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La Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Pisa, è venuta a conoscenza della presenza dei Vigilantes Piombinesi alle barriere del porto, per questo ha deciso che, per completare il percorso di studi gli studenti possono scegliere fra diversi corsi di laurea specialistica: uno di questi corsi si terrà proprio alle barriere del porto di Piombino. :p

..e tutti hanno diritto di rientrare a casa, senza dover discutere, litigare, rovinarsi il fegato…. e magari riuscire a farlo ad un'ora decente.

Siamo tutti Toscani, certo, Italiani, sicuro, ma forse alcuni sono un pochino più Italiani degli altri?

Inutile snocciolare sciocchezze:
1) Le barriere sono state giustificate con la legge sulla sicurezza, questo è certo.
2) La giustificazione trovata è un semplice cavillo per mascherare quello che realmente sono, una regimazione per il traffico.
4) Impantanarsi con l'antiterrorismo è una semplice tattica per rendere complicatissima la revoca degli interventi
5) Le barriere sono meno utili delle famose INFERIATE, anche quelle indispensabili, anche quelle RIMOSSE dopo innumerevoli proteste
6) Io sono il primo ad infamare gli elbani per i loro atteggiamenti (sono nato altrove), ma definire antidemocratico qualcuno che si incazza per essersi trovato un recinto sulla porta di casa mi sembra semplicemente disonesto: ringraziate invece che gli Elbani siano GENTE PERBENE , in altri posti le barriere ve le sareste ritrovate annodate alle bitte e senza tanti preavvisi.
7) Se proprio volete regimare il traffico dovete prima munirvi di una viabilità decente, parcheggi, servizi navetta, tabelloni elettronici, biglietterie comode, linee preferenziali per disabili e quant'altro si usa nei paesi civili per attenuare i problemi di mobilità. Alla fine, poi, potremmo anche tollerare quattro vigilanti poliglotti vestiti da sceriffi che si baloccano sui moli.

Capisco che a volte, nell'amministrare, si debba ricorrere al bastone e alla carota, ma anche stavolta, come troppo spesso accade SI E' COMINCIATO PROPRIO DAL BASTONE, CON LA CAROTA CHE CI PUNTA DOVE NOI ELBANI PROPRIO NON VORREMMO.

In sostanza difendete pure lo stipendiuccio, cari i miei portatori di verità, ma evitate cortesemente di sfotterci.

Un residente Elbano Pendolare

In un'ottica futuristica credo che l'unica soluzione sia quella prospettata da alcuni di rivolgersi ad altri porti…

[COLOR=darkred]i percorsi didattici 2009-2010 di educazione ambientale targati ASA SpA [/COLOR]

Anche per l’anno scolastico 2009-2010 ASA SpA propone alle scuole dell’ATO5 – territorio che comprende la Val di Cornia, l’Alta e Bassa Val di Cecina, l’Isola d’Elba, Radicondoli e Livorno – l’adesione ai progetti di educazione ambientale la cui finalità è quella di porre le basi di un’adeguata riflessione sul tema dell’importanza del valore della risorsa idrica e dell’uso responsabile di quest’ultima. A tale scopo, sono già state contattate tutte le direzioni didattiche – oltre 200 – dei 33 comuni che fanno parte di ATO5, dalle scuole dell’infanzia alle scuole secondarie di secondo grado.
Per farsi un’idea della portata di questi progetti, occorre fare riferimento ai risultati conseguiti. Da parte delle scuole, il 2009 ha registrato un’adesione importante alle proposte educative di ASA SpA, quantificabile in ben 2.408 studenti. Interessante è anche il numero complessivo delle adesioni dal 2001 al 2009: sono stati 17.464 gli studenti raggiunti da ASA SPA col suo progetto di educazione ambientale. Infine, è pari a 971 il numero degli alunni che quest’anno hanno visitato il campo pozzi di Franciana (Piombino), il depuratore di Schiopparello (Portoferraio) e il Cisternone di Livorno, in occasione dell’apertura straordinaria degli impianti durante la recente Giornata dei Servizi Pubblici Locali, che ogni anno conclude tradizionalmente il ciclo educativo anzidetto.
L’offerta formativa 2009-2010 si avvarrà sia dei tradizionali strumenti didattici, quali le lezioni in classe e le visite agli impianti, sia di sussidi didattici in formato cartaceo e multimediale. Un’ulteriore forma di sensibilizzazione, stavolta non esclusiva per i ragazzi, partirà inoltre nel prossimo luglio con la distribuzione di 50mila depliant presso le Urp di tutti e 33 i comuni di ATO5, al fine d’informare l’utente circa la reale complessità delle molteplici funzioni del Gestore del Servizio Idrico Integrato: perché l’acqua non esce dai rubinetti per caso.
Per l’adesione formale al progetto didattico di ASA SpA è necessario compilare il modulo disponibile sul sito web aziendale e scaricabile all’indirizzo [URL]http://www.asaspa.it/scuola/modulistica/modulistica.html,[/URL] e poi spedirlo via fax al numero 0586/242632. Si prega gentilmente di spedire il precitato modulo entro la fine di luglio 2009: la priorità sarà infatti stabilita secondo l’ordine d’arrivo.

I riferimenti alla storia antica elbana fanno sempre piacere perché, anche se appaiono in contesti di tutt’altra natura, indicano che nell’isola c’è ancora qualche interesse per le nostre origini. Recentemente Nanni Gioiello ( in prima battuta ) e Lorenzo Marchetti ( di rimando ) hanno portato alla ribalta i Liguri Ilvates, i quali, secondo i due autori, sarebbero arrivati all’Elba nel XII secolo avanti Cristo.

Forse posso dare il mio modesto contributo alla discussione, anche perché mi sono occupato del problema in una mia relazione congressuale che aveva per oggetto le guerre romano-liguri negli Annales di Tito Livio e nell’evidenza archeologica.

I Liguri Ilvates, una popolazione alla quale Livio concede un indice di visibilità piuttosto scarso con due sole menzioni ( XXXII, 29, 31 ), tra la fine del IV e gli inizi del II secolo a. C. si insediarono nel distretto geografico Appennino/Trebbia/Taro e sono da considerare parenti prossimi dei più noti Liguri Apuani. Non risulta che quella simpatica tribù ‘emiliana’ – forse bloccata, perfino 2300 anni fa, da assurde barriere piombinesi – sia riuscita a fare una capatina all’Elba, in quel tempo saldamente in mano agli Etruschi ( fino al 250 circa a. C. ) e poi ai Romani.

La tesi dell’occupazione dell’isola da parte dei Liguri Ilvati durante l’Età del Bronzo Recente/Finale ( XIII-XI secolo a. C. ), in voga fino ai primi anni Settanta del secolo scorso, oggi appare superata e non è più proponibile.

[COLOR=darkblue]Michelangelo Zecchini [/COLOR]