da
Greesp
pubblicato il 15 Giugno 2009
alle
14:30
Gli elementi probatori emersi dall’indagine dibattimentale espletata hanno consentito di fare luce:
[SIZE=1]sulla posizione assunta da Marcello Dell’Utri nei confronti di esponenti di “cosa nostra”, sui contatti diretti e personali con alcuni di essi (Bontate, Teresi, oltre a Mangano e Cinà), sul ruolo ricoperto dallo stesso nell’attività di costante mediazione, con il coordinamento di Cinà Gaetano, tra quel sodalizio criminoso, il più pericoloso e sanguinario nel panorama delle organizzazioni criminali operanti al mondo, e gli ambienti imprenditoriali e finanziari milanesi con particolare riguardo al gruppo
FININVEST;
sulla funzione di “garanzia” svolta nei confronti di Silvio Berlusconi, il quale temeva che i suoi familiari fossero oggetto di sequestri di persona, adoperandosi per l’assunzione di Vittorio Mangano presso la villa di Arcore dello stesso Berlusconi, quale “responsabile” (o “fattore” o “soprastante” che dir si voglia) e non come mero “stalliere”, pur conoscendo lo spessore delinquenziale dello stesso Mangano sin dai tempi di Palermo (ed, anzi, proprio per tale sua “qualità”), ottenendo l’avallo compiaciuto di Stefano Bontate e Teresi Girolamo, all’epoca due degli “uomini d’onore” più importanti di “cosa nostra” a Palermo; sugli ulteriori rapporti dell’imputato con “cosa nostra”, favoriti, in alcuni casi, dalla fattiva opera di intermediazione di Cinà Gaetano, protrattisi per circa un trentennio nel corso del quale Marcello Dell’Utri ha continuato l’amichevole relazione sia con il Cinà che con il Mangano, nel frattempo assurto alla guida dell’importante mandamento palermitano di Porta Nuova, palesando allo stesso una disponibilità non meramente fittizia, incontrandolo ripetutamente nel corso del tempo, consentendo, anche grazie a Cinà, che “cosa nostra” percepisse lauti guadagni a titolo estorsivo dall’azienda milanese facente capo a Silvio Berlusconi, intervenendo nei momenti di crisi tra l’organizzazione mafiosa ed il gruppo FININVEST (come nella vicenda relativa agli attentati ai magazzini della Standa di Catania e dintorni), chiedendo al Mangano ed ottenendo favori dallo stesso (come nella “vicenda Garraffa”) e promettendo appoggio in campo politico e giudiziario.
Queste condotte sono rimaste pienamente ed inconfutabilmente provate da fatti, episodi, testimonianze, intercettazioni telefoniche ed ambientali di conversazioni tra lo stesso Dell’Utri e Silvio Berlusconi, Vittorio Mangano, Gaetano Cinà ed anche da dichiarazioni di collaboratori di giustizia; la pluralità dell’attività posta in essere, per la rilevanza causale espressa, ha costituito un concreto, volontario, consapevole, specifico e prezioso contributo al mantenimento, consolidamento e rafforzamento di “cosa nostra” alla quale è stata, tra l’altro, offerta l’opportunità, sempre con la mediazione di Marcello Dell’Utri, di entrare in contatto con importanti ambienti dell’economia e della finanza, così agevolandola nel perseguimento dei suoi fini illeciti, sia meramente economici che, lato sensu, politici. Non c’è dubbio alcuno, alla luce delle considerazioni che precedono e di tutto quanto oggetto di analisi nei singoli capitoli ai quali si rinvia, che le condotte tenute dai prevenuti si sussumono nelle fattispecie previste e sanzionate dagli artt. 416 e 416 bis c.p. delle quali ricorrono tutti gli elementi costitutivi.
Ma ricorrono, anche, le contestate aggravanti di cui ai commi 4° e 6° dell’art. 416 bis c.p. Ed invero, la sussistenza di tali aggravanti va ritenuta qualora il reato de quo sia contestato agli appartenenti ad una “famiglia” aderente a “cosa nostra” od al concorrente esterno, in quanto l’esperienza storica e giudiziaria consentono di ritenere il carattere armato di detta organizzazione criminale (Cass. 14.12.99, D’Ambrogio, CP 01,845) e la sua prerogativa di operare nel campo economico utilizzando ed investendo i profitti di delitti che tipicamente pone in essere in esecuzione del divisato programma criminoso (Cass. 28.1.00, Oliveti, CED 215908, CP 01, 844).
