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Italia Nostra Arcipelago Toscano da Italia Nostra Arcipelago Toscano pubblicato il 23 Febbraio 2017 alle 8:36
[COLOR=darkred][SIZE=4]BASTA CON IL DEGRADO E LA SPOLIAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE DEL RIESE [/SIZE] [/COLOR] È un’antica battaglia quella che si combatte tra il nuovo che avanza e il vecchio che tenta di resistere. Personalmente faccio il tifo per il nuovo, salvo quando aggredisce ciò che testimonia in modo esemplare di una storia e di una cultura. Il nuovo, vestito di questi panni, si chiama barbarie, qualunque sia la ragione che lo anima. Si tratta di un’ovvietà, che l’accresciuta attenzione negli ultimi decenni al patrimonio storico-artistico e naturalistico, rende ormai familiare ad ampi strati del corpo sociale. Ciò è vero anche per l’Elba, come ci dicono i numerosi interventi che possiamo elencare a favore, ad esempio, di importanti emergenze architettoniche, realizzati un po’ dovunque nei suoi confini. Basterà fare cenno, qui, al restauro della chiesa romanica di S. Stefano alle Trane, della rocca del Volterraio, delle fortezze del Falcone, di Marciana, di S. Piero e di S. Ilario in Campo, del Forte Inglese, del teatro dei Vigilanti, del complesso della Linguella. Sorprende e amareggia, pertanto, che sopravvivano delle realtà dove tali interventi risultano essere solo sporadici, estranei a un piano generale che li coordini e comunque assolutamente insufficienti a pareggiare il conto con quanto viene lasciato a una sorte che può essere quella del più completo abbandono o della trasformazione arbitraria o della rovina. È sotto gli occhi di tutti come la torre bastionata del Giove o Giogo, un illustre esempio di architettura militare del Quattrocento, che credo di poter ipotizzare ragionevolmente di mano di Andrea Guardi, sia ormai sul punto di diventare un irrecuperabile cumulo di macerie. Eppure basterebbe un impegno organizzativo ed economico modesto per metterla almeno in sicurezza attraverso un sistema di ponteggi e per bonificarne le strutture ancora leggibili dalle piante infestanti. Il suo possibile recupero restituirebbe alla collettività un punto panoramico di eccezionale valore, la memoria di uno degli episodi più drammatici legati alle incursioni turco-barbaresche sull’isola nel Cinquecento, un monumento unico nel suo genere nella nostra provincia. Lo stesso desolante abbandono riguarda i resti della chiesa di S. Quirico, l’antica plebana dello scomparso borgo di Gràssera. Essi sussistono nell’intero sviluppo dei muri perimetrali e in una porzione di abside, che fanno registrare la tecnica costruttiva “a sacco” e il paramento a filaretti degli edifici di stile romanico. La loro vista, tuttavia, è totalmente impedita da un impenetrabile e tenace manto vegetale, che anno dopo anno disintegra le malte, compiendo un’opera di disarticolazione seconda solo a quella esercitata dagli agenti atmosferici. Una semplice copertura e una pulizia periodica permetterebbero di inserire anche questo manufatto nel circuito degli itinerari finalizzati alla scoperta dell’edilizia religiosa medievale della nostra isola. Un’analoga situazione di trascuratezza interessa uno degli ultimi testimoni dell’architettura rurale di pregio settecentesca presenti all’Elba, vale a dire il “casino” di campagna dove il 5 maggio 1814 l’ex governatore generale dello Stato di Piombino Lazzaro Taddei Castelli ricevette Napoleone. Le strutture dell’edificio, ubicato tra Rio e Rio Marina, che comprende anche un’elegante cappella con un bel portico, sono sul punto di collassare. Sarebbe doveroso, da parte dei poteri pubblici, esplorare