In data 7 maggio 2021 ho depositato un'esposto presso la Procura di Livorno nei confronti di alcuni amministratori e funzionari del Comune di Campo nell'Elba, per chiedere una verifica di legittimità di atti e condotte degli ultimi quattro anni in danno del complesso Barbatoja, il primo stabilimento balneare impiantato all'Elba da mio padre nel 1961. Nell'esposto ho indicato con nome e cognome i responsabili e i beneficiari delle condotte denunciate. Può essere un caso che nel 2018 l'Amministrazione Montauti abbia contestato dopo sessant'anni la legittimità dei Bagni Barbatoja? E che nel 2019 abbia tentato di impedirne la ricostruzione dopo la mareggiata dell'ottobre 2018 che li aveva semidistrutti, nonostante il progetto di riqualificazione dell'arch. Massimiliano Pardi sia stato approvato dai cinque Enti competenti? E che nel 2020 L'Amministrazione abbia tentato in ogni modo di far decadere le concessioni demaniali prorogate automaticamente al 2033 ex lege 145/2018? Prima ha contestato che erano scaduti i termini per avvalersi della proroga; poi ha modificato il regolamento comunale per imporci a Natale in scadenza di concessioni il pagamento entro fine anno di cartelle per "tassa rifiuti" ammontanti ad € 274.000,00 (!) già contestate in commissione tributaria, pena la minacciata revoca delle concessioni demaniali; infine ha contestato che la riqualificazione di stabilimento balneare e parcheggi realizzata con il progetto autorizzato era in realtà abusiva, e ne ha ingiunto la demolizione integrale con le ordinanze n°70 e 71. E siamo all'oggi. Impugnate le due citate ordinanze di demolizione, il TAR le ha sospese cautelativamente ed ha ordinato al Genio Civile (la massima Autorità in materia) di compiere una verifica in loco per fare definitiva chiarezza. Il Genio Civile lo scorso aprile ha attestato che le opere NON SONO ABUSIVE MA REGOLARI e che andava sgomberata da manufatti la fascia di rispetto di mt. 4 dal fosso (vedi allegato 1). La nostra società provvedeva immediatamente e ne dava comunicazione al Comune. Sorprendentemente però – siamo in Italia… – il TAR disattendeva il parere del Genio Civile da esso stesso richiesto ed in sentenza ordinava lo sgombero di una fascia di rispetto di mt. 10, dunque maggiore dei mt. 4 già sgomberati. Pertanto la nostra società il 16 luglio scorso comunicava al Comune che avrebbe impugnato parte della la sentenza presso il Consiglio di Stato e che in attesa del parere di esso avrebbe sgomberato tale fascia di mt. 10 a settembre (vedi allegato 2). In tutta risposta l'Amministrazione il 22 luglio scorso ha emesso due provvedimenti. Con ordinanza n° 64 ha ingiunto la demolizione integrale di stabilimento balneare e parcheggi entro 10 giorni; e con nota a parte ha comunicato il diniego di proroga delle concessioni per gli abusi edilizi ancora da dimostrare ed ha ingiunto di sgomberare l'area in concessione dallo stabilimento balneare. L'Amministrazione si è forse dimenticata di avere prorogato le concessioni anche a noti stabilimenti balneare Campesi con gravi abusi edilizi accertati in via definitiva (motivo per cui con l'esposto si è chiesta l'acquisizione dei relativi fascicoli per verificare eventuali discriminazioni). Atti per porre fine all'esistenza degli storici Bagni Barbatoja, emessi nonostante la sentenza del TAR non sia definitiva ma appellata al Consiglio di Stato (vedi allegato 3); nonostante l'Ordinanza Comunale n°51/2021 vieti l'apertura di cantieri in piena stagione; e nonostante sia in vigore il DECRETO RILANCIO del Governo, che a tutela dei concessionari demaniali sospende ogni procedimento amministrativo di sgombero delle concessioni demaniali: "Fermo restando quanto disposto nei riguardi dei concessionari all’articolo 1, commi 682 e seguenti, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, per le necessità di rilancio del settore turistico e al fine di contenere i danni, diretti e