Tribunale Elba, Galletti (M5S): “Distaccamento di Portoferraio va mantenuto. Mozione in Consiglio Regionale”
[IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_34/aula.JPG[/IMGSX] Firenze, 31 marzo 2022 - “La sezione distaccata a Portoferraio del tribunale di Livorno deve restare ed essere stabilizzata: l’accesso alla giustizia è uno dei servizi essenziali che non può e non deve essere tagliato. Ho presentato per questo una mozione in consiglio regionale, in supporto di quella presentata dalla conferenza dei capigruppo del Comune di Portoferraio che verrà discussa oggi. Nello specifico, chiederemo alla Giunta regionale di attivarsi a sua volta presso il Governo e il Ministero della Giustizia per il mantenimento della sezione distaccata di Portoferraio del Tribunale di Livorno, rendendo tale sezione stabile e dotata di sufficienti risorse economiche e di personale” ha dichiarato la Capogruppo del Movimento 5 stelle in Regione Toscana Irene Galletti, dopo gli allarmi lanciati da Ancim, l’associazione che raggruppa le isole minori italiane e l’ordine degli avvocati.
“Le motivazioni a fondamento della richiesta di stabilizzazione - chiarisce Galletti - esistono ancora oggi e sopperiscono a compensare la mancata continuità territoriale. Il sì unanime alla Camera dei Deputati, avvenuto nella giornata di ieri, sulla proposta di legge costituzionale per la modifica all'articolo 119 della Costituzione, concernente il riconoscimento delle peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità e già approvata in prima deliberazione dal Senato, conferma ancora una volta questo principio.”
Così Irene Galletti, Capogruppo M5S in Consiglio regionale.
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ELENA PALADINI IN MAGLIA AZZURRA AL FESTIVAL SEI NAZIONI FEMMINILE UNDER 18
[IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_34/donna.JPG[/IMGSX] Festeggiamenti in casa neroverde per la convocazione di Elena Paladini, classe 2004, nella squadra azzurra che parteciperà all’U18 Women’s Festival di Edimburgo, torneo di categoria riservato alle selezioni dei paesi che prendono parte al Sei Nazioni, dal 9 al 13 aprile. Dopo l’ultimo raduno di Roma dello scorso weekend, lo staff tecnico azzurro composto dal responsabile Diego Saccà e dai tecnici di Area Leila Pennetta, Elena Chiarella, Elisa Facchini ed Elisa Rochas, ha selezionato le azzurrine che andranno a comporre la squadra per la neonata edizione del torneo, tra cui la giocatrice delle Osmunde del Canale. Elena, trequarti centro, gioca a rugby da soli cinque anni, ma le sue qualità sono sempre state sotto gli occhi di tutti. Per questo motivo, allenatori e compagne di squadra l’hanno sempre incoraggiata a continuare ad allenarsi e a giocare, nonostante il movimento femminile toscano sia rallentato per le giovanili: Elena, giocatrice all’origine dell’Etruria Rugby Piombino, non potendo partecipare al campionato di Coppa Italia Femminile con la squadra della società giallonera a causa della sua giovane età, ha giocato numerosi tornei grazie alla selezione di ragazze toscane U14 e U16 sotto le società de I Puma Bisenzio e poi Livorno Rugby 1931. Oggi in forza alle Osmunde del Canale, squadra femminile dei Mascalzoni del Canale che la vedono ricongiunta con le sue originarie compagne di squadra, Ep – “eppi”, così soprannominata in ambiente rugbystico – ha partecipato negli ultimi mesi ai raduni nazionali di categoria, utili a definire la squadra per il torneo scozzese. “Ai raduni mi sono sempre divertita molto, anche se sono stati molti duri sia a livello fisico che mentale: sapevo che mi stavo giocando il posto in squadra per Edimburgo e che dovevo dare tutto” – commenta la giocatrice – “Ad essere sincera non mi aspettavo la convocazione, ma adesso sono euforica e molto emozionata. Non vedo l’ora di partire!”. In bocca al lupo, allora, alla nostra neroverde che partirà martedì 5 aprile per Milano, città da cui le azzurrine voleranno per la Scozia il 7 aprile.
