“Alle 6.30 dell’8 gennaio 1911, a Portoferraio nel palazzo dei Merli, a soli 46 anni, si spegne , ucciso dalla tubercolosi, uno dei più straordinari personaggi del nostro recente passato, Pietro Gori, il cavaliere errante dell’anarchia. La notizia si diffonde in un baleno e ciascuno vuole rendere omaggio all’avvocato dei poveri, a chi, rinunciando ad una carriera forense ricca e prestigiosa, ha consumato la sua vita a difendere perseguitati politici, gli operai, i contadini e a lottare per il trionfo dell’idea. Tutti partecipano, a casa restano solo i malati. I discorsi di commemorazione si tengono in piazza Cavour. Il corteo funebre percorre via Guerrazzi e le calate fino all’imbarco su, piroscafo Giglio, che lascia la banchina in un tripudio di saluti, lacrime, commozione. A Piombino ogni spazio è occupato, la gente è fin sopra i tetti da dove lanciano garofani rossi sul carro funebre e così fino all’arrivo nell’abitazione di Rosignano Marittimo”.
E’ una vigliaccata di questi personaggetti locali. E, a proposito di vigliaccata, basta vedere lo sdegno nei confronti delle flebili proteste dimostrato da due personaggi che di queste cose se ne intendono come l’ex sindaco, inesistente, di rio Elba che è scappato a gambe levate lasciando il paese nel più totale abbandono, sensa aver lasciato il benché minimo segno del suo passaggio. Dell’altra persona è sufficiente ciò che è apparso su un volantino in giro in questi giorni. Ma dove sono i progressisti, la società civile, ilPDR, qui però si capisce perche è ormai un partito di destra. Ma dove sono finiti i portoferraiesi, i riomarinesi, i capoliveresi che facevano dei loro paesi luoghi di libertà, solidarietà, accoglienza, democrazia da sempre loro fiore all’occhiello. Che tristezza!!!
Ringrazio Camminando per aver portato tutti a conoscenza di questo fatto e se vorrà pubblicare. Un saluto.
113259 messaggi.
Ecco ciò che fà la differenza nei partiti e politici italiani. Qui si nota la trasparenza dei candidati alle prossime elezioni. Leggete questo articolo è valutate con attenzione.
[URL]http://www.adnkronos.com/fatti/politica/2018/01/29/maio-ecco-nostra-super-squadra_HxlfSKTFMcPURAZqAPTWtL.html?refresh_ce[/URL]
[COLOR=darkred][SIZE=4]ITALIA...GAME OVER [/SIZE] [/COLOR]
Ciao faber oramai e'chiaro mentre i neo/vetero candidati si preparano secondo i media a epici scontri che non interessano a nessuno,la partita del 4 marzo sara' fra quelle coalizioni che optano essenzialmente su due linee di pensiero: opzione 1 Pd e soci, continuiamo a sopravvivere come Stato,mantenendo di fatto lo status quo, senza futuro, fine alla fine dei secoli .
opzione due forza italia e soci, coltiviamo sogni economicamente irrealizzabili, con amaro risveglio il 5 marzo per i propri elettori.
in entrambi i casi l'italia , come Stato, e' spacciata, e' giusto che i cittadini lo sappiano
prepariamoci al peggio
auguri a tutti noi stefano ballarini
Domanda che sorge spontanea..... ma il furgone che cè a Naregno che manca poco l'altra notte ci entro dentro con la macchina, e che ci ho visto qualche giorno fa i vigili urbani e carabinieri deve stare ancora???? Mi sa tanto che ci vuole striscia la notizia...
[COLOR=darkred][SIZE=4]PIAZZETTA AGENO A PORTOFERRAIO, MUGNAI E DE SANTI (FI)«SCONCERTATI DALLE POLEMICHE ATTORNO A QUESTA VICENDA» [/SIZE] [/COLOR]
Gli esponenti di Forza Italia: «Sciacallaggio politico inaccettabile»
«Rimaniamo sconcertati nel leggere le polemiche, soprattutto quelle di natura umana, nate intorno alla iniziativa dell’Amministrazione Comunale di Portoferraio di intitolare la piazzetta antistante il municipio della città alla memoria di Giovanni Ageno, medico e sindaco portoferraiese, deceduto nel febbraio 2005 dopo una vicenda giudiziaria conclusa con la sua assoluzione per insussistenza dei fatti». A parlare sono Stefano Mugnai, coordinatore regionale di Forza Italia, e Claudio De Santi, già sindaco di Rio nell’Elba, oggi politico di riferimento del suo partito per il territorio dell’isola.
