Un post bellissimo, profondo, vero anche se enormente amaro perchè dice le cose come sono veramente e che condivido in pieno e che credo rispecchi il pensiero di tutti gli italiani , anche di quelli che scrivono su questo blog innondandoci delle loro stupidità quotidiane condite di politica a favore dell'amico di turno da cui si aspettano forse futuri favori . Mi complimento per la lucidità e per l'analisi corretta dello scenario italiano , uno scenario vergognoso che ci rende poco credibili nel mondo intero .
113603 messaggi.
Grazie tante al simpatico Willy Wonka che si permettere di prendere per i fondelli chi cerca di chiarire una situazione! Caro signore, prima di tutto io non ho malignato, screditato nè parlato male di nessuno! Io ho detto una mia opinione... a me non piacciono i prodotti che produce la pasticceria e non ho detto a nessuno di non andare a comprarli!!! Io non vado dal Coltelli perchè chi ha preso in gestione il locale ha smesso di salutarmi dal giorno alla notte senza che io gli abbia recato nessun danno, non ho chiesto di certo a tutti di non farlo!!! Io ho detto la mia opinione, cioè di non fare di tutta l'erba un fascio! Prima di pubblicare una lettera su internet bisognerebbe informarsi su ciò di cui si parla... mentre invece chi ha scritto "carta bianca" non l'ha fatto, chiamando un intero paese razzisti senza informarsi del motivo per cui tanta gente non frequenta più il Coltelli nè la pasticceria! Per quanto riguarda il discorso delle maiuscole... mi permetta di dirle caro signor Wonka che a quanto pare aveva voglia proprio di attaccarsi a tutto... ho scritto tutto in maiuscolo MARINESI perchè volevo sottolineare il fatto che dei Marinesi in quel pub ci sono entrati... a differenza di quel che si dice nel post che ha scatenato grandi polemiche un paese!!! Per il resto come avrà potuto notare in tutto il resto del mio messaggio Marinesi è scritto soltanto con la prima lettera in maiuscolo!!! Comunque anche io avrei un grandissimo piacere di incontrarla... per capire chi è una persona così stupida da aver frainteso qualsiasi parola io abbia scritto... quasi come se dietro a tutto questo ci siano degli interessi!!! Mi fa un pò ribrezzo vedere scritto soprattutto della paura che io possa avere vendette verso chi apre nuove attività... devo sentirmi in obbligo di andare in un locale dove non ho piacere di non andare nonostante la nazionalità dei gestori??? Questo si che è razzismo, come lei è stato razzista nei miei confronti!!!
Non ti preoccupare, Fabio alle 18,30, Correani alle 17,30 , il comitato alle 17....co tutto sto polverone di incontri .....l'unico a trarne beneficio è LUCA SIMONI che faràil pieno di voti.... la gente non è scema.... ce ne sarà momenti per fare gli incontri ? no proprio mezz'ora dopo l'incontro del comitato sanità !!! vogliono speculare anche su quello ! per fare una bella figura dovrebbero cambiare luogo o orario...ma figurati se perdono l'occasione di sfruttare il pubblico di altri.....sarebbe la prima volta che hanno più di 30 persone ....mah!!! la gente nonè scema ste cose le capisce.....SIETE VOI CHE NON VOLETE CAPI' !!!! che figure di m@@@a direbbe il grande Feded!!!!
MORALISMO FISCALE
Il moralismo fiscale è uno strumento con il quale si distrugge il sistema produttivo e il tessuto stesso della convivenza civile. Abbandonarsi a tale disdicevole dottrina, come purtroppo ha fatto il presidente della Repubblica, avendo appena avallato l’aumento di cinque centesimi della benzina, destinandone i proventi alla protezione civile, ovvero a quella medesima platea presso cui si vanno a raccogliere gli applausi, è più che disdicevole: non è ammissibile.
Spiace doverlo sottolineare, ma con tutto il rispetto che si deve a chi rappresenta l’unità nazionale non gli è consentito affermare che gli evasori fiscali “sono indegni di essere associati al concetto e alla parola Italia”. Sono e restano italiani anche gli assassini, gentile Signor presidente. Restano italiani anche i senatori a vita che evasero (alla grande) il fisco, o vuole espellerli alla memoria? Se si vuol togliere la cittadinanza a chi non paga tutte le tasse si deve toglierla anche a una giustizia che privilegia i disonesti e svillaneggia chi deve avere soldi. Si deve toglierla ad uno Stato lesto nel prendere e lentissimo nel restituire.
