A proposito del problema "PLASTICA" leggere:
Persino i pesci che vivono a più di 11.000 metri di profondità hanno frammenti di microplastiche nello stomaco.
Lo studio ha analizzato ben 90 esemplari di crostacei e pesci campionati tra dalla fossa delle Marianne a quella del Giappone, passando per l’oceano Pacifico ed Indiano. Nessun esemplare era esente da sostanze inquinanti nello stomaco. Una scoperta preoccupante spiega Jamieson, la plastica oramai e’ ovunque: dall’Artico al pacifico, nello stomaco delle balene, delle tartarughe, degli uccelli marini e sulle nostre tavole.
Ogni anno più di 8 milioni di tonnellate di plastica entrano in mare e si stima che se non inverte questa tendenza nel 2050 ci sarà piu’ plastica che pesce. Ad oggi si contano circa 51 milioni di particelle micro-plastiche disperse (500 volte il numero di stelle nella nostra galassia).
Un inquinamento che sta danneggiando fortemente oltre 600 specie di animali, tanto che molti scienziati prospettano che una vera e propria estinzione di massa potrebbe essere alle porte.
CARI SINDACI perchè non fate pulire i fondali nei porti chiedendo aiuto a tutti i Diving presenti all'Elba? Eppoi "PROIBIRE l'uso della plastica all'Elba???
113273 messaggi.
A cosa serve la differenziata se le vie e i vicoli del centro non vengono pulite da almeno una settimana? Forse gli amministratori preposti dovrebbero farsi un giretto anche in inverno per capire la vergogna-
[COLOR=darkblue][SIZE=4]COMUNE CAMPO NELL'ELBA - PIANO STRUTTURALE – LE VERITÀ DEL LAMBARDI
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Venerdì 17 novembre il consiglio comunale di Campo nell’Elba ha finalmente approvato il Piano Strutturale superando il triste primato di essere, pressoché, l'ultimo comune della Regione ad esserne privo - oltre 40 anni dopo il precedente piano urbanistico.
L’Amministrazione del Sindaco Montauti con efficienza e senso di responsabilità verso la popolazione campese è riuscita, in soli cinque mesi dall’insediamento, a portare a termine il percorso iniziato dall’amministrazione Segnini.
Un plauso, pertanto, deve essere rivolto alla compagine di governo per l’ottimo lavoro svolto.
Quello che lascia un po' perplessi in questa felice vicenda sono le motivazioni con le quali il gruppo consiliare di minoranza, guidato dall’ex sindaco Lambardi, ha giustificato il suo voto a favore dell’approvazione.
Il Lambardi, dopo aver letto un suo comunicato, nella sostanza si accoda alla maggioranza per due ordini di motivi:
- Il piano non è quello dell'amministrazione Segnini
- Grazie al nostro intervento il piano ha superato tutti gli errori che conteneva e ora è adeguato alle necessita del nostro territorio
Per comprendere le verità del Lambardi è opportuno ricordare cosa è successo dopo l'adozione dell'aprile 2014 del Piano strutturale “Segnini” così definito per brevità.
Appena dopo il suo insediamento - Luglio 2014 - il Lambardi convoca un consiglio comunale nel quale annuncia che il Piano è pieno di errori da superare e, pertanto, con un atto non disciplinato da alcuna normativa, riapre i termini delle osservazioni.
Atto singolare perché se il Piano avesse contenuto così tanti errori sarebbe stato opportuno procedere con una sua modifica, anziché riaprire i termini per le osservazioni.
Nessuno vuole sostenere che il piano “Segnini” fosse perfetto o che non contenesse errori, ma il percorso avviato dal Lambardi nel luglio 2014 non era lo strumento adatto per superarli.
Tanto è vero che la minoranza in quel momento fa un intervento che termina con la seguente frase:
“anziché adottare una delibera di Consiglio Comunale sospettata di illegittimità... ( ci si riferisce all'assenza di normativa per riaprire le osservazioni) con il rischio di rendere tutto il procedimento del Piano illegittimo, se la nuova amministrazione, ritenendo il Piano Strutturale adottato dalla precedente non rispondente al proprio disegno politico, perché non lo ha semplicemente abrogato e non ha proceduto alla redazione di uno Suo?”
