Ragazzi ora va bene tutto ma leggendo la nuova lista sono un po' incredulo bravi ragazzi per L amor del cielo ma bisogna andare in comune a far il sindaco e a cercare di saper gestire un paese non è una partita di pallone per la partita sono ottimi ma per il comune mi ci viene da ridere solo al pensiero che stanno tappando L ombra di chi ha provato per molti anni a fare il sindaco ma con risultati da partita di pallone con risultati stile porto azzurro Brasile buona votazione a tutti
113395 messaggi.
ma il parcheggio coop di Portoferraio è di proprietà comunale???
se si tutto ok se invece è privato con utilità pubblica, sono guai
ci fate pubblicamente sapere
grazie
X Bob
Bravissimo Bob anche perchè la maggior parte delle persone non sa cosa dice e vede solo quello che vuole vedere.
[COLOR=darkblue][SIZE=5]Bis di Kristian Hynek alla Capoliveri Legend Cup [/SIZE] [/COLOR]
Per il secondo anno, e dopo 23 dalla leggendaria prova di coppa del mondo XC, la mountain bike mondiale ha fatto ritorno sull’isola d’Elba con una prova del prestigioso UCI Marathon Series. Superati tutti i record con oltre 1.200 iscritti. Presente anche il CT della nazionale Italiana Mirko Celestino, che ha avuto modo di osservare la quasi totalità degli atleti nel giro nazionale, potendone valutare lo stato di forma. Vittoria di forza nel finale per il ceco Kristian Hynek e in campo femminile vittoria di Mara Fumagalli dopo che nelle battute iniziali Annabella Stropparo aveva dettato il ritmo. Oltre 1.600 atleti al via per una gara che ha avuto oltre 2.000 richieste di partecipazione.
Capoliveri (LI), dopo la kermesse di venerdì, che ha riscosso grande successo, è arrivato il momento clou, la Capoliveri Legend Cup, organizzata dalla Capoliveri Bike Park in collaborazione con il Comune di Capoliveri, una vera perla tra le gare italiane. Un percorso duro ma allo stesso tempo esaltante, con discese mozzafiato e passaggi panoramici straordinari. La gara, oltre che provaUCI Marathon Series, anche quest’anno era marathon nazionale e prova del Marathon Tour della FCI, con un percorso di 75 km e oltre 2.800 metri di dislivello, parzialmente rivisto rispetto all’edizione 2016, con un finale decisamente più selettivo. Al via tutti i top team italiani, che hanno dato vita a una gara degna di un campionato nazionale, e a contrastarli il Topeak Ergon del campione del mondo, l’austriaco Alban Lakata e il suo compagno Krisrian Hynek. Oltre a loro era presente il forte team tedesco Centurion Vaude, con i suoi assi Markus Kaufmann e Jochen KÄß, il campione europeo, l’estone Peeter Pruus e tanti altri top riders.
Alle 8.00 le griglie sono già affollate e gli speaker Fabio Cecchi e Paolo Malfer hanno il loro bel da fare per annunciare tutti i prestigiosi nomi al via.
Alle 8.30 il folto groppo attraversa il centro di Capoliveri a velocità controllata, fino al raggiungimento del chilometro zero. Subito una lunga salita a fare la selezione, prima in asfalto e poi sterrata, salita che culmina al gpm della garitta, dove i primi a transitare sono Nadir Colledani (Torpado Gabogas) e al femminile Annabella Stropparo (Scapin-Finestre Vittoria).
Il gruppo di testa resta folto, con la maggior parte dei top riders a farne parte, consigliati ad una condotta di gara guardinga dal finale duro e di fatto fino al “Muro della Leggenda”, a meno 20 km dal traguardo, arrivano praticamente compatti in 10, con Failli al comando seguito da Hynek, Ragnoli, Casagrande, Longo, Mensi, Paulissen, Colonna e Pruus.
All’uscita dal muro Hynek forza il ritmo e allunga il gruppo, mettendo gli avversari alla frusta.
