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dreamer da dreamer pubblicato il 7 Luglio 2009 alle 5:53
PER YURI E I CORSI E' inutile Yuri, hai fatto un analisi perfetta, ma queste cose le sanno benissimo tutti , Legambiente meglio di noi, ma col cavolo che le mettono in atto. Ci sarebbe da rinunciare a progetti inutili che muovono comunque soldi, bisognerebbe pagare uomini che si muovono sul territorio e proteggono,mantengono, controllano,denunciano e sanzionano invece che stare seduti su comode poltrone che non creano problemi. Ci sarebbe da battersi a muso duro contro la lobby della pesca professionale, potentissima e fortemente sostenuta dagli stessi che vogliono che i parchi restino così. Ci sarebbe da controllare , come fanno i corsi , cosa viene costruito fuori dai parchi per dare omogeneità al territorio , mentre da noi, ai confini del parco, si costruisce quello che si vuole, dove si vuole ,quando si vuole e penso che dopo i danni degli ultimi 10 anni, avremo sorprese ancora maggiori dai nuovi piani regolatori. La speranza residua sta tutta nella volontà degli elbani di preservare il loro territorio ed il loro diritto a goderne, ma fino a quando continueranno ad avere il terrore di esporsi in prima persona, per paura di ritorsioni...saranno solo chiacchiere da bar mentre parchi inutili,strascicanti e ruspe continueranno a prosperare.
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YURI TIBERTO da YURI TIBERTO pubblicato il 7 Luglio 2009 alle 4:34
Gentile Redazione, essendo uno dei “due neo-consiglieri comunali distintisi per l’opposizione all’istituzione dell’AMP dell’Arcipelago Toscano in base alle leggi vigenti in Italia” (sottolineiamo: “in base alle leggi vigenti..”), ed essendo altrettanto vero che sia io che l’amico Carlo Gasparri abbiamo più volte “posto come esempio da seguire le Aree Marine Protette francesi” (e Còrse in particolare: assolutamente corretto), prendo con piacere atto della disponibilità degli amici di Legambiente AT a sottoscrivere un accordo sulla base di quanto attualmente previsto in Corsica. Anche se mi pare piuttosto curioso che la nota di Mazzantini giunga solo adesso, a distanza di oltre due mesi dalle ultime dichiarazioni in tal senso di Gasparri, e a quasi due anni dall’ultima volta in cui io sono entrato in argomento smentendo un articolo del quotidiano on-line Elbareport che sosteneva l’esistenza di fantomatici divieti “di qualunque attività antropica” in aree dove invece sono liberamente consentiti ingresso, navigazione, balneazione e snorkeling, colgo volentieri l’occasione per illustrare nuovamente i motivi per i quali, io e Gasparri, ma anche molti altri appassionati difensori di una tutela ambientale tanto rigorosa quanto aperta ad attività umane ecocompatibili, sosteniamo la necessità di prendere spunto ed esempio dai nostri cugini còrsi. Prima di concentrarci sulla tutela a mare, un breve inciso sulla gestione “terrestre”: i divieti elencati per Scandola (caccia, camping ecc.) sono sostanzialmente paragonabili, per non dire identici, a quelli in vigore dalle nostre parti. Andrebbe magari notata una maggiore capacità di adattamento dei vincoli alle effettive necessità ecologiche locali, ma evitiamo di entrare nei dettagli per non ampliare troppo la discussione. Parliamo solo dell’efficienza dimostrata finora dai gestori dei parchi francesi. Su Wikipedia, sito presumibilmente “neutrale”, possiamo leggere, a proposito del Parco Naturale della Corsica: “ Durante oltre trent'anni il Parco ha avuto un ruolo chiave nel recupero del territorio attraverso la ripresa della secolare cultura del castagno, la protezione antincendio, il recupero di dozzine di ovili e stazzi, il riavviamento di mulini ad acqua, il restauro di monumenti e lo sfruttamento di giacimenti archeologici, dando nuovo impulso all'insediamento nell'interno e favorendo lo sviluppo dell’artigianato locale.” I lettori che conoscono l’Elba e l’Arcipelago sanno perfettamente se e quanto una valutazione in tal senso possa essere in qualche modo estesa all’operato del Pnat. Per mero pudore campanilistico eviterò il consueto elenco di malefatte gestionali che non solo non hanno portato alcun vantaggio