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113353 messaggi.

Roberto


pubblicato il 9 Maggio 2025

alle
6:36

L’ Elba va vissuta x tutto quello che propone, non solo x quello che vi interessa e fa piacere. Il rally è una manifestazione storica, andrebbe rispettato solo l’ interesse che ha nutrito sin dagli anni 60 ad oggi. Solo che gli imprenditori sono cambiati, oggi con due stanze in affitto x 40 GG si vuole fare soldi e vivere tutto l’ anno senza fare un ca..o! Ma i vs clienti sono contenti di fare 10 km in un’ ora xchè ci sono squadre di ciclisti in mezzo alla strada che non rispettano sicuramente chi si sta spostando in auto x lavoro,considerando che prendono la strada come una pista ciclabile visto che non c’è. Per non parlare di altre manifestazioni che bloccano paesi e tutti con lo zaino per mangiare al sacco? Ma tutto bene tanto, una camera x dormìre la devono prendere ed una volta al giorno mangiano anche loro. Tanti anni fa dicevano che i giovani non potevano fare la differenza economica ed allora si punto’ sulle famiglie, senza fare i conti con l’ oste, infatti i giovani giravano di giorno e di notte portando denaro ovunque andavano. Le famiglie invece le trovi tutte negli stabilimenti balneari , tutti negli hotel e nei ristoranti rinomati come presenza tanto x dire ci sono stato, ma lo sviluppo non l’ hanno portato davvero, per non parlare dell’ areoporto.
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Andrea


pubblicato il 9 Maggio 2025

alle
6:32

Cacciatori per eradicare i cinghili??? Purtroppo diversi cacciatori hanno prima popolato, poi incrociato i cinghiali con i maiali per aumentarne la prolificità ed il peso, poi volutamente vanificato tentativi di contenimento. Anche se i danni provocati da cinghiali e mufloni sono ingenti, che interesse può avere all’eradicazione di questa fauna (dannosa per il bosco, opere storiche come i muri a secco, colture e pericolosa per le persone), chi ne ha sostenuto l’introduzione e lo sviluppo continuando a beneficiare dei vantaggi della caccia a spese altrui?
Mi sembra una domanda retorica.
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Pilota Rally


pubblicato il 9 Maggio 2025

alle
6:29

Ma tutte queste critiche al Rally dell’Isola perché? Mi domando leggendo qua e là ma ci siete o ci fate?
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fabio


da
portoferraio


pubblicato il 5 Maggio 2025

alle
10:14

Da quando è stato introdotto il ritiro dei rifiuti porta a porta, le immagini di strade, spiagge e piazze invase da sacchetti rotti (soprattutto dai gabbiani) sono aumentate in modo preoccupante. Ne è prova quanto accaduto in questi ultimi giorni a Portoferraio, dove sono stati lasciati rifiuti di ogni tipo per strada e sulle spiagge.

Voglio far notare che, in molte spiagge e nelle aree limitrofe, mancano cestini o bidoni per i rifiuti. Di conseguenza, i turisti – ma non solo – non sanno dove buttare l’immondizia. E secondo voi, dove la gettano?

Invito quindi le amministrazioni comunali di tutta l’Elba (il problema riguarda tutta l’isola) a dotare le spiagge e i relativi parcheggi di cestini/bidoni per rifiuti indifferenziati o, meglio ancora, di più contenitori per la raccolta differenziata.

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Turista


pubblicato il 4 Maggio 2025

alle
13:04

Negli ultimi anni, l’Isola d’Elba è stata sempre più spesso descritta come una destinazione ideale per il cicloturismo. In molti promuovono l’immagine di un’isola “bike friendly”, dove pedalare immersi nella natura è un’esperienza unica e accessibile a tutti. Tuttavia, è arrivato il momento di guardare alla realtà con maggiore onestà e responsabilità. La verità è che, oggi, gran parte delle strade provinciali dell’Elba non sono adatte alla circolazione in sicurezza delle biciclette, soprattutto durante i mesi estivi.