La dura salita successiva non cambia la situazione, con il ceco sempre al comando con un piccolo margine su Ragnoli e Longo, che nel finale riesce a sopravanzare il campione italiano andando a conquistare il secondo gradino del podio precedendo Ragnoli. Ottima quarta posizione per Francesco Casagrande. Quinta piazza per il campione europeo Pruus, autore di una gara in rimonta. A completare la top 10 Failli, Paulissen, Chiarini, Paez e Colonna.
Nella gara femminile dominio nella fase iniziale della gara per la vincitrice dell’edizione 2016 Annabella Stropparo, che arriva ad accumulare un vantaggio di circa tre minuti prima d’incappare in una foratura che la costringe al ritiro dopo aver danneggiato anche il cerchio.
A quel punto il comando viene preso da Mara Fumagalli, che arriva solitaria al traguardo. Alle sue spalle Elena Gaddoni mantiene la seconda posizione fino a pochi chilometri dal termine, dobe viene raggiunta e superata da Maria Cristina Nisi. Quarta Jessica Pellizzaro e quinta Alice Lunardini.
Classifica Marathon maschile
1 Kristian Hynek Topeak Ergon Racing Team 3:23:00
2 Tony Longo Wilier Force Squadra Corse 3:23:52
3 Juri Ragnoli Scott Racing Team 3:24:22
4 Francesco Casagrande Cicli Taddei 3:24:45
5 Peeter Pruus Rietumu Banka-Riga 3:26:12
6 Francesco Failli Cicli Taddei 3:26:42
7 Roel Paulissen Cannondale Rh-Racing 3:26:49
8 Riccardo Chiarini Team Nob Selle Italia 3:26:58
9 Hector Leonardo Paez Leon Polimedical FRM 3:27:12
10 Paolo Colonna Scott Racing Team 3:27:29
Classifica marathon femminile
1 Mara Fumagalli Polimedical FRM 4:14:01
2 Maria Cristina Nisi Bike Innovation | Focus | Pissei 4:18:03
3 Elena Gaddoni Cicli Taddei 4:19:01
4 Jessica Pellizzaro Team Rudy Project 4:25:24
5 Alice Lunardini Cicli Taddei 4:37:55
6 Costanza Fasolis Team Giant-Liv 4:40:36
7 Silvia Scipioni Cicli Taddei 4:47:40
8 Xiomara Carolina Guerrero Cuervo Vittoria-Lepontia Racing Team 4:49:04
9 Barbara Liardet Vc Nyon 4:49:36
10 Monia Conti Team Nob Jollywear 4:49:53
Al termine della gara, grande soddisfazione espressa da tutti i concorrenti, intervistati dagli speaker Fabio Cecchi e Paolo Malfer nel corso del processo alla tappa IMA Scapin. Elite e amatori hanno riconosciuto la Capoliveri Legend Cup come una gara unica, con un percorso entusiasmante, al 99% sterrato, da vera MTB.
Il “pranzo party” ha soddisfatto anche i più difficili, con a seguire le premiazioni nel contesto unico della piazzetta di Capoliveri.
La Capoliveri Legend Cup si è consacrata come una manifestazione di nicchia, sapendo offrire tutto quello che un vero biker cerca in una gara. I sacrifici del viaggio e delle spese del traghetto sono ampiamente compensati dai servizi offerti e le convenzioni realizzate dai ragazzi del Capoliveri Bike Park abbattono notevolmente i costi. Le loro iniziative sono in continua evoluzione e un progetto ambizioso è già in cantiere.
Siamo sicuri che chi ha partecipato a questo evento, lo porterà nel cuore come un’esperienza speciale e sicuramente inserirà la Capoliveri Legend nel calendario della prossima stagione.
[COLOR=darkblue][SIZE=5]PREGO SI ACCOMODI ...ANZI RIMANGA SCOMODO..… [/SIZE] [/COLOR]
Ormai sono passati alcuni giorni dalla manifestazione rallistica , si è spento il rombo dei motori e i clamori degli appassionati, tutto sembra tornato alla normalità…
sembra però perché , a ben osservare o udire le voci di commercianti e cittadini incazzati, manca le panchine e i cestini tolti per far posto al palco del rally.
