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113270 messaggi.
ViviAmo Portoferraio da ViviAmo Portoferraio pubblicato il 19 Settembre 2014 alle 10:16
Lunedì 22 settembre l’amministrazione comunale di Portoferraio ricorderà il 71° anniversario dell’affondamento del piroscafo Andrea Sgarallino avvenuto il 22 settembre 1943 nelle acque antistanti Portoferraio. Alle 9.49 di 71 anni fa, due siluri, partiti dal sommergibile britannico HMS Uproar, colpirono il piroscafo causandone l'affondamento immediato e la morte di circa trecento persone. Il ritrovo è previsto alle ore 9,35 sul Piazzale antistante la Capitaneria di Porto, E’ gradita la presenza degli Enti e delle Associazioni per ricordarne le vittime. IL SINDACO Arch. Mario Ferrari
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Viva lo relli da Viva lo relli pubblicato il 19 Settembre 2014 alle 10:15
Ecco fatto. Lasciamogliene organizzà di molte, ai livornesi, di gare all'Elba. Il Rally ha da sempre avuto i suoi tracciatori elbani che non hanno mai causato guai come quelli di quest'anno: paesi isolati, prove speciali inguardabili. E pensà che si partono da tutt'Europa pe venì a core qui... se li lasciamo fà ci fanno morì anche questo, come fecero con quello moderno...ELBA AGLI ELBANI, rally compreso!
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santilariese doc da santilariese doc pubblicato il 19 Settembre 2014 alle 9:17
Noi santilariesi non abbiamo nulla contro il rally, il nostro problema sono gli “organizzatori” che non hanno saputo “organizzare” questo evento. Hanno chiuso completamente un paese alla circolazione stradale per due giorni senza dare la possibilità di un’interruzione di almeno un’ora o due nel momento in cui arrivano i ragazzi delle medie e delle superiori. La gente di Sant’Ilario per andare al lavoro deve lasciare la macchina giù e poi andare a piedi oppure stare tutto il giorno fuori senza poter venire a casa a mangiare, oppure prendere il giorno di permesso. A quelli che dicono che per il turismo dobbiamo sopportare sarei contento che il prossimo anno il rally passi davanti a casa sua per 2 giorni consecutivi.
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Valentina Petrocchi da Valentina Petrocchi pubblicato il 19 Settembre 2014 alle 8:01
Non ci conoscevamo da molto ma eri una di quelle persone che riusciva a farsi voler bene subito .. Eri una persona splendida... Ciao Valter ci mancherai Un abbraccio forte a tutta la famiglia Valentina Petrocchi
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Adriano Gassinelli da Adriano Gassinelli pubblicato il 19 Settembre 2014 alle 7:49
CARO AMICO MIO CERCHERO' DI MERITARE OGNI GIORNO DI QUESTA MERDA DI VITA ANCHE PER TE. CIAO RAGAZZO...
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Ciao Valter da Ciao Valter pubblicato il 19 Settembre 2014 alle 7:44
Non ho parole.... un abbraccio forte ovunque tu sia volato. A tutta Marina di Campo mancherà la tua allegria. Un abbraccio alle tue splendide bambine a tua moglie.
