Una cosa però è certa, con il COMUNE UNICO oggi la scelta (SI O NO al dissalatore) sarebbe già acqua passata da molto tempo.
NOTA- Nell'ultimo referendum io ho votato contro al COMUNE UNICO, ma a distanza di tempo la mia idea è cambiata totalmente.
Guardi Micaela che anch'io ho letto delle autorizzazione per le 5 piscine. Basta andare sull'albo pretorio del Comune di Capoliveri e leggere.
Forse è più comodo ascoltare quello che si vuole sentire piuttosto che leggere (costa fatica leggere). Mi stupisco come riesca a scrivere su questo blog. Ho sentito dire da Italo Sapere che 12 + tre fa tredici..😉
[IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_32/com.JPG[/IMGSX] Il convegno “L’acqua che c’è”, con il grande riscontro di pubblico che ha avuto, ha sancito un principio fondamentale: “la questione idrica, e quindi la realizzazione del dissalatore, riguarda tutta l’Isola d’Elba, come molte isole minori, e va affrontata collegialmente raccogliendo le opinioni e i suggerimenti, oltre che di esperti e soggetti attuatori, dell’intera comunità isolana, di cui fanno parte enti pubblici e privati, istituzioni, associazioni, imprese e cittadini”.
Il Comune di Capoliveri, direttamente interessato per il progetto del dissalatore che AIT e ASA intendono realizzare nel suo territorio in località Lido e Mola, chiama a raccolta i sindaci degli altri sei comuni elbani che hanno espresso la loro opinione nelle interviste rilasciate a QUInewsElba.it, affinché le loro dichiarazioni meritino, oltre ad una lettura, una più profonda riflessione.
Oltre alle opinioni dei cittadini, che stanno rispondendo sempre più numerosi alla petizione su change.org, il puzzle delle posizioni anche istituzionali si va via via componendo. Crediamo quindi opportuno che si dia ascolto alle diverse posizioni per trovare una linea di azione sul progetto del dissalatore, condivisa dalla popolazione elbana. Si auspica quindi l’apertura di un tavolo con la Regione Toscana dove si possa affrontare il tema in virtù di quella tanto acclamata partecipazione democratica ed attiva dei cittadini nei percorsi di governo del territorio.
Di seguito, riportiamo i passaggi più significativi delle interviste ai Sindaci realizzate da QUInewsElba.it,
GABRIELLA ALLORI: MARCIANA MARINA
"E’ evidente che per il territorio elbano debba essere trovata una soluzione al problema della risorsa idrica – ha detto la sindaca Gabriella Allori – soprattutto in una prospettiva futura che ci consenta una maggiore autonomia e ci tuteli da rischi di eventuali disservizi, che si potrebbero verificare soprattutto nei periodi di maggiore afflusso turistico e notevole consumo. Peraltro i meno giovani si ricordano sicuramente quando l’approvvigionamento idrico estivo avveniva attraverso le famose “bettoline” con una qualità dell’acqua assai discutibile. La condotta che ha definitivamente scongiurato questo tipo di fornitura ci dicono essere andata ben oltre il limite e questo è uno dei motivi per cui l’accordo di programma del 2011 tra Regione, Provincia e Comuni prevedeva una serie di interventi tra i quali il dissalatore, che potrebbe migliorare la situazione dal punto di vista del fabbisogno, ma non ci assicura comunque la piena autonomia".
"Le perplessità sollevate da molti cittadini circa la necessità di intervenire sulla rete per limitare e risolvere le numerose perdite sono condivisibili, – prosegue Allori – così pure la possibilità di trattenere l’acqua piovana anche se dobbiamo fare i conti con il cambiamento climatico e prendere atto che per lunghi periodi non piove, come peraltro sta succedendo in questi mesi, quindi dubito che queste misure ci metterebbero completamente al riparo".