Ci dicono che furono tolte e portate da qualche parte probabilmente appoggiate (o più verosimilmente buttate) nella discarica degli ex macelli, mentre bulloni e viti che con fatica e pazienza era state posate da alcuni volontari per fermare le panchine dopo averle ripristinate e fatte tornare a nuovo sembra che giacciano in un sacchetto da qualche parte. .
Ricordo un vecchio libro di Luca Goldoni dal titolo “ Lavorare stanca” che ben si addice ai nostri organizzatori , buoni a offrire le location, togliere quanto, per problemi di spazio , potrebbe provocare disagio alle manifestazioni ospitate….Ma veniamo al nocciolo! A chi spetta rimettere panchine e cestini dove erano prima ? Si rimpallano le competenze e si spera magari nell'intervento dei volontari che sembra si siano rotti i coglioni di essere solo usati per tappare e intervenire per il decoro di un paese dove nessuno ne tiene di conto ….
Evitiamo di parlare della situazione all’alto fondale dove resistono alle intemperie cartelli Pasquali, divieti di traffico, manifesti affissi in ogni dove che reclamizzano feste e sagre di mesi passati , rimangono anche resti di fettuccia bianco rossa e nastro adesivo attaccati sui pali della segnaletica…..insomma non si può sempre invocare S.Fornino e i suoi apostoli , ci sono operai addetti per questo si attivino perdio oppure obblighiamo chi fa le feste e le vuol pubblicizzare di lasciare pulito il posto richiesto…è questione di attenzione per il paese e la sua immagine…
Intanto anche oggi non ci sediamo sulle panchine di Piazza , fa niente , sfrutteremo qualche gradino o soglia domestica con la speranza che non ci scambino per accattoni….
[COLOR=darkred][SIZE=4]FINALMENTE SGOMBERO DALLE AUTO IN SOSTA PERENNE! [/SIZE] [/COLOR]
Finalmente, dopo una decina di giorni dall'applicazione degli avvisi di sgombero, sono state tolte dal carro attrezzi le numerose auto che sostavano perennemente, alcune sprovviste di copertura assicurativa, nel parcheggio coop di Portoferraio. Si sono liberati e resi usufruibili decine e decine di posti auto. Il parcheggio prevede una sosta massima di 2 ore. La polizia municipale e le altre forze dell'ordine hanno mai fatto una multa per mancanza di disco orario? Non avendo mai controllato, non sono passibili di omissione di servizio?
Un po' di controllo ci vuole. Le auto senza assicurazione non possono sostare in aree pubbliche. Alcuni commercianti del mercatino hanno in sosta perenne, auto station wagon o furgoni che usano come magazzino.
Questa è occupazione abusiva di suolo pubblico.
Polizia municipale e forze dell'ordine, per favore, controllate più spesso!
Si potrebbe mettere in atto, da parte di associazioni animaliste o altre associazioni che sono contrarie all'eradicazione dei mufloni all'Elba e dei fagiani, pernici e ricci su Pianosa una campagna di raccolta firme per fermare questa carneficina o promuovere strade alternative non dannose agli animali , alias uccisione.
Fermiamo il proseguimento di questo progetto contro gli animali.
Dal "Tirreno"
"Oggi Federica Bertocchini vive con l’assegno di disoccupazione. Eppure la piombinese ha scoperto il bruco “mangia plastica” diventando famosa nel mondo" .
Forse la sua idea di riempire il mare di bruchi mangia plastica a qualcuno non è piaciuta!|
E poi, ci troveremo comunque non solo con la plastica, ma anche coi bruchi?
[COLOR=darkblue][SIZE=4]Un ringraziamento particolare alla Cosimo dei Medici per la rassegna ReMuTo. [/SIZE] [/COLOR]
In riferimento ai ringraziamenti dovuti per l'ottima riuscita della Rassegna musicale ReMuTo del 5 Maggio scorso, ci preme sottolineare e ringraziare sentitamente la Cosimo de' Medici, Cda e soprattutto il personale, che a tempo di record ha completato la nuova struttura alle Ghiaie, mettendo in campo tutte le forze possibili e lavorando giorno e notte.
