La costituzione la devi leggere tutta, non solo l'articolo che ti interessa.
Comunque per chi volesse il 16 dicembre 2016, ben 5 anni fa, la N. 281 SENTENZA 6 si è espressa con esito favorevole per la tassa di sbarco. Potete credere a Napoleone oppure al Presidente:Paolo GROSSI;
Giudici :Giorgio LATTANZI, Aldo CAROSI, Marta CARTABIA, Giancarlo
CORAGGIO, Giuliano AMATO, Silvana SCIARRA, Daria de PRETIS, Nicolo'
ZANON, Augusto Antonio BARBERA, Giulio PROSPERETTI
113273 messaggi.
Aridaje :
Articolo 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Articolo 16
Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche [cfr. art. 120 c. 2, XIII c. 2].
Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli obblighi di legge [cfr. art. 35 c.4].
Siete duri !!!!
Per il semplice motivo che Capoliveri fa parte del sistema Elba, che nonostante abbia 7 comuni è fortemente interconnessa.
Mettere la tassa di soggiorno vorrebbe dire staccarsi e avere come concorrenti gli stessi comuni che ti danno una mano a fare la stagione. Ovviamente anche gli altri comuni perderebbero dallo stare separati.
Detto questo, a meno che capoliveri non faccia un porto a Lacona e un ospedale sarebbe bene continuare a remare tutti insieme
La tassa di sbarco andrebbe sostituita con la tassa di soggiorno.
Manna dal cielo per il comune di Capoliveri. Non riesco a capire il motivo del grande silenzio su questo argomento.
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MERCOLEDI’ 2 MARZO (ore 14,30) INCONTRO AL DE LAUGIER CON REGIONE E ASL PER ESAMINARE I BISOGNI SANITARI DELLA NOSTRA ISOLA.
[IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_32/salus.JPG[/IMGSX] VI ASPETTIAMO in tanti con le vostre storie e con i vostri suggerimenti.
Alcuni punti del crono programma del 25 novembre 2021 sottoscritto tra Regione, ASL, Sindaci e deliberato da Consiglio Regionale della Toscana sono stati portati a termine come la riapertura del reparto “Ospedale di Comunità”; così come la formazione del gruppo operativo multidisciplinare per l’assistenza domiciliare per i malati di SLA prevista dal PDTA Regionale che finalmente trova la sua attuazione operativa.
Anche l’oncoematologo tanto richiesto dagli Elbani è operativo ogni primo e terzo giovedì di ogni mese. Le visite per l’oncoematologo devono essere richieste al proprio medico di base (MMG) che se ritiene appropriata la visita con lo specialistica, la prenoterà lui direttamente per noi.
Se tre punti del crono programma sono quasi definiti, altri rimangono da perfezionare quali:
• Terapia sub intensiva.
• Guardie mediche territoriali soppresse.
• Visite specialistiche ed esami diagnostici con agende chiuse o posto fuori Elba con tempi biblici.
• Mancanza di anestesisti anche per le normali attività ospedaliere.
• Bloccate le TAC e le R.M. all’Elba
• Foresterie per medici e infermieri.
• Riabilitazione e fisioterapia di S. Giovanni.
• Medico legale (figura determinante per un’isola) assente perché non sostituito.
• Trasporto sanitario
Essere presenti in tanti può essere determinante per avere più servizi, liste di attesa accorciate, sicurezza della cura sul nostro territorio, ed esami diagnostici di prevenzione .
LA MIGLIORE SANITA’ CHE RIUSCIREMO AD OTTENERE IL 2 MARZO 2022, SERVIRA’ PER UNA MIGLIORE CURA AI NOSTRI FIGLI E NIPOTI.
E’ DETERMINANTE LA VOSTRA PRESENZA.
Comitato Elba Salute.
F.S.
Al solito si conferma che qui la gente parla parla senza capire e senza sapere. Ci sono tanti pendolari che fanno qui il loro orario NORMALE, non TRASFERTE, altro che “peso d’oro”, se ne vanno a casa a fine turno oppure ci stanno i giorni della settimana in cui lavorano e poi tornano a casa. Se VIVONO qui per una parte della settimana, hanno anche diritto a adoperare ogni tanto la macchina esattamente come fai tu. Sai che turismo fai all’Elba a febbraio…
Che tu poi tiri in ballo persino la Costituzione è indice che davvero parli per dare fiato alla bocca, secondo te nel 1948 si sono messi a scrivere se i pendolari devono pagare la tassa di sbarco sulla Blu Navy?
