La vera rivoluzione si fa a tavola!
Partiamo col focalizzare una realtà drammatica, la più drammatica sul pianeta, che rischia di passare inosservata perché si consuma nel silenzio e non fa rumore come le bombe o le cannonate:
Una delle maggiori differenze tra la dieta dei paesi poveri e quella dei paesi più ricchi consiste nella quantità di cereali consumati: in Asia, ad esempio, più del 78% delle calorie consumate proviene da cerali, mentre nel nord America, come in vari paesi europei, i cereali forniscono solo il 24% delle calorie.
Il tipo di alimentazione dei paesi ricchi, provoca un vero e proprio spreco delle risorse alimentari. Si calcola, infatti, che poco meno della metà dei cereali (grano, riso, miglio, ecc.) prodotti sulla terra vengono utilizzati per alimentare quel bestiame che viene poi consumato, nei paesi più ricchi, sotto forma di carne, latte e uova.
Nei Paesi del Sud del Mondo il consumo pro capite di cereali è di circa 232 Kg all’anno (circa 600 g al giorno). Nei Paesi ricchi, invece, il consumo medio è di 652 Kg all’anno (più di 1,7 Kg al giorno): di questa quantità solo una piccola parte è consumata sotto forma di pane, pasta, cereali per la prima colazione; gran parte del rimanente viene invece consumata come prodotti animali.
L’enorme quantità di cereali prodotti nel mondo viene sprecata per arricchire con la carne la già ricca alimentazione dei Paesi ricchi, a scapito di quei Paesi (in prevalenza appartenenti alla fascia povera) che, invece, consumano direttamente i cereali. Se questi cereali, consumati per alimentare il bestiame, venissero impiegati nell’alimentazione umana, si potrebbero sfamare 2 miliardi e 400 milioni di persone.
Di queste 2 miliardi e 400 milioni di persone ne muoiono, direttamente o indirettamente per la fame dai 5 ai 20 milioni ogni anno, tutti gli anni ed anche nel 2008.
Anche se il risultato reale non è quello matematico, quante vite e dico VITE DI PERSONE REALI, potremmo realmente salvare se riducessimo il consumo di carni per esempio di un 20-30%.
A casa mia già da qualche anno usiamo questa piccola attenzione e posso assicurarvi che nessuno in famiglia accusa sintomi di deperimento, anzi……… Se oltre ad "indignarci”, “condannare”, “deplorare”, “accusare”, provassimo anche a parlarne con convinzione sia a casa in famiglia che per strada e nei bar con gli amici e magari provassimo a convincere anche qualche prete a far la stessa cosa la domenica in chiesa, non avremmo fatto la cosa più straordinaria in aiuto dei più deboli?
Cos’altro potremmo fare di più importante e nobile del salvare veramente delle vite umane?
Certo che non raccogliamo ne onori ne glorie, ma per una rivoluzione….. fatta a tavola non si può pretendere molto.
Ci si soffermi seriamente a considerare quanto sopra e ci si accorgerà che non c'è niente di banale ne di utopico.
Carlo