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Sergio Bicecci da Sergio Bicecci pubblicato il 8 Aprile 2013 alle 11:28
Tanti anni fa Portoferraio, ma anche tutta l‘Elba, viveva uno dei momenti drammatici della storia. Per la seconda volta, dalla fine della guerra, chiudeva l’unica Industria fonte di vita per tante famiglie, la “Cementeria”. Le Maestranze reagirono con l’occupazione della fabbrica, con pubbliche manifestazioni, rumorosi cortei che si snodavano lungo le strade fino alla meta finale: Piazza Hutre (attualmente P.za Gori) davanti al Comune. Il ripetersi degli eventi facevano riaffiorare alla mente gli scioperi del 1948 per la chiusura degli Altiforni ILVA , le cariche e le manganellate della “Celere” sui manifestanti e le conseguenti tensioni che il Paese stava vivendo. Per fortuna negli anni ’70 la Celere non esisteva più da tempo ed era sindaco di Portoferraio un signore d’altri tempi, un Gentiluomo. Mi confessò la sua grande preoccupazione per gli eventi in corso, la città si appellava a lui, aveva forti tensioni politiche anche in seno al Consiglio Comunale. Non mi chiese alcun parere, ma espressi la mia opinione sulla scorta di ciò che già allora era sentita come primaria esigenza del Paese. “ Caro Sindaco, la Cementeria chiuderà e finalmente potremo fare una lunga banchina con ormeggi ed una passeggiata fino alla spiaggia di San Giovanni”. Fu ovviamente, il mio, un giudizio molto approssimativo e istintivo, ma giustificato. Rispose che i giuochi erano già fatti che sarebbe nato un cantiere navale con persone già interessate ad investire. Così fu. Adiacente al Cantiere ESAOM nacque la tanto discussa Zona Industriale compromettendo definitivamente lo sviluppo costiero della darsena di Portoferraio e come se non bastasse lo stesso sviluppo urbanistico della città, che con vergogna, ancora oggi ne constatiamo il degrado, dopo 40 anni. Nel frattempo, mentre all’Elba allora come adesso ci perdevamo nelle “chiacchere”, lungo la costa a noi dirimpettaia nascevano diversi Porti turistici, senza citare quello progettato a Piombino, la cui realizzazione, in particolare se dovesse chiudere la Lucchini, sarebbe il colpo di grazia per Portoferraio. Di questo possiamo ringraziare la totale incapacità dei tanti amministratori a vedere al di là del proprio naso. Ecco perché l’idea della realizzazione di un porto confacente alle attuali evolute richieste della nautica da diporto, nonché ad immaginare un futuro con più ottimismo, è da accogliere con entusiasmo, per l’apporto qualitativo ed economico che genererebbe. Per la passione che da sempre ho per il mare, ho dato un occhiata al progetto presentato dal complesso ESAOM e approvato dal Comune di Portoferraio. Francamente mi è sembrata una cosa enorme. Salta agli occhi l’imponente impatto volumetrico immobiliare e urbanistico previsto lungo il litorale che va dai moli di attracco Moby Lines fino alle Terme di San Giovanni, oltre che in profondità negli spazi adiacenti. Immaginavo che tale progetto affrontasse e risolvesse alcuni nei dell’attuale banchinamento, a questi, salvo errate letture da parte mia, non avrei trovato risposte e mi domando perché. Infatti non ho trovato risposta allo spostamento dei Pescherecci dall’alto fondale e dal molo Gallo, al fine di dare una migliore destinazione alla banchina interessata, cosa largamente sentita e più volte affrontata anche dalla stampa. Così come non ho notato, nel progetto, una piccola darsena riservata e a condizioni particolari per le piccole imbarcazioni ora in Calata Buccari. Ciò non è davvero imputabile alla Soc. Esaom la cui politica aziendale, in particolare negli ultimi anni, non ha mai tenuto in gran considerazione i residenti. Tale cura, invece, sarebbe di competenza del Comune di Portoferraio che non dovrebbe venire meno alla tutela dei giusti diritti dei propri cittadini e alle