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113520 messaggi.
ROMANA DA SETTE GENERAZIONI da ROMANA DA SETTE GENERAZIONI pubblicato il 9 Dicembre 2008 alle 22:21
CaraMichela, mi piace la foga con cui difendi le tue opinioni. Sarà….perchè sei intelligente, giovane, donna (in campana, l’ultimo attributo potrebbe rivelarsi un Boomerang !) Sarà….perchè, ringraziando Dio, ho raggiunto una …certa età Sarà…perché, anche a me, hanno dato della quarantenne, pur avendo 20 anni ed ero orgogliosa di apparire, forse senza esserlo, persona matura, sinonimo di orgoglio e non offesa anche perché, a 40 anni non mi sentivo, in maniera assoluta vecchia. Sarà… perché, ho frequentato l’Avviamento. Per chiarire, in quegli anni per accedere alle Medie, era necessario sostenere un Esame di Stato o ammissione e poche famiglie erano in grado di sostenere i costi dei corsi e delle tasse scolastiche; al massimo era un sacrificio familiare da affrontare per il figlio maschio. Sarà….per questo , che mi sono diplomata, a mie spese, con i figli già grandi e laureati. Oggi, grazie a te mi scopro meno indulgente nei confronti dei miei coetanei. Certo, W i vecchi! Ci mancherebbe! Ma lo siamo mentalmente diventati così presto da aver già dimenticato quanto noi (spero anche Voi) abbiamo rotto i zi…bidei a tutti? Ci sembrava un nostro diritto, dovere, ed era giusto, buono e sacrosanto farlo. Mi sembra riduttivo ed inconcepibile nel 2008, non dimostrare comprensione o tolleranza, per l’inesperienza dovuta alla giovane età, che sotto alcuni aspetti risulta più difficile, se paragonata alla nostra, forse più “fortunata” perché non hanno provato le nostre privazioni? Quale uomo o donna non ha lavorato perché al proprio figlio fossero risparmiate? Ammiriamo i pochi giovani, purtroppo, che, esattamente come noi, hanno ancora il coraggio e la voglia di parlare, infischiandosene del rischio di sbagliare. Anche ai nostri tempi…(bene, ho avuto il coraggio di scrivere la frase che odio di più) qualcuno criticava, non capiva, ma c’era anche chi , come mio padre, intelligentemente, per dimostrarci che anche un vecchio poteva capire i giovani per un periodo si fece crescere i basettoni (io, ancora troppo giovane,non riuscivo a cogliere la bonaria ironia e provocazione). Per concludere, alla elbana, vogliamo sentirci dire: “Ditemi quel che sono, non quello che ero…” Non posso sapere quel che sarà, l’unica cosa di cui sono certa, cari amici coetanei, che, senza i giovani, non esiste futuro, neanche per noi. Un caro saluto.
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Giulietto da Giulietto pubblicato il 9 Dicembre 2008 alle 21:49
Rispondendo al grande Giulio aggiungerei qualcosina al riguardo. E· scandaloso il modo in cui, sindaco, e compagni di merende, hanno mentito spudoratamente, sapendo di mentire. Piu· responsabile era dire," la piazza rimane chiusa perche· altrimenti due consiglieri se ne andranno e io dopo cosa faro·? Ma,....... se viviamo il centro e abbiamo gli occhi, vediamo che la piazza di fatto non e· MAI stata chiusa,e· veramente una grande presa per il c--o per tutti, cittadini e commercianti,esclusi quei due bar che grazie alla COERENZA, di sera hanno a disposizione un grande parcheggio tutto per loro. Sindaco, ci vorrebbe solo un po· di buon senso...............