Le tasse si pagano. E’ un dovere legato alla cittadinanza. Per chi non le paga sono previste delle punizioni, fra le quali non è compreso l’ostracismo. Però attenti al moralismo senza etica: la pressione fiscale è da noi intollerabile; i sistemi dell’amministrazione fiscale solo arroganti e violenti; il cittadino viene espropriato ben prima d’incontrare un giudice; i soldi riscossi finiscono in un buco nero, quello della spesa pubblica, che non si riesce, e forse neanche si vuole restringere. Prima di moraleggiare sarà bene tenerne conto.
Napolitano ha ragione: l’Italia del volontariato è bella. Ma è bella anche, quanto meno altrettanto, l’Italia che intraprende e produce, quella stessa che viene spinta fuori mercato da uno Stato esoso e incapace. Gli italiani che si fanno in quattro per produrre ricchezza sono milioni. Spiace che non lo capisca e non lo apprezzi una classe politica composta, anche ai più alti livelli, da chi ha sempre campato di spesa pubblica, mai aggiungendo un tallero al prodotto interno lordo. Spiace che si senta “volontario” un presidente del Consiglio con due pensioni e un vitalizio. Spiace perché dimostrano di non avere la benché minima percezione della realtà. Si sentono migliori perché hanno di più, e pretendono di considerare peggiori quelli che recalcitrano al dare di più.
Sono cittadini italiani, a pieno titolo, anche quegli imprenditori che si ammazzano perché il fisco e la previdenza li hanno precedentemente strangolati. E fornisco un dato anticipato, al presidente della Repubblica: gli evasori fiscali aumenteranno, perché non ci sono solo i ricchi profittatori che negano la pecunia alle scuole e agli ospedali, secondo uno schema classista che vive nella mente di chi l’ha predicato per la vita intera, ci sono anche le persone per bene che non hanno i soldi per pagare. Ci sono i padri di famiglia cui è stato raccontato che si deve investire nella casa di proprietà, per lasciarla ai figli, e cui si dice, oggi, che la rendita del patrimonio va tassata quasi quello fosse un furto alla collettività, anche in costanza di un mutuo. Ci sono imprese impossibilitate a lavorare perché lo Stato non paga i propri debiti, perché sono indietro con i pagamenti previdenziali, perché non hanno i documenti in regola al fine di ottenere, dallo Stato, il dovuto. E se qualcuno, più debole ed esasperato degli altri, si ammazza, innanzi a quel dramma occorre umiltà e rispetto, non la supponenza di chi, nella vita, non ha mai rischiato e creato lavoro.
L’assenza di guida politica, l’assenza di governi che guardino al futuro, ci ha messi nella condizione di dovere sottostare a un debito pubblico servire il quale significa impoverirsi giorno dopo giorno. Noi qui ci sforziamo d’indicare la strada per abbattere quel debito. Altri sembrano provare gusto ad abbattere i cittadini che non ritengono gioioso pagarne il prezzo. Capisco il ragionamento di Napolitano, ma ne conosco l’infondatezza: se pagassero tutti, e tutto il dovuto, ciascuno potrebbe pagare meno. E’ falso, perché, da molti anni, il gettito fiscale è funzione della spesa pubblica, largamente improduttiva e fuori controllo, sicché più si paga e più si spende. Questa spirale va spezzata, non onorata e venerata.
Le tasse si pagano. Non giustifico minimamente gli evasori fiscali. Ma se non si parte dall’immoralità della pressione fiscale e dall’indecenza di uno Stato che assorbe e brucia più della metà della ricchezza nazionale, se non si cambia andazzo, e se le prediche vengono da pulpiti protettissimi e privilegiati, so quale sarà la conseguenza: rabbia sociale, disperazione violenta, ribellismo inconsulto. Ci pensi, il Colle più alto, e rimedi a parole che, per carità di Patria, considero solo poco pensate
Davide
[SIZE=4][COLOR=darkblue]NUBI OSCURE NEL CIELO DELL’ELBA Elba 2000 [/COLOR] [/SIZE]
( Movimento per la tutela dei diritti elbani)
Continua, a ritmo serrato, il processo di colonizzazione dell’Elba. La somma di questo processo e della gravissima situazione economica e finanziaria nazionale può finire col produrre effetti davvero devastanti. Ufficialmente, si parla di un calo delle prenotazioni degli italiani di circa il 20%, ma non ci stupiremmo se si registrasse una flessione anche superiore. Se questo accadesse, molte aziende chiuderebbero e centinaia, forse migliaia, di famiglie elbane potrebbero rimanere, negli anni a venire, senza lavoro e prive del sussidio di disoccupazione. Con conseguenze, anche di tipo sociale, facilmente prevedibili.
