lei ha perfettamente ragione , i traghetti sono carissimi e di questo problema non frega niente a nessuno perchè tutti ormai si sono rassegnati e hanno capito che lamentarsi è come pestsre l'acqua nel mortaio . Pensi i disgraziati possessori di seconde case oberati dai costi dei traghetti e da un mondo di tasse assurde e alle stelle come la tari, una tassa patrimoniale su rifiuti che non vengono prodotti , il contributo di bonificsa per lavori mai visti e fatti , ma cosa vuole da questa italia di ladroni, arruffoni , acchiappa vitalizi a tradimento, falsi invalidi , pensioni date a chi non ne ha dritto , un paese vergognoso ma per cambiare e andare in svizzera , mi sono informato, bisogna essere molto ricchi , un'altra strada sarebbe la rivolta ma alla mia età .....
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Ricordiamoci che le disavventure non succedono solo agli altri. Fatti di sangue, rapinatori che “svegliano” qualcuno per pestarlo, possono venire anche all' Elba.
Mi piacerebbe sentire l'opinione di Paolino su qualcuno che ha definito Mario Cattaneo “assassino”. La faccenda poteva finire così: Cattaneo pestato violentemente, tanto da dover stare un pò in ospedale. I rapinatori se ne vanno, arrabbiati meditando chissà cosa, un po' di gente, qualche politico in particolare si rattrista e fa qualche bella dichiarazione. Cattaneo rimane traumatizzato per moltissimo tempo, così pure i suoi familiari, così pure tanta gente nel suo paese. Altro che assassino! Deve essere triste, per una persona “normale”, essere consapevoli che si è tolto la vita a qualcuno, deve essere un grande peso. In compenso, è certo che tanta paura rimarrà a chi si è difeso, poiché magari teme una vendetta o altro
Le riflessioni di franco sul costo dei biglietti dei traghetti pare non interessino nessuno , men che meno i sindaci elbani . eppure l'incidenza dei costi di trasporto incidono pesantemente sulla spesa per il soggiorno .Nel mio bar spesso i clienti foresti si. Lamentano per gli alti costi del soggiorno e dei traghetti.
[COLOR=darkblue][SIZE=5]Il MUSEO DELLA ZECCA ALL’ INTERNO DEL MAUSOLEO ETRUSCO [/SIZE] [/COLOR]
di Alberto Zei
Dalle ultime pubblicazioni di articoli e di resoconti riguardanti l’ ipogeo di Marciana, si concretizza in modo sempre più delineato il travisamento di destinazione del cosi detto, Museo della Zecca, installato nell'ipogeo stesso. Poiché non si comprende questa ostinazione nell'avvalersi di così poco, per perdere così tanto, si fa sempre più probabile che vi sia qualche altra ragione di impedimento più importante del beneficio collettivo per la stessa Marciana e per tutta l’ Elba. Qualcuno già la conosce?
Con il passar del tempo, come di consueto avviene, gli argomenti a sostegno delle “realtà” romanzesche si assottigliano con l’acquisizione di particolari delle vicende; al contrario, le prove sulla realtà dei fatti si ottengono proprio con i dettagli che prima erano sfuggiti. Questa è la regola generale. Non fa eccezione il caso dell’ipogeo di Marciana: le peculiarità del sito ne accentuano il valore provante. Mentre, circa l’esistenza della zecca, emerge una serie quasi interminabile di dettagli contraddittori sulla plausibilità che quel luogo possa essere stato concepito, ma anche utilizzato in seguito come luogo di coniazione di monete; di converso le progressive nuove conoscenze di particolari costruttivi di questo manufatto arricchiscono di veridicità l’ipotesi della tomba etrusca, divenuta ormai, più che un’ipotesi, una quasi certezza.
Attraverso approfondimenti di archeologia comparata, questa volta con la Sardegna, si è potuto riscontrare che tra i popoli di quel tempo e in particolare tra quelli agevolati dalle comunicazioni marittime, questi avevano assimilato tra loro gli stessi costumi e gli stessi simboli religiosi rappresentativi della grande forza di coesione che le religioni soprattutto primitive, avevano in comune. Il raffronto è avvenuto tra le scoperte monumentali di carattere sepolcrale in Sardegna corredate di stele e l’ipogeo di Marciana in cui la stele raffigurata comprende la parete di fondo della celletta centrale.