TRATTAMENTO SANZIONATORIO
Per quanto attiene alla determinazione della pena, tenuti presenti i parametri ed i criteri direttivi di cui all’art. 133 c.p., le condotte di Gaetano Cinà, consapevoli e reiterate nel tempo, devono essere sanzionate con una pena che il Collegio ritiene congruo quantificare in anni sette di reclusione, in considerazione della continuità del suo apporto a “cosa nostra”, alla quale è stato organico nei termini sopra evidenziati, dell’importante risultato, economico e non, conseguito dall’organizzazione, grazie alla sua costante disponibilità, consistita nel coltivare il suo rapporto di amicizia con Marcello Dell’Utri anche in una dimensione illecita e funzionale alle richieste ed esigenze degli uomini d’onore della “famiglia” di riferimento e dei capi del sodalizio. (pena così determinata:, anni sei, mesi sei di reclusione per il reato di cui all’art. 416 bis c.p. aggravato, aumentata di mesi sei di reclusione ex art. 81 c.p.
Per quanto attiene a Marcello Dell’Utri, la pena deve essere ancora più severa e deve essere determinata in anni nove di reclusione, dovendosi negativamente apprezzare la circostanza che l’imputato ha voluto mantenere vivo per circa trent’anni il suo rapporto con l’organizzazione mafiosa (sopravvissuto anche alle stragi del 1992 e 1993, quando i tradizionali referenti, non più affidabili, venivano raggiunti dalla “vendetta” di “cosa nostra”) e ciò nonostante il mutare della coscienza sociale di fronte al fenomeno mafioso nel suo complesso e pur avendo, a motivo delle sue condizioni personali, sociali, culturali ed economiche, tutte le possibilità concrete per distaccarsene e per rifiutare ogni qualsivoglia richiesta da parte dei soggetti intranei o vicini a “cosa nostra”.
Si ricordi, sotto questo profilo, anche l’indubitabile vantaggio di essersi allontanato dalla Sicilia fin dagli anni giovanili e di avere impiantato altrove tutta la sua attività professionale. Ancora, deve essere negativamente apprezzata la già sottolineata importanza del suo consapevole contributo a “cosa nostra”, reiteratamente prestato con diverse modalità, a seconda delle esigenze del momento ed in relazione ai singoli episodi esaminati nei precedenti capitoli.
Inoltre, il Collegio ritiene assai grave la condotta tenuta dall’imputato nel corso del processo, avuto riguardo al tentativo di inquinamento delle prove a suo carico, così come risulta dimostrato dalla disamina della vicenda “Cirfeta-Chiofalo”, come pure la circostanza che egli, contando sulla sua amicizia con Vittorio Mangano, gli abbia chiesto favori in relazione alla sua attività imprenditoriale, come emerge dall’analisi della vicenda “Garraffa”.
Infine, si connota negativamente la sua disponibilità verso l’organizzazione mafiosa attinente al campo della politica, in un periodo storico in cui “cosa nostra” aveva dimostrato la sua efferatezza criminale attraverso la commissione di stragi gravissime, espressioni di un disegno eversivo contro lo Stato, e, inoltre, quando la sua figura di uomo pubblico e le responsabilità connesse agli incarichi istituzionali assunti, avrebbero dovuto imporgli ancora maggiore accortezza e rigore morale, inducendolo ad evitare ogni contaminazione con quell’ambiente mafioso le cui dinamiche egli conosceva assai bene per tutta la storia pregressa legata all’esercizio delle sue attività manageriali di alto livello. (pena così determinata: anni otto e mesi sei di reclusione per il reato aggravato di cui all’art. 416 bis c.p., elevata di mesi sei di reclusione per art. 81 c.p.).
I due imputati vanno condannati, altresì, al pagamento in solido delle spese processuali ed il Cinà Gaetano anche a quelle del suo mantenimento in carcere durante la custodia cautelare, nonchè entrambi vanno dichiarati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici ed in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena.
Alla condanna consegue per legge e, in ogni caso, anche in relazione all’intrinseca pericolosità desunta dalle considerazioni che precedono, l’applicazione a ciascuno degli imputati della misura di sicurezza della libertà vigilata per la durata di anni due (tenuta presente la gravità dei reati contestati), da eseguirsi dopo che la pena è stata scontata o è altrimenti estinta.
