[COLOR=darkred][SIZE=4]SOLO I MAGISTRATI ED I DIPENDENTI DEL MINISTERO CHE PRESTANO SERVIZIO HANNO DIRITTI …E GLI ALTRI LAVORATORI? [/SIZE] [/COLOR]
Gent. Dott Franco Casciano
Dopo la requisitoria che ha pubblicato su questo encomiabile blog, mi vedo costretto a risponderle perché lei non ha fatto altro che mettere in evidenza una serie infinita di anomalie tipicamente italiane;
I mezzi pubblici sono tenuti a rispettare orari di partenza e di arrivo come in tutti i paesi civili, cosa che avviene assai raramente in Italia; questa necessità scaturirebbe dal fatto che spesso, per non dire quasi sempre, arrivi di un mezzo sono collegati con la partenza di un altro e che un cittadino spesso deve utilizzare più mezzi per viaggiare; un esempio banale è il treno in partenza dalla stazione marittima che ha collegamenti orari con alcune navi, o l’autobus di linea per es., ed un ritardo di queste significa interrompere un viaggio programmato e fermarsi per ore in attesa di un altro mezzo. Chi le risponde ha dormito una notte in albergo a Piombino per non aver preso l’ultimo traghetto delle 20,30 per un ritardo del treno. Nel caso specifico la nave che era in partenza da Piombino aveva collegamenti orari con autobus di linea di Rio Marina ed aspettare i detenuti che dovevano giungere a Pianosa poteva significare impedire a qualcun altro di prendere l’autobus per altro paese elbano.
Se su quel treno che ha fatto ritardo ci fosse stato un cittadino normale, quello cioè che lavora, paga le tasse, biglietti per viaggiare ecc ecc, non avrebbe nemmeno lontanamente pensato di telefonare per bloccare una nave in partenza, ed il fatto che il trasferimento di questi detenuti accompagnati fosse stato disposto dal magistrato di sorveglianza di Pisa, come lei ha più volte ricordato, non conferisce loro alcun diritto in più rispetto ai comuni mortali, ed aver telefonato al comandante per chiedere di ritardare la partenza non è arroganza, si chiama in un altro modo.
Ci fa notare, con tanto di punto esclamativo, che la polizia penitenziaria, gli educatori e la suora che accompagnavano i detenuti sono dipendenti del ministero della Giustizia e prestavano servizio!! E allora??, sono solo i magistrati ed i dipendenti del Ministero che prestano servizio?? Tutti noi che lavoriamo prestiamo servizio!!!!! Quando la mattina prendiamo la nave per andare a scuola o in banca, o alle poste o all’ospedale andiamo a prestare un servizio; ma questo non ci conferisce alcuna prerogativa, non ci conferisce diritti particolari sugli altri.
Ma siamo in Italia e lei evidentemente ha conservato un modo di pensare tutto particolare e crede che il mondo giri intorno ai magistrati, anche se solo di sorveglianza perché evidentemente ha avuto codesta impressione e probabilmente avrà anche gradito l’intervento del consigliere regionale di sinistra che si è occupato della questione. Eppure ne avrebbe di questioni toscane ben più importanti da pensare che non a quattro detenuti che hanno dovuto viaggiare sulla motovedetta della polizia penitenziaria.
Mi compiaccio con il comandante che se ne è sbattuto della richiesta (non arrogante ma…) e mi auguro che sia lo stesso comandante che un anno fa ha ritardato la partenza di una nave per ben 30 minuti ma per aspettare una autoambulanza che doveva riportare a casa, a Portoferraio, un ammalato, che l’unico ad avere qualche diritto in più.
113627 messaggi.
[COLOR=darkblue][SIZE=4]I musei napoleonici? Parliamone ma non date colpe al personale [/SIZE] [/COLOR]
di Enzo Feliciani (segretario nazionale UIL Pubblica Amministrazione)
I recenti articoli sulla carta stampata riferiti alle residenze napoleoniche dell’Elba hanno offerto una prospettiva parziale e, mi venga consentito, incompleta della situazione. Non a caso gli stessi dott. Della Lucia e Marini hanno ritenuto che il contributo de Le Figaro è stato «eccessivo», riconoscendo al contempo che sono stati fatti molti sforzi per il miglioramento delle condizioni di godibilità delle Residenze. E tuttavia altri ancora vanno fatti.