Ci vorrebbe che tutti i candidati alle elezioni: amministrative, regionali, nazionale ed europei che per essere votati dovrebbero pubblicare il proprio curriculum vitae elencando i seguenti: 1) età anagrafica, 2) se lavorano o meno e quanti anni di contribuzione hanno accumulato, 3) l'appartenenza o meno ai partiti, 4) se hanno fatto uso di redditi naspi, cittadinanza e l'inclusione, oppure sono dei fancazzisti? In questo modo il cittadino che deve votare incomincia a ragionarci prima di votare escludendo i fannulloni per antonomasia e coloro che dell'anarchia ne fanno un senso civile.
Cercasi da meta' Aprile a meta' ottobre 1 Capobarca al traffico Locale, 1 Motorista Abilitato, 1 marinaio, inviare curriculum via mail
rivierashippingsrl@gmail.com
Questa è la considerazione che i nostri amministratori ci riservano...... Tra pochi giorni si dovrebbe votare e non è dato sapere per chi...... Ma che fate vi vergognate per quello che avete o non avete fatto???? M'attasto se ci so'
SINDACO ZINI, un ulteriore importante servizio in termini di assistenza sanitaria come dice lei, SAREBBE QUELLO di pensare
agli anziani e i disabili del suo Comune FACENDO FUNZIONARE L'ASCENSORE DELL OSPEDALE che anche oggi sotto la pioggia battente era fermo senza che nessuno abbia provveduto a segnalarlo facendoci aspettare invano il suo arrivo sotto la pioggia battente.
SINDACO A NOI DEVE PENSARE NON A DIFENDERE L'USL CHE CI STA TOGLIENDO IL MODO DI CURARCI QUI.
1548 .I FORZATI ALLA VOGA DELLA GALERA E LORO CONTRIBUTO ALLA FONDAZIONE DI COSMOPOLI
Prima parte
Coloro che sono stati condannati alla voga sopra una galera sono pagina importante della storia della città di Portoferraio sin dalla sua nascita.La storia di Portoferraio è indissolubilmente legata a queste persone condannate che sono i forzati alla catena della galera ,anche se di esse poco ne parlano i libri di storia.
Sono i galeotti, una massa di individui "senza storia" e spesso senza nome, scomparsi dalla memoria collettiva,la cui importanza però contraddistinse l'intera storia marittima del Mediterraneo,in quanto forza motrice al remo di una galea.
I forzati al remo condannati alla pena della galea , i galeotti, contribuirono con la voga al remo al trasporto dei primi soldati inviati sull’isola d’Elba per porre le fondamenta di Cosmopoli nel 1548.
Uomini da remo sopra una imbarcazione navale chiamata galera dotata di propulsione mista a vela e a remi, caratterizzata da una folta ciurma, la cui presenza era fondamentale per il corretto svolgimento della navigazione. La voga a scaloccio ,eseguita cioè con un unico grande remo mosso da più rematori,faceva aomentare enormemente il numero dei rematori presenti a bordo .
Ma è soprattutto con il lavoro oltre che con la voga al remo che i forzati hanno contribuito alla storia di Portoferraio come ad esempio terrapiazzando i bastioni,lavorando all’arsenale della galeazze e alle saline,pulendo le strade ,dragando la darsena ed altro.
Una volta sbarcati dalla galera venivano rinchiusi in luogo chiuso,chiamato bagno .
Bagno si disse quel luogo rinserrato a serraglio dove si tenevano i condannati a remare sulle galere allorquando erano in terra.
Nome che sembra derivi dagli antichi bagni di Costantinopoli dove erano alloggiati i galeotti.
Da qui poi venivano prelevati ed inviati ad eseguire lavori utili per la comunità.
I rematori delle cinque galere ducali di Cosimo nel 1550 erano in totale 797 di cui 554 forzati al remo per espiare una pena e 243 gli schiavi ,in genere infedeli catturati con la guerra .
I condannati al confino, i confinati, non potevano venire arruolati senza ordine specifico del Granduca (Cfr pg 78 “ Schiavi e Forzati “ in “Galere granducali e usi marittimi” C. Rospigliosi. Centro grafico elbano.1998).