ecologico, ma che in molti casi hanno instaurato o sensibilmente aggravato situazioni di totale degrado ambientale. Se poi consideriamo che l’unico punto a favore, teoricamente assegnabile ad una sacrosanta difesa del territorio nei riguardi della cementificazione selvaggia, è stato ampiamente compensato dalle folli speculazioni edilizie operate nelle aree non soggette a vincoli, dovrebbe essere chiaro a tutti che la strategia di blindare una certa porzione di territorio, se non legata ad una più generale tutela dell’intero patrimonio ambientale, non porta assolutamente a nessun risultato. Considerare la 394 una legge intoccabile, e il “sistema Parchi” fin qui instaurato come il migliore possibile significa solo alimentare il malcontento e favorire le frange “antiparco” più radicali ed estremiste. Riformare non significa necessariamente stravolgere, e prendere esempio da realtà davvero funzionanti non può che giovare alla comune causa ambientale. Prendiamo la cronica scarsità di finanziamenti, argomento che mi vede concorde nel ritenere del tutto insufficiente l’impegno fin qui dimostrato dai nostri Governi nei confronti della tutela ambientale: un piccolo Parco come Port-Cros dispone di fondi pubblici quasi tripli rispetto al Pnat. Ma, senza vendere cinghiali o ticket d’ingresso, riesce anche ad autofinanziarsi tre volte meglio. Riesce a dare la sensazione di saper “spendere bene”, totalmente sconosciuta ad un Ente che è riuscito a dilapidare fortune per sterilizzare quattro gatti o avvelenare quattro topi, lasciar morire il Castello del Volterraio o l’Orto Botanico del Perone, abbandonare al loro destino, nell’area umida di Mola, strutture costate centinaia di migliaia di euro. Port-Cros riesce a mantenere un Consiglio d’Amministrazione che include 31 membri, ampiamente rappresentativo di tutte le realtà locali, compresi imprenditori e pescatori, supportato da un Comitato Scientifico composto da ben 22 personalità accademiche. Stipendia un centinaio di persone, fra dipendenti fissi e stagionali, ma gli impiegati amministrativi sono meno del 10%, e non praticamente il 100% come al Pnat. Guardiaparco, operai specializzati, guide e biologi che agiscono “sul campo”, non dietro ad una scrivania invasa da timbri e scartoffie. Se vogliamo quindi riformare le nostre Leggi in senso “francese”, prendiamole però in blocco, e facciamo nostra la splendida frase che possiamo trovare sul sito di Port-Cros: “un parc national est un territoire d'exception, ouvert à tous sous la responsabilité de chacun”. Quanto sopra serve a giustificare la prima delle nostre critiche verso l’attuale “sistema AMP”: prima di affidargli la gestione del nostro mare, vorremmo che l’Ente Parco cominciasse col dimostrare efficienza e capacità “a terra”. Se la pur in certi casi ottima professionalità dei singoli (personalmente, non avrei assolutamente obiezioni da sollevare se l’AMP fosse diretta da dirigenti eccellenti come un Martino o una Zanichelli) deve sottostare alle continue vessazioni della politica e della burocrazia, che almeno il mare e le coste ne restino al riparo. Iniziamo ora la nostra analisi comparativa con la Corsica rilevando che il territorio elbano compreso nel Pnat è percentualmente ben superiore al 40% sottoposto alla tutela del Parc Naturel Régional, e questo nonostante una presenza antropica più che quadrupla renda assai meno facile una serena convivenza fra uomini e vincoli. Accettando il principio della comparazione, l’eventuale revisione dei confini del Pnat, se contenuta ma soprattutto se giustificata, potrebbe quindi non essere più considerabile come un tabù intoccabile, ma come un normale argomento di serena discussione da valutare in base alle singole, effettive necessità di equilibrio fra conservazione e attività umane ecocompatibili. E scendiamo verso il mare. La Corsica ha una superficie terrestre di 8600 kmq, l’Elba si ferma a 225: 38 volte più piccola. Siccome però la nostra comparazione la vogliamo riferire al mare, diciamo correttamente che con i nostri 147 km di coste siamo solo otto volte più “piccoli” dei nostri cugini. Le Riserve Marine còrse sono sostanzialmente due: Scandola e Bonifacio. Se quindi la nostra