Isola dโElba, anni Cinquanta. Canovaccio di una storiella immaginaria, ma tanto realistica da sembrare vera. Due bimbi, svegli e intelligenti, danno buona prova di sรฉ alle elementari. Le rispettive famiglie, una del versante orientale e lโaltra dellโanello occidentale, entrambe di condizioni economiche modeste, decidono di fare qualche sacrificio affinchรฉ i figli raggiungano il diploma di licenza media, Li mandano a studiare a Portoferraio e lโagognato pezzo di carta viene facilmente conquistato.
Qui la strada dei due ragazzi si divide. Lโelbano occidentale continua gli studi liceali fino alla maturitร e poi emigra in continente, dove si laurea in scienze naturali. Sono nove anni di privazioni e di cinghia ristretta per pagare viaggi da pendolare, libri, vitto e alloggio fuori sede. Lโ elbano orientale, invece, abbandona gli studi canonici, resta in famiglia, fa politica, si occupa di ambiente da ambientalista.
Allโ elbano dellโovest la laurea non serve a molto, trova saltuari impieghi non pertinenti e deve allontanarsi sempre piรน dalla sua isola per inseguire il miraggio di un lavoro appropriato. Allโ elbano dellโest, al contrario, arride la fortuna, grazie alla cui spinta ottiene da enti pubblici locali, pur con la sola licenza media e con referenze da autodidatta, incarichi ambรฌti che riguardano le scienze della natura e dellโambiente.
Ribadendo che ogni riferimento a persone o fatti รจ puramente casuale, confessiamo che la nostra simpatia, umana e professionale, va allโisolano occidentale e a tutti coloro che – giovani e meno giovani – con spirito di sacrificio affrontano la via maestra delle fatiche lunghe e meticolose legate ai percorsi legali di studio.
Non siamo cosรฌ ingenui da ignorare che ci sono sentieri piรน agevoli per arrivare a certe mete, ma per noi esiste solo questo mezzo : sgobbare sui libri, confrontarsi esame dopo esame con chi ne sa di piรน, essere indirizzati giorno dopo giorno, per tanti anni, verso lโacquisizione ragionata di senso critico e conoscenza.
Anche se casi simili a quello descritto nella storiella non si verificheranno mai nella nostra isola, notoriamente immune da vicende del genere, riteniamo tuttavia opportuno sottolineare che fra le regole della societร in cui viviamo cโรจ anche quella di dare il giusto peso ai requisiti di studio, non a caso definiti โlegaliโ. E ci pare quasi pleonastico aggiungere che per lโesercizio di una variegata tipologia di discipline scientifiche o umanistiche รจ previsto, in quanto specialistiche, quantomeno il possesso di un diploma di laurea.
Ammaestrati dallโesperienza, sappiamo benissimo che esistono persone titolate ma incompetenti e, viceversa, dilettanti geniali e preparati. Perรฒ si tratta di eccezioni che confermano la regola e che, allo stato attuale, non hanno il potere di inficiare i criteri oggettivi di selezione basati sulle qualifiche rilasciate da corsi di studio regolari.
Di conseguenza, se nella realtร elbana dovessimo imbatterci – eventualitร al limite dellโimpossibile – in un caso simile a quello della suddetta storiella, manifesteremmo la nostra piรน sentita riprovazione verso quegli amministratori pubblici che, proprio perchรฉ non si tratta di faccende private, avessero attribuito incarichi specialistici e relativi onorari a chi non รจ in possesso di titoli di studio giuridicamente riconosciuti.
A sostegno morale di tutti i laureati, che, per avventura, dovessero trovarsi emarginati in favore di autodidatti del tutto sprovvisti di qualifiche di studio adeguate e โlegaliโ, firmiamo lโintervento – ma solo in questa occasione, ad evitare pretestuose critiche di arroganza โ con il titolo di Dottore. Titolo che siamo fieri di aver conseguito, laureandoci qualche decennio fa presso lโUniversitร degli Studi di Pisa, rispettivamente in Medicina/Chirurgia e in Lettere.
[COLOR=darkblue]Dott. Marcello Camici
Dott. Michelangelo Zecchini [/COLOR]