Cara Patrizia,
ho letto il tuo intervento su Camminando e su una cosa mi trovi d’accordo:
Ognuno di noi percepisce la libertà in modo diverso, perché non tutti siamo liberi nello stesso modo
Kant ad esempio diceva:” La tua libertà finisce là dove inizia quella di un’altra persona”
(E questa è la libertà dell’Unione Europea)
Dante Alighieri scrisse: “Libertà va cercando ch’è si cara, come sa chi per lei vita rifiuta”
(Purg. I, vv.71-72, Dialogo fra Virgilio e Catone)
Questi sono i valori per i quali possiamo cedere almeno una parte della nostra libertà.“Avere un paese unito e sereno, non è un valore per il quale vale la pena di rinunciare a qualcosa anche in termini di libertà?”
Sono parole tue, che però mi permetto di contraddire.
Forse nei 14 anni dell’era barbettina, tu percepivi un paese unito e sereno, io* no.
L’”io” logicamente non riguarda la mia persona, ma tutti coloro che, come me, vivevano una situazione in cui dominava “ il favoritismo” e non “il diritto”
E’ libertà anche questa, cara Patrizia, quella di ottenere qualcosa perché è un mio diritto l’averla, e non averla per “gentile concessione”. Nella prima situazione sono LIBERO, nella seconda “cliente”, che in questo caso non significa acquirente, ma è il sostantivo dell’aggettivo clientelare, con tutte le accezioni negative del termine.
Ballerini ha, secondo te, disunito il paese solo perché ha voluto spazzare questo sistema che oserei definire di “vassallaggio”, ed ha voluto far capire ai suoi concittadini cosa vuol dire e come è molto più da LIBERI chiedere il rispetto ed il riconoscimento di un diritto, anziché la concessione di un favore.
Tu, Patrizia, potevi avere l’opportunità, il momento, ed essere la faccia del “vero” rinnovamento, ma all’ultimo momento hai fatto un passo indietro. Non è una critica, forse hai avuto paura del cumolo di impegni che sarebbero venuti a gravare sulla tua persona, o ti sono state fatte troppe pressioni che, parimenti, ti hanno spaventato.
Mi hai fatto venire in mente le parole del Principe di Salina né “il Gattopardo” “Bisogna che tutto cambi perché tutto resti com’è” (nel caso vostro come prima)
“Uniti per cambiare”, ma per cambiare cosa?
Cambiare Ballerini perché pretende l’uguaglianza dei cittadini? Perché ha detto che il ricco ha gli stessi diritti del povero o perché ha sancito che il potente deve essere trattato come il debole? E’ di questo scalzamento di potere che avete avuto paura?
Quanto alla disunione, in pieno esame di coscienza chi ha iniziato? Sbaglio o in occasione della Festa dell’uva del 2004, a pochi mesi dalla vittoria di Ballerini, molti dei componenti del tuo rione, si rifiutarono di partecipare?
Io, componente di un’Amministrazione che non ascolta le persone, che non ha attenzione per loro, in piena “era barbettiana” sono stata sempre pronta ad accogliere ed a partecipare a tutte le iniziative che facevamo , allora dicevate “non per Barbetti, ma per il paese”. Perché la stessa filosofia non è stata applicata anche dopo? In questa risposta non c’è niente di personale. Io rispetto le scelte di tutti, ma allo stesso modo pretendo che siano rispettate le mie. Ho un cervello funzionante, in grado di operare le proprie scelte. L’unico rammarico è di averlo messo per troppo tempo al servizio di chi, allora, credeva che non capissi cosa stesse succedendo. Lo capivo, Patrizia, anche troppo, ma sono andata comunque avanti. Per la serenità e l’unione del paese di quello stesso che ora mi si accusa di disunire e, perché no, anche per la sua crescita culturale. Ora, a distanza di anni, il mio sentire è lo stesso, anche se è cambiato chi è alla guida di Capoliveri. E, in tutta sincerità ti devo dire che lo preferisco. [COLOR=blue]Ornella Vai [/COLOR]
Paese di tutti
da
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pubblicato il 20 Maggio 2009
alle
16:43
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