Se ti danno fastidio i pendolari e ne devi parlare (a vanvera) con questo tono sprezzante, fai cosí: quando hai bisogno di un servizio sanitario per te e per i tuoi, fatti curare, coerentemente, solo da personale residente sull’isola. Poi vediamo come va…
- Dedicato alle sofferenze del popolo ucraino -
“Se bastasse una grande canzone per parlare di pace, si potrebbe chiamarla per nome aggiungendo una voce, e un'altra poi e un'altra poi, finché diventa di un solo colore più vivo che mai”
Potrebbe mai una canzone contribuire a portare un po’ di pace?
L’Eros nazionale sopra citato ovviamente non è stato l’unico ma solo uno dei tanti artisti che ci hanno provato. La musica leggera (che spesso e volentieri tanto leggera non è) è da sempre uno strumento di denuncia sociale e diverse canzoni sin dalla loro uscita si sono trasformate in un inno pacifista per intere generazioni.
Tutto è cominciato negli anni sessanta del secolo scorso. I cosiddetti “figli dei fiori”, con il loro slogan-manifesto “Peace&Love”, hanno influenzato tutte le generazioni successive. Agli occhi dell’uomo contemporaneo, cinico e meno smaliziato, questo slogan potrebbe sembrare molto ingenuo: molte guerre sono considerate come qualcosa di “inevitabile”.
Forse, anche grazie ad una canzone o alla sua riscoperta, potremmo recuperare un po’ della nostra innocenza perduta, da quella autentica e naturale dei bambini fino a quella dei cosiddetti sognatori. Mi piace pensare che potrebbe dare altresì maggiore ispirazione e vigore alla nostra indignazione, ancora un po' sonnolenta, ma che si sta risvegliando nelle nostre coscienze di fronte all’ingiusta ed attualissima guerra ucraina. Senza però dimenticare tutte le altre guerre (meno visibili) in corso nel mondo.
Ecco dunque un mio personalissimo “giro” nel mondo della canzone antimilitarista. Mi perdonino i lettori se non troveranno la loro canzone preferita ma la materia è così vasta che ci vorrebbe un’enciclopedia e non un breve scritto come questo, che vuole essere solo una breve riflessione in musica sul sano pacifismo di tempi che sembravano lontani ma ancora oggi restano attualissimi.
Blowin’ in the Wind (Bob Dylan)
Celebre canzone scritta dal menestrello del rock nonché premio Nobel della letteratura, uscì nel 1962 e pubblicata l’anno successivo nell’album “The Freewheelin’ Bob Dylan”. La canzone è il manifesto di una generazione, quella dei giovani americani disillusi dalla politica del loro paese nel dopoguerra. Una politica che sfociò prima nella guerra fredda contro il blocco sovietico e poi nella dolorosa guerra del Vietnam, una delle ferite più sanguinose della storia americana. Celeberrima è la frase: “Quante strade deve percorrere un uomo prima di essere chiamato uomo?” Nel ritornello non manca un richiamo alla speranza rivolto metaforicamente a tutta l’umanità: la risposta è lì, soffiata nel vento, a portata di mano...solo se l’umanità volesse...
Give peace a chance - Imagine (John Lennon)
Quando parliamo di John Lennon, andiamo su uno dei simboli del pacifismo musicale a cavallo tra gli anni 60 e 70. Già ai tempi dei favolosi Beatles, nel 1967 aveva composto un primo inno alla pace e all’amore, in piena stagione del “Peace&Love”, come “All you need is love”. Successivamente nel 1969, durante la celebra protesta pacifista organizzata con Yoko Ono contro la guerra nel Vietnam, compose “Give peace a chance”. Durante la loro luna di miele, al posto di un più consueto sit-in, gli sposi decisero di organizzare un originalissimo bed-in, rimanendo a letto per 2 settimane, invitando giornalisti e artisti prima nella loro camera d’albergo ad Amsterdam e poi a Montreal. La semplice e unica frase della canzone, diventata poi uno slogan pacifista di portata mondiale, uscì spontaneamente a John quando rispose ad un giornalista che gli chiedeva che cosa pensassero di ottenere standosene a letto. Il geniale artista rispose: “All we are saying is give peace a chance”, ossia Tutto quello che stiamo dicendo è date una possibilità alla pace.
