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In Italia siamo tuttologi in ogni ambito. E questo è anche permesso se non si scade nell'ipocrisia o peggio nel mero ritorno personale ove vi sia. Nel caso, i migranti, bene ricordare sono esseri umani come noi, anche essi dotati di intelligenza e capacità di provare emozioni. Con lo stesso nostro diritto di vita, pur meno fortunati. Ogni pensiero o idea di considerarli da ghetto lede fortemente questa verità. Indubbiamente la società attuale porta spesso a trattarli come numeri o come merce da sistemare in luoghi a noi consoni, tali da non ledere la convenienza e la economicità.
Un sottile filo parallelo di inciviltà di pensiero, con il timore venga lesa la nostra diversa ed agiata nei loro confronti vita. Questo spietato destino non è poi diverso per molti nostri connazionali, anziani, pensionati, disoccupati, disabili, emarginati. Condividere spesso l'opulenza o solo un benessere spesso sopra le righe o fatto di orpelli inutili è sempre pesante. I famosi status simbol, la esposizione anche mediatica di ogni azione, viaggio e possedimento possa creare un filo di invidia.
Senza neppure pensare o ipotizzare vere politiche di inserimento sociale, occupazionale visti i grandi vuoti esistenti a tutt'oggi, che consegni dignità forse non a tutti ma di certo alla massima parte possibile.
Non è utopia, neppure serve attendere la famosa livella, si tratta di umanità, generosità, altruismo…. a discapito del mero egoismo dominante.
E ci sguazzano tutti senza distinzione sociale economica politica, ad ogni livello, spesso traendone e perseguendo consensi o profitti, schiavi essi stessi inconsapevoli di un mondo artefatto.