Il presunto stato di abbandono e l’asserita trascuratezza del museo Villa dei Mulini a Portoferraio vanno letti nella giusta prospettiva; probabilmente le condizioni generali del sito non rispondono agli standard qualitativi francesi (discorso che andrebbe appurato seriamente, magari con una bella inchiesta giornalistica), ma non si può negare che il Mibact abbia stanziato, negli ultimi anni, un’enormità di fondi per il recupero architettonico delle strutture. Recupero poi interrotto, ma che tutti noi ci auguriamo venga fatto ripartire al più presto. È pur vero che se alle alte sfere politico-amministrative del Mibact interessasse veramente valutare il raggiungimento dei risultati dei nostri Soprintendenti, oggi molti dirigenti affollerebbero l’italico litorale invece che sedersi dietro a scrivanie non proprio meritatamente occupate. Ma purtroppo non è così.
Il cuore della proposta elaborata dall’assessore Marini a seguito del disservizio lamentato da Le Figaro è il seguente: aprire le Residenze anche nel giorno di ordinaria chiusura (oppure in orario serale e notturno) per consentire un maggior legame con il turismo sul/del territorio. Da rappresentante dei lavoratori certamente non posso né voglio denigrare o sottostimare tale proposta, poiché sono abituato a interloquire senza pregiudizi ideologici. Pertanto, ben venga – se si raggiunge l’adesione dei lavoratori – l’implementazione dell’offerta culturale delle Residenze sette giorni su sette nella stagione estiva, ma purché ciò venga ratificato ad un tavolo di trattativa in cui vengano coinvolte le rappresentanze degli Enti Locali, del Mibact e delle associazioni di settore; un tavolo da cui si evinca che le prestazioni straordinarie siano ad esclusivo totale onere dei soggetti proponenti e non del Mibact, poiché la norma e la spendig review non lo consentono, così come non lo consente il clamoroso sottorganico con cui a stento si riesce a garantire l’apertura di undici ore giornaliere.
Nulla di più e nulla di diverso, in buona sostanza, rispetto a quanto è stato fatto lo scorso 31 agosto, quando l’apertura domenicale delle Residenze è stata sostenuta economicamente dagli Albergatori con il lodevole intervento del Comune di Portoferraio. Ma, ovviamente, in un regime di continuità nel periodo estivo e non solamente in occasione di eventi singoli o isolati. Colgo l’occasione per chiarire che l’alternanza dei giorni di chiusura tra la Villa dei Mulini e la Villa San Martino fu appositamente congegnata per garantire al pubblico la fruibilità di almeno una delle due residenze, in tal modo evitando la contemporanea chiusura dei siti, che dovrebbero chiudere di norma il lunedi. È anche bene ribadire che il Codice dei beni culturali e del paesaggio prevede espressamente la gestione integrata pubblico-privato dei siti, laddove ne esistano le condizioni; ma spesso i roboanti progetti di partenariato si risolvono in disparità di trattamento dei lavoratori, in totale assenza delle tutele contrattuali e con l’inevitabile scaricabarile su uno Stato pigro, sonnolento, tirchio e incapace. Che, però, esborsa comunque una quota di denaro più consistente di quella dei privati! Non sarà forse che l’imprenditorialità all’italiana è disposta ad investire solo dove è palese un ritorno economico immediato e rilevante? Si veda il caso della Fondazione Museo Egizio di Torino e si otterranno risposte molto eloquenti.
Tutto ciò premesso, a nome della sigla che rappresento comunico a tutti voi la piena disponibilità e il sostegno ad individuare qualsiasi forma di accordo che possa soddisfare l’interesse legittimo delle parti coinvolte (Mibact, lavoratori, Enti locali, associazioni di categoria, turisti) sia a livello centrale che presso la competente Soprintendenza. Nel pieno rispetto, però, della tutela del patrimonio sancita dall’art. 9 della Costituzione e del Contratto Collettivo Nazionale dei Lavoratori comparto Ministeri, dal quale non ho né la facoltà né il desiderio di derogare.
