Cercasi amministrazione comunale di Rio Marina
Quanti bei discorsi in campagna elettorale e poi ...
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113515 messaggi.
Al Ministero dei beni e delle Attività culturali e del turismo
Alla c.a. del Soprintendente Arch. Paola Raffaella David
Oggetto: [COLOR=darkblue][SIZE=4]Proposta di gestione dei siti napoleonici [/SIZE] [/COLOR]
Al fine di una fattiva collaborazione sono ad esporre quanto di seguito.
Tenuto conto che le residenze Napoleoniche, partendo dalla città di Portoferraio, sono parte integrante e sostanziale dell’intera offerta museale dell’Elba e che il nostro territorio, durante il periodo estivo, arriva ad accogliere oltre duecentomila visitatori sarebbe auspicabile che le stesse potessero seguire quelle dinamiche proprie di un territorio turistico quale il nostro, assicurandone, durante il periodo estivo, l’apertura tutti i giorni della settimana oltreché una apertura serale.
Questa soluzione ne moltiplicherebbe, sicuramente, gli accessi e costituirebbe un punto di forza nella qualità dell’offerta.
Pur consapevoli dei limiti entro cui si deve muovere la Soprintendenza, e cioè nell’osservanza delle disposizioni previste per i musei Nazionali, sarebbe auspicabile addivenire, magari attraverso la stesura di un protocollo
d’intesa tra Territorio e Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, alla possibilità di una gestione dei siti fatta a due velocità: la parte culturale di esclusiva pertinenza della Soprintendenza, quella organizzativo gestionale gestita in sinergia con il territorio.
La collaborazione tra Territorio e Soprintendenza, messa in campo in occasione della ricorrenza del Bicentenario Napoleonico, ha dato frutti importanti, ed è su quella strada che si deve proseguire.
Gli Enti, al fianco delle associazioni che rappresentano il territorio, sono disponibili a trovare una soluzione tecnico organizzativa che permetta di ampliare l’orario di apertura delle ville napoleoniche.
Questo ulteriore tassello con, in aggiunta, l’introduzione del ticket unico, permetterebbe di offrire ai nostri ospiti, in maniera omogenea, l’intera nostra offerta culturale.
La Cultura, oggi, è il principale motore dell’ economia locale e nazionale e pertanto, come assessore alla Cultura, sono sicuro che la nostra istanza potrà trovare una fattiva corrispondenza da parte della Soprintendenza e del Ministero di riferimento .
Il Vice Sindaco
Assessore alla Cultura ed al Turismo
Dr. Roberto Marini
Voglio pubblicamente ringraziare Banca Mediolanum, nelle persone di Baldi Luca e Angilella Cristiana, e l'Amm.ne Comunale di Portoferraio, nella persona del V.Sindaco Marini Roberto in quanto presente, per la splendida serata di ieri sera, dove il grande Gigi Vigliani ha deliziato residenti e ospiti con 2 ore di completo divertimento.
Grazie veramente. 🙂
Volevo fare una considerazione riguardo lo scambio di vedute su face tra un consigliere di opposizione oggi ma già assessore e poi consigliere di maggioranza poi con Peria.. Ora io mi chiedo e non voglio dare ragione all'Assessore Bertucci, ma come si fa a criticare per un fosso naturale creato dalle piogge quando hanno governato Portoferraio x 10 anni e come siamo messi lo vedono tutti. E poi il Sindaco Ferrari ci mette il carico da 11 evidenziando che la vecchia amministrazione non ha pagato le bollette enel della fontina Casa.
Prima di parlare Andreoli & C. fatevi un esame di coscienza.
Barà case, chiude i parchi, tutti a zappà!!! Eppoi??? Che fate ci date la tessera del P.C. e la mattina tutti in fila a piglià il pane? Ma vaiavaiavaia!!!!
[COLOR=darkred][SIZE=4]ACQUA PUBBLICA.....E' UNA QUESTIONE DI BOLLETTE... [/SIZE] [/COLOR]
A fronte delle problematiche riscontrate nell'erogazione di acqua potabile dalla fontina pubblica in via Vittorio Emanuele l'amministrazione comunale di Portoferraio tiene a precisare che la responsabilità non è da addebitarsi alla medesima e nemmeno ad ASA.