Le strade provinciali elbane — come la SP24 Portoferraio–Procchio, la SP26 Marciana Marina–Pomonte o la SP30 Rio nell’Elba–Porto Azzurro — sono in gran parte strette, prive di banchine, tortuose e a visibilità ridotta. La larghezza media si aggira intorno ai 5-6 metri, ben al di sotto degli standard necessari per una circolazione sicura e condivisa tra veicoli a motore e biciclette. E mentre il Codice della Strada non vieta la circolazione delle bici, impone però regole di prudenza e sicurezza che, nel nostro contesto, sono difficili da rispettare.

Per esempio, il sorpasso di una bicicletta richiede almeno 1,5 metri di distanza laterale. Ma sulle strade elbane, questo significa nella maggior parte dei casi invadere completamente la corsia opposta. E se da quella corsia arriva un altro veicolo — cosa assai probabile nei periodi di alta stagione — la situazione diventa potenzialmente pericolosa, se non drammatica. Allo stesso tempo, i ciclisti sono tenuti dal Codice a circolare in fila indiana (salvo eccezioni), a stare il più possibile a destra e a favorire il sorpasso dei veicoli più veloci, ma non possono né devono rischiare la propria incolumità accostando in curve cieche, dirupi o margini franosi.

Il punto è semplice: non si può promuovere un territorio come meta cicloturistica senza offrire infrastrutture adeguate. Sull’Elba, non esistono piste ciclabili lungo le strade provinciali. Non ci sono corsie riservate, segnaletica orizzontale dedicata, né piani di sicurezza specifici. Eppure si continua a proporre l’isola come se fosse adatta a ogni tipo di ciclista, dal professionista al turista della domenica. È una retorica pericolosa, che illude i visitatori e mette a rischio tutti, ciclisti, automobilisti e motociclisti.

Il traffico estivo, già caotico e congestionato, viene aggravato dalla presenza di biciclette dove non c’è lo spazio materiale per una convivenza sicura. I residenti sono spesso esasperati. I turisti ciclisti si trovano in difficoltà, costretti a pedalare in mezzo alle auto o a fermarsi di continuo. E gli operatori turistici onesti, che conoscono il territorio e ne rispettano i limiti, vedono vanificati gli sforzi per un’accoglienza di qualità.

Serve una riflessione collettiva. Se vogliamo davvero trasformare l’Elba in un’isola per ciclisti, bisogna prima costruire un’isola sicura per tutti. Questo significa investire in infrastrutture, mappare percorsi alternativi a basso traffico, creare tratti ciclabili protetti, avviare campagne di educazione stradale, e solo allora, con coerenza, promuovere il cicloturismo come risorsa. Altrimenti, si tratta solo di marketing disonesto e, peggio ancora, di negligenza istituzionale.

Il cicloturismo è una risorsa preziosa, ma solo se affrontata con serietà, pianificazione e rispetto per la sicurezza di tutti. Finché ciò non accade, è doveroso non illudere i visitatori e non esporre nessuno a rischi evitabili, in nome di qualche pacchetto turistico in più.

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Gimmi Ori, precisazioni sempre al riguardo dei cinghiali


da
Marina di Campo


pubblicato il 3 Maggio 2025

alle
7:25

Buongiorno, preciso che avevo già scritto una dozzina d'anni al Presidente della Toscana Dott. Enrico Rossi, il quale mi aveva risposto che pensava di risolvere il problema dei cinghiali con una legge ad hoc, in ogni caso voglio precisare che bisogna ringraziare la Polizia Provinciale, tenendo presente che è venuta a mia conoscenza l'esiguità di mezzi e risorse a loro disposizione, l'anno scorso a quanto pare erano solo due poliziotti per tutta la provincia di Livorno, che diventavano quattro nella stagione estiva, avevano a disposizione se non ricordo male due o tre gabbie per la cattura dei cinghiali ed anche altro lavoro da fare in tutta la Provincia di Livorno, i cinghiali non sono la loro unica compretenza. Quindi non possono certo fare miracoli, bisognerà trovare una soluzione vera al problemi reale dei cinghiali, prima che le attività chiudano e quindi non arriveranno gli stipendi a fine mese, cari politici, allora bisognerà trovare gli evasori veri o mettere una tassa sui cinghiali … Sembra di vivere nella fattoria degli animali, uno non può uscire per la strada la sera o rientrare a casa la sera o la notte, senza trovarsi di fronte questi animali poco socievoli con i loro piccoli al seguito, questo vale sia per i residenti che per i turisti nostri ospiti. Ringrazio e auguro una buona giornata!
Gimmi Ori
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danilo