L’altra celeberrima canzone, forse la più famosa della storia della musica, è “Imagine”, tratta dall’omonimo album del 1971. Il brano solitamente è letto in chiave pacifista, anche se i contenuti del testo parlano di una società utopistica dove non ci sono guerre, rivalità, religioni, nazioni e divisioni di sorta, dove la gente vive insieme semplicemente in pace.
War Pigs (Black Sabbath)
Non poteva mancare questo brano di uno dei gruppi seminali dell’hard rock. Inserita nell’album “Paranoid” del 1970, la canzone condanna con grande veemenza tutte le guerre, che sono sempre combattute dai poveri ma causate dai ricchi e dai potenti (definiti war pigs – porci della guerra) solo per salvaguardare i loro interessi. Più esplicito di così non si può…
Child in Time (Deep Purple)
E’ uno dei brani più celebri dei Deep Purple, uno dei più grandi gruppi rock di sempre. Scritta nel 1970 e tratta dal leggendario album “Deep Purple in Rock”, più che una canzone è considerata una breve "opera rock" dalla durata di oltre 10 minuti, con una complessa struttura musicale. Il testo narra di un adulto (probabilmente un soldato americano in Vietnam) che rivolge un monito ad un innocente bambino, mettendolo in guardia sulla linea di demarcazione tra il bene e il male: “vedi l’uomo cieco che sta sparando al mondo, proiettili che volano, facendo molte vittime”. Il brano è un vero e proprio “grido di dolore” contro tutte le guerre, evidenziato dai celeberrimi vocalizzi di Ian Gillan, che usa la sua potente voce come uno strumento musicale, senza mai perderne il controllo. Inoltre, durante il periodo della guerra fredda, questo brano fu scelto anche come “inno alla libertà” da parte dei gruppi anticomunisti dei paesi dell'Est contro il regime sovietico. Resta un capolavoro più che mai attualissimo.
Sunday Bloody Sunday - Miss Sarajevo (U2)
Scritta dal leader degli U2 Bono ed inserita nell’album “War” del 1983, la canzone “Sunday bloody Sunday” parla della domenica di sangue che si verificò il 30 gennaio 1972 nella città nord irlandese di Derry. Quel giorno l’esercito della Corona britannica sparò sui partecipanti ad una manifestazione di pacifici nord irlandesi, uccidendo 14 persone disarmate e ferendone molte altre. Bono all’epoca dei fatti era solo un bambino di 11 anni ma rimase profondamente colpito dalla cieca violenza di quella giornata.
“Miss Sarajevo” invece è un brano singolo estratto dall’album del 1995 “Original Soundtracks 1” degli U2 e Brian Eno. Al brano partecipa anche il nostro Luciano Pavarotti. E’ una protesta contro il conflitto armato scatenatosi in Bosnia Erzegovina, in cui si condanna senza appello l’atteggiamento della comunità internazionale totalmente incapace di fermare la guerra e di fornire un aiuto concreto alle vittime. “Non so più pregare e nell’amore non so più sperare” è la frase più celebre ed amara.
Brothers in Arms (Dire Straits)
Stupendo brano dei Dire Straits, è tratto dall'album omonimo "Brothers in Arms" del 1985. Il testo è ispirato alla guerra delle Folkland o Malvinas, le isole coloniali britanniche al largo dell’Argentina da sempre rivendicate dal paese sudamericano. Pochi anni prima, il potente esercito britannico aveva facilmente sconfitto, grazie alla sua enorme superiorità tecnologica e facendo tante vittime, un povero esercito argentino mandato allo sbaraglio su quelle lande desolate dalla dittatura politica del loro paese. La magnifica band inglese nel testo condanna fermamente questa guerra: “siamo degli idioti a fare la guerra coi nostri fratelli in armi”. Qui oltre al testo di denuncia, c’è la meravigliosa chitarra solista di Mark Knopfler che magistralmente la suona con un effetto tale da sembrare che pianga per quelle vittime.
Civil War (Guns N’ Roses)
Tratta dall’album “Use your illusion II” del 1991, il brano del celebre gruppo rock americano si scaglia contro la guerra che “serve solo a nutrire i ricchi e a far morire di fame i poveri”. Nel testo ci sono molti riferimenti di vario tipo, come l’assassinio di Kennedy, il pacifismo di Martin Luther King e naturalmente la guerra del Vietnam. Nel testo troviamo la famosa frase retorica che dice tutto: “Ma poi che cosa c’è di civile in una guerra?”