La causa è da ricercare nel limitatore di corrente a cui non viene fornita energia per il mancato saldo delle bollette. Infatti la precedente amministrazione non ha mai attivato le procedure per il pagamento, di conseguenza l'ENEL ha ridotto la fornitura di energia elettrica.
Questa amministrazione sta procedendo alla sanatoria del debito contratto con ENEL, e ciò comporterà un debito fuori bilancio.
Sarà cura sempre di questa amministrazione concordare con il gestore l'erogazione dell'acqua in quanto, essendo un prodotto di qualità eccellente e quindi costoso, alcuni utenti ne abusano.
MARIO FERRARI
SINDACO DI PORTOFERRAIO
Bravo Campese, credo proprio che tu abbia fatto centro. Noi elbani dovremmo avere molta piu cura dell'ambiente, denunciare il bracconaggio e tutti quelli che comprano il bracconato per rivendelo cucinato ai turisti. Noi penziamo che ai nostri figlioli gli bastino i soldi che gli mettiamo da parte senza pensare che hanno bisogno di più di un lavoro serio magari sull'ellba piuttosto che un po di soldi da andassi a sputtanare il Tailandia, come fanni i loro babbi, e continuare a fare conigliere abusive.
Capoliverese
[COLOR=red]Qualcuno ha per caso trovato un cellulare Samsung nero nel tratto di strada che va dall'Eurospin al Palaturismo?[/COLOR]
Il telefono è vecchio e non mi interessa, mi interessano solo i numeri della Rubrica.
Potete contattarmi per mail.
Grazie mille
Pappagallo ermetico
Un Pappagallo recitava Dante:
"Pape Satan, pape Satan aleppe...".
Ammalappena un critico lo seppe
corse a sentillo e disse: - È impressionante!
Oggiggiorno, chi esprime er su' pensiero
senza spiegasse bene, è un genio vero:
un genio ch'è rimasto per modestia
nascosto ner cervello d'una bestia.
Trilussa
Finalmente una bella notizia dal governo !
Abbiamo trovato il modo di riempire gli alberghi dell'Isola .....
Caro matto, piangere per i mancati incassi dei para-operatori turistici, per i criminali sfregi al territorio con la conseguente ed irreversibile compromissione dell'immagine di quest'isola, non serve certo ad invertire la propensione elbana alla distruzione dell'ambiente per quattro soldi in nero. E' indice di una profonda miseria intellettuale non denunciare una radicata, diffusissima sottocultura imprenditoriale. Questa è la metastasi elbana che tocca bande di arricchitelli dalla vendita delle vigne sudate dei nonni e poi riempito l'isola di topaie per i turisti come fossero piccionaie. Troppe attività di ristorazione sono inventate da soggetti che non sanno neanche da che parte si comincia a fare impresa tant'è che spesso e volentieri confondono l'impresa con l'avventura. Cuochi-camerieri-muratori al nero a non meno del 70%, sono più numerosi delle zanzare e chiaramente, d'inverno, la maggior parte, prende il sussidio dela disoccupazione. L'ignoranza generale, che si taglia col coltello, completa il quadro della miseria elbana. E tu, matto delle macchie? di campo, non solo non punti il dito sulle vere cause della miseria, ma te la vai a prendere col parco, come si conviene alla cerchia irridentista-anti di campo, individuando in questo la fucina del male. Addirittura proponi un referendum per la sua abolizione, come se l'Elba fosse proprietà privata di un po' di gente. Lo vuoi capire che il territorio, l'ambiente, sono patrimoni di tutti al mondo e che il parco, questo parco, non l'altro 'campese', certamente da migliorare, può e deve essere sponsorizzato da tutti i cittadini.
Io non voglio domali leggere sui media mondiali che gli Elbani, dopo aver distrutto buona parte del territorio elbano, abolendo il Parco con un referendum, hanno avuto mano libera per lo scempio del resto.
Campese
Pandoro
Di nome faceva Pandoro, ma era un toro.