pubblicato il 2 Maggio 2025

alle
9:59

nel 2021 avevo scritto a quasi tutti i sindaci… questo è il testo…
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eradicazioni cinghiali da danilo pubblicato il 20 Agosto 2021 alle 14:51
Salve, per i cinghiali e mufloni l'8 maggio 2020 ho scritto a quasi tutti i Sindaci Elbani e all'Ente Parco, e quest'ultimo mi ha risposto nella persona del Direttore Dott. Maurizio Burlando, il quale mi scrive: " ci preme sottolineare come il Parco Nazionale, sin dai primi anni della sua istituzione, abbia messo in atto interventi di controllo sulle due specie di ungulati (cinghiali e mufloni) su tutto il territorio di competenza. Detti interventi sono attività programmate che si svolgono prevalentemente mediante prelievi con trappole e abbattimenti con personale appositamente formato con l'aggiunta di interventi più estensivi su tutto il territorio, in collaborazione con la Polizia Provinciale di Livorno che rispondono a specifiche e puntuali richieste. Solo per informazione si fa presente che questo Ente, attraverso le tecniche di cui sopra, ha prelevato dal territorio elbano, solo nel decennio 2010-2019, circa 10.000 cinghiali e 2.500 mufloni. Naturalmente le attività sono ancora in corso e proseguiranno, come sempre, durante tutto l'arco dell'anno." Bene, vengono estirpati circa 24 animali a settimana, mi sembra che non sia abbastanza vista la proliferazione che hanno, e voglio essere realista ad una eventuale tragedia sarebbe IMBARAZZANTE dover dire ai familiari "DEL PROBLEMA NE ERAVAMO A CONOSCENZA". Spero in una soluzione immediata, visti pure i danni alle coltivazioni e campi giardini….
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era facile prevedere che prima o poi ci scappava la tragedia
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Gimmi Ori


da
Campo nell'Elba


pubblicato il 1 Maggio 2025

alle
7:51

Desidero ricordare ai turisti ospiti dell'Elba di prestare attenzione la sera e la notte, sia che siano a piedi o in bici, moto, o auto, con la primavera sono tornati e con tanti piccoli al seguito i cinghiali, nonostante ne siano stati prelevati migliaia negli ultimi anni, ma a quanto pare ce ne sono sempre troppi e si riproducono molto velocemente. Mi è giunta notizia che è stata fatta quest'autunno-inverno una caccia con selecontrollori ai mufloni ed anche il censimento, mai visto un muflone qui nella mia zona, al contrario dei cinghiali che invece aumentano sempre. Io stesso ho avuto un incontro di recente fuori casa con un gruppo di otto cinghiali con una dozzina di piccoli al seguito, non erano molto socievoli …
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Stefano Martinenghi


da
Campo nell'Elba


pubblicato il 30 Aprile 2025

alle
12:09

Ringraziamo i numerosi Elbani, turisti e clienti che ci hanno manifestato la loro solidarieta' per la perdita dei sessantennali Bagni Barbatoja, che auspichiamo momentanea perche' non intendiamo rinunciare a far valere i nostri diritti.

Nei giorni scorsi abbiamo depositato i ricorsi per la revocazione delle sentenze del Consiglio di Stato (per errore di fatto ai sensi art. 395 punto 4 del c.p.c.), per la ragione che, ha scritto il nostro avvocato: "non corrisponde ai fatti di causa, per come accertati e documentati, che la sentenza n. 3089/24 (oggetto della revocazione RG 6585/24, decisa con sentenza n.3163/25) abbia “……. deciso la causa sulla base dello stato dei fatti descritto dal CTU, e non in base al verbale di sopralluogo redatto dal tecnico comunale, oggetto di procedimento penale” (così, testualmente, nella sentenza n. 3163/25, pag. 5).

Se, come scrivono i giudici del Consiglio di Stato, la causa fosse stata decisa sulla base della CTU, allora l'avremmo vinta, perche' il Genio civile all'opposto ha scritto che i manufatti erano precari e facilmente amovibili e dunque legittimamente posati ai sensi della vigente normativa (vedi allegato 1).