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rogky da rogky pubblicato il 9 Dicembre 2008 alle 20:40
Ciao Fabrizio e un saluto a tutti i lettori, volevo portare a conoscenza che x coloro che si sono recati a marina di campo in località la foce negli ultimi tempi può darsi che abbiano notato alcuni tubi in gomma di colore nero accatastati nei pressi del ponte, pare che servano per creare un ponte provvisorio poiché UDITE UDITE il ponte attuale dovrebbe essere demolito per farne un·altro nuovo con un·arcata maggiore, cioè farne un·altro più alto per avere in pratica una maggiore luce tra il ponte e il torrente sottostante, nella mia ignoranza e visto i tempi che corrono forse non sarebbe stato meglio dragare il fosso? cioè abbassare il letto del torrente? pare che negli anni 60/70 gente del posto trasportava la rena/sabbia che si fermava sotto il ponte in altri luoghi, in quegli anni è mai tracimato il fosso? la domanda sorge spontanea ci avrà pensato chi di dovere qual·era la soluzione migliore? di sicuro dormiremo sonni tranquilli sapendo che il denaro delle nostre tasse è gestito bene. Vorrei spendere una parola sulla questione Provincia o Comune secondo me metterei a referendum anche anche la possibilità di scegliere se restare con la provincia di Livorno andare con quella di Grosseto o istituire il porto franco es. campione d·Italia.
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Per Info da Per Info pubblicato il 9 Dicembre 2008 alle 20:16
Un ci poi crede? Ci si tu e Rossi che un ci crede. Ma sai quant·è che il burattinaio tira i fili,la foresta si fa li c.......zi sui, e il predictore un ha più voce a forza di sbraità per la Piazza? Chi un ha capito è perchè un vole capì......
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FACILMENTE da FACILMENTE pubblicato il 9 Dicembre 2008 alle 18:44
Scusate, ma Tenews potrebbe inserire qualche altra notizia? Ogni volta che apro la pagina, do scossa.
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robbaccia da robbaccia pubblicato il 9 Dicembre 2008 alle 18:43
LASCIATE PERDERE LE PROVINCE ... ... Lasciatele perdere, le province. Servono unicamente amministratori locali veramente capaci, di quelli che picchiano i cazzotti sulle scrivanie piene di scartoffie e si fanno valere. Ma se dicono che la provincia rossa ostacolerebbe i cosiddetti Comuni di altri colori o viceversa, vi pare che il problema si possa risolvere con l·istituzione di un·altra provincia? Dovremmo riempire l·Italia intera di una miriade di micro province che, oltretutto, sono fra gli enti più inutili che ci possano essere. Risparmiamoci ·sti soldi, piuttosto, che è meglio ........!!!
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monitor da monitor pubblicato il 9 Dicembre 2008 alle 17:15
Concordo con martinenghi, il nemico dell·elba è la provincia di livorno che qui all·elba mette solo vincoli mentre nella costa tirrenica si vede affiorare stanziamenti per il turismo vedi porto turistico di rosignano ,castiglioncello e piombino. qui invece solo vincoli è ora di dire basta... è ora che noi elbani dobbiamo farci sentire , soprattutto a firenze nei palazzi della regione, basta con livorno rossa e le loro politiche bulgare e di comodo per i loro compagni
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info da info pubblicato il 9 Dicembre 2008 alle 15:44
un ci posso crede!!!! La SD che appoggia la destra! o lui un era quello che a 10 anni andava già con l·Unità sotto il braccio? Ci so voluti un po di anni ma finalmente ha gettato la maschera. Ora tocca a chi sta con lui (soltanto di nome e non di fatto, comunque) a prende le dovute distanze e a porgli degli interrogativi a cui chissà come risponderà...e quell·altra finalmente in modo palese darà una mano al marito, sono anni che le cose staveno così ma si voleva fa finta di non vedè.Comunque credo il gioco non finisca qui ce ne saranno ancora delle belle!!!!!