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Lorenzo Baldetti da Lorenzo Baldetti pubblicato il 19 Settembre 2014 alle 7:06
Ciao Valter! Ciao amico mio....e' tutto così surreale...."roba da gatti fradici!!" Baldo "Otto Vaschez"
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Con la PRESCRIZIONE BERLUSCONIANA che fine ha fatto il BUCO ASL DI MASSA ? da Con la PRESCRIZIONE BERLUSCONIANA che fine ha fatto il BUCO ASL DI MASSA ? pubblicato il 19 Settembre 2014 alle 6:40
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Messaggero da Messaggero pubblicato il 19 Settembre 2014 alle 5:59
NELLA SPERANzA CHE SIA LA VOLTA BUONAS Iscritti all'Albo professionale che ricoprono ruoli istituzionali 18/09/2014 - Collegio Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Livorno (Pubblicata da Collegio Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Livorno) Il Consiglio Nazionale Geometri, velendo creare una rete informativa degli iscritti all'Albo che ricoprono incarichi istituzionali presso gli enti locali (Sindaci, Assessori, Consiglieri...), chiede ai collegi di comunicare gli eventuali nominativi di iscritti, specificando il ruolo ricoperto. Siamo quindi a richiedere di segnalare alla Segreteria quanto sopra tramite mail [EMAIL]sede@collegio.geometri.li.it[/EMAIL] Arcangelo Gabriele
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LA SPADA DI DAMOCLE da LA SPADA DI DAMOCLE pubblicato il 19 Settembre 2014 alle 5:57
[COLOR=darkred][SIZE=4]Gli ascensori dell’ospedale di Portoferraio : un incubo ricorrente [/SIZE] [/COLOR] I Comitati Elbani Riuniti pro Sanità (CER) in seguito al grave disservizio ripetutosi più volte in questi giorni, causato dal guasto dell’ascensore che conduce all’Elisuperficie, sul tetto dell’ospedale, e all’impossibilità di utilizzare il volo notturno all’Aeroporto di La Pila in caso di necessità, chiedono un incontro con la Direzione dell’ASL 6 Livorno per avere dei chiarimenti in merito ai problemi relativi all’emergenza-urgenza. L’incontro richiesto è nell’ottica di un dialogo costruttivo ma chiarificatore che come sempre i Comitati riuniti pro Sanità (C.E.R.) intendono avere con le Istituzioni. Poiché i CER ritengono che alcune delle problematiche attuali siano la conseguenza di errate strategie decise e attuate nel recente passato dalla precedente direzione aziendale (vedi la costruzione dell’ascensore che conduce all’elisuperficie; l’abolizione del volo notturno all’Aeroporto di La Pila decretato dopo la riunione sede prefettura Elba del 20/12/12, in quanto considerato troppo costoso per l’Elba per il ridotto utilizzo; la manutenzione degli ascensori affidata ad aziende in continente anziché sull’Isola; l’utilizzo della terapia iperbarica solo nelle patologie da decompressione e l’eliminazione dell’utilizzo per altre forme di patologie, in quanto considerata inutile all’Elba dalla direttrice precedente dott.ssa Calamai), desiderano confrontarsi con l’attuale Direttore generale dott. Eugenio Porfido e con i Direttori locali dott. Gianni Donigaglia e Bruno Graziano. I CER auspicano che possano essere risolti nel modo migliore e nel minor tempo possibile queste situazioni ad alto rischio per la vita delle persone. I CER colgono l’occasione di ribadire che l’Accordo firmato dai sindaci con l’Assessore Marroni il 23-11-2012 e siglato dalla giunta regionale con delibera n°1069 del 03-12-2012 deve essere rispettato in quanto costituisce una base di partenza su cui progettare successivamente la riclassificazione dell’Ospedale di Portoferraio. Non ha senso annullare quell’accordo, significherebbe non avere nulla in mano nell’attesa di un incerto futuro. I CER, inoltre, stanno lavorando alla preparazione di un piano di riclassificazione dell’Ospedale di Portoferraio e dei servizi sul territorio, in funzione dell’insularità, in collaborazione con le Istituzioni, al fine di garantire una maggior tutela dal punto di vista sanitario all’Isola d’Elba, terza Isola italiana, la maggiore delle Isole minori. Comitati Elbani Riuniti Pro-Sanità Elba
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Michelangelo Zecchini da Michelangelo Zecchini pubblicato il 19 Settembre 2014 alle 3:15