ipotetica AMP si limitasse a proteggere due sole aree, saremmo numericamente in pari. Quanto grandi? Fare una comparazione in termini di ettari non è facile, perché è evidente che molto dipende da quanto si interessi la fascia costiera. Indicativamente, diciamo comunque che Scandola copre 650 ha. e Bonifacio 13.200 ha. per un totale di 13.850 ha. Fermiamo sul nascere l’eventuale contestazione su Bonifacio: certo, la Riserva comprende una zona teoricamente “protetta”, una sorta di “zona C”, di ben 80.000 ha., che ha però le seguenti regole: - La frequentazione del pubblico è libera, nel rispetto della tranquillità dei luoghi; - I lavori pubblici e privati, modificanti l’aspetto dei luoghi, necessitano di autorizzazione; - È vietato introdurre specie aliene; - La pesca sportiva e quella professionale sono regolate dalle leggi in vigore; eventuali modifiche possono essere apportate dal Prefetto, previa consultazione con le autorità locali; - La pesca subacquea è consentita secondo le leggi nazionali: le catture devono però essere limitate a otto prede/die per pescatore, e vanno rispettate delle misure minime per le tre principali specie di Tordi e per la Corvina. Per quanto mi riguarda, le stesse identiche regole potrebbero essere estese a tutta l’Elba: anzi, sarei assolutamente favorevole ad applicarle su tutto il territorio nazionale. Decidiamo quindi il dimensionamento della nostra ipotetica AMP Elbano-Còrsa basandoci sui 13.850 ha. sopra citati. Se Legambiente accettasse davvero di raffrontarsi rispettando parametri proporzionali, dovrebbe ritenersi soddisfatta dalla realizzazione di una AMP di circa 1730 ha. (1/8 di 13.850). Nella proposta di Arcipelago Libero, e quindi del tanto vituperato “sedicente ambientalista” Carlo Gasparri, sono previste nove aree protette, che coprirebbero più di 5.000 ha.: il triplo del necessario. Senza contare che nella stessa proposta di zonazione sono incluse, come richiesto a gran voce da Greenpeace ed ignorato dalle nostrane AMP, due grandi zone “no-take” pelagiche da sottoporre a rotazione ciclica. La mia “controproposta” (che ricordo sottoscritta in pochi giorni da 2.100 persone) prevedeva l’individuazione di un “congruo numero di aree, di piccole o medio-piccole dimensioni, caratterizzate da particolare valenza biologica”. E chiedeva non solo severe norme antinquinamento e l’esclusione dello strascico per una fascia costiera non inferiore alle due miglia, ma anche l’immediato “contingentamento della pesca professionale alle sole licenze in essere”, seguito da una “sensibile riduzione del numero delle imbarcazioni da pesca presenti sull’Isola” nonché, passo finale, “la concertazione con i pescatori rimasti al fine di eliminare o ridurre i sistemi di pesca meno selettivi, oltre a stabilire nuove norme atte a proteggere le specie più minacciate e a consentire agli stock ittici adeguata tutela nei periodi riproduttivi”. Questo per chiarire una volta per tutte quanto “sedicentemente ambientaliste” siano le nostre tesi. Un inciso: la vera differenza fra noi e la Corsica non sta tanto nella presenza di Riserve marine o meno: sta nel fatto che mentre loro agiscono con una flotta limitata su di una area vastissima, ed effettuano una severissima sorveglianza, noi agiamo con una flotta peschereccia locale equivalente nel numero, e quindi proporzionalmente otto volte superiore, ben supportata da decine di strascicanti “continentali” che, come confermato dalla trasmissione televisiva “Report” lo scorso autunno, spesso considerano le nostre isole come una vera e propria “oasi per bracconieri”. Bene: stabilite le dimensioni, e dimostratici aperti a soluzioni molto più estese di quanto proponibile tramite una semplice comparazione, vediamo le famose regole, e la loro “durezza”. Il gioco delle parti instaurato finora ha presentato visioni diverse sfruttando ad arte un equivoco banale: far finta che si debba discutere solo di Elba e Giglio, essendo le altre isole sottoposte a vincoli di natura, legislativa e formale, estranei alle vere e proprie AMP. A mio parere è pacifico che l’istituzione di una AMP “Arcipelago Toscano” dovrà necessariamente comprendere, seppur in vario modo, tutte le isole. Se