la possibilità di giungere ad una convenzione con gli attuali proprietari per l’esecuzione degli interventi più urgenti; convenzione che una recente legge regionale sembra rendere praticabile. Poco lontano, a Cavo, il mausoleo della famiglia Tonietti, una delle opere realizzate all’Elba dall’architetto Adolfo Coppedé, letteralmente smontato pezzo per pezzo in pratica da un secolo a questa parte, ma con maggior accanimento negli ultimi cinquant’anni, attende la libecciata che lo atterrerà. Corre, tra la proprietà e il Comune di Rio Marina, una storia infinita di cui non si vede la conclusione, per cui bisognerà, prima o poi, se s’intende salvare il salvabile, fare punto e ripartire da zero con proposte che privilegino la pubblica utilità. Suscita tristezza l’area mineraria, che la vegetazione sta progressivamente occultando, cosicché i caratteristici colori delle antiche lavorazioni affiorano ormai solo a tratti, mentre deperiscono a vista d’occhio i fabbricati che una volta erano laverie, depositi, impianti di discenderie, insieme alle strutture in metallo e al poco d’altro che è scampato a un’opera di eliminazione sistematica di quanto poteva attrarre lo studioso di archeologia industriale e il semplice visitatore. Né si può tacere il destino di mortificazione che condanna uno degli archivi storici industriali più importanti d’Italia, comprendente la documentazione prodotta dalle società concessionarie delle miniere Ilva, Ferromin e Italsider, cui anni or sono, inserito in un’équipe nazionale diretta da Valerio Castronovo dell’Università di Roma, dedicai una ricognizione topografica durata diciotto mesi. Ci dobbiamo chiedere cosa non ha funzionato fin qui, quando le ex miniere da decenni sono parte di uno di quei parchi specifici che in Europa e nel mondo alimentano dinamiche economiche capaci di dare da vivere a intere comunità. Sembra marcare il passo, peraltro, la spinta positiva che alle cose aveva impresso la presidenza illuminata e lungimirante di Luigi Pieri, interrotta per ragioni imperscrutabili. Non muta il quadro, se ci rivolgiamo all’archeologica classica. Essa, nel riese, conta molti siti interessanti, ma due sono quelli che rivestono un rilievo particolare. Il primo si identifica con la villa romana di Capo Castello di Cavo. Interpretata come una città, Faleria, da un noto propalatore di fantasie seicentesco, conosce almeno dal Settecento un’opera di devastazione che l’ha portata, oggi, a consistere in pochi brani su cui è arduo condurre uno studio. Questo, infatti, si scontra con gli ostacoli che oppongono decine di costruzioni moderne, non di rado edificate sull’opus reticulatum o sull’opus latericium e comunque in modo tale da spezzare una trama di ambienti una volta ricchi di marmi, di mosaici e di decori di alto valore artistico. Un comitato per la salvaguardia del manufatto, proposto due anni fa, non ha mai conosciuto il suo decollo. La bozza di uno statuto che potrebbe renderlo operativo giace da più di sei mesi presso il Comune di Rio Marina. Non ha avuto seguito un progetto inteso ad illustrare per immagini la teoria delle ville romane esistenti nell’arcipelago e sulla vicina costa toscana, finalizzata anche ad una raccolta di fondi da devolvere a favore della ricerca nella domus cavese. Il secondo sito si colloca sull’ansa costiera a ridosso di Capo Pero. Esso comprende i resti di una fornace per la riduzione di minerali ferrosi e una grande quantità scorie mescolate a ceramica databile tra il IV/III sec. a. C. e il I sec. d. C., offerta in una lettura stratigrafica da uno sbancamento. Fino alla metà degli anni Settanta ne faceva parte anche, sommerso a tre metri dal