Col 12 dicembre siamo entrati nel dodicesimo mese da che a Campo il ponte della Bonacceta sul fosso degli Alzi è stato demolito e ricostruito. Però a oggi è ancora chiuso da robuste reti di cantiere.
Nove mesi di lavoro a rilento poi il miracolo è avvenuto nell'ottobre scorso quando sono stati eseguiti una buona metà dei lavori in cemento armato.
Novembre è stato il mese delle rifiniture e dei sottoservizi (Enel Telecom e dorsale idrica ASA) da ricollocare al loro posto. ASA (intelligentemente) ora scavalca il fosso degli Alzi su mensole esterne e non più interrata sotto ll'asfalto.
Ma certo fra tutti si sono fatti desiderare. Più che il ponte della Bonacceta lo hanno fatto diventare il Ponte dei sospiri, come a Venezia.
In questi giorni è arrivato il pietrisco per la nuova carreggiata e si aspetta l'asfaltatura. Si vedono già le macchine a caldo che -si spera prima di Natale- lavoreranno sul breve tratto del Ponte.
Gli Amministratori campesi non hanno mai voluto riconoscere il disagio degli abitanti ed ospiti estivi di mezzo centro storico campese (il Porto), della zona del Vapelo, degli Albarelli e di via delle Ginestre costretti a lunghe deviazioni, su strade inadatte e strette come via del Prato a Righetto, o addirittura passando dal Pozzo al moro, per raggiungere le proprie abitazioni, un albergo, un ambulatorio medico, il posteggio del Vapelo che serve tutto il centro storico, un quartiere PEEP, oltre agriturismi, imprese commerciali della zona ed altro. Come le attività commerciali di viale Pietri diventata una via senza sbocco.
Nessuno, in dodici mesi, degli Amministratori e dell'Opposizione ha mai chiesto alla ditta esecutrice (elbana) o all'appaltatore che aveva vinto la gara (una Cooperativa di Reggio emilia, per un importo di € 525.349,88), perchè per lunghi mesi quasi nessuno lavorava al cantiere. O perchè hanno impiegato tre mesi per spostare provvisoriamente sull'argine del fosso degli Alzi, i cavi di Enel e Telecom e i tubi ASA , prima di cominciare la demolizione e la ricostruzione vera e propria.
Questo probabilmente perché il Centro storico campese è (in Consiglio Comunale) senza babbo e senza mamma. Gli assessori che contano, i consiglieri e pure i due capi dell'opposizione campese sono per lo più o Secchetai o Sanpieresi. Loro passano da altre strade, altri ponti. Il Sindaco? Non pervenuto.
Ma ormai siamo a Natale e se davvero i lavori sono quasi finiti, possiamo anche essere buoni, come lo siamo stati finora.
Certo, alle prossime elezioni, i Campesi di giù sarebbe bene che proponessero e votassero anche qualche persona del Porto, non solo Secchetai e Sanpieresi.
Al momento del bisogno i risultati si sono visti: ognuno l'acqua al suo mulino e alla sua spiaggia. Il resto non gli è interessato minimamente.