| Italia | Anna Corradini Porta
Pubblicato il giorno: 12/07/09
Retroscena di bottega
«Se vogliamo giudicare Berlusconi, sempre che ci si voglia arrogare il diritto di giudicarlo, dobbiamo partire dal presupposto che non è un uomo normale, è un extraterrestre. Io non conosco un altro come lui, con le sue straordinarie capacità, l’intuito, la determinazione, la forza lavorativa che non conosce stanchezze, la grande educazione, il rispetto per la gente, il saper essere presente con lucidità e competenza magari su tre fronti diversi. È un accentratore, nulla gli sfugge, nulla è lasciato al caso. A me delle chiacchiere che lo bersagliano poco mi importa, io sono un piccolo imprenditore che ha costruito tutto sul lavoro e giudico Berlusconi sul lavoro che fa e su questo versante c’è da togliersi il cappello». Il “piccolo imprenditore” è Marco Mantovani, 48 anni, amministratore delegato e presidente di Locman, una azienda orologiaia che in pochissimi anni si è imposta all’attenzione del mondo. Dalla roccaforte elbana di Marina di Campo, un minuscolo paesino che per Mantovani è amore, casa, sogno, l’azienda che ha messo al polso di Jennifer Lopez, David Beckham, Sharon Stone, Paris Hilton, solo per citarne alcuni, i suoi personalissimi orologi, si è moltiplicata in 400 punti vendita in Italia, 1200 all’estero, e nove boutique monomarca. Una tecnologia all’avanguardia, l’uso di materiali come il titanio, il carbonio, un design particolarissimo, hanno trasformato gli orologi Locman in un canto delle sirene al quale neanche Berlusconi ha saputo resistere. Non sarà, Mantovani, che lei è troppo buono con Berlusconi perché è un suo cliente? «Parliamoci subito chiaro, io sono felice, anzi strafelice di avere il Presidente del Consiglio fra quelli che apprezzano i miei orologi, ma le assicuro che potrei vivere lo stesso anche senza Berlusconi. Mi creda, parlo di lui con grande distacco, come ho detto da imprenditore e ripeto che uno come il Cavaliere può solo venire da un altro pianeta. Molti lo giudicano senza averlo mai incontrato, se lo conoscessero da vicino ne rimarrebbero conquistati. Ha un patrimonio lavorativo e umano, insito nel suo dna, di una straordinaria forza. Ci sono anche dei piccoli particolari che me lo hanno fatto subito apprezzare e danno la misura dei suoi sentimenti. Per il lavoro che faccio sono portato a guardare cos’hanno al polso certi personaggi, la prima volta che ci incontrammo notai che Berlusconi aveva un vecchio orologio di una marca non fra le più famose. Pensai fosse un caso. Ma in seguito mi resi conto che quello era il “suo” orologio, quello e nessun altro. Era di mio padre, mi spiegò un giorno, lo porto come uno scudo, come una protezione dal mondo, mio padre è sempre con me, i suoi consigli sono validi e insostituibili ancora oggi». La sua descrizione sembra non combaciare col personaggio dissoluto e (continua

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