Non è un caso, questo, ma è il risultato finale di un piano che non è mai stato scritto, ma che è maturato da tempo nella mente della classe dirigente regionale. Il turismo elbano, secondo questo piano (vedi l’ormai famoso intervento di Riccardo Conti, allora assessore all’urbanistica, ad una festa dell’unità, nei giardini delle Ghiaie, negli anni novanta), è un frutto maturo che può, anzi deve, regredire. Perché noi elbani, dicono (o pensano) loro, siamo solo una massa di gorilla ignoranti e ci siamo arricchiti devastando l’ambiente nel quale abbiamo avuto la fortuna di nascere e di vivere. Non ce lo meritiamo questo ambiente e non ci meritiamo nemmeno di essere così ricchi. E allora il turismo deve regredire, le presenze devono diminuire, anche perché questo si ricollega poi all’esigenza di riciclare l’economia industriale della costa trasformandola, anch’essa, in economia turistica. In altre parole, meno turisti all’Elba e più turisti a Piombino e in Val di Cornia.
Tutte le decisioni che sono state prese, a livello regionale o provinciale, riguardo all’Elba, nell’ultimo quindicennio, vanno esattamente in questo senso. Nel settore dei trasporti marittimi, in barba all’Autorità per la Concorrenza, è stato di fatto instaurato un regime di monopolio. L’unica teorica concorrente, Blu Navy, con cinque coppie di corse giornaliere in estate, non può certo essere davvero considerata una concorrente. La conseguenza è che abbiamo le tariffe più alte d’Europa e che l’Elba è sempre più irraggiungibile quando tutti sanno che l’accessibilità, per una meta turistica, è la condicio sine qua non.
L’ospedale è stato ormai smantellato, trasformandolo in poco più di un pronto soccorso, che dovrebbe servire 30.000 persone durante l’inverno e 200.000 nei mesi estivi. Manca un centro per la rianimazione, mentre l’attivazione della piazzola per l’elicottero viene di continuo rimandata (per motivi di sicurezza?). E anche quando fosse attivata perché l’elicottero, anziché stazionare permanentemente sulla piazzola, dovrebbe venire da Pisa o da Grosseto, quando cinque minuti possono essere decisivi per la vita di una persona? Leggi tutto su [URL]www.elbanotizie.it[/URL]
Caro amico,
Tu dici “… proviamo anche a fare qualcosa di più dell'indignazione …”.
Bravo, ora ci siamo; vorrei andare oltre con una provocazione: finiamola con le seghe mentali, puntiamo ad obiettivi realistici, senza piangerci addosso.
Prendiamo il caso dolente del costo dei traghetti in relazione al turismo elbano, causa prima forse del suo declino.
Primo: i traghetti costano molto; secondo la durata delle vacanze si sono ridotte drasticamente; terzo: il costo del traghetto diventa proibitivo in relazione ad una vacanza-tipo all’Elba.
Come neutralizzare questo handicap ad ogni costo? Non certo caricandolo sulle tariffe degli esercizi ricettivi, ma si potrebbe …. Come? Idee e proposte …
Ma chi ha paura? (Del Comune Unico)--- Marco Borsino
pubblicato giovedì 19 aprile 2012 alle ore 10.39.03
Prendo spunto da un articolo apparso sulla patinata pagina di un mensile dedito normalmente alla pubblicazione di stupendi articoli sulla storia della nostra isola.
Nessuno ha paura del Comune Unico, piuttosto dovremmo temere chi c'è dietro a questa infausta pensata.
Il Comune Unico può essere inquadrato come il colpo di cosa di un regime obsoleto e paranoico.
