I funzionari ADM di Livorno e gli ispettori pesca del 2° Centro Controllo Area Pesca della Direzione Marittima di Livorno hanno eseguito la scorsa settimana un’accurata attività ispettiva congiunta nell’ambito del più ampio e consolidato rapporto di collaborazione tra le due istituzioni per la tutela globale della risorsa ittica e la garanzia delle informazioni al consumatore nazionale.
La regolamentazione europea, in tema di lotta alla pesca illegale, prevede che tutti i prodotti ittici provenienti da paesi extra-UE, prima di essere inseriti nel circuito commerciale di uno Stato membro, debbano essere sottoposti a una scrupolosa analisi della certificazione di cattura che attesti la legalità del pescato in conformità alle leggi internazionali.
Nel corso della verifica fisica della merce, scaturita dall’esito del Circuito Doganale di Controllo (CDC) e svolta presso il terminal Darsena Toscana del Porto di Livorno, l’attenzione dei funzionari e degli ispettori si è concentrata proprio su una partita di ricciole congelate provenienti dall’Oman, trasportate via mare in container.
Al suo interno sono stati individuati circa due quintali della predetta specie non corrispondenti alla certificazione esibita dal rappresentante dell’importatore. Le informazioni presenti sulla documentazione attestavano infatti che la produzione e il congelamento di parte del pescato era avvenuto in data antecedente a quella di cattura come indicato nella certificazione esibita. Altri colli, inoltre, non recavano alcuna indicazione su identità e provenienza.
I 200 kg di merce risultati quindi sprovvisti dei documenti obbligatori, sono stati sottoposti a sequestro amministrativo e all’importatore è stata comminata una sanzione pecuniaria.
da
Portoferraio
pubblicato il 16 Settembre 2022
alle
9:16
Non capisco noi paesani stanno tutti zitti la benzina alle stelle e a pagare siamo noi cittadini,
La nave con dei prezzi imbarazzanti
La sanità che va a rotoli
Paesani bisogna fare un corteo pacifico bisogna bloccare tutto altrimenti l’isola affonda a voi la parola
Bruno incazzato
pubblicato il 16 Settembre 2022
alle
7:39
Basta uscire dall'elba e questo è il prezzo dei carburanti, non in una pompa bianca, ma una società che se non ricordo male era anche tra le più care, ma qui non devono pagare per permettere al cantiere di aumentare i posti barca.
Ci hanno preso per il c..o, ora anche chi esultava dietro al fenomeno con le bandiere se ne sarà accorto.
pubblicato il 15 Settembre 2022
alle
23:09
La risposta la conosciamo tutti
La mi nonna diceva sempre
Una mano lava l'altra, tutte e due lavano il viso
da
Ferraja
pubblicato il 15 Settembre 2022
alle
18:46
da
Centro Storico
pubblicato il 15 Settembre 2022
alle
18:45
da
ELBA PRESS
pubblicato il 15 Settembre 2022
alle
18:40
pubblicato il 15 Settembre 2022
alle
17:54
Nella tarda serata di ieri si sono concluse le operazioni di recupero e smaltimento della carcassa di balena spiaggiatasi a Quercianella martedì scorso.
In vista del drastico peggioramento delle condizioni meteomarine che avrebbero interessato la giornata, già nelle prime ore del mattino si è tenuto un tavolo tecnico tra tutti gli Enti interessati volto a definire le più idonee modalità di rimozione della carcassa e soprattutto il sito ove condurla per il successivo smaltimento.
Il tavolo tecnico, cui hanno preso parte Comune di Livorno, Guardia Costiera, Autorità di Sistema Portuale, Vigili del Fuoco, Osservatorio Toscano per la Biodiversità – Arpat – e le ditte incaricate (Fratelli Neri, Ditta Bettarini e ditta Petracchi), è giunto alla conclusione che il luogo più idoneo e sicuro per l’effettuazione delle operazioni di imbracatura e sollevamento sarebbe stato l’ambito portuale.
La Capitaneria di Porto, dunque, d’intesa con l’AdSP, e sentiti i rimorchiatori e la ditta Bettarini, dopo le opportune valutazioni di carattere tecnico-operativo per individuare il sito ottimale ove condurre la carcassa, ha autorizzato le attività.
