forza elettorale è insignificante, figuriamoci quando poi il territorio non incontra una comunione di intenti che, invece, dovrebbe essere fortissimamente ricercata, proprio per il motivo appena citato. Quindi vorrei far passare l’idea che forse le responsabilità non sono sempre dell’altro. Qualche volta occorre l’umiltà di guardarsi allo specchio e riconoscere la nostra inefficacia o, inefficienza? I temi da citare sarebbero troppi, nel tempo ne ho affrontati diversi, quindi sorvolo, ma gli ultimi due mi hanno colpito vorrei ricordarli a chi mi legge.
Il primo: il bando di gara scaduto per la continuità territoriale aerea. Come è possibile che nessuno abbia pensato in tempi utili a sollecitare il Ministero? Adesso i voli sono sospesi, e penso che anche la Silvair Air, che negli ultimi 3 anni aveva mantenuto la continuità territoriale ne stia soffrendo. I tanti elbani, ormai possiamo dirlo, che avevano scoperto questo facile e veloce mezzo di collegamento dovranno farne a meno. Dopo le lungaggini burocratiche speriamo che i collegamenti possano riprendere prima della prossima stagione estiva. Due importanti categorie sicuramente ne soffriranno più di altre, sono gli studenti e i bisognosi di cure specialistiche che usufruivano anche di particolari tariffe concordate con i Comuni di residenza. Il secondo tema, fortunatamente non ancora in vigore, lascerebbe spazio per una decisa protesta che veda finalmente schierata tutta l’Elba. E’ di questi giorni la notizia che l’assessore alla sanità dott.sa Saccardi aspirante alla presidenza della Regione, ha presentato un progetto che penalizza tutta la ASL nord ovest, particolarmente la nostra insularità, aggravando di fatto i già pesanti sacrifici di noi elbani. Questa folle iniziativa, se così si realizzasse, ci costringerebbe, per interventi di ordinaria piccola chirurgia, quindi anche per ernie, appendiciti, cataratte in Ospital-day etc. a trasferirci a Volterra. Auguriamoci che si giunga in tempo e che questa volta si possa chiudere la stalla prima della fuga dei buoi.
Sergio Bicecci
Sig. Marcello Meneghin, sono con Lei!!! Lei è fra le poche persone sensate che affrontano il problema con logica, dimostrando con i numeri, la risoluzione e la fattibilità di un progetto. Tutti quelli che blaterano senza cognizioni di causa, se da una parte sono divertenti nella loro ignoranza, dall'altra, orientano negativamente l'opinione pubblica, facendo prevedere cose catastrofiche ed allarmistiche tali da giustificare qualsiasi soluzione, anche quella più dannosa per l'Elba pur di risolvere il problema. Quando la POLITICA tratta il problema acqua, sa solo dire: l'Elba per la sua autosufficienza, ha bisogno di 8 milioni di m3 d'acqua e siccome ne mancano 4, questi quattro, bisogna produrli con mezzi diversi ( dissalatore). Non si sforzano neppure minimamente o, volendo essere maligni, non fa loro comodo, di far comprendere alla gente la realtà delle cose. Come si fa a moltiplicare un fabbisogno di punta, stagionale, per 365 giorni come se quel fabbisogno fosse lineare e per tutto l'anno? Lei che ha molte più capacità di me, insista nel far conoscere attraverso "Camminando" le menzogne che i signori politici ci elargiscono gratuitamente. Loro, attueranno, come hanno sempre fatto, i loro progetti in modo dispotico e tracotante ma non potranno dire di averci portato al pascolo come pecoroni.
allora il sig meneghin l'ha spiegato mille volte,il granito frantumato(sabbia) finirebbe sulle spiagge, e poi le talpe arrivano smontate e vengono rimontate sul posto
@Down campo a Prianti
Scusi, ma non crede che il buon Fabrizio e tutti coloro che lo aiutano non so quanti sono, spero tanti visto quel che gli chiediamo giornalmente, ma nel caso specifico, oltre far sapere a tutti che il comune di Campo ha il sito che non funziona, se proprio uno vuole che le cose vengano rimesse a posto, non sarebbe meglio buttare via pochi centesimi e fare una telefonata al comune?
O forse è già stato fatto e non ci sono stati risultati? beh! nel caso era bene farlo presente, comunque provi a farlo se non lo ha fatto, mio nonno diceva
Chi vuole il suo Crristo se lo preghi, Sante parole nonno.