La frizzante ironia (e non solo …) del prof. Zecchini sulla cosiddetta zecca di Marciana [COLOR=darkblue][SIZE=4]LA ZECCA DI MARCIANA E LE RISERVE AUREE DEGLI APPIANO [/SIZE] [/COLOR] È capitato anche a me di essere còlto da una specie di folgorazione scientifica sulla via marcianese tipo “Damasco”, quella della zecca: in questi ultimi giorni, infatti, sono stato abbagliato non da una sola, ma da una serie di vivide luci. La prima luce è rappresentata dalle ricerche di ‘insigni’ studiosi, che in quanto insigni, cioè “distinti da meriti eccezionali” (cfr. Devoto/Oli, Dizionario della lingua italiana, Le Monnier, Firenze, 1980), sono pressoché inconfutabili; se hanno detto che di zecca appianea si tratta, così è, senza tentennamenti. La seconda luce proviene dalle decisioni, sonoramente unanimi, del Consiglio Comunale di Marciana, il quale annota fra l’altro che “da tempo immemore quell’immobile viene identificato nell’immaginario collettivo dei marcianesi come “la zecca degli Appiani”; come si sa, con l’immaginario collettivo non si può interferire, se non in modo arrogante e provocatorio come ha fatto nel 1840 il Catasto Leopoldino, il quale ha avuto l’ardire di qualificare la zona e la via con il toponimo “La Tomba” anziché “Zecca degli Appiani”. La terza luce arriva dagli interventi pregevoli e autorevoli di altri studiosi illustri, in verità con esperienze archeologiche alquanto smilze, il cui buon senso porta a concludere che l’ipogeo di Marciana può essere una cosa o il suo contrario, e anche di più. La quarta luce emana da una sorta di sentenza pro zecca da parte di apprezzati opinionisti/maîtres à penser dal lessico forbito: quando essi si lamentano nei confronti di qualcuno o di qualcosa di fratture alle gonadi (per efficaci sinonimi, da loro usati e preferiti, si veda “Il manuale di Pierino”, edizioni Vaffa, Tre Palle n. 23, 1997), come si fa a non gratificarli di un deferente assenso? Stante la forza di codeste luci, dapprima mi sono trovato in una profonda crisi di sconforto, ai limiti della depressione, e poi mi sono detto che è venuto il momento di studiare di più e meglio, buttando via la mia precedente convinzione secondo la quale nell’ipogeo marcianese si doveva ravvisare una tomba etrusca gentilizia. Il mio new deal storico-scientifico ha preso le mosse dal sito ufficiale on line del Comune di Marciana dove, alla sezione ‘storia’, ho appreso che “la creazione di una zecca per battere moneta” si deve a Donna Paola Colonna, divenuta moglie di Gherardo Appiano nel 1396. La mia acculturazione è proseguita con la lettura dei documenti elaborati di recente per lo stesso Comune di Marciana dai suoi consulenti, i quali affermano che la zecca “è databile alla fine del XVI secolo”. È vero che fra queste due versioni c’è un po’ di bisticcio cronologico (più o meno 150 anni di differenza), ma evitiamo di spaccare il capello in due: l’importante è che la zecca ci sia stata. Lo dice, perbacco, un certo Zanetti nel 1775, e non importa se la sua testimonianza è abbastanza lontana dagli avvenimenti (due secoli o più), se l’ ubicazione da lui data alla zecca è imprecisa e se la sua credibilità è piuttosto scarsa perché ritenuto un po’ troppo dedito all’esaltazione del Principe. Altrettanto irrilevante è che la zecca di Marciana sia citata solo da Zanetti e da nessun altro, né dagli attenti eruditi elbani del tempo né dai viaggiatori/scrittori del Grand Tour. In modo simile va considerato del tutto marginale il mancato ritrovamento di monete e di qualsiasi traccia di coniazione nello ‘scavo preliminare’ (per inciso: scavo fatto da chi? da un archeologo qualificato come impone la legge?). Addirittura insignificante è, poi, il fatto che nell’Archivio Storico di Marciana non sia stato rinvenuto alcun documento sulla zecca, nonostante che quest’ultima sia stata il frutto di un immane lavoro che, a detta dei nostri maestri/scalpellini del granito, deve essere costato una ‘botta’ e deve aver impegnato per svariati anni maestranze specializzate. A pensarci bene gli Appiano dovevano essere ben tosti: avrebbero potuto edificare in quattro e