I Forzati rappresentano la maggioranza della ciurma della galea : sono tutti soggetti condannati per un reato che implicava la pena della voga al remo la quale al massimo poteva durare cinque anni.
Gli Schiavi invece,che formavano insieme ai forzati la ciurma, erano sempre soggetti infedeli o scismatici mai cristiani infatti dopo il 1000 il cristianesimo occidentale con i concili dell’epoca affrancò i cristiani dalla schiavitù continuando ad accettare quella degli scismatici e degli infedeli,quali i musulmani.
E’ sopra una galera del duca Cosimo che nell’aprile del 1548 arriva all’Elba il primo contingente di soldati. Cosimo aveva scritto al Vicerè di Napoli di avere predisposto mille fanti e quattrocento guastatori “per fortificar un sito che era a cavaliere al porto ferraio dell’isola dell’Elba “ per evitare che fosse occupato dai francesi al comando di Piero Strozzi
Così scrive Cosmo I al Vicerè di Napoli l’ultimo di aprile del 1548 :
“Io scrissi alli sedici del presente all’Ex.V. et li dissi che avevo messo in ordine mille fanti et quattrocento guastatori per fortificar un sito che era a cavaliere al porto ferraio nell’Isola dell’Elba alfine che detto sito non fusse occupato dai franzesi o da altri che cercano di disturbar la quiete di Toscana et di tutta Italia essendo luogo oportuno et di molta importanza tutta questa Provincia .Di poi essendo avvisato da Don Ferrando Gonz. Et Don Diego di Mendoza che Piero Strozzi s’era partito di Provenza et inviato verso Lione con buona banda di soldati su le galere franzesi per venir occupar quel sito dell’Elba ,hebbi però commissione da Don Diego di fortificarlo per S. M.ta con promissione di renderglielo ad ogni suo gradir; et fui ricercato di far tale promissione…
(Archivio Mediceo.Filza 11. C. 94/recto. 30 aprile 1548.Archivio di stato di Firenze)
Cosimo continua a scrivere al vicerè di Napoli affermando che conoscendo l’importanza di quel sito “che facilmente poteva occuparsi da altri” risolse di fortificarlo ,per ora di terra ,e mandò all’Elba col signor Otto e il signor Pirro soldati e le necessarie provisioni sopra una delle sue galere che ha messo in acqua “…,ma conoscendo l’importanza di quel sito che facilmente poteva occuparsi da altri mi risolsi…spesa di fortificarlo ,di terra per ora et così mandai all’Elba li soldati et le provisioni necessarie col Signor Otto et il Signor Pirro sopra una delle mie galere che ho messo in acqua sulla quale insieme con loro andorno circa centocinquanta soldati e giunti con detta galera sull’Elba quattro o sei giorni prima che vi arrivassero gli altri soldati….i primi con la galera ….. signori disegnavano il porto per dargli principio ,nello arrivo delle navi vi comparse una fusta di infedeli”
(Archivio Mediceo.Filza 11. C. 94/verso. 30 aprile 1548.Archivio di stato di Firenze)
“Una delle mie galere” , della quale parla Cosimo scrivendo al vicere di Napoli , arriva all’Elba spinta dalla voga del remo di una ciurma verosimilmente formata da schiavi turchi,algerini, tunisini catturati su navi nemiche e da forzati cioè da persone che condannate per qualsiasi reato decidevano di scontare la loro pena con anni di servizio sulle galere.
Nell’ordinamento penale feudale ,il carcere inteso come pena, nella forma della privazione della libertà, non esiste. Il carcere medievale, punitivo e privatistico si fonda sulla categoria etico-giuridica del “taglione”, a cui si associa il concetto di espiatio, forma di vendetta basata sul criterio di pareggiare i danni derivati dal “reato”. L’unico tribunale è quello del signore,serenissmo padrone, solo lui emana gli ordini, a lui debbono obbedienza tutti coloro che hanno in concessione la terra o che vivono sui suoi fondi .