Le prime operazioni di rimozione in mare, condotte da personale della Guardia-Costiera e dei Vigili del Fuoco, si sono presentate particolarmente complesse e si sono protratte oltre il previsto a causa delle condizioni meteo-marine non più ottimali che creavano forte risacca sottocosta. Ciononostante, grazie all’elevata perizia marinaresca degli operatori subacquei dei Vigili del fuoco e del personale della Guardia Costiera, la carcassa è stata allontanata dagli scogli e presa a rimorchio dalla Motovedetta CP 2089.
Nel frattempo, dal porto di Livorno era stato fatto partire il rimorchiatore Pacini della soc. F.lli Neri che, una volta raggiunta la CP 2089, ha preso a sua volta a rimorchio la carcassa per condurla a lento moto in porto.
Scortato dalla vedetta della Guardia Costiera e dal battello dei Vigili del Fuoco il convoglio è arrivato in sicurezza presso la Darsena Petroli – accosto 12, banchina prescelta per agevolare le successive attività in considerazione soprattutto del forte vento.
Particolare cura è stata posta dalla Sala Operativa della Capitaneria nella gestione del traffico portuale durante tutta la manovra di ingresso in porto del convoglio.
In banchina era stato frattanto predisposto tutto il necessario per avviare le operazioni di sollevamento dal mare del cetaceo tenendo in debito conto le sue grosse dimensioni (quasi 16 mt di lunghezza per 40 tonnellate di peso) e il suo avanzato stato di decomposizione.
Direzione Marittima di Livorno – Comando Provinciale Livorno
I sommozzatori dei Vigili del Fuoco hanno passato delle robuste fasce al di sotto della carcassa che con un grosso carro-gru è stata sollevata e poi poggiata in banchina su teli impermeabili.
Presente nei pressi della banchina, a scopo precauzionale, anche un battello disinquinante della ditta Labromare per l’eventuale recupero di residui che accidentalmente potevano essere dispersi in mare.
Le operazioni, che hanno potuto contare sul contributo della locale Protezione Civile per la necessaria illuminazione, si sono concluse a tarda sera con l’avvio a smaltimento della carcassa ed il lavaggio e disinfezione del sito.
L’animale, di cui purtroppo non è stato possibile appurare le cause del decesso, è stato classificato dagli Enti scientifici come una femmina di balenottera comune dalla quale sono stati prelevati campioni di organi, muscolo ed adipe per indagini batteriologiche e virologiche.
La sinergia, la prontezza operativa e l’elevata perizia con cui si sono attivati tutti i soggetti intervenuti hanno consentito la rimozione della carcassa dalla costa in estrema sicurezza, prevenendo potenziali rischi per l’igiene, per l’ambiente marino e per la sicurezza della navigazione.
Livorno 15 settembre 2022
da
pf
pubblicato il 15 Settembre 2022
alle
17:52
da
Elba
pubblicato il 15 Settembre 2022
alle
16:58
Il problema , forse, per il Comune di Marciana Marina e piccoli comuni é il settaggio o aggiornamento della stampante per la compilazione dei dati anagrafici sulla nuova scheda da consegnare al richiedente.
Comunque le disposizioni di legge al riguardo sono molto chiare per tutti i comuni.
da
Marciana Marina
pubblicato il 15 Settembre 2022
alle
13:56
da
Piazza padella
pubblicato il 15 Settembre 2022
alle
9:50
pubblicato il 15 Settembre 2022
alle
7:43
PRIMA PARTE
Nel resoconto manoscritto degli scavi archeologici in località Profico a Capoliveri del 1816, Giacomo Mellini scrive:
«Fu alla sommità del colle che diressi le mie prime scoperte (…). Vi ritrovai ossa di cadaveri, altri di una statura assai grande e quasi gigantesca, altri di mediocre e ordinaria, ed altri infine di parvoli e fanciulli, rivolti tutti peraltro colla faccia all’oriente. Avea ogni cadavere all’intorno di sé mitre, piatti ed altri vasellami, qualcuno dei quali identificati col tufo durissimo.»
(Giacomo Mellini “Relazione delle antichità scavate dal tenente colonnello ing. Giacomo Mellini in luogo detto Profico nel territorio di Capoliveri” manoscritto, 1816)
Una relazione corredata e accompagnata da eccellente documentazione grafica dei reperti fatta dal Mellini.
Era un militare che percorse la carriera delle armi sino al grado di tenente colonnello del Genio militare francese.Si era segnalato nella difesa di Bastìa nel 1799 contro gli Inglesi facendo saltare una fregata inglese e per questo gli fu conferita una decorazione dal Comitato di salute Pubblica.Prese poi parte a tutte le campagne d’Italia di Napoleone: fu ferito alla battaglia di Marengo. Fu uno dei principali architetti delle fortificazioni di Peschiera e di Alessandria e per tale motivo divenne membro dell’Accademia delle Scienze e della Arti.Insegnò matematica ai cadetti francesi e italiani.Seguì Napoleone nel suo breve dominio all’Elba .