Dopo le vicende dell’estate 2014 nel Comune di Campo non si parla più di Piano strutturale, documento che probabilmente era finito in un cassetto tra le cose da dimenticare.
Anno 2016 nasce il problema aeroporto (area che risultava priva di vincoli urbanistici perchè scaduti)
Il Lambardi in emergenza è costretto a fare una modifica al PdF del 74, unico strumento al momento vigente, e durante il percorso mette in ansia tutta l'Elba sul futuro dell'infrastruttura.
In quell'occasione da parte nostra si rilevava che se il Lambardi avesse approvato un piano strutturale di qualsiasi contenuto, quello adottato dal Segnini più o meno da lui modificato o altro di suo gradimento, avrebbe evitato di dover lavorare in affanno su di uno strumento vecchio perchè i vincoli sarebbero risultati sul nuovo.
Con queste premesse ci saremmo attesi che oggi il Lambardi si fosse comportato in altro modo.
Nulla da dire sul voto favorevole per l'approvazione del Piano da interpretare come gesto di responsabilità per la nostra popolazione, ma attribuirsene i meriti ci sembra francamente troppo.
Irrilevante, come sua motivazione, è anche conoscere se il piano è quello del Segnini dell’aprile 2014, anche se noi sappiamo, per verifiche fatte, essere stato approvato quello stesso integrato, come ovvio che sia, da alcune osservazioni presentate da Regione e Provincia.
Resta sorprendente il fatto che il Lambardi si riconosca meriti per l'approvazione di un piano tre anni dopo la sua adozione, dando atto che il nuovo Sindaco, in poco più di 5 mesi, ha raggiunto quell’obbiettivo che lui ha fallito.
Di tutta questa vicenda resta il fatto che si sono persi inutilmente tre anni con il risultato, in virtù delle nuove normative e vincoli sopraggiunti, di rendere più difficoltoso di quanto già non sia il percorso per giungere alla redazione di tutti gli strumenti di pianificazione che il nostro comune necessita. Questo deve far riflettere.
Vanno Segnini
[COLOR=darkred][SIZE=4]IL RISPETTO DOVUTO AL “CARO ESTINTO” [/SIZE] [/COLOR]
«Un luogo non dignitoso, con un ingresso dissestato formato da un impiantito che non da assolutamente una sensazione di pulizia ed accoglienza sul marciapiedi tombini precari, vasi e fioriere vuote o con alcuni rami secchi mai custoditi e non certamente decorosi per chi deve sostare per vegliare e omaggiare la salma del proprio caro , non vogliamo fare un atto di accusa contro nessuno né di pretendere una camera mortuaria lussuosa. Ci limitiamo solo ad esprimere con umiltà il nostro “rammarico”, per come, tra le altre “mancanze” della società attuale, si avverte anche la mancanza della dignità da riconoscere ai defunti che, per ragioni a loro non imputabili, devono ancora sostare in questa società prima di essere sepolti o cremati.
[COLOR=darkred][SIZE=5]C'ERA UNA VOLTA UN PROGETTO PISCINA….. [/SIZE] [/COLOR]
Ricordo che Il Comune di Portoferraio bandì nel maggio 2012 un concorso di idee per la riqualificazione e la trasformazione dell'area delle Ghiaie e la fruizione della spiaggia degli Argonauti.
Nell’occasione tra i vari progetti presentati ci colpì favorevolmente quello realizzato NEL 2013 dagli architetti Massimiliano Pardi e Alessandro Pastorelli , che oltre proporre le migliorie che avrebbero riguardanti arredi e caratteristiche della passeggiata fino agli impianti sportivi ex Guardia di Finanza, inserirono un moderno progetto di piscina di indubbio valore.
Non ci è dato sapere che fine abbia fatto quel bando di concorso , ma alla luce dell’importante opportunità rappresentata dalla disponibilità di finanziamenti a fondo perduto da parte del CONI e della Federazione Italiana Nuoto e che il progetto preliminare, dovrà essere presentato entro il prossimo 15 dicembre perché non presentare quel progetto? In fin dei conti basterebbe spostarne l’ubicazione da zona Ghiaie a zona Bricchetteria ..Volere e potere dicevano i nostri vecchi !