quattr’otto, e con poca spesa, un intero palazzo da adibire a zecca, e invece hanno voluto dare dimostrazione della loro potenza e della loro magnificenza (roba da far schiumare d’invidia un imperatore…) ordinando di scavare con immense difficoltà, centimetro per centimetro, un grande ipogeo che comportava l’asportazione di circa 200 tonnellate di granito. Allo stato attuale emerge una domanda pertinente: forse che quel notevole ‘caveau’ era destinato a contenere le riserve auree degli Appiano, notoriamente più ricchi di un re? Se l’epoca coincidesse (circostanza da approfondire), si potrebbe pensare al tesoro del Conte di Montecristo. E se tanto mi dà tanto, chissà che razza di tunnel gli Appiano hanno fatto scavare a Piombino, senza dubbio per loro più importante di Marciana anche per quanto riguarda le attività di coniazione. Le mie nuove fonti, dunque, mi stanno portando sulla strada della corretta ricostruzione storica. Dovrò consultarne altre, ma sono a buon punto… E dovrò anche capacitarmi del fatto che alcuni termini usati da me e da sprovveduti colleghi (per esempio tomba ‘gentilizia’) sono ormai superati dalla ricerca storico-archeologica più recente. È ormai acclarato, infatti, che nel mondo antico le grandi tombe, sotterranee o in elevato, erano costruite ad uso e consumo della classe ‘servile’(!?). Michelangelo Zecchini
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COSA CI PORTA IL RALLY? da COSA CI PORTA IL RALLY? pubblicato il 18 Settembre 2014 alle 23:10
capisco che di Sant'Ilario non glie ne frega nulla a nessuno,ma, oltre al disagio che crea questo rally agli abitanti,le attività commerciali non vedranno per 2 giorni nemmeno un turista girare per il paese.....è questo il beneficio di cui noi godiamo!!!!!!avremo anche ragione di essere un po contrariati o no????quando si programma un evento si dovrebbe fare in modo che a beneficiarne siano tutti!!!!
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L.Rossi da L.Rossi pubblicato il 18 Settembre 2014 alle 22:23
Nel 20 Settembre del 1890 Pietro Gori, che, si trovava recluso nelle carceri di S. Giorgio a Lucca per uno dei suoi soliti peccati di pensie¬ro, scriveva al Presidente della, Filarmonica dei Perseveranti Mar¬ciana Marina- una delle sue più belle lettere densa di idealità di senti¬mento per commemorare la gloriosa data della breccia di Porta Pia. Fu pubblicata per la prima volta nel numero unico uscito per la circostan¬za dell'inaugurazione della lapide di Pietro Gori a Portoferraio, ed ebbe grande eco. Merita oggi riportarlo in questo libro memore e devoto tanto più che la lettera è pressoché sconosciuta e rivela, mirabilmente, la elevatezza di pensiero dell'apostolo e la profonda bontà del suo gran cuore. Il gaio fanciullo di cui si parla nella lettera, era Luigitto Mori, che fu studente a Pisa insieme al Gori. Era nato in America da genitori di Marciana Marina e si recava spesso con lui in questo paese nella ricorrenza di feste patriottiche. Luigitto Mori si era fidanzato con Bice, la dolce sorella di Pietro Gori alla quale dal suo letto di dolore dette in extremis la fede di sposa. Pietro ne scrive largamente nel suo libro di versi Prigioni. Scritti e lettere inedite di Pietro Gori Nell'anniversario del XX settembre Carceri di S. Giorgio Sezione Giudiziaria, Lucca, 15 settembre 1890. A Carlo Cascione, Presidente della Filarmonica dei Perseveranti, Marciana Marina Carissimo, quando nella solitudine del mio carcere sotto l'ansiosa aspettativa del giudizio penale, che di me dovea tenersi, il mio pensiero, riandando i tempi più felici e sereni della giovinezza, si soffermava con tanta poesia di affetti e di rimembranze su cotesta isola diletta, uno dei ricordi più dolci e cari era pur sempre quello della amicizia, che a te e a tanti giovani di cotesto gentile paese mi legava, e delle ore gioconde che insieme trascorremmo, allorché sulla onesta mia casa non era passato ancora questo soffio gelido di morte e di sventura. Ed ora qui, in questo cupo carcere di S. Giorgio, adeso alla casa di forza, di cui è una sezione, nell'attesa dell'udienza di Appello, un altro ricordo vivo più lieto mi