La prigione, o meglio la detenzione, era solo un passaggio temporaneo nell’attesa dell’applicazione della pena reale, cioè la privazione nei riguardi del “colpevole” di quei beni riconosciuti universalmente come valori sociali: la vita, l’integrità fisica (amputazioni) il denaro. La crudeltà e la spettacolarità assolvevano la funzione di deterrente nei confronti di coloro che intendevano trasgredire le regole imposte dal “signore”. Essendo la giustizia amministrata dal “signore”, le pene erano determinate in modo assai vario, secondo la volontà di questo. Le pene avevano carattere pecuniario o corporale, oltre all’esilio e alla galera, pena che prevedeva l’imbarco del reo come rematore nelle navi. Detenzione e tortura erano principalmente mezzi istruttori per ottenere la confessione dell’imputato, considerata la prova necessaria alla condanna.
Alla ciurma che era al remo della galera si aggiungevano le”bonevoglie”marinai spinti dalla miseria a svolgere questo duro lavoro spesso solo per la sicurezza di un pasto giornaliero,Tutti quanti venivano incatenati al banco di voga con anelli fissati alla caviglia.
Qui ,vogando ,spingono la galera solcando il mare.
L’uso della vela serviva per dare un pò di sollievo ai rematori quando c’era vento ,ma solo con essi, i rematori,si poteva andare avanti in bonaccia o con venti contrari o compiere rapide evoluzioni in battaglia.
Le condizioni di vita di questi uomini erano molto dure e alcuni preferivano lasciarsi morire di fame. Lucantonio Cuppano ,governatore,,il 28 maggio 1552 deve giustificare la morte di quindici forzati “Ms Bastiano (Campana) ne ha scritto a Pisa dè forzati ne sono ammalti otto dei quali ne è morto uno fiorentino e è morto per non volere magniare e quello pigliava gli si dava a forza ,qua sonno morti a questi dì da XV persone da poi ha fermato e se va migliorando”( Cfr pg 112 “Galere,sciabecchi e tartane nella rada di Portoferraio in “Galere granducali e usi marittimi” C. Rospigliosi Centro grafico elbano.1998 ).
Alcuni disegni (vedi foto) di Ignazio Fabroni,cavaliere del sacro militare ordine di S,Stefano imbarcato nel secolo decimo settimo su una galera granducale toscana, fanno vedere le galere della marina stefaniana granducale quasi come foto scattata in quell’epoca.
Nel disegno ”galera in giolito” cioè a riposo, il Fabroni fa capire come era la condizione della ciurma al remo dentro una galera,con voga a scaloccio:un gran numero di vogatori che remavano in uno spazio ristretto quale quello della galera che era di circa quaranta metri di lunghezza per cinque o sei metri di largheezz.
Nei disegni annotati dal Fabroni “poppa” e “prua di galera” l’attenzione è rivolta a due dettagli , a due zone importanti della galera: la poppa, riservata agli ufficiali, e la prua con lo sperone che permetteva di agganciare le galere nemiche-
Nel disegno annotato “galera alla vela” l’attenzione è rivolta alla navigazione a vela :su uno dei due alberi presenti sulla galera montato a proravia ,il trinchetto, è aperta una vela.
MARCELLO CAMICI
GRAZIE A CAPOLIVERI.
[IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_34/uk.JPG[/IMGSX] Assessore della città di Genova in un'intervista televisiva ringrazia il comune di Capoliveri ed un'associazione di volontariato per il contributo di donazione di un'ambulanza alla città di Odessa in Ucraina. Genova sta organizzando un trasporto eccezionale di ogni cosa essenziale alla vita umana in ucraina e nella città portuale di Odessa e Capoliveri ha risposto....
Continua la sinergia tra comune ed associazioni di volontariato del territorio, tutte, nessuna esclusa, per contribuire ogni qual volta si renda necessario intervenire.
Non solo quindi atti simbolici (comunque importanti) come le bandiere esposte in comune. Quella dei 4 mori in occasione degli incendi in Sardegna o quella ucraina oggi invasa dagli occupanti russi. Ma anche fatti concreti.
