E' stato smarrito, la sera di sabato 25 ottobre, per strada in località Sghinghetta, un mazzo di chiavi con la loro custodia nera. Chi lo avesse trovato, è vivamente pregato di segnalarlo all'email di questo messaggio, oppure alla redazione del giornale "Il Tirreno" in Viale Elba, 3. Grazie per l'ospitalità.
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La Capitaneria ultimamente agendo in questo modo dimostra la debolezza nel contrastare i veri pescatori di frodo, quelli che si arricchiscono in modo sostanziale con l'attività di pesca intensiva e veramente distruttiva scavando un solco sempre più grande con gli altri pescatori sportivi. Una situazione di reciproco rispetto, ora inesistente, porterebbe ad una collaborazione con i conseguenti benefici per tutti. Oggi appunto per un modo di agire incomprensibile ciò non avviene.
[COLOR=darkred][SIZE=4]LA PISCINA COMUNALE CADE A PEZZI....E NOI PAGHIAMO [/SIZE] [/COLOR]
La piscina comunale di Portoferraio cade a pezzi: letteralmente. E' quanto hanno scoperto a loro spese (e nostre) gli operai che nei giorni scorsi hanno cominciato i lavori di ristrutturazione in vista della riapertura dell'impianto sportivo. Al momento di montare un ponteggio per verificare la solidità delle pareti un pezzo di intonaco è venuto giù andando a lesionare la tubazione di fondo vasca della piscina. Risultato: locali allagati e lavori supplementari da fare. Urgenti anche.
Lavori che sono stati presto conteggiati e presentati al Comune che ne ha deliberato la somma urgenza mettendo mano al portafogli: per la parte edile alla ditta Monni Claudio (già affidataria dei lavori complessivi) per 7mila euro, per la parte impiantistica alla Impiantistica Elbana per ulteriori 4.700 euro e affidando l'incarico di direzione dei lavori all'ingengner Alessandro Schezzini per 634 euro. In totale 12mila e 500 euro prima ancora di cominciare.
Gli interventi andranno ad aumentare i costi e i tempi per la riapertura della piscina comunale che, in origine, era prevista per lo scorso 20 ottobre.
[COLOR=darkred][SIZE=4]Sviluppo Sostenibile e pianificazione ambientale : Realta' o Utopia? [/SIZE] [/COLOR]
È' con molto interesse che ho letto l'intervento dell'Onorevole Francesco Bosi apparso in questi giorni sui media che rivolgendosi al Presidente della Regione Toscana lo invita a evitare l'imbalsamazione dell'esistente , riferendosi alle ex Aree Minerarie di Rio Marina che da oltre 30 anni versano in uno stato di totale abbandono. Rio Marina , all'Isola D'Elba e' stato effettivamente , nell'arco degli ultimi decenni, molto penalizzato rispetto agli altri Comuni che hanno potuto sviluppare un Turismo più' aperto e meno vincolato , al netto del rispetto ambientale, avendo a disposizione ampi parti di territorio non soggetto a vincoli demaniali. Oggi , e su questo concordo totalmente con Francesco Bosi , necessita una decisa presa d'atto che coniugando una Politica ambientale di rispetto del territorio e del circostante ecosistema non penalizzi ulteriormente Rio Marina che gia' tanto ha sofferto e pagato economicamente per tali limitazioni. Ma esiste la possibilità' di coniugare lo Sviluppo con l'Ambiente? Di quale concetto economico stiamo parlando? Possiamo coniugare le esigenze di tutti ? Con un po' di buona volontà' sicuramente si. Analizziamo nello specifico la questione.
Parliamo di Sviluppo Sostenibile.