"Pertanto è necessario un confronto che possa chiarire tutti i dubbi sollevati dal territorio, in primis quelli del Comune di Capoliveri e dei suoi cittadini ed auspico che questo avvenga in tempi brevissimi"
DAVIDE MONTAUTI: CAMPO NELL’ELBA
"Risolvere tutti i problemi legati alla risorsa idrica è un obiettivo primario per la Comunità elbana. – ha detto il sindaco Montauti – Ci sono da affrontare e risolvere alcune criticità. In primis dobbiamo affrontare il problema delle perdite della rete idrica ed è necessario, nel contempo, valorizzare le sorgenti isolane, soprattutto dell'Elba occidentale, con degli invasi, per esempio quella di Pomonte".
"Tutti i dubbi e le incertezze sul dissalatore devono essere chiariti attraverso un confronto serio e responsabile. – ha aggiunto il sindaco di Campo nell'Elba – Ho partecipato almeno a cinque incontri: due organizzati dal Comune di Capoliveri e tre dalla Regione insieme all'Autorità idrica. Credo sia arrivata l'ora per un incontro tra il Comune di Capoliveri e la Regione Toscana insieme agli altri Sindaci dell'Elba per definire la questione del dissalatore una volta per tutte".
MAURIZIO PAPI: PORTO AZZURRO
"Quando la nostra amministrazione comunale si è insediata nel 2017, dopo 2 o 3 settimane, c'era la conferenza dei servizi sul dissalatore. – ha spiegato alla nostra redazione il sindaco di Porto Azzurro, Maurizio Papi – Non avendo informazioni adeguate in merito, nella mia veste di sindaco contattai Italo Sapere, presidente del Comitato per la difesa di Lido e Mola per comprendere la situazione. Per noi fu chiaro che quel tipo di impianto previsto nella zona di Mola, vicino alla zona umida tutelata e vicino alla spiaggia del Lido, zona turisticamente di rilievo anche per il nostro territorio, non poteva essere realizzato lì".
"Perciò nominai Italo Sapere come mio consulente e delegato per le questioni del dissalatore di Mola e lo è a tutt'oggi. – ha aggiunto il sindaco Papi – In occasione di quella conferenza delegai a partecipare l'allora responsabile dell'ufficio tecnico e il dottor Sapere con il mandato di votare no al dissalatore. Ma il ruolo del Comune in quel caso non era di esprimere un parere sul dissalatore ma solo sull'autorizzazione a fare passare una parte della tubazione di Asa, collegata all'impianto, sul nostro territorio. Fu votato si perché non c'erano motivazioni per negare il passaggio della tubazione. La nostra amministrazione non ha mai firmato nessun atto in cui si dichiarava favorevole alla realizzazione del dissalatore di Mola".
"Come amministrazione comunale di Porto Azzurro non siamo contrari concettualmente ad un dissalatore ma riteniamo che, qualora fosse necessaria un'opera di questo tipo, certamente andrebbe trovata un'altra collocazione, in un luogo diverso, dove avrebbe un impatto ambientale minore. – ha concluso il sindaco Papi – E la nostra posizione è sempre stata chiara fin dal principio"
MARCO CORSINI: RIO
"Sono molto vicino al sindaco di Capoliveri Walter Montagna – ha detto il sindaco Corsini – perché capisco la sua battaglia a difesa del suo territorio – e si tratta di rimontare una situazione con un contenzioso in corso. È però un problema principalmente di Capoliveri".
"Da anni l'Elba vive il problema della carenza idrica – ha aggiunto Corsini – e se è necessario che sia realizzato un dissalatore certo questo deve essere fatto con tutte le massime cautele e le garanzie possibili, sia dal punto di vista paesaggistico che ambientale. Il sindaco di Capoliveri merita comunque tutta la solidarietà e non deve sentirsi isolato e proprio per manifestare questa vicinanza l'amministrazione comunale di Rio era presente al convegno dei giorni scorsi con la vicesindaca, dottoressa Valeria Barbagli".