antiche necessità della Città. Non sarebbe pensabile che di fronte ad una prevista realizzazione, così importante quanto imponente, non si affrontassero e si risolvessero definitivamente questi aspetti, perdendo così l’ultima opportunità. Perché ci sarebbero queste evidenti lacune? Come posiamo non immaginare la nostra meravigliosa darsena Medicea finalmente libera, accogliente e guarnita di belle imbarcazioni portatrici di benessere per un paese ormai morente? Perché tenerle lontane dal Centro Storico quando sarebbe opportuno e saggio il contrario? Che non sia ancora cessata la politica disfattista e ultradecennale di impoverimento del nucleo centrale del Paese?. Altri aspetti del progetto potrebbero essere discussi ed io non ho titoli per farlo, ma devo ricordare che oltre ai titoli servono anche un minimo di partecipazione competente e di passione per capire che un porto è per coloro che vivono il mare con i loro mezzi, piccoli, medi o grandi che siano e che tutti hanno il diritto di usufruirne senza discriminazione, in rapporto alle loro capacità e in particolare se questi sono utenti residenti e in quanto tali offrono agli investitori parte del loro territorio. Sergio Bicecci 8 aprile 2013
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Vaporino da Vaporino pubblicato il 8 Aprile 2013 alle 11:17
Certo che quella collina del Fanaletto e' proprio un pugno in un occhio. Se quello deve essere il nostro biglietto da visita per chi entra a Porto Azzurro, siamo messi proprio bene...
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NO AL COMUNE UNICO da NO AL COMUNE UNICO pubblicato il 8 Aprile 2013 alle 11:15
Il comitato del No continua con la sua campagna di informazione. Martedì 9 Aprile alle ore 17,00 presso il Circolino “il Libeccio” di La Zanca, si svolgerà un dibattito pubblico, promosso dal comitato del NO, tutti i cittadini sono invitati ad intervenire. Sarà presente il Sindaco Anna Bulgaresi ed altri esponenti del comitato.
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l'altra Toscana da l'altra Toscana pubblicato il 8 Aprile 2013 alle 11:09
Ho saputo che a Pontedera tutti gli autobus cittadini sono navette gratuite per tutti . Poi, per gli over 65 anni, il comune rilascia una tessera personale con la quale si può chiamare e utilizzare il taxi al prezzo di un (1) Euro per raggiungere tutte le località del comune fiuori dal centro servito con le navette gratuite. Ecco questa è un'altra Toscana quella appunto con la T maiuscola!
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ELBANO da ELBANO pubblicato il 8 Aprile 2013 alle 10:59
X Monumento all'idraulico ignoto..... Però devi sapere che quando un privato deve fare una predisposizione per l'allaccio viene chiesto di provvedre alla protezione per il gelo e le intemperie. Come sempre Voi dovete rispettare le regole e Noi si fà quello che ci pare tanto siamo Noi che controlliamo
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Per uno dei tanti no da Per uno dei tanti no pubblicato il 8 Aprile 2013 alle 10:49
A me pare dopo le affermazioni del sig. Nannoni, che sostiene 5700 elbani hanno votato per una proposta di legge, ci siano già gli estremi per una denuncia. A Capoliveri, in occasione della festa del cacciatore le firme venivano richieste per un referendum sul comune unico. Senza spiegare che era invece per una proposta di legge, senza dire che il referendum avevo solo valore consultivo e quindi forse firmando si rischia di avere il comune unico anche con la vittoria del no..... Ma è così grave fare le cose alla luce del sole??? Queste stupende spiegazioni del sig.Nannoni, non potevano essere contenute in un opuscolo che spiegava ad ogni elbano per cosa apponeva la propria firma????? Io credo la maggior parte degli elbani voterà nò, principalmente per come è stata gestita tutta l'operazione. Andate a votare, io voto nò.