Lo sviluppo sostenibile è una forma di sviluppo economico che e' compatibile con la salvaguardia dell'ambiente e dei beni liberi per le generazioni future. Una interessante definizione di sviluppo sostenibile è stata fornita, nel 1991, dalla World Conservation Union, UN Environment Programme and World Wide Fund for Nature, che lo identifica come « ...un miglioramento della qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi di supporto, dai quali essa dipende »
Nello stesso anno l'economista Herman Daly definisce lo sviluppo sostenibile come «... svilupparsi mantenendosi entro la capacità di carico degli ecosistemi» e quindi secondo le seguenti condizioni generali, concernenti l'uso delle risorse naturali da parte dell'uomo:
•il peso dell'impatto antropico sui sistemi naturali non deve superare la capacità di carico della natura;
•il tasso di utilizzo delle risorse rinnovabili non deve essere superiore alla loro velocità di rigenerazione;
•l'immissione di sostanze inquinanti e di scorie non deve superare la capacità di assorbimento dell'ambiente;
•il prelievo di risorse non rinnovabili deve essere compensato dalla produzione di una pari quantità di risorse rinnovabili, in grado di sostituirle.
Viene quindi introdotto per la prima volta un concetto di "equilibrio" auspicabile tra uomo ed ecosistema, alla base di un'idea di economia alla quale il consumo di una determinata risorsa non deve superare la sua produzione nello stesso periodo.
Nel 1994, l'ICLEI (International Council for Local Environmental Initiatives) ha fornito un'ulteriore definizione di sviluppo sostenibile: “Sviluppo che offre servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i membri di una comunità, senza minacciare l'operabilità dei sistemi naturali, edificato e sociale da cui dipende la fornitura di tali servizi”. In sostanza le tre dimensioni economiche, sociali ed ambientali sono strettamente correlate, ed ogni intervento di programmazione deve tenere conto delle reciproche interrelazioni. L'ICLEI, infatti, definisce lo sviluppo sostenibile come lo sviluppo che fornisce elementi ecologici, sociali ed opportunità economiche a tutti gli abitanti di una comunità, senza creare una minaccia alla vitalità del sistema naturale, urbano e sociale che da queste opportunità dipendono.
Nel 2001, l'UNESCO ha ampliato il concetto di sviluppo sostenibile indicando che "la diversità culturale è necessaria per l'umanità quanto la biodiversità per la natura (...) la diversità culturale è una delle radici dello sviluppo inteso non solo come crescita economica, ma anche come un mezzo per condurre una esistenza più soddisfacente sul piano intellettuale, emozionale, morale e spirituale".
Notiamo quindi come si correlano nel rapporto di interdipendenza, la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali alla dimensione economica, sociale ed istituzionale, al fine di soddisfare i bisogni delle attuali generazioni, evitando di compromettere la capacità delle future di soddisfare i propri. Possiamo quindi utilizzare al meglio la definizione di Sviluppo Sostenibile comunemente accettata come "" « Lo sviluppo sostenibile, lungi dall’essere una definitiva condizione di armonia, è piuttosto processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali quattro componenti dietro cui ruota il nostro Sviluppo Sostenibile:
•Sostenibilità economica: intesa come capacità di generare reddito e lavoroper il sostentamento della popolazione.
•Sostenibilità sociale: intesa come capacità di garantire condizioni di benessere umano (sicurezza, salute, istruzione) equamente distribuite per classi e genere.
•Sostenibilità ambientale: intesa come capacità di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali.
•Sostenibilità istituzionale: intesa come capacità di assicurare condizioni di stabilità, democrazia, partecipazione, giustizia
Quando le quattro componenti si intersecano ed interagiscono abbiamo raggiunto l'obiettivo.
Vediamo quindi adesso , per riallacciarci al discorso iniziale come lo Sviluppo sostenibile e la pianificazione ambientale possono coesistere.
La pianificazione ambientale è un metodo di pianificazione che pone al centro della sua attenzione la compatibilità delle modifiche da apportare con le caratteristiche specifiche dell’ambiente. Dunque, tale tipo di pianificazione si svolge nel totale rispetto e nella conservazione delle risorse naturali. La pianificazione ambientale è una pianificazione sostenibile perché valuta le caratteristiche del territorio e vi costruisce in base a queste; infatti con questo metodo di pianificazione si decidono gli usi di un particolare ambiente in base alle sue caratteristiche e alla sua soglia di adattamento alle trasformazioni. Non è' una cosa nuova. Se ne parla dal 1960 ma nel nostro caso non è' mai stata molto applicata . Manca fosse la volontà' politica in questo?Per chi fosse interessato all'approfondimento consiglio di leggere gli studi in tema di Mc Harg
Esistono strumenti per l’attuazione dello sviluppo Sostenibile?
