sono assoultamente d'accordo sull'analisi relativa al turismo non balnerare.
Abito in Lussemburgo e non potete immaginare la quantitร di persone (essendoci la comunitร europea raccolgo opinioni di circa 25 nazioni europee diverse oltre ad Americani e canadesi) disposte a viaggiare da settembre a novembre, e da febbraio marzo, sino a giugno per vedere fioriture, tradizioni, gastronomia, cultura archeologia.
Fortunatamente, perchรฉ di fortuna trattasi visto che le istituzioni non fanno nulla per valorizzarla, all'estero l'Italia รฉ ancora vista come una meta che offre tutte le cose di cui sopra. Pero' non bisogna neanche tirare troppo la corda. Offrire servizi mediocri a prezzi strabilianti รฉ l'ottica del malato terminale. Ne approfitto ora perchรฉ non so se domani ci saranno ancora turisti. Spesso investire nel turismo non vuol solo dire ampliare la scelta o la qualitร dei servizi ma anche rinunciare a una parte di profitti oggi per avere piu' clienti in futuro (diciamo un sunk cost di marketing).
Imprenditori e amministratori italiani dovrebbero fare uno stage in Spagna. Uno dei paesi forse piu' brutti di tutti quelli che si affacciano sul Mediterraneo e con la gastronomia piu' scadente. Eppure hanno saputo rinunciare a mega profitti (i prezzi dei servizi turistici sono almeno del 20-40% inferiori rispetto all'Italia – investire (in una direzione – quella di creare le coste del divertimento – che non consiglierei agli amministratori e imprenditori dell'Elba).
mirko
da
mirko
pubblicato il 23 Marzo 2009
alle
15:33
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15:33
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