Per i nostri legali si tratta di un errore revocatorio, tenuto anche conto che:
1) per la normativa edilizia e la giurisprudenza del Consiglio di Stato dei pergolati precari, facilmente amovibili e privi di pareti e copertura come i nostri rilevati dal Genio civile non necessitano di permesso a costruire;
2) il Genio civile, dopo la CTU del 2021, ha rilasciato anche autorizzazione idraulica n. 15879/2022 che ha confermato la precarieta', amovibilita' e conformita' edilizia e idraulica dello stabilimento balneare ai sensi della vigente normativa regionale.

Siamo dunque in presenza di un PARADOSSO GIURIDICO che ci auguriamo venga risolto dagli stessi giudici amministrativi che lo hanno creato, perche' i manufatti precari posati nel 2019 con progetto approvato nel 2017 da tutti gli Enti competenti sono stati qualificati "costruzioni edilizie" abusive da demolire dal Comune e dai giudici amministrativi, nonostante il Genio civile – il massimo Ente nazionale competente in materia edilizia e idraulica – su incarico degli stessi giudici abbia escluso tre volte (la terza sentito in Procura) che i manufatti dei Bagni Barbatoja possano essere costruzioni edilizie abusive in quanto accertato precari, facilmente amovibili e dunque legittimi ai sensi della vigente normativa regionale. Lo abbiamo dimostrato in concreto smontandoli in pochi giorni con regolare CIL nel settembre 2021 e in questa Pasqua.

Se a tutto cio' si aggiunge che nel 2023 il Comune sequestro' lo stabilimento balneare per abusiva occupazione del demanio marittimo (ai sensi dell'art. 1161 cod. nav.) con provvedimento che fu annullato dal giudice con ordinanza confermata dal Tribunale del riesame di Livorno (vedi allegato 2) e resa definitiva dalla Cassazione sez. III, con motivazioni che confermarono la vigenza ex lege delle concessioni e che l'esercizio dei Bagni Barbatoja era legittimo, si comprendera' il nostro disorientamento di cittadini.

Per queste ragioni non ci riteniamo degli "abusivi" come qualcuno ha scritto (per comprensibile ignoranza dei fatti o altro), ma delle "vittime" di un "corto circuito" giudiziario scoppiato tra le 5 Autorita' che hanno dichiarato che I BAGNI BARBATOJA SONO LEGITTIMI E CONFORMI SOTTO OGNI PROFILO (1° Genio civile di Grosseto incaricato dal TAR in CTU di aprile 2021; 2° Genio di Livorno in Aut. Idraulica 15879 di agosto 2022; 3° Relazione Hydrogeo approvata dalla Regione e dal Comune nel maggio 2022; 4° Tribunale penale di Livorno con Ordinanza di maggio 2023, 5° Cassazione nel gennaio 2024) e le 2 Autorita' che hanno disconosciuto perizie, autorizzazioni e sentenze dei colleghi per sentenziare al contrario di essi (TAR nel 2021 e Consiglio di Stato nel 2024 e 2025).

Per questi motivi, se le revocazioni delle sentenze saranno rigettate dagli stessi giudici del Consiglio di Stato che le hanno emesse, percorreremo le altre vie messe a disposizione in ogni sede dal sistema giudiziario nazionale e internazionale.

Famiglia Martinenghi

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Alessia


pubblicato il 29 Aprile 2025

alle
7:18

Ma riguardo l'inchiesta su Onorato e tutto il marcio che sembrerebbe girarci intorno, sulla stampa locale non leggo niente!!!
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X pd


pubblicato il 27 Aprile 2025

alle
23:34

Vorrei ricordare alla classe dirigente pd che il fascismo non esiste più e che sarebbe l'ora di affrontare i problemi reali che giornalmente dobbiamo affrontare.
Se quello che vogliamo è un vero cambiamento per spodestare la Meloni forse sarebbe il caso di lasciar stare Mussolini e pensare a questioni più concrete, abbiamo città invivibili con una delinquenza mai vista, ad oggi di Benito e di qualche nostalgico non ho paura ma il pericolo è altrove, quel pericolo che voi ignorate nella speranza che vi porti qualche voto.
SVEGLIATEVI
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Federico


pubblicato il 26 Aprile 2025

alle
12:20

Con una conferenza stampa congiunta il Comune di Portoferraio e la Direzione Regionale dei Musei della Toscana presenteranno pubblicamente gli interventi di restauro dei musei delle Residenze Napoleoniche di Portoferraio.