Gli avevano dato questo nome per il colore ottonato qui e là vagamente brunito di sbrendoli capricciosi; per l’incedere comicamente infiacchito da saltimbanco in rovina; e forse, anche, per il carattere da missionario fiducioso con cui si avviava all’Ufficio.
Non che fosse stato sempre così, per carità; in altri tempi lo avevano chiamato Acetone per via del temperamento da giovin celiatario recalcitrante: pascolo sicuro e nessun altro ardore ch’avesse vaghezze d’indecenti bizzarrie.
Ma poi, col passare degli anni, aveva capito e, soprattutto, avevano capito gli Altri. Cure, premure, motteggi e – diciamocelo – i mestieri della Natura, lo avevano ammaestrato, lo avevano persuaso: lo scambio non era impresa scandalosa: io ti cedo qualcosa di me, tu mi cedi qualcosa di te. Si dona, si prende: semplice, e senza briciole.
Così Pandoro, sculettando potenza, cedeva la sua linfa vitale. Una volta al mese.Gli avevano preparato una impalcatura ben equilibrata e ripulita d’ogni ributtante sudiciume: due pali s’ergevano dritti e sicuri a sorreggerne un altro sul quale Pandoro, l’occhio sbirciante del conoscitore rassegnato, ritto sulle zampe posteriori, poggiava con sussiego ostentoso quelle anteriori. Giocattolo pareva; bastava rizzare la coda com’a dire: “Son pronto”, raggranchiare con un moto d’impazienza, scaricare un po’ di schiuma dalle froge ed aspettare. Dopo un carezzevole massaggio procuratogli da mani intrise di sapiente tranquillante, uno strano aggeggio, caldo, lubrificato e sdruccioloso come morbido velluto, gli si accostava ai preziosi, due o tre colpetti a regola d’arte, esprimeva quel che doveva esprimere e per qualche minuto rimaneva con l’occhio impacciato di languoroso stupore. Nessuna lotta, nessuna esitazione, nessuna misura e nessuna galanteria.O, intendiamoci, le prime volte non è che si fosse accostato alla cerimonia con la dovuta partecipazione, no per carità!, ma, allorquando gli Altri, senza il riguardo dovuto, gli avevano introdotto un’inconvenienza dove non gli conveniva, capì ch’era meglio bandire ogni qualsivoglia smanceria. Poi li vedeva, con camici e guanti bianchi, rimirare, selezionare e centellinare in contenitori variamente colorati il liquido lattiginoso che gli avevano aspirato non senza procurargli un che di voluttà, e ne era orgoglioso.Ce n’era uno che non aveva camice; stazionava, la chioma trasudante frescure montanare, incatramato e laccato in mezzo all’andirivieni; due occhi che la brama gli spremeva fuori delle orbite segnavano il confine e il rango di tecnici ed inservienti; baffoni che sembravano corna dirigevano con chiarezza e senza inconvenienti il traffico e, se capitava, pacche vigorose e sorrisi da cherubino. Con le une sporcava camici, con gli altri cuori. Gli era antipatico – non fa il caso di dirlo –, volentieri gli avrebbe fatto assaggiare la consistenza dei sui zoccoli, gli avrebbe fatto fare il giro completo dell’intero zodiaco, ma si capiva ch’era quello che rimpinzava tutti e bisognava ingoiare la carota, e non farsela andar di traverso. A Pandoro, dopo i giorni dell’alleggerimento, lo colmavano di fave e vitamine e lo mandavano a pascolare nei campi ai piedi di Monte Delirio ch’eran verdi d’erba e di frescura. E ne godeva. E lì, un giorno, non appena il sole accendendosi cominciò a decorare e liberare dell’intontimento notturno l’intera valle fumante, la vide. Una mucca, una di quelle – le languorose – che portavano a spasso l’enormità delle loro pance con dondolante civetteria, grazioso candore e smorfie rassegnate; quelle che aveva sempre guardato con l’occhio asciutto che non ammette turbolenze, come un re che vede il suo mondo appesantito di contagio e ne rifugge; una tutta sgargiante di biancore pezzato, lombata come Tauruteo comanda; una che, non si sa se smarrita o guidata dall’istinto, s’era avvicinata.Superato il primo momento di comprensibile imbarazzo s’erano presentati. Pandoro l’aveva scrutata con interesse, aveva osservato che pur essendo della sua stessa razza e della sua stessa stazza, era un po’ diversa da lui e gliel’aveva fatto presente.