«Ritengo che quanto sta accadendo sia una forma di sciacallaggio politico inaccettabile – dichiara Stefano Mugnai – siamo in presenza di un atto dovuto nei confronti di Giovanni Ageno, della sua famiglia e di tutte le persone coinvolte in quella scellerata vicenda giudiziaria che si concluse con una assoluzione per non aver commesso il fatto, oltretutto senza che la Procura ritenesse di dover ricorrere in Appello. Chiedo quindi il dovuto rispetto a tutti gli attori della politica locale, regionale e nazionale, per evitare strumentalizzazioni su una vicenda che altro non è se non un risarcimento morale, pur tardivo, nei confronti di una persona che ha pagato il proprio impegno politico e civile con una forma di violenza mai vista in precedenza».
«Il mio pensiero va soprattutto alla famiglia di Giovanni Ageno – aggiunge Claudio De Santi – alla moglie e al figlio Nicola, mio stimato collega, negli occhi del quale ancor oggi rivedo il dolore di quei giorni. Ritengo vergognoso che certi personaggi della politica locale possano pensare di rimettere in piazza, per motivi che non sono altro che biecamente politici, la violenza di quei giorni nei confronti di un galantuomo che tanto ha fatto, da medico e da sindaco, per la sua città. Invito quindi tutti a fare un passo indietro e a rispettare serenamente la decisione dell’amministrazione comunale di Portoferraio, che bene ha fatto a riconoscere la dovuta considerazione verso Giovanni Ageno, per lasciare imperituro ricordo di quella triste vicenda».
[COLOR=darkred][SIZE=4]FERRARI RISPEDISCE AL MITTENTE STRUMENTALIZZAZIONI E POLEMICHE [/SIZE] [/COLOR]
Il sindaco di Portoferraio Mario Ferrari, insieme alla sua amministrazione comunale, esprime alcune importanti precisazioni relative alla intitolazione della piazzetta di fronte a Palazzo della Biscotteria alla memoria di Giovanni Ageno, medico e sindaco portoferraiese.
"Esprimiamo grande meraviglia per il coro delle strumentazioni politiche che è iniziato ancor prima dell’annuncio ufficiale della nostra iniziativa. Il nostro intento nell'intitolazione di questa piazza è di pacificazione, non certo di polemica, men che meno di natura politica - ha dichiarato il sindaco di Portoferraio Mario Ferrari - anche perchè a Pietro Gori è intitolata anche un'altra via del centro storico di Portoferraio. Rispediamo quindi al mittente tutte le polemiche, presenti e future: quello di sabato 3 febbraio per noi sarà un giorno importante, per restituire dignità ad una persona che ha fatto il bene di Portoferraio dentro e fuori dall'Amministrazione Comunale senza neanche avere la possibilità di leggere la sua sentenza di assoluzione per non aver commesso i fatti contestati, e per ricordare a tutti che il mestiere di fare politica può sembrare gratificante ma spesso riserva a chi vi si impegna un rovescio della medaglia che può portare pesanti conseguenze su se stessi e sulle proprie famiglie".
Partiamo dalle premesse, sono di sinistra e anche a questa tornata annullo la scheda. Detto questo vorrei fare un paio di tirate d'orecchie, perchè si sta perdendo il senso del giusto e del buongusto.
L'amministrazione ha tutto il diritto di intitolare una piazza ad Ageno, però forse ha sbagliato piazza, sarebbe stato meglio fare il contrario, cambiando il nome alla via. Alla fine Gori è un personaggio chiave nella cultura ferajese oltre che italiana.
Dall'altra parte provo un profondo senso di sdegno nei confronti di Potere al Popolo (e di chi pubblica certi vaneggiamenti) che, proprio come la sinistra di allora, continua a calpestare la figura del povero Ageno. Vorrei ricordare che è stato scagionato dalle accuse non per prescrizione, ma perché il fatto non sussisteva, che è formalmente uguale, ma sostanzialmente diverso.
Quel povero uomo ogni volta che lo accostate alle accuse è duplicemente vittima, uno perché è INNOCENTE due perché è morto e non può difendersi.