litorale, il relitto di un’oneraria romana d’età repubblicana con un carico di anfore. Le vicende, tutt’altro che esaltanti, di un tale prezioso panorama, già osservato, meno il relitto, da Vincenzo Mellini intorno al 1870, meriterebbero assai più dello spazio che mi sono ripromesso di occupare in questa sede. Mi limito a dire che uno scavo esteso anche all’entroterra fornirebbe con ogni probabilità più di una risposta agli interrogativi che ancora gravano sull’antica siderurgia e non solo a livello elbano. Tuttavia, ciò potrà avvenire difficilmente, stante il fatto che il sito, già demaniale, è oggi proprietà di privati, i quali dispongono anche degli immobili che vi insistono, tra cui la villa ottocentesca destinata ai direttori delle miniere pro tempore, vecchio fortilizio dei cannonieri guardacoste granducali, uscita ora definitivamente dall’alveo della propria storia. La zona di Capo Pero con il Dormentorio ai primi del '900 È di queste ore, infine, la notizia di un edificio immediatamente a monte di Capo Pero, noto come Il Dormentorio, completamente demolito per fare spazio, pare, a una grande villa. Costruito nella seconda metà dell’Ottocento, il Dormentorio ospitò in una fase della sua esistenza i domiciliati coatti giunti all’Elba e in altre isole dell’arcipelago in base alla legge sul brigantaggio meridionale e gli ergastolani di Porto Longone che affiancarono i minatori locali nelle escavazioni, quando, con la nascita del Regno d’Italia, lo sfruttamento dei giacimenti conobbe una decisa impennata. Il fabbricato, di notevole rilievo architettonico, dopo la totale trasformazione del vicino Bagno, era rimasta la sola struttura carceraria riconoscibile all’interno della miniera. Il suo valore testimoniale appariva, perciò, oggettivamente altissimo e chi aveva il dovere di riconoscerlo e non lo ha fatto, nella migliore delle ipotesi non ha saputo vedere. Mi domando, e la risposta mi sembra evidente, se la sdemanializzazione che ha interessato vasti tratti del territorio comunale di Rio Marina sia stata accompagnata da una mappatura di quanto potesse risultare significativo sotto il profilo storico, archeologico e architettonico presente al loro interno. Non rimane che sperare in un futuro in cui si alleino, in chi amministra e gestisce, a qualsiasi titolo, la cosa pubblica, la correttezza dei comportamenti, la consapevolezza di essere al servizio della comunità, la sensibilità verso quanto è memoria ed espressione artistica, la volontà di preservare alle generazioni che verranno quanto la nostra ha ricevuto non in eredità, ma solo in prestito. Prof. Gianfranco Vanagolli Presidente Onorario di Italia Nostra Arcipelago Toscano
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Claudio Coscarella da Claudio Coscarella pubblicato il 23 Febbraio 2017 alle 8:24
[COLOR=orangered][SIZE=5]DI MAIO ALL’ELBA: ED ORA ? [/SIZE] [/COLOR] Grazie agli attivisti locali del M5S ed in particolare al Consigliere Regionale Cantore Enrico, il vice-presidente della camera dei deputati on. Di Maio ha messo piede sull’Elba, venendo a contatto con le problematiche dell’insularità e di uno dei territori periferici e più disagiati di Toscana. Chi non era in piazza e non si è connesso in streaming (circa 15.000 !) ha perduto un’occasione. Un ragazzo dell’età dei nostri figli con i capelli troppo corti, che è riuscito a farmi emozionare per l’onestà e la limpidezza del suo pensiero, che mi ha riportato ai comizi di Occhetto agli inizi degli anni 70. Non è nato ricco ed ha già rinunciato a circa 250.000 euro del suo compenso di parlamentare. E’ insignito di un’alta carica istituzionale, ma non ha mai preso un aereo di