Questo è il risultato di una pacificazione che ci rende più uniti, vicini a chi soffre, ai più deboli.
È un cambio di rotta significativo per il paese di Capoliveri a cui forse non eravamo più abituati.
Io non voglio girarmi dall'altra parte e sono orgoglioso che anche chi mi amministra la pensi così.
Grazie ❤
Gentile Tarismano, che la Russia ha sempre avuto tanti carri armati lo sapevamo.
Spero non crederà che le bombe atomiche ce l'abbia solo la Russia.
Sono già una decina gli stati magari poverissimi ma che le bombe atomiche le vogliono avere e le hanno già.
E lei si preoccupa se l'Italia per la difesa passerà dall' 1,4 di ora al 2,0 % del PIL nel giro di qualche anno?
La russia nel 2020 era al 5.26 % del suo PIL. Mica poco.
Piuttosto la palla al piede dell'Italia è l'evasione fiscale dell'Irpef e le ultime regalie governative fatte a debito delle future generazioni di italiani, ma che servono a vincere le elezioni.
Negli ultimi giorni la diplomazia russa lo ha detto chiaramente, le nostre forze militari convenzionali sono nettamente inferiori alla NATO, ma noi abbiamo le atomiche. A buon intenditor poche parole.
Detto questo, a cosa serve allora aumentare le spese militari? Va detto anche che, qualora le spese dovessero essere indirizzate sul nucleare, i russi automaticamente aumenterebbero la loro, per cui ci troveremmo nella stessa identica situazione attuale.
APPROVATO IL BILANCIO DEL COMUNE DI CAPOLIVERI.
...... Blocco delle tariffe e riduzione dell'Imu in un periodo di aumenti di costi.... allo stesso modo si è proceduto alla riduzione DELL'IMU sulla SECONDA CASA.
A quanto pare niente riduzione della TARI ai meno abbienti e pensionati con basso reddito, e niente azzeramento dell'addizionale comunale per le stesse categorie di cittadini, ma altresì riduzione per chi possiede più case, molte affittate e che per questo motivo producono un reddito non indifferente in particolar modo quando affittate nel periodo estivo, tariffe che nei mesi di luglio /agosto possono arrivare anche a 800/900€ per difetto a settimana.
Con circa 3000 contagi su 25 milioni di abitanti Shangai decreta il lockdown per 10 giorni: noi con quasi i 100.000 casi di ieri ci apprestiamo dal 1 aprile a riaprire tutto!
Il Governo non si può mica rimangiare la parola data della fine dello stato di emergenza?
Se i contagi aumenteranno ancora chi se ne frega, tanto ormai come sostengono i più è diventato solo "un raffreddore": Se Briatore finisce in terapia intensiva in condizioni gravi, che importa! Caso isolato!!!
QUATTRO POSTI LETTO PER PAZIENTI COVID? NON SARANNO I QUATTRO POSTI LETTO CHE DOVEVANO RAPPRESENTARE LA NOSTRA TERAPIA SUB-INTENSIVA?
[IMGSX]https://www.camminando.org/FOTO_32/ingresso.JPG[/IMGSX] La domanda sorge spontanea.
A più di due mesi dal proclama della dott.ssa Casani che la terapia sub-intensiva sarebbe stata operativa a breve, ecco che nasce l’idea dei posti letto Covid. Ci siamo fatti delle domande e abbiamo cercato delle risposte.
Che cosa serve per avere una struttura sanitaria che possa ospitare malati Covid?
La struttura sanitaria deve possedere dei requisiti di spazi e impiantistica tali da consentire la definizione di aree e percorsi dedicati, dove i pazienti possono essere curati adeguatamente garantendo la sicurezza per loro e per gli Operatori Sanitari. L’isolamento delle aree di degenza deve essere perfettamente garantito ed è necessario delimitare i percorsi dei pazienti in arrivo. Devono inoltre essere allestite apposite zone filtro per l’accesso e la vestizione degli Operatori con i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) e la zona di svestizione dai DPI contaminati. (Fonte GVM)
Immaginiamo che a Portoferraio ci sia tutto questo, perché altrimenti sarebbe un grave rischio ospitare malati Covid.