Nell’aprile del 1816,Strasoldo, governatore militare e civile dell’Elba, scrive a Corsini,ministro dell’interno dello stato granducale a Firenze ,che il Tenente Colonnello Mellini che“aveva degl’indizi che nelle vicinanze di Capoliveri potessero esistere vestigi d’antichità” è stato da lui animato “a farne una qualche ricerca”.
E’ l’inizio di un carteggio dove si evidenzia in maniera netta l’intervento della pubblica amministrazione granducale a favore degli scavi archeologici nella località Profico vicino a Capoliveri,scavi in virtù dei quali noi oggi possiamo ammirare reperti di rara bellezza ed importanza scientifica alcuni esposti al museo archeologico della Linguella in Portoferraio.
Per una dettagliata rassegna sul valore scientifico di tali reperti dello scavo della necropoli del Profico leggi Michelangelo Zecchini
“LA NECROPOLI TARDO ETRUSCA E ROMANA DEL PROFICO PRESSO CAPOLIVERI (ISOLA D’ELBA)”
(https://www.academia.edu/40642233/LA_NECROPOLI_TARDO_ETRUSCA
_E_ROMANA_DEL_PROFICO_PRESSO_CAPOLIVERI_ISOLA_DELBA )
Dal carteggio si apprende che la pubblica amministrazione granducale intervenne in maniera massiccia a sostenere,non solo economicamente,gli scavi archeologici intrapresi dal Mellini.
Fu coinvolto persino Sua Altezza Imperiale e Reale,il Granduca Ferdinando III di Toscana .
Ma è soprattutto il governatore Strasoldo che appare molto interessato .
E’ Strasoldo che “anima “ il Mellini a compiere un tentativo di scavo in quei luoghi vicino a Capoliveri dove erano “indizi” che vi potessero essere “vestigi d’antichità”.
Si deve a lui se la pubblica amministrazione granducale ,fino ai massimi livelli,fu allertata intorno agli scavi archeologici.
Egli,infatti,il 9 aprile 1816 si rivolge al ministro Corsini per sapere dal Sovrano “se piacesse che si proceda a continuare questo tentativo” di scavo.
“Eccellenza
Il Sig. Tenente Colonnello Mellini che aveva degl’indizi che nelle vicinanze di Capoliveri potessero esistere vestigi d’antichità l’ho animato a farne una qualche ricerca e l’altro giorno nello spazio di sole 50 Braccia ha trovato da 40 pezzi di vasi antichi che conservo presso di me a disposizione di S.A.I. e R. e nel mettermi ai piedi dell’I. e R.A.S. prego V.E. ( ) il qui connesso bozzetto di alcuni di questi Pezzi trovati.
Persuaso che proseguendo lo scavo s’abbia da trovare cose che sommamente devono interessare l’antichità ( ) in attenzione degl’ordini del Sovrano per sapere se piacesse che si proceda a continuare questo tentativo nell’attendere degl’ordini che l’E.V. sarà per comunicarmi su questo particolare.
Ho l’onore di confermarmi….
9 aprile 1816
Strasoldo “
(Affari generali del Governo dell’isola d’Elba anno 1816. Filza 3.Carta 187.Archivio storico comune Portoferraio. Cfr in pg 348-360 di “Storia di Portoferraio e dell’Elba dal 1815 al 1818 attraverso documenti d’archivio” M. Camici. Marchetti editore 2017. Pisa)
Il Braccio fiorentino equivale a metri 0,583626.
Il Mellini eseguì il tentativo di scavo “sulla sommità del colle” in 50 braccia fiorentine pari perciò a circa 23 metri
La risposta di Sua Eccellenza Corsini non si fece attendere molto perché il 4 maggio 1816 il Corsini scrive a Strasoldo che il Granduca Ferdinando, al quale è stato reso conto dei risultati, “approva che si continui il cominciato tentativo” di scavo e,non solo approva, ma v’è interesse a conoscere la spesa “ che sia occorsa e possa occorrere” per lo scavo.