Ne citiamo due:
•la VAS, Valutazione ambientale strategica, serve a valutare la sostenibilità delle previsioni inserite nei piani e nei progetti urbanistici.
•la VIA, Valutazione di impatto ambientale, riguarda la valutazione dei probabili effetti sull’ambiente di uno specifico progetto.
L’obiettivo della VAS è di integrare considerazioni di tipo ambientale all’elaborazione del piano urbanistico, in modo da garantire l’adozione di uno sviluppo sostenibile all’interno del piano stesso. La procedura VAS valuta in primis quali piani ricadano nel suo ambito di competenza; poi stabilisce le indagini da eseguire ai fini della valutazione, raccogliendo le conoscenze utili a tali fini e definisce i probabili impatti ambientali. La procedura si basa, inoltre, sul confronto col pubblico e sull’interazione con i soggetti proponenti. Infine, essa prevede il monitoraggio degli effetti del piano o del progetto anche dopo l’effettiva adozione.
In definitiva, la VAS rappresenta una parte integrante del procedimento di approvazione dei piani e dei programmi ed è per questi ultimi un elemento valutativo e di monitoraggio, la VIA invece fornisce ai soggetti decisori gli elementi per valutare l’impatto ambientale di specifici interventi. Quest'ultima è dunque uno strumento atto a individuare gli effetti di un progetto su diverse componenti ambientali, quali ad esempio l’acqua, l’aria, il suolo, la fauna, la flora e il paesaggio; nonché sul patrimonio culturale.
Gli obiettivi della VIA possono così essere schematizzati nei seguenti punti:
•proteggere l’ambiente al fine di garantire una migliore qualità della vita;
•tutelare le specie e garantirne la sopravvivenza;
•proteggere la salute umana;
•preservare la capacità di riproduzione degli ecosistemi
Il concetto di sviluppo sostenibile in Italia, alla luce del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, in materia "ambientale" con le modifiche apportate dal D.lgs 16 gennaio 2008, n. 4, è così definito:
Art. 3-quater (Principio dello sviluppo sostenibile)1.Ogni attività umana giuridicamente rilevante ai sensi del presente codice deve conformarsi al principio dello sviluppo sostenibile, al fine di garantire all'uomo che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non possa compromettere la qualità della vita e le possibilità delle generazioni future.
2.Anche l'attività della pubblica amministrazione deve essere finalizzata a consentire la migliore attuazione possibile del principio dello sviluppo sostenibile, per cui nell'ambito della scelta comparativa di interessi pubblici e privati connotata da discrezionalità gli interessi alla tutela dell'ambiente e del patrimonio culturale devono essere oggetto di prioritaria considerazione.
3.Data la complessità delle relazioni e delle interferenze tra natura e attività umane, il principio dello sviluppo sostenibile deve consentire di individuare un equilibrato rapporto, nell'ambito delle risorse ereditate, tra quelle da risparmiare e quelle da trasmettere, affinché nell'ambito delle dinamiche della produzione e del consumo si inserisca altresì il principio di solidarietà per salvaguardare e per migliorare la qualità dell'ambiente anche futuro.
4.La risoluzione delle questioni che involgono aspetti ambientali deve essere cercata e trovata nella prospettiva di garanzia dello sviluppo sostenibile, in modo da salvaguardare il corretto funzionamento e l'evoluzione degli ecosistemi naturali dalle modificazioni negative che possono essere prodotte dalle attività umane.
In pratica parliamo di concetti che se trovassero , come chiede anche l'Onorevole Bosi più' ascolto e pratica attuazione , nel caso di specie all'interno del Comune di Rio Marina , forse si sarebbero dati strumenti migliori alla Amministrazione Comunale per poter affrontare nel passato ma sopratutto adesso e nel prossimo futuro importanti sfide coniugando rispetto dell'ambiente alla maggiore e direi migliore valorizzazione del patrimonio naturale circostante.