Quale tipo di malati Covid si possono ospitare?
L’ASL Toscana distingue varie tipologie di malati Covid:
pazienti non critici, che diventano critici e poi tornano non critici, pazienti critici. (Fonte ASL Toscana).
I pazienti non critici sono quelli che rientrano in una fascia di rischio bassa e che hanno una degenza che varia tra 10 e 15 gg. I pazienti non critici, che diventano critici, hanno la necessità di un ricovero in terapia intensiva, e se poi la terapia funziona, tornano a essere considerati non critici e ammessi di nuovo nel reparto medico, tempistica? Variabile. I pazienti critici sono quelli ricoverati direttamente in terapia intensiva (Fonte ASL Toscana).
Rileggendo le parole della Casani, rilevate da un articolo apparso sull’App. Elbana, alle quali hanno fatto eco i giornali stampati con titoli a caratteri cubitali, la responsabile ASL parla di… “pazienti risultati positivi al Covid in modo accidentale”.
CHE SIGNIFICA?
Pazienti arrivati in ospedale per curare altre patologie che nulla hanno a che vedere con il virus, trattandosi, infatti, di “scoperte incidentali” (Fonte App. Elbana). Cioè tamponi d’ingresso, ci chiediamo? Quindi, questi pazienti necessitano di ricovero per Covid, se sono andati in ospedale per altre patologie? C’è un po’ di confusione in tutto questo, confusione che magari qualcuno si deciderà a spiegare a tutti, senza fare proclami epici, magari proprio il sindaco Zini, che ha condiviso queste scelte fatte dall’azienda in qualità di presidente della Conferenza dei sindaci Ebani per la sanità. Noi crediamo – Sindaco Zini - che è anche un importante servizio in termini di assistenza sanitaria Elbana far riparare l’apparecchio per le “ PANORAMICHE DENTARIE” guasto da mesi che obbliga l’Elbano ad aspettare col mal di denti fino a DICEMBRE 2022 dove la potrà fare a Cecina.
Ritornando al tema iniziale, siamo convinti che tutta questa manovra, sia stata messa in piedi per rimandare il problema legato alla creazione della terapia sub-intensiva, che permetterebbe all’ospedale di lavorare a regime. E vogliamo parlare ancora della TAC, del macchinario per il dentista, della situazione in radiologia, dell’automedica, delle guardie mediche, del pronto soccorso che ha ancora turni scoperti, nonostante i continui proclami? Siamo ad Aprile e il vento che tira sull’Elba e gelido. Svegliamoci.
Comitato Elba Salute – Miglioriamo l’ospedale Elbano.
Quante parole e interventi anche autorevoli sulle energie alternative, ma nessuno parla dei QUINDICI MILIARDI DI EURO, somma che è il 2% del pil per gli armamenti qualora dovesse passare la normativa in discussione nel parlamento.
Qualche numero semplice che descrive i tanti errori europei riguardo alla nostra dipendenza energetica. Così da depurare dalla propaganda fatta in questi giorni da cliente e fornitore, e cioè da Europa e Russia. I primi fingendo di poter sostituire facilmente il gas siberiano e i secondi fingendo di poterselo far pagare in rubli.
Partiamo da un numero molto semplice. Mosca esporta in Europa 155 miliardi di metri cubi di gas l’anno. Circola l’idea totalmente falsa che si possano sostituire con molecole americane. Gli Stati Uniti che per anni sono stati importatori netti di combustibili fossili, da qualche anno sono diventati esportatori, grazie a nuove tecniche di estrazione. Nonostante ciò, le loro quote non sono comparabili con quelle russe. Su una produzione di 850 miliardi di metri cubi, gli Usa sono in grado di esportarne solo una frazione pari a 100 miliardi. Se anche dovessero dirottare tutto questo surplus in Europa, cancellando le rotte asiatiche, si tratterebbe comunque di una quantità insufficiente a soddisfare i bisogni del Vecchio continente.
