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La famiglia Pelliccioni tiene a ringraziare calorosamente tutti i parenti, amici e colleghi che hanno partecipato al loro immenso dolore per la prematura scomparsa di un uomo giusto, leale e buono come Graziano.
In questo periodo di estrema tristezza la vostra vicinanza ci è e ci è stata di enorme conforto, e dimostra quanto il ricordo di Graziano è vivo e vivrà nei vostri cuori.
Un Grazie particolare va ai colleghi della Guardia di Finanza e dell’ANFI, alla croce verde di Portoferraio per la generosità e la disponibilità dimostrata, ai reparti di oncologia di Portoferraio e Livorno per la professionalità e competenza dei medici e infermieri.
La Famiglia
Daniela, Davide e Maurizio
A mio avviso si sta' avvicinando ed in modo veloce il momento della storica coalizione che restera' nella storia della nostra nazione. Alcuni punti ( forse 5 ) tra cui la riforma elettorale, il reddito di cittadinanza ecc, dopodiche' dritti verso nuove elezioni. Credo che I tempi siano maturi, e la voglia di fare questo anche. Per saperlo credo non dobbiamo aspettare a lungo. Io personalmente me lo auguro.
BOBO RONDELLI, Un grande, uno degli ultimi poeti livornesi.
Un grande cantautore!
Non me lo perderò
Bisogna anche dire quando le cose funzionano, 10 minuti dopo aver segnalato che la spazzatura non veniva ritirata da sabato, sono arrivati .grazie E S A :p :p
[SIZE=4][COLOR=darkblue]L'isola del Diavolo deve diventare un paradiso terrestre [/COLOR] [/SIZE]
[FONT=comic sans ms][COLOR=darkred]La colonia penale di Pianosa era il cuore pulsante e operoso del paese. Smantellata nel '97 dal governo Prodi, è il modello da cui ripartire [/COLOR] [/FONT]
[FONT=comic sans ms][COLOR=darkblue]Di Marcello Veneziani [/COLOR] [/FONT]
Questa è una storia strana. È la storia di un mezzo paradiso terrestre che coincideva con un carcere. Sto parlando di Pianosa, dove la vita in carcere doveva essere dura. Sto parlando di un carcere dove, nell'arco di un secolo e mezzo, sono stati uccisi un paio di direttori, alcuni detenuti e alcune guardie, qualcuno ha tentato la fuga, ci furono aspre rivolte e sanguinose repressioni.
Non sto parlando di un posto per anime belle, puffi e fatine. Ma Pianosa era quel che un carcere deve diventare. Una colonia penale agricola, dove i detenuti imparavano a coltivare la terra, allevare gli animali, fare i formaggi, il pane, cucinare. Un posto di rieducazione e di reinserimento nella vita lavorativa, da cui molti detenuti non volevano più andar via, nemmeno a fine pena.
Erano mille i detenuti e cinquecento i loro vigilanti, fino alla metà degli anni Novanta, e gran parte di loro lavoravano e si nutrivano di quel che essi stessi coltivavano. Quando mandarono sull'isola i superdetenuti in rivolta nelle carceri speciali, gli stessi carcerati dell'isola avvisarono i nuovi arrivati: qui non vogliamo disordini, noi stiamo bene, ci coltiviamo e ci cuciniamo noi quel che vogliamo, facciamo perfino il bagno in un mare da favola, nella spiaggiona di San Giovanni, la nostra è una comunità ideale anche se composta da brutti ceffi, privati della libertà. Non fate scherzi sennò ci arrabbiamo. E così fu. Prima di chiuderlo ai tempi di Dalla Chiesa qualcuno ebbe la trovata infelice di far erigere, accanto a un magnifico, storico muro, un altro muro grigio e triste che aveva solo una funzione simbolica e scoraggiante, perché non cinge il carcere ma separava il mondo dei liberi dal mondo dei dannati. «Lasciate ogni speranza voi ch'entrate» ribadiva la scritta sul frontone del carcere, per tirar su il morale ai detenuti. E furono investiti 60 miliardi per ristrutturare qui la caserma Bombardi mentre si era già deciso di smantellare il carcere.
