Scrive scrive, la gente scrive. La mattina butti un occhio su Camminando e ne succedono di tutti i colori. Chi non capisce che incazzarsi per un paese isolato non vuol dire non volere il Rally, il sindaco di Portoferraio che chiude una scuola per una innocua biscia mandando una circolare a 50 enti vari, le allerta meteo inutili e false che servono a far restare a casa i pochi turisti che venivano a darci dù soldi. Poi ti chiamano che è morto Walter, pochi giorni dopo Franco, suo coetaneo. E capisci che la gente perde il proprio tempo inutilmente. Sono tornato a casa, ho abbracciato i mi' figlioli e mai come oggi ho pensato.... Ma andatevela a piglià nel c**o voi, e l'allerta meteo.
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il problema non è il rally ma chi lo organizza. Fino a che il percorso lo disegnava un elbano problemi non ce ne sono mai stati.I casini sono cominciati da quando i livornesi lo hanno fatto fuori ed il percorso lo fanno loro che nonconoscono l'isola ed hanno la supponenza di essere dei padreterni. Ma come si fa ad isolare S.Ilario per due giorni consecutivi per otto ore? E Lacona inventandosi il percorso Vladana-Colle Reciso che blocca una frazione ancora zepa di turisti? Che ci azzecca Elio Niccolai con questa gentew?Elio vientene.
Ma il sindaco di Portoferraio ne è al corrente????
Non seguo molto la politica nostrana e tantomeno quella nazionale e quello che leggo per caso mi conferma che faccio bene visto il livello. Sono rimasto meravigliato infatti di questo scambio di battute tra queste due signore e mi domando, ma la Del Torto non è presidente del consiglio o mi sbaglio e attacca un assessore del suo consiglio; gli risponde la signora Mancuso, non si sa perché, ed il presidente dice che gli uffici comunali non funzionano, ma non li dovrebbe far funzionare lei? Ma che casino fate? Ma che casino cè?
DEL TORTO
Parto esattamente dall’ultima frase scritta dall’Assessore all’Istruzione Adonella Anselmi nella sua risposta di ieri al mio intervento sulla Scuola superiore di II grado ISIS FORESI: “La campagna elettorale è finita!”.
Perfetto, è esattamente quello che penso io…..ma aggiungo “la campagna elettorale è finita da ben 4 mesi e voi siete al “potere” dal 26 maggio!”.
E quindi mi domando: “Com’è possibile che in questi 4 mesi in cui si sono letti articoli di denuncia sulla stampa locale sul crollo del tetto e sulla carenza delle aule, proprio l’Assessore, nonché Presidente della Conferenza zonale dell’Istruzione, non fosse a conoscenza di tutti gli evidenti problemi connessi? Com’è possibile che in questi 4 mesi si sia preoccupata una “piccola” minoranza come noi, depositando una mozione già due mesi fa e, invece, chi è deputato a sapere tutto e di più non ne sapeva nulla?”
La spiegazione che “la Conferenza si è mossa nel momento in cui ne è venuta a conoscenza” non giustifica affatto, anzi direi che è molto preoccupante e grave, come preoccupante è la risposta offerta dall’Assessore Anselmi al genitore che, avuta la notizia dell’esclusione del figlio, le ha chiesto aiuto e la stessa è stata liquidata con un elenco di numeri di telefono di funzionari della Provincia a cui si sarebbe potuta rivolgere tra cui il dott. Cruschelli, Bonsignori, Giusti, Romagnoli, De Fusco etc etc etc etc etc.
Non sarebbe stato più opportuno, anziché liquidare il genitore, rassicurarlo personalmente sul fatto che la Conferenza si sarebbe attivata (seppur in netto ritardo rispetto al problema) come poi è stato appreso dalla stampa del giorno dopo?
Ma i dubbi non finiscono qui. L’Assessore sottolineando che “tutti i componenti della Conferenza gravitano, per lavoro, nel mondo della scuola” non avrebbe dovuto sapere, proprio per l’esperienza decennale, che era necessario intervenire nei primissimi giorni del suo insediamento?
E’ infatti noto a chi opera nel settore che il problema principale di questa grave situazione non è da ricercare negli eventi di 4 giorni fa, bensì nella scelta adottata a giugno, in sede di definizione dell’organico di fatto, di assegnare una sola prima classe (c.d. articolata) invece che due. E’ in questa fase che Sindaci, Assessori e Conferenza (come detto composta da persone del settore) avrebbero dovuto preoccuparsi e attivarsi senza aspettare passivamente l’inizio della scuola!