- Per forza – , aveva risposto quella ruminando maliziosa una tenera e fresca margheritina, – sono una femmina.
- Sei una vacca? – aveva brutalmente chiesto Pandoro.
- Toro benedetto –, aveva pazientemente continuato la mucca, – vacca è una parola lesiva, ma se ti piace fai pure.
- Scusa, non volevo offenderti – il toro s’era giustificato girando le terga, e, avviandosi altezzosamente verso un invitante ciuffo d’erba che gli si offriva un po’ più in là, fra sé e sé, aveva aggiunto: – Permalosetta! Se son tutte così…
- E comunque, mucca o vacca che sia, son la tua femmina – lo inseguì quella.
- La mia femmina? Con quelle terga! Sporche! –, si sdegnò Pandoro. – Tu non conosci l’algida, asettica geometria del mio piacere. Poggiare le mie zampe sul tuo asimmetrico dorso cascante? Non se ne parla!
La mucca si voltò sgomenta, s’avviò verso il paese, vide l’insegna d’una macelleria, vi si diresse, entrò: - Mi trovi interessante? – chiese. Voleva essere sicura che a qualcosa servisse.
La morale è la seguente, non sono le voglie, non i sentimenti che contano, ma le circostanze.
Per rispondere alla tua domanda, ti dico subito che Simoni di irregolare non ha fatto nulla. Ma cosa significa irregolare? Io direi che Simoni ha fatto quello che doveva fare ovvero il Sindaco casomai qualcun'altro doveva capire che forse Simoni era un Gallo e a casa mia si dice che con due Galli a cantà un fa mai giorno. Per il resto, non dimentichiamoci che la giunta di Simoni è stata concepita, cresciuta, istruita da Papi. Secondo te dove sarebbero andati senza Maurizio? Per quanto riguarda la minoranza...ma perchè ne esiste una?
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X IL MATTO
Debbo complimentarmi per il tuo scritto nella sua intierezza,cosa dire,hai toccato tutti i nervi scoperti della situazione drastica che purtroppo esiste nella nostra bella ma bistrattata Isola,speriamo bene...............
X Dott.Rossi
Bravo,bravissimo , anche Lei nella Sua corretta e puntuale disamina dei nostri problemi sanitari ha fatto molto bene a scrivere si direttamente al nostro"Governatore" ma anche per conoscenza a tutti quei signori politici con la speranza che qualcuno di loro intervenga finalmente sul nostro atavico problema.
Sì, è vero, come è vero che per decisione del governo gli alberghi dovranno riservare parte delle loro locazioni alla quota degli extracomunitari riservata per l' Elba, come già avvenuto una settimana fa a Piombino.
PROSSIMO TORNEO DI CALCIO A SETTE PER RAGAZZI NATI NEL 2002/2003
MASSIMO DUE 2001 PER OGNI SQUADRA, IN DUE GIORNI
IL 10 E 11 AGOSTO AL CAMPO DI RIO ELBA IN NOTTURNA, 50 EURO A SQUADRA E MEDAGLIE MONDIALI PER LE PRIME TRE, MASSIMO 5 SQUADRE SONO APERTE LE ISCRIZIONI, 3201821842 O SU MEX FB
Che bella la piazza Garibaldi, piccola e utilizzata fino al tardo pomeriggio per il carico e scarico, auto parcheggiate a c...o di cane fuori dagli spazi autorizzati, rumori e gas di scarico direttamente sui tavoli, mentre la Matteotti, la grande, facile per accedervi pertanto più idonea, solo poche ore per il carico e scarico in prima mattinata e nel primo pomeriggio, e tassativamente nessuna auto, vedi telecamere. Sapere il motivo di questa scelta sarebbe molto gradita.