Anche gli autori italiani non sono rimasti indifferenti a queste tematiche. Oltre al citato Eros Ramazzotti, ne vediamo solo alcuni per brevità.O Surdato ‘nnammurato (Massimo Ranieri e Anna Magnani)
Pochi sanno che questa celebre canzone napoletana, dal ritornello molto allegro, in realtà può essere considerata una delle prime (se non la prima) canzoni contro la guerra. Il brano fu composto nel lontano 1915, proprio nell’anno in cui l’Italia entrò in guerra nel primo conflitto mondiale e descrive la tristezza di un giovane soldato che combatte al fronte e soffre per la lontananza della donna che ama. Nel film “La Sciantosa”, c’è una bellissima scena dove la protagonista, una cantante sul viale del tramonto interpretata da Anna Magnani, è ingaggiata al fronte per sollevare il morale dei soldati italiani nella grande guerra. Al momento d’iniziare lo spettacolo, davanti al suo pubblico di giovani soldati feriti e mutilati, si commuove al punto che, rifiutandosi di cantare l’inno militare, intona ‘O surdato ‘nnamurato in una versione triste e malinconica, suggellando così una delle scene più memorabili della storia del cinema italiano.
C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stone (Gianni Morandi)
Uscita nel 1966, la canzone fu portata al successo da Gianni Morandi. Il testo parla inizialmente della gioia di vivere di un ragazzo americano appassionato di musica ma l’improvvisa chiamata alle armi lo costringe a combattere e a morire in una guerra insensata, in un paese lontano come il Vietnam, troncando così il sogno di tanti ragazzi di quella generazione. E’ diventata una canzone antimilitarista per antonomasia, all’epoca fu persino censurata musicalmente dalla Rai perché criticava la politica di uno “stato amico” ma il suo successo popolare fu inarrestabile.
La Guerra di Piero (Fabrizio De André)
E’ l’indiscusso capolavoro del “poeta” Fabrizio De André. Il testo è ormai stabilmente inserito in diverse antologie della letteratura italiana. Ha una potenza letteraria straordinaria contro l’insensatezza e le atrocità della guerra. E’ rimasta nell’immaginario collettivo la descrizione della grande umanità di Piero che, per coscienza e pietà, di fronte al giovane nemico non riesce ad ucciderlo. L’altro invece, impaurito, lo uccide per sopravvivere. Il contrasto delle emozioni e degli scenari è continuo: “E mentre il grano ti stava a sentire, dentro alle mani stringevi il fucile, dentro alla bocca stringevi parole, troppo gelate per sciogliersi al sole”. Una grandezza compositiva che non ha nulla da invidiare a grandi autori internazionali come Dylan e Lennon.
Generale (Francesco De Gregori)
Restando sul piano della pura poesia, il brano “Generale” è una dolcissima ballata tratto dall’album “De Gregori” del 1978. In questo gioiello compositivo, il “principe” dei cantautori italiani crea una serie di immagini meravigliose, che partono da “dietro la collina” di Tarces (teatro di antiche battaglie, dove da giovane fece il servizio militare) fino alla “contadina curva sul tramonto” che ricorda gli enormi sacrifici delle donne che crescono i figli senza i mariti destinati al fronte. L’immagine del nemico “vinto, battuto” lascia però ben poca gloria ed anche le “cinque stelle” del generale non hanno alcun senso di fronte alle lacrime e agli orrori della guerra.
Anna Verrà (Pino Daniele)
Delicatissima ballata del grande cantautore partenopeo, la canzone è tratta dall’album “Mascalzone Latino” del 1989 ed è ispirata alla figura di Anna Magnani, protagonista di due film come “La sciantosa” e “Roma città aperta” che testimoniavano le atrocità rispettivamente della prima e della seconda guerra mondiale. Pino nel testo immagina un dialogo con la grande attrice: “dimmi quando questa guerra finirà, noi che abbiamo un mondo da cambiare, noi che ci emozioniamo ancora davanti al mare”. Il suo ritorno è metaforicamente visto come la fine di tutte le guerre e il ritorno della pace, nella speranza di un mondo migliore.
W la Guerra - Uffa! Uffà! - L’isola che non c’è (Edoardo Bennato)
Probabilmente il cantante italiano che ha scritto più brani antimilitaristi è Edoardo Bennato, considerato da molti uno dei più grandi rocker italiani.