[SIZE=1] RISPOSTA A GIAN FRANCO CASCIANO HA FATTO IL SUO DOVERE IL CAPITANO DELLA NAVE A PARTIRE IN ORARIO I DIRITTI DEI PASSEGGERI CHE ERANO A BORDO VANNO RISPETTATI VORREI SAPERE CON QUALE DIRITTO RAPRESENTANTI DELLO STATO CHIEDENO IL FERMO DI UN MEZZO PUBLICO SIAMO IN DEMOCRAZIA NO IN UN REGIME DI POLIZIA[/SIZE]
.. ora il problema più grosso che ha Rio Marina è il cartello della Torre attaccato con tassello, senza tassello, chiodi o non chiodi.... ! uno scempio, una violenza!!! ma fatemi il piacere, la Torre è gia stata "violentata" anni fa, quando la Sovrintendenza ha dato l'ok a dipingerla interamente color cacar... ora per un tassello si scatena il putiferio.. finchè c'era Lui alla Torre poteva esse fatto di tutto e a tutti andava bene...
Sono molto contenta che il mio Comune sia capofila per la realizzazione del canile di Colle Reciso. Sarei però altrettanto contenta poter essere messa a conoscenza se potrò continuare ( lo spero ) a sostenere le spese dei miei 2 gatti e del mio cane, visto che ad oggi non mi è dato sapere a quanto ammontano le nuove aliquote sulle varie tasse comunali, quelle sulla casa e l'IMU. Eppure basterebbe poco ad informare i cittadini anche attraverso questo blog molto letto ed usato dagli Elbani, da molti amministratori dei vari Comuni, e spesso usato anche dagli amministratori del mio paese, o in alternativa sullo stesso portale dove ho letto la notizia del canile, o ancora meglio se si potesse fare su entrambi. GRAZIE.
In Risposta a Lando,
diciamo che lo striscione pendeva, legato da corde sopra e sotto, poi il vento lo ha strappato ed allora è stato fissato in modo permanente con dei tasselli o chiodi o quant'altro serva a unire la parete con il listello di legno di supporto.
Quindi allo stato attuale lo striscione non PENDE ma è ancorato saldamente alla parete...
ciao ciao..
Causa sopraggiunti improvvisi problemi di salute familiari della dott.ssa Borcan l'incontro di Sabato 6 Settembre è spostato a Sabato 18 Ottobre.
[COLOR=darkred][SIZE=4]Detenuti, operatori e agenti penitenziari... dei privilegiati?
Quanta tristezza e sconforto nel leggere l’ anonimo pendolare della Toremar! [/SIZE] [/COLOR]
Il fatto come è stato narrato:
“A seguito di un'ordinanza del Giudice di Sorveglianza di Pisa, quattro detenuti dovevano essere tradotti dal Don Bosco al carcere di Pianosa. Con loro, oltre la scorta, c'erano anche una suora e tre educatori e il gruppo si stava dirigendo in treno da Pisa al porto di Piombino. A Cecina il convoglio ha avuto un guasto, accumulando un ritardo. La polizia penitenziaria ha preso contatto diretto con il comandante della nave chiedendo di posticipare la partenza di soli dieci minuti per consentire la traversata anche dei quattro detenuti, ma questo non è stato possibile senza un'esplicita autorizzazione della Capitaneria di Porto che il comandante non ha avuto la premura e l'accortezza di richiedere. E così il gruppo è stato costretto a imbarcarsi successivamente per Porto Ferraio, all'Elba, e da lì spostarsi in auto al Porto di Marina di Campo da dove i detenuti sono stati portati a Pianosa da una lancia della Polizia Penitenziaria".
L’allucinante reazione:
Un signore che di fatto rimane anonimo, perchè invia una lettera con firma inesorabilmente tenuta celata, si dichiara esterrefatto ed addirittura nauseato perché un consigliere regionale ha messo in luce la vicenda e si esprime con termini a dir poco sconcertanti.
“Non capisco” dice quel signore “perché si debba dare ad una particolare categoria di persone il privilegio di far attendere la partenza di una nave di linea. Se l'auto si è guastata non capisco perché dovevano essere i passeggeri ad aspettare. Qualcuno poi mi dovrebbe spiegare” continua “come si fa a chiedere di far ritardare la partenza di un traghetto, il comandante come fa a decidere di partire quando crede opportuno e non in orario stabilito, soprattutto in un periodo come quello estivo in cui le banchine del porto di Piombino sono superaffollate di navi in partenza ed in arrivo, rischiando così ulteriori ritardi o disservizi a carico di altri utenti.Credo che sia l’ora di finirla” conclude “con questi privilegi e ancora privilegi, arroganza e ancora arroganza non se ne puo’ più.”