La colonia penale di Pianosa fu voluta a metà Ottocento dall'ultimo granduca di Toscana, Leopoldo II, poi accresciuta dall'Italia sabauda, da quella fascista (ci finirono anche i detenuti politici come Pertini) e da quella democristiana. Era un giardino operoso, con belle e confortevoli abitazioni, un sanatorio, una sontuosa cantina, la scuola e tante attività di lavoro e ricreazione. Il paese viveva intorno al carcere. Che fu smantellato nel 1997, sotto il governo Prodi, proprio mentre si parlava di sovraffollamento delle carceri, di scopo rieducativo della pena e della necessità di costruire nuove carceri... Tante storie di vita e passione fiorirono sull'isola. Alcune me le racconta Beppe che si sente in esilio dalla sua Pianosa. Altre le racconta Stanislao che arrivò da secondino a Pianosa, e un giorno sbarcò una ragazza con una valigia rosa che veniva a insegnare nell'isola dei carcerati e lui appena la vide da lontano disse, «sarà mia moglie». Così fu e lo è ancora, da quarant'anni. E dire che i genitori di lei si erano raccomandati: non innamorarti di un secondino. Me le raccontano i superstiti abitanti di Pianosa e le guardie penitenziarie.
Ho visitato il deserto dei tartari accompagnato dalla polizia penitenziaria che vigila su un carcere in rovina che non ha più, da sedici anni, carcerati. A differenza dell'opera di Buzzati, qui i tartari sono un ricordo nostalgico e non una vaga minaccia futura. C'è solo una ridottissima cooperativa di ex-detenuti che gestisce l'unica trattoria. La polizia penitenziaria ha i suoi fuoristrada, le sue motovedette, i suoi turni, in memoria del carcere. Stringeva il cuore vedere quelle botti vuote e quella grande cantina deserta, quel caseificio ormai privo di formaggi, quei campi una volta abitati da mucche e attraversati da asini, come illustra una mostra nell'ex ufficio postale, e ora ridotti a sterpaglia, rovine, muri scrostati. L'ingresso solenne, il bastione napoleonico in piazza d'armi, la piscina un tempo piena di pesci, l'orto e il frutteto, il panificio e la lavanderia, le stalle e la concimaia, il porcile e il pollaio, le officine e la cave di tufo, il pozzo a vento e la torretta vecchia; tutto in abbandono.
In più vedi scorci di mare incantevole, da sogno proibito, vietato al minimo contatto. Qui mi sono abbandonato a un doppio sguardo visionario, metà apocalittico, metà sorgivo. Girando per quelle rovine ho avuto l'impressione di aggirarmi nel nostro futuro, nel nostro Paese dopo la crisi economica, un Paese in disarmo, abbandonato alle ortiche, con le imprese un tempo fiorenti ridotte solo a muri scalfiti d'intonaco, scritte galleggianti nel vuoto, pareti diroccate, case disabitate, magazzini in rovina, ingressi sontuosi ridotti a spettrali archi nel vuoto... Mi sembrava una cartolina dall'Italia ventura, dopo la catastrofe a lungo annunziata. Al contempo però ho avuto un'altra visione di quel che potrebbe diventare: ma perché questo Paese imbecille che spende non poco per sorvegliare detenuti fantasmi e vigilare le rovine in modo che tutto degradi a norma di legge, perché - dicevo - questo Paese imbecille non investe pochi capitali e molti giovani per rianimare l'isola, rifare quella comunità e quella cooperativa, siano essi ex-detenuti o ragazzi in cerca di lavoro? Sarebbe un'impresa magnifica riportare alla luce questa atlantide dei detenuti, riportare questa fazenda autarchica al suo dinamico e fruttuoso splendore, ripristinare gli appartamenti, le strutture, le case, le stalle, i pozzi, la vita agreste, marittima, artigianale.