“W la Guerra” fu composta nel 1976 ed è tratta dall’album “La Torre di Babele”, un concept album contro la guerra ed ogni forma di violenza. La celeberrima copertina dell’album è emblematica: presenta una moderna Torre di Babele, formata dalla rappresentazione dell'evoluzione tecnologica delle armi umane, dalla clava fino ai missili nucleari! Già dal titolo dissacrante, s’intuisce che la canzone è una potente condanna di tutte le guerre, senza se e senza ma, qualunque ne sia la causa: economica, territoriale o distortamente religiosa. “Hai lasciato la tua donna e la tua terra ma è per il suo bene, è per la sua gloria che tu ammazzerai. Il crudele Saladino è bene armato e forte ma tu non lo temi, tu non hai paura e hai anche Dio dalla tua parte. Viva, viva la, viva la guerra Santa, santa la, santa la guerra!”
Un altro brano durissimo contro la guerra è “Uffà! Uffà!” che dà anche il titolo all’omonimo album del 1980. Musicalmente è un puro punk-rock che ha un testo di grande potenza evocativa in quanto contiene una feroce critica alle tensioni "petrolifere" che sono alla base di molte guerre moderne: “Uffà! Uffà! Questa guerra non mi piace non la voglio fare! Che m’importa del petrolio, sarò vile o un anormale ma questa volte alle crociate non ci voglio andare”. Dopo aver esortato il mondo a cercare energie alternative “perché non provate a sfruttare l'energia dal sole...o dal mare?”, la canzone finisce con un leggendario vero “sputo” che l’irriverente cantautore indirizza a tutti coloro che potrebbero scatenare la terza guerra mondiale!
Infine non si può non citare la celeberrima “L’isola che non c’è”, una delle più belle canzoni italiane di sempre, tratta dal concept album “Sono Solo Canzonette” del 1980, interamente ispirato alla celebre favola di Peter Pan. Memorabili alcuni passaggi: “ma che razza di isola è? Niente odio e violenza, né soldati né armi, forse è proprio l’isola che non c’è, che non c’è”. Meraviglioso il messaggio di speranza finale: “E ti prendono in giro se continui a cercarla ma non darti per vinto perché chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle forse è ancora più pazzo di te”.
Oggi più che mai, W la PACE!
Antonio Pezzullo
Peccato che non consideri il fatto di chi è in trasferta per rendere servizi all ospedale gode di già di agevolazioni, vedi l'ora retribuita a peso d'oro, rispetto ai suoi pari che svolgono li stesso servizio ma rimangono o vivono sullo scoglio. Se poi vogliono portare l'auto per fare dal porto all' ospedale o nel weekend farsi il giro dell' Elba sono anche loro turisti. Nel calcolo dell' ora lavorativa è già considerata l indennità di trasferimento. Altre agevolazioni sarebbe anticostituzionali.
[IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_32/apo.JPG[/IMGSX] Putin:
-Ordine di allerta della difesa nucleare
-Considerate agressive le chiarazioni dalla Nato e illegittime le sanzioni messe in atto dai vari stati
Non è che stiamo precipitando verso la catastrofe di una terza guerra mondiale?
Se la Russia considererà come una vera e propria dichiarazione di guerra, una illegittima intromissione nel conflitto l' invio di mezzi ed armi da parte dei Paesi Europei a sostegno dell' Ucraina, non sarà questo il preludio di un' estensione del conflitto?
E come farebbero in questo caso a non intervenire militarmente gli Stati uniti, il Regno Unito e la Nato?
E la Cina,tradizionale alleata della Russia, non interverrebbe al suo fianco, dopo essersi ripresa Taiwan, che ha sempre sostenuto essere parte del suo territorio?
Che farebbe la Turchia?
E che farebbe Kim Jong-un che ha già dichiarato di stare dalla parte della Russia e che non vede l' ora di sperimentare l' efficacia delle sue nuove armi su obiettivi al di fuori del Mar della Cina e mettere il cappio al collo alla Corea del Sud?
Situazione allarmante e potenzialmente catastrofica. Spero di sbagliarmi.
Ho messo l'azzurro e il giallo oro della bandiera dell' Ucraina dietro il sellino della mia bicicletta.
Ho letto in questi giorni che l'azzurro rappresenta il cielo e il giallo rappresenta la terra ucraina, soprattutto il frumento, che in tempo di pace viene esportato e sfamava mezzo mondo.
Mi è piaciuto farlo.
Chi non è d'accordo, appenda i suoi carri armati alla sua bicicletta.