Chissà se il Governatore Rossi ci ripenserà' ? E chissà' se l'Amministrazione Comunale Riese cercherà' di fare leva e tesoro di tali concetti , se gia' non lo avesse fatto, ovviamente.
Marco Contini
Il Flamingo è come una bicicletta pubblica.... basta salirci sopra e pedalare... senza aspettare sempre che tutto sia dovuto.
Cari amici NON pescatori ,TOTANARE con la luce non significa essere dei "BRACCONIERI" quelli il sabato e la domenica stanno a casa e la capitaneria sa' benissimo chi sono . E' vero che e' vietato ma e' altrettanto vero che e' una pesca che non si puo' fare senza; se non di giorno ma molti lavorano ed un faretto al contrario di quanto scritto sul giornale non e' assolutamente dannoso per nessun tipo di organismo marino o terrestre ,NON SONO RIFIUTI TOSSICI ,NON E' UNO STRASCICO SUL FONDALE , NON E' ESPLOSIVO.
Inoltre mi risulta poi che uno dei suddetti "furbetti " fosse addirittura in navigazione e non in pesca , cosi' come lo scorso anno un altro "furbetto " sempre durante la stessa manifestazione, stava semplicemente CENANDO.
Siamo forse entrati in uno stato di polizia all' isola d'elba.
Probabilmente se non sicuramente anche i vostri padri e nonni proticavano questa pesca tradizionale da noi come nel resto d'italia e non solo.
Non hanno salvato od aiutato la repubblica ma solo impoverito delle famiglie con una sanzione assolutamente non proporzionale e del tutto non commisurata al "reato" in un momento gia' molto difficile per tutti ; QUESTO E ' QUELLO CHE DOVREBBERO CAPIRE TUTTI.
I PESCATORI AMANO IL MARE , LO TEMONO E LO RISPETTANO.
Inoltre l' amico BERTUCCI che il mare lo conosce bene e' stato solo troppo blando o forse molto politico nella sua educatissima risposta ma probabilmente proprio perche' gli veniva dal cuore .
Ha forse peccato insieme a tutta l'organizzazione di non avere chiesto ed ottenuto una deroga alle competenti autorita' in occasione almeno di quella stupenda manifestazione in memoria di una persona straordinaria che era FRANCESCO PILATO.
E che viene per il 2° anno consecutivo rovinata da sanzioni assurde.
PERCIO CHI SCRIVE TANTE "+++++++" SENZA CONOSCERE I FATTI , PRIMA SI SCIACQUI LA BOCCA CON LA MENTA.
P.S. non daro' seguito ad altri commenti. grazie.:angry:
[COLOR=darkred][SIZE=4]Chiusura dell’ospedale elbano:il PD smentisce…la sua smentita:va chiuso. [/SIZE] [/COLOR]
Il Partito della Rifondazione Comunista pochi giorni fa aveva informato i cittadini elbani che, grazie al voto contrario del Partito Democratico, la Commissione regionale sanità aveva respinto il nostro emendamento a salvaguardia dei piccoli ospedali e, in particolare di quello isolano. Dopo poche ore era giunto un comunicato stampa del PD (a firma Matteo Tortolini e Michele Rampini) che cercava di “recuperare” , in maniera poco convincente e senza mai prendere chiara posizione sui rischi di sostanziale svuotamento del nostro presidio ospedaliero. Un tentativo balbettante di smentire quanto accaduto in Commissione che poco ci aveva convinti.
E infatti, a distanza di poche ore, il PD smentisce …se stesso. In una intervista al “Corriere Fiorentino” il consigliere Pd Matteo Tortolini afferma testualmente che, in alternativa alla scelta di Rossi di proporre un ticket sui ricoveri, “occorre riparlare della chiusura dei piccoli ospedali” e di “riorganizzazioni anche drastiche”. Come se non bastasse, il mancato sindaco di Piombino chiosa il suo pensiero affermando la necessità di “una sanità pubblica forte ma con più spazio per quella privata”. Nel medesimo articolo né il Presidente Rossi , né la sua vice Saccardi entrambi PD dicono cose diverse.