La rassegna, che ha ospitato 230 ragazzi, non sarebbe stata possibile senza questo grande sforzo.
Alessandro Bigio.
[COLOR=darkred][SIZE=5]AI GIARDINI DI CARPANI I BAMBINI HANNO FESTEGGIATO LA MAMMA REGALANDOGLI UN FIORE [/SIZE] [/COLOR]
Si dice che maggio sia il mese in cui l’amore sboccia e maggio è anche il nome di un ramo fiorito che una volta si appendeva sulla porta della fanciulla amata per dirle: “sei bella come un fiore, e il mio cuore è fiorito per te”. E non poteva che essere a maggio ai Giardini di Carpani per la festa che celebra uno degli amori più grandi: la mamma.
Una bellissima giornata quella di cui tante famiglie, ieri domenica 14 Maggio hanno potuto godere ai nostri giardini addobbati per l'occasione : ottima organizzazione, affluenza delle grandi occasioni, tanti bambini che hanno apprezzato i tanti giochi offerti da tutto lo staff piccoli che entusiasti hanno approfittato per partecipare ad un simpaticissimo Karaoke dove hanno mostrato ai grandi il loro talento artistico.
Gradita l’improvvisa visita del Sindaco Ferrari che ha salutato i bambini e si è intrattenuto con i presenti ..... poi il momento clou della giornata, che dobbiamo dire ha commosso non solo le mamme ma tutte le persone presenti organizzatori compresi , il dono che ogni bambino ha regalato alla propria mamma, pensierino che consisteva nel dono di una rosa rossa fiore che tradizionalmente fioriva solo in questo periodo dell’anno, con appeso al simbolico ramoscello un bigliettino con una frase significante “come siano i piccoli ricordi a durare una vita…“
La giornata è terminata con l’augurio dei meravigliosi ed instancabili componenti lo staff del comitato Carpani di rivedersi per altre occasioni che seguiranno a breve scadenza in quello che ormai è stato definito il vero e inimitabile “Giardino dei bambini”
Grazie Bambini arrivederci
Se lo schieramento del Pd non è "il nuovo" che avanza, quello della Vela che è "il vecchio" che ritorna?
Riguardo poi colui che "ha fatto sempre gli interessi del nostro paese", a cosa intendi riferirti al dissesto finanziario, per rientrare dal quale i Longonesi pagano adesso e pagheranno per i prossimi trentanni le aliquote massime della tassazione e per il quale il buon Simoni ha dovuto battersi per anni per evitare il commissariamento?
Povero a te, Longonese, quando fra poco, ti si preparerà un nuovo dissesto finanziario grazie a chi "farà il bene del tuo paese"!
[URL]http://m.lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2016/06/06/news/in-sardegna-i-mufloni-dell-elba-1.13613065[/URL]
Buongiorno
Leggendo i nomi della lista a Porto Azzurro contrapposta alla lista la Vela del Dottor M. Papi ( che diciamo la verità ha sempre fatto gli interessi del nostro paese) ci chiediamo come sia possibile far passare per udite udite il nuovo... Un vecchio farrugginoso PD
Insomma basta vedere i nomi e associazione viene di seguito
Se questo è il nuovo poverannoi longonesi
Questo post vuole far conoscere che alla fine chi si spaccia per il nuovo non è altro che il tentativo di vecchi dinosauri della politica di poter tornare anche se non in prima persona sulla scena politica
Longonesi meditate........
Domanda: secondo voi perché non è stato proposto al attuale sindaco in carica di guidare i coscritti giovanotti e non ???....
Risposta:
A voi la risposta longonesi....
...ma è facile da capire !!!!
Buon Voto a tutti !