Da settant'anni infatti la politica monocolore della regione si rigenera copulando incestuosamente e, la mancanza di sangue nuovo, di nuove idee, ha dato vita a soggetti deboli e disturbati, guardiani di armadi rigonfi di scheletri il cui sito è ormai percettibile da molti.
Anche all'Elba resistono cariatidi di questa politica, portatrici sane di idee che nel resto del mondo sono ormai considerare estinte.
Paladini del non cambiamento, ma abili estensori di pagine ricche di illusioni riformiste, di strabilianti ricette risanatrici, di mirabili soluzioni a problemi da loro stessi creati in decenni di favate amministrative.
Apprezzati relatori di false verità, tese unicamente a tenere in vita concetti condannati dalla storia.
Di questo abbiamo paura, paura che ci venga calato, come fu per il parco, un nuovo dannoso carrozzone che imbavaglierebbe il libero pensiero su quest'isola da sempre avulsa al patto allineamento del resto di questa regione.
Visto il fervore che si è creato, sarebbe il momento giusto per portare avanti una effettivamente nuova idea di scrollarsi di dosso la comatosa provincia di Livorno, e allontanarsi dal resto della regione con un progetto di autonomia del nostro territorio, come succede in Sardegna e in Corsica.
[URL]http://www.elbanotizie.it/articolo.asp?key=3071[/URL]
"Menarini, le lettere di Rossi al Governo furono scritte dagli Aleotti"
L'ombra del finanziamento ai partiti
Due lettere dove si caldeggia un emendamento in tema di farmaci e brevetti: secondo gli inquirenti sarebbero frutto della penna dei proprietari del gruppo farmaceutico. Il governatore: "Ho agito per l'interesse collettivo"
"GROSSI FINANZIAMENTI AI PARTITI"
Dalle carte dell'inchiesta emergerebbero anche ingenti finanziamenti ai partiti da parte di "società non direttamente riconducibili al gruppo Menarini". ''Ciò che appare evidente - scrive il Nas - è una scientifica distribuzione del denaro, mirata all'obiettivo che si vuole raggiungere. Troviamo una serie di erogazioni nel 2001, eseguite in favore di partiti politici, non ancora individuati, in vista delle elezioni politiche 2001''.
''Il rapporto - si legge ancora - stipulato dai dipendenti della Menarini, incaricati dagli Aleotti di incontrare ben 54 parlamentari nei giorni 12/13/14 marzo, mostra nei dettagli l'atteggiamento dei senatori e la posizione che andranno ad assumere'' al momento del voto.
''Analizzando i motivi per i quali vengono utilizzate società finanziarie e immobiliari - aggiunge - le cui denominazioni non consentono 'ictu oculi' l'appartenenza alla famiglia Aleotti, di fatto schermano la reale provenienza dell'enorme finanziamento ai partiti, obbligati a pubblicare l'elenco dei soggetti eroganti''. Da una stima risulterebbe che i ''contributi ad oggi individuati, versati fra gli anni 2001 e 2008'' sono ''pari a circa 400 mila euro''.
[URL]http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2011/11/10/617278-menarini_lettere.shtml[/URL]
Il comitato sanità scende in piazza alle 17 di sabato. Cecchi scende in Piazza alle 18.30. Coreani scende all'EX Cinema alle 17.30. C'è troppe cose nel giro di un ora a Porto Azzurro. Un'è che Cecchi se messo daccordo col comitato per farsi scaldà la piazza? Occhio Massimo che Cecchi garba a pochi, ma è come il prezzemolo lo intervistano a destra e sinistra i suoi amici.
No tranquilli , la dicitura non è un attacco verso qualcuno che vive a sant'andrea , bellissimo paese di mare popolato da vermi molto particolari e misteriosi e questo lo afferma un team di studiosi che hanno pubblicato un articolo specializzato, vermi molto strani ed interessanti nella teoria della evoluzione. Ora sembra che i vermi di sant'andrea siano privi di bocca, di intestino e di ano e che si nutrano attraverso la pelle di sostanze inquinanti come il monossido di carbonio ed altre. Allora leggendo l'articolo ho visto una luce e mi si sono aperti i nuovi scenario del futuro , scenari anticipati dai vermi di sant'andrea verso i quali ci stanno portando i nostri governanti: diventeremo tutti vermi come quelli di sant'andrea , non avremo bisogno di mangiare , di digerire e di smaltire niente , ci basterà vivere di prodotti inquinanti di cui il pianeta abbonda. Che forti che sono i nostri lungimiranti politici , che forza che c'è nella evoluzione ....l'unico dubbio..perchè i vermi evolutivi sono solo a sant'andrea dove di solito non si evolve niente ?