L’incontro con la stampa si terrà martedì 29 aprile alle ore 12 presso la Palazzina dei Mulini.

Alla conferenza stampa parteciperanno il sindaco di Portoferraio Tiziano Nocentini, il Direttore Regionale dei Musei Nazionali della Toscana Stefano Casciu, il vicesindaco ed assessore ai lavori pubblici del Comune di Portoferraio Claudio De Santi, il Direttore dei Musei Nazionali delle Residenze Napoleoniche Andrea Camilli, l’Architetto Luca Gulli, Responsabile Unico di Progetto dell’intervento di restauro e i progettisti dello studio Bellesi Giuntoli Silvia Bellesi e Lorenzo Pacini

Non serve un assessore serve lavoro e impegno, speriamo che arrivino i risultati

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Stefano Martinenghi


da
Campo nell'Elba


pubblicato il 26 Aprile 2025

alle
9:30

Rispondo qui al sig. Fernando Bontempelli (che si definisce “colonizzato” perchè Sampierese di nascita, ma Milanese di adozione) come gli ho risposto su ELBAPRESS e TENEWS. Premetto che l’evidente suo astio nei confronti della nostra famiglia risale agli anni ’70 del secolo scorso, quando mio padre avvocato Italo acquistò all’asta fallimentare del Tribunale di Livorno la storica ditta Bontempelli della sua famiglia di origine, con cave di granito a Seccheto e San Piero, e magazzino di rivendita edile a Marina di Campo, dove adesso c’e’ la farmacia.
Ero un ragazzo, ma rammento che non la prese bene.
Venendo alle sue affermazioni, esse non sono veritiere e vanno corrette per dovere nei confronti dei lettori:
1) Bontempelli scrive: “si lamenta per dover abbattere i bagni a Fetovaia perché abusivi”, quando gli unici bagni di Fetovaia a non essere mai stati abusivi sono stati i Bagni Barbatoja sul Demanio essendo stati autorizzati ab origine dalla Soprintendenza il 5 maggio 1961 a differenza degli altri di Fetovaia, realizzati abusivamente e sanati tre volte dal Comune tra gli anni ’70 e 2000 (possiedo la relativa documentazione rilasciata in copia dalla Procura di Livorno).
Noi ci lamentiamo del fatto che:
A) il Comune ha qualificato “costruzioni edilizie abusive” causa di decadenza delle concessioni dei semplici pergolati in legno precari e smontabili autorizzati nel 2017 con progetto approvato dalla Soprintendenza e dagli altri Enti competenti;
B) i giudici amministrativi hanno dato ragione al Comune nonostante i pareri contrari del genio civile in CTU nel 2021 e in Autorizzazione Idraulica nel 2022 e della Regione Toscana che ha approvato la Relazione Hydrogeo che ha dichiarato anch’essa la conformità edilizia e idraulica a norma di legge dei Bagni Barbatoja;
C) il Consiglio di Stato per dare ragione al Comune ha introdotto i criteri di “stabilità” e “durevolezza” non contemplati dalla normativa che indica solo i requisiti di “precarietà” e “facile amovibilità” da noi rispettati; ed abbia addirittura contraddetto la propria giurisprudenza in materia di pergolati, che afferma che quando sono come i nostri privi di pareti e copertura non necessitano di licenza edilizia.
Di questo ci lamentiamo.
Per queste ragioni abbiamo chiesto la revocazione delle sentenze per grave errore di fatto e se ci sarà negata non ci fermeremo qui.
2) Scrive abbiamo “abbattuto” lo stabilimento balneare, quando lo abbiamo semplicemente smontatio con svitatori elettrici e riposto dopo avere depositato regolare CIL di rimozione di manufatti precari, pronti per un prossimo riutilizzo (si spera).
3) Scrive anche che il Barbatoja non era il primo stabilimento dell’Elba e ne cita altri noti, ma se si informa bene scoprira’ che il nostro fu proprio il primo del dopoguerra autorizzato nel lontano 1961 e che gli altri da lui citati seguirono anni dopo; ad esempio il concorrente Pino Solitario solo nel 1971, dieci anni piu’ tardi.
4) Scrive infine, imprudentemente, che “e’ falso” quanto da noi riferito in merito all’articolo pubblicato dal magazine 7 del Corriere della Sera sui Bagni Barbatoja, quando non è vero quanto da lui scritto.
Ci sono testimoni che nel caso potranno confermare che il nostro direttore fu contattatato telefonicamente dal giornalista del Corriere della Sera per un servizio sui Bagni Barbatoja commissionatogli dalla redazione e quando chiedemmo lumi sulle ragioni che li avevano condotti a noi ci fu risposto che era stata la redazione a fare la scelta seguendo criteri di esclusivita’ e fama internazionale tra quelli più antichi per selezionarne 7 fra Italia (4), Francia (2) e Grecia (1).
Questi sono i fatti e il signor Bontempelli sarà bene se ne faccia una ragione.