avvince e mi riconduce a te ed ai cari giovani della tua filarmonica, ed agli egregi che della società fanno parte, nella imminenza d'un anniversario, che, da voi annualmente celebrandosi, per la cortesia degli inviti vostri, e per grata consuetudine mia, mi richiamava di persona alla festosa e simpatica riunione serale, nel giorno 20 settembre da voi tenuta. Partecipare di persona, oh se lo vorrei! ma, per mia triste ventura, quest'anno io non posso. Ma se le tirannie degli eventi mi tolgono questo gradito conforto, se questa volta la mia modesta voce non si leva tra cotesto popolo marinaresco, così mite e generoso, la parola, che oggi a voi giunge di me, lontano, ma spero non obliato da voi, non risuonerà, forse sgradita nel vostro festoso convegno. E tu, o mio buon Carlo, esprimerai agli intervenuti questo sentimento vivace di affetto e di memoria; tu, portando il saluto del povero recluso, dirai a quelli che ti fanno corona, tra cui tanti amici diletti e tanti miei vecchi compagni di studio, io vedo con gli occhi del cuore, dirai a quelli che si rammentano ancora dì me, ed a quelli che non mi ricordano più, quanto e con quale intenso desiderio io mi risovvenga di loro, e come sebbene colpito fieramente dagli sdegni umani o non mi senta indegno di tante e sì tenaci amicizie, e come mi sia cara la illusione che non sia a me venuta meno la stima che costà mi rendeva lieto e fiero. Io non voglio per un solo istante turbare col riflesso scortese di personali considerazioni la serenità del vostro famigliare ritrovo; io non voglio gettare l'ombra sinistra di sconfortanti pensieri attraverso i baldi entusiasmi, che a voi apprestano le ore del fraterno convito. Dimenticate pure al bagliore festoso dei vini Elbani, quello che ci è di triste nella vita, voi a cui il fare ciò, è concesso; commemorate pure il passato, con la mente aperta all'avvenire; perché non v'è dissidio nelle grandi linee della storia, ed era sulla bandiera del Leibniz scritto e sia scritto sulla bandiera di tutti i buoni e di tutti i veggenti, come il presente è figlio del passato, cosi dev'essere padre dell'avvenire; festeggiate pure con solennità la conquista di Roma strappata alle catene della teocrazia dall'Italia rinnovata per la quale combatterono i nostri padri e che fu pure l'ideale di tanti eroi, di tanti martiri; ma non dimenticate, voi che siete buoni e pietosi, i mesti problemi umani che attendono la soluzione dai nuovi tempi e dalla vigoria delle nuove generazioni. Coltivate la santa religione delle memorie, venerate gli estinti eroi, martiri del fiero pensiero arsi sui roghi, pei quali martiri ed eroi il 20 Settembre 1870 fu rivendicazione e apoteosi: ma non vi fermate di troppo a piangere sulle ceneri, che nuovi ideali sì affacciano agli orizzonti dell'umano pensiero, e sui ruderi venerabili del passato spuntano i verdi germogli delle nuove primavere. Innanzi a Porta Pia l'umanità non può che arrestarsi pensosa e reverente; perché attraverso quella breccia non l'Italia sola passava vittoriosa, ma penetrava, con le aure del Settembre, la coscienza civile dei popoli affermantesi dinanzi ad una barbarie il potere temporale dei papi, il quale (sono questi i grandi ammonimenti della storia) era pure stato un faro ed un segnacolo di civiltà contro la prepotenza degli imperatori Alemanni, e che decrepito sotto il peso dei secoli e delle colpe, spengevasi ingloriosamente sotto il breve e facile cannoneggiamento del generale Cadorna. Io credo che il culto dei grandi ricordi e dei grandi sacrifici sopportati per il raggiungimento d'ideali, che ottenuta la sanzione dei fatti e della realtà cedono il campo ai nuovi, sia il più grande eccitamento ai forti pensieri ed a gagliardi propositi. E voi, miei buoni amici, ben fate a rammemorare col vostro simpatico convegno il significato vero e profondo di questa data storica. Anche essa è una pietra miliare del cammino percorso; è una pietra bagnata di sangue generoso; ed è doveroso che, passando, ci scuopriamo il capo; ma quella pietra ci dice, che la via non termina con essa, che il cammino non finisce, che la mèta, cui tendono le società umane, è ancora lungi