
da
Portoferraio
pubblicato il 12 Maggio 2025
alle
9:08
da
Portoferraio
pubblicato il 12 Maggio 2025
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7:21
da
Portoferraio
pubblicato il 11 Maggio 2025
alle
16:43
Evento organizzato a Portoferraio dal Lions Club Isola d’Elba
“La mia Mamma è super perché fa tutto in un minuto”.
È un pensierino espresso da una bambina che frequenta la 2a elementare, giunta in compagnia della mamma alla postazione di Piazza Cavour a Portoferraio, dove, unitamente ad un secondo banco in Piazza Arcipelago, si svolgeva a cura del Lions Club Isola d’Elba la distribuzione delle Azalee della Ricerca a favore dell’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro).
Domenica 11 maggio infatti, in concomitanza con la Festa della Mamma, Piazza Cavour, come tante altre piazze d’Italia, si è colorata dei variopinti vasetti floreali messi in mostra sotto l’apposito gazebo, attirando numerosi visitatori che ormai da tanti anni non vogliono mancare a questo tradizionale appuntamento.
La lion Barbara Niccolai, responsabile del Club per i contatti con l’AIRC, ha così commentato lo svolgimento della manifestazione: “Questo è il secondo anno in cui il Lions Club mi affida la delega per i rapporti con l’AIRC e continuo a provare una forte emozione nel vedere come la cittadinanza e gli ospiti aderiscono a quest’incontro con la ricerca e con la solidarietà non solo offrendo spontaneamente il loro contributo, ma soprattutto facendolo con il cuore e con evidente senso di partecipazione”.
Al termine della manifestazione il Presidente del sodalizio lionistico elbano Roberto Marini, a nome di tutti i soci, ha inteso rivolgere un sentito ringraziamento all’Amministrazione Comunale, alla Polizia Municipale, agli operatori ESA, ai gestori del Bar Roma e del Bar Arcipelago e a tutti coloro che hanno contribuito alla sua buona riuscita.
Per la statistica informiamo che a fronte di 334 piantine assegnate a Portoferraio è stato raccolto l’importo di € 4.770,00, interamente devoluto al Comitato AIRC di Firenze.
Nel corso della mattinata gli organizzatori hanno avuto la piacevole visita del lion di un Club di Toronto (Canada) che, dopo aver espresso tutto il proprio apprezzamento per l’attività del lions elbani, ha voluto portare con sé alla sua lontana Terra una foto ricordo dell’incontro.
pubblicato il 11 Maggio 2025
alle
7:21
pubblicato il 10 Maggio 2025
alle
7:21
So bene che l’Elba vive di turismo. Ma vive anche – e forse non si dice abbastanza – grazie a chi resta tutto l’anno. Ai professori che arrivano da fuori, agli infermieri, ai medici, agli impiegati stagionali che diventano parte integrante della comunità. A tutte quelle persone che, pur non essendo nate qui, cercano con impegno di far parte di questo luogo.
Quando si parla di affitti, la risposta è spesso la stessa: “Comprala, una casa”. Ma per molti non è possibile. I prezzi sono troppo alti. I mutui inaccessibili per chi ha contratti stagionali o redditi discontinui. E allora ci si ritrova senza alternative, con l’amara sensazione di non essere voluti.
Capisco chi affitta in estate, chi ha investito e fa sacrifici. Non chiedo nulla a chi ha costruito il proprio lavoro sugli affitti turistici. Ma davvero ci siamo ridotti a scegliere tra il guadagno di tre mesi e la possibilità di mantenere viva una comunità tutto l’anno?
Capisco anche la paura: che qualcuno non paghi, che resti troppo a lungo, che sia un rischio. Ma una comunità si costruisce anche con la fiducia. E se non troviamo un equilibrio, dove andremo a finire?
Scrivo questa lettera con delusione e amarezza, ma anche con la speranza che qualcuno legga e rifletta. Perché amare un’isola significa anche permettere a chi la vive ogni giorno di restarci”.
Una cittadina dell’Elba
pubblicato il 10 Maggio 2025
alle
7:17
pubblicato il 9 Maggio 2025
alle
6:36
pubblicato il 9 Maggio 2025
alle
6:32
Mi sembra una domanda retorica.
pubblicato il 9 Maggio 2025
alle
6:29
da
portoferraio
pubblicato il 5 Maggio 2025
alle
10:14
Voglio far notare che, in molte spiagge e nelle aree limitrofe, mancano cestini o bidoni per i rifiuti. Di conseguenza, i turisti – ma non solo – non sanno dove buttare l’immondizia. E secondo voi, dove la gettano?
