Epicuro
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Epicuro
pubblicato il 11 Gennaio 2009
alle
22:46
Il mio buon amico Soloxlelba mi chiama in causa, sopravvalutando generosamente le mie specifiche conoscenze, sulla questione ambiental-climatica.
Ho già espresso più volte il mio pensiero sugli “scienziati”: in un mondo dominato dai potentati economici, chiunque può affermare tutto e il contrario di tutto, attaccando il ciuccio sempre e solo dove decide il padrone. L’esempio, che non ammette repliche, è sempre quello della terribile pandemia dell’aviaria. Una bufala ultramiliardaria, passata in cavalleria dai media (se possibile, ancora più ignobilmente servi del potere…) e dimenticata da tutti noi, poveri ghiozzi dal portafoglio sempre aperto. Ma veniamo al global warming. Il giochino è semplice e lezioso: i dati reali ce li hanno in pochi, e possono manipolarli e interpretarli a piacimento. E’ probabile che le nostre “emissioni” incidano sul clima, è però certo che incidono in maniera poco più che insignificante.
Soprattutto se non si ragiona in termini assoluti, ma in ragione di ipotetiche riduzioni percentuali. Per intenderci: se di colpo smettessimo di bruciare combustibili fossili e di allevare miliardi di animali scorreggioni, se ne potrebbe anche parlare. Ma se ci limitiamo a ipotizzare l’istallazione di qualche marmitta catalitica ai deretani dei cinghiali di Vallebuia, magari della ditta Tucker, faremo soltanto ricchi i fabbricanti di dette marmitte, gli istallatori, e naturalmente gli “esperti”, immancabili, cui affidare qualche ben pagata “consulenza sulla flatulenza”.
Ora: in realtà, discutere di tutto ciò NON HA SENSO.
La questione è un’altra: è logico affidarsi a combustibili merdosi, puzzolenti, inquinanti, chiaramente destinati ad esaurirsi, fonte primaria di disuguaglianze sociali, di guerre, di corruzione ed ecomafie? O forse, sarebbe il caso di smetterla di credere alla favola che le tecnologie attuali non ci consentono ancora di passare a fonti di energia rinnovabile e pulita? Ma vi sembra credibile, nell’era dei microcomputer, dei trapianti di nervi ottici, dei satelliti intelligenti e delle bombe sempre più cretine… oggiù, siamo seri. Il clima dipende da milioni di fattori, per il 99% indipendenti dalla nostra volontà. Il nostro futuro, invece, dipende in gran parte da noi.
Proviamo ad agire, nel nostro piccolo, in modo concreto. Ad esempio, battendoci per togliere gli assurdi vincoli che oggi, di fatto, rendono difficile e costoso l’impianto di sistemi fotovoltaici e solari, inevitabilmente sottoposti alle forche caudine dell’onnipotente soprintendenza di Pisa.
Poi, quando farà caldo ci faremo un bel tuffo in mare, e quando farà freddo ricorreremo alle mutande di lana. Di lana… non di ghisa, se possibile. 😎
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