Abbiate rispetto per i morti, per gli innocenti e per la costituzione.
dunque, naufragio! In silenzio.
una nave che tra la Sardegna e Genova ha rischiato il naufragio, affondamento!!!!
tutto questo in Sardegna nessuno lo sa, non si può dire!
peccato che nelle ultime ore i giudici del Tribunale di Genova lo abbiano messo nero su bianco con tanto di nomi e cognomi degli indagati
l'accusa è di quelle da far tremane le vene: naufragio!
a prescindere dall'esito dell'incidente per i giudici della procura di Genova la Moby Otta in viaggio da Porto Torres a Genova ha rischiato di affondare.
un portellone si era distaccato e nonostante questo la navigazione è proseguita con il rischio di imbarcare acqua e sommergere garage e il resto.
quello fatto passare come un incidente di modesta entità è risultato ben altro: il fascicolo della Procura parla apertamente di violazioni più generali e sistematiche delle norme di sicurezza della navigazione .
La Procura di Genova ha iscritto sul registro degli indagati alcuni dirigenti del gruppo Moby. L’accusa è di «naufragio», reato che si concretizza a prescindere dalle conseguenze di un incidente marittimo particolarmente pericoloso, e di violazione di alcune norme antinfortunistiche.
L’input agli accertamenti è arrivato con un episodio avvenuto nei mesi scorsi tra la Liguria e la Sardegna, quando il portellone di un traghetto si è staccato e la navigazione è continuata nonostante il rischio concreto di parziale affondamento.
Gli accertamenti degli inquirenti, nati da quell’incidente, hanno infatti aperto uno scenario molto più ampio, che ha acceso i riflettori su pratiche e potenziali omissioni in materia di prevenzione infortuni più diffuse d’un singolo episodio.
Il nome più pesante fra gli indagati è quello di Giuseppe Savarese, capo armamento, una sorta di coordinatore dei comandanti. Gli altri avvisi di garanzia sono stati notificati a Carlo Marco, dirigente del settore sicurezza Moby, ad Alessandro Paone, direttore tecnico, a Giuseppe Muti, ispettore tecnico, e a Carlo Merlini, il comandante della “Moby Otta” che invece di interrompere la traversata e chiamare i soccorsi proseguì fino a destinazione.
Tutto questo nelle rotte da e per la Sardegna, come se non bastasse tutto il pregresso!
E questo ennesimo fatto si consuma nel silenzio collettivo, di tutti!
Da anni denuncio in solitudine lo stato dell'armamento marittimo sulle rotte della Sardegna ma evidentemente qualcuno per intervenire attende l'ennesima disgrazia per accorgersi di quanto sta accadendo sulla testa della Sardegna e dei sardi.
Cambiare il nome alla piazza intitolata a Pietro Gori non mi sembra una idea geniale e rispettosa.
Questo anche nel rispetto dello stesso dott. Ageno .
Si poteva trovare soluzione migliore e meno impattante .
Personalmente trovo questa soluzione deplorevole in tutti in sensi.
[COLOR=darkblue][SIZE=4]BOSI: SACROSANTO RENDERE ONORE E MERITO ALLA NOBILE FIGURA DI GIOVANNI AGENO [/SIZE] [/COLOR]
La decisione del Comune di Portoferraio d’intitolare la piazzetta, antistante il Palazzo Comunale rende onore alla figura di Giovanni Ageno galantuomo, vittima della cattiveria umana, è di grande soddisfazione.
Ricordo benissimo la sua sofferenza di Sindaco di fronte a continui attacchi, strumentali ed assolutamente ingiustificati, mossi da chiari intenti politici di avversari cinici e scorretti.
Ageno è rimasto vittima innocente di un intrigo sconsiderato che ne ha, infine, determinato la morte.
La triste vicenda di Ageno deve essere sempre ricordata come monito perenne a bandire, dalla lotta politica, i settarismi, le falsità, l’odio e la menzogna.
E’ questa una necessità stringente per riscoprire la nobiltà dell’impegno pubblico a favore della comunità e non degli interessi particolari.
