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pubblicato il 17 Maggio 2022
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Fino a oggi i pescatori erano praticamente obbligati a ributtare in acqua tutti i rifiuti che restavano impigliati nelle reti. Se li avessero portati a terra sarebbero diventati automaticamente produttori di rifiuti speciali, con l’alternativa di pagarne lo smaltimento o rischiare multe.
La legge, commenta ancora Gasparri semplificherà le procedure per il corretto riuso e smaltimento dei rifiuti e disciplinerà anche l’attivazione di ulteriori campagne di sensibilizzazione e di attività di educazione ambientale nelle scuole e tra i cittadini.
Ma ascoltiamo dalla voce del nostro anfitrione questa che il grande sub, definisce una conquista ambientale di Rilievo-
“Imparzialità ed equilibrio nel giudizio, competenza tecnica e politica, comunicativa fluida e comprensiva anche per i non esperti” sono le frasi più frequentemente espresse dal numeroso pubblico presente nella conference room dell’Hotel Airone, al termine della conferenza organizzata del Lions Club I. d’Elba nel pomeriggio di sabato 14 maggio su di un argomento di grande attualità: “IL CONFLITTO IN UCRAINA COME PREMESSA DI UN NUOVO EQUILIBRIO MONDIALE”.
A ragguagliare sul tema proposto erano il Generale Maurizio C. Iacono, analista politico con significative esperienze di livello operativo in ambito NATO, UE, ONU quale Ufficiale dell’Esercito, e la D.ssa Paola Casoli, giornalista specializzata nel settore della Difesa con esperienza maturata nei principali Teatri Operativi del Mondo.
“Eravamo abituati alla pace e al benessere nel meraviglioso giardino in cui viviamo” è una frase pronunciata dal Presidente del Lions Club Ciro Satto che sintetizza la sua introduzione al vivo dell’evento, a cui ha fatto subito seguito l’intervento del Gen. Iacono.
Il relatore ha esposto una breve cronistoria degli avvenimenti sui quali si sono formate le radici della guerra in Ucraina a partire dalla caduta del muro di Berlino, proseguendo con i conflitti nella ex Jugoslavia, con l’annessione della Crimea nella Federazione Russa, fino alla belligeranza nelle province orientali dell’Ucraina ed all’invasione oggi in atto, una delle cui cause è l’antica contrapposizione tra Russia ed Ucraina che ha origine addirittura dalla prima guerra mondiale. In questo scenario Iacono ha sottolineato le funzioni dei tre organismi internazionali: ONU, i cui reparti sono ancora presenti per contrastare ogni attività bellica fra Serbia e Kosovo e al cui interno operano i nostri Carabinieri e Finanzieri con funzioni di addestramento, NATO, quale sistema privo di mezzi, ma dotato dell’organizzazione per il comando e visto dalla Russia come un pericolo per la propria sicurezza, UE con tutti i suoi limiti e attriti interni e soprattutto priva di esercito, dei presupposti politici per poter decidere e quindi di potere unico.
Sempre secondo il Generale, mentre per la guerra oltre l’Adriatico non c’era la percezione del pericolo diretto, per quella in Ucraina le operazioni militari svolte con strumenti considerati in disuso hanno prodotto una sensazione di spavento, dovuta anche alla situazione di bipolarismo generatasi fra NATO e Russia con l’assenza dell’ONU che non si è proposto come mediatore.
È stata quindi la volta della giornalista Paola Casoli che ha svolto una disamina dell’evoluzione del messaggio mediato, ponendo il quesito se trattasi di cronaca o propaganda. Alla pluralità delle voci presenti in passato che consentiva la possibilità di farsi un’opinione, come ha evidenziato la Casoli, oggi il giornalista, che va a suo rischio e pericolo in teatri operativi, a volte dopo aver frequentato corsi tenuti da personale militare, si muove badando a non essere contraddetto e dà spazio non tanto alla notizia quanto al sensazionalismo prodotto da un’informazione proveniente da una sola parte e pertanto sofferente. Affiora quindi nuovamente la domanda: è questo giornalismo o propaganda?
Il meeting si è concluso con alcune domande poste dai presenti in sala e con il saluto ed il ringraziamento del Presidente del Club Satto rivolto ai relatori ed a quanti hanno voluto partecipare all’incontro.
[IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_34/liber.JPG[/IMGSX] magna dell’istituto statale d’istruzione superiore “Raffaello Foresi”è stato presentato per la prima volta il libro “ Storia dell’alba dell’unità d’ Italia a Portoferraio e all’Elba(1859-1860) attraverso documenti di archivio”
La presentazione era riservata agli studenti della classi quinte.
1859-1860 una stagione storica molto importante per Portoferraio, per l’Elba e per la Toscana.
Due anni conosciuti come “rivoluzione toscana” perché accadono fatti che hanno cambiato il corso della storia. Fuga del granduca austriaco da Firenze, nascita dell’assemblea nazionale dei rappresentanti del popolo che dichiara decaduto il secolare granducato e non più riproponibile il dominio della dinastìa asburgo-lorena ,nascita di un governo provvisorio prima e della Toscana poi con a capo Bettino Ricasoli che accompagna con riforme la Toscana nel percorso all’annessione col regno di Sardegna prima e col Regno d’Italia poi.
Le conseguenze di questi avvenimenti con le riforme avvenute in quel breve periodo di tempo, sono ancora oggi presenti e operanti in quanto riguardano l’istituzione del metodo elettivo per la nomina degli amministratori comunali che sostituisce quello secolare della imborsazione,metodo elettivo mai più da allora abbandonato ancora oggi presente quale elemento costituente la democrazia e la istituzione delle province.
All’Elba viene istituito il primo nucleo dei carabinieri reali, il primo nucleo del carcere dell’ergastolo nella fortezza di S. Giacomo a Longone,la strada ferrata che arriva a Piombino, il telegrafo,vengono gettate le basi per la rivendicazione di proprietà al municipio di Portoferraio della palazzina dei Mulini
Dopo averlo fatto durante la presentazione desidero farlo anche pubblicamente : ringrazio il corpo docente della scuola per l’ospitalità concessa che ha consentito al sottoscritto poter presentare il saggio storico frutto di studio e ricerca per vari anni nei documenti dell’archivio storico del comune di Portoferraio.
I giovani studenti accompagnati dai docenti hanno ascoltato con interesse ed attenzione e al termine posto domande.
Li ringrazio per questo interesse dimostrato .
Marcello Camici
Condivido quanto scritto da ELBASALUTE.
Conosco il Bonistalli , senza questa cura sarebbe morto.
I medici hanno il compito di guarire la gente non di accusare un collega che ci riesce dove altri , anche in buona fede , non sono riusciti.
Grazie
[IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_34/cottero.JPG[/IMGSX] Il ridicolo scontro mediatico tra medici all’Elba si poteva evitare trattando il delicato problema del “Plasma iperimmune” in una sede appropriata. Evidentemente il rispetto della burocrazia a volte è più forte del confronto medico/scientifico riservato e dello stato di salute del paziente in cura, che dovrebbe essere al primo posto.
Che la terapia contro il Covid con plasma iperimmune in molti casi è risultata efficace, non è un mistero e lo confermano Istituti di ricerca internazionali che hanno studiato e sempre più avvalorano questa terapia e testato questo metodo di cura. Da quanto ci risulta solo la Toscana ancora non ha preso in dovuta considerazione, come hanno fatto altre Regioni Italiane di verificare l’efficacia della Terapia sostenuta dal compianto Dr. De Donno.
Dovrebbe essere motivo di vanto ed orgoglio che venga attuata con successo all'isola d’Elba prima che a Firenze, Siena, Livorno.
Le cronache di questi giorni apparse sui giornali riportano che il paziente trattato all’Elba con la terapia in oggetto praticata da un medico del pronto soccorso previa autorizzazione concessa dal “Comitato Etico dell’Area nord ovest” ha funzionato e il paziente che era informato della terapia iperimmune a lui prospettata era indicata per la sua patologia (leucemia linfatica cronica) perché tutti i vaccini in essere sono completamente inutili.
Dopo tanti mesi di sofferenza e mesi di abbandono che se fosse dimostrato da parte del reparto di Malattie infettive di Livorno sarebbe quanto di più vergognoso per una struttura Pubblica , già col primo trattamento il paziente ha avuto benefici insperati al punto che presto potrebbe tornare alla sua normale vita quotidiana. E questo non è solamente molto .
É tutto.