l’Europa chiede “reti coerenti” per le AMP, sarebbe quantomeno auspicabile partire da una piccola “rete coerente” che includa tutte e sette le isole maggiori dell’Arcipelago. Contestualmente, dovranno perciò essere abrogati tutti quei Decreti (DM 1/9/88 e precedenti per Montecristo, DM 19/12/97 per Pianosa eccetera) che attualmente regolamentano le attività marittimo/antropiche nelle acque delle isole “minori”. Tanto che anche Legambiente le definisce come “zone di mare protetto affidate al parco in attesa che si istituisca l’Amp”. Tolto un Decreto, niente dovrebbe però poter impedire di farne un altro: “E’ istituita una zona di tutela biologica, con confini posti al limite di due (meglio se tre) miglia dalla costa, intorno a ciascuna delle isole facenti parte dell’Arcipelago Toscano al fine di favorire la riproduzione e l’accrescimento di specie marine di rilevanza economica e la salvaguardia della biodiversità. Tali zone vengono pertanto interdette a qualunque forma di pesca a strascico.” Approvata una norma similare, scomparirebbe tra l’altro la necessità di istituire le ancora molto confuse “zone D”, salvaguardando competenze demaniali ed evitando “questioni di principio” come quelle sorte fra pescatori in apnea e sostenitori dell’incompatibilità fra AMP e pesca sub. In Corsica, come detto, non ci sono zone in cui siano vietati ingresso, navigazione, balneazione e snorkeling. Siamo disposti ad accettare questo principio anche a Pianosa e Montecristo? Personalmente, sarei contrario. Troppo permissivi questi còrsi. Mi accontenterei di consentire le predette attività in modo contingentato e controllato, riducendo però in maniera drastica le formalità burocratiche: un certo numero di barche preventivamente autorizzate portano i turisti, ai quali non dev’essere richiesto niente altro che di pagare un biglietto omnicomprensivo, a fare un giro isola con soste per bagno e snorkeling, e lo stesso viene reso possibile da terra tramite un certo numero di guide. Per la subacquea, basta autorizzare i Diving del luogo, individuando alcuni spot da frequentare a rotazione, a portare ad immergersi un certo numero di sub sufficientemente esperti ed opportunamente istruiti, benissimo se secondo le modalità previste dal protocollo d’intesa siglato nel 2008. Tutto ciò, secondo le attuali consuetudini delle “vere” AMP, sarebbe però abbastanza complesso. Bisognerebbe realizzare una complicata alternanza di zone A e B, vietando però una valanga di cose che normalmente nelle zone B sono fattibili, oppure realizzare delle enormi zone A in cui si passino le voci necessarie da “vietato” ad “autorizzato”, specificando meglio il tutto tramite il Regolamento. In ogni caso, si resterebbe in un regime sottoposto a vincoli enormemente più severi che non a Port Cros, dove seppure in modo regolamentato o parziale sono comunque consentiti il libero accesso nautico e la pesca sportiva. Da notare che Port Cros, nonostante questa tutela ben aperta alle visite, detiene lo stesso Diploma Europeo assegnato, molto generosamente e a dispetto del reale stato di grave degrado in cui versa l’isola tanto a terra quanto a mare, all’intoccabile Riserva Integrale di Montecristo. E sarebbe forse il caso di porre fine alla vergognosa ipocrisia di quei personaggi che impedendo di fatto qualunque intervento concreto nel nome di teorie eco-talebane stanno lasciando in agonia un’intera isola, indifferenti al rischio di un possibile e forse imminente collasso biologico. Se invece prendiamo in esame l’ipotizzata AMP della sola Elba, non essendo previste zone A, nemmeno da Legambiente, le principali differenze con la Corsica stanno nella consueta necessità tutta italiana di costringere la gente a sottoporsi ad estenuanti formalità burocratiche o ad osservare un’infinita serie di regolette assolutamente inutili. E non bariamo: la dicitura francese “autorisé” non corrisponde assolutamente al nostro “autorizzato”, che nelle AMP implica, tanto per capirci, che un residente che voglia essere “autorizzato” a fare il bagno in zona A (ma pure in zona B!!) alle 5 Terre debba, tanto per cominciare, compilare un modulo di tre pagine: significa semplicemente “consentito”. Quando