Quante Pianosa abbandonate ci sono in Italia che potrebbero essere rimesse in vita, dar lavoro a cooperative di giovani, attrarre un turismo selettivo, rilanciare l'agricoltura e la zootecnia, vivere in autonomia con i propri prodotti? E quanti istituti di pena, riportati nei loro siti d'origine, isole e non solo, potrebbero tornare a essere luoghi di rieducazione alla vita? Possibile che dobbiamo invidiare il progresso al tempo degli Asburgo, lo sviluppo al tempo dei Savoia, la passione fondativa al tempo del Duce, la manutenzione al tempo della Dc? Possibile che non ci siano più visionari che fondano, che ripristinano, che tentano l'impresa? A Pianosa ne ho incontrato alcuni, vittime della nostalgia canaglia, che qui è sentimento eco-compatibile. I benedettini ci provarono con l'agricoltura biologica, con la pia intenzione di ribattezzare l'Isola del Diavolo come Isola della Madonna. Possibile che in Italia dobbiamo ridurci a rimpiangere pure i luoghi di pena d'una volta? Sarebbe un segnale di vita rianimare Pianosa e ridarle fertilità. Il futuro che prende la rincorsa dal passato, la gioia che dà frutti in un luogo di pena...
vorrei segnalare che a procchio sulla salita per campo è presente una grossa sughera secca,non sarebbe il caso di tagliarla prima che crolli sulla strada?????
Visto? Presi i ladri a Campo e Porto Azzurro; quando si comincia dal pesce più grosso poi anche i più piccoli cominciano a restare nella rete.

BUONASERA PRIANTI.
VOLEVAMO ANCHE NOI FARE I COMPLIMENTI ALLA POLIZIA MUNICIPALE PORTO AZZURRO AL VICE COMANDANTE E I DUE VIGILI CAPOLIVERESI DI COME HANNO SVOLTO LA SERATA DI IERI SERA, TRA LA FESTA TRAFFICO E LADRI..... LADRI PRESI, GRAZIE ANCHE AI CARABINIERI
anche oggi il solito macchinone ha parcheggiato occupando metà carreggiata di via guerrazzi, è possibile che sia sempre così fortunato? passano i vigili e lui arriva 2 minuti dopo , è possibile avere un controllo maggiore da parte delle autorità competenti su questi parcheggi selvaggi (auto parcheggiate senza permesso)? grazie alla polizia municipale che cerca di fare opera di prevenzione anche ai motorini che scendono in senso inverso, non sempre la multa è il mezzo più efficace
Bene , hanno preso i ladri......ma chi sono? ci vogliono i nomi , le foto la gente deve sapere chi sono e che faccia hanno questi delinquenti ladri,spacciatori , truffatori ,siamo sopra un'isola e ci facciamo fregare sotto gli occhi anche le mutande ,qualche controllo in più sui PORTI visto che per andare via ci vuole la nave servirebbe proprio.Dimenticavo saranno usciti dalla caserma prima i ladri dei Carabinieri che dovevano finire di redigere il verbale
AH! Dimenticavo,i pulmini bianchi PAGANO come pagano o pagate tutti voi.....Comunque se vi sembra che il problema parcheggi non esista a Capoliveri avete il prosciutto sugli occhi
Per anonimo Ciao carissimo/a....Prima di tutto IO mi firmo (tu no),Io dico quello che penso senza remore e non faccio parte di nessun clan(altrimenti stavo zitta) Il carico e scarico sono 30 anni che esiste,non l'ho chiesto io Se non dormi la notte comprati un condizionatore,non credo sia il forno a riscaldare Capoliveri........Pensa la differenza noi di notte stiamo svegli x lavorare(al caldo) e tu dormi.....Se hai qualcosa da ridire vieni domani al forno.....No...Credo proprio tu non abbia le @@@@@ ciao BUONANOTTE
VOLEVO RINGRAZIARE L'ARMA DEI CARABINIERI PER LA TEMPESTIVITà, PER LA GENTILEZZA E PER LA PROFESSIONALITà DIMOSTRATA QUESTA NOTTE IN OCCASIONE DEL FURTO AVVENUTO NELLA MIA ABITAZIONE.
GRAZIE ISARIA
Non capisco l'esagerata eco che i blitz a Portofino, Gallipoli etc debbano avere sulla stampa. All'Elba ogni giorno vengono monitorate decine di attività dalla GdF senza che ci sia nulla di straordinario da citare. Sembrano più manifestazioni pubblicitarie che reale controllo del commercio. Forse sarebbe il caso che qualche giornale pubblicasse l'evidente normalità dell'isola, ogni giorno ci sono controlli all'Elba e mi sembra che tutto sia nella norma. Almeno in questo caso siamo meglio di altri.