ANGELO ZINI: PORTOFERRAIO
"Si tratta di una questione complessa e importante – ha detto il sindaco di Portoferraio, Angelo Zini – mi auguro che la discussione e il confronto possano tornare alle origini cioè al momento in cui la scelta fu fatta, perché una scelta fu fatta all'interno di un accordo di programma che vide coinvolti la Regione, la Provincia e i Comuni della Val di Cornia e dell'isola d'Elba, nel lontano 2011 quando si trattava di fare un progetto importante per l'abbattimento del boro e dell'arsenico delle acque della Val di Cornia che venivano all'Elba e si fece un patto più generale su una serie di interventi per la messa in sicurezza della risorsa idrica e, per l'isola d'Elba, in quel frangente si prevedeva il dissalatore. Però il dissalatore era all'interno di un contesto complesso. Negli anni poi le cose sono andate avanti in un certo modo, con la progettazione, e ora si ragiona solo del dissalatore che era solo una parte della questione, tanto è che questa soluzione tecnica che viene proposta copre solo una parte del fabbisogno di tutta l'acqua per l'isola d'Elba. Tenendo conto che in questo momento circa il 57% dell'approvvigionamento idrico dell'Elba proviene dal continente mentre il 43% è coperto dalle risorse autoctone, il dissalatore immetterebbe ulteriori litri nella condotta e farebbe aumentare la parte autonoma del fabbisogno ma non lo coprirebbe del tutto".
"Quindi bisogna lavorare per ulteriori integrazioni per mettere in sicurezza l'approvvigionamento idrico, certamente sulle risorse autoctone. – ha aggiunto Zini – Gli studi sono diversi, anche recentemente abbiamo capito che non ci sono i dati completamente aggiornati, quindi ci sarebbe da studiare ancora il problema di come si può trattenere l'acqua piovana. Se si parla di invasi, di serbatoi si pone il problema: dove li facciamo? Si pensa a chiudere qualche valle del versante occidentale e ci sarebbe anche in quel caso un impatto ambientale su cui discutere nuovamente? Poi c'è una programmazione più generale del territorio che guarda sicuramente anche ad una nuova condotta sottomarina tanto che nella discussione finale sul dissalatore è stata inserita anche la progettualità di una nuova condotta sottomarina perché questo permette di mettere in sicurezza la situazione, data la vetustà della condotta sottomarina attuale. E poi io aggiungo altro, questa deve essere l'occasione per un ragionamento ancora più ampio sul territorio che non riguarda solo l'approvvigionamento idrico ma riguarda la depurazione delle acque, la manutenzione e il completamento delle reti, il riuso delle acque reflue che sarebbe un incentivo intelligente anche alla risorsa idrica potabile. Credo che dovrebbe esserci un confronto più sereno e più allargato a tutte queste questioni".
"Tanto è che il mio modesto approccio che in queste settimane ho preso è quello di riuscire contattare l'assessorato all'Ambiente della Regione Toscana affinché si faccia la stessa Regione promotrice nuovamente di un tavolo di confronto su questi temi con i sindaci e con il territorio e anche attraverso una comunicazione istituzionale con i cittadini che non sia soltanto a senso unico".
"In linea di principio poi io non sono contrario all'ipotesi del dissalatore, certamente in astratto forse non era quello il luogo adatto ma le motivazioni che sono state portate hanno un loro senso, inoltre sulle prospettive "catastrofiche" dei danni ambientali a mare ci sono analisi che vanno in una direzione e altre che dicono cose diverse. Mi piacerebbe che su questo tema ci fosse un confronto più sereno e sto lavorando affinché questo avvenga".
SIMONE BARBI: MARCIANA
Premesso che ho massimo rispetto del lavoro di tutti i sindaci, – ha detto il sindaco Simone Barbi – le risorse del sistema Elba non permettono che l'isola durante il periodo estivo sia autonoma per quanto riguarda il fabbisogno idrico e quindi è supportata da una condotta sottomarina che però è ormai vetusta".
"Quindi c'è bisogno di un supporto dato anche che i pozzi sono ormai insufficienti, – ha aggiunto Barbi – quindi il dissalatore potrebbe essere un elemento che aiuta l'autonomia idrica dell'Elba".
"Poi dove fare il dissalatore – ha precisato il sindaco Barbi – e quale sia la tecnologia migliore non spetta a me dirlo perché io non sono un tecnico".