A questo punto, speriamo solo che questa triste vicenda si concluda positivamente e, possibilmente, serva da esperienza per la nuova Amministrazione che deve cominciare ad attivarsi concretamente senza aspettare che siano gli altri a farglielo presente, siano essi genitori, cittadini o consiglieri di opposizione.
Spirito di iniziativa e partecipazione aiuterebbero!
MANCUSO
Cara Alessia, concordo sul fatto che sia da migliorare la comunicazione tra scuola ed amministrazione che sono due mondi che non possono rimanere separati senza fare danno ai nostri ragazzi. Ma rimango un pochino sbigottita quando sento parlare di tutela dei diritti e tempismo dopo alcuni episodi che dimostrano come questo sia necessario in ogni ruolo. Attendo infatti da oltre due mesi l'inserimento all'ordine del giorno della mia istanza di annullamento in autotutela della convalida degli eletti con riferimento all'incompatibilità di Guido Bucci, inserimento che alla luce della tua carica di Presidente del Consiglio spettava a te. Non trovi che un diritto sia stato calpestato e senza che nessuno possa accampare problemi di comunicazione ben verificabili al protocollo del comune di Portoferraio? Sai qual'è il risultato... la rinuncia a quei diritti... cosa che Adonella Anselmi può con la sua iniziativa ancora scongiurare.
DEL TORTO
Ciao Paola, purtroppo il tuo intervento e' decisamente fuori luogo per due semplici motivi. Il primo e' chiaro a tutti, mentre qui si parla di.un grave problema relativo alla scuola, te parli di tutt'altro. Il secondo aspetto e' ancora piu' semplice poiche' la tua istanza non mi e' mai stata trasmessa ne' dall'Ufficio protocollo che dal Sindaco e maggioranza a cui il caso e' strettamente connesso. Ti consiglio quindi di fare un accesso agli atti per capire da chi e come e' stata definita la tua istanza, visto che io non ne sono stata investita. Sono comunque sempre a disposizione nelle sedi istituzionali deputate alle trattazioni di certe tematiche. Personalmente ritengo.anche fuori luogo e poco elegante (per il diretto intetessato) parlare di un caso personale in un commento ad un articolo.
MANCUSO
Cara Alessia l'istanza è stata depositata davanti a te come a te mi sono più volte rivolta nelle sedi istituzionali.
Peraltro il ruolo del Presidente è un ruolo di garanzia dei diritti dei consiglieri e del corretto funzionamento del consiglio.
Poco elegante è il dare lezioni di morale agli altri senza aver avuto il tempo di comprendere il proprio ruolo.
Tutto qui il cambiamento?
DEL TORTO
Se vuoi la risposta che cerchi, non scrivere a me o su di me, ma ai destinatari della tua istanza che nel caso tu ti fossi dimenticata sono il Segretario e il Sindaco.
Il resto che sa di mera provocazione non merita risposta. Passo e chiudo.
Che cosa vuol dire che il Comune di Capoliveri erogherà la somma di € 10.000,00 iva compresa alla Polisport Capoliveri per l'attività di supporto alla organizzazione del XXVI rally Elba storico come è riportato nell'albo pretorio del Comune di Capoliveri pubblicata il 18/09/014 al n° 2206?
Ho letto bene?
[COLOR=darkblue][SIZE=4]Ricordo di Mario Mazzi di Rio Marina . [/SIZE] [/COLOR]
( Di Marco Contini e Mazzi Marcella )
Caro Mario , questa notte all'una ci hai voluto lasciare definitivamente . Lo dicevi da tempo e quando io e Marcella ti venivano a trovare cosi come con Antonietta, Grazia , Stefano e Simona chiedevi sempre di volertene andare via . Lo sai Mario , non dipendeva da noi. Poi mi chiamavi sempre Lenio, e io ti dicevo che non ero Lenio, tuo fratello , ma tu insistevi , mi stringevi la mano , mi guardavi e cercavi nei miei occhi quelli del tuo amato fratello. . Mi cercavi per farti bere o per chiedermi le medicine per lenirti il dolore intenso che negli ultimi mesi ti stava provando e consumando. Continuavi a chiamarmi Lenio e io ti dicevo che Lenio era andato via da tempo e nella tua ricerca in me di tuo fratello capivamo che desideravi andare a raggiungerlo li dove ora ti trovi anche tu. Caro Mario, io non ti ho conosciuto bene se non negli ultimi mesi e ora ho con me il ricordo di te , nelle ultime foto che ci rimangono Ecco alcune delle tante cose per cui non ti dimenticherò Ecco perché c’è già il vuoto della Tua presenza fisica che s’annunciava con quel Tuo “Lenio vieni qui vicino a me ” quando Ti venivamo a trovare. Che Dio Ti benedica e Ti accolga come meriti, come ha voluto che meritassi facendoTi attraversare la difficile avventura della sofferenza, che è sempre l’anticamera del Paradiso , anche per te.