Mi si permettano poche osservazioni: il signore non ha neanche letto bene l’andamento dei fatti, il gruppo di “privilegiati” come li definisce, non avevano l’auto in panne…si era guastato il treno su cui viaggiavano (certamente non in classe Vip) si trattava di detenuti,agenti di scorta, operatori al seguito che si dovevano recare a Pianosa…non per aver deciso di fare una scampagnata od una gita al mare, ma a seguito di un provvedimento del magistrato di sorveglianza di Pisa. I detenuti erano stati quindi assegnati dal giudice all’istituto di Pianosa dove si recavano assieme ad operatori del trattamento , tutti accompagnati da agenti della polizia penitenziaria di scorta, personale alle dipendenze del Ministero: eseguivano un provvedimento di un giudice, prestavano un servizio!
Circa la possibilità di procrastinare di 10 minuti la partenza della nave se l’anonimo signore avesse veramente letto la nota invece di scrivere e domandarsi “il comandante come fa a decidere di partire quando crede opportuno?!” avrebbe arguito che il comandante avrebbe potuto (e dovuto) richiedere l’autorizzazione alla Capitaneria di porto… ma ciò – a quel che si legge- non è stato fatto...e questa è stata scelta…decisione…(non contattare la capitaneria di porto) del capitano della nave, che non ha dato seguito alla richiesta degli agenti di adoperarsi per posticipare la partenza di dieci minuti.
Il signore anonimo si scandalizza…e parla di privilegi e ancora privilegi, di arroganza e ancora arroganza…esclama …non se ne può più! Ma le sue escandescenze sono assurdamente fuori luogo e a dir poco offensive per i detenuti, per gli operatori che li accompagnavano e soprattutto verso quegli agenti della scorta che prestavano un delicato servizio ed avevano avuto l’ accortezza di segnalare il ritardo al capitano della nave richiedendogli di adoperarsi per evitare disagi, disguidi, spese diverse. Parlare di privilegi e di arroganza in ordine a questa vicenda ed in ordine alla sua segnalazione è del tutto assurdo. Mi permetto di dire che addirittura in un paese civile e normale l’anonimo signore non avrebbe dovuto sapere della cosa, perché la cosa non sarebbe dovuta avvenire… i detenuti, il personale di scorta, gli operatori, in un paese civile avrebbero dovuto raggiungere il porto su mezzo del Ministero, lì si sarebbero dovuti imbarcare su altro mezzo del Ministero, per raggiungere Pianosa senza dover attraversare la folla di turisti, senza doversi imbarcare su uno dei tanti traghetti che come dice il nostro anonimo superaffollano il porto di Piombino certamente creando deprecabile curiosità, imbarazzo.
Questo sarebbe dovuto avvenire per il rispetto e la tutela di quei diritti che sono propri del detenuto che sta scontando la sua pena, degli operatori che prestano il loro servizio affiancando i detenuti nel loro percorso riabilitativo, degli agenti penitenziari che svolgono un lavoro, un servizio che comporta enormi responsabilità, che richiede sacrifici e capacità umane che non sono alla portata di tutti, tanto meno alla portata di chi si esprime e la pensa come il nostro anonimo cittadino.
Ma forse al fondo, il discorso è un altro…forse a qualcuno piace cercar di dimostrare che Pianosa…è lontana, non facilmente raggiungibile…da detenuti e personale penitenziario…è ben da ritenere, infatti, che ove i passeggeri fossero di altro tipo…sarebbe facile ed immediata la creazione di un collegamento rapido, veloce, da Piombino e perché no…anche da altrove…per raggiungere Pianosa beach.
Gian Franco Casciano
(già Magistrato di sorveglianza adulti)
"Può" essere come dici, ma i cittadini hanno il diritto di sapere direttamente dagli amministratori e conoscere in modo ufficiale le aliquote attuali, verificare se ci sono stati aumenti e i motivi che hanno portato ad un eventuale innalzamento delle medesime. Naturalmente riferito alla prima casa, alle seconde, alle attività comprese quelle turistiche, agli alberghi, ai residenti e non.
PS- Comunque grazie.