C’è un ulteriore aspetto contraddittorio. L’Europa dipende dal gas russo, in un crescendo che però parte dai tempi dell’Unione Sovietica, per un motivo piuttosto banale: costa relativamente poco. Ovviamente in condizioni di mercato normali. Il gas arriva in Europa con dei tubi, partendo quasi dalla bocca di pozzo. Il gas americano dovrebbe arrivare da queste parti in forma liquida e poi essere ritrasformato in stato gassoso. Prima raffreddi e poi riscaldi: il che ha un costo. A ciò si aggiunga che deve essere trasportato da grandi navi, che fanno tragitti fenomenali. Insomma costa più caro che ottenerlo dalla pressione di un tubo che te lo porta direttamente a casa.
In Europa inoltre, per la nostra miopia strategica, non ci sono molti luoghi in cui è possibile ritrasformare il gas da liquido a gassoso. La penisola iberica è la più dotata di questo genere di infrastrutture: ne ha nove. E per la verità sono anche sottoutilizzate; insomma potrebbero accogliere più materia prima. Peccato che governi, comitati, politici e compagnia danzante abbiano di fatto bloccato il potenziamento del tubo che dalla Spagna avrebbe potuto portare alla Francia e per questa via all’Europa, il gas prima liquido e poi rigassificato nelle strutture iberiche. Per farla breve: gli unici che hanno i rigassificatori in Europa, sono isolati.
Roba da pazzi. Ma sarebbe meglio dire, «roba europea». Nella cosiddetta tassonomia per la transizione energetica, il gas veniva considerato il diavolo. Il Vecchio continente non investe più da anni nel settore e ha ridotto negli ultimi tre anni la produzione del 15 per cento. Fenomeni. Oggi ci troviamo impiccati al fornitore russo, preghiamo gli americani di fornirci a caro prezzo il loro, che comunque è insufficiente, e se dovesse arrivare nell’unico luogo in Europa dotato di rigassificatori, ebbene non avremmo i tubi per diffonderlo. Se avessimo piazzato alla guida della politica energetica europea il Joker e lo avessimo fatto fidanzare con Greta, non saremmo stati così bravi a farci del male.
Nel frattempo i cattivoni di Gazprom mantengono i loro contratti come se fossimo in tempi normali. Inviano il gas persino ai loro clienti ucraini. E hanno fatto della loro affidabilità e rispetto dei contratti un punto di onore e di mercato. Per questo è molto difficile che rispettino il diktat putiniano di farsi pagare in rubli. Come notava il boss dell’Eni austriaca un paio di giorni fa sul “Financial Times”, il cambio della moneta nell’esecuzione di un contratto rappresenta una violazione sostanziale dello stesso.
Quest’inverno l’Europa ha speso 400 miliardi di euro in più per elettricità e gas rispetto a quello precedente. Metteteci la tara di una robusta ripresa economica. Resta il fatto che i consumi e la domanda giustificano oggi investimenti che ieri anche dal punto di vista economico potevano apparire poco convenienti. Altro che transizione energetica e palle sulla decrescita felice. Oggi è il momento di investire in infrastrutture ed esplorazioni, rendendo davvero l’Europa unita e non a chiacchiere, su uno dei cardini della propria indipendenza.
Posso quasi essere d'accordo con te, ma ci sono un paio di cose che ti sfuggono
1) Stiamo affrontando un problema OGGI. Costruire impianti in Italia(a prescindere dal tipo) richiede anni (tecnici e politici nel caso del Nucleare).
2) Se non puoi produrre più energia devi ottimizzare quella che hai. Ti sorprenderesti da quanta energia viene sprecata oggi in Italia e nel mondo. Pensa solo al caso (teorico ovviamente) di avere solo macchine piene in strada!
3) La sostenibilità ambientale non può essere messa in discussione, gli effetti del riscaldamento globale sono sotto gli occhi di tutti (Po' in secca, -30% dovuto a siccità nella produzione agricola Toscana etc etc)
Problemi complessi non hanno mai soluzioni semplici.
X NO,NON SIAMO FESSI
“La ricetta che propongo è ridurre gli sprechi e fare qualche sacrificio. Nessuna decrescita felice. Propongo di staccare la spina alle TV e agli elettrodomestici lasciati in Standby, prendere la bicicletta, organizzare macchine piene per andare a lavoro/fare la spesa, utilizzare di più i mezzi pubblici.”