Ora Mario, puoi lasciare finalmente la mia mano, sei , come desideravi vicino a Lenio e a tua mamma che chiamavi sempre nelle ultime settimane. Ciao Mario , ora sarai sicuramente sereno e io e Marcella , pur non potendo essere lì vicino a te per l'ultimo saluto ti siamo vicini con il cuore . E ora che sei li con Lenio ti chiediamo con lui di starci vicino , siamo noi ora a chiedere a voi di darci serenità e di aiutarci nel difficile cammino che e' la vita. Ciao Mario . Ti vogliamo bene.
Lunedì 22 settembre l’amministrazione comunale di Portoferraio ricorderà il 71° anniversario dell’affondamento del piroscafo Andrea Sgarallino avvenuto il 22 settembre 1943 nelle acque antistanti Portoferraio. Alle 9.49 di 71 anni fa, due siluri, partiti dal sommergibile britannico HMS Uproar, colpirono il piroscafo causandone l'affondamento immediato e la morte di circa trecento persone.
Il ritrovo è previsto alle ore 9,35 sul Piazzale antistante la Capitaneria di Porto,
E’ gradita la presenza degli Enti e delle Associazioni per ricordarne le vittime.
IL SINDACO
Arch. Mario Ferrari
Ecco fatto. Lasciamogliene organizzà di molte, ai livornesi, di gare all'Elba. Il Rally ha da sempre avuto i suoi tracciatori elbani che non hanno mai causato guai come quelli di quest'anno: paesi isolati, prove speciali inguardabili. E pensà che si partono da tutt'Europa pe venì a core qui... se li lasciamo fà ci fanno morì anche questo, come fecero con quello moderno...ELBA AGLI ELBANI, rally compreso!
Noi santilariesi non abbiamo nulla contro il rally, il nostro problema sono gli “organizzatori” che non hanno saputo “organizzare” questo evento. Hanno chiuso completamente un paese alla circolazione stradale per due giorni senza dare la possibilità di un’interruzione di almeno un’ora o due nel momento in cui arrivano i ragazzi delle medie e delle superiori. La gente di Sant’Ilario per andare al lavoro deve lasciare la macchina giù e poi andare a piedi oppure stare tutto il giorno fuori senza poter venire a casa a mangiare, oppure prendere il giorno di permesso. A quelli che dicono che per il turismo dobbiamo sopportare sarei contento che il prossimo anno il rally passi davanti a casa sua per 2 giorni consecutivi.
Non ci conoscevamo da molto ma eri una di quelle persone che riusciva a farsi voler bene subito ..
Eri una persona splendida...
Ciao Valter ci mancherai
Un abbraccio forte a tutta la famiglia
Valentina Petrocchi
CARO AMICO MIO CERCHERO' DI MERITARE OGNI GIORNO DI QUESTA MERDA DI VITA ANCHE PER TE. CIAO RAGAZZO...
Non ho parole.... un abbraccio forte ovunque tu sia volato. A tutta Marina di Campo mancherà la tua allegria. Un abbraccio alle tue splendide bambine a tua moglie.
Ciao Valter!
Ciao amico mio....e' tutto così surreale...."roba da gatti fradici!!"
Baldo "Otto Vaschez"
NELLA SPERANzA CHE SIA LA VOLTA BUONAS
Iscritti all'Albo professionale che ricoprono ruoli istituzionali
18/09/2014 - Collegio Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Livorno
(Pubblicata da Collegio Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Livorno)
Il Consiglio Nazionale Geometri, velendo creare una rete informativa degli iscritti all'Albo che ricoprono incarichi istituzionali presso gli enti locali (Sindaci, Assessori, Consiglieri...), chiede ai collegi di comunicare gli eventuali nominativi di iscritti, specificando il ruolo ricoperto.