Infine, entrambi gli imputati vanno condannati in solido: al risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede, in favore delle costituite parti civili, Provincia Regionale di Palermo e Comune di Palermo, rigettando le richieste di pagamento di provvisionali immediatamente esecutive; al pagamento delle spese processuali sostenute dalle medesime parti civili che si liquidano in complessivi euro ventimila per il Comune di Palermo ed euro cinquantamila per la Provincia di Palermo, somme comprensive di onorari e spese. In considerazione della particolare complessità della stesura della motivazione, dovuta alla gravità delle imputazioni ed alla notevolissima mole degli atti processuali acquisiti, si indica in novanta giorni il termine per il deposito della sentenza.
DICHIARA
DELL’UTRI MARCELLO e CINA’ GAETANO colpevoli dei reati loro rispettivamente contestati e, ritenuta la continuazione tra gli stessi,
CONDANNA DELL’UTRI MARCELLO alla pena di anni nove di reclusione e CINA’ GAETANO alla pena di anni sette di reclusione ed entrambi, in solido, al pagamento delle spese processuali, nonché il CINA’ anche a quelle del proprio mantenimento in carcere durante la custodia cautelare.
Visti gli artt. 28, 29,32 e 417 c.p.,
DICHIARA
Entrambi gli imputati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici, nonché in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena.
APPLICA
A ciascuno degli imputati la misura di sicurezza della libertà vigilata per la durata di anni due, da eseguirsi a pena espiata.
Visti gli artt. 539 e 541 c.p.p.,
CONDANNA
Entrambi gli imputati in solido al risarcimento dei danni in favore delle costituite parti civili, Provincia Regionale di Palermo e Comune di Palermo, da liquidarsi in separato giudizio, rigettando le richieste di pagamento di provvisionali immediatamente esecutive.
Condanna, infine, gli imputati in solido al pagamento delle spese sostenute dalle medesime parti civili che liquida in complessivi euro ventimila per il Comune di Palermo ed euro cinquantamila per la Provincia
Regionale di Palermo, somme comprensive di onorari e spese.[/SIZE]
da
INGENUO
pubblicato il 15 Giugno 2009
alle
14:18
Il motivo?
L'unico che rivuole Parigi come consulente è il Lungo.
Quale sarà il motivo??
Mah!?
Qualcuno più scafato di me sa darmi una risposta?
da
Tamarro
pubblicato il 15 Giugno 2009
alle
14:01
da
DESTRORSO
pubblicato il 15 Giugno 2009
alle
13:50
***********************************
Alberghi di lusso e Blackberry, il figlio di Fidel Castro "beffato" da una love story in chat15 giugno 2009. Non desterà scalpore tra i tanti "delusi" dagli amori in chat, ma di certo la storia ha messo in serio imbarazzo il regime "proibizionista" di Fidel Castro. E così a Cuba, dove ai più è interdetto l'uso di Internet, una finta colombiana di 40 anni ha sedotto e poi beffato il figlio playboy del Lider Maximo. Dopo otto mesi di scambi sempre più infuocati, tra email e chat, la bella colombiana si è infatti è rivelata un prankster di Miami, di nome Luis Dominguez, e ha umiliato pubblicamente Lothario, il figlio di Castro, mostrando le tante contraddizioni del regime.Mostratata l'ipocrisia del regime – Dominguez, che è nativo di Cuba, ha raccontato di aver orchestrato la "beffa" per mostrare l'ipocrisia di un Paese i cui governanti si concedono dei lussi a cui il popolo non ha alcun accesso. "Mentre a molti cubani era vietato l'accesso agli internet caffè dell'Avana, lui aveva un Blackberry e un accesso illimitato a internet", ha spiegato Dominguez al Miami Herald, che oggi pubblicava una trascrizione delle conversazioni via chat fra "Claudia", questo il nome della falsa innamorata colombiana, e Lothario.Per lui alberghi di lusso e capi griffati – Telefonini super lusso, Internet "alway on" e non solo. Nelle sue infuocate e-mail, Il figlio di Castro, 40 anni, parla di fine settimana trascorsi nella nota località turistica di Varadero a Cuba, di acquisti di capi d'abbigliamento griffati e dei suoi viaggi intorno al mondo come medico della squadra di baseball cubana. E invita caldamente "Claudia" a raggiungerlo a Cuba, nonostante sia ufficialmente fidanzato con una 26enne produttrice televisiva dell'Avana.
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Il mi' babbo mi diceva sempre che il motto dei sinistrorsi è: "quel che è tuo è mio e quel che è mio è mio".
CONFERMATO!!!