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I GRANDI MONUMENTI da I GRANDI MONUMENTI pubblicato il 8 Aprile 2013 alle 10:32
[SIZE=4][COLOR=darkblue]NON ABBIAMO RIVALI [/COLOR] [/SIZE] Non ci bastava avere la zona pedonale ,spesso violata, più piccola del mondo ; non ci bastava avere la pista ciclabile più corta del mondo e a senso unico. Ci vogliamo superare:ora abbiamo anche l’esclusivo” MONUMENTO ALL’IDRAULICO IGNOTO.” A parte gli scherzi, questa struttura di tubi con valvole e manometri è li da quasi due anni e se è l’ASA che l’ha realizzata, nessuno chiede di finirla e chiuderla in modo da evitare una eventuale manomissione e renderla più decente. Non è recintata e non è in campagna è a bordo strada in una zona di grande traffico nell’incrocio fra via Mascagni e via Carducci. Ma non sarebbe il caso che qualche amministratore, magari quello al decoro urbano se ne interessasse? Ma forse non l’ha neanche vista, perché non si gira per la città e si resta sempre barricati in “Biscotteria” O magari davvero facciano una targhetta decente e inaugurino il [SIZE=3][COLOR=darkblue]“ MONUMENTO ALL’ IDRAULICO IGNOTO”. [/COLOR] [/SIZE] Almeno saremmo originali e non i soliti “barocci”. Riccardo Nurra
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COMUNE UNICO? da COMUNE UNICO? pubblicato il 8 Aprile 2013 alle 7:17
Non sono disponibile ad essere amministrato in futuro da persone che oggi sono per la chiusura del nostro comune, per cui al prossimo referendum del 21/22 aprile almeno per il momento il mio voto sara' si. Questa divisione cosi' radicale a proposito del C.U finira' poi a tarallucci e vino?
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uno dei TANTI NO da uno dei TANTI NO pubblicato il 8 Aprile 2013 alle 6:58
PER VOSTRA OPPORTUNA CONOSCENZA ESTRATTO DAL CODICE PENALE (vale anche per il nannoni) Art. 294 Attentati contro i diritti politici del cittadino. Chiunque con violenza, minaccia o INGANNO impedisce in tutto o in parte l'esercizio di un diritto politico, ovvero determina taluno a esercitarlo in senso difforme dalla sua volontà, è punito con la reclusione da uno a cinque anni [Cost. 48, 49; c.p. 7, n. 1, 29, 32, 311, 312; c.p.p. 275] (1). AI PROMOTORI SUGGERISCO DI FARE NA POCHINA DI ATTENZIONE, SOLO NA POCHINA......
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depresso da depresso pubblicato il 7 Aprile 2013 alle 18:57
allora a natale ci sarà una nuova tassa,io penso che dovrò pagare circa 120 euro in più,bene,anzi male,cosa faro?meno cinema,meno pizzeria,meno vestiario,ecc ...risultato, altra depressione,tutte attività che di coneguenza incasseranno meno e quindi verseranno meno tasse e meno iva,ma questo politici di m.... non capiscono niente non è cosi che si risana un paese già allo stremo
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Sabrina da Sabrina pubblicato il 7 Aprile 2013 alle 18:48
help!!! Mia sorella ha perso ..il portafoglio, aveva dentro tutti documenti, carta di identità, tessera sanitaria, carte di credito.. ma soprattutto il tesserino dei sordomuti....se qualcuno tante volte lo avesse trovato mi contattare sulla mail o al cell 3292253167. penso lo abbia perso a Portoferraio.......Grazie
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x Nannoni da x Nannoni pubblicato il 7 Aprile 2013 alle 18:12
Invece di scrivere così tanto per spiegare che avete scritto una cosa che è CONTROLEGGE ( nazionale( non vacevate prima a informavi meglio??? Ma scusate il coordinatore-portavoce non è l'ex commissario dell'unione dei comuni? non è l'ex segretario generale di Livorno ex direttore generale di Livorno ex segretario comunale di Porto Azzurro ed ex chissa quanti altriincarici? ma una scorsa alla legge non la poteva dare??? ma siete ridotti così male nel comitato promotore??? Io vi consiglio un consulente legale.... se piove di quel che tuona.... ne avrete bisogno..