Siamo quindi a richiedere di segnalare alla Segreteria quanto sopra tramite mail [EMAIL]sede@collegio.geometri.li.it[/EMAIL]
Arcangelo Gabriele
[COLOR=darkred][SIZE=4]Gli ascensori dell’ospedale di Portoferraio : un incubo ricorrente [/SIZE] [/COLOR]
I Comitati Elbani Riuniti pro Sanità (CER) in seguito al grave disservizio ripetutosi più volte in questi giorni, causato dal guasto dell’ascensore che conduce all’Elisuperficie, sul tetto dell’ospedale, e all’impossibilità di utilizzare il volo notturno all’Aeroporto di La Pila in caso di necessità, chiedono un incontro con la Direzione dell’ASL 6 Livorno per avere dei chiarimenti in merito ai problemi relativi all’emergenza-urgenza.
L’incontro richiesto è nell’ottica di un dialogo costruttivo ma chiarificatore che come sempre i Comitati riuniti pro Sanità (C.E.R.) intendono avere con le Istituzioni.
Poiché i CER ritengono che alcune delle problematiche attuali siano la conseguenza di errate strategie decise e attuate nel recente passato dalla precedente direzione aziendale (vedi la costruzione dell’ascensore che conduce all’elisuperficie; l’abolizione del volo notturno all’Aeroporto di La Pila decretato dopo la riunione sede prefettura Elba del 20/12/12, in quanto considerato troppo costoso per l’Elba per il ridotto utilizzo; la manutenzione degli ascensori affidata ad aziende in continente anziché sull’Isola; l’utilizzo della terapia iperbarica solo nelle patologie da decompressione e l’eliminazione dell’utilizzo per altre forme di patologie, in quanto considerata inutile all’Elba dalla direttrice precedente dott.ssa Calamai), desiderano confrontarsi con l’attuale Direttore generale dott. Eugenio Porfido e con i Direttori locali dott. Gianni Donigaglia e Bruno Graziano.
I CER auspicano che possano essere risolti nel modo migliore e nel minor tempo possibile queste situazioni ad alto rischio per la vita delle persone.
I CER colgono l’occasione di ribadire che l’Accordo firmato dai sindaci con l’Assessore Marroni il 23-11-2012 e siglato dalla giunta regionale con delibera n°1069 del 03-12-2012 deve essere rispettato in quanto costituisce una base di partenza su cui progettare successivamente la riclassificazione dell’Ospedale di Portoferraio.
Non ha senso annullare quell’accordo, significherebbe non avere nulla in mano nell’attesa di un incerto futuro.
I CER, inoltre, stanno lavorando alla preparazione di un piano di riclassificazione dell’Ospedale di Portoferraio e dei servizi sul territorio, in funzione dell’insularità, in collaborazione con le Istituzioni, al fine di garantire una maggior tutela dal punto di vista sanitario all’Isola d’Elba, terza Isola italiana, la maggiore delle Isole minori.
Comitati Elbani Riuniti Pro-Sanità Elba
La frizzante ironia (e non solo …) del prof. Zecchini sulla cosiddetta zecca di Marciana
[COLOR=darkblue][SIZE=4]LA ZECCA DI MARCIANA E LE RISERVE AUREE DEGLI APPIANO [/SIZE] [/COLOR]
È capitato anche a me di essere còlto da una specie di folgorazione scientifica sulla via marcianese tipo “Damasco”, quella della zecca: in questi ultimi giorni, infatti, sono stato abbagliato non da una sola, ma da una serie di vivide luci.
La prima luce è rappresentata dalle ricerche di ‘insigni’ studiosi, che in quanto insigni, cioè “distinti da meriti eccezionali” (cfr. Devoto/Oli, Dizionario della lingua italiana, Le Monnier, Firenze, 1980), sono pressoché inconfutabili; se hanno detto che di zecca appianea si tratta, così è, senza tentennamenti.
La seconda luce proviene dalle decisioni, sonoramente unanimi, del Consiglio Comunale di Marciana, il quale annota fra l’altro che “da tempo immemore quell’immobile viene identificato nell’immaginario collettivo dei marcianesi come “la zecca degli Appiani”; come si sa, con l’immaginario collettivo non si può interferire, se non in modo arrogante e provocatorio come ha fatto nel 1840 il Catasto Leopoldino, il quale ha avuto l’ardire di qualificare la zona e la via con il toponimo “La Tomba” anziché “Zecca degli Appiani”.