La Nazione, Riffeser fa fuori il direttore
Licenziato dopo gli articoli sul Monte Paschi
L'editore bolognese che stampa anche il Resto del Carlino e il Giorno ha fatto il blitz in poche ore. E ha nominato il bolognese Canè, gradito a Mps. E soprattutto alla farmaceutica Menarini finita in una bufera giudiziaria, azionista della banca e che intratteneva col nuovo direttore amichevoli telefonate durante l'inchiesta della Procura di Firenze
Licenziato per aver rispettato il diritto di cronaca. Mauro Tedeschini ieri è stato sostituito da Gabriele Canè alla direzione del quotidiano La Nazione di Firenze. Sono stati gli stessi giornalisti a raccontare di quegli articoli usciti, nei giorni scorsi, nelle pagine locali sulla crisi del Monte dei Paschi di Siena, che ha lasciato la Fondazione (37, 5 % del capitale della banca) senza entrate. Una cronaca poco gradita, pare, da Franco Ceccuzzi, sindaco pd della città. L’editore Andrea Riffeser Monti ha quindi deciso di rimuovere Tedeschini nominato direttore solo nel giugno 2011. Ma la questione che ha scatenato le proteste del Comitato di redazione è legata anche al nuovo direttore.
Gabriele Canè, lo stesso nome che compariva a fianco delle conversazioni tra un esponente della famiglia fiorentina Aleotti, proprietaria della casa farmaceutica Menarini, colosso che secondo la Procura di Firenze, avrebbe procurato un danno al sistema sanitario nazionale da 860 milioni di euro. Nelle carte dei pm che si occupano dell’inchiesta emerge come Lucia Aleotti avesse contattato i responsabili di molti quotidiani. L’interlocutore privilegiato, nell’ottobre 2010, sembra proprio Gabriele Cané, condirettore del Quotidiano Nazionale che a Firenze pubblica La Nazione.
Come scritto da Il Fatto Quotidiano a novembre, Aleotti chiama Cané per capire che rilievo avrà la notizia. “Lo metto in piccolo sul Qn e lo metto un po ’ meglio sulla Nazione perché ovviamente non si può.”. Ma che cosa faranno gli altri giornali? Aleotti: “Ho parlato con il responsabile di Repubblica qui di Firenze. che alla Valeria aveva detto. ‘ male male’, con me. non si è espresso in questi termini”. Ma c’è un ostacolo, Franca Selvatici, storica cronista di giudiziaria di Repubblica. Aleotti: “È la Selvatici purtroppo”. Cané: “Ma non era andata in pensione?”. Aleotti contatta tutti. “S’è parlato con Il Sole 24 Ore, fanno una spalla in norme e tributi”.
Il giorno dopo Cané e Aleotti fanno un bilancio degli articoli pubblicati. Aleotti è furibonda, perché la Nazione, nonostante le ripetute telefonate dai toni apparentemente amichevoli con il direttore Giuseppe Mascambruno (che da lì a breve venne licenziato anche lui), ha dedicato due pagine alla notizia. Cané minimizza: “Non dice praticamente niente”. Aleotti sbotta: “Sono due pagine”. Lui: “Mi dispiace”.
Cané, annotano gli investigatori, si impegna a monitorare e a tenere informata l’amica. Certo, Menarini è un colosso. Normale che abbia contatti con i giornali. Ma il nodo è un altro, come emerge da una telefonata. Cané: “I giornali sono anche liberi di non tenere conto, insomma, fino a un certo punto; non è che dobbiamo tenere conto dei canali pubblicitari, ma in questo caso c’è una connessione che è un peccato perdere”. Aleotti: “Eh bravo”. Ecco il punto: la montagna di pubblicità che il gruppo miliardario può riversare sui quotidiani. Sul cambio di direzione Federazione nazionale della stampa e l’Associazione Stampa toscana, insieme con la Consulta delle Associazioni Regionali di Stampa, “esprimono la più viva protesta e grande sconcerto per l’inaudito licenziamento del direttore Mauro Tedeschini, sacrificato dall’editore a seguito di contrasti sulle autonome e libere scelte di informazione a lobby politica e bancaria”.