Per quanto riguarda le perdite nella rete idrica che, in base alla pubblicazione di Legambiente e Cnr sulle isole sostenibili 2021, all'Elba si attestano su un 46% Barbi ha commentato: "Non so quanto tempo e risorse ci vorrebbero per rifare tutta la tubazione e se mai si riuscirebbe a completarla ma in Italia dai dati diffusi la perdita media delle reti idriche è intorno al 40% e noi abbiamo bisogno comunque di trovare una fonte che immetta in rete più acqua".
Come si può notare dalle dichiarazioni dei sindaci siamo ancora alla ricerca di una visione pienamente condivisa; siamo però comunque fiduciosi che attraverso la certosina opera del sindaco di Capoliveri Walter Montagna, saremo in grado finalmente di esprimere una posizione unitaria per dimostrare alle istituzioni regionali che opere così importanti non si impongono ma si condividono.
Comitato per la Difesa di Lido e Mola
Nelle scorse settimane, con l’impegno del parroco Don Arkadiusz Paciorko con il Consiglio Economico della Parrocchia Santa Chiara d'Assisi, sono terminati i lavori dell’ultimo lotto di restauro delle decorazioni pittoriche sulle pareti laterali della navata principale e sulla parete frontale interna dove è presente il soppalco ligneo del coro con l’organo settecentesco del Tonci già precedentemente restaurato.
Per quanto riguarda il restauro delle pareti della navata, la prima fase di ritrovamento ha evidenziato delle criticità sulle condizioni di alcuni capitelli, che sono stati puntualmente consolidati.
Si è trattato dell’ultimo intervento di ripristino rimanente, in quanto il resto della chiesa è stato già restaurato negli anni passati per arrivare oggi ad ultimare l’ultimo settore rimasto. Nelle ultime zone restaurate abbiamo trovato delle campionature stratigrafiche che mettevano in evidenza la prima decorazione originale ed è stata presa come riferimento nei lavori precedenti.
L’intervento è partito dai saggi preesistenti al fine di avere già un punto di riferimento circa lo strato da riportare alla luce.
La rimozione degli strati sovrapposti è stata effettuata meccanicamente tramite l’utilizzo di bisturi e raschietti e con l’ausilio di acqua, per ammorbidire la materia.
Le decorazioni originali sono state effettuate con tempera di calce e colori in terre naturali e rappresentano un fregio composto da riquadrature di diverse dimensioni e colori, con al centro dei motivi floreali. Al di sotto, il fregio viene diviso da una cornice ocra, dalla quale parte una campitura verde serpentino.
Nella parete Ovest si trova la nicchia che ospita la fonte battesimale, decorata a finti cassettoni di tinta grigia sulla parte superiore a vista, mentre il resto è stato recuperato e integrato con velature ad acquatinta con acqua di calce e colori in terre naturali.
I cornicioni erano stati ricoperti, anch’essi da una pittura lavabile di color grigio scuro, asportando la quale, abbiamo trovato le decorazioni con le cromie originali.
Dopo il lavaggio con acqua demineralizzata e spugne naturali, sono state stuccate le crepe, le fessure e le lacune con malte a base calce.
La successiva reintegrazione pittorica è stata realizzata con velature di tempera di calce.
Altro intervento importante è stato il restauro e i ritrovamenti sulla balconata lignea dove è alloggiato l’organo settecentesco.
La balconata sembrerebbe essere stata realizzata in un secondo momento, deduzione giustificata dal fatto che per realizzarla è stato danneggiata la decorazione preesistente per ancorarla alla muratura.
Si tratta di una struttura lignea racchiusa in due cornici: quella superiore in legno e quella inferiore in gesso. Al centro è stato creato un supporto ad intonaco sul quale erano stati dipinti dei festoni su fondo cromatico verde, racchiusi da una cornice in tinta stucco.
Con questo ultimo lotto lavori, l’antica Chiesa di Santa Chiara D’Assisi, ha ritrovato al suo interno il suo antico splendore.
Tutti i lavori di restauro sono stati eseguiti dalla ditta Garoli Marco Giuseppe di Morbegno (Sondrio).