“Ill.mo Sig.Sig.Pron. Col.mo
Sua Altezza Imperiale e Reale,alla quale è stato reso conto dei risultati dello scavo progettato dal Tenente Colonnello Mellini nelle vicinanze di Capoliveri approva che si continui il cominciato tentativo,ma frattanto si compiacerà VS. Ill.ma di presagire almeno per approssimazione la spesa,che sia occorsa e possa occorrere per tale oggetto.
Ho l’onore di confermarmi col più distinto ossequio
Di VS Ill.ma
Dall’I. e R. Seg.ria di Stato Li 4 maggio 1816
Dev.mo Obbl.mo Serv.re
N. Corsini” (Vedi FOTO)
(Idem come sopra)
Ora che lo Stato Granducale,ai suoi più alti livelli,si è attivato, Strasoldo,dopo qualche giorno,il 14 maggio 1816 scrive a Corsini e al Tenente Colonnello Mellini.
Al primo risponde in merito alla richiesta di conoscenza della spesa sostenuta e da sostenete per gli scavi,al secondo informa di quanto sta accadendo e cioè che il governo granducale è fortemente interessato alla prosecuzione scavi archeologici intrapresi e lui, Strasoldo,augura al Mellini “il più sublime successo”.
“Eccellenza
Ho comunicato al Sig. Tenente Colonnello Mellini quanto V.E. si è compiaciuto di significarmi con la pregiatissima sua lettera de 4 stante e qui annessa trasmetto all’E.V. nel suo originale la replica che mia ha rimesso il predetto Sig. T. Colonnello.
Trattandosi d’un oggetto di spesa così piccolo farò proseguire le ricerche nell’incominciato scavo e a misura che proseguiranno mi farò in dovere di darne conto all’E.V. per attendere gli ulteriori suoi comandi.
Frattanto ho l’onore di confermarmi con rispettoso ossequio
14 maggio1816
Strasoldo ”
(idem come sopra)
Lettera di Strasoldo al Mellini del 14 maggio 1816
“Ill.mo Sig.
Avendo io reso conto a S.E. Corsini dell’Im.le e R. Segreteria di Stato del resultato del tentativo fatto da VS Ill.ma nelle vicinanze di Capoliveri ove Ella ha trovato e rimesso a me diversi pezzi d’antichità che io ritengo a disposizione di S.A.I. e R. il nostro Augusto Sovrano.
Con lettera del 4 stante S.E. Corsini mi scrive d’aver reso conto a S.A.I. e R. del resultato dello scavo da lei intrapreso e approva che si continui il cominciato tentativo che peraltro VS Ill.ma indichi la spesa occorsa e che possa occorrere per il proseguimento delle ulteriori ricerche da farsi in tale oggetto.
In attenzione pertanto di quanto sarà per indicarmi passo a confermarmi con tutta la stima”
(Idem come sopra)
MARCELLO CAMICI
pubblicato il 15 Settembre 2022
alle
7:42
pubblicato il 14 Settembre 2022
alle
21:15
da
Portoferraio
pubblicato il 14 Settembre 2022
alle
20:23
da
Elba
pubblicato il 14 Settembre 2022
alle
19:56
pubblicato il 14 Settembre 2022
alle
19:39
da
Portoferraio San Giovanni
pubblicato il 14 Settembre 2022
alle
19:30
Peccato solo per una cosa, quel bel prato verde speranza ora è diventato marrone diarrea, che sarà mai successo? L'hanno avvelenata? Oppure l'hanno seccata per adeguarla a quelle della strada nuova?
Eppure li davano acqua a gogò tutta la notte che la mattina c'erano le pozze manco avesse piovuto.
La perfezione non esiste, soprattutto a Portoferraio…spero che la ripiantino e che ne abbiano cura altrimenti era meglio se ci lasciavano la tera.
da
Firenze
pubblicato il 14 Settembre 2022
alle
18:47
I giovani erano chiamati contestatori, perché volevano cambiare la società dei loro genitori. Si diceva che la colpa era dei genitori, che si dimostravano troppo lassisti. I giovani di oggi, figli dei figli contestatori, sono ora plagiati dai social. Si dà la colpa ai loro genitori, dimostratesi troppo lassisti. Questi giovani non vogliono cambiare la società dei loro genitori; basta loro poter chattare in pace mediante WhatsApp, possibilmente anche con i genitori a 2 metri. La situazione rispetto a quella dei genitori è pericolosamente diversa; il timore è che la futura società non verrà plasmata da loro. Qualcuno potrebbe asserire che l'attuale società, figlia dei figli contestatori, non sia un granché, per cui quest’ultimi hanno poco da sindacare. E’ dura, molto dura.