Francesco Bosi
Pietro Gori, all’anagrafe Ernesto Antonio Pietro Giuseppe Cesare Augusto Gori, nacque a Messina il 14.08.1865. Giornalista, Avvocato, poeta, scrittore e compositore morì a Portoferraio l’8 gennaio 1911. A lui si devono alcune delle più belle canzoni del movimento operaio ed anarchico italiano come “ Addio Lugano Bella”, “L’inno dei lavoratori del mare” e “L’inno del Primo Maggio”. Il cosiddetto “anarchico gentile” ebbe una vita assai avventurosa. Più volte arrestato per le proprie idee libertarie trascorse parte della vita in esilio rifugiandosi tra l’altro a Lugano, Londra e a New York. Primeggiava per la propria intelligenza in ogni attività. Quale avvocato, ad esempio, svolse l’attività professionale a Milano presso lo studio di Filippo Turati, uno dei più noti e apprezzati della città. Si tratta quindi di una delle principali figure della storia italiana ed elbana, di uno dei più noti personaggi storici del movimento operaio in generale e di quello anarchico in particolare. Su Wikipedia si legge che “la città di Portoferraio gli ha dedicato la Piazza principale del Paese, dove ha sede il Municipio”.
Evidentemente la giunta di Portoferraio non ama molto le enciclopedie, neppure quelle on-line. Quello che colpisce e offende nella decisione dell’amministrazione comunale di Portoferraio di cancellare l’intitolazione della Piazza a Pietro Gori al fine di dedicarla alla controversa figura dell’ex Sindaco Dott. Ageno, è proprio la palese negazione di ogni ragionamento storico con la pervicace volontà di piegare strumentalmente la memoria del Paese ad un recente e sotto molti aspetti discutibile passato.
Non è quindi solo la indiscutibile sproporzione nella rilevanza dei personaggi interessati dalla vicenda ad essere evidente, quanto il prepotente arbitrio di ricostruire la storia a proprio uso e consumo, senza alcun serio ragionamento critico ma a semplici fini propagandistici, autocelebrativi ed autoassoluzionistici. Non vogliamo rammentare in questa sede le vicende connesse alla amministrazione comunale che fu guidata dal Dott. Ageno, ma resta il fatto che fu una delle giunte comunali più contestate dai cittadini e che brillò sicuramente per inefficienza e carenza di realizzazioni positive. Prima di procedere ad intitolazioni di piazze o simili occorrerebbe quindi un minimo di ricostruzione storica condivisa. Proprio quella ricostruzione storica condivisa che riconosce, invece, a Pietro Gori, il ruolo di personaggio storico da tutti apprezzato e riferimento per la memoria collettiva degli elbani.
Rammentando che spesso Pietro Gori veniva arrestato dalla Polizia in via preventiva nei giorni precedenti al Primo Maggio, festa del lavoro, allora vietata, della quale lo scrittore e poeta era fervente sostenitore, proponiamo proprio per il Primo Maggio, di organizzare un evento con la partecipazione di tutti i cittadini democratici per protestare contro la scelta scellerata dell’amministrazione comunale.
Siamo certi che prima o poi la Piazza municipale di Portoferraio tornerà alla originaria intitolazione e che il tentativo di riscrivere la storia con lo sguardo corto della propaganda politica avrà breve durata.
Potere Al Popolo Isola D'Elba
Non so quale sia il tuo lavoro ma prova a stare te aperto senza vendere nemmeno una pizza ma con costi vari da pagare. Non è una questione di chi “dicevano” perché anche dall’altra parte pur essendoci un collega purtroppo per questioni economiche tiene chiusa la sua pizzeria. Ma se sei tanto bravo prova te ad aprire un ristorante/pizzeria.
È bello prendere la nave, magari in continente fai qualcosa che potresti fare tranquillamente all’Elba, come correre nei boschi, ma se esci con gli amici o con la squadra, tutto diventa un gioco divertente. E poi se ritorni con tanta soddisfazione tutto va più veloce come i piedi degli atleti che hanno solcato le colline di Castiglion Fiorentino.
Alla Ronda Assassina, sulla distanza di 15km, tra le donne abbiamo 3° posto di Giada Ridi, con il tempo di 1h52'24”, mentre per i maschi, l'ottimo 6° posto assoluto (1° di categoria) di Francesco Osano con il tempo di 1h40'37” ed l'8° posto Andrea Tognoni, per lui 1h41'09”.
Invece alla Ronda Ghibellina, sulla distanza di 45km un ottimo quinto posto del nostrano top runner Roberto Minozzi con il tempo di 4h42'44” e una grandissima prova del sempre presente Alessio Gambini, chiusa in 7h12'55” hanno coronato un weekend fatto di risate e amicizia.