[COLOR=darkblue][SIZE=4]STO CON LA FONDAZIONE ISOLA D'ELBA: NO ALLO STERMINIO DEI MUFLONI [/SIZE] [/COLOR]
Sono socio della Fondazione Isola d'Elba fin dalla sua costituzione e ne ho seguíto, sia pure da lontano, le meritorie attività specialmente nell'ambito dei beni culturali, paesaggistici e ambientali. Conosco e stimo parecchi componenti delle relative commissioni e so per certo che amano l'Elba (e tutto ciò che la rende unica, comprese flora e fauna) non meno di certi dogmatici ambientalisti e dei loro aedi. Perciò voglio comunicare il mio totale assenso all'intervento che la Fondazione ha inviato alla stampa contro l'eradicazione dei mufloni dall'isola. In questo caso eradicazione è un termine edulcorato ma terribile, che riporta alla mente parole simili, angosciose e spaventose, come carneficina, massacro, bagno di sangue, mattanza, sterminio, ecatombe, macello, annientamento, strage. Chi ama la natura non può farle proprie, neppure con la scusante di motivi scientifici superiori.
Michelangelo Zecchini
Non capisco bene il senso del messaggio di "x le suore di Capoliveri". Se il motivo della loro partenza fosse così semplice perché non dirlo chiaramente alla popolazione? Poi che senso ha cercare di ostacolare la raccolta firme? A tentare non si perde nulla. Anche se poi non dovesse servire " a nulla" perlomeno servirà a dimostrare il sostegno e l'affetto della popolazione a queste persone che hanno condiviso la nostra vita e si sono impegnate per noi per sette anni e ora se ne devono andare.
In natura tutto dovrebbe essere in equilibrio, e se oggi questo equilibrio non esiste più, perché l'uomo con il proprio intervento ha creato uno "squilibrio" in un’area prima dominata da un ecosistema naturale, spontaneo, stabilito da decenni, perfettamente integrato in una determinata zona geografica e ben sposato al clima della stessa, perché si continua ostinatamente a fare ricadere la colpa sui mufloni e sui cinghiali? Certo, l'Elba doveva avere uno sviluppo turistico, unica vera fonte di guadagno per tutti, ma se si continua a sottrarre territorio a favore di grosse e piccole cementificazioni, arriverà un giorno che l'isola non sarà più quella isola verde dal mare cristallino tanto amata dai turisti, con i suoi animali, fiori e piante che la popolano.
Paolino l'arrotino-
L’Elba non può sopportare più di un certo numero di presenze umane, quindi i flussi vanno rigorosamente regolamentati, l’unica cosa da eradicare urgentemente è un certo tipo di turismo che tanti danni ha prodotto su questo scoglio. Ormai viviamo come zombie, siamo tutti malati di mente, psicofarmacizzati o peggio ancora, talmente fuori di testa che non vediamo come abbiamo stravolto l’isola negli anni. Come possiamo pretendere di ragionare se il potere del denaro ha perforato letteralmente il nostro cervello.
Che bella la foto della piazza Matteotti con la sua vecchia pensilina vista sul giornale (articolo sulle suore) on-line dell'ELBA. A tal proposito mi piacerebbe leggere su un programma per le future elezioni comunali:
Abbattimento della pensilina HOLLIWU-DIANA esistente (che non piace a nessuno compreso i turisti di vecchia data) che ci sta come un paio di occhiali da mare in montagna, e ripristino della precedente pensilina.
Certo che qui all'Elba si vede che c'è tanta gente che non sa che cosa fare..... ma come si fa a scrivere certe fesserie sui mufloni per sentito dire e senza avere la minima idea dei danni che fanno quanto sono TROPPI, come d'altronde i cinghiali. Invece di farvi le seghe mentali, andate a fare un giro sui sentieri in montagna magari anche di notte, sperando che un bel muflone non vi incorni!