Invito quindi le amministrazioni comunali di tutta l’Elba (il problema riguarda tutta l’isola) a dotare le spiagge e i relativi parcheggi di cestini/bidoni per rifiuti indifferenziati o, meglio ancora, di più contenitori per la raccolta differenziata.
pubblicato il 4 Maggio 2025
alle
13:04
Le strade provinciali elbane — come la SP24 Portoferraio–Procchio, la SP26 Marciana Marina–Pomonte o la SP30 Rio nell’Elba–Porto Azzurro — sono in gran parte strette, prive di banchine, tortuose e a visibilità ridotta. La larghezza media si aggira intorno ai 5-6 metri, ben al di sotto degli standard necessari per una circolazione sicura e condivisa tra veicoli a motore e biciclette. E mentre il Codice della Strada non vieta la circolazione delle bici, impone però regole di prudenza e sicurezza che, nel nostro contesto, sono difficili da rispettare.
Per esempio, il sorpasso di una bicicletta richiede almeno 1,5 metri di distanza laterale. Ma sulle strade elbane, questo significa nella maggior parte dei casi invadere completamente la corsia opposta. E se da quella corsia arriva un altro veicolo — cosa assai probabile nei periodi di alta stagione — la situazione diventa potenzialmente pericolosa, se non drammatica. Allo stesso tempo, i ciclisti sono tenuti dal Codice a circolare in fila indiana (salvo eccezioni), a stare il più possibile a destra e a favorire il sorpasso dei veicoli più veloci, ma non possono né devono rischiare la propria incolumità accostando in curve cieche, dirupi o margini franosi.
Il punto è semplice: non si può promuovere un territorio come meta cicloturistica senza offrire infrastrutture adeguate. Sull’Elba, non esistono piste ciclabili lungo le strade provinciali. Non ci sono corsie riservate, segnaletica orizzontale dedicata, né piani di sicurezza specifici. Eppure si continua a proporre l’isola come se fosse adatta a ogni tipo di ciclista, dal professionista al turista della domenica. È una retorica pericolosa, che illude i visitatori e mette a rischio tutti, ciclisti, automobilisti e motociclisti.
Il traffico estivo, già caotico e congestionato, viene aggravato dalla presenza di biciclette dove non c’è lo spazio materiale per una convivenza sicura. I residenti sono spesso esasperati. I turisti ciclisti si trovano in difficoltà, costretti a pedalare in mezzo alle auto o a fermarsi di continuo. E gli operatori turistici onesti, che conoscono il territorio e ne rispettano i limiti, vedono vanificati gli sforzi per un’accoglienza di qualità.
Serve una riflessione collettiva. Se vogliamo davvero trasformare l’Elba in un’isola per ciclisti, bisogna prima costruire un’isola sicura per tutti. Questo significa investire in infrastrutture, mappare percorsi alternativi a basso traffico, creare tratti ciclabili protetti, avviare campagne di educazione stradale, e solo allora, con coerenza, promuovere il cicloturismo come risorsa. Altrimenti, si tratta solo di marketing disonesto e, peggio ancora, di negligenza istituzionale.
Il cicloturismo è una risorsa preziosa, ma solo se affrontata con serietà, pianificazione e rispetto per la sicurezza di tutti. Finché ciò non accade, è doveroso non illudere i visitatori e non esporre nessuno a rischi evitabili, in nome di qualche pacchetto turistico in più.
da
Marina di Campo
pubblicato il 3 Maggio 2025
alle
7:25
Gimmi Ori
pubblicato il 2 Maggio 2025
alle
9:59
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eradicazioni cinghiali da danilo pubblicato il 20 Agosto 2021 alle 14:51
Salve, per i cinghiali e mufloni l'8 maggio 2020 ho scritto a quasi tutti i Sindaci Elbani e all'Ente Parco, e quest'ultimo mi ha risposto nella persona del Direttore Dott. Maurizio Burlando, il quale mi scrive: " ci preme sottolineare come il Parco Nazionale, sin dai primi anni della sua istituzione, abbia messo in atto interventi di controllo sulle due specie di ungulati (cinghiali e mufloni) su tutto il territorio di competenza. Detti interventi sono attività programmate che si svolgono prevalentemente mediante prelievi con trappole e abbattimenti con personale appositamente formato con l'aggiunta di interventi più estensivi su tutto il territorio, in collaborazione con la Polizia Provinciale di Livorno che rispondono a specifiche e puntuali richieste. Solo per informazione si fa presente che questo Ente, attraverso le tecniche di cui sopra, ha prelevato dal territorio elbano, solo nel decennio 2010-2019, circa 10.000 cinghiali e 2.500 mufloni. Naturalmente le attività sono ancora in corso e proseguiranno, come sempre, durante tutto l'arco dell'anno." Bene, vengono estirpati circa 24 animali a settimana, mi sembra che non sia abbastanza vista la proliferazione che hanno, e voglio essere realista ad una eventuale tragedia sarebbe IMBARAZZANTE dover dire ai familiari "DEL PROBLEMA NE ERAVAMO A CONOSCENZA". Spero in una soluzione immediata, visti pure i danni alle coltivazioni e campi giardini….