serve una qualche autorizzazione, troverete scritto “soumis à autorisation”. In particolare, è inaccettabile che in località che vivono di turismo si impongano assurde distinzioni fra “residenti” e non, magari complicate ulteriormente da ridicoli corollari tipo “proprietari di seconde case” o “parenti fino al terzo grado”. E’ evidente che attività economiche come la pesca professionale vadano riservate ai residenti, ma quando si tratta di attività ricreative che, come la pesca sportiva, sono parte integrante di un’attraente offerta turistica, diventa indispensabile che non si mettano paletti sgradevoli per i potenziali Ospiti. Senza contare la totale assurdità di permettere, come normalmente avviene in zona B, la pesca con reti e tramagli al professionista locale vietando un modesto bolentino a chi viene in vacanza, portando soldi e benessere ad un’intera comunità. In conclusione se, come in Corsica: - la gestione dell’AMP fosse affidata ad autorità locali di comprovata capacità; - in nessun punto fossero vietati ingresso, navigazione, balneazione e snorkeling, fatti salvi i principi di contingentamento e autorizzazione per Pianosa e Montecristo; - le zone dell’Elba incluse nell’AMP fossero scelte con criteri oggettivi di salvaguardia, limitate nel numero, e contemplassero il solo divieto di pesca (totale), nonché una semplice e giustificata regolamentazione degli ancoraggi e della subacquea; - per tutte le attività ricreative, non venissero in nessun caso fatte distinzioni fra residenti e ospiti, non venissero introdotti ticket o altri balzelli, non venisse comunque richiesta la compilazione di moduli o formulari (Pianosa e Montecristo escluse, purché si richiedano cifre popolari e formalità ridotte all’indispensabile per garantire un certo controllo); - la pesca subacquea e tutte le altre la attività umane correlate al mare restassero possibili in tutte le altre zone, secondo le leggi nazionali vigenti e le norme locali (ordinanza balneare) e se, in più, venissero approvate le altre nostre richieste quali la cintura di protezione anti-strascico, il contingentamento e la riduzione della flotta peschereccia locale e le norme antinquinamento, non vedrei più nessun particolare ostacolo alla realizzazione della “nostra” AMP. Dove avete detto che si firma? Ps - per un approfondimento, o per avere conferma delle mie affermazioni, trovate tutti i riferimenti al link: [URL]http://laltroparco.forumattivo.com/amp-aree-marine-protette-possono-funzionare-f9/il-modello-corsica-t196.htm#456[/URL] Yuri Tiberto Consigliere comunale di Campo nell’Elba, Delegato alla tutela e fruibilità ambientale del mare e delle coste e ai rapporti col PNAT.
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Pier Alfio Mazzei da Pier Alfio Mazzei pubblicato il 6 Luglio 2009 alle 23:46
Per Marcianese: Ci risiamo con le prese in giro, se lei si sente preso in giro perché ho una visione delle cose diversa dalla sua allora ha bisogno di un buon psicanalista, del resto potrei dire io la stessa cosa di lei ma non lo faccio perché mi ritengo una persona intelligente, riguado alle "cause perse" vedremo in futuro come si evolveranno le cose e se gli eventi dovessero darmi ragione stia tranquillo che le farò un "salutino" per ora non vedo nessuno spiraglio per continuare la nostra discussione quindi da parte mia la ritengo chiusa, peccato perché poteva essere interessante. Saluti e buona fortuna
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per Handy da per Handy pubblicato il 6 Luglio 2009 alle 23:07
Le stesse cose che hai detto, se tu le avessi scritte senza ARROGANZA, avremmo capito ugualmente, ma d'altra parte questi sono i vostri metodi. Altro che "TORNO CON UNA LISTA DI SALUTE PUBBLICA PER IL PAESE" i toni non li avete abbassati e mai li abbasserrete, nemmeno di fronte a cose che dovrebbero far riflettere. Oggi a me domani a te, purtroppo oggi è toccata a Ornella, ma il mondo gira, sotto i colpi del ciel non c'è rimedio, quindi se ce la fate, se la vostra intelligenza ve lo consente evitate di alimentare i fuochi. E ogni tanto, mettete anche un pò del vostro quando scrivete, sembra che vi arrivi un fax allla mattina, parlate tutti uguale.
