Leggo estrefatto le dichiarazioni del Consigliere Regionale della Lega, Marco Landi, che sveste i panni di commerciante ed indossa quelli da scienziato esperto in terapie contro le manifestazioni autoimmuni sistemiche da infezione da SARS Covid 19.
Sarebbe utile spiegare a Landi e agli altri politici che entrano nel merito di complessissime questioni medico-scientifiche, che avere un ruolo politico non vuol dire necessariamente diventare esperti di materie ardue che richiedono ben altro curriculum vitae e studiorum. Per poter trattare lontanamente di temi inerenti i protocolli scientifici validati nel trattamento di qualsiasi patologia, bisognerebbe conoscere le regole della Medicina Basata sulle Evidenze, che è quella che ha consentito una enorme evoluzione della scienza medica negli ultimi decenni ed ha permesso che fossero trattate patologie che, fino a qualche anno fa, erano assolutamente orfane di trattamenti risolutivi. Basti pensare alle patologia autoimmuni o alle patologie oncologiche trattate con anticorpi monoclonali o terapie geniche che hanno permesso di contrastare e spessissimo sconfiggere leucemie e linfomi fino a qualche anno fa, fatali.
La medicina basata sulle evidenze è uno strumento universale attualmente riconosciuto da tutte le società scientifiche universali e seguito da tutti i medici. Basti pensare che la recentissima legge Bianco-Gelli, che ridisegna i confini della colpa medica mettendo al primo posto la sicurezza del paziente senza dimenticare il diritto del professionista sanitario a lavorare con serenità, presenta un apparato normativo che fa riferimento proprio al rispetto delle evidenza scientifiche.
Dal punto di vista strettamente pratico, la medicina basata sulle evidenze ha, come strumenti principali di valutazione, una scala di livelli di evidenze e di forza delle raccomandazioni. Il livello maggiore di evidenze è "la" che comprende le revisioni sistematiche di studi clinici controllati randomizzati, che sono gli studi che danno maggiore accuratezza scientifica e sono quelli effettuati su grande numero di pazienti, con metodo scientifico assolutamente rigoroso e validato universalmente, studi necessari per la registrazione dei farmaci. All’ultimo posto di questa scala le opinioni degli esperti che, senza supporto degli studi sopraccitati, non hanno alcuna validità. E’ chiaro che il discorso sia molto complesso, e forse noioso, ma questo per far capire che non si può pensare che, in un dibattito politico, si possano declinare temi di tale profondità e complessità. Landi, nel sua dichiarazione afferma letteralmente, “da mesi abbiamo invece la riprova che la somministrazione di plasma convalescente entro 9 giorni dall’insorgenza dei sintomi ha ridotto il rischio di ospedalizzazione”. Ma quale ricerca, e con quali livelli di evidenza scientifica che ne validino i risultati? La scienza non è politica per cui tutti possono dire tutto quello che vogliono. La scienza medica, rispetto alla politica, è cosa seria e non va utilizzata in maniera impropria, senza averne contezza e soprattutto autorevolezza, solo per meri motivi di propria autopromozione. La politica si deve occupare di politica sanitaria, non di Medicina. Che è cosa ben diversa.
Dopodiché, per completezza, se Landi vuole capire perché la Regione non ha inserito nel protocollo del trattamento per il Covid il plasma, si vada a leggere i risultato dello studio TSUNAMI, studio clinico randomizzato e controllato, promosso dall’Istituto superiore della Sanità e dall’AIFA e coordinato dall’ISS, sul ruolo terapeutico del plasma convalescente nei pazienti che hanno sviluppato malattia COVID-19. Lo studio TSUNAMI non ha evidenziato un beneficio del plasma in termini di riduzione del rischio di peggioramento respiratorio o morte nei primi trenta giorni. E i risultati dello studio TSUNAMI sono in linea con quelli della letteratura internazionale, prevalentemente negativa. Al contrario dei trial clinici sui vaccini e sulle nuove terapia contro il Covid recentemente validate che hanno dimostrato una enorme efficacia sia in termine di riduzione della morbilità che mortalità. E ne hanno permesso l’utilizzo nel trattamento contro la patologia Covid correlata.
Cerchiamo di rimanere con i piedi per terra e soprattutto di non essere tentanti da quella sindrome di autorevolezza e di conoscenza scientifica che purtroppo sta colpendo molti protagonisti politici a vari livelli ma che che nessuna carica politica può dare. La credibilità passa anche dalla conoscenza dei propri limiti. Altrimenti, da voler apparire credibili, si rischia di diventare ridicoli