Il Fatto Quotidiano, 19 aprile 2012
da [URL]www.tenews.it[/URL]
Tassa di sbarco, Ciumei e Barbetti: "Vttoria Ancim"
Il sindaco marinese utilizzerà gli introiti per la Torre Pisana. Per quello di Capoliveri i proventi andrebbero destinati alla gestione associata del turismo
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CARO ANDREA, COME UTILIZZARE GLI INTROITI, LO DECIDERAI TE SE VINCERAI LE ELEZIONI.
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ATTENZIONE LE PAROLE SONO IMPORTANTI, MOLTO IMPORTANTI.
ALLUVIONE e FATTORE "F"
dopo il Fango arrivano i tassi di inetersse dei Fidi delle banche concesse per la ricostruzione e poi arrivano le questioni Fiscali locali, regionali ecc...
Imu, Tarsu, Irap, Irpef... tutto da pagare senza sconti e senza proroghe... ma davvero i campesi sono tanto ricchi da sopportare un'alluvione, la ricostruzione e le tasse correnti sempre più alte?
Il comune applica le addizionali Irpef, applica l'Imu senza sconti agli alluvionati e nessuna proroga è prevista per i prelievi fiscali.
(aggiungo) ma i fantomatici residenti di comodo?
3/400 false residenze provocano un danno alle casse comunali di decine di miglaiia di euro all'anno.
Se le false residebze fossero portate alla luce del sole scopriremmo come recuperare risorse senza incidere sulla popolazione locale.
A meno che non ci sia dietro un cinico calcolo... l'amministrazione sopporta di perdere un po' di IMU con le false residenze pur di riscuotere un po' di Irpef con le addizionali applicate ai finti residenti.
A TUTTI I GENITORI CAMPESI.
Oggi inizio a raccogliere le firme per inviare una lettera al Sindaco per la messa in sicurezza dell'incrocio di piazzetta Torino e vie limitrofe (Pisa, Donizetti e provinciale per Portoferraio).
In quella Piazzatta passano ogni giorno centinaia di automezzi e decine di mamme e bambini a piedi o in bici per andare a scuola materna battaglini.
Non esiste un solo cartello che avvisi gli automobilisti della presenza di un accesso a un polo scolastico.
Raccolta firme presso:
gazebo di via Roma presso ingresso asilo Battaglini dalle 15.15 alle 15, 45 di giovedì e venerdì.
Oppure presso Canadian via Marconi (orario negozio) sino a domenica 22 aprile.
Grazie per l'attenzione
Paolo Franceschetti
Se maometto non va alla montagna, la Montagna va da Maometto.
Se la gente non va dal Cecchi, lui cambia strategia, e va a cercare le gente in Piazza....
Contrasti fra sindaci, Segnini si dimette dalla Conferenza
Vanno mandali a quel paese ! Quando hanno nominato lo Scelza (diminutivo di scienziato?) non hanno interpellato nessuno e noi non dimentichiamo il tentativo di declassare il nostro ospedale.Mandali a quel paese che per altro non è sulla nostra isola.
X LA ZANICHELLI
Che strano dopo che ho denunciato il caso DUNE di Lacona ed il sopruso fatto con l'approvazione del Parco ed i tecnici, stamattina ricevo una telefonata che i camion sono stati spostati all'interno di un parcheggio, però le strutture piantate tra i GIGLI DI S. PANCRAZIO resistono ancora.
Allora avevo ragione di dire che il permesso non ce l'avavano?
Ieri mi hanno detto che c'e' stata la visita della Forestale ed oggi una piccola mossa c'e' stata.
Ripeto io non ce l'ho con i Militari ma bensì con le Autorità o così si fanno chiamare che per voce hanno rilasciato il permesso, e penso che hanno pensato , tanto gli Elbani sono scemi, e no per, ci siamo svegliati e da quì in avanti caro parco sarai sotto stretta sorveglianza da parte di Noi ELBANI perchè ci siamo rotti di essere comandati e male da gente di partito e specialmente del continente.