Buongiorno, ho sentito dire che l'altro ieri è stato eseguito un sfratto per morosità ad una famiglia "allargata".
Si dice che il comune abbia sistemato suddetta famiglia in un albergo di Portoferraio.
Qualcuno sa dirmi se è vero o no?
Grazie
Al presidente della Regione Toscana dr. Enrico Rossi
e.p.c. al Presidente del Consiglio Matteo Renzi
e.p.c. al Ministra della Sanità Beatrice Lorenzin
e.p.c. al Direttore Generale ASL 6 Eugenio Porfido
e.p.c. ai Sindaci dei comuni dell’isola d’Elba
Gent.mo sig. Presidente
nella sua ultima fatica, il libro del suo viaggio in Toscana, non poteva certo mancare un capitolo dedicato alla nostra isola, ed in occasione di della visita a Portoferraio, nella saletta della provincia, facendo una analisi politica della recente consultazione elettorale, ha citato una frase tratta dall’opera di Niccolò Machiavelli “Il Principe”:
“non si possono soddisfare i grandi con onestà e senza danno per gli altri, mentre invece si può soddisfare il popolo. Perché quello del popolo è un fine più onesto di quello dei grandi”.
Noi vogliamo credere alla sincerità di intenti quanto si enunciano questi principi, e considerando che noi elbani siamo il popolo e lei il principe, ci viene una gran voglia di farle presente qual è il nostro “fine” cominciando a parlare di sanità, e delle nostre aspettative.
Nella sua relazione, quello stesso giorno, ha detto che ora all’Elba vi è un “nuovo e più potente elicottero per il trasferimento nei grandi centri della Toscana dove si fanno interventi d’urgenza”.
Di questo le siamo grati, anche se ad onor del vero il trasferimento in elicottero non è certo una innovazione nel settore sanitario perché in realtà esiste da decenni. Ci pare comunque ovvio che molti piccoli paesi, isolati dal mare o dalle distanze, debbano utilizzare questo mezzo di trasporto per situazioni di emergenza; è il prezzo che dobbiamo pagare per vivere in posti tranquilli invece che nel caos delle grandi città.
Ma noi riteniamo che la qualità di un servizio sanitario non possa essere costruita solo sulla possibilità di un trasporto aereo, e nemmeno sulla presenza di particolari “eccellenze” di settori sanitari, perché la sanità è fatta di mille piccole problematiche quotidiane la risoluzione delle quali qualifica o meno il servizio. Ed è soprattutto sulla capacità di rispondere a quest’ultime attraverso le Aziende Sanitarie Locali di competenza che si valuta la qualità delle prestazioni offerte da una regione.
Le faccio alcuni esempi attraverso i quali lei potrà capire perché noi elbani non siamo soddisfatti della gestione sanitaria della nostra ASL, insoddisfazione che ha sicuramente radici in gestioni anche passate le quali, rispondendo ad input regionali, così almeno è sempre stato affermato, ha realizzato e realizzano ancora tagli con una trasversalità che non ha mai tenuto conto della nostra peculiarità: l’insularità .
Così:
- alcuni primari pensionati non sono stati sostituiti se non attraverso la formula dei primari a scavalco con il risultato che attualmente sulla nostra isola non esiste più un primario ortopedico perché quello attualmente incaricato dovrebbe occuparsi di Cecina, Piombino e Portoferraio, ed a Portoferraio è presente una volta al mese per poche ore. Non si capisce bene con ciò quale significato si attribuisca alla funzione di primario se non quella di ricoprire solo simbolicamente un ruolo senza assolvere a quelle che sono sempre state le sue vere caratteristiche: formare i propri collaboratori nelle sedute di sala operatoria, spesso impegnative tanto da richiedere l’esperienza che solo il tempo ha consentito di acquisire, coadiuvarli nelle diagnosi e nelle relative terapie e sostenerli nelle difficoltà che quotidianamente offre la professione medica. Lo stesso si può dire per il reparto pediatria da mesi sprovvisto di responsabile in grado di supportare l’attività di quelli erano i suoi collaboratori e dei quali già si è programmata una riduzione numerica, da quattro a tre ed attribuendo di nuovo funzioni primariali multiple; o per il servizio di oculistica che, pensionato il primario di Piombino, è divenuto ormai latitante nel nostro ospedale tanto che siamo costretti a trasferirci per un intervento poco più che ambulatoriale come quello di cataratta, con visite di controllo agli operati il giorno prima non eseguite, come successo recentemente, con sedute ambulatoriali insufficienti e quindi con un numero di pazienti tali in ogni seduta da prevedere la risoluzione di una visita in pochi minuti. Appare evidente che per l’azienda l’attività di un primario è da un punto di vista sanitario inutile o non indispensabile se accetta che medici, spesso giovani e con esperienza limitata, affrontino da soli tutte le problematiche che la sanità quotidianamente presenta loro.