Tra pochi giorni il nuovo Piano Sanitario regionale andrà in discussione e votazione al Consiglio regionale. Pare che i nostri sindaci non si rendano conto che il tempo delle battaglie per salvaguardare il diritto alla salute degli elbani sta scadendo. Addirittura nell’ultimo intervento della giunta portoferraiese di Ferrari c’è, trasparente e grave, l’assoluta inconsapevolezza dello stato dell’arte. Gli altri sindaci sono al mare ?
In questo quadro preoccupante Rifondazione Comunista ripresenterà in aula consiliare gli emendamenti già bocciati in Commissione. Il PD cosa farà?
Partito della Rifondazione Comunista
Circolo U.Lupi
pensavo....ma il teatro Flamingo, che nella stagione "morta" avrebbe dovuto fungere da polo culturale di attrazione per la comunità capoliverese e per la comunità dell'Elba orientale ( così mi pare dicesse il sindaco Barbetti il giorno dell'inaugurazione), non dovrebbe già avere un programma definito con tanto di eventi almeno per il fine settimana?.....Forse se lo sono già dimenticato oppure ..qualcosa sta bollendo in pentola???
Rimango in attesa dato che è arrivato già il freschino e l'inverno è lungo.
Paese molto sporco, non si vede mai uno spazzino che col la scopa spazza...i bidoni puzzano di morto.....pieno di defecazioni di animali e non........calcinacci nelle scarpate.......
felice di pagare TARI E TASI.
boia de, ma del liscio e busso preso dal dott. Coscarella nessuno dei grillini nostrali ha niente da dire?
il prossimo mi sa che tocca a quello che si firma staff comunicazione... 😀
[COLOR=darkred][SIZE=4]BOSI A ROSSI: LE MODIFICHE AL PIT TUTELINO IL PAESAGGIO NON IL DEGRADO – IL CASO DI RIO MARINA [/SIZE] [/COLOR]
In una lettera aperta indirizzata alla stampa l’On. Francesco Bosi – già Sindaco di Rio Marina – si rivolge al Presidente della Regione Rossi, criticando le rigidità delle norme della Delibera sulla difesa del paesaggio che, in alcuni casi, finiscono per “tutelare” solo il degrado.
Dice Bosi: “Caro Rossi, ho seguito il dibattito che si è aperto sulla delibera d’integrazione al PIT che ha suscitato vivaci critiche da parte dei Sindaci, degli ordini professionali, delle categorie economiche e dei cittadini. La nobile intenzione di tutelare il paesaggio, così prezioso nella nostra Regione, non può realizzarsi con parametri fissi e norme rigide cercando, semplicemente d’imbalsamare l’esistente. Ritengo che i primi attori della difesa del paesaggio debbano essere i Comuni ai quali la nostra Costituzione assegna la primaria funzione della pianificazione urbanistica. Accanto ad essi già interagiscono la Provincia, la Regione, le Sovrintendenze ecc. Ecco che un regolamento ad hoc viene a sovrammettersi, non so quanto legittimamente, su un sistema complesso che garantisce, con l’attuale PIT, il rispetto dei valori paesaggistici. Del resto il paesaggio non è né può diventare una dimensione statica che prescinde dalle esigenze sociali ed economiche. Si pensi ad esempio al tema delle infrastrutture, dell’agricoltura, del turismo, dell’industria ecc. Cosa sarebbe dell’Italia se i nostri genitori non avessero costruito l’autostrada? La fissazione di regole rigide ed indiscriminate finisce addirittura per imbalsamare anche il degrado. E’ questo il caso sollevato in questi giorni per l’Isola d’Elba e le aree ex minerarie di Rio Marina dove insistono ampie volumetrie di tipo industriale, abbandonate da oltre 30 anni, in stato di assoluto degrado, che costituiscono un autentico insulto al decoro ed al paesaggio. Eppure la loro, anche parziale, trasformazione con architettura di pregio, in alcuni casi prevista dagli strumenti urbanistici vigenti, verrebbe negata dalla nota delibera. A prescindere dal danno economico che ciò comporterebbe c’è davvero da domandarsi che cosa ci si prefigga. Caro Rossi, spero proprio che tu, solitamente pragmatico, non ti farai intruppare nella schiera dei fondamentalisti più accesi di un ambientalismo tutto ideologico. Non possiamo permettercelo!”