La ricetta che proponi serve a niente.
Non è con le chiacchere che si viene incontro al fabbisogno energetico nazionale.
La ricetta è quella di produrre energia sufficiente a coprire il fabbisogno energetico nazionale,quel fabbisogno, per intenderci, che serve all’industria per farla andare avanti e produrre posti di lavoro, alle famiglie per scaldare l’acqua per bollire la pasta o cuocere la carne e accendere la luce quando è buio.
E,con le sole rinnovabili, tale fabbisogno energetico nazionale non può essere ricoperto.
Servono energia fossile e nucleare.
Solo producendo energia noi, nazione Italia,si raggiunge indipendenza da altri che ora ce la forniscono a caro prezzo in termini di spesa pubblica e privata nonchè in termini politici.
Caro mio, non crede che sarebbe bene cominciare a pensare che pretendere di campare e pure bene senza mai problemi, lavorando solo due o tre mesi l'anno di turismo sia un pelino utopico?
Cristina
Isole Eolie, boom di case e ville in vendita: effetto della pandemia
È un boom di case, ruderi, ville, magazzini e hotel in vendita all’asta in uno dei luoghi più suggestivi e famosi del Mediterraneo: le isole Eolie. I prezzi variano: ventiduemila euro per una piccola struttura a Lipari e cinque milioni e 800 mila euro il prezzo base di una villa a Panarea. Ma non ci sono solo vendite all’asta. Le sette isole dell’Arcipelago sono piene di cartelli che indicano case ed alberghi in vendita e segnali di «affittasi» sia nelle zone periferiche che in quelle centrali. Il centro più popoloso delle Eolie, Lipari, è pieno di cartelli di case in vendita. Che cosa sta avvenendo in uno dei luoghi più ambiti del turismo internazionale?
È evidente l’effetto della pandemia da Covid-19 che ha inciso in molti luoghi simbolo delle località turistiche italiane ed estere. Un dato che fa riflettere in questo senso. In vendita alle Eolie ci sono anche una decina di alberghi e fra queste strutture c’è anche un hotel di lusso a Lipari valutato 9 milioni e mezzo di euro e un residence del valore di un milione e 600 mila euro. Hotel in vendita anche a Panarea, Stromboli e nella piccola Alicudi. Seppur in Sicilia sul piano del turismo vi sono stati dati in miglioramento, va sottolineato che la gran parte del boom è legato al periodo estivo, e che le piccole isole sono svantaggiate rispetto alla «terraferma» che con la sua pluralità di offerta turistica è meno legata al mare. In questo contesto vanno aggiunti i recenti scenari di guerra che devastano il cuore dell’Europa orientale con gravi ricadute anche sul piano della questione energetica. Il costo della vita nelle piccole isole è ancora più alto rispetto alla terraferma. Gli abitanti locali protestano: «La benzina, l’energia e il gas sono alle stelle».
La carenza di servizi essenziali
E c’è una questione dei servizi essenziali che incide sulla vita quotidiana. Gli eoliani da tempo protestano per le carenze dell’ospedale (la mancanza di medici è stata più volte oggetto di lamentele) e per la chiusura dell’Agenzia delle Entrate. A tutto questo vanno aggiunti i cronici problemi nel settore logistico, dei trasporti e dei collegamenti via mare. Quando c’è maltempo, in particolare nella stagione invernale, vi sono isole che per giorni rimangono senza alcun collegamento con la terraferma. Questo aspetto è legato alla carenza dei porti. Occorrono investimenti infrastrutturali notevoli, a livello nazionale e regionale, necessari per sopperire alle problematiche serie che riguardano la vita quotidiana, con ricadute socio-economiche, degli abitanti delle Isole Eolie. Infrastrutture che sono ancor più necessarie anche nell’ottica dell’aumento dei livelli di sicurezza, data la natura vulcanica delle isole, in particolar modo per l’attivismo dello Stromboli e per la situazione di Vulcano.