Questa politica aziendale degli ultimi anni, incentrata sul risparmio, o sulla razionalizzazione come impropriamente viene definita, ha costretto i cittadini elbani a trasferimenti sempre più frequenti per problemi che potrei definire semplici, e si trasferisce non con l’elicottero, ma con la nave, necessariamente con familiari, con dispendio di tempo e di risorse economiche non sempre agevoli.
- Nella stessa intervista lei ha parlato della
- “presenza di un certo numero di rianimatori e chi si intende un po’ di sanità garantisce che in ogni caso si è in grado di tutelare le funzioni vitali”.
- Noi, modestamente, ci intendiamo un po’ di sanità, ed è vero, ci sono sei anestesisti in servizio sull’isola, ma l’anestesista rianimatore ha bisogno di posti letto e di strumentistica per assolvere le sue funzioni, ha bisogno in altre parole di un reparto che non c’è, altrimenti diviene un medico che può solo anestetizzare un paziente per un intervento chirurgico, interventi che nel nostro ospedale sono divenuti merce rara. Sarebbe proprio il caso di fare un rapporto costi-prestazioni per valutare la funzionalità e la validità del servizio. Se gli anestesisti ai quali lei fa riferimento svolgessero la loro funzione rianimatoria non vedremmo i pazienti elbani trasferiti nel reparto rianimazione di Piombino od altrove.
- Potremmo poi affrontare il problema del Pronto Soccorso, iniziando dai locali, stretti, angusti e taluni, dove stazionano i pazienti, privi di finestre; o del personale medico e non, in netto svantaggio rispetto ad altre strutture di Pronto Soccorso della nostra ASL, con le quali però siamo proporzionalmente in vantaggio prestazionale; o potremmo parlare dell’incapacità a ricoprire nei tempi programmati i Punti di Emergenza Territoriale mettendo a rischio l’incolumità dei pazienti in un territorio che ormai conta migliaia di presenze in più rispetto al periodo invernale, e venendo meno agli accordi intercorsi tra la Regione Toscana, i sindaci ed i Comitati Sanità nel dicembre 2012. Ciò che è accaduto in data 17/07/2014, e finito sulla stampa, è un classico esempio di un disservizio del quale l’attuale gestione aziendale si deve assumere tutte le responsabilità, compresa quella morale.
- Potremmo anche parlare delle liste di attesa per prestazioni ambulatoriali che ormai hanno raggiunto livelli per i quali non esiste aggettivo idoneo per definirli e dubitiamo fortemente che lei, per se stesso o per i suoi cari, avrebbe la pazienza di aspettare molti mesi per una tac o per una risonanza magnetica, o per una visita cardiologica.