Cordiali saluti.
Francesco Bosi
[COLOR=blue][SIZE=4]L’Acli Pesca A Torino[/SIZE][/COLOR]
[SIZE=1]La cooperativa campese al Salone del Gusto[/SIZE]
L'Acli Pesca, cooperativa di pescatori con sede a Marina di Campo, è presente al Salone del Gusto di Torino che si è aperto il 23 ottobre con la presenza allo stand di personale elbano professionalmente preparato.
La cooperativa campese ha servizi diversificati. Principalmente ha compito di pescare e fornire pesce fresco di giornata sul mercato elbano e nazionale. Negli ultimi anni ha ampliato i propri servizi con attività di lavorazione gastronomica, offrendo alla clientela piatti tipici di pesce cucinato secondo antiche ricette elbane. Inoltre si dedica anche alla lavorazione del pesce secondo antiche tradizioni offrendolo, ben conservato, in barattoli di vetro o in scatolame.
L' Acli Pesca è a Torino con i propri prodotti della pescheria e della lavorazione ittica. L'esposizione dei prodotti elbani è seguita con grande attenzione. I visitatori sono alla continua ricerca di prodotti genuini di produzione italiana e i prodotti dell' Acli Pesca, sin dal primo giorno, stanno avendo un grande successo. I prodotti sono molto apprezzati per gli standard di qualità con i profumi e i sapori naturali. La Palamita, in particolare, è ammirata per la sua particolare lavorazione che risalta il gusto e la fragranza.
L' Elba tutta è presente Salone di Torino con i propri prodotti prelibati della terra e del mare che vengono ammirati e degustati con piacere. Nel Salone i visitatori si sono dedicati, con attenzione, ai vini elbani, inebriati dal gusto e dal profumi. L' Aleatico e il Moscato si stanno affermando e vanno migliorando la loro popolarità.
La Toscana è presente con oltre 50 espositori che applicano scrupolosamente standard di qualità nella produzione. Col passare degli anni il Salone del Gusto di Torino diventa sempre più importante per il mercato italiano e internazionale. Le aziende elbane, con questa intensa partecipazione di alto livello promozionale e marketing, si aspettano grandi risultati.
Gli albergatori dicono che le tasse bloccano la loro ripresa, i proprietari seconde case dicono che le troppe tasse , molte veramente stupide e assurde come la tassa sui fossi , la tassa di sbarco e la tassa sui rifiuti pagata per 365 giorni ma rifiuti prodotti solo per 30 giorni, bloccano il loro ritorno sull'isola. Ma i sindaci che fanno invece di pensare al bene dell'isola ?
[COLOR=darkred][SIZE=4]GRANDUCATO DI TOSCANA ASBURGO LORENA (1737-1801/1814-1860)
LAVORI PUBBLICI. STRADE COMUNITATIVE ALL’’ELBA.
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(PRIMA PARTE)
Gli Asburgo-Lorena succeduti ai Medici nel governo della Toscana trovarono un territorio generalmente inagibile per la insufficiente viabilità. Essi avvertirono l’esigenza di potenziare e risanare la rete viaria non solo per usi militari ma anche per scopi commerciali,per sviluppare il commercio.
Occorreva ristrutturare le strade toscane che erano in stato di semi abbandono,spesso semplici sentieri appena visibili che nella stagione invernale diventavano in gran parte impraticabili per la pioggia.
Occorreva aprire nuovi tracciati stradali e regolamentare il loro uso.
Il primo regolamento risale al 1746 emanato per il servizio postale dei corrieri col quale la figura professionale del procaccia fu l’unica ad essere abilitata a condurre le diligenze fuori città.