stato, viaggiando con mezzi pubblici e senza una scorta. Luigi Di Maio è un predestinato. Ha cenato con gli attivisti sull’isola….pagandosi la cena “alla romana”, come vuole una buona usanza della capitale ( e di tutti i parlamentari del M5S !). Di Maio è un leader del Movimento, già in campo per le prossime battaglie elettorali come alfiere dei diritti costituzionali dei cittadini. E’ determinato e consapevole che si andrà allo scontro politico senza esclusione di colpi. Difatti l’Italia post-berlusconiana offre una ribalta confusa e frammentata caratterizzata da un carosello di correnti di partito, da lobbisti onnipresenti e sfacciati, da una classe dirigente fatta di uomini antichi e senza idee. Di Maio con la forza e l’arroganza dei suoi trent’anni appartiene alla nuova generazione emergente, quella dei gladiatori della politica, votati per l’arena ed assai poco disponibili per la mediazione. Un segno dei tempi che verranno. Agli amici, ai conoscenti ed agli isolani che si chiedono “Ed ora ?” vorrei rispondere con una riflessione contenuta fra le righe delle parole proprio di Di Maio : il domani appartiene a coloro che oggi si preparano e si impegnano ad affrontarlo (…così disse anche Malcom X qualche tempo fa…). claudio coscarella
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franco da franco pubblicato il 23 Febbraio 2017 alle 5:54
x luigi , capisco che la mia querelle possa aver annoiato tutti , ma forse potrebbe far capire a tutti che non è oro quello che riluce e che ci si confronta su un blog elbano è anche perchè ci sentiamo parte dell'isola e come condividiamo i problemi dello scoglio mi pareva utile condividere gli altri buona giornata
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Riciclo sotterranei da Riciclo sotterranei pubblicato il 22 Febbraio 2017 alle 18:51
[URL]http://video.repubblica.it/socialnews/londra-la-nuova-vita-dei-rifugi-sotterranei-campi-di-rucola-cinema-e-ristoranti/268495/268916?ref=HRESS-2[/URL] A Portoferraio ci sono diversi ambienti sotterranei...
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"Zio Mauro" da "Zio Mauro" pubblicato il 22 Febbraio 2017 alle 17:51
ELBA una o trina ?.... Diamo un' occhiata alla storia per vedere cosa dovremmo fare con l'uso del cervello: Prima della discesa in Italia delle truppe francesi nel 1799,il territorio dell'isola d'Elba era suddiviso politicamente e giuridicamente in tre parti: 1) La CITTA' DI PORTOFERRAIO,che faceva parte del Granducato di Toscana, sotto il dominio degli Asburgo - Lorena, con tre miglia di territorio intorno alla città. 2) La PIAZZAFORTE DI LONGONE, essa faceva parte dello Stato dei Presidi ( Talamone, Orbetello e Monte Argentario ), il quale era incluso a sua volta del Regno delle Due Sicilie, con il diritto di presidiare le torri dell'isola d'Elba. 3) lo STATO DI PIOMBINO che comprendeva i Comuni di Rio e Capoliveri, S.Piero,S.Ilario, Poggio e Marciana nella parte occidentale. Questa tripartizione, che è durata fino al 1802, aveva provocato delle conseguenze notevoli sullo sviluppo sociale, economico e politico delle popolazioni isolane, poichè aveva ostacolato la diffusione delle idee innovatrici che invece erano state attuate nella parte continentale del Granducato di Toscana. La situazione attuale è ancora più frammentata con 8 comuni. Non sarebbe affatto peregrina, molto più consona alle realtà, alla morfologia dell'Elba, e alla natura delle popolazioni (anche assonanza di idioma), una tripartizione di questo tipo: 1) Portoferraio; 2) Campo Nell'Elba, Marciana e Marciana Marina; 3) Rio Marina, Rio Nell'Elba, Capoliveri, Porto Azzurro. Con questa situazione gli abitanti sarebbero più o meno della stesso numero (oltre i 10000). La divisone territoriale è verticale e perfetta: Centro, Est, Ovest. Un referendum fra le popolazioni potrebbe stabilire il nome del Comune e le sedi Municipali distaccate per i servizi essenziali. Ragioniarci sopra per il bene dell'Elba 🙂