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Alberto Nannoni da Alberto Nannoni pubblicato il 7 Aprile 2013 alle 18:05
Ancora una volta ci viene data l’opportunità per tornare su temi in verità già trattati ma, data l'importanza del tema, "melius abundare quam deficere"! Partiamo dal primo punto: la legge di iniziativa popolare. Già illustrata nel materiale informativo distribuito presso gli stand per la raccolta delle firme e consultabile nel sito del Comune Unico, la proposta è composta da 8 articoli; ci siamo tenuti un po’ larghi, negli altri casi del resto d’Italia le leggi di fusione in genere non superano i 7 articoli, mentre la legge del Casentino ne aveva 10 in quanto 2 articoli erano dedicati all’estinzione della comunità montana. Nel testo si spiega, in maniera volutamente e doverosamente sintetica e generale, l’iter istitutivo del comune unico, la successione nei rapporti giuridici e del personale, il periodo transitorio ed il commissario straordinario, la vigenza degli atti, i municipi ed i contributi statali e regionali. Insomma, lo stesso testo che potrete trovare nelle altre proposte di legge in giro per l’Italia. Perché tale necessità di sintesi e di semplicità? Principalmente per le modalità e le motivazioni che sono all’origine di questo processo-rivoluzione; l’iniziativa popolare per sua stessa natura tende ad andare al nocciolo del problema: vogliamo o no riformare un sistema al collasso che da solo non si autoriformerà? Vogliamo o no sostituire i politici in quel ruolo che essi non intendono svolgere? Così nascono le leggi di iniziativa popolare che non possono essere composte da complessi e farraginosi articolati che imbriglierebbero chi poi dovrà governare il sistema riformato in meccanismi troppo rigidi per poter essere gestiti. Mentre nel resto d’Italia i numerosi processi di fusione in corso nascono dall’iniziativa matura e consapevole di amministrazioni che di comune accordo decidono di “coronare” un iter di collaborazione ed avvicinamento passato attraverso gestioni associate ed unioni, qui da noi, dopo 40 anni di fallimenti di politiche comprensoriali ( protocolli d’intesa, gestioni associate, comunità montana, unione dei comuni ) con miliardi delle vecchie lire persi per la strada, si persevera nella logica del campanilismo esasperato, della frammentazione per la frammentazione, incuranti delle leggi regionali e nazionali che già oggi ci obbligano alla gestione associata di servizi essenziali pena il commissariamento da parte della “matrigna regione”. Non vi è dubbio che se l’iniziativa di fusione fosse maturata nell’ambito dei consigli comunali, al termine di trattative congiunte ed incontri pubblici tra amministratori e cittadini, probabilmente il processo sarebbe stato più articolato e definito; probabilmente il piatto sarebbe stato “già pronto per essere mangiato”. Nel nostro caso l’iniziativa ha indubbiamente il senso della “sfida” ma non certo del salto nel buio da qualcuno paventato; la sfida di un processo che nasce dal basso. Quando le iniziative partono dal basso non c’è nulla da temere, è quando sono imposte dall’alto che c’è da preoccuparsi; municipi e quartieri esistono da anni in tante città italiane. Da parte del “NO” si guarda con orrore e sgomento alla pianta organica di un comune di 32000 abitanti, ai contratti dei dirigenti, agli stipendi del personale, alla complessità organizzativa, quando basta prendere la nave e fare due passi in giro per trovare 3 o 4 realtà simili nell’arco di pochi chilometri, funzionanti da anni e che costano ai cittadini un quarto delle nostre. Saranno tutti geni a Piombino, a Cecina, a Rosignano? Insomma, l’Elba non inventerà nulla! Ed eccoci al secondo punto. Nel nostro caso il commissario sarà istituito semplicemente per traghettare il nuovo comune dal momento dello scioglimento dei consigli per effetto del referendum alle nuove elezioni; le stesse regioni non disciplinano nel dettaglio le fusioni tra comuni nè devono farlo. Le nostre fonti normative sono l’art. 133 della costituzione, l’art. 74/76/77 dello Statuto regionale e la l.r. 51/2010 “norme sull’iniziativa popolare delle leggi”, che in soldoni dicono che 5000 cittadini toscani possono presentare alla Regione una proposta per la fusione dei