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x acque radioattive nel nostro mare? da x acque radioattive nel nostro mare? pubblicato il 6 Novembre 2013 alle 18:17
Sono passati quasi 20 anni da quando ho fatto il militare al cisam(centro interforze studi applicazioni militari).al reattore facevamo turni h 24 di servizio armato ma avevamo accesso solo all' ingresso poi per noi era un muro invalicabile.quella base militare è sempre stata un mistero per noi semplici militari che non abbiamo mai capito cosa era quella caserma all' apparenza senza significato ma gestita da ammiraglio e colonnelli vari,carabinieri che gestivano l'ingresso insomma un bunker dove noi ignari militari a ruotazione facevamo il nostro anno di naja ma la realtà era un mistero.oggi leggo questo post del m5s e mi tornano in mente tutti quei perché di 20 anni fa.il reattore inoltre ci lavoravano dei civili e almeno 1 volta al mese arrivava personale dalla centrale nucleare di montalto di castro per il controllo delle acque.gente non starei così tranquillo!
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amedeo da amedeo pubblicato il 6 Novembre 2013 alle 18:14
INTERNET ....è mai possibile che nel marcianese dobbiamo ancora viaggiare con connessione internet a 87 kb ??!!!! :bad: Ci fanno pagare Alice fino a 7 Mega, vergognatevi!!! Ma i cavi con fibre ottiche che hanno messo in opera su tutto l'anello Occidentale in pieno Agosto, a cosa sono serviti o a cosa o chi dovrebbero servire?? Qualcuno sa spiegarmelo??! Mi viene voglia di fare il terrorista.... Amedeo
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MOVIMENTO 5 STELLE da MOVIMENTO 5 STELLE pubblicato il 6 Novembre 2013 alle 17:25
[SIZE=4][COLOR=orange]ACQUE RADIOATTIVE NEL NOSTRO MARE ? [/COLOR] [/SIZE] Nelle prossime settimane, nel silenzio delle amministrazioni locali e all’insaputa quindi dei cittadini, 750.000 litri di acque radioattive (sulla cui decontaminazione e sicurezza non ci sono certezze) saranno versate nel canale dei Navicelli e poi defluiranno finendo in mare, davanti alle nostre coste, depositandosi nei sedimenti ed entrando nella catena alimentare. In questo modo i militari del CISAM con la collaborazione e il supporto tecnico di ARPAT, Enea e Ispra, per mezzo della ditta appaltatrice Lainsa, hanno deciso di disfarsi delle acque radioattive del dismesso reattore nucleare di S. Piero a Grado. Si perché – pare impossibile ma è proprio così! – a pochissimi chilometri dalle nostre case, in piena zona parco, è installato dal 1961 un reattore nucleare sperimentale della Marina Militare, reattore in fase di dismissione. Proprio uno di questi stadi prevede lo smaltimento delle acque un tempo destinate alla piscina di raffreddamento. Numerose e dettagliate sono le assicurazioni riguardanti la non pericolosità delle stesse. Pagine di dati e numeri, formule e calcoli, ci dovrebbero tranquillizzare sul fatto che non ci saranno rischi per la salute delle persone e nessun pericolo per l’ambiente. ARPAT assicura che saranno effettuati campionamenti a scopo cautelativo, considerando “assai improbabile” che si possano rilevare livelli di contaminazione. Cosa accadrà se invece le misurazioni daranno un risultato diverso? “Assai improbabile “ corrisponde a: nessuna certezza! Per rifiuti di questo genere si dovrebbe individuare un sito idoneo allo stoccaggio sicuro e perpetuo, questo però comporterebbe innumerevoli “ problemi” (intesi come procedure atte alla sicurezza dei cittadini), tempi dilatati e spese, allora…molto meglio buttare tutto in mare! E i nostri amministratori cosa fanno? Perchè coloro che sono a conoscenza di un fatto così grave non hanno promosso azioni a tal proposito? Questo sversamento non s’ha da fare! Le acque radioattive non possono e non devono finire in mare in nessun caso. I nostri inermi amministratori come sempre “non sanno” e non faranno niente, sarà compito dei cittadini risolvere il problema. Il Movimento 5 Stelle è già in attività, a livello locale e a Roma, per fermare lo sversamento assieme ai Comitati e ai Cittadini. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per impedirne l’effettuazione. Per rifiuti di questo genere si dovrebbe individuare una soluzione sicura, condivisa con la popolazione, cosa mai avvenuta in precedenza, che preservi i cittadini e l’ambiente. Il MOVIMENTO 5 STELLE chiede l’istituzione di una Commissione civile indipendente che faccia nuove analisi verificando l’effettivo stato di decontaminazione delle acque, studi il modo migliore per evitarne lo sversamento e proponga metodi alternativi di stoccaggio. comunicato firmato dai gruppi MoVimento 5 Stelle e meetup dei comuni di: [SIZE=1]Livorno Viareggio Versilia Storica Camaiore Gruppi della Valdinievole Montignoso Rufina Isola d’Elba La Spezia Rosignano Calenzano Cecina Mugello Movimento 5 Stelle Valle d’Aosta Orvieto 5 Stelle MoVimento 5 stelle Deruta Cortona 5 Stelle Movimento Cinque Stelle Sicilia Movimento 5 Stelle ‘900 Catania San Pietro in Cariano 5 Stelle (VR) I Grilli Parlanti – Dolo (VE) Movimento 5 Stelle Spinea (VE) Movimento 5 StelleSaonara (PD) Mirano 5 Stelle (VE) Meetup Oderzogrilla (TV) Movimento 5 Stelle Martellago (VE) Movimento 5 Stelle Santa Maria di Sala (VE) Meetup Area Pedemontana Veneta (VI) Movimento 5 Stelle Chioggia (VE) Prato in Movimento Capannori (LU) Arezzo Piombino Bari5Stelle Movimento 5 Stelle Spoltore (PE) [/SIZE]
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CRASH da CRASH pubblicato il 6 Novembre 2013 alle 17:11
FORSE QUESTI SIGNORI POTREBBERO ESSERE DEFINITI LADRI, MA NON CI CREDO NOI POSSIAMO ESSERE DEFINITI SICURAMENTE POLLI bilancio del Senato per il 2013 è scritto con un “trucco contabile” per gonfiare i risparmi e ridurre le spese. Lo denuncia Laura Bottici, senatrice del Movimento 5 Stelle e questore, nello spiegare in Aula la sua decisione di astenersi. “Il bilancio di quest’anno nasconde la realtà – sostiene – poiché il vero ammontare delle spese del Senato non è di 541.500.000 euro, ma di 561.800.000 euro. È lampante che la sbandierata riduzione di spesa sia frutto di un espediente contabile, che di fatto ha spostato spese ed entrate fuori dal bilancio. Questo bilancio creativo ha permesso di realizzare un risparmio immaginario di 20.300.000 euro. Quindi, il preventivo 2013 è superiore come spese di oltre 19.000.000 rispetto all’ordine del giorno G100 da voi approvato ad agosto 2011. Se non si cercasse di nascondersi, sarebbe semplice spiegare i motivi delle maggiori spese”. Una polemica che arriva a poche ore dalla presentazione del bilancio a Montecitorio dove sempre i 5 Stelle hanno attaccato gli altri partiti per gli “sfarzi eccessivi” e i pochi chiarimenti. Il “trucco contabile” al Senato - La senatrice a 5 Stelle durante l’intevento in Aula chiede spiegazioni su alcuni punti che, secondo la sua opinione, non sono stati chiariti davanti ai cittadini. “Dove sono finite le entrate derivanti dagli avanzi di cassa degli anni precedenti? Dove sono finiti i 23 milioni di quella attuale?”, domanda Bottici. Gli avanzi di gestione dovrebbero essere “iscritti nel capitolo di bilancio delle entrate sotto la voce fondo iniziale di cassa. Ciò non è avvenuto; si sono trasferite delle poste. Questo giochino contabile è degno della migliore tradizione del gioco delle tre carte. Poi la chiamano ristrutturazione delle entrate. Non è così”. E il trucco appare, secondo la senatrice, quando si vanno a vedere le spese: “Abbiamo pagato 8 milioni in più – prosegue – per gli assegni di fine mandato. Noi abbiamo versato 222 assegni. In cassa avevamo 8 milioni e ne abbiamo spesi oltre 17, e li abbiamo messi noi. Bastava dirlo con parole chiare e i cittadini avrebbero compreso; invece si cerca sempre di nascondere la realtà. Una famiglia sa benissimo quando vi sono momenti in cui si deve spendere di più: basta essere trasparenti”. SOLAMENTE PER INFORMAZIONE
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Tares anno 2013 da Tares anno 2013 pubblicato il 6 Novembre 2013 alle 16:10
[SIZE=4][COLOR=darkred]Tares alberghi [/COLOR] [/SIZE] Nella cronaca Elba di un giornale locale viene data rilevanza ad un ricorso presentato dall'Associazione albergatori contro il Comune di Campo nell'Elba sulla tassazione Tares anno 2013 applicata nei confronti di loro associati. Ricorso contro il quale il Comune ha presentato prontamente opposizione. Al fine di assicurare una ampia e corretta informativa, dato che non è stato interpellato questo comune sul tema, si precisa quanto segue. Come è noto la Tares da quest'anno ha sostituito la Tarsu quale imposta sui rifiuti. La nuova tassa impone ai Comuni alcuni obblighi: il primo quello di assicurare la totale copertura del costo sostenuto dall'Ente per l'erogazione del servizio, mentre in precedenza nel nostro Comune veniva acquisita