[COLOR=darkred][SIZE=4]I MUFLONI E L’INTERVENTO "STRAGISTA" DEL PARCO [/SIZE] [/COLOR]
G.Muti
Che l’enorme numero di cinghiali e mufloni costituiscano un problema è un fatto certo, così come lo è l’urgenza di risolverlo; che il loro aumento sia collegato alla presenza del Parco, che ne vietava la caccia, è altrettanto vero ; che adesso, però, il Parco voglia rimediare ad un proprio errore con un specie di “soluzione finale” sterminandoli tutti, non è tollerabile. Anche se la sentenza emessa è sostenuta da ragioni scientifiche. Anzi, questo rende il tutto più inquietante: tutte le grandi stragi, anche di esseri umani, sono state, quasi sempre, legittimate con ragioni ritenute scientifiche.
Qui di seguito un articolo del 2012 che contiene delle riflessioni su questo tema
[COLOR=darkblue][SIZE=4]L’AMBIENTALISMO RADICALE, I TOPI NERI MONTE CRISTO E LA RAZZA PURA DI HITLER [/SIZE] [/COLOR]
La si può mettere come si vuole, ma l’idea che l’uomo, seguendo teorie scientifiche o pseudo scientifiche, si arroghi il diritto di stabilire quello che deve esser il rapporto tra la natura e gli esseri viventi, cioè: quanti ne debbono esistere per non degradare la natura e l’ambiente; quali di questi devono essere considerati superiori e quindi aiutati a prevalere; quali di essi devono invece esser considerati inferiori e quindi soppressi con violenza, è un’idea ripugnante. Anche se gli esseri viventi sono topi o cinghiali.
E’ un tipo di approccio che molti di noi non sopportano. Ed a poco servono i documenti che dimostrano che tutto è stato studiato in modo scientifico e fatto in altre zone e con successo; rimane un’idea inaccettabile e viene avvertita istintivamente come un pericolo.
Ma da dove vengono scelte così controverse?
Nascono da idee che stanno alla base di ogni movimento ambientalista e che, detto in modo schematico e approssimativo, poggiano su due pilastri.
Primo : Visione profetica del Mondo. Secondo loro la crescita della popolazione terrestre provocherà un disastro ambientale globale. Loro si battono per scongiurarlo. Questo si ottiene controllando e contenendo il numero degli esseri viventi sulla terra (Malthus).
Secondo: La purezza. La natura deve rimanere incontaminata. Tutto ciò che viene dall’esterno contamina la purezza di animali o piante ed il loro rapporto con il territorio. Questo è un pericolo perché indebolisce le razze e le specie pregiate che invece devono prevalere (Eugenetica , darwinismo, ecc.) Quindi via l’alianto, pianta contaminante –infestante- e via i cinghiali e stambecchi , non nativi del luogo, ecc.
Si nota poi che, sul piano operativo, gli interventi devono avere un carattere massiccio e risolutivo (finale, si potrebbe dire ) e poi devono seguire un inesorabile percorso burocratico che non sopporta dubbi ed annulla responsabilità individuali. E infine, Il tutto deve avere una copertura scientifica seria.
Queste idee non nascono da discussioni al bar fra amici, ma da teorie scientifiche molto note: malthusianismo, che teorizza una riduzione della popolazione terrestre . E il darwinismo, secondo il quale la razza più forte è destinata a prevalere; quindi aiutandola a farlo si aiuta la natura. E’ l’eugenetica che mira alla raggiungimento di una razza più sana e più pura.
E qui bisogna notare che queste teorie erano già diffuse agli inizi del secolo scorso. Lo erano a tal punto che hanno costituito una delle basi culturali del movimento nazionalsocialista. Quindi possiamo dire, senza paura di esagerare, che il nazismo, oltre ad essere stato quello che tutti noi conosciamo , era anche un movimento animalista, ambientista e salutista. Il regime nazista si impegno molto a difesa dell'ambiente e nella diffusione fra i giovani delle pratiche ecologiste.
Tanto per fare un esempio, Heinrich Himmler, capo delle SS, era un ecologista e salutista convinto: si impegnava nelle difesa degli animali, coltivava e raccomandava cibi genuini, allevava anche polli biologici, si faceva produrre erbe medicinali e arrivò perfino a produrre miele organico nel campo di sterminio di Dachau. Mai forse nella storia simboli della purezza della natura e dell’atrocità e dell’orrore erano stai così vicini.