La forza della persuasione – Sull’ipogeo di Marciana, come si ricorderà dalle recenti cronache, ci sono due diverse opinioni: una riconosce quel luogo come una Zecca del principato di Piombino in epoca indefinita tra il medioevo e Rinascimento; l’altra invece vi ravvisa una monumentale architettura sotterranea etrusca.
Ora, per quanto riguarda i sostenitori della tomba etrusca, vi è da dire che, se da un lato è vero che i numerosi indizi a favore non costituiscono prova assoluta della veridicità sull’origine del manufatto, dall’ altro lato è ancor più vero che l' ipotesi Zecca e altre abbastanza stravaganti non riuscirebbero a convincere neppure Cappuccetto Rosso.
In questo contesto di stallo della situazione che ha caratterizzato tanta animosità dialettica tra i diversi sostenitori, la maggior parte dei lettori interessati all’argomento è rimasta alla finestra in attesa di vedere almeno profilarsi all’orizzonte qualche barlume di definitiva chiarificazione sugli equivoci ingenerati. .
Va sottolineato che, effettivamente, i sostenitori dell’ipotesi del sepolcro etrusco, hanno illustrato e sorretto i loro punti di vista con argomentazioni quantomeno logiche e attendibili e, al tempo stesso, hanno rilevato una pluralità di inverosimiglianze per le quali questo “sprofondo” nella viva roccia granitica non potrebbe essere in alcun modo concepito come una zecca, neppure a livello di pura congettura.
Coloro che, invece, hanno ritenuto di individuare nell’ ipogeo una fabbrica di monete, poco o niente hanno detto a dimostrazione che quel luogo fosse stato scavato nel passato per tale scopo, così come vorrebbero, per volontà dei Principi Appiano al fine di ottenere una caverna con funzione di coniazione di monete nel proprio Principato. Infatti, l’impegno da loro profuso fino adesso, è stato indirizzato solo a mostrare, piuttosto che a dimostrare, che l’ipogeo non rappresentava alcun sepolcro etrusco ma che casomai, si sarebbe trattato di una cisterna, oppure di una neviera; e ciò nonostante che, in tal caso, il tipo di architettura per questo genere di funzione sarebbe da raccapriccio, a prescindere poi dagli effetti tossici della stagnazione delle acque prive di drenaggio che già nel medio termine inizierebbero a imputridirsi.
Una maggiore concretezza – A convalida della tesi che vede nell’ipogeo di Marciana un manufatto etrusco, si riportano le immagini di archeologia comparata pubblicate in questi giorni dal prof. Michelangelo Zecchini sul sito web Academia.edu all’interno di un saggio con un titolo eloquente:“Isola d’Elba: gli Etruschi negati nel nome di zecche e neviere. Il caso dell’ipogeo di Marciana”. Si tratta di immagini di tre stele antropomorfe, simulacri che, secondo le ricerche di eminenti studiosi, riproducono divinità dell’oltretomba poste a sentinelle di tombe (soprattutto monumentali) a tutela del riposo eterno dei defunti.
Due di queste sono state scoperte a Oragiana e Pischinainos, in Sardegna, a corredo di grandi sepolcri chiamati ‘Tombe dei Giganti’; l’altra, appiattita e appena rilevata rispetto alla roccia granitica, costituisce sostanzialmente la parete di fondo dell’ipogeo di Marciana, alla fine del dromos. Si tratta, come ben si vede in figura, di una sorprendente verosimiglianza delle fattualità stilizzate dei tipici guardiani dei sepolcri, riconoscibili per la forma monumentale antropomorfa con due cavità che rappresentano gli occhi, presso l’estremità distale (testa). .
Queste figure di divinità (non si sa se femminili o maschili) si ergevano a difesa dei sepolcri. Secondo credenze magico-religiose, con le loro cavità oculari, in luogo degli occhi fissi, sempre indirizzate verso eventuali profanatori, dovevano incutere timore reverenziale da far desistere gli stessi dal sacrilegio. In caso contrario, infatti, osservati e riconosciuti avrebbero poi subìto il relativo castigo per la loro empietà. Le stele (denominate betili) sarde di Oragiana e di Pischinainos si comparano abbastanza agevolmente per la loro stretta somiglianza con quella dell’ipogeo etrusco di Marciana, sulla cui genesi e funzione alcuni intenderebbero ancora discutere.