La terza luce arriva dagli interventi pregevoli e autorevoli di altri studiosi illustri, in verità con esperienze archeologiche alquanto smilze, il cui buon senso porta a concludere che l’ipogeo di Marciana può essere una cosa o il suo contrario, e anche di più.
La quarta luce emana da una sorta di sentenza pro zecca da parte di apprezzati opinionisti/maîtres à penser dal lessico forbito: quando essi si lamentano nei confronti di qualcuno o di qualcosa di fratture alle gonadi (per efficaci sinonimi, da loro usati e preferiti, si veda “Il manuale di Pierino”, edizioni Vaffa, Tre Palle n. 23, 1997), come si fa a non gratificarli di un deferente assenso?
Stante la forza di codeste luci, dapprima mi sono trovato in una profonda crisi di sconforto, ai limiti della depressione, e poi mi sono detto che è venuto il momento di studiare di più e meglio, buttando via la mia precedente convinzione secondo la quale nell’ipogeo marcianese si doveva ravvisare una tomba etrusca gentilizia. Il mio new deal storico-scientifico ha preso le mosse dal sito ufficiale on line del Comune di Marciana dove, alla sezione ‘storia’, ho appreso che “la creazione di una zecca per battere moneta” si deve a Donna Paola Colonna, divenuta moglie di Gherardo Appiano nel 1396. La mia acculturazione è proseguita con la lettura dei documenti elaborati di recente per lo stesso Comune di Marciana dai suoi consulenti, i quali affermano che la zecca “è databile alla fine del XVI secolo”. È vero che fra queste due versioni c’è un po’ di bisticcio cronologico (più o meno 150 anni di differenza), ma evitiamo di spaccare il capello in due: l’importante è che la zecca ci sia stata. Lo dice, perbacco, un certo Zanetti nel 1775, e non importa se la sua testimonianza è abbastanza lontana dagli avvenimenti (due secoli o più), se l’ ubicazione da lui data alla zecca è imprecisa e se la sua credibilità è piuttosto scarsa perché ritenuto un po’ troppo dedito all’esaltazione del Principe. Altrettanto irrilevante è che la zecca di Marciana sia citata solo da Zanetti e da nessun altro, né dagli attenti eruditi elbani del tempo né dai viaggiatori/scrittori del Grand Tour. In modo simile va considerato del tutto marginale il mancato ritrovamento di monete e di qualsiasi traccia di coniazione nello ‘scavo preliminare’ (per inciso: scavo fatto da chi? da un archeologo qualificato come impone la legge?). Addirittura insignificante è, poi, il fatto che nell’Archivio Storico di Marciana non sia stato rinvenuto alcun documento sulla zecca, nonostante che quest’ultima sia stata il frutto di un immane lavoro che, a detta dei nostri maestri/scalpellini del granito, deve essere costato una ‘botta’ e deve aver impegnato per svariati anni maestranze specializzate. A pensarci bene gli Appiano dovevano essere ben tosti: avrebbero potuto edificare in quattro e quattr’otto, e con poca spesa, un intero palazzo da adibire a zecca, e invece hanno voluto dare dimostrazione della loro potenza e della loro magnificenza (roba da far schiumare d’invidia un imperatore…) ordinando di scavare con immense difficoltà, centimetro per centimetro, un grande ipogeo che comportava l’asportazione di circa 200 tonnellate di granito. Allo stato attuale emerge una domanda pertinente: forse che quel notevole ‘caveau’ era destinato a contenere le riserve auree degli Appiano, notoriamente più ricchi di un re? Se l’epoca coincidesse (circostanza da approfondire), si potrebbe pensare al tesoro del Conte di Montecristo. E se tanto mi dà tanto, chissà che razza di tunnel gli Appiano hanno fatto scavare a Piombino, senza dubbio per loro più importante di Marciana anche per quanto riguarda le attività di coniazione.
Le mie nuove fonti, dunque, mi stanno portando sulla strada della corretta ricostruzione storica. Dovrò consultarne altre, ma sono a buon punto… E dovrò anche capacitarmi del fatto che alcuni termini usati da me e da sprovveduti colleghi (per esempio tomba ‘gentilizia’) sono ormai superati dalla ricerca storico-archeologica più recente. È ormai acclarato, infatti, che nel mondo antico le grandi tombe, sotterranee o in elevato, erano costruite ad uso e consumo della classe ‘servile’(!?).
