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ELBA 2000 E LEGAMBIENTE CALATA ITALIA E LE ZONE UMIDE [/COLOR] [/SIZE]

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NENA SCRIVE
ma possibile che circa il WATERFRONT siano tutti d'accordo??DESTRA,SINISTRA,ASSOCIAZIONI COME ELBA 2000 - ARCIPELAGO LIBERO ECC....
INCREDIBILE!! [/COLOR]
Rispondiamo così:
Per capire come è nata l’opposizione al fronte mare bisogna partire del 2002. Elba 2000 rivela che”“L'articolo 23 del Piano strutturale di Portoferraio, sistema territoriale 3 della costa, al comma 4, per quanto riguarda il sistema portuale, prevede il consolidamento e la riqualificazione funzionale del ruolo del capoluogo quale principale accesso marittimo all'isola, sia per i passeggeri che per le merci….. Sarà quindi necessaria "una riorganizzazione e qualificazione formale e funzionale dell'interfaccia terra mare, tanto alla scala urbana (città) che territoriale (territorio – rada – darsena)”. Tra le altre cose, si prevede pure "il miglioramento dell'accessibilità all'area portuale e della costa anche con l'allargamento della Calata Italia.
Questo allargamento, spiegava Elba 2000, significa la sua trasformazione in un grande piazzale per la sosta e le manovre degli autotreni in partenza.
Ecco i testo completo dell’articolo del 18 giugno 2002
Quale valore ha, dal punto di vista urbanistico e ambientale, la vicinanza del mare alle strade e alle piazze dove l'uomo vive e svolge le propria attività? Potremmo dire che se la vicinanza al mare è un valore questo aumenta proporzionalmente alla vicinanza. Non sarà necessario citare città che traggono il loro particolare fascino proprio da questa vicinanza.
Non c'è dubbio, per esempio, che il fascino della darsena medicea nasca dal fatto che le facciate del fronte mare sembrano immergersi nell'acqua; dunque, boutique, bar, caffè, librerie si trovano a pochi metri dal mare, così come a pochi metri dal mare si trova la calata, utilizzata come luogo di passeggio, incontro e aggregazione sociale.
Ma il valore della vicinanza al mare sembra purtroppo un valore fragile, perché non difeso da nessuno. Qualche decennio fa l'allargamento della parte iniziale della calata Mazzini (lato Molo Gallo), pare per creare spazi ai mezzi militari, ha costituito una grave compromissione di questo rapporto.
In verità, non è stato l'unico caso. La banchina di alto fondale, utilissima per le navi da crociera, oltre ad avere allontanato il mare dalle fortezze, ha sacrificato anche una spiaggetta su cui sorgevano due palme adesso immerse nel cemento. Il porto acquista in spazio e perde in fascino. Ambedue necessari per fare turismo. C'è da chiedersi dove sia il giusto momento di equilibrio e fino a che punto le necessità di vario genere continuino a renderlo sempre più precario.
Il problema si ripropone, adesso, con i nuovi lavori che inizieranno sul porto: essi sposteranno la banchina a mare di alcuni metri per guadagnare spazio al traffico veicolare. Si tratterà, sembra, di lavori tesi ad aumentare lo spazio utile alle manovre di preimbarco di auto e autotreni.
Per avere questa maggiore agibilità si costruirà un filo banchina con uno sviluppo di 115 metri e si sottrarrà al mare uno spazio di 3.800 metri quadrati. Per fare questo saranno necessari quasi due anni di lavoro e una spesa prevista (per il momento) di 2 milioni di Euro.
Dovremmo tutti chiederci, in prospettiva, cosa vogliamo fare di questa città. Dovremmo chiederci se Portoferraio dovrà essere condannata per sempre ad essere l'unico porto dell'Elba e quindi l'unico snodo viario su cui vanno a concentrarsi tutti i problemi. Se non sarebbe invece più giusto distribuire il traffico in altri porti come quelli di Cavo, Rio Marina e Porto Azzurro.
Ciò produrrebbe, tra l’altro, l’innegabile vantaggio di decongestionare anche il traffico viario. Ci dobbiamo pure chiedere se, in attesa che questa distribuzione avvenga, alcune difficoltà per incolonnare auto concentrate in periodi limitati dell'anno, quelli dell'altissima stagione, debbano essere risolte con una colata di cemento che rovina e distrugge bellezza e denaro.
Non vi è dubbio che Portoferraio, che ancora porta evidenti le ferite dell'arretratezza culturale del dopoguerra, con i suoi mezzi grattacieli, e quelle più recenti come la manomissione del profilo delle fortezze per costruire una scala, rimane con le sue ricchezze storiche e ambientali un luogo di grande fascino. Portoferraio deve dunque pensare di più alla propria immagine se vuole inserirsi come soggetto attivo nell'industria turistica.
Dopo questo primo intervento del 18 giugno del 2002 che rivela il problema ( vedi [URL]www.Elbaoggi.it[/URL]) ne sono seguiti molti altri. Si è aggiunto poi Arcipelago Libero che ha dato un grande contributo facendo addirittura una proposta alternativa consultabile nel sito [URL]www.arcipelago[/URL] libero.it Rifondazione Comunista invece interviene adesso perché non è più in comune. Se fosse uscita dalla maggioranza per problemi come questo,ci sarebbe rientrata con il voto degli elettori. Legambiente adesso solo perché, con il Fronte Mare, è coinvolta (irresponsabilmente, è vero) una zona umida. Non certo per salvare Calata Italia. Tutto questo per la verità.
Adesso quello che conta è impedire lo scempio(zone asciutte e umide) con l’aiuto di tutti.
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Elba 2000 - Movimento in difesa dei diritti elbani [/COLOR]
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