da noi, che la mèta finale finché il progresso avrà per legge il moto ed il moto la vita, non sarà mai raggiunta. Ma il nostro dovere è di camminare, e noi camminiamo; se incontreremo per via delle sofferenze, delle avversità le sopporteremo tranquilli, come una parte di questo dovere; e quando, giunti alla sera del nostro giorno mortale, ci volgeremo a guardare il cammino percorso, sentiremo il conforto di una missione compiuta; ed avremo, anche sulla nostra fossa, non dispregiata, il sorriso luminoso delle nuove aurore. Perché il sole, come l'ideale, non muore mai. Questo ci dice la data del 20 Settembre, questo noi dobbiamo apprendere dalle opere di quelli che ci precedettero. Quando io contemplo con la muta tenerezza della venerazione la immacolata canizie di mio padre, che pure tanti anni di vita fiorente e battagliera consacrava per questa Italia, per queste libertà, per queste leggi, che a lui cadente per le amarezze e per gli sconforti più che per l'età, toglievano sì lungo tempo il figlio incolpelvole, provo talvolta uno scoramento infinito, per me, per i miei ideali, per i destini della specie umana, che mi vien meno ogni onesta gagliardia di pensieri, di valore, di speranze. Ma tosto negli entusiasmi della mia fede ritempro di nuovo l'anima. alla lotta; e la mente, sollevandosi al di sopra delle ire e delle passioni del momento, intuisce, nella realtà delle cose, che fra i fatti umani, per dir così, tutto è bene e tutto è male, che le tristezze sono la prova di un carattere, e che infine gli uomini sono, e saranno sempre, più buoni delle loro leggi e delle loro istituzioni. Quante cose io vorrei dirvi, che la tirannia dello spazio e del tempo non mi consentono; quanti pensieri dettati dalla mesta filosofia della prigione e dalla fantasia anelante, a cui non è dato spaziare che in un piccolo lembo di cielo, incorniciato tra le severe sbarre e della segreta. Ma voi li completerete col Vostro affetto questi tratti fugaci del mio pensiero. Voi nelle lacune di questo scritto, sentirete tutto quello che io sento, e che esso, impotente, non dice. E, ricercando nel festante semicerchio i volti giovanili, che l'anno passato a voi sorridevano colla spensieratezza della gioia e con la espressione dell'amicizia, due visi, questa volta non rivedrete tra voi. Quello d'uno, cui furono immiti le leggi degli uo¬mini; ed il volto pensoso e pallido d'un altro, che, fu gaio fanciullo tra gli splendori della vostra marina, ed a cui furono crudeli ed ingiuste le leggi della natura. E voi così gentili e pietosi, avrete un pensiero ed un palpito d'affetto e per quello, che langue tra le fredde e solitarie mura di un carcere, e per quello che giace, povero e rigoglioso arbusto schiantato dalla. tempesta, sotto le funebri zolle di un cimitero. Il recluso poi, non si dimenticherà certo delle riminiscenze cosi soavi che si riconnettono per lui alla data del 20 settembre. Se non di persona, egli sarà presente col memore pensiero al geniale vostro convito di quella sera. Quando le ombre fosche e misteriose di questi crepuscoli perenni del carcere, cederanno il luogo alla tenebra della notte, io in quella sera aggrappato alle rigide sbarre della mia cella, figgerò gli occhi verso le lontane plaghe meridionali del cielo, e rivedrò in fantasia, l'isola nostra confortata dall'alito purissimo dei venti di mare, e la vostra gentile Marina, rispecchiata dalle onde cristalline del Golfo. E su dall'intimo dell'animo mio verrà a voi, nella sala festosa di luce e di bandiere, questo saluto: O amici miei; e voi, giovani, che sentite le cose grandi, e che siete, per missione storica, chiamati a compiere nel ciclo della vostra vita opre buone e non meno generose; inclinate pure le vostre bandiere innanzi ai ricordi magnanimi, spargete alloro sulle tombe dei martiri estinti; ma camminate ancora, guardando il sole, che non muore mai; combattete, baldi e sereni, contro tutto quello che è tenebra, e viltà; siate forti e pietosi, e soprattutto amate, amate molto; perché i nuovi problemi esigono vivacità di luce e di amore; reietto dal mondo, o amici miei, io non maledico; non piego; ma amo ancora, e dalla tristezza del mio carcere e delle mie sventure io vi ripeto ancora col poeta, che ha troppo dimenticato: Il mondo è bello e santo è l'avvenir E questo, o mio buon Carlo tu dirai per me nel geniale convegno del 20 Settembre. Con affetto intenso il tuo Pietro Gori