Lucia Soppelsa è il nuovo capo ufficio stampa del Comune di Capoliveri. Ne da notizia il Consiglio comunale. L'ex vice-sindaco del Comune di Campo nell'Elba opererà almeno fino a fine ottobre nelle more dell'espletamento di una nuova gara ad evidenza pubblica
Tasse 2014 Capoliveri
Tari (spazzatura)= +25/45% a secondo delle categorie
Tasi (servizi comunali indivisibili)= 3,3%
Imu = 10,6 %.
Preparate i soldini, ci spennano
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file:///C:/Users/admin/Downloads/verbale%20di%20somma%20urgenza%20(1).pdf
Vorrei capirci qualcosa, non sono di Rio Marina, e non ho visto il cartellone, lo vedo in foto e, onestamente non vedo nulla se non un cartello sulla Torre.
Dal momento che il Tirreno scrive che “pende”, e altri, su questo blog, dicono che è fissata alle mura cinquecentesche della Torre con perni tassellati, vorrei sapere come stanno le cose.
Se chi ha fatto la segnalazione, si fosse sbagliato, potrebbe incorrere nei rigori di legge, ma se fosse tutto vero, ossia che il manifesto è stato “fissato” e quindi non “pende”, nei rigori della legge sicuramente finirà chi di dovere. Non sono di Rio, ci veniamo, ogni tanto a cena, da voi si mangia bene, e ho degli amici vacanzieri.
Non avete molto, e quel poco che avete lo “sacrificate” e lo violentate con atti di una gravità infinita, sempre se tutto è vero, ma ho dei dubbi. Mi sembra strano che il Comune, di fronte a tale denuncia non abbia fatto un comunicato che difenda il suo operato, e ne fughi la responsabilità, perchè la responsabilità, oltre che dell'autore/i, è politica.
Su questo non ci piove.
Tanti saluti.
[SIZE=1] AMMINISTRATORI DI MAGGIORANZA E DI MINORANZA. GRAZIE PER NON AVERE INFORMATO ( fino ad ora ) I CITTADINI A PROPOSITO DELLE ALIQUOTE SULLA CASA E SULLE VARIE TASSE COMUNALI IN DISCUSSIONE NELLA ULTIMA ADUNANZA DEL CONSIGLIO COMUNALE. FORSE E' STATA PRESA LA DECISIONE DI ABOLIRE LA TASI COME HA BEN FATTO IL SINDACO ( PDL ) DELLA LOCALITA' TURISTICA DI POSITANO CON MOTIVI VALIDI E BEN ARGOMENTATI? LA NOTIZIA E' RIPORTATA SU TUTTI I MEDIA. SE INVECE CIO' NON E' ACCADUTO E MAGARI LE VARIE TASSE SONO STATE AUMENTATE COMPRESA L'IMU, NON TARDEREMO A SAPERLO, ANCHE PERCHE' LA PRIMA SCADENZA E' ALLE PORTE E LA CRISI E' IN ATTO.[/SIZE]
[COLOR=darkred][SIZE=4]EX CASERMA DELLA GUARDIA DI FINANZA ...DALLE STELLE ALLE STALLE [/SIZE] [/COLOR]
di Giacomo Giovinazzo
Se prima era un regno di ordine, disciplina e rigore, adesso le mura che accoglievano il battaglione della Guardia di Finanza di Portoferraio sono governate inesorabilmente dalle ortiche e dalle sorelle erbacce. Basta entrare varcando il cancello di ingresso del Corso Fiamme Gialle (dopo torneremo su questo inappropriato nome che è stato affibbiato al viale delle Ghiaie) per immaginarsi tutta la vita che correva tra quegli edifici fino al 1999. Con un po' di immaginazione, torniamo agli anni in cui il battaglione fu attivo: all'entrata, subito sulla destra, si trova lo spaccio alimentari, con annesso un piccolo magazzino; imboccando lo stradello a destra, più avanti ci imbattiamo in due aule, dove gli allievi finanzieri sono istruiti. Avanzando troviamo un piccolo spiazzo e il cancello che dà sulla piazza Marinai d'Italia, vicino individuiamo i servizi igienici che fanno angolo, dietro abbiamo la strada che divide i due grandi palazzi, quello più vicino al muraglione è adibito a palestra e cinema, quello situato nei pressi dell'entrata a barberia, armeria e camerate. Torno alla realtà: i palazzoni abbandonati da anni cadono a pezzi, giganti fatiscenti che crollano per le poderose spallate del tempo. Le aule non accolgono più gli allievi, non accolgono più nessuno. Gli unici inquilini delle camerate sono i fantasmi del passato. E qualche topo.