All’inizio dell’ottocento un Ufficio di Direzione di Acque e Strade è insediato a Firenze ,composto di un presidente e consiglio centrale degli ingegneri ,che forma e discute i progetti del Granduca tanto per conto del Regio Governo quanto delle Comunità.
In base alla competenza amministrativa della loro gestione,le strade di stato furono classificate A) in Strade Regie Postali e Regie non Postali ( di lunga comunicazione, che assai spesso arrivavano ai confini dello stato granducale, di amministrazione governativa),B) in Strade Provinciali o Comunitative (collegano tra loro città o paesi,di competenza amministrativa dei comuni,della Magistrature Comunitative),C) in Strade Vicinali (tra le varie proprietà,amministrate a cura dei proprietari che le usavano).
All’Elba la viabilità e la rete stradale che era nel più completo abbandono iniziò a migliorare quando caduta sotto il dominio della Francia il commissario Galeazzini incoraggiò durante la sua amministrazione i lavori stradali.
L’Elba infatti non sapeva cosa fosse una via ruotabile.
I paesi erano in comunicazione fra loro con pessime vie mulattiere.
Le due piazzaforti più importanti che la difendevano, Portoferraio e Longone,non comunicavano fra loro che mediante una strada in pessime condizioni.
Napoleone Bonaparte durante il suo breve regno ,notata questa situazione,si dette da fare per migliorare la viabilità delle strade esistenti sia interne alla città di Portoferraio che esterne,tra paese e paese.
Quando fuggì le strade furono di nuovo abbandonate .
All’Elba ritornato il dominio degli Asburgo-Lorena furono aperti lavori pubblici ,di cui ho parlato, che erano a carico del Regio Erario per sovvenire alla “Classe indigente “.
Sorsero problemi non solo per il ritardo nell’attuazione ma anche per il fatto che i costi erano lievitati eccessivamente in corso d’opera.
La legge di riforma delle amministrazioni comunitative del 16 settembre 1816 al “paragrafo” n. 32 tentò di porvi rimedio abolendo da un lato il vecchio regolamento per la conclusione degli accolli delle strade comunitative e dall’altro fissando che la Magistratura conferisse assegno fisso al Perito delle Strade.
Ma un anno dopo questo preciso dettato di legge sembra che all’isola d’Elba non abbia trovato applicazione.
Così infatti dall’Uffizio dei Fossi di Pisa scrive il Soprassindaco Provveditore al Cancelliere Comunitativo dell’Elba nel dicembre del 1817:
“Circolare n. 1713
Con circolare di quest’Uffizio dei 25 settembre prossimo passato fu fatto avvertire ai Cancellieri Comunitativi che essendo stata a norma del paragrafo 32 della Legge 16 settembre 1816 abolito l’emolumento già stanziato a favore dei Periti con le istruzioni dei 12 settembre 1814 per la conclusione degli accolli delle
Strade Comunitative e determinato che dal primo gennaio 1818 sia accollato a tali Periti un assegnamento fisso da corrispondersi dalle Comunità rispettive; elleno dovevan d’ora in avanti lucrare quell’emolumento stesso che li Accollatarj per tutta la durata del loro rispettivo accollo si sono obbligati a corrispondere sull’annua prestazione loro dovuta ai Periti medesimi.
Mentre con questo provvedimento già portato in parte in esecuzione avendo fatto figurare quest’entrata nei Bilanci di previsione; si è previsto agli interessi delle Comunità per il passato conviene ch’eglino non sian persi di vista anche per l’avvenire e che perciò i Periti Comunitativi nella compilazione delle relazioni per simili accolli determinino il prezzo e l’importare dei lavori di pronto risarcimento e dell’annuo mantenimento per il solo preciso costo dei lavori medesimi senza farvi alcun aumento che poteva ammettersi in addietro in veduta dei pagamenti che doveva fare l’Accollatario a favore del Perito che non sarà più ora in nessuna cosa a carico degli Accollatarj predetti,dovendo considerarsi come non apposto nelle Scritte in stampa l’art 15 che conteneva una diversa disposizione e che dovrà essere in ogni ulteriore stipulazione cancellato.