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amedeo da amedeo pubblicato il 18 Settembre 2014 alle 21:25
A PROPOSITO DI RALLY mi piacerebbe se per il prossimo rally si tenesse in considerazione il fatto di far transitare il rally anche nel versante occidentale (comune di Marciana . comune sponsor - uno dei tre) visto e considerato che sono ormai moltissimi anni che da queste parti non vi degnate nemmeno di pensarci. Non una PS che capisco sarebbe impensabile ma almeno il trasferimento!!!!!!! e che cazzo!!! ma almeno qualcuno mi sa dire il motivo di questa esclusione che ormai si ripete da oltre trentanni. Grazie, un appassionato di rally di nome Amedeo
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Anonimo da Anonimo pubblicato il 18 Settembre 2014 alle 21:02
Allora,è mai possibile che noi elbani ci dobbiamo lamentare per tutto e per tutti. Ma allora io vi dico una cosa,si leggono articoli di questo rally che tutti quanti sono bloccati nelle loro case e che non possono uscire,e che recano danno alle orecchie dei turisti,ma perfavore,signori...ora potrei capire se ci fiosse di continuo questa manifestazione....c è due volte all anno è tutto ciò dovete sempre dire e ridere le solite parole...allora se sapete che tutti l anni é così....quando c è i rally,fate una bella cosa,prendete il traghetto e andatevene in ferie dal giovedì all sabato sera e rientrate la domenica,almeno vi siete spensierati dai vostri pensieri e tornate a casa più tranquilli e beati di prima......però datevi na regolata perché se continuamo di sto passo l Elba finisce di morire.
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Campese da Campese pubblicato il 18 Settembre 2014 alle 17:48
Come rido quando scrivete i messaggi anonimi e poi mettete per sbaglio la mail. Vanno è criticabile, ma chissà se avresti detto le stesse cose con la tua firma sotto..... 😀
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Per Marco Contini da Per Marco Contini pubblicato il 18 Settembre 2014 alle 17:44
Salve sig Marco... La Soprannominerò Capitan Arloc.. Per la sua caparbietà di buone maniere... Fa' bene a rispondere alle domande e alle risposte che gli vengan date da' i paesani... Sempre bene attenti al tutto ma poi con finire al niente.. Quando parlavo di aria continentale.. Era perché effettivamente ci vorrebbe..! Ma... Purtroppo ma...! Noi piaggesi siamo così... Parliamo in cantilena... Sempre un po' polemici.. Poca voglia di lavora'... Ma brava gente... Insomma caratteristici... Non dico che va' bene così ... Ma.. Noi siamo così... A solo il pensiero di cambiare.. Ci viene l ansia...! Lasciateci ai nostri topini di vino..alle nostre polemiche... Noi piaggesi facciamo parte di un isola dimenticata... Perché ci piace vivere come si viveva...! Sig Contini... Persona educata... Non sela prenda.. Anzi continui i sui commenti... Noi ne prenderemo tesoro.. Ma il tesoro noi lo abbiamo già ...! Checchino. Detto "aria ti sotto" La piaggia
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Italia sempre più in basso: da Craxi a Berlusconi a Renzi da Italia sempre più in basso: da Craxi a Berlusconi a Renzi pubblicato il 18 Settembre 2014 alle 17:04
Bancarotta, indagato il padre di Renzi Avviso di proroga per le indagini sul crac della Chil Post notificato lunedì, 24 ore prima della svolta simil-craxiana del premier sulla giustizia. La denuncia del curatore risale a sei mesi fa Tiziano Renzi è indagato per bancarotta fraudolenta per il fallimento della società Chil Post srl. Il curatore avrebbe rilevato passaggi sospetti dei rami d’impresa e uscite di denaro non giustificate. Dalla Chil l'attuale premier è stato intestatario tra il 1999 e il 2004. E sempre alla Chil si riferiscono le polemiche per l'assunzione di Matteo Renzi 11 giorni prima che l’Ulivo lo candidasse a presidente della Provincia di Firenze. Grazie a quella assunzione i contributi della pensione del dirigente-sindaco furono versati dalla collettività [URL]http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/18/tiziano-renzi-il-padre-del-premier-indagato-a-genova-per-bancarotta/1125268/[/URL]