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Yuri da Yuri pubblicato il 6 Luglio 2009 alle 21:59
Per una volta devo proprio ringraziare il mio vecchio amico Umberto Mazzantini. 🙂 Si, perchè, qualche giorno fa, ha pensato bene di rispolverare la vecchia questione "AMP Corse - AMP Italiche", non solo, come di consueto, su Elbareport, ma spingendosi fino al Giglio e addirittura fino alle pagine on-line del più prestigioso quotidiano nazionale in materia ambientale: Greenreport! Dando per scontata la disponibilità di Sergio Rossi e degli amici di Giglionews, questo mi consente perciò di sperare che la mia replica venga pubblicata integralmente anche dalla stessa testata, della quale Umberto è fra l'altro apprezzato collaboratore, dandomi finalmente modo di far conoscere all'opinione pubblica la realtà di certe situazioni. In buona sostanza, si tratta semplicemente di dimostrare, come faccio ormai da due anni, che è possibile tutelare le nostre risorse ambientali senza imporre divieti assurdi. La replica è un po' lunghina, ma spero non troppo noiosa. La troverete su queste pagine, sull'Altroparco, e, ne sono certo, anche sui giornali on-line sopracitati. Chissà che, chiariti gli equivoci e fatto tutti qualche piccolo passo indietro, non si riesca ad andare finalmente uniti verso qualche risultato concreto.... 🙂 🙂 Ps: vorrei far notare che, attento agli insegnamenti del Sommo Umberto che mi richiamano ai doveri di importantissimo Amministratore Pubblico (:D 😀 😀 ), ho volutamente ridotto al minimo le note polemiche, cercando di "focalizzare " l'attenzione sulle cose serie. Però, questo è uno squalificatissimo e compiacente blog.... e un doppio senso nel post scriptum potete anche concedermelo.... 😀 😀
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Linda Del Bono da Linda Del Bono pubblicato il 6 Luglio 2009 alle 21:25
Gentili lettori, se qualcuno conosce Andre Testa, residente nella zona di Albereto, può gentilmente dirgli, in via del tutto amichevole, che il suo cane mi ha letteralmente rotto i coglioni.....che è fisso a casa mia, dalla mattina alla sera, e che se mi mette incinta un'altra volta il cane, questo giro i cuccioli glieli lascio sul pianerottolo, dato che gli ultimi 8 me li sono puppati io. Eccheccazzo. (font. Cit. SR) Buona notte Scusate ma sono giorni che lotto contro un cane....anzichè con il suo padrone!
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Paolino P. da Paolino P. pubblicato il 6 Luglio 2009 alle 20:01
- Gli Elbani che amano veramente l'Elba ringraziano!!! RADAR A PIANOSA, IL 10 SI APRE L'OCCHIO SUI "PIRATI" - - MA UN RADAR CHE SCANDAGLIA FINO A 72 MIGLIA DA PIANOSA QUANTO PUO' FAR MALE AI TURISTI CHE CI STANNO SOTTO? E ALLE GUIDE CHE LAVORANO SULL'ISOLA TUTTI I GIORNI? - 😮 :gren: 🙂 LE RADIAZIONI CI FARANNO CERTO MALE, CI MANCANO ANCHE I TUMORI DA RADAR !! Quali pirati ci sono nelle nostre zone? Nessuno si avvicina a Pianosa senza il permesso E' la solita speculazione della sinistra per trovare lavoro e voti, come ai casotti con le sbarre di Piombino. Stiamo attenti perchè questi che tutelano l'ambiente, alla fine rovinano noi.
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rm - gemonio da rm - gemonio pubblicato il 6 Luglio 2009 alle 19:57
che bella la biodola nel messaggio pubblicitario della wind. Ed il ghiacciolo che si scioglie...fantatisco
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bravo cicciobastardo da bravo cicciobastardo pubblicato il 6 Luglio 2009 alle 19:47
Però! quante cose che Cicciobastardo ha detto sull'Elba. e come le ha dette bene, senza offendere nessuno e centrando il problema. Vedete che volendo si può? Di mio (Carlo di Portoferraio ha già detto che il 12% della tariffa torna indietro agli albergatori) ho solo da aggiungere che i nostri amministratori hanno tutti la tessera di libera circolazione. Ecco perché, mettendo tutto insieme, contro le tariffe elbane la rivoluzione non è mai stata fatta e mai scoppierà. Ma se però arrivasse un terzo operatore VERO e con la sede dappertutto meno che a Napoli...