Ipogeo di Marciana - Dalla osservazione proprio di tali particolarità, si evidenziano invece, in virtù del confronto tra le immagini, non tutte qui riportate, sorprendenti caratteristiche comuni.
La tomba etrusca di Castellina in Chianti ha una planimetria del tutto simile, orientamento cardinale compreso, a quella di Marciana; così come i graffiti della volta della tomba sarda di S. Stefano di Oschiri, mostrano le caratteristiche analogiche con quelle che ancora restano, tracciate nelle pareti dell’ipogeo di Marciana. Di contro né la tipica pianta circolare della neviera di Masi Torello (Ferrara), e tanto meno la planimetria rettangolare di numerose zecche del XVI secolo, potranno mai avvicinarsi come somiglianza architettonica a quella dell’ipogeo di Marciana, né potranno mai essere trovati argomenti a sostegno della loro anche casuale coincidenza.
Ma senza essere degli esperti, anche con il semplice buon senso, ben si comprende come le analogie strutturali architettoniche tra le stele sepolcrali del territorio di Oristano, la comparazione con la planimetria della tomba di Castellina in Chianti, le incisioni tracciate sulla parete dell’ipogeo di S. Stefano di Oschiri, nonché la struttura interna dello stesso ipogeo di Marciana, purtroppo oggi allestito come zecca, non diano gran margine a ipotesi diverse dall’ unica verosimile per motivazioni logiche nonché per quantità e qualità di indizi, ossia quella di architettura funeraria etrusca.
Viene in mente a proposito una lettera del Prof. Francesco Mallegni, apparsa qualche tempo fa sui quotidiani dell’Elba. Il noto docente ordinario di Antropologia all’Università di Pisa, commentando le diverse supposizioni sulla natura dello stesso ipogeo, anche da lui ritenuto un mausoleo etrusco di notevole valore, iniziava in modo significativo e lapidario con il proprio dissenso sulle altre immaginose ipotesi: “Ma che zecca, ma che neviera!”
Ma che noia....
.....telefonatevi oppure incontratevi,non è che al popolo interessino i vostri attriti.
Potete discuterne in piazza o no?
A proposito di rotonde (le famo strane) noi a Capoliveri abbiamo la (TOPONDA) vorrà dire che voi avrete la (ROTOQUADRA). Dove sta il problema?
Paolino l'arrotino-
Non c'è bisogno di aspettare l'estate basta andare anche adesso per vedere le strane manovre che sono costretti a fare gli autoarticolati , ma possibile che non ne azzecchino una spendendo i nostri soldi . Possibile che non si siano resi conto del raggio di curvatura necessario a certi automezzi.
Bene Bravi sette più !
Caro arrotino, lei non deve confondere l'offesa col disappunto, credo che lei abbia troppi grilli nella testa che fanno confusione. Non si offenda, ma qui non si tratta di cambiare idea, si tratta piuttosto di avere qualche idea e magari propria. Con i vaffa a ruota libera per tutti, le frasi fatte, i copia e incolla, mi creda, non andate da nessuna parte. E' avvilente vedere un movimento di giovani ridotti a zombi. Avrebbe potuto essere una risorsa, il futuro del paese ed invece ci troviamo una manica di pappagalli fancazzisti, inquadrati come avanguardisti e timorati come catechisti parrocchiali.
Duro
....voglio dire che chi dice e ripete le stesse cose giocoforza è un noioso, mentre che fa sistematicamente copia e incolla di notizie che tutti siamo capaci di leggere è un povero saccente . Mi perdoni Faber ma questa chiusura era obbligata.... 🙂
Se volete ridere ... vi basta andare..quando saranno ultimati i lavori...
Alla rotonda quadrata del porto..quella fra il bar residence e il bar del porto..
Credo che l incroci indiani o africani siano modelli di architettura stradale a confronto....
Appena inizierà la stagione estiva mettetevi con le telecamere.. e riprendete il tutto.. ci saranno auto e bus per non parlare dei autoarticolati... che si incepperanno in un cespuglio di rami .. senza sapere cosa fare...
non farò nomi e cognomi ne utilizzerò psudonimi per non offendere direttamente ma esprimerò dei concetti in senso lato dove gli interessati potranno ritrovarsi.