UNA PARTICOLARE RICHIESTA LA FACCIO AI CANDIDATI SINDACI DI MARCIANA MARINA E PORTO AZZURRO: Fatela finita di litigare sul parco ed assieme agli altri fate un nome per il Presidente, ma più importante sarebbe quello del Direttore il quale dovrebbe avere con tutti e ripeto tutti gli ELBANI un bel rapporto e non di scontro oppure ascoltare sempre quelli di sinistra che votando ed ascoltando quelli del continente hanno fatto si che siamo in mano ai piombinesi e livornesi.
Io ho tanti Amici di sx e chiedo a loro di fare uno o due nomi di Elbani che ci possono rappresentare.
[SIZE=4][COLOR=darkred]La Compagnia degli Elbonauti
Avventure Escursionistiche per Bimbi e Ragazzi [/COLOR] [/SIZE]
Domenica 22 Aprile ore 9,30
Torna La Compagnia degli Elbonauti. I giovani esploratori Elbani riprendono le esplorazioni alla scoperta delle proprie "radiche".
Questa volta risaliremo la Valle di Pomonte alla ricerca dei resti del paese di San Biagio.
La storia ci racconta che il 10 agosto del 1553 questo villaggio di contadini fu attaccato e distrutto dai pirati di Dragut e la popolazione fu fatta prigioniera dagli assalitori.
In soccorso degli antichi Pomontinchi arrivarono i Marcianesi e i Sanpieresi che in due furibonde battaglie, la prima in quella che oggi si chiama la Valle dei Mori e la seconda alle Stoppie, sconfissero gli aggressori e liberarono i prigionieri. Ma il paese ormai distrutto fu abbandonato e con il tempo dimenticato.
Domenica gli Elbonauti seguendo le tracce degli uomini del passato cercheranno di ritrovare il villaggio perduto
Per Elbonauti temprati
Partenza 9,30 da Pomonte, rientro a Posa di Sole
Pranzo al sacco
Punti di ritrovo:
Potoferraio ore 8,30
Marina di Campo ore 8,50
San Piero 9,10
INFO 3332653079 umberto
[SIZE=4][COLOR=darkblue]Il Forum Cittadino scende in piazza [/COLOR] [/SIZE]
“E’ il momento di guardare in faccia la gente per entrare nel vivo dei problemi del paese” – La lista civica “L’Ancora per Porto Azzurro” cambia la sede del suo terzo incontro elettorale ed incontra la cittadinanza sabato 21 aprile alle 18,30 in Piazza Matteotti. “La formula è ancora quella del Forum Cittadino, aperto alle idee e alle sollecitazioni dei nostri concittadini”.
Terzo incontro elettorale per la lista civica “L’ancora per Porto Azzurro” che ha come candidato a sindaco Fabio Cecchi. Dopo i primi due appuntamenti dedicati al programma dei primi 100 giorni di amministrazione, ed in particolare alla presentazione dei primi due dei sette progetti a costo zero predisposti per questa tornata elettorale con l’obiettivo di risollevare le sorti di Porto Azzurro, L’Ancora scende in piazza con il suo Forum Cittadino, proponendosi agli elettori con un incontro fissato per le 18,30 di sabato 21 aprile in Piazza Matteotti.
“La scelta di cambiare strategia di comunicazione per noi è un test – ha commentato il candidato a sindaco Fabio Cecchi – che ci servirà per capire il grado di penetrazione del nostro messaggio fra la gente e verificare le moltissime sollecitazioni che riceviamo da parte degli elettori. Abbiamo deciso di cercare il contatto diretto con la piazza per dimostrare la nostra concretezza ed operatività, per andare ad affrontare insieme ai nostri concittadini le tematiche più importanti, prima fra tutte l’incertezza che c’è intorno ad una stagione estiva che non decolla e a tutte le apprensioni che circondano il futuro del porto, che è il volano turistico più importante per il futuro di Porto Azzurro”. “A pochi giorni ormai dalle elezioni – ha aggiunto Fabio Cecchi - è il momento di guardare in faccia la gente per entrare concretamente nel vivo dei problemi del paese”. La formula dell’incontro di sabato prossimo sarà ancora una volta quella del Forum Cittadino, aperto agli interventi ed alle proposte del pubblico.