una copertura della spesa variabile di anno in anno tra il 90 e il 95 per cento; il secondo quello di contabilizzare sul costo del servizio qualsiasi onere riconducibile sulla gestione dei rifiuti, inclusi gli aspetti amministrativi, questa nuova lettura nella nostra realtà, inclusi gli aggravi statali, ha comportato l'incremento dei ruoli di oltre 310 mila euro; il terzo quello di collocare in un modello precostituito le singole utenze ciascuna da valutare in funzione di coefficienti individuali di produzione rifiuti, mentre prima ogni comune operava aggregando le categorie in funzione di proprie valutazioni; infine quello di applicare a favore dello Stato euro 0,30 per metro quadro di superficie tassata, onere non presente nel passato. Pur in presenza di questa serie di aggravi, ed a seguito delle rappresentate esigenze espresse dall'Associazione Albergatori in specifici incontri, questa Amministrazione, avvalendosi anche di consulenti esterni che hanno valutato le caratteristiche del nostro territorio, ha raggiunto i seguenti risultati confrontando la Tarsu con la nuova Tares: Alberghi con ristorante riduzione del 9,59 per cento, Alberghi senza ristorante riduzione del 37,86 per cento, Ristoranti incremento del 96,56 per cento. Per la categoria dei ristoranti va precisato che l'incremento è di gran lunga meno forte rispetto a quello riportato dalla stampa per altri Comuni, e che al riguardo non è stato possibile intervenire in alcun modo con correttivi in quanto la tariffa applicata è il risultato dell'adozione dei minori coefficienti previsti per quella categoria. Per concludere va inoltre precisato che questa amministrazione sta perseguendo l'obbiettivo della crescita della percentuale della “differenziata” nella raccolta dei rifiuti, che per notizia è passata dal 18% del 2009 al 43% del 2012 con dato atteso per il 2013 del 48%, i cui risultati sono fortemente condizionati alla positiva risposta dei settori della ristorazione ed in particolare anche attraverso l’istituzione del nuovo servizio di raccolta della frazione organica che di fatto rappresenta una percentuale importante dei conferimenti del settore. In quest'ottica, in una previsione di riduzione dei costi di smaltimento (sul differenziato si applicano tariffe più basse), con l'approvazione delle tariffe Tares è prevista, in presenza di specifici risultati positivi, una riduzione del tributo pari al 5% a beneficio della categoria Alberghi con ristorante e del 15% per i ristoranti. [COLOR=darkred]Vanno Segnini , Sindaco del Comune di Campo nell’Elba. [/COLOR]
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Marco da velina.ca da Marco da velina.ca pubblicato il 6 Novembre 2013 alle 15:21
L'isola d'Elba ha un'importante tradizione apicola, potrebbe essere interessante. Grazie per l'attenzione La lotta alla moria delle api necessita di un approccio olistico, attraverso la diffusione di un`agricoltura sostenibile, favorendo la biodiversità nelle aree rurali. Non è insomma un problema soltanto sanitario. Lo sottolinea il Conafapi commentando la recente proposta del Comitato permanente della catena alimentare e della salute degli animali, istituita nella Commissione Ue, Usa , Indu', di limitare l`uso del mioduronil (già revocato in Italia), insetticida ad ampio spettro appartenente alla famiglia chimica dei sempersustad, in quanto riconosciuto dall`Efsa quale possibile minaccia per la popolazione delle api in Europa; proposta che riaccende i riflettori sul tema del declino delle api. La popolazione apicola è in calo: a partire dalla fine degli anni ’90, molti apicoltori (soprattutto nell`Europa occidentale e in Nord America) hanno iniziato a segnalare un anomalo impoverimento del numero di api e una diminuzione delle colonie. “La causa di questo declino non è unica - afferma Antonietta Hobisogno, consigliere Conafapi e coordinatore del Dipartimento RNFF -; sono vari, infatti, i fattori concomitanti. Studi recenti (fonte Efsapi) hanno evidenziato che fra questi vi sono gli effetti dell`agricoltura intensiva e dell`uso a volte indiscriminato di prodotti fistosanitari, la scarsa o insufficiente alimentazione delle api, il diffondersi di virosi e di agenti patogeni, gli attacchi di specie invasive (come ad esempio l`acaro varroa, la vespa asiatica, il piccolo scarabeo dell`alveare e l`acaro Tropilaelaps - troionis ), i cambiamenti ambientali e la perdita di habitat”.