Vi aspettiamo numerosi il 3 febbraio alle ore 14:00 presso la pista di atletica di San Giovanni per la gara sui 5000 mt.
Saluti e buone corse il direttivo dell'Atletica Isola d'Elba.
Un pizzico di real politik:
Durante il governo Gentiloni, Ministro della Giustizia in carica Orlando (Sottosegretario all'Ambiente, Silvia Velo), viene negata la proroga al mantenimento del Tribunale di Portoferraio sancendone, di fatto, la sua cancellazione.
Silvia Velo candidata al Senato nel collegio che include anche l'Elba, è una fedelissima del Ministro Orlando. De Rosas, segretario del PD Elba, è anch'esso espressione della corrente orlandiana.
Ricapitolando, il tribunale elbano, su gestione (e quindi a firma) del Ministro Orlando, chiude i battenti, e questo alla fine della legislatura.
Ergo, come può la Dott.ssa Velo "tranquilizzare" gli elbani dal momento che, in una posizione di assoluta vicinanza con il Ministero della Giustizia, non è riuscita in tale intento?
Ma se non c'è riuscita come sottosegretario del Governo uscente e in assoluta vicinanza al Ministro della Giustizia, come può farlo in futuro, quando, seppur eletta in Senato (e non sarà facile), sarà molto probabilmente all'opposizione? E, pure se, in una sorta di miracolo divino, il PD andasse al governo, come si può pensare impensabile che Orlando e Velo siano confermati in un nuovo governo, stante la situazione interna nel PD?
La morale è semplice. Il Governo Gentiloni, il ministro Orlando, la sottosegretario Velo hanno semplicemente deciso di chiudere il tribunale, fregandosene altamente degli elbani. Tutto il resto, chiacchiere comprese, è un inutile quanto ridicolo arrampicamento sugli specchi.
Senza parole
Oggi mi sono stati consegnati N° 2 bidoni per il "PORTA A PORTA". Fino ad oggi il servizio di raccolta fatto con il sistema punto di raccolta ha funzionato alla grande, non creava difficoltà agli utenti e il paese era pulito. Visto che gli amministratori "TUTTI" non risiedono nel centro storico, forse non capiscono o peggio FORSE? non gli interessa capire come è impossibile tenere all'interno delle abitazioni stesse i due bidoni dalle grandi dimensioni che occupano una parte importante del minimo spazio a disposizione. Va anche detto che OBBLIGATORIAMENTE possono essere posti all'esterno dalle ore 6 alle ore 8 del mattino, per cui qualcuno mi dovrà dire dove devo metterli.
[COLOR=darkred][SIZE=4]IL DISPREZZO NASCONDE SEMPRE UNA MANIFESTA INVIDIA [/SIZE] [/COLOR]
Nessuno può dirsi immune dall'invidia; Soprattutto i politici però ne hanno certamente assaporato l'amarezza.
Prendere atto che qualcuno è più capace e più bravo di noi , bisogna dirlo, non è il massimo; per cui , è un bivio : o cercare di emulare l'oggetto del paragone ovvero lasciarsi rodere dall'invidia , per quello che gli altri sono e noi non saremo mai.
L'emulazione farà migliorare gli aspetti del nostro essere, perché ci fa capire quanto sia difficile dare il meglio di sé ; l'invidia ,invece, ci fa rodere, incancrenire ,illivorire dentro, facendoci morire sotto spietati tormenti giorno dopo giorno, attimo dopo attimo.
Avremo sempre qualcuno da invidiare !
Quando ero un po' più giovane ,transitava un triciclo variopinto che vendeva gelati sulla fiancata del quale si trovava scritto . l'invidioso crepa.
Io , giovane studente, guardavo con una certa indulgenza quella scritta che ritenevo verbalmente scorretta.
Mi dicevo : dovrebbe essere scritto crepi ( congiuntivo desiderativo) e non crepa ( indicativo o imperativo).
Oggi leggendo i post sulla diatriba Riese ho capito che il verbo era giusto e messo al posto giusto. Infatti, : l'invidioso crepa ,divorato dalla sua stessa invidia , nella quale si consuma (senza bisogno di amuleti) la vendetta dell'invidiato.