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Ornella Vai da Ornella Vai pubblicato il 6 Luglio 2009 alle 19:18
Per handy Io mi sono definita disabile. In effetti dovrei definirmi diversamente abile e sai perché? perché se in effetti sono penalizzata nell'uso delle braccia e delle gambe, sono stata dotata da madre natura di un cervello che molti vorrebbero avere. e poi, caro handy, sgradito anche nella scelta del nome, onde tu non continui a sparare ca@@ate, ed a chiamare i vigili, ti faccio presente che io non parcheggio dove mi pare, osservo la legge, cosa che in questo paese molti non fanno, e, quando parcheggio in piazza, lo faccio nell'esercizio di un mio diritto che ti cito:" la circolazione e la sosta sono consentite nelle ZONE A TRAFFICO LIMITATO e NELLE AREE PEDONALI così come definite dall'art. 3 del D. Lgs. 30 aprile1992 n. 285, qualora sia autorizzato l'accesso anche ad una sola categoria di veicoli per l'espletamento di servizi di trasporto di pubblica utilità.IL CONTRASSEGNO HA VALORE STRETTAMENTE PERSONALE, NON E' VINCOLATO AD UNO SPECIFICO VEICOLO ED HA VALORE SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE.
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raccontare palle agli idioti si ma.....un po di pudore da raccontare palle agli idioti si ma.....un po di pudore pubblicato il 6 Luglio 2009 alle 19:12
x suoli pubblici..... Non siamo meravigliati per quello che sta succedendo. Le promesse preelettorali sanno da mantenere. Tutto il resto è pura filosofia. La scuola del trinaio docet. Vorrei però far presente al signore che ha scritto sulla precedente amministrazione dei "casini lasciati". L'amministrazione Ballerini non ha lasciato nessun casino, non è nello stile di Paolo. Sia nella sua professione di medico, sia nella professione di operatore economico, Paolo è capace, pulito e lindo. Non lascerebbe mai casini. Se poi i casini si intendono quelli causati a "qualcuno" di intoccabile, allora si. E' vero a questi a rotto di molto i cogli..i. Qualche casino con la magistratura questi ce l'hanno. Se poi i casini lasciati si intendono: Acquisto di parte del Flamigo, finanziamento per la ristrutturazione e inizio lavori in tempi record; Viale Australia ed acquisto terreno Ex Dilio; Palestra ristrutturata ( vergognarsi per cosa è successo); Finanziamento e quasi lavori finiti per Polifunzionale; Ristrutturazione vecchio cimitero e parte di nuovo. Illuminazioni di numerose zone; Finanziamento e partenza lavori , Norsi, Morcone, impianto gas ecc. Ora moi sono rotto le pa...e e devo andare a mangiare. Finisco qui, tanto non c'è più sordo di uno che non vuole sentire.
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Gianluigi da Gianluigi pubblicato il 6 Luglio 2009 alle 18:18
Vorrei per una volta sottolineare come l'estrema professionalità dei volontari della Pubblica Assistenza di Campo e dei sanitari dell'ospedale di Portoferraio, oltre al tempestivo intervento dei soccorritori, abbiano permesso che un incidente di mare, seppur grave, non si trasformasse in tragedia. La gestione dei grandi ustionati è estremanemte complessa ed è fondamentale intervenire fin da subito con estrema perizia, per evitare che si vengano ad instaurare situazioni acute che possono essere pericolose per la vita (es. shock, infezioni). Questo post è dedicato soprattutto a coloro che, anche in questa occasione, hanno ritenuto opportuno muovere incomprensibili critiche a qualcuno di non ben definito. Ogni tanto dire grazie non ci starebbe affatto male... Con l'occasione mi unisco al'augurio di Roberto e Nara perchè il pescatore campese torni presto a solcare il suo mare elbano. Gianluigi Palombi
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il filippino da il filippino pubblicato il 6 Luglio 2009 alle 18:02
peccato non sei più combattivo come una volta è nei momenti difficili che si vede il carattere tutti buoni quando le cose vanno bebe non mollare mai dovrebbe ricordarti qualcosa saluti al Conte .M
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Un poco di rispetto! da Un poco di rispetto! pubblicato il 6 Luglio 2009 alle 17:30
Mi piacerebbe regalare a qualche improvvido estensore, per una parte della sua vita, il vivere da disabile, avere bisogno del prossimo, veder negati alcuni basilari diritti, essere discriminato da buona parte dei compaesani, e come nel caso di Ornella essere oggetto di squallide e irrispettose illazioni , vorrei davvero donarvelo questo status affinchè possiate capire cosa significa vivere da disabile , farne tesoro e poi tornare a scrivere con più comprensione e rispetto e magari con il coraggio di porre una semplice firma in calce ai vostri post . 🙁