indiretti, causati dall’emergenza epidemiologica da COVID-19, le amministrazioni competenti non possono avviare o proseguire, a carico dei concessionari che intendono proseguire la propria attività mediante l’uso di beni del demanio marittimo, i procedimenti amministrativi per la devoluzione delle opere non amovibili, di cui all’articolo 49 del codice della navigazione, per il rilascio o per l’assegnazione, con procedure di evidenza pubblica, delle aree oggetto di concessione alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. L’utilizzo dei beni oggetto dei procedimenti amministrativi di cui al periodo precedente da parte dei concessionari è confermato verso pagamento del canone previsto dall’atto di concessione e impedisce il verificarsi della devoluzione delle opere….». Dunque l'Amministrazione NON PUO' legittimamente ordinare la demolizione di stabilimento balneare e parcheggi entro 10 giorni per abusi edilizi che il Genio Civile ha già escluso; nè per questo può revocare le concessioni e ordinare lo sgombero dell'area in concessione, tantomeno durante l'emergenza COVID appena prolungata al 31 dicembre prossimo. Eppure l'ha fatto, come se le citate norme non esistessero e come se non sapesse che la chiusura in agosto di uno dei due stabilimenti balneari e dei due parcheggi che assorbono il 60% dei posti auto della località già "tutto esaurito", farebbe precipitare nel caos la spiaggia di Fetovaia. E invece lo sa bene. A questo punto il lettore si chiederà: a chi giova tutto ciò? La risposta è nell'esposto, le cui indagini sono in pieno svolgimento. Al lettore basti sapere che quando un privato non ottempera l'ordine di demolizione di abusi edilizi nel termine assegnato, l'Amministrazione comunale può acquisire di diritto senza corrispettivo l'area al patrimonio comunale per provvedere in vece del privato. E quando l'Amministrazione revoca le concessioni demaniali e le assegna ad un terzo "in buona fede", il concessionario può solo rivalersi in giudizio contro il Comune per i danni patiti, non per riavere lo stabilimento balneare ormai perduto. Senza contare che in caso di tutela dell'ordine e della viabilità pubblica – è il caso dei parcheggi, che chiusi getterebbero nel caos la viabilità e ricettività di Fetovaia- il Sindaco può ordinare il sequestro e l'utilizzo dell'area. Al lettore trarre le conclusioni. Infine, mi vedo costretto ad appellarmi con rispetto da cittadino e rappresentante di categoria alla Capitaneria di Porto ed ai Carabinieri, Forze dell'Ordine alle quali l'Amministrazione Comunale ha imprudentemente trasmesso per conoscenza i due citati atti di demolizione e revoca. Pendenti i ricorsi a TAR e Consiglio di Stato e con le citate normative in vigore, fate attenzione a non farvi strumentalizzare. E' già accaduto nel maggio 2019, quando il Comune ingiunse per la terza volta la sospensione dei lavori nonostante l'ordinanza cautelare del TAR avesse sospeso anche la seconda ordinanza comunale di sospensione lavori per tutelare i nostri diritti. Allora tecnici e vigili comunali per imporre la sospensione dei lavori si fecero accompagnare dai Carabinieri della Stazione di Marina di Campo guidati dal marito della titolare dello stabilimento balneare concorrente. Nella circostanza obbedii come dovuto, ma poi mi rivolsi alla Questura di Livorno presso il Commissariato di Portoferraio nella persona del dott. Pietro Scroccarello ed i lavori ripresero legittimamente senza più molestie. Come confido continuerà la legittima attività del nostro complesso balneare, in attesa che la Giustizia faccia il proprio corso in ogni sede, senza interferenze indebite che causerebbero danni irreparabili.
Grazie per l'attenzione.
Il comproprietario dei Bagni Barbatoja e
Responsabile CONFCOMMERCIO-S.I.B. dei Balneari Elbani
Stefano Martinenghi.
E' IN CORSO L'ASSALTO AL PRIMO STABILIMENTO BALNEARE DELL'ELBA PER FARLO CHIUDERE IN AGOSTO, A BENEFICIO DI CHI?