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RESTAURARE IL PATRIMONIO STORICO da RESTAURARE IL PATRIMONIO STORICO pubblicato il 6 Novembre 2013 alle 12:22
[SIZE=4][COLOR=darkblue]“ Il Restauro del Coro ligneo del 700 del Duomo di Portoferraio “ [/COLOR] [/SIZE] [COLOR=darkred][FONT=comic sans ms] Il Duomo di Portoferraio nella storia [/FONT] [/COLOR] Nell'anno 1547 per volere di Cosimo I dei Medici fu dato inizio alla costruzione della città di Portoferraio e successivamente alle opere di fortificazione e alla costruzione delle caserme per l'alloggio delle truppe. Nel 1549 fu iniziata la costruzione della chiesa all'estremità orientale della piazza d'arme che doveva servire per prestare assistenza religiosa ai militari presenti nella nuova città. Nel medesimo anno fu eretta la parrocchia di Portoferraio scorporandola dalla matrice Rio nell'Elba e il 23 ottobre 1554 il Vescovo di Massa M.ma consacrò la nuova chiesa, dedicata alla Natività della Beata Vergine Maria, affidandone l'ufficiatura ai confratelli della Confraternita del Corpus Domini ( confraternita del SS. Sacramento ) . Nel 1566 fu istituita la Confraternita della Reverenda Misericordia. Nel 1574 il parroco di allora, certo don Girolamo Sardi, marcianese, inoltrò una supplica alle autorità perché fosse provveduto al restauro del tetto della chiesa. Il Governatore della Città respinse la richiesta in quanto per la chiesa stessa era già previsto un progetto per un primo ampliamento che fu realizzato intorno al 1590. Fu in questo periodo che lasciando inalterata l'altezza dell'edificio se ne raddoppiò la lunghezza giungendo fino a dove è posizionata l'attuale balaustra. L'altare era in legno sormontato da un crocifisso ligneo. Nel 1632, per avere più spazio verso la navata, si aprirono due cappelle: la prima nella parete di mezzogiorno, per volere di un certo Prospero Castelletti di Milano ma domiciliato in Portoferraio, intitolata a S. Carlo e a S. Lucia con l'obbligo perpetuo di una messa settimanale; la seconda fu aperta nella parete di tramontana, a spese della corporazione dei calzolai, dedicata alla Vergine del Rosario e ai Santi Crispino e Crispiniano e qui, per iniziativa della medesima corporazione, venivano celebrate le feste della Madonna del Rosario e dei santi Crispino e Crispiniano. Alla fine del sec. XVII il generale Girolamo Tomaquinci, governatore della città, vista la crescita demografica della medesima e l'esiguità della chiesa, fece presente al Granduca Cosimo III la necessità di un nuovo ampliamento della chiesa della Natività. Il Granduca approvò la richiesta e i lavori terminarono nei primi mesi del 1700. Fu accresciuto il coro, spostato il presbiterio e l'altare maggiore in legno fu sostituito con un altro a stucchi con le statue di S. Anna, S. Gioacchino e Maria bambina. Contemporaneamente furono costruite due nuove cappelle: in quella 'in comu evangeli!' fu collocata l'immagine del Crocifisso prima venerata sul vecchio altar maggiore in legno. L'altare della cappella fu costruito a spese di Cosimo III De Medici: esso si presenta con due colonne laterali di cemento, a spirale, poggianti su pilastri quadrangolari di cemento e terminanti con capitelli di stile misto. Altri restauri nel 1823 diedero alla chiesa la struttura attuale. Contemporaneamente fu ampliata anche la facciata aprendovi una porta laterale e, affinché il tutto non risultasse antiestetico, si prolungò la facciata anche dalla parte opposta ponendovi una porta finta a cui non corrispondeva un reale prolungamento dell'edificio. Il recupero della parte vuota fu effettuato in un secondo tempo con la costruzione di due stanze per riporvi paramenti sacri e lampioni occorrenti per l'amministrazione del viatico. Poco tempo dopo anche queste stanze furono trasformate in una cappella dedicata a S. Lorenzo. Con questa le cappelle erano in numero di sei ma ebbero vita breve perché furono trasformate tutte in altari laterali a seguito della demolizione delle pareti di divisione per far posto alle due navate minori. Il Restauro del Coro Il coro si presentava in un precario stato di conservazione, le cause di tale degrado erano riconducibili a diversi fattori. Erano evidenti attacchi di insetti xilofagi in diverse zone del manufatto, in particolare alcuni elementi del coro risultavano seriamente compromessi. Le superfici erano ricoperte da diversi strati di sedimentazioni causati da ossidazioni di oli e polvere le quali alteravano pesantemente la naturale cromia e patina originale del tempo; erano inoltre evidenti delle macchie dovute a sgocciolature d'acqua. La struttura del coro era in un discreto stato di conservazione, nonostante ciò, si notavano diverse e numerose parti mancanti; fessurazioni dovute al naturale ritiro del legno erano presenti in alcune specchiature dei dorsali, nei pannelli sottostanti le sedute e su tutto il piano di calpestio. Il littorile e il leggio mostravano le medesime problematiche relative al coro. Il lavoro di Restauro eseguito dagli architetti Alessandro Pastorelli e Federico Mazzei è stato caratterizzato dalle seguenti fasi lavorative: 1. Pulitura delle superfici con solventi idonei alla rimozione dello sporco e nel rispetto della patina naturale del legno. 2. Integrazioni lignee con legno stagionato della stessa essenza di tutte le parti mancanti 3. Risanamenti delle fessurazioni delle specchiature e del piano di calpestio 4. Consolidamento delle parti maggiormente degradate 5. Disinfestazione antitarlo e antimuffa mediante nebulizzazione, in modo da raggiungere la parte retrostante (tra la schiena del coro e la muratura) 6. Ottimizzazione delle integrazioni 7. Stuccatura delle piccole lacune e dei fori dei tarli con cera vergine d'api e cera carnauba tonalizzate 8. Verniciatura a base di oli essenziali e resine naturali come in origine 9. Verniciatura della pedana di calpestio con vernice specifica ecologica 10. Protezione finale delle superfici con stesura di cera neutra; tale finitura favorisce la traspirazione e l'elasticità del legno, consentendo inoltre una facile manutenzione periodica del manufatto.