Stefano Martinenghi

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Andrea


pubblicato il 23 Aprile 2025

alle
21:11

Ponte festivo e solito servizio indecente da parte di chi dovrebbe portare i turisti con la sua splendida flotta.
Non finirò mai di ringraziare il pd toscano per averci portato a questa situazione.
Poi nel tempo anche i sindaci hanno fatto poco per liberarci dal male.
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Dopo 33 anni il marchio Lancia torna nel mondo del Rally


pubblicato il 21 Aprile 2025

alle
12:53

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Elba, truffe telefoniche in aumento. L’iniziativa di Enel


pubblicato il 21 Aprile 2025

alle
12:51

La tua sicurezza è importante per noi, per questo vogliamo aiutarti a riconoscere ed evitare le truffe telefoniche”. Inizia così il messaggio che Enel Energia ha inviato ai propri clienti per sensibilizzarli contro le truffe telefoniche, fenomeno in aumento anche all’Elba con operatori che falsificano i numeri chiamanti, facendoli sembrare cellulari italiani, quando in realtà non sono richiamabili né tracciabili.

Le chiamate fraudolente da numeri falsificati (un fenomeno che tecnicamente prende il nome di spoofing) arrivano spesso da parte di soggetti che si spacciano per aziende conosciute e affidabili come Enel Energia, sfruttando il loro nome, con una condotta ingannevole che danneggia non solo i clienti ma anche le aziende più serie e affidabili.

Enel è da sempre in prima linea nella lotta contro le chiamate fraudolente e segue regole precise: effettua chiamate solo tramite numeri fissi riconoscibili e ricontattabili, anticipando la comunicazione ai suoi clienti con un SMS.

Nel 97% dei casi, le chiamate fraudolente provengono da numeri generati ad hoc, inesistenti e non richiamabili. Enel auspica, quindi, che, con la collaborazione di tutte le autorità competenti, si possa arrivare rapidamente a uno stop del fenomeno agendo direttamente all’origine del problema, attraverso l’adozione di misure e provvedimenti già possibili che blocchino le chiamate provenienti da numeri falsificati.

Se un cliente riceve una telefonata a nome dell’azienda può verificare sul sito, al link https://www.enel.it/it-it/assistenza/luce-gas/verifica-chi-ti-ha-chiamato, se il numero di telefono appartiene a un canale autorizzato e segnalare eventuali truffe.

Solo nel 2024, Enel Energia ha ricevuto ben 9000 segnalazioni, che hanno portato a presentare numerosi esposti all’Autorità Giudiziaria.

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Le Pubbliche Assistenze distribuiscono buoni spesa


pubblicato il 21 Aprile 2025

alle
12:50

l Coordinamento Elbano della Pubbliche Assistenze ANPAS ha distribuito, Sabato 19 Aprile dei buoni spesa, frutto della raccolta fondi, istituito in favore delle persone che hanno subito danni durante l’alluvione avvenuta a Portoferraio il 23 febbraio u.s. Il Coordinatore stesso, Paolo Magagnini, insieme alla Consigliere del SS. Sacramento, Gabriella Solari si sono recati presso le abitazioni della gente colpita dall’alluvione in via Casaccia a Portoferraio, per distribuire i buoni spesa a tutti. E’ stato un gesto gentile da parte delle due persone che si sono recate in via Casaccia per la distribuzione dei buoni, avvenuto alla vigilia di Pasqua, così gli abitanti stessi di quella frazione hanno commentato e ringraziato i loro benefattori. Il Coordinamento ANPAS isola d’Elba sarà sempre presente, ed a disposizione di tutti coloro che hanno bisogno di aiuto sia nel sanitario che nella Protezione Civile
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Preoccupazione