Buono scontrino fiscale a tutti
[SIZE=4][COLOR=darkred]SOCCORSI DEL 04.08.2013 [/COLOR] [/SIZE]
Lo sperimentato "equipaggio misto" del battello pneumatico dei Volontari della Misericordia di Porto Azzurro e della Guardia Costiera dell'Elba, Sc. 2^Cl Bellaridini e il Sc. 3^Cl Iustini personale della Capitaneria di Porto assieme al Sig. Cignoni e al Sig. Venturini ha portato a compimento, nella mattinata di domenica 4 agosto due operazioni di salvataggio in sequenza.
1° INTERVENTO
Il giorno 04 agosto 2013, alle ore 10.40 su segnalazione della Sala Operativa di Compamare Portoferraio, inerente un gommone di 10 mt con a bordo 2 persone è venuto in collisione con un gozzo di circa 4 mt con a bordo il Sig. Luciano Regini residente a Rio Marina di 72 anni intento a pescare a bolentino a largo di Rio Marina ( il Signore si trovava a circa 3 miglia fuori Rio Marina tra l’isolotto di Palmaiola e Cerboli).
Alle ore 10.45 Sc. 2^Cl Bellaridini e il Sc. 3^Cl Iustini personale della Capitaneria di Porto assieme al Sig. Cignoni e al Sig. Venturini membri dell’Associazione Misericordia, mollavano prontamente gli ormeggi con il battello pneumatico in dotazione alla Misericordia per dirigersi sul luogo.
Alle ore 11.05 giunti sul posto ci affiancavamo l’unità chiarendo la dinamica dei fatti: il gommone di 10 mt durante la navigazione non ha notato il gozzo del sig. Luciano Regini dichiarando che era passato di poppa al traghetto della Soc. Toremar e all’improvviso si è ritrovato davanti il gozzo e non ha fatto in tempo a virare ed è stato travolto centrandolo in pieno alla poppa.
A prima vista il Sig. Regini riportava forti dolori alla schiena e all’ addome, il Sig. Cignoni dopo un primo controllo riferisce che a causa della collisione l’anziano ha riportato un forte trauma toracico e ferite sul gomito e sulla spalla destra, quindi obbligatoriamente doveva essere messo sulla barella spinale in dotazione al gommone della Misericordia per evitare ulteriori problemi fisici che avrebbe potuto riportare a causa del trasferimento nel porto di Rio Marina.
Inoltre che il suo gozzo stava imbarcando acqua a causa della collisione, a questo punto il personale della Capitaneria, Sc. 2^Cl Bellaridini e il Sc. 3^Cl Iustini mettevano in sicurezza il gozzo in quanto a causa dell’acqua che continuava ad entrare sull’unità e delle condizioni meteo marine in peggioramento a causa del vento che si stava alzando e del moto ondoso rischiava di affondare.
Ore 12.05 Messo sia il gozzo in sicurezza e l’infortunato sulla barella spinale si procedeva per il rientro nel Porto di Rio Marina dove c’era l’ambulanza in attesa per il successivo trasferimento nell’ospedale di Portoferraio.
Ore 12.10 All’imboccatura del porto il proprietario del gommone non era più in grado di guidarlo per il forte spavento avuto, cosi il Sc. 3^Cl Iustini è salito a bordo dello stesso per condurlo fino all’ormeggio in porto.
2° INTERVENTO
Ore 12.20 il battello pneumatico della Misercordia è stato impegnato in un'altra operazione a seguito della richiesta di aiuto lanciata dagli occupanti di una barca di 6 metri, con 6 persone a bordo che stava affondando a circa un quarto di miglio dalla spiaggia del Barbarossa di Porto Azzurro.
Ore 12.25 Giunti sul posto mettevamo le 6 persone in sicurezza sul battello pneumatico della Misercordia e procedevamo al rimorchio dell’unità nei cantieri del Golfo di Mola per il successivo alaggio e verifica del presunto problema avuto.
In data odierna la barca di un caro amico è stata travolta da un' altro natante. Lui riese ed esperto di mare si trova ora ricoverato all'ospedale di Portoferraio. Gli faccio i migliori auguri per una pronta guarigione.
In attesa che le autorità facciano i dovuti accertamenti per come sono andate le cose mi piace fare le seguenti considerazioni.