Ci chiediamo: perchè se alla prima trasfusione somministrata al paziente contagiato dal Covid e malato di Leucemia i due dirigenti ASL, sia il Primario di malattie infettive che il Direttore dell’ospedale di Portoferraio, se avevano ritenuto inopportune tali terapie non hanno bloccato e denunciato questo medico, che per chiunque altro sarebbe un eroe, alle autorità competenti e preso loro in carico il paziente trattandolo con la terapia che ritenevano appropriata? Il medico dichiara che ha messo in atto il suo dovere deontologico di intervenire, poiché è un suo diritto e dovere salvare la vita delle persone con questa o con un’altra terapia purchè testate e autorizzate.
L’ASL al momento non risponde, trincerandosi nel solito silenzio colpevole, ma noi comuni cittadini ci chiediamo e chiediamo all’ASL per ora silente, se quel medico non avesse somministrato la terapia che tanto fa rabbrividire ma che risulta sempre più efficace in molti casi, il paziente sarebbe guarito dal Covid? Sarebbe tra noi? Sarebbe morto?
Per la tranquillità della Cittadinanza sarebbe un bene che i medici e il loro Dirigenti Apicali si confrontassero lasciando i gradi e le stellette nel cassetto prima di rendere pubbliche situazioni che potrebbero rivelarsi imbarazzanti perché per condire con più pepe questa vicenda dove il paziente sembra avere una rilevanza secondaria, si è perfino blaterato che il medico sotto accusa era fuori servizio (un medico è sempre in servizio 24 ore su 24) e che doveva chiedere decine di autorizzazioni a destra e sinistra.
Non ci interessa con quale cura ma fateci guarire senza polemiche.
Comitato Elba Salute.
Oltre 20.000 esemplari di ricci di mare sequestrati, 41.000 € di sanzioni amministrative e il sequestro di molteplici dotazioni subacquee e di attrezzatura utilizzata per la pesca subacquea.
Questi i numeri di una complessa attività operativa, iniziata sul finire dello scorso anno e terminata alle prime luci dell’alba di ieri, 12 maggio 2022, dal personale della Guardia Costiera di Piombino, volta a tutelare le risorse biologiche marine e, in particolare, a contrastare la pesca illegale del riccio di mare.
I militari infatti hanno effettuato l’ennesimo blitz, questa volta in località Pratoranieri e Fosso Cervia del comune di Follonica, che grazie ad una preliminare e mirata attività di intelligence sul territorio e ad un’intensa, quanto proficua, collaborazione con privati cittadini, ha consentito di arrestare un prolungato tentativo di pesca illegale, iniziato attorno alla mezzanotte e terminato alle ore 05.00 circa del mattino.
In tutto sono state 29 le sanzioni comminate in questi mesi ai pescatori illegali, che hanno violato le norme che prevedono il divieto di pesca subacquea in ore notturne, il superamento del quantitativo quotidiano di esemplari pescabili a persona, il divieto pesca in apnea con l’ausilio di bombole e il divieto della pesca del riccio nei mesi di maggio e giugno tentando, in alcuni casi, di eludere i controlli con conseguente intralcio alle indagini.
In tutti i casi gli echinodermi sono stati conservati vivi, in attuazione delle norme in materia di tutela delle risorse ittiche e della fauna marina, per l’immediato rilascio in mare in zone non facilmente accessibili ad eventuali malintenzionati.
L’impegno a tutela del mare e della risorsa ittica, peraltro, non si è limitato all’attività sopra descritta, ma ha riguardato molteplici settori del mondo legato alla pesca.
Altro aspetto di rilievo è stato quello volto a verificare il rispetto dei limiti dello sforzo di pesca, con particolare riferimento al controllo dei propulsori installati a bordo dei pescherecci. L’aumento illecito della potenza del motore – contestato ad un peschereccio – si traduce, inevitabilmente, nell’indebito aumento del quantitativo di pesce catturato, con ogni negativa conseguenza in ordine al depauperamento della risorsa biologica marina.
Degna di nota, inoltre, anche l’attività di controllo dell’intera filiera ittica, concentrata nelle ispezioni dei mercati e della grande distribuzione. Anche in questo ambito, a riprova della necessità di una mirata quanto professionale attività di controllo, sono state elevate pesanti sanzioni per difetto di tracciabilità del prodotto, con il sequestro di oltre 2 quintali di pesce per il quale non poteva essere garantita la provenienza.
Visti i risultati conseguiti e l’impegno profuso, proseguirà senza soluzione di continuità l’attività dei militari della Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Piombino, a tutela delle risorse biologiche marine, del consumatore, della concorrenza economica leale e dello sfruttamento sostenibile della risorsa ittica.