Questo ultimo tragico evento del terremoto a L'Aquila, mi ha evocato con estrema violenza, le altre analoghe tragedie che hanno colpito in tempi più o meno recenti, il nostro paese. Pur senza nulla togliere a tutti gli altri eventi, indistintamente e con enorme rispetto, non sono ancora riuscito completamente ad elaborare le consegunze del terremeto del Molise, di San Giuliano di Puglia, in cui persero la vita parecchi bimbi ed un'insegnante. Quel tragico evento, dalla straziante peculiarietà, proprio non riesco a dimenticarlo nè tantomeno potrei tentare di riuscire a farmene una ragione. Il ricordo ancora vivo e doloroso, temo rimmarà tale dentro di me per sempre. Queste persone che oggi, in queste ore, stanno vivendo una sì tale esperienza, troppo grande anche per quelle fra loro più forti, stanno drammaticamente convivendo con un dolore incommensurabile, troppo grande perchè gli altri, noi altri, possiamo davvero poter dire di sentire e di condividere. E non si tratta per questo, di denigrare la solidarietà umana, in cui credo, quanto piuttosto di porre in risalto la disperazione o il profondo dispiacere che ciascuno di noi potrebbe dover vivere da un giorno all'altro e senza alcun preavviso. Simili fatti dovrebbero dunque indurci a profonde riflessioni, specie su ciò che veramente conta e ciò che al contrario in realtà, conta ben poco, per tutti noi. In queste tristissime circostanze le parole lasciano il tempo che trovano. Qualsiasi parola non sarà mai in grado di rimuovere da certi cuori, il dolore impresso da catastrofi del genere. Sarà forse il tempo, l'unico elemento in grado di far tornare un debole sorriso sulle labbra di coloro che oggi non hanno più lacrime da dare ai propri occhi. A noi che stiamo a guardare, altro non resta che offrire il nostro calore e, se possiamo, un aiuto concreto. Qualunque esso sia.