Per visionare il progetto completo cliccare sul Link:
[URL]https://divisare.com/projects/220780-massimiliano-pardi-alessandro-pastorelli-riqualificazione-parco-della-ghiaie-e-fruizione-della-spiaggia[/URL]
Un saluto alla cara amica Adua Marinari,
Pietro con Marinella Boselli
In riferimento al mio ultimo intervento, sarà mio impegno a trasmettere la stessa nota alla direzione Nazionale del PD, senza usare il nome fittizio di Paolino l'Arrotino, ma con nome, cognome e indirizzo della mia abitazione oltre che il mio numero di telefono.
Paolino l'Arrotino-
va bene facciamo due conti spannometrici . Prendiamo i dati di portoferraio ad oggi (45mm di ca ) e di marina di campo (300mmca ) eppoi esageriamo estrapolando a fine anno : 60mmPF e 400mm Marina di campo. Ipotizziamo poi due serbatoi da 100x100= 10.000m2 come ha scritto altro navigatore e facciamo un pò di moltiplicazioni.
10.000x0,06 = 600m3 ; 10.000x0,4 = 4000m3 .per un totale di 4600m3 . certo potrà piovere di più ma anche di meno e quanti serbatoi occorrono per fare 300.000m3 per iniziare come consiglia lei ?
Gentile promotore della "LEOPOLDA", in un intervento lei ha detto che è contrario al reddito di cittadinanza in quanto è considerato puro assistenzialismo.
Caro conterraneo, quando una persona perde il lavoro o non ha nessun sostentamento economico, l'assistenzialismo dovrebbe essere un dovere per uno stato civile, vitale per chi lo riceve oltre che ridare dignità alle persone, e bene lo sanno i cittadini europei (tutti ad eccezione della Grecia e dell'Italia) che usufruiscono di questo tipo di "assistenzialismo". E delle pensioni minime cosa mi dice? Forse gli è sfuggito, ma il cavaliere promette di portarle almeno a 1000€ mensili, mentre da sinistra nemmeno un cenno di chi, se fa il pranzo non fa la cena, figuriamoci poi se alcuni hanno la sfortuna di ammalarsi visto i tempi lunghissimi della sanità pubblica per una visita specialistica o diagnostica.
Un sincero saluto,
Paolino l'Arrotino*****
Evidentemente l'anonimo non legge quello che scrivo. I duecentomila/trecentomila mc ma chi le ha detto che vengono costruiti su terreno elbano? Che invenzione è questa? Quel volume potrebbe benissimo essere ricavato scavando una prima parte del mio galleria-serbatoio sotto il monte Capanne e quindi senza disturbare nessuno e, quel che più importa utilizzando semplicemente ed esattamente quel denaro che verrà inutilmente impiegato per costruire il dissalatore di Mola. Mi spiace che la redazione di Camminando non abbia pubblicato il grafico che avevo annesso al mio precedente messaggio perchè, oltre alle indicazioni grafiche avrebbe potuto leggere la scritta in caratteri cubitali che affermava la costanza di precipitazioni degli ultimi 20 anni all'Elba. Le direi anche che il gestore dell'acquedotto d'inverno ferma gran pafrte dei pozzi elbani per un errato scopo di ricarica della falda (che non è affatto vero). Io affermo che anche quella è acqua preziosa e, invece di fermare i pozzi, si potrebbe accumularla nel famoso serbatoio. Invece no! Si chiudono i pozzi dando modo alla falda artesiana di scaricarsi in mare con grave danno di modificazione della rete di scolo della falòda stessa.
A proposito di IMPROVVISAZIONE.... non Le pare quando afferma che costruire una galleria circolare nel granito, in una zona antropizzata, camiciarla tutta in cemento armato, imbrigliare tutte le acque meteoriche necessarie e quanto altro inerente il cantiere, la viabilità, l'impatto ambientale, i rischi collaterali, il conferimento dei materiali di risulta.. parlare di venti milioni di euro come costo, è quasi offensivo per chi legge?????????