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era facile prevedere che prima o poi ci scappava la tragedia
da
Campo nell'Elba
pubblicato il 1 Maggio 2025
alle
7:51
da
Campo nell'Elba
pubblicato il 30 Aprile 2025
alle
12:09
Nei giorni scorsi abbiamo depositato i ricorsi per la revocazione delle sentenze del Consiglio di Stato (per errore di fatto ai sensi art. 395 punto 4 del c.p.c.), per la ragione che, ha scritto il nostro avvocato: "non corrisponde ai fatti di causa, per come accertati e documentati, che la sentenza n. 3089/24 (oggetto della revocazione RG 6585/24, decisa con sentenza n.3163/25) abbia “……. deciso la causa sulla base dello stato dei fatti descritto dal CTU, e non in base al verbale di sopralluogo redatto dal tecnico comunale, oggetto di procedimento penale” (così, testualmente, nella sentenza n. 3163/25, pag. 5).
Se, come scrivono i giudici del Consiglio di Stato, la causa fosse stata decisa sulla base della CTU, allora l'avremmo vinta, perche' il Genio civile all'opposto ha scritto che i manufatti erano precari e facilmente amovibili e dunque legittimamente posati ai sensi della vigente normativa (vedi allegato 1).
Per i nostri legali si tratta di un errore revocatorio, tenuto anche conto che:
1) per la normativa edilizia e la giurisprudenza del Consiglio di Stato dei pergolati precari, facilmente amovibili e privi di pareti e copertura come i nostri rilevati dal Genio civile non necessitano di permesso a costruire;
2) il Genio civile, dopo la CTU del 2021, ha rilasciato anche autorizzazione idraulica n. 15879/2022 che ha confermato la precarieta', amovibilita' e conformita' edilizia e idraulica dello stabilimento balneare ai sensi della vigente normativa regionale.
Siamo dunque in presenza di un PARADOSSO GIURIDICO che ci auguriamo venga risolto dagli stessi giudici amministrativi che lo hanno creato, perche' i manufatti precari posati nel 2019 con progetto approvato nel 2017 da tutti gli Enti competenti sono stati qualificati "costruzioni edilizie" abusive da demolire dal Comune e dai giudici amministrativi, nonostante il Genio civile – il massimo Ente nazionale competente in materia edilizia e idraulica – su incarico degli stessi giudici abbia escluso tre volte (la terza sentito in Procura) che i manufatti dei Bagni Barbatoja possano essere costruzioni edilizie abusive in quanto accertato precari, facilmente amovibili e dunque legittimi ai sensi della vigente normativa regionale. Lo abbiamo dimostrato in concreto smontandoli in pochi giorni con regolare CIL nel settembre 2021 e in questa Pasqua.
Se a tutto cio' si aggiunge che nel 2023 il Comune sequestro' lo stabilimento balneare per abusiva occupazione del demanio marittimo (ai sensi dell'art. 1161 cod. nav.) con provvedimento che fu annullato dal giudice con ordinanza confermata dal Tribunale del riesame di Livorno (vedi allegato 2) e resa definitiva dalla Cassazione sez. III, con motivazioni che confermarono la vigenza ex lege delle concessioni e che l'esercizio dei Bagni Barbatoja era legittimo, si comprendera' il nostro disorientamento di cittadini.
Per queste ragioni non ci riteniamo degli "abusivi" come qualcuno ha scritto (per comprensibile ignoranza dei fatti o altro), ma delle "vittime" di un "corto circuito" giudiziario scoppiato tra le 5 Autorita' che hanno dichiarato che I BAGNI BARBATOJA SONO LEGITTIMI E CONFORMI SOTTO OGNI PROFILO (1° Genio civile di Grosseto incaricato dal TAR in CTU di aprile 2021; 2° Genio di Livorno in Aut. Idraulica 15879 di agosto 2022; 3° Relazione Hydrogeo approvata dalla Regione e dal Comune nel maggio 2022; 4° Tribunale penale di Livorno con Ordinanza di maggio 2023, 5° Cassazione nel gennaio 2024) e le 2 Autorita' che hanno disconosciuto perizie, autorizzazioni e sentenze dei colleghi per sentenziare al contrario di essi (TAR nel 2021 e Consiglio di Stato nel 2024 e 2025).
Per questi motivi, se le revocazioni delle sentenze saranno rigettate dagli stessi giudici del Consiglio di Stato che le hanno emesse, percorreremo le altre vie messe a disposizione in ogni sede dal sistema giudiziario nazionale e internazionale.