Michelangelo Zecchini
capisco che di Sant'Ilario non glie ne frega nulla a nessuno,ma, oltre al disagio che crea questo rally agli abitanti,le attività commerciali non vedranno per 2 giorni nemmeno un turista girare per il paese.....è questo il beneficio di cui noi godiamo!!!!!!avremo anche ragione di essere un po contrariati o no????quando si programma un evento si dovrebbe fare in modo che a beneficiarne siano tutti!!!!
Nel 20 Settembre del 1890 Pietro Gori, che, si trovava recluso nelle carceri di S. Giorgio a Lucca per uno dei suoi soliti peccati di pensie¬ro, scriveva al Presidente della, Filarmonica dei Perseveranti Mar¬ciana Marina- una delle sue più belle lettere densa di idealità di senti¬mento per commemorare la gloriosa data della breccia di Porta Pia. Fu pubblicata per la prima volta nel numero unico uscito per la circostan¬za dell'inaugurazione della lapide di Pietro Gori a Portoferraio, ed ebbe grande eco. Merita oggi riportarlo in questo libro memore e devoto tanto più che la lettera è pressoché sconosciuta e rivela, mirabilmente, la elevatezza di pensiero dell'apostolo e la profonda bontà del suo gran cuore.
Il gaio fanciullo di cui si parla nella lettera, era Luigitto Mori, che fu studente a Pisa insieme al Gori. Era nato in America da genitori di Marciana Marina e si recava spesso con lui in questo paese nella ricorrenza di feste patriottiche. Luigitto Mori si era fidanzato con Bice, la dolce sorella di Pietro Gori alla quale dal suo letto di dolore dette in extremis la fede di sposa. Pietro ne scrive largamente nel suo libro di versi Prigioni.
Scritti e lettere inedite di Pietro Gori
Nell'anniversario del XX settembre
Carceri di S. Giorgio Sezione Giudiziaria, Lucca, 15 settembre 1890.
A Carlo Cascione, Presidente della Filarmonica dei Perseveranti,
Marciana Marina
Carissimo, quando nella solitudine del mio carcere sotto l'ansiosa aspettativa del giudizio penale, che di me dovea tenersi, il mio pensiero, riandando i tempi più felici e sereni della giovinezza, si soffermava con tanta poesia di affetti e di rimembranze su cotesta isola diletta, uno dei ricordi più dolci e cari era pur sempre quello della amicizia, che a te e a tanti giovani di cotesto gentile paese mi legava, e delle ore gioconde che insieme trascorremmo, allorché sulla onesta mia casa non era passato ancora questo soffio gelido di morte e di sventura.
Ed ora qui, in questo cupo carcere di S. Giorgio, adeso alla casa di forza, di cui è una sezione, nell'attesa dell'udienza di Appello, un altro ricordo vivo più lieto mi avvince e mi riconduce a te ed ai cari giovani della tua filarmonica, ed agli egregi che della società fanno parte, nella imminenza d'un anniversario, che, da voi annualmente celebrandosi, per la cortesia degli inviti vostri, e per grata consuetudine mia, mi richiamava di persona alla festosa e simpatica riunione serale, nel giorno 20 settembre da voi tenuta. Partecipare di persona, oh se lo vorrei! ma, per mia triste ventura, quest'anno io non posso. Ma se le tirannie degli eventi mi tolgono questo gradito conforto, se questa volta la mia modesta voce non si leva tra cotesto popolo marinaresco, così mite e generoso, la parola, che oggi a voi giunge di me, lontano, ma spero non obliato da voi, non risuonerà, forse sgradita nel vostro festoso convegno.
E tu, o mio buon Carlo, esprimerai agli intervenuti questo sentimento vivace di affetto e di memoria; tu, portando il saluto del povero recluso, dirai a quelli che ti fanno corona, tra cui tanti amici diletti e tanti miei vecchi compagni di studio, io vedo con gli occhi del cuore, dirai a quelli che si rammentano ancora dì me, ed a quelli che non mi ricordano più, quanto e con quale intenso desiderio io mi risovvenga di loro, e come sebbene colpito fieramente dagli sdegni umani o non mi senta indegno di tante e sì tenaci amicizie, e come mi sia cara la illusione che non sia a me venuta meno la stima che costà mi rendeva lieto e fiero.
