TRAGHETTI SI / TRAGHETTI NO
Io suono ma mia campana, ognuno faccia la sua parte.
Vorrei portare nuovamente un piccolo contributo alla discussione sul tavolo da giorni, nella speranza si evolva in un confronto costruttivo e di prospettiva, altrimenti ne io ne altri possiamo permetterci di perdere tempo a protestare e tanti altri ad ascoltarci.
Il problema di base è che le aziende ricettive, parlo per mio settore, si devono confrontare con un mercato mondiale in continua evoluzione e sempre più ricco di località, spesso fantastiche ed a basso costo.
Ci sono poi posti dove il personale, anche qualificato, costa una miseria e dove le imprese non sono sottoposte a vessazioni ed a controlli spesso spropositati e senza logica.
Ci sono paesi dove la tutela del lavoratore è solo teoria astratta …. ma tanto a noi che c’importa, l’hotel costa poco e poi torniamo a casina nostra …
Io non vivo in un paese così e francamente non ci vorrei nemmeno vivere.
Vivo in un’Isola meravigliosa dove da 40 anni la mia famiglia lavora per dare ospitalità a coloro che abbandonano le calde e rumorose città italiane ed europee, si fanno centinaia di chilometri in auto, affrontano code estenuanti e costi ingenti per giungere a noi.
E’ nostro dovere riceverli con il sorriso in bocca e di preoccuparci delle loro richieste.
Questo non vuol dire sottomissione come tanti stolti credono, si chiama assertismo e passione per il proprio lavoro.
Io a queste persone qualcosa lo devo, tutta la mia famiglia lo deve!
E’ per questo che se i miei Ospiti si lamentano di qualcosa ripetutamente mi pongo delle domande e se queste lamentele diventano plateali allora a quel punto suono la campana dell’allarme generale.
Chi la vuol sentire la senta, gli altri si tappino gli orecchi!
Certo che noi di errori ne abbiamo fatti e ne faremo ancora ma l’impegno a migliorare non manca mai, siamo imprenditori e giochiamo con il nostro! Ci prendiamo i rischi e se sbagliamo ne paghiamo le conseguenze senza lamentarci!
Il problema sorge quando gli errori (o forse è meglio parlare di scelte mirate) non sono i nostri e nonostante tutto siamo chiamati a pagarne il conto, sempre più salato.
Il CASO TRAGHETTO non è un problema da poco e quando sento parlare delle barriere non sono preoccupato solo delle code, mi viene il pelo dritto sulla schiena a pensare a quei 30 signori il cui costo andrà a ripercuotersi nuovamente sui biglietti dei miei clienti, contribuendo a spingere fuori mercato la mia azienda e la mia Isola.
Non ce l’ho con quei lavoratori e mi dispiace che si trovino in mezzo alla bufera ma credo che stavolta il limite sia stato superato.
Mio padre in 60 anni è nato contadino, diventato scalpellino, poi cameriere e poi ancora si è inventato albergatore.
La storia della mia famiglia non è una storia di stenti e di fame, assolutamente, ma di impegno, rischio personale spesso al limite dell’incoscienza e sacrifici si! Questo si!
Questa è anche la storia di molti elbani, con grandi soddisfazioni nel passato ma che troppo spesso si dimenticano delle proprie origini e che sono rimasti seduti sugli allori per troppi anni.
Ora purtroppo non si accorgono che gli allori sono secchi e che presto saranno con il culo per terra.
Non sono molto preoccupato per me, perché io ormai la mia scelta l’ho fatta anni fa, ho studiato per il lavoro che sto facendo e francamente ora non saprei forse fare altro.
Non sono nemmeno preoccupato di finire per la strada o di dover andare avanti a stenti, cosa che purtroppo tanti miei compaesani dovranno fare, persone che già il prossimo anno dovranno dire addio alla disoccupazione dei 6 mesi.
Penso a mia figlia di 9 mesi, che ora ride e gioca con la mia mano e non posso non domandarmi dove vivrà la sua vita.
Mi sarebbe piaciuto vederla vivere su questa fantastica Isola e lavorare con la cugina nell’azienda di famiglia.
Temo sempre di più che questo non sarà possibile.
Merita un futuro più sereno, forse è meglio sbaraccare tutto finché sono in tempo?
Queste sono le domande che io e tanti altri nella mia stessa situazione si pongono.
Anche queste purtroppo sono scelte che porteranno conseguenze ad altre persone.
…con una mano continuo a giocare con Caterina ma con l’altra suono sempre più forte la campana.
Chi non vuole sentirla si tappi le orecchie!
Nicola Palmieri
PS: scusate eventuali errori, ho dormito un pò poco stanotte …