V.S. parteciperà quanto sopra ai Magistrati,Periti ed ai Camarlinghi delle Comunità comprese in codesta Cancelleria passando a questi ultimi una nota delle ritenzioni da farsi per tal oggetto ai diversi Subaccollatarj ed avvisandomi il ricevimento della presente .
E con distinta stima mi confermo.
Pisa dall’I. e R. Uffizio de’ Fossi
Lì 15 dicembre 1817
Devotissimo Servitore
Cav. Flaminio Dal Borgo, Provveditore”
(Circolari e ordini dal Soprassindaco Provveditore dal 1815 al 1818.C64.Carta 104.ASCP)
La legge, nel Granducato di Toscana ,è espressione della volontà di Sua Altezza Imperiale e Reale.
Violarla era reato perché significava andar contro questa volontà.
Questo è reato tanto più grave se commesso da un impiegato pubblico.
Marcello Camici
ASCP. Archivio storico comune Portoferraio
[COLOR=darkblue][SIZE=4]Italo Bolano invitato alla Triennale di Roma presentata da Philippe Daverio. [/SIZE] [/COLOR]
La Triennale di Roma, dedicata ampiamente alle arti visive del contemporaneo, a differenza della Biennale di Venezia, si articola in tre fasi.“L'impulso da cui prende il via è quello di una possibile rinascita incentrata sul tema delle complessità del presente intrecciato con il senso inevitabile dell'effimero.”
Il suo direttore, Daniele Radini Tedeschi, intende disinteressarsi alla moda e al mercato.
Non desidera lanciare un'avanguardia, ma registrare una nuova estetica, un'arte che, dopo gli sconquassamenti novecenteschi e i vari ritorni all'ordine, viva il suo ingorgo con le vigenti estetiche “in tilt”... il percorso artistico che va dal 2000 ad oggi. Un decennio dominato dall'assenza del gusto, che ha provocato singolari mutazioni; una cristallizzazione tra livelli diversi e la contaminazione tra stili e generi differenti, impensabili in tutto il secolo precedente.
Italo Bolano si trova a esporre nell'ultima fase, curata da Philippe Daverio, che la inaugurerà il 21 di novembre.
La mostra sarà aperta con una conferenza. Last Paradise è il titolo di questa mostra in cui è protagonista l'uomo, colto nella sua solitudine esistenziale.
In mostra anche opere di Mark Kostabi, Dennis Oppenheim, Arman, Giuseppe Capogrossi, Mario Schifano, Mimmo Paladino, Ennio Calabria, Wright Grimani ed altri grandi protagonisti.
L'opera di Bolano, che ha colpito particolarmente, è ispirata al suo amico Poeta Mario Luzi e si intitola “Guizzò una luce d'angelo sotto la volta che non c'era”.
Anche questa volta l'Elba sarà presente ad un grande evento internazionale grazie ad un nostro concittadino.
Sinceri auguri a Italo.
Qui si sta a discore di " PITTE " e li cittadini un arriveno più alla fine del mese, co sto caldo le zanzare ci divoreno, a natale forse famo il bagno, ma di seguro pe molti senza panettone anco se so scalati di prezzo, pe un parlà di spumante che sarà un miraggio da deserto del saaara.
x attaccato alle pitte dell'elba.
Se leggi attentamente quanto scritto dal consigliere Nurra mi sembra che parlando degli attaccati alle pitte si riferisca ai componenti l'opposizione che non sono proprio cittadini "normali" ma quasi tutti ex amministratori... e che popo' di amministratori!!!
Ma il Sindaco c'è? Mi pare sparito anche le allerte meteo le firma il vice, per carità tutto legale e legittimo ma un pò più di partecipazione non guasterebbe.
Invece che tacere il vero motivo dell'assenza: "assente giustificato", penso che la verità avrebbe evitato tutto questo. Forse la verità è l'ultima opzione.
Questo è l'esempio degli amministratori di oggi.....
Se poi un cittadino, al quale voi dovete rendere conto, si vuole "attaccare alle pitte" io penso che ne abbia tutto il diritto. Mostrarsi scocciati è la cosa peggiore.....