Ma torniamo a sognare ad occhi aperti: adesso siamo nella magnifica piazza d'armi, dove si possono ammirare, in tutta la loro forza, le parole collocate nella parte alta del muraglione: “Nec Recisa Recedit”. Il motto della Guardia di Finanza.
Se ci si avvicina all'enorme parete e poi le si volta le spalle, di fronte abbiamo la palazzina che era più prestigiosa: uffici comando, mensa degli ufficiali con la loro cucina e il loro circolo, l'ufficio del cappellano, la cappella e le foresterie; questa struttura era il centro di comando di tutto il battaglione, ora fa parte di quel minuscolo pezzetto strappato all'abbandono, è la caserma della Guardia di Finanza, con gli appartamenti degli appartenenti al Corpo ai piani superiori.
Prosegue il nostro percorso, dalla piazza, voltandosi a destra, abbiamo la parte che si avvicina alla spiaggia delle Ghiaie: le costruzioni sono disposte come se la parte a sinistra della piazza, già descritta, si riflettesse in uno specchio: al posto dello spaccio, il posto di guardia, poi due aule e le due palazzine, quest'ultime ospitano rispettivamente mensa e cucina permanenti l'immobile più vicino alla spiaggia, cucina e mensa allievi quella più all'interno: al piano superiore troviamo la biblioteca, il circolo sottufficiali e il bar allievi, chiamato “Area 51”. Adesso anche qui regna l'abbandono totale, l'oblio. Si salva la palazzina della cucina e mensa permanenti, utilizzata come Commissariato di Polizia e sede dell'Agenzia delle Entrate.
Se si accede a una di queste palazzine (cosa abbastanza facile, dato che non esiste nessun tipo di sorveglianza) si nota subito come tutto stia lentamente morendo. Come ogni luogo, anche quelle mura, ormai con l'intonaco mangiato dagli anni, sono intrise di ricordi: sulla porta del bar allievi campeggia l'epica scritta “Area 51”, con le lettere un po' sgangherate; in un’aula si trova persino qualche foglio ingiallito contenente informazioni personale di qualche aspirante finanziere. Ma il nostro battaglione ha diversi fratelli. Anche loro, mediamente, non hanno fatto una bella fine. Uno dei più sfortunati è quello di Mondovì, in provincia di Cuneo: aperto nel 1972, chiude i cancelli tra settembre e novembre 1999, una parte è stata destinata all'Anfi (Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia), un'altra a magazzino comunale. Per il resto la storia si ripete: abbandono totale. Esiste un progetto però, ristrutturare tutto per instaurare la Tenenza, ma purtroppo Stato e Comune continuano a lanciarsi a turno questa gigantesca patata bollente.
Il fratello di Rovigo sta meglio, è un gran signore: chiuso nel 1999, adesso il battaglione ospita la sede ASL, con la struttura di individui legati al clero. Infine, il battaglione di Macerata ha un che di comico: dapprima caserma dell'aeronautica, poi apre le porte e accoglie la scuola allievi finanzieri nel 1995, ma ospita per un solo anno il corso, poi fino al 1999 si occupa dell'istruzione dei finanzieri ausiliari. Adesso è in completo stato di abbandono, se si esclude l'ufficio della Questura. Recentemente, il tutto è stato rilevato da una società privata. Speriamo bene. Nelle vicinanze, in un parcheggio di pertinenza GDF, è stato disposto il piano per la costruzione di una nuova struttura per la compagnia del Corpo. I fratelli battaglioni, oltre all'abbandono, hanno un'altra cosa in comune: la chiusura. Perché si è arrivati a questo? Occupiamoci esclusivamente del nostro battaglione: scartabellando tra vecchi documenti, troviamo un'intervista datata 3 ottobre 1998: il tenente colonnello Luciano Carta, alla domanda di un'eventuale chiusura del battaglione di Portoferraio, nega assolutamente l'intervento del ministero, ma giustifica la possibile chiusura con « l'obiettivo di razionalizzare ed economicizzare la gestione delle infrastrutture alla Guardia di Finanza e l'esigenza di recuperare risorse umane da destinare ai primari compiti di istituto». Il tenente aggiunge, inoltre, che l'immobile rimarrebbe comunque nelle disponibilità della Guardia di Finanza che lo destinerebbe ad altri impieghi per lo svolgimento di diverse attività di istituto. In sintesi, è chiara la decisione di chiudere il battaglione, resa ancor più necessaria se si pensa che nel 2001 l'allora comandante generale di corpo d'armata disponeva della riorganizzazione della legione allievi finanzieri, facendo nascere la nuova scuola di Bari.