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Stefano Martinenghi da Stefano Martinenghi pubblicato il 9 Dicembre 2008 alle 15:34
[SIZE=4][COLOR=darkblue] SI’A REFERENDUM COMUNALI PER NUOVA PROVINCIA O COMUNE UNICO [/COLOR] [/SIZE] Grazie ad un quotidiano nazionale che raccoglie firme per l’abolizione delle Province, è tornata d’attualità la questione: servono e vanno conservate, o sono inutili e vanno abolite? Chi conosce la Storia e l’amministrazione dello Stato sa che sono ineliminabili, come ha ammesso a Porta a Porta la scorsa settimana anche il Ministro del Tesoro Tremonti. Perchè affondano le radici nei liberi Comuni del Rinascimento, poi divenuti Repubbliche, Principati e Regni regionali, fino all’unità d’Italia del 1860. I Comuni dominanti di allora sono le Province di oggi, come i Regni dell’800 spesso coincidono con Regioni odierne come la Toscana. Allora questi Comuni riscuotevano tributi per la difesa di strade, fiumi e mari del territorio dal nemico o calamità naturali; secoli dopo gli stessi Comuni, ora Province, assistono il territorio nella difesa dalle calamità naturali, nella realizzazione delle infrastrutture e dello sviluppo economico. Tale struttura amministrativa su tre livelli territoriali – con la Provincia in mezzo a far da “mediatrice”- si è dimostrata funzionale, in un’Italia che ha negli oltre 8.101 “liberi” Comuni e 104 province le vere fondamenta della Nazione, la più “giovane”d’Europa. Sorta, all’opposto degli altri Paesi “centralizzati” da secoli, riunendo a forza i diversi Regni regionali sparsi per lo stivale e con essi le diverse“congreghe”, lobby e mafie che lo condizionano ad ogni livello. Così il cauto legislatore del dopoguerra ha preferito tre corpi di polizia e servizi segreti in concorrenza fra loro per evitare “golpe”, ed ha mantenuto sotto l’Amministrazione centralizzata dello Stato i tre livelli preesistenti di amministrazione territoriale; con competenze spesso sovrapposte e poteri di veto incrociati, per minimizzare la malamministrazione. Un sistema di “contrappesi”, che solo l’imbarbarimento dell’etica politica attuale ha paralizzato, che deve essere rinnovato non estinto. Perché se oggi se una regione “azzurra” o “rossa” ha una Provincia di colore opposto, questa ostacolerà ogni sua iniziativa, forte del proprio potere; se dello stesso colore ostacolati saranno invece i Comuni “dissidenti” di diverso colore. Così questa politica ha ridotto l’Italia. L’Elba Arcipelago appartiene alla “rossa” Provincia di Livorno della “rossa” Regione Toscana e vanta Storia, tradizioni, territorio, economia, ed orientamento politico distinti da essa. Non deve dunque stupire né una politica livornese a sfavore dell’Elba e favore della costa; né il progressivo storno delle tasse elbane investite altrove in Provincia; né il trasferimento in atto delle nostre infrastrutture amministrative: Catasto, ASL, Tribunale, Conservatoria, 115, Ospedale; né, di conseguenza, che sempre più elbani avvertano la necessità di divenire nuova Provincia. Sarebbe pertanto opportuno, come ormai si sente da più parti, dare modo ai cittadini di esprimere democraticamente la propria preferenza tra Comune unico e nuova Provincia, appresi pro e contro di entrambe le soluzioni istituzionali, che nessuno deve imporre. Il mezzo previsto da Costituzione e Legge 267/2000 sugli enti locali è il referendum comunale. Basta poco per realizzarlo e sarebbe interesse di tutti. [COLOR=darkblue] Civiltà Elbana Stefano Martinenghi [/COLOR]
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LA LOCANDIERA da LA LOCANDIERA pubblicato il 9 Dicembre 2008 alle 13:38
X Bruno Paternò Mi fa piacere vederLa ogni tanto sul blog. Più in là, Le invierò gli Auguri Natalizi. Per adesso La saluto cordialmente.....gentile Fornareto. 🙂
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luna da luna pubblicato il 9 Dicembre 2008 alle 13:35
scusate ma le luci a portoferraio, l asl ha sospeso i lavori perche· non sicuri, ma verra· sbloccata questa sospensione o Natale 2008 lo facciamo al buio???????