Non esagerare con il daily la rotonda si fa confermo però che è fatta male, con i mezzi pesanti non si fa bene soprattutto per chi da porto azzurro va a portoferraio, ma si sa, questi non sono del mestiere, e il peggio arriverà con la rotonda di san giovanni, per quello che ho capito quella si che verrà uno schifo, ma non possiamo aspettarci miracoli.
Il lupo non caca agnelli
Caro il mio SOMARO, io condanno senza se e senza ma questo attacco, perchè io condanno la VIOLENZA che non può essere giustificata da nessuna ideologia, comunista, fascista, talebana, aliena o vattelappesca. Colgo l’occasione anzi per supportare il popolo ucraino. Visto che ci siamo, tanto qualcuno che sta lì lo conosciamo, mandagli un bel bonifico come ho fatto io con il mio ex operaio!
Detto questo sai perchè sei un SOMARO? perchè sei uno di quelli che lisciava il pelo a Putin fino a due giorni fa e appena si è palesato per quello che è (ma noi si sapeva benissimo), l'hai etichettato come comunista per lavarti la coscienza! Basta rileggere quello che hai scritto.
Quando vi si diceva che i leader che fanno i forti allisciavano il pelo a idee folli, vedi i vari Salvini, Meloni, Orban, Lepen etc etc si temeva proprio questo: La guerra in Europa. Bada bene qui si parla di Guerra con la G maiuscola, perchè basta la bomba giusta per archiviare milioni di vite.
Detto tutto questo quindi esci dalle ideologie che non esistono più ed entra in biblioteca che è sempre vuota.
Pace a tutti
In merito al fatto che la tassa di sbarco venga fatta pagare a chi sbarca sull'isola per motivi di lavoro si rileva che il regolamento di applicazione prevede l'esenzione per i lavoratori pendolari.
Si rileva anche che la legge che consente alle isole minori di riscuotere il tributo prevede MOLTO CHIARAMENTE l'esenzione dallo stesso per chi viaggia per motivi di lavoro (genericamente, non solo i pendolari).
Poichè gli enti locali possono imporre tributi solo nella misura in cui questi siano previsti dalla normativa nazionale, è piuttosto evidente che sia illegittimo riscuotere la tassa di sbarco da chi arriva per motivi di lavoro, indipendentemente dal fatto che si tratti di pendolari oppure no.
Sul perchè avvenga il contrario, ognuno può darsi la risposta che preferisce.
E' ovviamente impensabile che un cittadino proponga un ricorso amministrativo a fronte di un costo di 5 euro, perchè il costo della procedura sarebbe enormemente sproporzionato rispetto al risultato che si vuole ottenere.
Altra cosa è capire perchè le amministrazioni (senza fare nomi e cognomi) preposte a vigilare sulla regolarità della riscossione dei tributi siano così solerti nell'agire contro i cittadini e lo siano meno quando si tratta di "colleghi" di altre amministrazioni pubbliche.
Consiglierei all'ASL, contestualmente a chiedere "benefici" a società commerciali private, di evidenziare ai competenti uffici tributari l'illegittima riscossione.
A volte sarebbe meglio tacere che uscire con frasi vergognose
Leggo che il giovane presidente del consiglio di Rio ha qualità simili a quelle del sodalizio.... È allora siete messi proprio male.
Chi lavora all’ospedale di Portoferraio e non pèndola abbastanza spesso da giustificare un abbonamento, oppure deve portarsi la macchina, può (almeno) usufruire di uno sconto sui traghetti Moby/Toremar, seppure con alcune limitazioni di cui non è facilissimo comprendere il senso: ad esempio l’aliscafo è escluso e si paga a prezzo pieno; se si ha già l’abbonamento e si decide di portare anche la macchina, si ripaga il biglietto per il guidatore come se non si avesse l’abbonamento; i biglietti sono formalmente solo per la Moby (… quella che più frequentemente salta le corse…) quindi la Toremar si prende solo se avanza posto e tocca andarci in anticipo e sperare, seppure sia proprio Toremar che ha il contratto con la Regione per garantire il servizio pubblico.
L’Asl non ha invece mai stipulato una convenzione con Blu Navy, per la quale il biglietto si paga a prezzo pieno. La cosa alquanto grottesca, però, è che si paga anche la “tassa di sbarco”, come se si venisse in vacanza.