Colui propone un progetto deve parlare anche di fattibilità e di costi certi, di tempistiche e di impatto ambientale e di molto altro....
Io che sono una mezza paiola Le posso stilare un capitolato con solo le prime dieci voci che smentisce clamorosamente Le sue previsioni, anche se in effetti visto che Lei progetta, dovrebbe parlarci di costi documentati......
Qualcuno scrive che per noi Elbani il problema idrico è divenuto un caos di voci, di proposte e di supposizioni senza alcuna certezza o peggio una semplice linea di intervento da perseguire... tutte le proposte fanno ACQUA!!!!!
Ma certo un bel serbatoio di 100mt. per 100mt. alto 30 metri lo possiamo fare nella sua proprietà ... Scherzi a parte ma anche Lei si rende conto di quello che propone ???
P.S. rimango anonimo perché non necessito di pubblicità o di apparire.
Proprio così caro Marcello Camici, hai colto nel segno, col buonsenso e la sensibilità sai quante falle si rattopperebbero e non solo nei tubi dell'acqua. Pare però che questi sani rimedi, patrimonio comune dei nostri vecchi, abbiano lasciato l'Elba da troppo tempo per dare spazio al mordi e fuggi selvaggio. Come lei, non ho la piu pallida idea di quale possa essere la soluzione, anche se so per certo che di soluzioni ce ne nono più di una, di esempi ne abbiamo tanti. So anche che il problema è irrisolvibile se lasciato gestire dai soliti marpioni che condizionano l'economia Elbana il cui unico orizzonte è il conto in banca e se le amministrazioni comunali non promuovono politiche virtuose che premiano ed incentivano azioni di risparmio energetico e conservazione dell'ambiente.
Giuliano R.
Riscontro messaggio 87734 del 26.11.2017
Egregio anonimo. Se dobbiamo scegliere fra me e lei che è che non si documenta, questo è proprio lei che si fida della sua memoria e delle sue impressioni senza mai confrontarle con dati numerici. Io insisto è ora di finirla con le sensazioni , di trinciare giudizi senza approfondire nulla è ora di passare ai dati numerici. Quello che allego è uno dei molti grafici che sussistono affiancati da dettagliate misure reali delle piogge cadute negli ultimi decenni. dati ufficiali che confermano,a meno di qualche annata eccezionale la costanza dei volumi annui di pioggia sull'Elba. Quello che non si vuol capire che le crisi idriche elbane sono limitate ad una trentina di giorni l'anno. In tutto il restante tempo c'è acqua a iosa ma la si lascia scaricare a ,mare. Proviamo una volta sola a riaccoglierne un pò e cominciare a riempire un serbatoio di "soli" 300 000 (trecentomila)mc e si vedrà che tutti i problemi ebani sono finiti
Salve Fabrizio ho appreso della scomparsa di "nonna Adua", me la ricordo sempre al suo banchetto alla villa di S.Martino, un altro pezzo di Portoferraio che.....scompare, condoglianze alla famiglia R.I.P..
Salve , io frequento l'isola da oltre 25 anni e ho casa nel comune di marciana. Mi ricordo di canaloni pieni di acqua tumultuosa estate ed inverno , mi ricordo il ruscello di patresi sempre ricco di acqua.... e siamo a due passi dal monte capanne. Da anni, almeno 10 l'acqua summenzionata è sparita e allora le chiedo: ma le sue medie pluviometriche dove le legge ? Piove a bomba d'acqua lei dice ma piove in zone molto circoscritte , ad esempio piove a marciana marina e a procchio c'è il sole e collettare questi scrosci lo trovo difficilissimo . non sono elbano e vengo da una regione storicamente piovosa .....e anche li non piove quasi più , anche oggi sole e 20 gradi di temperatura ....vatti a fidare del tempo .