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CAPOLIVERI ROSSO da CAPOLIVERI ROSSO pubblicato il 9 Dicembre 2008 alle 10:50
PCI= PARTITO COMUNISTA ITALIANO PDS= PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA DS=DEMOCRATICI DI SINISTRA RC=RIFONDAZIONE COMUNISTA PD=PARTITO DEMOCRATICI A CAPOLIVERI SD=SOLO A DESTRA
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CASO CAPOLIVERI da CASO CAPOLIVERI pubblicato il 9 Dicembre 2008 alle 9:31
Ma perche le due forze sono sempre state insieme a capoliveri??????????? non mi sembra, anzi credo che qualche esponente sd sin dall·inizio non era con il sindaco, anzi.................................. le cose a capoliveri si sanno e non servono articoli sui giornali, non bisogna dire sd, ma alcune (due) persone di sd.
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ARSENIO LUPIN da ARSENIO LUPIN pubblicato il 9 Dicembre 2008 alle 8:48
X MICHEA CARDENTI "Non parlo del Medioevo.Ho l·età di tuo padre, quindi giudica tu se siamo "vecchi" o no.. L·asino me lo ricordo eccome...poverino quanto sgropponava per la vendemmia.Ritornando ad allora,anni 60/70, si andava ancora a debito alle botteghe, a segnare la spesa sul LIBRETTO, e la scuola dell·obbligo a quei tempi era fino alla 5° elementare. Negli anni 60 in pochi finivano i 3 anni di Avviamento, così chiamato prima che mettessero le Medie ". COPIA INCOLLA. questa volta l·ho fatto io. Non ho scritto che ho fatto l·avviamento...leggi bene.Se ho l·età di tuo padre, c·erano già le scuole medie. Comunque, come ti ha scritto qualcuno in un post, davvero sembri una quarantenne quando scrivi. Alle volte un pò prolissa (senza offesa).Ma una "quarantenne " senza esperienza....Non mi devi pregare su come devo risponderti, semplicemente non ti rispondo. Con un altro nick è da 1 anno che scri 🙂 vo su questo simpatico blog, e nessuno mi ha mai detto che i mei post non son costruttivi; per cui se non ti piacciono, sorvola e non leggerli, non è un problema. Quì ci si scambiano opinioni amichevoli e i giudizi sia tecnici che morali, li lasciamo ad altri. Buona giornata.
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bruno paternò da bruno paternò pubblicato il 9 Dicembre 2008 alle 8:02
Grande. Solo grande. b.p.
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grognard da grognard pubblicato il 9 Dicembre 2008 alle 7:43
X GIOBBE Fare i regali a Natale, quelli costosi o, tanto per intenderci, quelli che contribuiscono a lapidare le già magre tredicesime, non è mica un obbligo. Anzi! Sono dell·opinione che sarebbe sicuramente meglio approfittare di questa crisi per dedicarsi piuttosto a profonde riflessioni. Per anni ci siamo crogiolati nel consumismo più sfrenato ponendoci in risalto agli occhi dei nostri figli, come un pessimo esempio di vita. E i consumi, in senso generale ovviamente, sono andati anche oltre le reali possibilità finanziarie delle famiglie che troppo spesso hanno voluto ricorrere al credito per acquistare prodotti che, alla fin fine dubito siano così necessari. Vedi i vari tv al plasma, LCD, computer di nuova generazione, i suv, auto a iosa, internet, sky, cellulari, elettrodomestici di tutte le specie. Eppoi, tutti quelli che non vogliono rinunciare al ristorante, al "uicchend". I figli che chiedono troppo spesso articoli firmati o griffati ... insomma, non ci si può troppo lamentare se arriviamo a fine mese con l·acqua alla gola perchè costretti a rimborasare una marea di mini rate a presunti interessi zero! Nessuno invece che consigli politiche volte al risparmio o almeno ad una più attenta gestione delle proprie risorse. Oggi vogliamo possibilmente TUTTO e, sempre possibilmente, SUBITO. Il fatto di non poterci permettere questa o quella cosa sembra ci deprima terribilmente e ci faccia sentire inadeguati rispetto "agli altri" che invece, quella cosa magari ce l·hanno o se la possono permettere (?). Ritornando ai regali di Natale, basterà sapersi accontentare. Rispolveriamo il vecchio detto "a caval donato non si guarda in bocca" e ... Buone feste a tutti!!