La GAT (Gestione Associata per il TURISMO), quello strano ente che la scienza non ha mai ben spiegato a cosa serva ma che riscuote la tassa di sbarco, non potrebbe almeno rinunciare a questo contributo, che per chi viene a lavorare sa di ulteriore beffa? A parole anche la GAT si era espressa nel senso di favorire l’arrivo di personale sanitario sull’isola. Comprendo tuttavia che fare qualcosa di concreto invece di chiacchierare e basta andrebbe contro una consolidata tradizione elbana in tema di sanità (si veda ad esempio la famosa foresteria di via Carducci, che da anni ricompare periodicamente sui giornali ma per la quale nessuno ha mai mosso un dito).
P.S.: perché la Blu Navy dice di arrivare con almeno un quarto d’ora di anticipo se poi, arrivando 18 minuti prima della partenza, ti fa aspettare fuori, cosa che a febbraio e col vento non è troppo piacevole?
Testa vuota, ma non vedi che disastro umanitario stanno compiendo i seguaci della tua assurda e stupida ideologia.
Vai a rintanarti te nella biblioteca di Portoferraio e leggi e studia perché ce ne hai bisogno più te di me. Non una parola in difesa del povero popolo ucraino massacrato dai tuoi compagni di partito ( i Rifondatori!! Che risate!). Io non ho da scrivere un bel nulla: ho già scritto: non mi do arie (Non sai altro che dire!), sei te che fai discorsi senza senso, corrispondenti al tuo livello culturale.
ROTARY CLUB TRA NEW ENTRY E SACRE APPARIZIONI
Si è svolta mercoledì 23 Febbraio, presso il ristorante “Il tennis” di Portoferraio, l’interessante e partecipata conviviale del Rotary Club isola d’Elba dedicata all’ammissione di un nuovo socio e alla presentazione del libro “L’apparizione di Santa Caterina all’eremo di Rio nell’Elba” del notista storico ed esperto di statuti comunali medievali, Umberto Canovaro.
Subito dopo il suono della campana, dietro richiesta del presidente, il socio Marco Regano ha brevemente esposto ai presenti le qualità di Mattia Gemelli, delineandone sia il curriculum vitae sia, e soprattutto, le motivazioni per le quali lo ha ritenuto meritevole di essere proposto come membro del Club. Con un breve discorso ne ha sottolineato le capacità professionali nonché le caratteristiche personali evidenziando come esse si allineino appieno con i principi basilari del Rotary tutto.
Di poi, il presidente Sergio Cavaliere ha invitato Mattia a leggere il giuramento e gli ha donato la spilla rotariana e il gagliardetto del Club elbano. Quindi, dopo avergli posto le sue personali congratulazioni, ha lasciato che anche tutti i presenti gli esternassero il piacere di averlo accolto tra le loro fila.
Mattia Gemelli, laureato all’Università degli Studi di Pisa con laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza e tesi riguardante i fondamenti romanistici del diritto, nonché laurea triennale in lettere classiche conseguita in quella stessa città, ha frequentato altresì il corso di formazione in “Politica ed amministrazione degli enti locali” presso la scuola superiore Sant’Anna (Pi) e quello di alta formazione in diritto romano all’università La Sapienza di Roma, facoltà di Giurisprudenza, sezione “Istituto di diritto romano e dei diritti dell’oriente mediterraneo” del dipartimento di Scienze Giuridiche. Attualmente, già membro del “Comitato del sì” per la fusione istituzionale degli estinti comuni di Rio Marina e Rio Elba, è consigliere comunale di Rio, nonché presidente eletto di quello stesso consiglio. Al tempo, il più giovane d’Italia chiamato a svolgere tale funzione.
Al termine della cena, il presidente Sergio Cavaliere ha nuovamente raccolto l’attenzione dei presenti per introdurre l’altro evento che ha caratterizzato la serata: la presentazione del libro “L’apparizione di Santa Caterina all’eremo di Rio nell’Elba” edito dalla Persefone Edizioni, rappresentata per l’occasione dalla sua fondatrice Angela Galli, la casa editrice elbana che, ad oggi, ha all’attivo più di cento titoli in catalogo; opere che, in buona parte, trattano e mantengono vivi aspetti storici, culturali e non solo della nostra amata isola.
Prima di lasciare la parola all’autore, Sergio ha brevemente condiviso con i soci la passione dell’amico Umberto per la scrittura e la ricerca storica, in buona parte rivolta al nostro territorio e ne ha elogiato le qualità di scrittore e di uomo elencando le molte opere pubblicate e sottolineando gli interessanti temi trattati.