- Ma lei è al corrente che il nostre Reparto Radiologia ha in servizio effettivo un solo radiologo e non ha un responsabile? Altri operatori gli vengono in soccorso dal continente, ma ci sono stati periodi in cui è stato costretto a più giorni di lavoro continuativo diurno e reperibilità notturna, ed in un paese dove ora ci sono di migliaia di utenti in più rispetto al periodo invernale, circa 200.000, le reperibilità sono dei veri e propri turni di lavoro, solo e senza la possibilità di avere la collaborazione di alcuno e magari condividere pareri e responsabilità nella visione di radiogrammi e conseguenti formulazioni diagnostiche. Uno dei modi per affrontare il problema è stata la tele refertazione; ma questa, se intesa solo come possibilità di dare una risposta a distanza ad un esame, senza quindi poter vedere o parlare al paziente e chiedere notizie sanitarie che spesso sono dirimenti per formulare una corretta diagnosi, diviene uno strumento pericoloso; parlando da medico le dico che le potrei citare decine di casi in cui un mancato colloquio tra il medico che chiede un esame, lo stesso paziente, ed il medico che lo visiona, avrebbe portato ad una non diagnosi se non a una diagnosi sbagliata. Dunque ad una tele refertazione intesa come supporto al radiologo o al medico richiedente che può così avvalersi di professionalità specialistiche lontane noi diciamo si!, ad una tele refertazione che rappresenti solo la sostituzione del medico radiologo diciamo no!, perché la interpreteremmo come metodo per dare una risposta, refertare un esame, indipendentemente dalle problematiche che questa modalità organizzativa può creare.
Potremmo continuare a parlare dei problemi sanitari della nostra isola, ma credo che quanto citato possa essere sufficiente per farle capire la nostra totale insoddisfazione per l’attuale e il nostro rammarico per quanto le precedenti gestioni aziendali hanno soppresso.
La nostra insoddisfazione per il servizio sanitario non è, purtroppo, un fenomeno locale, legato all’insularità o difficoltà contingenti, ma è un fenomeno di più vaste proporzioni che interessa tutta la Toscana, e per rendersi conto della sua reale portata basta leggere l'ultimo comunicato CREST, del quale avrà sicuramente preso visione, per prendere coscienza dell’attuale criticità della sanità toscana.
Durante la sua permanenza sull’isola è stato presente a Portoferraio dove ha visitato la Bottega della Salute, (brutto nome perché nelle botteghe si va per acquistare, e la salute non è purtroppo un bene acquistabile) a Campo nell’Elba dove ha partecipato all’inaugurazione del nuovo terminal dell’aeroporto di Marina di Campo, poi si è recato a Rio Marina e a Rio nell’Elba facendo un sopralluogo sul sito della strada Provinciale 26, poi di nuovo a Portoferraio nella saletta della Provincia per l’incontro con le Associazioni di categoria e con i sindaci; tanti impegni che sicuramente che non le hanno consentito di visitare qualcosa di molto più importante: il nostro Presidio Sanitario, magari il solo Pronto Soccorso per vederne e valutarne la struttura e la funzionalità.
Non spetta certo a noi fornire indicazioni su come affrontare e risolvere i problemi, o nel fornire ipotesi di strategia sanitaria, ma certo che alcune considerazioni sorgono spontanee: in una fascia costiera dove già esistono 4 ospedali, Portoferraio, Piombino, Cecina e Livorno, tutti notoriamente in sofferenza di personale e con insoddisfacenti indici di gradimento da parte dei cittadini, si programma la costruzione di un nuovo ospedale a Montenero, investendo milioni di euro, euro che potrebbero essere utilizzati per migliorare servizi e riaprire quelli che sono stati soppressi, ipotesi che fortunatamente ha incontrato l’opposizioni delle nuove formazioni politiche locali.
Una buona sanità non è solo quella che si mette in condizione di affrontare problemi sanitari importanti, o quella dove si fanno grandi interventi, non è questa l’eccellenza, o almeno non è solo questa, una buona sanità è quella che è in grado di affrontare e risolvere i mille piccoli problemi che affliggono quotidianamente i cittadini, è quella che è in grado di fare prevenzione, è quella in grado di fornite assistenza ed una prestazione rapida, efficiente e gratuita anche ambulatorialmente, e non certo quella che costringe i cittadini a rivolgersi sempre più frequentemente a strutture private, o peggio ancora quella che vede morire per un infarto un proprio assistito e l’ambulanza chiamata in soccorso è senza medico a bordo.
In attesa di un suo riscontro le porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Firmato
Dr. Luciano Rossi Consigliere del Comune di Portoferraio delegato alla sanità
Dr. Mario Ferrari Sindaco di Portoferraio