Io non voglio per un solo istante turbare col riflesso scortese di personali considerazioni la serenità del vostro famigliare ritrovo; io non voglio gettare l'ombra sinistra di sconfortanti pensieri attraverso i baldi entusiasmi, che a voi apprestano le ore del fraterno convito.
Dimenticate pure al bagliore festoso dei vini Elbani, quello che ci è di triste nella vita, voi a cui il fare ciò, è concesso; commemorate pure il passato, con la mente aperta all'avvenire; perché non v'è dissidio nelle grandi linee della storia, ed era sulla bandiera del Leibniz scritto e sia scritto sulla bandiera di tutti i buoni e di tutti i veggenti, come il presente è figlio del passato, cosi dev'essere padre dell'avvenire; festeggiate pure con solennità la conquista di Roma strappata alle catene della teocrazia dall'Italia rinnovata per la quale combatterono i nostri padri e che fu pure l'ideale di tanti eroi, di tanti martiri; ma non dimenticate, voi che siete buoni e pietosi, i mesti problemi umani che attendono la soluzione dai nuovi tempi e dalla vigoria delle nuove generazioni. Coltivate la santa religione delle memorie, venerate gli estinti eroi, martiri del fiero pensiero arsi sui roghi, pei quali martiri ed eroi il 20 Settembre 1870 fu rivendicazione e apoteosi: ma non vi fermate di troppo a piangere sulle ceneri, che nuovi ideali sì affacciano agli orizzonti dell'umano pensiero, e sui ruderi venerabili del passato spuntano i verdi germogli delle nuove primavere.
Innanzi a Porta Pia l'umanità non può che arrestarsi pensosa e reverente; perché attraverso quella breccia non l'Italia sola passava vittoriosa, ma penetrava, con le aure del Settembre, la coscienza civile dei popoli affermantesi dinanzi ad una barbarie il potere temporale dei papi, il quale (sono questi i grandi ammonimenti della storia) era pure stato un faro ed un segnacolo di civiltà contro la prepotenza degli imperatori Alemanni, e che decrepito sotto il peso dei secoli e delle colpe, spengevasi ingloriosamente sotto il breve e facile cannoneggiamento del generale Cadorna.
Io credo che il culto dei grandi ricordi e dei grandi sacrifici sopportati per il raggiungimento d'ideali, che ottenuta la sanzione dei fatti e della realtà cedono il campo ai nuovi, sia il più grande eccitamento ai forti pensieri ed a gagliardi propositi. E voi, miei buoni amici, ben fate a rammemorare col vostro simpatico convegno il significato vero e profondo di questa data storica. Anche essa è una pietra miliare del cammino percorso; è una pietra bagnata di sangue generoso; ed è doveroso che, passando, ci scuopriamo il capo; ma quella pietra ci dice, che la via non termina con essa, che il cammino non finisce, che la mèta, cui tendono le società umane, è ancora lungi da noi, che la mèta finale finché il progresso avrà per legge il moto ed il moto la vita, non sarà mai raggiunta. Ma il nostro dovere è di camminare, e noi camminiamo; se incontreremo per via delle sofferenze, delle avversità le sopporteremo tranquilli, come una parte di questo dovere; e quando, giunti alla sera del nostro giorno mortale, ci volgeremo a guardare il cammino percorso, sentiremo il conforto di una missione compiuta; ed avremo, anche sulla nostra fossa, non dispregiata, il sorriso luminoso delle nuove aurore. Perché il sole, come l'ideale, non muore mai.
Questo ci dice la data del 20 Settembre, questo noi dobbiamo apprendere dalle opere di quelli che ci precedettero.
Quando io contemplo con la muta tenerezza della venerazione la immacolata canizie di mio padre, che pure tanti anni di vita fiorente e battagliera consacrava per questa Italia, per queste libertà, per queste leggi, che a lui cadente per le amarezze e per gli sconforti più che per l'età, toglievano sì lungo tempo il figlio incolpelvole, provo talvolta uno scoramento infinito, per me, per i miei ideali, per i destini della specie umana, che mi vien meno ogni onesta gagliardia di pensieri, di valore, di speranze. Ma tosto negli entusiasmi della mia fede ritempro di nuovo l'anima. alla lotta; e la mente, sollevandosi al di sopra delle ire e delle passioni del momento, intuisce, nella realtà delle cose, che fra i fatti umani, per dir così, tutto è bene e tutto è male, che le tristezze sono la prova di un carattere, e che infine gli uomini sono, e saranno sempre, più buoni delle loro leggi e delle loro istituzioni.