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RADAR PIANOSA da RADAR PIANOSA pubblicato il 6 Luglio 2009 alle 17:21
[SIZE=1]MA UN RADAR CHE SCANDAGLIA FINO A 72 MIGLIA DA PIANOSA QUANTO PUO' FAR MALE AI TURISTI CHE CI STANNO SOTTO? E ALLE GUIDE CHE LAVORANO SULL'ISOLA TUTTI I GIORNI?[/SIZE]
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Luca Antonio da Luca Antonio pubblicato il 6 Luglio 2009 alle 17:14
Lo scandaloso è che per andare in Sardegna si paga 28€ o 35€ per due adulti e due bambini compreso l'auto, con Moby o Sardigna Ferrys a seconda della tratta. Noi Elbani a confonto, per un ora di mare paghiamo una fortuna. Non dico per il povero turista!! Queste due società facevano pubblicà sulle radio nazionali private per questo prezzo e le tratte sono da Livorno-Olbia o Golfo Aranci e Civitavecchia-Olbia.... E non aggiungo altro.....!!! :bad:
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Per Cicciobastardo da Per Cicciobastardo pubblicato il 6 Luglio 2009 alle 16:18
Caro Cicciobastardo, ho l’impressione che tu non abbia usato tutte le variabili per una analisi completa sul caro biglietti dei traghetti. Ti sei mai chiesto perchè gli Elbani residenti, ma in particolare gli operatori turistici Elbani non hanno mai protestato seriamente per il caro biglietto dei traghetti? Tu pensi che un’azione condotta dai residenti e dagli operatori turistici (tutte le categorie assieme fanno un bel numero!) non otterrebbe un risultato positivo? Io penso proprio di si, ma vengo al punto: il residente tutto sommato paga una sciocchezza rispetto al prezzo pieno di un comune mortale pertanto, logicamente, è poco interessato al problema e paradosso dei paradossi, l’operatore ha interesse a che il biglietto sia piu caro. Sembra una bestemmia in chiesa ed invece è la meschina realtà in quanto l’operatore che fa staccare un biglietto incassa dalla compagnia di navigazione una provvigione del 12% del costo totale del biglietto che il turista paga invece per intero all’operatore. Pochi se non rari sono i casi in cui gli operatori restituiscono il 12% intascato senza aver dato niente in cambio. Un esempio: se un turista (X) paga all’operatore (Y) 200 Euro di biglietto, l’operatore ne restituisce 176 alla compagia di navigazione e 24 se li mette in tasca. Vedi caro Cicciobastardo come cambiano le cose con una variabile in più? Ti saluto con la netta sensazione che questi furbastri, vergogna e causa del declino inarrestabile dell’Elba, hanno i minuti contati. Carlo di Portoferraio
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Handy da Handy pubblicato il 6 Luglio 2009 alle 16:11
questo l'invito della signora Vai: "rivolgo un invito a tutti i portatori di handicap presenti all’Elba in questo periodo a non venire a Capoliveri, dove non esiste sensibilità e rispetto per la nostra situazione" Io vorrei invece che veniste tutti a Capoliveri a mangiare in un ristorante qualsiasi, ma attenzione bene, a parcheggiare la macchina in piazza, come usa fare la signora Vai, cosi la piazza sarebbe piena di macchine dalle 19.30 all 22.00 Non ci sono diritti assoluti, lei può entrare dove vuole, ma deve parcheggiare dove è previsto dal codice della strada in un comune parcheggio oppure negli spazi riservati ai disabili che a Capoliveri ci sono!!!!!!!!!!!! Poi se vuole visto che è disabile parcheggi pure nei suoli pubblici
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x schiappa da parte di mario da x schiappa da parte di mario pubblicato il 6 Luglio 2009 alle 16:04
è proprio a quelli come te che mi riferivo, arroganti e ignoranti, che stanno sempre a dire agli altri di andarsene dall'elba, come se questa fosse una loro proprietà privata. Non ho parlato di non rispettare le regole, anzi ho detto che ho OVUNQUE diritti e doveri, e per ovunque intendo anche l'isola d'elba, dove per altro sono nato molti anni fa e sempre vissuto, spesso purtroppo al fianco di persone come te, che non mi sono mai permesso di invitare ad andarsene.
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roberto spinetti da roberto spinetti pubblicato il 6 Luglio 2009 alle 15:52
AUGURI DI PRONTA GUARIGIONE AL " TOPO " Roberto e Nara
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