[COLOR=darkblue][SIZE=4]ACQUA POTABILE - CON L’IMPROVVISAZIONE NON SI VA DA NESSUNA PARTE [/SIZE] [/COLOR]
Essendo chiamato in causa in alcuni blog elbani non posso esimermi dall’intervenire.....Distinguo alcuni punti
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ACQUA PIOVANA. Non ci si deve basare su dati sporadici ma sulle piogge che sono realmente cadute all’Elba su un lungo periodo. In questo senso gli elementi certi dicono che all’Elba negli ultimi 20 anni il volume annuo si mantiene costante e, come volume totale, sarebbe ampiamente sufficiente a coprire il fabbisogno. Quelle che sono cambiate sono le modalità di pioggia che sempre di più sono caratterizzate da grandi volumi idrici caduti in tempi brevissimi ( le cosiddette bombe d’acqua ) Quindi il problema intervenuto non consiste nella mancanza d’acqua ma sull’aumento delle difficoltà di raccolta onde evitare di lasciarla scaricare a mare inutilizzata come si fa ora. In questo senso la modalità migliore è un serbatoio che sia molto lungo in modo da poter in futuro interessare un grande territorio. La zona dove piove di più all’Elba è quella del monte Capanna ed il mio serbatoio, siccome lo circonderebbe a 360 gradi, sarebbe in grado veramente di intercettare tutte le vallette che scendono a raggiera dalla vetta.
SISTEMAZIONE RETE ACQUEDOTTO. Esaminando lo schema della rete che allego anche se non è aggiornatissimo, si capisce che siamo in presenza non di un acquedotto vero e proprio ma di un caos di acquedottini piccolissimi sorti a casaccio attraverso gli anni. La sua gestione e soprattutto la sua sistemazione è difficilissima. E’ dotato di oltre una cinquantina di serbatoi ed altrettanti impianti di sollevamento e non basterebbe sostituire i tubi come si richiede a gran voce ma, per ottenere buoni risultati occorrerebbe buttar via tutto e fare un nuovo razionale acquedotto basato su altri principi. Oltre a questo bisogna tener presente che una gran parte delle perdite è dovuta agli allacciamenti privati costruiti in tempi remoti con tubi di ferro ora arrugginito o comunque tempestati di guasti a profusione. Pertanto bisognerebbe rifare anche tutti gli allacciamenti e questa volta con spesa a carico dei cittadini elbani. In conclusione quella sistemazione della rete richiesta da tutti è un’operazione che allo stato attuale non si può fare ma solo trovare il modo di tirare avanti qualche decina d’anni cioè fino a quando sarà possibile e assolutamente necessario fare. In questo senso ci sarebbe una soluzione: limitarsi ad una buona manutenzione e lasciare lo stato attuale con grandi percentuali di perdita. Se si tiene conto che il totale assoluto di perdita annua non è enorme perché l’Elba in definitiva è piccola, si arriva facilmente a detta conclusione logica. Ma c’è un elemento che diventa essenziale: bisognerebbe disporre di molta acqua ed a basso costo in modo che le perdite risultassero economicamente tollerabili. Il guaio è che si stà facendo esattamente il contrario e cioè si lascia scaricare a mare l’acqua di costo zero per poi andarla riprendere ed una volta dissalata a caro prezzo lasciarla disperdere per una metà nel terreno in modo da raddoppiarne il costo di per sé già molto alto.