Quante cose io vorrei dirvi, che la tirannia dello spazio e del tempo non mi consentono; quanti pensieri dettati dalla mesta filosofia della prigione e dalla fantasia anelante, a cui non è dato spaziare che in un piccolo lembo di cielo, incorniciato tra le severe sbarre e della segreta. Ma voi li completerete col Vostro affetto questi tratti fugaci del mio pensiero.
Voi nelle lacune di questo scritto, sentirete tutto quello che io sento, e che esso, impotente, non dice. E, ricercando nel festante semicerchio i volti giovanili, che l'anno passato a voi sorridevano colla spensieratezza della gioia e con la espressione dell'amicizia, due visi, questa volta non rivedrete tra voi. Quello d'uno, cui furono immiti le leggi degli uo¬mini; ed il volto pensoso e pallido d'un altro, che, fu gaio fanciullo tra gli splendori della vostra marina, ed a cui furono crudeli ed ingiuste le leggi della natura. E voi così gentili e pietosi, avrete un pensiero ed un palpito d'affetto e per quello, che langue tra le fredde e solitarie mura di un carcere, e per quello che giace, povero e rigoglioso arbusto schiantato dalla. tempesta, sotto le funebri zolle di un cimitero.
Il recluso poi, non si dimenticherà certo delle riminiscenze cosi soavi che si riconnettono per lui alla data del 20 settembre. Se non di persona, egli sarà presente col memore pensiero al geniale vostro convito di quella sera. Quando le ombre fosche e misteriose di questi crepuscoli perenni del carcere, cederanno il luogo alla tenebra della notte, io in quella sera aggrappato alle rigide sbarre della mia cella, figgerò gli occhi verso le lontane plaghe meridionali del cielo, e rivedrò in fantasia, l'isola nostra confortata dall'alito purissimo dei venti di mare, e la vostra gentile Marina, rispecchiata dalle onde cristalline del Golfo. E su dall'intimo dell'animo mio verrà a voi, nella sala festosa di luce e di bandiere, questo saluto: O amici miei; e voi, giovani, che sentite le cose grandi, e che siete, per missione storica, chiamati a compiere nel ciclo della vostra vita opre buone e non meno generose; inclinate pure le vostre bandiere innanzi ai ricordi magnanimi, spargete alloro sulle tombe dei martiri estinti; ma camminate ancora, guardando il sole, che non muore mai; combattete, baldi e sereni, contro tutto quello che è tenebra, e viltà; siate forti e pietosi, e soprattutto amate, amate molto; perché i nuovi problemi esigono vivacità di luce e di amore; reietto dal mondo, o amici miei, io non maledico; non piego; ma amo ancora, e dalla tristezza del mio carcere e delle mie sventure io vi ripeto ancora col poeta, che ha troppo dimenticato:
Il mondo è bello e santo è l'avvenir
E questo, o mio buon Carlo tu dirai per me nel geniale convegno del 20 Settembre.
Con affetto intenso il tuo
Pietro Gori
A PROPOSITO DI RALLY
mi piacerebbe se per il prossimo rally si tenesse in considerazione il fatto di far transitare il rally anche nel versante occidentale (comune di Marciana . comune sponsor - uno dei tre) visto e considerato che sono ormai moltissimi anni che da queste parti non vi degnate nemmeno di pensarci. Non una PS che capisco sarebbe impensabile ma almeno il trasferimento!!!!!!! e che cazzo!!! ma almeno qualcuno mi sa dire il motivo di questa esclusione che ormai si ripete da oltre trentanni.
Grazie, un appassionato di rally di nome Amedeo
Allora,è mai possibile che noi elbani ci dobbiamo lamentare per tutto e per tutti. Ma allora io vi dico una cosa,si leggono articoli di questo rally che tutti quanti sono bloccati nelle loro case e che non possono uscire,e che recano danno alle orecchie dei turisti,ma perfavore,signori...ora potrei capire se ci fiosse di continuo questa manifestazione....c è due volte all anno è tutto ciò dovete sempre dire e ridere le solite parole...allora se sapete che tutti l anni é così....quando c è i rally,fate una bella cosa,prendete il traghetto e andatevene in ferie dal giovedì all sabato sera e rientrate la domenica,almeno vi siete spensierati dai vostri pensieri e tornate a casa più tranquilli e beati di prima......però datevi na regolata perché se continuamo di sto passo l Elba finisce di morire.