😎
da
amico di povia
pubblicato il 15 Giugno 2009
alle
13:22
Con immenso piacere sono lieto di comunicare a tutti gli Elbani (anche a quelli che gli dicevano di andare a zappare le vigne!!!!) del Grandissimo riconoscimento che stasera il cantautore in parte elbano ricevera' direttamente dal Grandissimo Mogol !!!! :)))))
da
Il Marchese
pubblicato il 15 Giugno 2009
alle
12:50
Non scendete a compromessi, noi non lo vogliamo.
Chiedete solo che sia riprestinato tutto come e' sempre stato.
Mi raccomando, dimostrate che gli elbani che veramente devono rappresentare il popolo sanno fare il loro lavoro.
Rocchi Sauro, ti conosco bene, non so se navighi ma spero che nel caso tu non fossi un ottimo frequentatore di Internet qualcuno vicino a te , ti riporti questo pensiero.
Confido molto in te , sappi far valere le nostre ragioni, non avere/abbiate paura di nulla, l'Elba forse per la prima volta e' tutta con voi, senza distinzioni di colori politici o roba varia.Siamo tutti uniti per lo stesso ideale.
Aspetto vostre notizie dal continente.
Come diceva il Marchese del grillo:Perche' io so io, e voi nun siete un c….( ma nel nostro caso, PERCHE' NOI SIAMO NOI, E VOI NU SIETE……)
Alta la bandiera dell'ISOLA D'ELBA.
ALTE VOLERANNO LE NOSTRE TRE API
da
W gli sposi!
pubblicato il 15 Giugno 2009
alle
12:17
da
M.M.
pubblicato il 15 Giugno 2009
alle
12:02
YURI ma la macchina pulisci/spiaggia esiste ancora a Campo?
La spiaggia è in condizioni pietose…..
da
Ri Assessori
pubblicato il 15 Giugno 2009
alle
10:43
da
PICCOLO APPNUTO
pubblicato il 15 Giugno 2009
alle
10:39
E' vero.
L'unico neo si è verificato ai giardini delle Ghiaie.
Infatti, non si capisce perché venivano venduti panini con salsiccia, antipasti e dolci senza mettere in vendita le bevande. Incomprensibile.
C'era molta gente che brontolava
da
DIMONIOS
pubblicato il 15 Giugno 2009
alle
10:15
Ieri pomeriggio ho avuto la fortuna di assistere ad uno spettacolo mai visto prima, mi veniva la pelle d'oca a vedere quei bambini di soli 7-8 anni cavalcare quei cavalli e compiere delle acrobazie bellisime.
GRAZIE GRAZIE GRAZIE.
Come sempre orgoglioso di essere sardo come lo sono di essere elbano.
Un grazie anche alla numerosa cittadinanza portoferraiese a all'amminiztrazione.
Aio' Dimonios avanti e forza paris!!!
da
bruno paternò
pubblicato il 15 Giugno 2009
alle
9:01
Caro Beneforti ( già il tuo nome è una garanzia di successo, non solo Bene ma anche Forti ! )
sei stato veramente geniale,come già avevi dimostrato in mille altre occasioni e commenti.
Del tritolo non mi interessa ma la foto di Yuri ignudo …. mi intriga. Vorrei scroprire se ha dei .. falli, nelsenso politico della parola, naturalmente …
da
meno egoismo
pubblicato il 15 Giugno 2009
alle
8:35
Ricordo a chi si e' dimenticato che in piazza della Repubblica c'e' stato un bravo ragazzo che lavorava molto bene con il suo Anaconda e grazie anche alla nostra amministrazione ha dovuto chiudere, ora dico io, facciamoli suonare un po' tutti, ma diamo loro il permesso SOLO PER PIANO BAR.
Nella tanto conosciuta Romagna con un bar attaccato ad un'altro tutti fanno la loro musica senza darsi fastidio a vicenda. Il cittadino che la mattina ha la sveglia alle 5 e mezza e vive vicino ad un angolo non puo' cambiare casa, ci vuole solo un po' d'intelligenza e meno EGOISMO se non vuole ritrovarsi a fare la fine dell'Anaconda
da
Assessori
pubblicato il 15 Giugno 2009
alle
8:22
Mi auguro che siano e rimangano solo illazioni.
Vorrei solo ricordare le parole del Dott.Barbetti:
"amministreremo con i cittadini, per i cittadini, consultando i cittadini su ogni scelta che effettueremo"!!!!!!!!!!
Inutile dire che coloro vi hanno posto la faccia ed il sedere, hanno pieno diritto e meritano piena fiducia!!!