comuni di riferimento. Nel caso della nostra proposta di iniziativa popolare la Regione, dovendo disciplinare il periodo transitorio, ha fatto ricorso alla normativa sulle gestioni associate ed unioni ( l.r. 68/2011 ), processi nei quali il commissario regionale subentra a gestire estinzioni, liquidazioni di enti ed altro ( vedi da noi all’Isola d’Elba la chiusura dell’Unione e la relativa liquidazione); ma il Comune dell’Isola d’Elba per le sue dimensioni non dovrà sottostare a nessuno degli obblighi previsti da Stato e Regione per i piccoli comuni, quindi il commissario non avrà il ruolo previsto nel caso del commissariamento da parte della regione ( le direttive del presidente…) e questo lo ha chiarito lo Stato, che ha conseguentemente corretto anche l’impostazione della legge emiliana relativa alla fusione dei comuni della Valsamoggia. Il commissario sarà di nomina governativa e si limiterà come già detto all’ordinaria amministrazione e ad una “fotografia” dello stato amministrativo degli 8 comuni ( piante organiche, piani strutturali, bilanci…). Qualunque atto che andasse nella direzione di modificare nella sostanza e nel contenuto le normative e gli strumenti vigenti sarebbe da considerarsi nullo. Il comitato promotore ha assistito a tale questione di competenza tra Stato e Regione, ed è ovvio che fino a che lo Stato non vi ha messo la parola fine abbiamo dovuto, pur avendo espresso perplessità in sede di commissione regionale, accettare la versione della Regione. Non occorre essere dei costituzionalisti per sapere che la proposta parte dalla popolazione, ma l’unico ente legiferante è il Consiglio Regionale il quale, pur senza poter intaccare il contenuto essenziale della proposta, dovrà, sentiti i promotori, apportare la rettifica. La proposta di legge sulla quale il 21 e 22 aprile ci pronunceremo è la stessa firmata dagli oltre 5700 elbani, con la differenza NON SOSTANZIALE che il commissario sarà nominato dal governo e avrà lo stesso ruolo dell’attuale commissario di Rio Marina; sarà questa precisazione di qualche conforto per i sostenitori del “NO” ? Comitato Comune Unico dell'Elba
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deluso da deluso pubblicato il 7 Aprile 2013 alle 17:58
Finite le ultime feste si rientra a lavoro…Come sono state le ferie? Fredde, piovose, piene di sacrifici, tristi. Unica nota positiva? Non perdere la speranza, come consiglia il nuovo Papa Francesco. C’è una dissociazione in ognuno di noi. La parte buona che è dentro di noi ci dice di essere buoni, di fare beneficenza di non essere attaccati ai beni materiali. E’ l’altra parte che “oscura” quest’ultima con la fame di successo, la sfrenata ambizione, la superbia, l’avarizia. Quindi che fare? Tapparsi il naso e proseguire per la propria strada, o seguire i consigli che ci arrivano dal Santo Padre nella nostra coscienza? Come abbiamo trascorso le mini vacanze di Pasqua? L’importante è esserci divertiti, svagati dallo stress o essere stati dei bravi cattolici? Ecco la dissociazione, che significa come una non può inglobare anche l’altra richiesta o non può farlo secondo i nostri parametri? Le notizie del telegiornale ci fanno essere felici (o meno) ed ora vedremo se i dieci saggi (tutti masculi, mi raccomando) siano in grado di fare le riforme necessarie e di alleviare i nostri problemi. Ci sono molti di noi che sono ancora fieri di essere stati mentalmente dei grillini oppure ora sono pentiti per l’andazzo delle cose e vorrebbero ritornare indietro nella cabina elettorale? Siamo e siamo stati sbandati per l’assenza di un Papa e di un governo e non abbiamo avuto la forza di reagire? Crisi. Crisi in tutti i settori. Sbandamento dell’uomo. Tutto ciò ha portato ad una fase di crescita o di rallentamento del pensiero umano? Forse solo la speranza (e non nel senso del nostro primo cittadino) ma quella che non possiamo raccontare, ma solo cercare di vivere, è quella in grado di riportarci sui binari giusti…
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Per Bacco da Per Bacco pubblicato il 7 Aprile 2013 alle 14:56