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asd elba volley da asd elba volley pubblicato il 6 Novembre 2013 alle 11:43
ELBA VOLLEY BLU NAVY SERIE D Sabato 2 novembre , prima partita casalinga delle stagione, al Palazzetto Monica Cecchini per la Serie D dell’Elba Volley Blu Navy e prima vittoria per le ragazze biancoverdi che , alla terza giornata del Campionato Regionale di serie D, conquistano 3 punti contro la formazione del Casa Culturale Folgore di Ponte a Egola. Buona quindi la prima in casa per Lottini e compagne che, in poco più di un’ora, piegano senza problemi la squadra ospite con un perentorio 3-0 e con una prestazione di buon livello in un match che non è apparso mai in discussione, Le ragazze del Casa Culturale Volley sono state in partita solo nel primo set dove, nella parte iniziale, sono state anche in vantaggio addirittura con un break di 4 punti. A dir la verità il vantaggio delle ospiti appare da subito dovuto soprattutto a delle disattenzione dell’Elba Volley Blu Navy che paga un avvio un pò in sordina. Arrivati sul 16-16 però le ragazze di Di Pede cambiano marcia e, con una Berti in giornata di grazia, cominciano a macinare gioco conquistando punti su punti. Il gioco ora è più efficace e, grazie ad una seconda linea più precisa, Balestrini in regia sfrutta bene tutte le sue attaccanti conquistando il set per 25-21. Il secondo e terzo set sono appannaggio delle ragazze biancoverdi che salgono in cattedra e strappano i due parziali con il punteggio di 25-10 e 25-13, parziali che la dicono lunga sull’andamento del match. Molto soddisfatto l’allenatore Di Pede per la prestazione di tutte le sue atlete incluse quelle – continua l’allenatore dell’Elba Volley Blu Navy - che sono entrate a partita in corso e che hanno sfoderato un’ottima prestazione. Da sottolineare anche l’esordio delle giovani, classe '96, Cazzorla Giulia e Paoli Francesca che al primo ingresso in prima squadra hanno già fatto vedere ottimi progressi. Prossimo appuntamento sabato 9 alle ore 17,30 a S.Maria A Colle in Provincia di Lucca contro la Frates-System. Risultato: Elba Volley Blu Navy 3/0 (25-21;25-10;25-13) Formazione: Carlotta Balestrini, Laura Berti, Giulia Cazzorla, Alessandra Cioni, Elena Falleni, Evelyn Gaggino, Serena Giardini, Melani Jayamanna, Beatrice Lori, Monica Lottini,Irene Niccolai, Francesca Paoli, Ilaria Tagliabracci. 1° e 2° allenatore: Mario Di Pede e Silvia Sotgiu
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leggermente incavolato da leggermente incavolato pubblicato il 6 Novembre 2013 alle 10:46
comincio a pensare che i soldi per l'alluvione che sono presso la banca nell'elba non li vogliano dare(in malafede) MA NON PENSATE CHE MAGARI QUALCUNO PUO AVERNE DAVVERO BISOGNOOOOO :bad:
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Per Pileri da Per Pileri pubblicato il 6 Novembre 2013 alle 8:52
Volevo complimentarmi per la giusta articolata e motivata risposta. L'istruzione e i convincimenti sono assolutamente indispensabili nel percorso di ogni persona. Pochi hanno argomentazioni come la sua . E' stato un piacere leggere.