Tutte le lavorazioni sono state seguite e dirette dall’Arch. Federico Mazzei con l’approvazione e la collaborazione dei vari funzionari della Soprintendenza di Pisa
Il parroco Don Arkadiusz Paciorko con il Consiglio Economico della Parrocchia Santa Chiara d'Assisi – Marciana Marina
Il Direttore dei Lavori Arch. Federico Mazzei
Si allegano alcune foto degli interventi dopo il restauro
[IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_32/stad.JPG[/IMGSX] Nel quadro del più ampio progetto di tutela della vita umana in mare e dell’ambiente marino e costiero che vede fortemente impegnato il Corpo delle Capitanerie di Porto, gli uomini della Guardia Costiera di Livorno – Nucleo Port State Control, nella giornata di ieri, hanno emanato – ai sensi della Direttiva 2009/16 dell’Unione Europea, recepita con il D.Lgs 53 del 2011, – il provvedimento di “fermo” nei confronti della nave da carico generale denominata “STAD”.
Il provvedimento è stato adottato al termine di una dettagliata ispezione dell’unità che, in base alle vigenti normative internazionali in materia di sicurezza della navigazione, è risultata essere in condizioni “sub-standard”.
In particolare, sono emerse gravi carenze in materia di preparazione e risposta alle emergenze da parte dell’equipaggio, in materia di prevenzione e lotta degli incendi e di gestione della sicurezza di bordo.
Al momento l’unità risulta ancora ferma in porto, in attesa che vengano ripristinati gli standard minimi per poter essere nuovamente autorizzata a navigare. All’uopo, l’unità dovrà essere sottoposta a specifici controlli da parte degli ispettori dell’Ente Tecnico “Uracos”, responsabile del rilascio della certificazione di sicurezza per conto della bandiera Vanuatu (Oceania).
Il Nucleo PSC della Capitaneria di Porto di Porto di Livorno, guidata dal Contrammiraglio Gaetano ANGORA, continua a profondere notevoli sforzi nella lotta al fenomeno delle “navi sub-standard che, in difformità alle convenzioni internazionali, navigano con gravissimo rischio per la sicurezza della navigazione e dell’ambiente marino nonché per la sicurezza e per le condizioni di vita delle persone che sulle navi vivono e lavorano. Dall’inizio dell’anno sono già 13 le navi ispezionate e numerose le deficienze riscontrate.
[IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_32/prova.JPG[/IMGSX] A partire dalla mattinata odierna nel porto di Portoferraio è ormeggiata presso il Molo Elba della Darsena Medicea l’ultima unità della Guardia Costiera, Nave “Roberto Aringhieri” (CP421), varata il 28 ottobre scorso ed attualmente impegnata nell’ambito di un tour promozionale lungo le coste italiane finalizzato anche alla promozione della cultura della sicurezza in mare.
Un gioiello nautico e tecnologico di 34 mt di lunghezza e 10 uomini di equipaggio, caratterizzato da elevate prestazioni anche in condizioni meteo-marine particolarmente avverse, che fino al 13 febbraio sarà aperta alle visite dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 17.30.
Una vedetta da vedere e conoscere per apprezzare il lavoro della Guardia Costiera, dedicata alla memoria del Tenente di Vascello Roberto Aringhieri, Medaglia d’Oro al Valor di Marina, che perse la vita il 28 ottobre del 1995 mentre operava in un team ispettivo incaricato di "Costruita negli stabilimenti di Messina, dai Cantieri Navali Intermarine SpA (Gruppo Immsi) di Sarzana, questa nave – spiega il Comandante, Tenente di Vascello (CP) Arturo Incerti, è stata realizzata per la ricerca e il soccorso in mare. Una missione che la nuova unità potrà svolgere anche in condizioni meteomarine estreme, grazie alle sue caratteristiche all’avanguardia: è la più lunga imbarcazione “autoraddrizzante” e “inaffondabile” mai costruita in Italia". Con una velocità massima di oltre 31 nodi ed un’autonomia – alla velocità di 28 nodi – di oltre 1.000 miglia nautiche, è dotata di un sistema avanzato di comando e controllo, che assicura maggiore autonomia, e una migliore logistica per l’equipaggio e il ricovero di eventuali naufraghi.