E' mai possibile che nessuno, politico o autorità, si è accorto dell'enorme traffico che da Piombino si sposta giornalmente verso quella che loro definiscono l'isola.
E' possibile che nessuno si domandi a chi serve questo enorme traffico di barche, gommoni, e Yach, se non ai porti di Piombino.
Qualche ente, e qui cito il parco e gli addetti a controllare lo stato del mare, si sono mai chiesti dell'enorme danno all'ambiente che centinaia, migliaia, di persone fanno soggiornando sul mare senza servizi igienici?
Economicamente ci stanno rovinando perchè ormeggiarsi sul continente costa meno, non prevede l'uso di mezzi per spostarsi, la spesa si fa a Piombino, a dormire si ritorna in continente, sull'Elba si lasciano solo le sozzerie prodotte in una giornata di rapina ambientale.
Vogliamo parlare della pesca indiscriminata e senza controllo che queste barche all'ancora, nascoste nei migliori e più pittoreschi posti dell'Elba, fanno giornalmente eliminando tutto dai ricci alle patelle, al novellame dei pesci pescato ed eliminato senza far distinzione tra specie e spesso solo per far giocare i bimbi!.
Ritengo che ci sarebbe ancora molto da dire, e spero che noi tutti invece di perdere tempo a parlare di autonomia e diversità, si investa il nostro tempo nel ricercare soluzioni che impediscano questo scempio ambientale ed economico che mira a sfaldare le fondamenta del nostro vivere.
Ormai la piaga dei furti si diffonde a macchia d‘ olio anche all’ Elba, non sono solo un danno economico(talvolta molto rilevante)ma una situazione- parlo dei furti nelle abitazioni- che può avere conseguenze impreviste, se rientra il proprietario, se il proprietario è in casa e si trova , improvvisamente, il ladro nella stanza accanto. Fino ad oggi, fortunatamente, solo furti ma sarà sempre così? Tristissimo poi il sapere che qualcuno è entrato nella propria casa, si è comportato da padrone, ha aperto cassetti ,portato via quello che voleva etc.
Ebbene, occorrerebbe che il ladro, se preso, non potesse mai ( dico MAI) usufruire della condizionale. Essere condannati, se poi uno viene liberato, che significato ha ? Che sicurezza viene data alla gente, se chi ruba NON paga in alcun modo? Sarebbe necessario che un movimento di opinione dei cittadini chiedesse che, per legge, non venisse MAI applicata la condizionale. La ricerca del ladro è fatta con professionalità , competenza etc dai Carabinieri o altre forze dell’ ordine ma si rivela una attività quasi inutile se il ladro poi, dopo la condanna, viene scarcerato subito.
Per quanto riguarda elbani e residenti in loco,poiché un furto può subirlo chiunque, ricordiamo comunque a tutti l’opportunità di annotare ogni comportamento anomalo, ad esempio autoveicoli i cui movimenti appaiono un po’ sospetti. Prendere nota e, se si ritiene opportuno, dirlo alle forze dell’ ordine .
Inoltre: chiudere le finestre nelle ore di uscita, altrimenti per un ladro, è vita facile.
Massima attenzione! Non abbassare la guardia!
Non ho capito niente di questa " TARES ", che mi sembra un cognome portoghese, brasiliano, o messicano. Qualcuno mi sa' dire se e' una nuova tassa che raggruppa tutte le altre, o e' una nuova che si aggiunge? Poi chi puo' dirmi se anche a Capoliveri esiste, e se si, a quanto ammonta ed in base a cosa e' calcolata? Spero di non rovinarmi la domenica che e' anche l'unico giorno che non lavoro.
GRAZIE.
TERES. Controllate le delibere del vostro comune, si può accatastare una pertinenza alla casa pagando solo la quota fissa ( garage- ripostiglio) anche se distante da casa ma che rimane nello stesso comune. Se uno ha una seconda pertinenza pagherà sulla seconda la quota fissa e la quota variabile per una persona sola, significa se voi avete uno stanzino di 1 mq pagherete la quota fissa e la variabile di una persona che potrebbe superare anche i 100.00 euro infatti l'assurdo sta che se una persona vive da solo in casa e ha un garage e uno stanzino di un 1mq paga due volte la variabile ( è come se mangiasse nello stesso tempo in due posti diversi ). E che ci vuole a far tornare i bilanci.