Famiglia Martinenghi
pubblicato il 29 Aprile 2025
alle
7:18
pubblicato il 27 Aprile 2025
alle
23:34
Se quello che vogliamo è un vero cambiamento per spodestare la Meloni forse sarebbe il caso di lasciar stare Mussolini e pensare a questioni più concrete, abbiamo città invivibili con una delinquenza mai vista, ad oggi di Benito e di qualche nostalgico non ho paura ma il pericolo è altrove, quel pericolo che voi ignorate nella speranza che vi porti qualche voto.
SVEGLIATEVI
pubblicato il 26 Aprile 2025
alle
12:20
L’incontro con la stampa si terrà martedì 29 aprile alle ore 12 presso la Palazzina dei Mulini.
Alla conferenza stampa parteciperanno il sindaco di Portoferraio Tiziano Nocentini, il Direttore Regionale dei Musei Nazionali della Toscana Stefano Casciu, il vicesindaco ed assessore ai lavori pubblici del Comune di Portoferraio Claudio De Santi, il Direttore dei Musei Nazionali delle Residenze Napoleoniche Andrea Camilli, l’Architetto Luca Gulli, Responsabile Unico di Progetto dell’intervento di restauro e i progettisti dello studio Bellesi Giuntoli Silvia Bellesi e Lorenzo Pacini
Non serve un assessore serve lavoro e impegno, speriamo che arrivino i risultati
da
Campo nell'Elba
pubblicato il 26 Aprile 2025
alle
9:30
Ero un ragazzo, ma rammento che non la prese bene.
Venendo alle sue affermazioni, esse non sono veritiere e vanno corrette per dovere nei confronti dei lettori:
1) Bontempelli scrive: “si lamenta per dover abbattere i bagni a Fetovaia perché abusivi”, quando gli unici bagni di Fetovaia a non essere mai stati abusivi sono stati i Bagni Barbatoja sul Demanio essendo stati autorizzati ab origine dalla Soprintendenza il 5 maggio 1961 a differenza degli altri di Fetovaia, realizzati abusivamente e sanati tre volte dal Comune tra gli anni ’70 e 2000 (possiedo la relativa documentazione rilasciata in copia dalla Procura di Livorno).
Noi ci lamentiamo del fatto che:
A) il Comune ha qualificato “costruzioni edilizie abusive” causa di decadenza delle concessioni dei semplici pergolati in legno precari e smontabili autorizzati nel 2017 con progetto approvato dalla Soprintendenza e dagli altri Enti competenti;
B) i giudici amministrativi hanno dato ragione al Comune nonostante i pareri contrari del genio civile in CTU nel 2021 e in Autorizzazione Idraulica nel 2022 e della Regione Toscana che ha approvato la Relazione Hydrogeo che ha dichiarato anch’essa la conformità edilizia e idraulica a norma di legge dei Bagni Barbatoja;
C) il Consiglio di Stato per dare ragione al Comune ha introdotto i criteri di “stabilità” e “durevolezza” non contemplati dalla normativa che indica solo i requisiti di “precarietà” e “facile amovibilità” da noi rispettati; ed abbia addirittura contraddetto la propria giurisprudenza in materia di pergolati, che afferma che quando sono come i nostri privi di pareti e copertura non necessitano di licenza edilizia.
Di questo ci lamentiamo.
Per queste ragioni abbiamo chiesto la revocazione delle sentenze per grave errore di fatto e se ci sarà negata non ci fermeremo qui.
2) Scrive abbiamo “abbattuto” lo stabilimento balneare, quando lo abbiamo semplicemente smontatio con svitatori elettrici e riposto dopo avere depositato regolare CIL di rimozione di manufatti precari, pronti per un prossimo riutilizzo (si spera).
3) Scrive anche che il Barbatoja non era il primo stabilimento dell’Elba e ne cita altri noti, ma se si informa bene scoprira’ che il nostro fu proprio il primo del dopoguerra autorizzato nel lontano 1961 e che gli altri da lui citati seguirono anni dopo; ad esempio il concorrente Pino Solitario solo nel 1971, dieci anni piu’ tardi.
4) Scrive infine, imprudentemente, che “e’ falso” quanto da noi riferito in merito all’articolo pubblicato dal magazine 7 del Corriere della Sera sui Bagni Barbatoja, quando non è vero quanto da lui scritto.
Ci sono testimoni che nel caso potranno confermare che il nostro direttore fu contattatato telefonicamente dal giornalista del Corriere della Sera per un servizio sui Bagni Barbatoja commissionatogli dalla redazione e quando chiedemmo lumi sulle ragioni che li avevano condotti a noi ci fu risposto che era stata la redazione a fare la scelta seguendo criteri di esclusivita’ e fama internazionale tra quelli più antichi per selezionarne 7 fra Italia (4), Francia (2) e Grecia (1).
Questi sono i fatti e il signor Bontempelli sarà bene se ne faccia una ragione.
Stefano Martinenghi