Questo vorrebbe dire prendere per i fondelli gli stessi interessati, oltre a quei milletrecento cittadini che hanno apposto il loro consenso su una lista fatta di nomi e cognomi.
L' unico nome che circolava era quale esterno, quello di Marcello Galerotti, presumibilmente allo sport.
Il resto è pura follia.!!!!!
Barbetti non ci faccia rimpiangere niente, questa rappresenta anche per Lei una ultima prova. Grazie.
da
GRANDE LA COMUNITA' SARDA ALL'ELBA
pubblicato il 15 Giugno 2009
alle
8:18
DIRE CHE E' STATO STUPENDO E' RIDUTTIVO, BRAVI RAGAZZI GRAZIE PER TENER ALTE LE VOSTRE BELLE E ANTICHE TRADIZIONI,CONTINUATE COSI'.
UN CALOROSO GRAZIE VA AI NOSTRI CONCITTADINI ORMAI ELBANI, GRAZIE A PATRIZIA A CLAUDIO MONNI INSOMMA MI FERMO QUI PER NON DIMENTICARE NESSUNO.
SONO DISPIACIUTA PER CHI SI E' PERSA QUESTO MERAVIGLIOSO SPETTACOLO.
ALL'ORGANIZZAZIONE TUTTA UN GRANDE APPLAUSO.
da
Cosimo de Medici
pubblicato il 15 Giugno 2009
alle
7:39
Il nuovo orario, che sarà effettuato fino al 31 agosto, è il seguente:
da [COLOR=darkblue]LUNEDI’ a SABATO 17:00 – 21:00 [/COLOR]
Per informazioni sugli abbonamenti rivolgersi alla segreteria telefonando al numero 0565/944024.
da
MEDUSA BEACH
pubblicato il 15 Giugno 2009
alle
5:55
SE E' VERO L'ALLARME LANCIATO DAGLI ESPERTI E SE ARRIVANO ANCHE DA NOI…. SAREBBE LA MAZZATA FINALE!
🙁 🙁
da
Gian Piero
pubblicato il 15 Giugno 2009
alle
5:05
Oltre ad essere una brutta presentazione per le persone che percorrono questo sentiero c'è anche un inquinamento delle acque della vallata.
Sperando di aver fatto cosa gradita confido che chi sa a chi spetta la riparazione ne venga messo al corrente.
da
ATLETICA ELBA
pubblicato il 15 Giugno 2009
alle
4:13
Gli impervi e suggestivi sentieri dei Capo Stella a Lacona hanno fatto da splendida cornice alla gara sociale dell’Atletica Elba che nell’occasione era gemellata con il gruppo sportivo Casc. Banchieri Italia.
Un centinaio di atleti suddivisi per categorie hanno dato animo ad una gara molto avvincente svoltasi sotto un sole cocente che ha messo a dura prova la resistenza di grandi e piccini.
Seguitissime le gare riservate ai bambini suddivisi in otto categorie, maschi e femmine, dai più piccoli nati fra il 2003 ed il 2007 fino ai più grandi nati nel 1994.
Tutti dal più piccolo Stefano Sena della Casc. B.I. nato nel 2007 ai più grandi hanno dato il massimo impegno spinti dal tifo caldissimo di genitori ed amici; per tutti al termine le ambite medaglie, tanti gadget ed un ricco buffet offerto dall’organizzazione.
Combattutissima anche la gara degli adulti che ha visto un piccolo gruppo di rappresentanti dell’Atletica Elba (gli altri erano impegnati nel servizio di assistenza ed organizzazione) battersi sino all’ultimo metro con una agguerrita pattuglia di atleti del Casc. B.I. che ha piazzato i propri ragazzi ai primi tre posti della classifica assoluta.
Primo degli elbani e quarto assoluto Mario Salvi, ottavo assoluto e secondo elbano Luciano Rodriguez, tredicesimo Mario Dubravec, sedicesimo Sauro Galeazzi, 21 Fabrizio Pierulivo, 22 Eleonora Caruso (seconda assoluta della categorie Femminile), 24 Alfredo Fontana, 32 Monica Falchi (sesta assoluta cat. Femminile).
L’Atletica Elba ringrazia la Casc. Banchieri d’Italia per il gemellaggio e la collaborazione e sia augura che questo sia solo l’inizio di una lunga e proficua collaborazione. Un grazie particolare va anche alla Croce Verde di Portoferraio, alla N.O.V.A.C. di Capoliveri ed al negozio dei signori Di Fonzo per la collaborazione.
