Da almeno 10 anni la costa toscana ha sviluppato o sta sviluppando una serie di progetti tesi all’ampiamento della capacità ricettiva della nautica da diporto ; sono così nati Cala dè Medici , Salivoli, Terre Rosse, Scarlino ecc.
Sono stati ,o stanno per essere , ampliati ed ottimizzati , i porti di Viareggio , Forte dei Marmi , Marina di Pisa , Livorno , Marina di Cecina, San Vincenzo , Porto Santo Stefano, Talamone ed Ansedonia ecc.
In tutto questo sforzo , teso alla fidelizzazione dell’utente affinchè resti la maggior parte del tempo insieme alla sua barca usufruendo dei servizi locali, l’Elba si è distinta per il suo totale disinteresse all’argomento.
Ora ci si lamenta del fatto che le barche arrivano dal continente , ancorano sulla posidonia sradicandola (leggenda metropolitana di cui bisognerebbe vergognarsi) , inquinano le nostre belle acque (prive di depuratori) e tornano sulla costa alla sera lasciando l’economia turistica isolana al suo destino di triste e continuo declino.
E cosa dovrebbero fare? Dove dovrebbero andare se in tutta l’isola per i due mesi centrali dell’estate non c’è alternativa alla rada ? E come potrebbero usufruire dei servizi a terra se abbandonare la barca in rada può costare una fortuna ?
Che la Darsena Medicea potesse e dovesse diventare un meraviglioso approdo turistico nel cuore della città era cosa che appariva scontata da decenni a chiunque abbia , per passione e mestiere , confidenza con le realtà già esistenti ; che il porto di Rio Marina , con un investimento minimo, potesse diventare un approdo per 600 e più barche , lo può tranquillamente calcolare un geometra con riga e matita ed infine , che ogni barca lasciata in rada (e sono centinaia ogni notte nell’isola) rappresenti una perdita secca per tutte le attività dell’isola è un dato che i francesi hanno accertato circa quarant’anni orsono in Corsica agendo di conseguenza.
Che poi Yacht Club “pottaioni” e russi arricchiti (come qualcuno su Elbareport li definisce) debbano essere guardati con disprezzo , bisognerebbe chiederlo alle attività di Porto Cervo e Forte dei Marmi che su tali squallidi individui , a differenza dell’Elba , prosperano allegramente.