LA SOLUZIONE RAZIONALE FUTURA. Anche l’Elba dovrà in futuro e per forza adeguarsi alle direttive razionali che prevedono la futura costruzione di grandissimi acquedotti a carattere pluriregionale in modo da utilizzare fonti sicure, con gestione plurima ed economica essendo basata sulla salvaguardia dell'ambente. Tanto per fare un esempio nel mio Veneto ci sono città come Padova, Venezia treviso, Rovigo ecc. che sono di per sè già dotate di acquedotti ottimi ma ciononostante si sta costruendo il MOSAV che è un super Acquedotto che le collega tutte tra di loro e con previsione di nuove fonti colossali atte non solo a dare più sicurezza al servizio ma soprattutto a razionalizzarlo sia tecnicamente che economicamente, Anche l’Elba dovrà rientrare in una strategia del genere di cui probabilmente esistono già i piani. Il problema è che di tali piani non si parla mai ed invece si va brancolando nel buio con programmi basati sull’improvvisazione passando da soluzioni come i 21 laghetti ( di cui si è già costruito il primo riempio negativo del lago Condotto ) come il desalinizzatole di cui non risulta affatto verificata alcuna stratega futura. In questo senso, visto che siamo in una situazione molto particolare dovuta in doppio modo all'insularità che rende difficili i collegamenti e vista l'accidentalità del suo territorio che complica molto le cose, sussiste un’opera che diventa essenziale, non eludibile ed è la presenza futura del solo elemento atto a semplificare enormemente le cose ed è la presenza di un grandinassimo serbatoio che, costruito pezzo per pezzo attraverso gli anni, potrà veramente fungere da elemento di moderazione, di stabilizzazione e di riserva di una parte importante ed estesa del grande futuro acquedotto. Da notare bene che io non sto affatto parlando della costruzione di questo grandissimo acquedotto stò solo sostenendo la necessità di fissarne la strategia in modo da far rientrare da subito le opere entro tale strategia, In altre parole disegnare sulla carta l’opera costa infinitamente meno che il costruirla ma contribuisce molto ad evitare errori, il più mastodontico dei quali è l’aver fatto ricorso alla desalinizzazione dell’acqua del mare prima di aver esaminato sulla carta ma a fondo quale dovrà essere il futuro del sistema idro-potabile generale di cui ho fatto cenno. Inutile aggiungere che la strategia di cui si parla deve essere viva e cioè sempre aggiornata attraverso gli anni onde adeguarla costantemente all’attualità degli avvenimenti man mano che essi vengono alla luce.
Invece conosciamo tutti la realtà che in Italia impera in molti campi : L’IMPROVVISAZIONE
[COLOR=darkred][SIZE=4]INFURIA LA POLEMICA SU COME DISSETARE L’ELBA. [/SIZE] [/COLOR]
E’ una polemica tutta locale e con queste righe non desidero alimentarla. Desidero solo portare la voce di un utente del sistema idrico, il sottoscritto, non addetto ai lavori e pertanto privo di conoscenze tecniche sull’argomento. Ricordo che qualche hanno fa il popolo italiano scelse con referendum popolare di delegare solo al pubblico l’amministrazione dell’acqua potabile eliminando l’intervento del privato. ASA è l’ente pubblico che gestisce, amministra il sistema idrico potabile. Sta in piedi coi soldi di noi contribuenti e utenti. L’acqua potabile che esce dal rubinetto di casa non la bevo. Non mi piace. Continuo a pagarla ma non la bevo. La uso per tutti gli altri usi domestici(doccia, lavaggio panni sporchi, pavimento, stoviglie ecc) Ha un sapore dove la presenza del boro ,disinfettante, si fa sentire. Per anni ho bevuto l’acqua acquistata al supermercato, quella contenuta nelle bottiglie di plastica.. Poi ho scoperto l’acqua della fontina pubblica, che il gestore pubblico ASA ha messo a disposizione con la dizione “Acqua di alta qualità”, facendomi intendere che quella che esce dal mio rubinetto di casa non lo è, Bevendola ,questa acqua, ho scoperto che è davvero meglio così ora ne faccio uso. E’ nata in me la convinzione che si può dissetare l’Elba implementando la presenza sul territorio delle pubbliche fontine gestite. Le cose per l’utente non cambierebbero: deve sempre uscire di casa per andare a procurarsi l’acqua da bere. Nel caso però della fontina pubblica deve procurarsi bottiglie o di plastica o di vetro. E’ qui che cambiano le cose ma per l’ambiente. Con le fontine pubbliche circolano meno bottiglie di plastica ad inquinare. Non si può certo obbligare la gente a far uso di acqua da bere prelevandola da pubblica fontina ma si può certo implementare una politica perché ciò accada. Niente di nuovo sotto il sole: le cisterne pubbliche dell’acqua sono state per secoli il modo col quale i feraiesi hanno bevuto acqua insieme con quello del “bugliolo” calato in fondo al pozzo.
Marcello Camici