Io credo a quei "palizzinari" non sia andata troppo bene. Semmai i lauti guadagni sono andati a colui si è visto divenire una semplice "valle" in un ottimo scrigno pieno di un tesoro nato spero per caso. E le aree costruibili sono identificate da esperti urbanisti pagati da amministratori lungimiranti, per lo sviluppo del proprio territorio. Concordo con te, come vedi semmai su quanto è prezioso il nostro territorio, nel caso specifico forse sposto le responsabilità ed i godenti. Però, caro Bacco noi dobbiamo anche guardare cosa avviene davanti alla nostra costa, ci interessa e può darci diversi valori. Quanto sia razionale lo sviluppo costiero, perchè se costruisci cinquantamila posti barca, esse invadono la nostra costa, sporcano, inquinano, godono e vanno via, proprio come i palazzinari, senza lasciarci niente in cambio se non appunto gasolio e cacca. Il nome Gino è fantasioso, preso in prestito da una persona che ricordo con affetto. Un cordiale saluto e come te amo la ns, isola, Gino
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X Cittadino da X Cittadino pubblicato il 7 Aprile 2013 alle 13:30
Caro cittadino per non farlo passare in sordina, basta denunciare come ha fatto Peria con la giunta di Centrodestra, poi chi dovere interverrà
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Cittadino da Cittadino pubblicato il 7 Aprile 2013 alle 12:03
All'amministrazione di Portoferraio che ha erogato il famoso contributo al Comitato per il Si.. Volevo ricordare questo... L’art. 12 della Legge 7 agosto 1990, n. 241, recita: 1. La concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari e l’attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed Enti pubblici e privati sono subor- dinate alla predeterminazione ed alla pubblicazione da parte delle Amministrazioni proce- denti, nelle forme previste dai rispettivi ordinamenti, dei criteri e delle modalità a cui le Amministrazioni stesse devono attenersi. 2. L’effettiva osservanza dei criteri e delle modalità di cui al comma 1 deve risultare dai sin- goli provvedimenti relativi agli interventi di cui al medesimo comma 1. Invito chi di dovere a controllare gli atti e a non far passare tutto in sordina.. Buon pomeriggio
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Cittadino da Cittadino pubblicato il 7 Aprile 2013 alle 11:24
Un grande uomo, una grande verità.. Sono con lei Dott. Camici.. E se invece di fare la fusione uscissimo dalla Regione Toscana? “Divide et impera”. È questo il motto su cui si è fondato il potere di Roma. Questo richiamo serve per parlare su quanto sta succedendo all’isola d’Elba con il referendum per il comune unico. Si è voluto procedere a questo referendum facendo riferimento ad una proposta di legge d’iniziativa popolare che è poco chiara. L’unica cosa chiara è la data di quaranta giorni. Infatti, in caso di vittoria del SI entrerà in vigore la proposta di legge di cui sopra ed entro quaranta giorni dall’entrata in vigore di questa legge i comuni oggetto della fusione sono estinti,decadute le giunte e i sindaci dalle loro funzioni. Il commissario straordinario verrà nominato dal presidente della regione con decreto entro trenta giorni dall’entrata in vigore della proposta di legge d’iniziativa popolare. Il commissario straordinario eserciterà le funzioni degli organi di governo del comune unico fino all’insediamento di questi organi che avverrà a seguito delle elezioni amministrative. Tutto qui. Si sarebbe potuto fare meglio. Siamo all’Elba una piccola comunità periferica e per di più insulare. In una democrazia partitocratica e rappresentativa quale è la nostra sono alla fine i numeri quelli che contano: cosa volete che siano trentamila voti dell’isola d’Elba! Contiamo davvero poco. E’ stato pertanto facile da parte del presidente della regione toscana procedere nel modo in cui ha proceduto. Lo dimostra il fatto che in regione nessuna forza politica ha ritenuto opportuno nel consiglio regionale procedere al miglioramento della proposta di legge. Comprendo che il presidente della regione toscana sia stanco di avere a che fare con sindaci assai spesso litigiosi se non arroganti e che voglia un unico interlocutore. Con quanto è stato fatto, il presidente della regione toscana potrà arrivare ad avere un unico interlocutore ma con una popolazione divisa alle spalle di questo unico interlocutore. Noi elbani dobbiamo ritrovarci uniti non nella politica espressa da questo o quel partito