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Mario Ferrari Sindaco da Mario Ferrari Sindaco pubblicato il 18 Settembre 2014 alle 16:12
[COLOR=darkred][SIZE=4]CHIUSURA TEMPORANEA Scuola “Casa del Duca” [/SIZE] [/COLOR] IL SINDACO Premesso che nella serata del 17 u.s. è stata segnalata, da parte del personale scolastico, la presenza di un rettile all’interno del plesso di “Casa del Duca”; Che le immediate ricerche del rettile hanno dato esisto negativo; Vista la nota Prot. n. 0011205 / 18.9.2014 del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, agli atti Prot. n. 25507 del 18.09.2014, con la quale si comunica che una squadra VF è intervenuta il 18.09.2014 alle ore 9,22 presso la scuola ed ha effettuato un’accurata ispezione, in particolare del locale mensa, dei locali e dei corridoi adiacenti nonché di tutte le aule e i servizi con esito negativo...che non è possibile stabilire con certezza l’assenza del rettile né tantomeno la sua pericolosità per l’uomo, rendesi necessario che chi di dovere provveda a far eseguire, sotto la guida di personale qualificato e responsabile, un’accurata verifica dei luoghi, nonché tutti gli interventi di bonifica che il caso richiede. Ritenuto che i locali della scuola di “Casa del Duca” siano riutilizzabili solo dopo una idonea ed adeguata verifica nonché di immediata ed efficace bonifica; Che per l’esecuzione dei sopra citati lavori si rende necessario sospendere per giorni 1 (uno) le lezioni; Visti gli artt. 50 e 54 del D.Lgs 18.08.2000 n. 267; O R D I N A la sospensione delle attività didattiche presso il plesso scolastico di “Casa del Duca” per il giorno 19 Settembre 2014. DISPONE che copia della presente ordinanza venga trasmessa: • all'Istituto Comprensivo per gli adempimenti di competenza e al fine di avvertire gli alunni e gli insegnanti interessati. • Vice-Prefettura di Portoferraio; • Azienda USL N. 6 – Livorno Zona Elba - Dipartimento di Prevenzione, U.O.C. Veterinaria e Sicurezza Alimentare ; • Commissariato Pubblica Sicurezza di Portoferraio; • Comando Compagnia Carabinieri di Portoferraio; • Comando Stazione Carabinieri di Portoferraio; • Comando Compagnia Guardia di Finanza di Portoferraio; • Alla Guardia di Finanza Comando Sezione Operativa Navale; • Al Comando Vigili del Fuoco • Comando Corpo Forestale dello Stato di Portoferraio; • Ai Dirigenti delle Aree 2 e 3 – sede • Al Comando Polizia Municipale - sede A V V I S A che, a norma dell’art.3, comma 4, della Legge 7 agosto 1990, n.241, avverso la presente Ordinanza chiunque vi abbia interesse potrà proporre ricorso, entro 60 giorni dalla data di pubblicazione, al Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana in Firenze ovvero entro 120 giorni al Capo dello Stato. IL SINDACO Dott. Mario FERRARI
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un riese rassegnato da un riese rassegnato pubblicato il 18 Settembre 2014 alle 16:05
Come va il mondo! Un paese che aveva la filodrammatica quando gli altri non sapevano neanche che cosa era, che organizzava festival della canzone con cantanti come Teddy Reno, Gino Latilla, Carla Boni, Luciano Tajoli ecc..., è ostaggio di pseudo turisti pronti a lamentarsi se un complessino di giovani suona e sfora di qualche minuto la mezzanotte, se dei giovani chiacchierano nei giardini fino a tardi visto che sono in vacanza in attesa di tornare a scuola o al lavoro, un paese dove se Marino suona la chitarra gli arriva un secchio d'acqua addosso da qualche finestra o dove dei personaggi discutibili prendono le firme per far chiudere una paninoteca appena aperta con enormi sacrifici da due giovani, perchè i giovani avventori sono rumorosi. Mi chiedo, ma a Campo, a Marciana, a Capoliveri e così via, queste cose succederebbero? Credo proprio di no. E' proprio vero, ogni popolo ha il governo che merita. Un saluto sincero e riconoscente alla redazione.
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