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ivorycronos da ivorycronos pubblicato il 9 Dicembre 2008 alle 2:09
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gift da gift pubblicato il 9 Dicembre 2008 alle 1:41
A Michy. Che letteroni che scrive! Pensavo avessi almeno quarant·anni... Ti sei mai posta il problema sopravvivenza? Mi sà di no. Sei una delle tante gioveni che ben nutrita ha fatto le scuole con mamma e papà alle spalle, e non e· mai stata sfiorata dal pensiero(FORTUNATA!). Si da· il caso che c·è gente che questa situazione l·ha vissuta! e grazie a loro adesso siamo qui a fare grandi discorsi.. Viva i vecchi! ...
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Marco da Marco pubblicato il 8 Dicembre 2008 alle 22:46
[SIZE=4][COLOR=red]PORTI TURISTICI: LA CONCESSIONE DEMANIALE SPETTA AI COMUNI LA CORTE COSTITUZIONALE ACCOGLIE IL RICORSO DELLA REGIONE TOSCANA SI CHIUDE COSÌ IL LUNGO CONTENZIOSO CON IL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE [/COLOR] [/SIZE] Firenze, 23 ottobre 2007 - La Corte costituzionale ha accolto il ricorso della Regione Toscana e ha sentenziato che, come su Viareggio, anche su tutti gli altri porti turistici e commerciali di rilevanza economica regionale e interregionale il rilascio delle concessioni demaniali non spetta allo Stato. Si chiude così il lungo contenzioso tra Regione e Ministero delle infrastrutture aperto sulle competenze amministrative sui porti turistici e commerciali. Se sul porto di Viareggio la questione era stata definita con una sentenza della Corte Costituzionale emessa l’anno scorso, che aveva già escluso la competenza statale, il fronte era rimasto aperto su porti come quello di Marciana Marina, Campo nell’Elba, Porto Azzurro, Rosignano, Cecina, San Vincenzo, Scarlino, Castiglione della Pescaia, Monte Argentario, isola del Giglio. Il Ministero infatti aveva ritenuto che la sentenza sul porto di Viareggio potesse non riguardare gli altri porti. E lo dichiarava in una nota inviata alla Direzione marittima di Livorno e alla Capitaneria di Porto di Viareggio e impugnata subito dalla Regione Toscana. La quale ricordava che già dal 1998 aveva attribuito le funzioni amministrative sui porti turistici e commerciali ai Comuni, in attuazione del principio di sussidiarietà, a ulteriore conferma della ripartizione di competenze sancite dal Titolo V. La sentenza della Corte costituzionale emessa oggi lo conferma. Hai capito? Studia un altro po·...
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PARADOSSO da PARADOSSO pubblicato il 8 Dicembre 2008 alle 21:12
Legge fisica e paradosso politico: in fisica, nel mondo dei mortali, per passare da uno stato ad un altro si deve applicare una forza, compiere uno spostamento e quindi produrre del lavoro; in politica invece, anche se sempre nel mondo dei mortali, per passare dallo stato di Partito Politico allo stato di Partitocrazia non deve essere compiuto alcun lavoro, alcuno spostamento, applicata nessuna forza, si deve star semplicemente fermi! Ergo, per non passare allo stato di Partitocrazia è necessario, condicio sine qua non, che si compia del lavoro e cioè che le chiappe degli unti dalle elezioni, dopo un po’ di anni, devono essere fatte spostare dalle sedie alle biciclette dove per restare in piedi è necessario pedalare. Tradotto in soldoni vuol dire che se noi non partecipiamo alla vita politica con attenzione ed in modo costruttivo, siamo direttamente responsabili della naturale deriva verso la Partitocrazia. Il politico/amministratore è per definizione partitocraticheggiante, non fosse altro perché col tempo vive l’esperienza come fosse il suo mestiere, in molti casi il solo e non ha ne la forza ne tantomeno la voglia di alzare le chiappe ed andare a fare un “giro in bici”. Spesso accade anche che non sia più in età per farlo. Dalle definizioni che seguono, in buona parte prese a prestito sulla rete, non è difficile dedurre che solo noi bloggisti più o meno accalorati, inscritti ai partiti, simpatizzanti o semplicemente