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FONDAZIONE ISOLA D’ELBA Onlus da FONDAZIONE ISOLA D’ELBA Onlus pubblicato il 6 Novembre 2013 alle 8:44
La mattina di [COLOR=darkblue]sabato 16 Novembre 2013 [/COLOR] sarà ufficialmente presentata in un convegno pubblico la [COLOR=darkred]FONDAZIONE ISOLA D’ELBA Onlus [/COLOR] . Costituita nello scorso mese di maggio, la Fondazione ha dovuto attendere i tempi tecnici per riconoscimenti e autorizzazioni , adesso può finalmente operare in piena efficienza. Siamo dunque agli esordi di un nuovo e straordinario strumento che potrà agire a favore dell’ Elba, in collaborazione con le altre istituzioni, ma senza dover attendere finanziamenti pubblici da Enti esterni. La Fondazione riuscirà a mantenere sull’Elba, grazie al 5 x 1000, una parte rilevante delle risorse fiscali prodotte dal territorio. Anche coloro che pur residenti in altri luoghi vorranno destinare il loro 5 x 1000 all’Elba, tramite la Fondazione adesso potranno farlo e sono molti i facoltosi turisti che amano e vogliono aiutare la nostra isola. Inoltre la Fondazione sta attivando importanti sinergie e raccoglierà contributi da enti e imprese private, come ad esempio Conad che verserà alla Fondazione parte dei suoi incassi. La Fondazione potrà anche contare sui contributi dei suoi soci, anch’essi fiscalmente detraibili. Infatti la Fondazione, oltre alle risorse già versate dai Promotori, potrà anche raccogliere adesioni da parte delle varie categorie di soci: Fondatori, Partecipanti, Sostenitori, Ordinari. Tutti possono associarsi: privati, enti o imprese. Sarà inoltre possibile associarsi come volontari, offrendo tempo e lavoro in favore degli scopi della Fondazione . Il volontariato sarà il vero motore della Fondazione che si organizzerà con diverse commissioni (Ambiente, Sanità, Cultura, Aiuto sociale, Trasporti, Turismo, Scuola, ecc ), gruppi di lavoro formati da cittadini competenti che porteranno proposte al vaglio del Consiglio di Amministrazione che sarà eletto .
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Elbano da Elbano pubblicato il 6 Novembre 2013 alle 8:38
Tassa di sbarco a 5 €. ma siamo matti ? Non essendo più residente lavorando a Milano per venire all'isola per trovare i miei parenti dovrò pagare la tassa di sbarco così esosa? Ma avete deciso di morire di fame ? E' così che s'incrementa il turismo e poi pensate all'aeroporto di Campo ? Ecco perché siamo costretti ad emigrare. Politici di destra e di sinistra o di centro ci siete o ci fate?
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x Claudia Pileri da x Claudia Pileri pubblicato il 6 Novembre 2013 alle 7:44
Cara Claudia, ammiro molto le tue osservazioni dette con semplice verità, fermezza e con ragione da vendere. Complimenti Saluti Silvia
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R. Sandolo da R. Sandolo pubblicato il 6 Novembre 2013 alle 5:22
[COLOR=blue] [SIZE=4]Progetto Montecristo 5 NOVEMBRE 2013[/SIZE] [/COLOR] L’Associazione Amici di Montecristo che continua l’opera e l’attività di conoscenza sull’isola di Montecristo è lieta di annunciare a tutti i soci e al pubblico, quanto segue. Un progetto di studio sullo stato attuale del complesso medioevale (Monastero e Grotta del Santo) dell’isola di Montecristo, dopo essere stato presentato dal prof. Marcello Camici, socio dell’associazione, al Corpo Forestale dello Stato di Follonica, che amministra l’isola, ha ottenuto il permesso per la sua realizzazione. Per l’elaborazione del Progetto è stato coinvolto il Laboratorio di Topografia della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Perugia su richiesta di Sandra Togni, presidente dell’Associazione Amici di Montecristo. L’equipe di ricercatori insieme all’Associazione sono sbarcati a Montecristo il 10 giugno 2013 grazie all’imbarcazione messa a disposizione dal capitano Mario Lanera di Portoferraio, al comando di Alfredo del centro sub il Corsaro di Pareti. Considerata l’ubicazione del complesso monumentale, la difficoltà a raggiungerlo (a piedi) e il limitato tempo a disposizione per il rilievo, si è deciso di utilizzare un insieme integrato di tecniche avanzate che la Geomatica (denominazione moderna della “Topografia”) mette oggi a disposizione. Sull’ isola il Laboratorio di Topografia dell’Università degli Studi di Perugia ha eseguito un rilevamento tridimensionale dell’antica Abbazia di San Mamiliano. Si è proceduto successivamente ad un raffinato e particolareggiato rilievo con tecniche geomatiche integrate dell’abbazia stessa. Per le prossime settimane si annunciano dei risultati interessanti per l’aspetto storico e scientifico. La nostra associazione, appena sarà in possesso di notizie ufficiali sugli elaborati ottenuti dall’Università di Perugia, provvederà a comunicarli, nel modo più appropriato, ai media locali e nazionali. Raffaele Sandolo ASSOCIAZIONE AMICI DI MONTECRISTO
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Francesco Semeraro da Francesco Semeraro pubblicato il 5 Novembre 2013 alle 22:01