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X Luigi da X Luigi pubblicato il 22 Febbraio 2017 alle 15:41
Hai perfettamente ragione, sarebbe ora che noi elbani però cominciassimo a ragionare con la testa intera e non con un ottavo di testa. Mi auguro che vada in porto la fusione tra i comuni di Rio nell'Elba e Rio Marina e che questo funzioni da catalizzatore per il processo di unificazione di tutti i comuni dell'Elba così che si possa ragionare il termini di Sistema Elba. Remigio
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x paolino arrotino da x paolino arrotino pubblicato il 22 Febbraio 2017 alle 15:23
Certo che se sistemerete l'italia con la lingua come state sistemando Roma, stamo freschi. Pensi che avremo l'onore di avere un segno che siete stati buoni a fare qualcosa di concreto o dobbiamo aspettare che Grillo scenda dal palcoscenico come gesù scese dal cielo, solo però quando ci saremo tutti convertiti al grillismo? Campese
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luigi da luigi pubblicato il 22 Febbraio 2017 alle 13:59
Io non capisco come su un blog prettamente elbano, alcuni "naviganti " altro non hanno da dire che su ciò che succede in altre parti del continente ITALIA..... Ma su questo adorabile scoglio.....non abbiamo problemi...gioie...dolori ?? Ma perche non parliamo e ci confrontiamo su chi siamo....che vogliamo fare...che faremo , come sfruttare al meglio le poche ma ottime opportunità che il turismo ci offre?? Anche perchè se non ci mettiamo del nostro....i politici ( Tutti ) i governi tutti...ci passano sopra e non si curano di noi !! Forse non lo abbiamo ancora capito !!! Un saluto a tutti
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Da casa mia non vedo i gemini.. da Da casa mia non vedo i gemini.. pubblicato il 22 Febbraio 2017 alle 13:29
Se non l'hai capito te che vivi all'innamorata, come puoi chiedere a me? Una cosa però te la dico, continuate su questo tasto romano, gli italiani non sono stupidi, tanto è vero che i numeri danno ragione al movimento, che dopo la scissione.. sarà la prima forza politica italiana, in contrapposizione a quelle forze politiche che votano contro al dimezzamento dei loro stipendi su proposta del M5S (agosto 2016) e che sono a favore del vitalizio e di molti altri privilegi. Spero tanto per te, che tu non sia un lavoratore con lo stipendio più basso d'Europa, un pensionato che se fai il pranzo non fai la cena, in buona salute visto che per una visita medica specialistica devi aspettare mesi, o (forse?) un piccolo o grande imprenditore turistico che paga le tasse tra le più alte al mondo. Paolino l'arrotino.
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LA "CENSURA" da LA "CENSURA" pubblicato il 22 Febbraio 2017 alle 13:18
Com'e' buffo il mondo...... Una nota pubblicità d' acqua minerale e il suo calciatore testimonial,che come S.Francesco parlava agli uccellini...terminava lo spot parafrasando "DOMANI COMPRO UN GATTO"...M'immagino le bordate di proteste da piu' parti per il "verbo" utilizzato.....dimostrazione che adesso lo spot termina....."DOMANI PRENDO UN GATTO"... aaahhhhahhahhhahhha Ma tutti gli sproloqui che passano dai vari talk, se cosi si possono chiamare ,tipo: Testa di c....o, ma va' a fan in c..o, sei una m...a ect a questi nessuno fa' caso? e se i giovani che crescono oggi, qualcuno viene storto,di chi e' la colpa?
