( dal Messaggero )
LATINA (12 gugno) – A Ponza non si attracca. La Procura della Repubblica di Latina ha infatti messo sotto sequestro nove dei dieci pontili che consentono alle imbarcazioni da diporto di approdare all’isola. Barche in rada quindi, visto che in porto non c’è più spazio, esposte alle bizze del vento e del mare che, quando si gonfiano, da queste parti, mettono a dura prova le capacità marinaresche dei diportisti. I carabinieri ieri pomeriggio si sono presentati dai titolari dei pontili galleggianti per notificare l’ordinanza della Procura e per impedire, con cartelli e nastri biancorossi, ogni attività.
Il tutto alla vigilia del primo vero week-end, e di una gara nazionale di pesca d’altura, con imbarcazioni già attraccate e altre che avevano prenotato l’ormeggio per il fine settimana.
”No barche? No money“. E sull’isola è scoppiata la rivolta, non solo dei titolari dei pontili ma anche di ristoratori, commercianti, agenzie immobiliari che prevedono magri guadagni. «Se la gente non può approdare, non viene a Ponza ma se ne va da qualche altra parte» dicevano ieri molti operatori inferociti che hanno subito affollato la piazzetta sotto il Comune per protestare con il sindaco Pompeo Porzio. Il motivo del provvedimento? Il posizionamento dei “corpi morti” quei blocchi di cemento che servono per tenere ancorati i pontili e per ormeggiare le imbarcazioni. Siccome erano stati posizionati (per evidenti motivi tecnici) al di fuori delle aree in concessione per vent’anni erano stati autorizzati dalla Capitaneria fin quando la competenza è passata al Comune, ma l’ordinanza con la quale il sindaco replicava la vecchia autorizzazione non è più stata ritenuta valida. «Noi abbiamo fatto rientrare per quanto possibile i corpi morti e pagato quanto ci era stato richiesto – dicono gli operatori – e ora ci vediamo bloccare l’attività nel pieno della stagione. Ma a Ponza, con il Levante che spazza l’isola, diventa anche un problema di sicurezza poter ancorare adeguatamente le imbarcazioni».
In effetti, visto che è ormai più di un anno che gli accertamenti erano stati avviati, il provvedimento preso a inizio stagione appare troppo penalizzante in relazione all’eventuale abuso contestato. Anche la motivazione del danno ambientale sembra fragile. «I blocchi stanno lì da più di vent’anni – dicono gli operatori – e sono ormai insabbiati e integrati con i fondali». E inoltre, sostengono, la contestazione poteva essere fatta a maggio, quando i pontili sono stati posizionati (a fine stagione vengono smontati) e a quest’ora sarebbe stato tutto risolto senza i gravi danni che oggi questo provvedimento comporta.
Il sindaco Pompeo Porzio è sceso a parlare con gli operatori assicurando che oggi stesso avrebbe chiesto alla Procura la revoca del provvedimento, altrimenti bloccherà l’isola visto che anche i pescherecci, i traghetti e gli aliscafi utilizzano per l’ormeggio corpi morti disseminati sui fondali del porto e della rada antistante. Se sono illegali gli uni lo sono anche gli altri. Si profila un ulteriore scontro di poteri. E intanto ieri molte imbarcazioni hanno lasciato l’isola.