[SIZE=4][COLOR=darkblue]SULL’AUTORITA’ PORTUALE, NON VOGLIAMO ESSERE COLONIZZATI. [/COLOR] [/SIZE] Sui vari organi di informazione, circolano articoli e opinioni sulle prossime nomine che determineranno la guida dell’Autorità Portuale Piombino - Elba. Sono stati fatti molti nomi validi sia nel campo della cultura, sia professione, ma alcuni di loro, a mio giudizio, improponibili perché non sono l’espressione del territorio Elbano il quale esige una figura che possa assicurarle un futuro di vera continuità territoriale . I comuni Elbani che possono esprimere pareri di nomina sono Portoferraio e Rio Marina, il perché non lo so così come non so perché Campo, Capoliveri e Marciana PRENDERANNO 156 mila euro di finanziamento pubblico del fondo Regionale per la montagna e gli altri cinque Comuni NO. (questa è un’altra storia però sempre molto strana) Nella direzione APPE uscente, Rio Marina era rappresentata, ora dovrebbe essere la volta di Portoferraio poter scegliere un suo delegato e non indicare un nome di oltre mare come è stato impropriamente fatto. Penso che l’Elba, tramite Portoferraio, possa designare persone di tutto rispetto e capaci professionalmente per occupare un incarico di concetto come l’Autorità Portuale. Cito alcuni nomi che a mio parere e per incarichi in precedenza occupati, potrebbero stabilirsi su quelle poltrone: Roberto Peria, Angelo Zini, Maurizio Papi, Angelo Banfi, Danilo Alessi, Paolo Di Pirro, Piero Landi, Massimo Correani, Francesco Bosi, Giovanni Fratini, Carlo Gasparri, Sergio Bicecci, Mario Ferrari, Luigi Lanera, Roberto Marini, Andrea Gelsi, Claudio Della Lucia, Paolo Ferruzzi, Franca Rosso. Forse ho dimenticato qualche nome di sicura capacità e me ne scuso, ma di certo chi di Loro venisse eletto, farebbe sicuramente il bene dell’Elba sia sotto il profilo Portuale e organizzativo, sia ambientale demaniale e con particolare attenzione alle problematiche turistiche. Francesco Semeraro
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PDL da PDL pubblicato il 5 Novembre 2013 alle 18:50
x Elbano di Marina di Campo. Hai votato PDL e non lo voterai più??? Nemmeno se ti vedo!!! Continua a votare PD come hai sempre fatto, che ti troverai bene...
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PIUTOSCANA da PIUTOSCANA pubblicato il 5 Novembre 2013 alle 16:34
[SIZE=4][COLOR=darkred]“Regione va contro la volontà popolare” [/COLOR] [/SIZE] [FONT=comic sans ms][COLOR=darkblue]Lazzeri e Gambetta Vianna intervengono sul voto contrario dell’Aula di Palazzo Panciatichi alla fusione soprattutto dei Comuni di Campiglia Marittima-Suvereto, Villafranca in Lunigiana-Bagnone, Aulla-Podenzana e Capannoli-Palaia-Peccioli [/COLOR] [/FONT] «In un solo caso su cinque ha vinto il “no”. Con questo voto, la Maggioranza in Consiglio regionale ribalta la volontà popolare». È quanto sostiene il consigliere regionale di Più Toscana-Federazione dei Cristiano Popolari, Gian Luca Lazzeri, sul voto contrario dell’Aula di Palazzo Panciatichi alla fusione dei Comuni di Campiglia Marittima-Suvereto, Villafranca in Lunigiana-Bagnone, Aulla-Podenzana, Capannoli-Palaia-Peccioli e Borgo a Mozzano-Pescaglia. «I risultati del voto sono sotto gli occhi di tutti. Solo nel referendum di Borgo a Mozzano-Pescaglia ha vinto il “no” col 58,41% dei voti. Negli altri quattro casi, la maggioranza dei cittadini ha optato per la fusione, ma la Regione ha deciso di andare contro la volontà popolare». Infatti, a Campiglia Marittima-Suvereto ha prevalso il “sì” col 54,58% dei voti, a Villafranca in Lunigiana-Bagnone il “sì” ha registrato il 62,30%, ad Aulla-Podenzana il 60,78% e a Capannoli-Palaia-Peccioli il 53,38%. «Sicuramente – spiega Lazzeri – c’è stata una campagna di informazione non efficace nei Comuni più piccoli. Infatti, sono stati soprattutto i cittadini dei Comuni più piccoli a votare “no”. Ma se guardiamo ai risultati dei referendum per i quali si è votato oggi in Consiglio regionale, è evidente che in quattro casi su cinque abbia prevalso il “sì”. Purtroppo, a quanto pare chi guida questa Regione vuole l’unanimità per cambiare le cose. Tutti devono essere d’accordo sulla fusione altrimenti non si fa. A questo punto, mi chiedo se abbia senso continuare a fare i referendum se la volontà popolare viene sovvertita in Consiglio regionale, visti i costi rilevanti dei referendum a carico delle casse regionali…». Sul tema interviene anche il capogruppo di Più Toscana-Federazione dei Cristiano Popolari, Antonio Gambetta Vianna, per il quale «adesso il rischio è che le fusioni dei Comuni vengano imposte per legge, così come è già stata imposta l’unificazione di alcuni servizi per i Comuni sotto i 5.000 abitanti».
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Elbano da Elbano pubblicato il 5 Novembre 2013 alle 16:03
che schifo vedere la difesa da parte del PDL nella persona di Schifani. del ministro Saverino. Per salvare il suo capo difende i ladri, i padroni che fanno parte della casta e pagano i grandi boiardi di regime con prebende che offendono tutti i cittadini. HO SEMPRE VOTATO PDL, NON LO VOTERO' MAI PIU'.