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x paolino l'arrotino da x paolino l'arrotino pubblicato il 22 Febbraio 2017 alle 11:18
Scusa Paolino, tu che sei dentro le cose grilline, mi sai spiegare se il sindaco di Roma attuale è Virginia Trump o Beppe Pound? Da quello che si è visto ieri in tv e dalle dichiarazioni di m5s, non sono riuscito a capire gran che. Grazie, dall'Innamorata
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10.000 MANI PER L’ELBA da 10.000 MANI PER L’ELBA pubblicato il 22 Febbraio 2017 alle 11:13
[COLOR=darkred][SIZE=4]10.000 MANI PER L’ELBA: IL GRANDE LAVORO DEI VOLONTARI NELLA COSTA OCCIDENTALE [/SIZE] [/COLOR] Un ciclomotore arrugginito anni ’60 è diventato il simbolo della giornata di pulizia che si è svolta domenica scorsa 19 febbraio nella costa marcianese tra Le Tombe e Marciana e in un tratto del Comune di Campo nell’Elba. Il terzo appuntamento di 10.000 mani per l’Elba si è svolto sul versante occidentale dell’isola e ha visto una partecipazione popolare molto attiva e importante. Hanno lavorato fianco a fianco cittadini, albergatori locali, volontari delle associazioni, vigili del fuoco e rappresentanti delle istituzioni: il sindaco Anna Bulgaresi, Zanichelli del Parco, Solari di ESA, Beppe Tanelli, ecc. Il vice prefetto Daveti ha seguito personalmente le operazioni per coordinare le esigenze dell’ultima ora. Sotto i ponti, lungo le scarpate coperte dalla macchia erano annidati enormi accumuli di vecchi rifiuti. A viva forza di braccia e con le corde sono stati issati a bordo strada, radunandoli in cataste dove poteva poi essere più facile la raccolta. ESA ha garantito il necessario supporto del servizio di raccolta mentre i residui di ferro sono stati recuperati dagli operai del Comune di Marciana. Le facce dei volontari soddisfatti del risultato di tanta fatica scorrono nelle immagini riprese sui cumuli raccolti. Sono ritornati in superficie tonnellate di oggetti consunti, testimonianze di una pratica molto diffusa in passato dove senza scrupoli molti si liberavano dei propri oggetti inutilizzabili lanciandoli direttamente dai parapetti. Una sega da falegname ancora pende da un leccio sottostante la strada irraggiungibile. Le autorità hanno raccolto l’invito dei volontari a fare di più! Il Parco e il Comune si stanno alleando per ripetere ancora una giornata a breve per rendere più bella l’isola. A metà marzo per questo si farà un’altra iniziativa. Ad una prima analisi del materiale raccolto si evidenzia che l’abbandono dei rifiuti è ancora attivo. I cumuli più freschi sono spesso di inerti, materassi e potature, e in minor misura, materiale elettrico e attrezzature informatiche. È necessario tutelare il valore dei luoghi aumentando l’informazione ma sono necessarie video camere nei punti più delicati per colpire chi non demorde. Questa iniziativa di raccolta è stata accompagnata da azioni formative rivolte alla cittadinanza e alle scolaresche degli istituti superiori. Dulcis in fundo Elba taste e alcuni produttori locali hanno ristorato i volontari all’ora di pranzo nella piazzetta sotto il faro di Patresi per una gustosa conclusione sotto il sole e davanti al mare. Dal Comune di Marciana sono stati raccolti circa 2.000 kg tra ingombranti e materiale ferroso, mentre Esa ha raccolto 8.590 kg per le stesse tipologie di rifiuti.