ma nelle cose da fare utili per la nostra comunità. Perciò, visto quanto accaduto, uscire dalla regione toscana è cosa utile da tentare di fare. Come da alcuni è stato suggerito, chiedere di far parte della regione Sardegna, che come noi è isola, è cosa utile da fare. Forse, in quanto isola, vi potrà essere maggiore attenzione nei nostri riguardi da parte della regione sarda:nessuno può garantire che ciò accada. O, in alternativa, verificare la possibilità al livello comunità europea di una amministrazione unica in comune con la Corsica,come il sottoscritto ha suggerito dalle pagine di questo giornale,è cosa utile da fare anche questa. Forse, in questa ipotesi di lavoro,essendovi una trattativa da condurre tra le parti vi potrà essere una maggiore garanzia quanto ad attenzione nei nostri riguardi e dei nostri peculiari, insulari bisogni. Poi richiedere alla comunità europea riconoscimento dell’arcipelago toscano territorio con agevolazione fiscali sia per le imprese, perché così possano rinnovarsi, investire e creare lavoro all’Elba, che per le famiglie, non solo per ridurre il peso fiscale divenuto insostenibile ma anche per ridurre il costo della vita che nell’isola è superiore che in terraferma. Quindi procedere verso un processo sociale e culturale di aggregazione, di unità. Questo deve partire dalla scoperta delle nostre radici storiche,appena accennate nella relazione illustrativa della proposta di legge di iniziativa popolare di cui sopra , e dalla valorizzazione dei beni culturali sparsi sul nostro territorio ,quasi tutti in stato di completo abbandono e il motivo non è che mancano solo i soldi al loro recupero. Per le risorse economiche necessarie per poter fare qualcosa per i beni culturali elbani, basterebbe che una parte dei soldi che incassano i musei elbani fosse obbligatoriamente destinata al recupero dei beni culturali sparsi sull’Elba. Chiedo pertanto alla sovrintendenza di valutare questa ipotesi e ai comuni di perorare questa via. Quando riusciremo a capire da dove veniamo ,avremo la consapevolezza dove andare. Penso ai servizi, alle infrastrutture, ad una semplificazione amministrativa della pubblica amministrazione, nuova e vera, basata su efficienza ed imparzialità. Tra i servizi essenziali da potenziare, come la sanità, la scuola, penso, ad esempio, alla continuità territoriale tanto declamata e sbandierata dalla regione toscana e mai realizzata perché ogni notte l’Elba per varie ore è completamente isolata per l’assenza di ogni regolare servizio marittimo che è presente nelle sole ore diurne. Per fare tutto questo bisogna abbattere, superare gli steccati, i muri creati dalla politica di centro, di destra e di sinistra: le ideologie del secolo passato. Gli steccati e i muri del “divide et impera”. Questo sì che sarà cambiamento vero: non dobbiamo aver timore del cambiamento vero.
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Come con il COMUNE UNICO DELL'ELBA DI ROSSI & COMPANY da Come con il COMUNE UNICO DELL'ELBA DI ROSSI & COMPANY pubblicato il 7 Aprile 2013 alle 11:13
CROCETTA IN CROCE: L’ALTRA FACCIA DELLA SEMPLIFICAZIONE Crocetta, abolendo le province, ha creato ben 36 nuovi enti locali, fra consorzi e città metropolitane, ognuno con un presidente, un direttore generale, sede e macchine blu - La differenza con le province è che i vertici dei consorzi non vengono elette - La mafia ringrazia... [URL]http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/crocetta-in-croce-laltra-faccia-della-semplificazione-53672.htm[/URL]
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x Gino da x Gino pubblicato il 7 Aprile 2013 alle 9:42
Vedi Gino, se tu vieni all'Elba compri un'area edificabile, costruisce 40 appartamenti ( vedi Procchio ad esempio, ma ce ne sono stati altri) con una impresa che utilizza personale del continente eppoi vendi per realizzare il tuo guadagno, agli Elbani non rimane che un paesaggio deturbato e tanti altri problemi ben comprensibili. Non ci vedo niente di positivo. Quello che avviene a Piombinio o Follonica non mi interessa perchè vivo in un'isola meravigliosa ed ho tutto l'interesse a conservarla così com'è. Grazie per la risposta ( Gino è anche il nome di mio padre) Bacco 🙂
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