Dal luglio 1999 il nostro battaglione, seguito dai suoi fratelli, viene relegato in un angolo e fatto sprofondare nell'oblio, come un personaggio che può esistere solo nei ricordi degli altri. Con il degrado e lo sfacelo dei casermoni, ecco spuntare la grande trovata:
inaugurare il corso “Fiamme Gialle” (in data 11 settembre 2009, scelta di giorno e mese alquanto criticabile): all'inaugurazione viene piantato un paletto di ferro con una targa di marmo con su scritto il nuovo nome del viale, tutt'intorno tante autorità in pompa magna. Il giorno dopo i quotidiani locali descrivono l'avvenimento come una “suggestiva cerimonia”.
Mentre si inaugura con aria trionfante un paletto ancorato al cemento, alle spalle di questi individui l'intonaco dei palazzoni continua a creparsi, i vetri semidistrutti e aggrappati alle finestre ululano quando il vento li attraversa. Le enormi piante selvatiche cresciute là in mezzo agitano le loro fronde al cielo come ad imprecare contro il loro destino, obbligate per sempre a rimanere tra quelle rovine dimenticate.
Di un luogo che anni fa fu un centro di vitalità, oggi non resta niente. Il Comune e lo Stato, abili giocatori di ping pong, continuano a scambiarsi la palla scottante: prima i palazzoni furono acquisiti dal Comune, poi dal Demanio, adesso di nuovo dal Comune e nessuno fa nulla; tanti buoni propositi, ma zero fatti concreti e tangibili.
Occorre intervenire al più presto col ristrutturare il tutto per trasferirci i licei e l'istituto professionale, ormai troppo pericolanti e fatiscenti.
Oppure fondarvi un'università del mare, con annesse mense e alloggi per gli studenti. O anche costruire appartamenti per le famiglie più bisognose, concedendoli con un affitto basso. Queste sono solo tre delle tante opzioni possibili per ridare animo e vita a quelle mura e- perché no?- ristrutturare e creare nuove strutture alberghiere, laboratori, sedi di imprese e chi più ne ha più ne metta.
Se prima la presenza del battaglione era un vanto per l'isola, visitata da amici e parenti degli aspiranti finanzieri, adesso è solo una macchia nera che sporca la storia portoferraiese.
Province da rinnovare, ma senza elezioni
Pd e Forza Italia si spartiscono i nominati
[URL]https://www.facebook.com/photo.php?fbid=892765467419646&set=gm.906074402754789&type=1&theater[/URL]
Egregio Sindaco di Rio Marina, Dr. Galli , siamo ancora in attesa della sua presa di posizione su quello che appare sempre di piu' uno dei piu' gravi affronti che sia stato fatto alla nostra comunita', il danneggia,ento della,Torre. Lei dovrebbe difendere la storia, la tradizione , la cultura sel paese che dovrebbe e dico dovrebbe amministrare ma non lo fa. La sua assenza, il suo silenzio, la sua inconcludente presenza sullo scranno comunale ci inquietano. Lei e' stato eletto democraticamente dal popolo che credeva che lei fosse la persona giusta per tirare fuori dalla melma questo paese, cercando di rimediare gli errori fatti dai suoi predecessori che almeno qualcosa facevano o dicevano. Lei no. Lei e' invisibile e' etereo anche nei pensieri. Non sappiamo cosa ne pensa di nulla e su nulla, e non ci sentiamo piu" rappresentati. Lei non e' un sindaco e' un fantasma che pero' prende lo,stipendio. Quello lo prende vero?
Adesso non possiamo piu" aspettare . Vogliamo fatti.
Cominci a parlare e a dire la sua.
Chi ha danneggiato la Torre? Chi sono i responsabili? Lei ne sapeva nulla? Sta cercando di fare chiarezza? Perche' questo silenzio? Ma che paese siamo a diventatI?
un cittadino molto arrabbiato ma sopratutto deluso non della sua persona, lei e' una persona per bene si vede, ma del ruolo che ricopre, quella e' una cocente delusione , veramente cocente.