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LEGEND CUP 2017 da LEGEND CUP 2017 pubblicato il 22 Febbraio 2017 alle 10:49
[COLOR=darkblue][SIZE=4]PIOVONO LE ISCRIZIONI ALLA CAPOLIVERI LEGEND CUP: COME SCEGLIERE IL PERCORSO GIUSTO [/SIZE] [/COLOR] A meno di tre mesi dal via la Capoliveri Legend Cup è presa d’assalto dai biker di tutta Italia e sono numerosissime le iscrizioni dall’estero. La gara Marathon, anche quest’anno, sarà internazionale e prova UCI World Marathon Series e questo comporta una distinzione dei percorsi. Tutti i tesserati FCI, tenuti all’iscrizione con fattore K, che vorranno partecipare al percorso marathon dovranno farlo con id gara 127451. Ovviamente anche i non tesserati FCI potranno partecipare alla marathon, completando la registrazione on-line (con carta di credito, paypal e bonifico bancario): direttamente sul sito [URL]www.enternow.it[/URL] o accedendo dal sito internet [URL]http://www.capoliverilegendcup.it/[/URL] al menù iscrizioni seguendo le indicazioni, mentre per le squadre numerose è prevista l’iscrizione tramite apposita modulistica, scaricabile dal sito [URL]http://www.capoliverilegendcup.it/,[/URL] da compilare in ogni sua parte e inviare direttamente agli organizzatori a [EMAIL]info@capoliveribikepark.it[/EMAIL]. Ricordiamo che è possibile iscriversi anche al percorso Classic, id gara 128697, o al cicloturistico, id gara 128696.Per non avere complicazioni fate attenzione a registrarvi sul percorso da voi prescelto e non dimenticate di fare in fattore K. Le iscrizioni si chiuderanno anticipatamente al raggiungimento dei 1.500.Non perdere l’occasione di “ENTRARE NELLA LEGGENDA”, iscriviti subito!Capoliveri Bike Park Iscrizioni e info: [URL]http://www.capoliverilegendcup.it/[/URL]
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x fabio di Procchio da x fabio di Procchio pubblicato il 21 Febbraio 2017 alle 21:24
I biglietti per il teatro si acquistano presso la Cosimo De Medici a Portoferraio. Purtroppo spesso non si riesce ad acquistarli perchè quasi tutti i posti sono prenotati da chi ha l'abbonamento, ma tentar non nuoce. Saluti
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Filippo da Filippo pubblicato il 21 Febbraio 2017 alle 18:57
Leggo che la Giunta dileggia ex sindaco Peria e si erge a difesa dell'impiegato che ha commesso un errore di compilazione della firma relativa ad una delibera. Un errore di tal genere può anche capitare, però non capisco perchè la Giunta se la prenda con Peria, che lo ha evidenziato e non con il Dirigente Parigi che tale errore avrebbe dovuto individuare e correggere.
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Sergio Bicecci da Sergio Bicecci pubblicato il 21 Febbraio 2017 alle 17:00
[COLOR=darkred][SIZE=5]COSA RESTERA' DELL'ANTICA COSMOPOLI ? [/SIZE] [/COLOR] Continua inarrestabile il degrado del Centro Storico sotto la totale conservatrice indifferenza di tutti. I Soloni di tanti anni fa cominciarono a trasferire fuori dalle Mura i numerosi Uffici Pubblici, come altri servizi. L’intenzione era di ottenere un alleggerimento del traffico veicolare. Pensarono che il loro progetto avrebbe favorito nel tempo la nascita di un Cento Storico pedonale. Sarebbero nate così tante piccole attività commerciali e artigianali. Ricordo che inserirono in questa immaginaria fotografia via della Fonderia, via Roma, via Guerrazzi ricche di negozi e acquirenti. In sintesi Il risultato ottenuto, ormai da 25/30 anni, è sotto i nostri occhi. Sono venute a mancare quotidianamente centinaia e centinaia di presenze, così stanno i fatti. Chi come me faceva notare l’enorme errore del primo provvedimento, che fu quello del trasferimento del mercato ambulante del venerdì, dovette soggiacere. Anche le Associazioni di categoria furono piuttosto latitanti. Già ho espresso, più volte il mio personale parere e, pur sapendo che oggi nessuno è in grado di