cittadini interessati alle vicende politiche, abbiamo il potere di gestire il flusso Partito-Partitocrazia. La direzione del flusso dipende esclusivamente dalla nostra capacità di far passare i vecchi culi dalle sedie alle biciclette. Le definizioni: PARTITO POLITICO Il partito politico può definirsi come una formazione sociale, dotata di un’organizzazione, avente come obiettivo fondamentale la “trasposizione sul piano giuridico della realtà politica, avvalendosi di mezzi predisposti dall’ordinamento”. Il fine che il partito politico si propone è quello di far sì che il programma da esso predisposto ed accettato dalla comunità venga fatto proprio dallo Stato-soggetto ed utilizzato come base dell’indirizzo politico statale. Per fare questo è necessario che vi sia una buona dose di democratizzazione delle strutture partitiche in cui i leader stessi siano disposti a mettersi o rimettersi periodicamente in gioco attraverso appunto il confronto democratico e civile delle idee ma anche delle critiche a quello che non va o non va più. Viceversa, se i partiti si arroccheranno sempre di più nelle loro eburnee torri del potere, tagliando quel vitale cordone ombelicale che li lega alla società, alla gente comune, ai problemi della società, perderanno del tutto la loro vitalità e il loro consenso: unica risorsa che li legittima e li rende attori protagonisti della volontà collettiva. Per il diritto italiano i partiti sono soggetti privati che rientrano nella categoria delle associazioni non riconosciute. Trattandosi di associazioni non riconosciute, non vincolano nessuno, né gli iscritti e tanto meno i non iscritti. La loro forza non dipende quindi da una particolare posizione giuridica, ma dal fatto che gli atti politici che propongono, sono fatti propri dal parlamento, e quindi dal governo, e acquistano perciò una forza giuridica vincolante. In questo modo i partiti fungono da filtro tra la società e lo stato apparato. L’art. 67 Cost. sancisce che “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato” mentre l’art. 82 Cost. riconosce l’esistenza all’interno del Parlamento, di gruppi parlamentari che ovviamente sono filiazioni dei partiti. La lettura congiunta di queste norme dà la visione complessiva del sistema italiano, in cui i partiti dovrebbero teoricamente fungere da intermediari tra la volontà dei cittadini e la determinazione della politica nazionale in Parlamento. I cittadini sono l’organo propulsore di un circuito che determina la politica nazionale. Essi hanno la responsabilità di selezionare i candidati che, una volta eletti, dovranno determinare la politica nazionale, traducendola in scelte operative. PARTITOCRAZIA Degenerazione del sistema democratico per il troppo potere assunto da uno o più partiti. Il sistema democratico prevede, infatti, che le scelte importanti per tutta la collettività (costruire ospedali o autostrade, spendere per la scuola o per armare l·esercito, aumentare i tributi che i cittadini devono pagare) siano decise, in Parlamento e nei vari consigli, dalla maggioranza dei rappresentanti dei cittadini. Per arrivare a determinare questa maggioranza, i cittadini si organizzano in partiti, che elaborano programmi e cercano di far eleggere persone di loro fiducia. È probabile che la democrazia funzioni meglio quando chi oggi è maggioranza può domani diventare minoranza e viceversa. Quindi, un partito, o un gruppo di partiti, detengono il potere, ma sempre incalzati da altri che vogliono decidere in modo diverso. Se però un partito, o più partiti, per varie ragioni, tengono il potere per molto tempo senza che avvenga un ricambio, c·è il pericolo che lo Stato "venga occupato". Ai posti dirigenti verranno messe persone, talvolta non capaci, ma fedeli e obbedienti agli ordini. L·efficienza dell·amministrazione pubblica viene meno e può succedere che soldi pubblici vengano dirottati nelle casse dei partiti. Si passa così dal sistema democratico dei partiti alla partitocrazia
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