Vi era poi il movimento ambientalista Wanderwogel, molto diffuso tra i giovani, che si comportavano come degli hippies: praticavano il nudismo, l'agricoltura organica ed il vegetarianismo. Oggi aderirebbero al wwf , ma allora una gran parte di loro aderì entusiasta al nazismo.
In Italia le stesse idee ambientaliste confluirono in una corrente di pensiero che si diffuse grazie all’opera di Alessandro Chigi il quale, rifacendosi anche lui a Thomas Malthus, al pensiero darwinista e alla eugenetica più radicale (quella di stampo teutonico, per intenderci), sosteneva la necessità di operare una selezione delle razze per moltiplicare i forti ed eliminare i deboli. Chigi, nel suo libro "Problemi biologici della razza e del meticciato", affronta il tema della contaminazione e della degenerazione che verrebbe causata, a suo dire, dall'incrocio con razze nere che sarebbero "evolutivamente inferiori e geneticamente incompatibili“. Naturalmente fu un firmatario del manifesto fascista in difesa dalla razza.
Perché ne paliamo? Ne parliamo perché pochi sanno che questo ambientalista razzista è il padre dell’ ambientalismo italiano. Ed è dalle sue mammelle che hanno puppato tutti gli attuali ambientalisti, anche se alcuni di loro non lo sanno . Nel 1959 fondò la Federazione Nazionale Pro Natura che traccerà la strada seguita da tutte le associazioni ambientalistiche italiane dal wwf a Legambiente.
Vogliamo forse dire che il movimento ambientalista, anche con questo intervento così radicale su Montecristo, rivela le proprie origini? Noi siamo convinti che accostamenti e insinuazioni riferite a ambientalisti, anche noti localmente, sarebbero semplicemente assurdi.
Eppure, se analizziamo alcune scelte, come appunto lo sterminio dei topi neri di Monte Cristo, notiamo delle coincidenze inquietanti: questa operazione, per le motivazioni e le modalità, non può che nascere da quella cultura pericolosa che noi abbiamo cercato di spiegare.
Se poi ci chiediamo in che modo questa cultura ha inciso nelle politica dell’Ente Parco nei confronti dell’Elba, notiamo che uno degli obiettivi di fondo dell’ambientalismo radicale, cioè: la riduzione della pressione antropica sull’ambiente, all’ Elba la si otterrebbe con la riduzione dei flussi turistici.
Naturalmente la riduzioni dei flussi dovranno avvenire facendo prevalere il turismo di razza forte: quello ricco, insomma, mentre quello povero dovrebbe esser soppresso. Queste posizioni non le ha sostenute solo Tozzi, ma facevano parte anche del programma per le ultime Regionali del Sel, un partito, quindi, che dovrebbe avere radici popolari, ecc. Per dire fino a che punto si può arrivare!
Per concludere: ma questi ambientisti che intervengono sul territorio con i mezzi che abbiamo visto, come si comportano con gli Elbani?
Diciamo subito che gli Elbani non faranno certo la fine dei dei gatti di Pianosa, ai quali vennero tagliata le palle e deportati; o avvelenati come i ratti neri di Monte Cristo, che saranno sterminati al cielo . Quindi, possiamo stare tranquilli.
Ma certe gaffe freudiane clamorose ci hanno rivelato i desideri inconsci dei Presidenti del Parco: il primo definì gli antiparco elbani un “Gorillaio “, (tipico insulto razzista in voga nella Luisiana del KKK); il secondo disse che gli elbani dovevano essere deportati e suggerì navi e treni bestiame, come si è fatto in passato con le deportazioni naziste.
Ci dovremmo chiedere: perché esiste questo lato di destra oscura e profonda in persone colte e preparate e che si professano di sinistra? Perché in loro vi è questo impulso di stampo fascista , nazista, razzista, che riaffiora, nel linguaggio e negli atti, come una maleodorante cloaca carsica? E’ un bel problema al quale non sappiamo dare una risposta. Purtroppo, siamo solo dei Gorilla
Giovanni Muti (Il Monello)