Nato all’isola d’Elba nel 1954, Umberto Canovaro ha esordito nella letteratura con il dramma a sfondo politico “Silvio Mina, ovvero passione e morte di un uomo popolare” opera prima alla quale ne sono susseguite molte altre. Lavori differenti nel genere, tra i quali si ricorda commentari, come ad esempio “Gli statuta Rivi nell’ordinamento giuridico degli Appiani” raccolte di memorie storiche come “Piccolo porto antico”, biografie come “ Zinone Pineschi, un poeta nel Risorgimento fra Piombino e Firenze”, saggi come quello inserito in “Tra il rigore della legge ed il vento della storia - La condizione delle donne all’isola d’Elba tra il XVI e il XVIII secolo”, dedicato alle donne di Rio nel Medioevo e “Erbe, pozioni, malefizi d’amore” che verte sulla superstizione di quello stesso periodo. Una produzione letteraria invidiabile che trasuda la profonda passione dell’autore.
Nel 2003 Umberto è stato insignito del titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Dal 2005 è notista storico del trimestrale elbano “La Piaggia”. Nel 2011 è stato nominato Ispettore Archivistico Onorario per la Toscana con Decreto Ministeriale, riconfermato a tutt’oggi, e dallo stesso anno è Presidente dell’Accademia per gli studi storico-giuridici sullo Stato di Piombino “Pietro Calefati” che annovera insigni cattedratici e studiosi. Tutta la sua produzione a carattere storico-giuridico è conservata nella biblioteca Nazionale del Senato della Repubblica.
Il presidente ha quindi dedicato alcune parole anche ad Angela Galli, delineandone la carriera professionale. Oltre ad essere il principale editore elbano, Angela è artista visiva, pittrice e scrittrice. Dal 2012 è impegnata in un esperimento mentale: un progetto editoriale, volto a dare voce ai Patrimoni Culturali dell’Arcipelago Toscano e non solo.
Numerosi i progetti e le esposizioni personali e collettive in Italia e all’estero, due residenze d’Artista in Nord Europa, è risultata vincitrice di due concorsi letterari; ha al suo attivo diverse pubblicazioni su quotidiani e riviste nazionali e internazionali e sei pubblicazioni librarie. Ha collaborato con la rivista «Art App», da settembre 2016 fa parte dell’archivio del MUSINF Museo per la Fotografia di Senigallia, Autoritratti della fotografia contemporanea curato dal critico Giorgio Bonomi. Vive tra il Sud della Francia e il paese di Capoliveri all’isola d’Elba.
Il libro, piacevolmente descritto dal Canovaro, tratta dei fatti esposti in un manoscritto settecentesco che argomenta sull’apparizione di Santa Caterina all’eremo omonimo di Gràssera. Evento miracoloso accaduto a due pastorelli: Domenico di Michele e Tommaso di Pasqualino che, com’è ben comprensibile, sconvolse la routine dell’epoca. L’autore, proponendo un’attenta traduzione del testo, dapprima descrive sapientemente al lettore l’evento, di poi lo guida tra le conseguenze che il miracolo provocò tra la gente elbana e quella d’oltremare.
Nel libro vengono altresì narrati altri due fatti di interesse, il primo inerente all’autore del quadro che oggi si trova sopra l’altare della chiesa parrocchiale di Rio nell’Elba, il secondo riferito a un presunto esorcismo fatto ad uno “spiritato” così com’è definito da quello stesso verbale sopraccitato. Un documento che riporta persino la formula utilizzata per liberare dai demoni il povero malcapitato.
Al termine dell’intervento dell’autore, il presidente Sergio Cavaliere ha salutato i presenti ringraziando l’opera di Umberto. Un lavoro importante che, a suo dire, ha svelato una nuova pagina del grande libro della storia elbana.
D.P. per Rotary Club isola d’Elba
Fare sanzioni che impoverisce il popolo russo, questa è la realtà, in questo momento vuol dire indirettamente dare più potere al presidente russo.
Quando nel 1918 l'impero austro ungarico ha perso il primo conflitto mondiale, I danni di guerra imposti (trattato di Versailles) alla Germania furono durissimi per il popolo tedesco, letteralmente messo alla fame, e cosa è accaduto? È arrivato Hitler e tutti i tedeschi lo hanno seguito....
Non vorrei pensare un solo momento allo stesso errore che porterebbe davvero ad un punto di non ritorno, anche perché ci troviamo di fronte una superpotenza al pari di poche altre, ad un tiro di schioppo dai confini dell'Europa.