da
Portoferraio


pubblicato il 18 Aprile 2025

alle
12:17

Cari amici del giornale,
Dal 2017 visitiamo l’isola d’Elba ogni due anni. Amiamo moltissimo l’ospitalità, la cultura e la natura dell’isola. Domani torniamo in Belgio con la famiglia dopo due settimane di vacanza, ma sento il bisogno di condividere una preoccupazione.

Non abbiamo mai visto così tanti rifiuti nella natura come questa volta. Su quasi ogni piccola spiaggia si trovano rifiuti sufficienti a riempire un grande sacco nero della spazzatura. E questo è esattamente quello che facciamo con la nostra famiglia. Troviamo soprattutto bottiglie di plastica e polistirolo. Sulla piccola spiaggia vicino a Rio Marina, tra i rifiuti, abbiamo trovato anche tre siringhe usate. Si tratta di un luogo dove spesso giocano e nuotano i bambini.

Parte dei rifiuti arriva dal mare, ma in gran parte viene trasportata dai fiumi durante le forti piogge, portando con sé i rifiuti dall’entroterra. E nei corsi d’acqua non ci sono filtri.

Nei boschi intorno a Rio Marina abbiamo trovato lastre di amianto abbandonate e centinaia di cartucce di plastica lasciate dai cacciatori. Due anni fa ho già segnalato la situazione alle autorità locali, ma quest’anno la zona era di nuovo piena.

La lettera è firmata

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Il Teatro e la sua storia, la mostra permanente ai Vigilantine


da
Portoferraio


pubblicato il 18 Aprile 2025

alle
12:16

Il Teatro e la sua storia, la mostra permanente ai Vigilanti
Il 18 aprile, in contemporanea con la proiezione del documentario di Stefano Muti che ripercorre la vita del tenore elbano Renato Cioni, si inaugura negli spazi esterni al Loggione del Teatro dei Vigilanti, l’esposizione permanente IL TEATRO E LA SUA STORIA. L’esposizione è stata curata dalla Cooperativa Alké Servizi Culturali sulla traccia dei libri di Giuliano Giuliani, di Fortunato Colella e attraverso documenti di Archivi storici pubblici e privati, isolani e fiorentini. Quindici pannelli, realizzati graficamente da R2 Grafica di Portoferraio su progetto dell’Architetto Leonello Balestrini – che realizzò la sua tesi di laurea proprio sul Teatro – ci raccontano la storia dell’edificio e, contemporaneamente, quella della città, offrendoci varie e molteplici informazioni e approfondendo molti temi sconosciuti ai più. La presenza di numerosi QR code contenenti le traduzioni in francese, inglese e tedesco curate da Virginia Balestrini, permettono al pubblico straniero di apprendere la storia del Teatro e di riconoscere nella sua struttura le tracce della sua origine. Un topolino stilizzato, ideato dall’illustratrice Beatrice Gaspari, collocato ad altezza di bambino spiega, sempre attraverso i QR code in quattro lingue, in modo simpatico e semplice, il contenuto essenziale del pannello mentre, ricercati da Marina Segnini, altri QR code rimandano a filmati della RAI e dell’Istituto Luce che approfondiscono i temi affrontati nel testo. Aprono e chiudono l’esposizione due brevi video girati da Alex Catardi, uno con protagonista l’architetto Balestrini che racconta il primo intervento di restauro del Teatro e uno della figlia di Renato Cioni, Cristina che ricorda il suo rapporto con il famoso padre. Dopo l’apertura del 18 aprile, l’esposizione rimarrà a disposizione del pubblico con l’orario di apertura del Teatro e offrirà, in date da stabilire, visite guidate da parte delle curatrici.
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tancredi


da
portoferaio


pubblicato il 18 Aprile 2025

alle
11:04

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