compiere miracoli, sostengo che qualche provvedimento atto ad affrontare il problema e, almeno in parte risolverlo, potrebbe essere intrapreso. Chi si ponesse il problema sarebbe però contaminato da un effetto collaterale, penserebbe all’estate e al turismo. Giustamente! Perché vorremmo che anche i turisti fossero di più. Ma la priorità, invece, consiste nel riportare noi portoferraiesi in Centro Storico, particolarmente durante i nove mesi di desolazione assoluta. Perché ciò avvenga, qui mi ripeto, si dovrebbero ritrasferire in Centro alcuni servizi allora delocalizzati. Qualche esempio? Inail, Inps, Equitalia, Ufficio del Lavoro, così come altri che non richiedessero ampi locali, per carità non pensiamo ad un ufficio Postale, sarebbe troppo! Se poi, si volesse promuovere l’apertura di nuove attività queste potrebbero essere agevolate con periodi di esenzione o riduzione da imposte locali. Così come sarebbe opportuno cominciare, in questa fase, a dare un veste nuova al Paese curandone l’aspetto anche con le insegne dei negozi, con i colori delle tende rivedendo anche gli spazi pubblici dati in concessione, e così via. Insomma pianificare, programmare qualcosa!. Ciò che in questi giorni mi ha ancor più colpito è l’avvenuta chiusura della ennesima attività che non solo moltiplica il danno commerciale, ma ancor peggio, svilisce quello culturale del Paese, mi riferisco alla cessazione della libreria il “Libraio”. Storica attività che l’amico Franco Fubini volle tanti anni fa e che poi ritornato in sede a Milano lasciò in gestione. Dal mio modesto punto di vista il danno di immagine è notevole e altrettanto lo svilimento del Centro Mediceo. Mi chedo, non è forse l’ora di porsi delle domande? Unico viatico per cercare delle ipotetiche risposte e cominciare a programmare un futuro? Sergio Bicecci 21/02/17
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Racconta in modo impietoso l' elite economica e politica del Paese da Racconta in modo impietoso l' elite economica e politica del Paese pubblicato il 21 Febbraio 2017 alle 13:37
È un velista di successo anche il «Mascalzone Latino» Vincenzo Onorato . Ma, pochi lo sanno, l' armatore del gruppo Moby è anche un insospettabile scrittore e drammaturgo. L' ultimo lavoro si intitola «Charity party», una black comedy incentrata su una ex entreneuse (oggi si direbbe escort) diventata marchesa, che racconta in modo impietoso l' elite economica e politica del Paese. Onorato la porterà in scena mercoledì 1° marzo al Teatro Filodrammatici di Milano, con la regia del figlio Alessandro Onorato, consigliere delegato di Onorato Armatori e coautore dell' opera.
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Miccetta e torbaluna da Miccetta e torbaluna pubblicato il 21 Febbraio 2017 alle 12:41
Miccetta facci sapere quando smetterai di farti scrivere le letterine da tua moglie magari scrivendone anche una di 4 o 5 frasi compiute di tua penna e testa...dai ormai sei grande..ossu'...oggiu'...
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CINEMA TETARO FLAMINGO da CINEMA TETARO FLAMINGO pubblicato il 21 Febbraio 2017 alle 12:41
GIOVEDI’ 23 FEBBRAIO ORE 18,00 e 21,30 [COLOR=darkblue][SIZE=4] CAPTAIN FANTASTIC – Li aveva preparati a tutto tranne il mondo reale [/SIZE] [/COLOR] Info e prenotazioni: 0565.939147 – 393.8353820 – [URL]www.flamingo.it[/URL] – facebook.com/cinemateatroflamingo
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franco da franco pubblicato il 21 Febbraio 2017 alle 11:11
scusa Faber ho abusato della tua pazienza Non ti scusare con me Franco in fondo io sono solo il blogger, ma gli altri lettori magari vorrebbero magari un dialogo costruttivo sulle malattie elbane e non certo su quelle romane....in fondo caro amico come dicevano i vecchi..."chi vuole il pane se l'affetti e chi vuole Dio se lo preghi..."
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