Giarda accusa Monti: "Colpa sua se non si taglia la spesa"
Il ministro per i rapporti col parlamento: "Sulla spending review mi hanno lasciato solo". Lavoro al buio, riforma a rischio
L’accusa più dura e circostanziata a Mario Monti per il taglio delle spese che non arriva (e che a questo punto bisogna chiedersi se sarà mai fatto) è giunta ieri dal suo ministro per i rapporti con il Parlamento, Piero Giarda. Il quale aveva tutt’altro scopo, ma tant’è. Interpellato dal Corriere della Sera, Giarda intendeva spiegare la propria posizione alla luce di quanto scritto da Libero il 14 aprile, ovvero che la spending review, l’operazione di controllo della spesa pubblica che gli è stata affidata, è ferma anche perché tra lui e Vittorio Umberto Grilli, viceministro per l’Economia, non c’è intesa sul metodo da usare né collaborazione nella raccolta dei numeri. I due, per dirla tutta, non si parlano nemmeno. Del tentativo di Giarda restano due cose. La prima è l’ammissione che l’operazione è in ritardo: doveva concludersi entro aprile, adesso il ministro fa sapere che «un primo report» non meglio specificato, ma chiaramente tutt’altro che definitivo, vedrà la luce «all’inizio di maggio». Si ignora la data conclusiva del lavoro. La seconda è il grido di dolore di Giarda. Il quale, mentre Grilli assicura che da parte del dicastero di via XX settembre «c’è la massima collaborazione per il progetto», sostiene l’esatto opposto: «La spending review è un’operazione complicata alla quale sto lavorando pressoché da solo e quasi a titolo personale».
La colpa di questa situazione è del presidente del consiglio. Non è una colpa piccola. Il taglio della spesa pubblica è la riforma delle riforme, senza la quale il governo Monti è destinato al fallimento. Perché i conti non tornano: la crescita economica è di gran lunga inferiore alle attese (anzi, per l’esattezza la decrescita è maggiore del previsto); il Fondo monetario internazionale ha gelato l’esecutivo affermando che il pareggio di bilancio non sarà raggiunto nel 2013, ma - bene che vada - nel 2017; servirà con ogni probabilità una nuova manovra correttiva; la pressione fiscale il prossimo anno giungerà al 45,4% e più di così non può essere aumentata. Insomma, o si riduce la spesa o si muore. E la scomposizione in singole voci degli 800 miliardi che escono ogni anno dalle casse dello Stato è indispensabile per capire dove andare a tagliare. Senza spending review non può esserci nessuna diminuzione ampia e strutturale delle uscite.
Il premier ha la responsabilità di aver organizzato nel modo peggiore l’operazione più importante. Non perché Giarda non capisca di economia (come lui stesso ama ricordare ai propri interlocutori, è stato presidente della Commissione per la spesa pubblica e sottosegretario al Tesoro nei governi dell’Ulivo), ma perché non ha gli strumenti. Che in questo caso sono i numeri dei flussi di cassa, dei quali dispone solo il Tesoro attraverso la Ragioneria generale dello Stato. E se Giarda, pur rifiutandosi ufficialmente di polemizzare, sostiene che sta lavorando «da solo», il senso dell’accusa è chiaro.
L’intera operazione è affidata allo spontaneismo dei ministri, lasciati privi di indicazioni. Ne è prova l’incontro che c’è stato nei giorni scorsi a palazzo Chigi tra Giarda e i dirigenti della presidenza del Consiglio: al povero ministro che illustrava i criteri con i quali secondo lui si sarebbe dovuta fare la spending review, i grand commis hanno risposto contestando ogni punto. «Scena imbarazzante», racconta uno che c’era. Lo scetticismo è forte tra gli stessi colleghi di governo, uno dei quali sostiene che a Giarda è stata affidata la spending review «per compensarlo del fatto che i rapporti con il Parlamento non li gestisce più lui, dopo le belle figure che ha rimediato». Malignità, anche se è vero che da quando il ministro è stato surrogato dai sottosegretari Giampaolo D’Andrea e Antonio Malaschini scivoloni come quelli che portarono il presidente della Camera Gianfranco Fini a redarguire Giarda («invito il ministro a essere più rispettoso») non si sono più visti.
Ma gli aspetti personali contano poco. Il problema è un po’ più serio: può l’operazione di controllo della spesa, dalla quale dipende il destino del paese, essere nelle mani di un ministro privo degli strumenti indispensabili e costretto a lavorare, per propria ammissione, «pressoché da solo e quasi a titolo personale»? È la domanda alla quale Monti dovrebbe rispondere. Se non ai contribuenti, almeno a se stesso.