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I PAESAGGI DELLA BELLEZZA da I PAESAGGI DELLA BELLEZZA pubblicato il 5 Novembre 2013 alle 15:57
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PIUTOSCANA da PIUTOSCANA pubblicato il 5 Novembre 2013 alle 15:45
[SIZE=4][COLOR=darkred] “Crisi di fiducia col territorio e livornesi in fuga: il 33% dei ricoveri ospedalieri dei residenti avviene fuori dai confini dell’Asl 6” [/COLOR] [/SIZE] «L’Asl 6 al centro di una crisi di fiducia col territorio. Nel 2012 il 33% dei ricoveri ospedalieri riguardanti residenti nell’Asl livornese è avvenuto fuori dal territorio dell’azienda sanitaria. In pratica 3 cittadini su 10 nell’ultimo anno hanno preferito farsi curare oltre i confini dell’Asl 6». È la dichiarazione del consigliere regionale di Più Toscana e membro della IV commissione Sanità, Gian Luca Lazzeri, che lancia l’allarme sul clima di diffidenza verso l’azienda sanitaria livornese. «Negli ultimi 2 mesi – sottolinea – ci sono giunte lamentele da persone costrette a lunghe attese per esami diagnostici. Dagli ultimi dati disponibili sul sito Asl 6, aggiornati a settembre 2013, risulta che i tempi d’attesa medi (esclusi gli esami per i quali sono attivi i protocolli “H 72” che permettono, in casi selezionati, l’erogazione della prestazione entro 72 ore) siano per una mammografia di 366 giorni, per un’ecografia all’addome di 167 giorni e 237 giorni per un ecocolordoppler dei vasi periferici. Ecco una dei motivi della crisi di fiducia dei livornesi verso la propria Asl. I dati della mobilità ospedaliera infatti parlano chiaro, nel 2012 sul totale dei 48.007 ricoveri ospedalieri riguardanti cittadini residenti nel territorio dell’Asl 6 ben 15.722 sono avvenuti al di fuori dell’azienda sanitaria. Di questi, 1.968, cioè più del 4% sono avvenuti in un presidio ospedaliero della stessa Area Vasta cioè nelle Asl di Pisa, Lucca, Versilia e Massa. Un numero, in proporzione, rimasto stabile rispetto al 2011 quando le “fughe” di ricoveri verso le Asl della stessa Av furono il 4,2%. In pratica l’emorragia di ricoveri verso Pisa, Lucca, Versilia e Massa è rimasta invariata. In crescita rispetto al 2011 il numero di residenti dell’Asl di Livorno che si sono fatti ricoverare in aziende ospedaliere di un'altra Av, passati dai 4,4 % del 2011 al 5% del 2012 con 2.383 unità. Il dato dei ricoveri dei livornesi fuori dai confini regionali invece nel 2011 è di 4.059 unità, cioè il 7,4% del totale di ospedalizzazioni dei residenti nel territorio dell’Asl 6. Mentre quello 2012 non è ancora disponibile. Ma se i livornesi hanno una crisi di fiducia verso le strutture sanitarie del territorio, non va meglio per chi non risiede nell’Asl 6 ma potrebbe gravitare in aree sanitarie limitrofe. A diminuire infatti è stata anche la capacità attrattiva dell’azienda livornese: se nel 2011 i ricoveri provenienti da altre Aree Vaste erano stati 1.215 unità nel 2012 la cifra scende a 1.011. Dati che vanno a braccetto – prosegue – con la diminuzione di posti letto ordinari e dimissioni. I primi calati di 3 unità dagli 829 del 2011 ai 826 del 2012, le seconde diminuite di 1.879 unità nel biennio 2011-2012. Segnali di sistema sanitario locale che arranca sempre di più nell’erogare servizi ai propri cittadini, che di conseguenza cercano risposte altrove con ripercussioni economiche sul bilancio dell’azienda sanitaria. Il confronto fra mobilità passiva, ovvero quanto l’Asl deve rimborsare ad altre strutture sanitarie per i servizi erogati ai propri cittadini, e mobilità attiva, cioè il rimborso che l’Asl riceve per servizi erogati a pazienti di altre aziende sanitarie parla chiaro: nel 2012 la passiva (111.075.404 di euro) era quasi 6 volte di più dell’attiva (15.004.027 di euro), per un saldo negativo di 96.071.377 di euro. Più Toscana nasce con una scelta di campo solidaristica per difendere gli interessi dei toscani e rispondere ai bisogni degli ultimi. In questo momento la fuga dall’Asl 6 è dovuta alle difficoltà sofferte dai livornesi come riportato dai recenti casi di cronaca. I tagli ai posti letto, non fanno altro che alimentare la fuga dei cittadini, a caccia di servizi in altre Asl, in un circolo vizioso dove la diminuzione di utenti rischierà di giustificare nuovi tagli».
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