Se una persona scrive scemate è uno scemo . lapalissiana osservazione.
se una persona racconta balle o frottole è un bugiardo; es una persona promette soldi senza averli è un fanfarone ; potrei continuare sino a domani ma mi limito per far notare come a volte gli epiteti che uno si merita vengono scambiati per offese personali. Il governo promette soldi che non ha agli indigenti " reddito di cittadinanza, reddito di inclusione.... " perchè siamo vicini alle elezioni però nella finanziaria ha tagliato drasticamente i fondi per le politiche sociali che servivano agli asili nidi e come sostegno alle famiglie povere ..da una parte promette solo , manovra populista, dall'altra toglie davvero . Quindi anche il governo potrebbe essere etichettato ma il governo è figlio di persone che come sopra riportato , lo votano e pensano di votarne uno peggio sottoprodotto di un dittatore despota che potrei definire "web.ebete " , insomma . Abbiamo e avremo i governi che ci meritiamo e gli aggettivi spesso scambiati come offese ovviamente gratuiti ad personam
Mi scusi e la finisco qui . Il suo chiarimento è,se mi permette, abbastanza fumoso e mi ripeto un movimento che si fonda sul mandare a quel paese le persone non mi sembra molto in linea con comportamenti dettati dall'educazione .
Quindi da Paolino l'arrotino lei è passato a Paolino il driblino.
Non é bello ma calza.
Caro gentile signore, incomincio con dirle che in vita mia non ho mai avuto una tessera di partito e non faccio parte del movimento, ma solo un simpatizzante, e i miei interventi a questo proposito sono molto chiari e in linea con il mio pensiero. Mi sono convinto di questo in particolar modo per il reddito di cittadinanza che è la vera arma contro la povertà, per una riduzione significativa degli stipendi dei parlamentari e per la cancellazione dei vitalizi. Non più tardi di alcuni giorni fa ho apprezzato (l'ho scritto) che anche dal centro-destra arrivano segnali inequivocabili per uno strumento contro la povertà, e quando vedo nostri connazionali perdere il lavoro e finire in mezzo alla strada o dormire in macchina spesso con bambini, io non mi volto dall'altra parte e mi preoccupo molto. Se invece per il comportamento di alcuni politici non si dovrebbe avere fiducia per molti altri (la maggioranza) che si esprimono in modo educato, sia con i media che direttamente con i cittadini, da subito dovremmo smettere di interessarci di politica, ma forse così facendo si lascerebbe libera la strada solo per i maleducati, chiunque essi siano.
Paolino l'arrotino-
Egr.sig.Paolino effettivamente ha ragione quando si offende per non discutere non va bene.
Ma mi scusi Lei fa parte di un movimento che ha esordito con il "Vaffa dei" e ha definito il premio nobel Levi Montalcini una donna di male affare , e potrei citarle una infinita di queste affermazioni , quindi mi fermo qui.
Ma da che pulpito viene la predica.
Un movimento che si è fondato sul turpiloquio e sull'offendere chi non la pensa alla loro maniera non mi pare proprio il massimo del vivere democraticamente nel rispetto degli altri.
Poi non ci lamentiamo se gli studenti mandano a quel paese gl'insegnanti o le persone le forze dell'Ordine , se lo fanno coloro che sono una forza politica che vorrebbe governare lo possiamo fare tutti noi.
Rifletta bene caro signore e le ripeto che offendere non va mai bene dalla politica alla scuola, nello sport nella vita di tutti i giorni. O no !!!
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QUESTA SERA AL CINEMA TEATRO FLAMINGO
BEATA IGNORANZA – un film di Massimiliano Bruno – Con Alessandro Gassman e Marco Giallini [/SIZE] [/COLOR]
Mercoledì 15 marzo ore 21,30
Ingresso Unico 5,00 euro
Di solito quando si arriva alle "offese" e non si affronta più il tema, è la prova provata che non si hanno più argomenti per sostenere le proprie tesi, è una vecchia tecnica praticata in particolar modo in politica, e chi legge sicuramente capisce il tutto. Nelle dittature si usavano, e purtroppo si usano anche oggi altri metodi, talvolta anche molto cruenti.., ma per fortuna in Italia non è così. Alle prossime.
PS-Mi scuso per la risposta arrivata un tantino in ritardo, ma ero molto occupato nel mio girovagare…
Paolino l’arrotino-
[COLOR=darkblue][SIZE=4]SCUOLA MEDIA DI CAPOLIVERI
Genitori degli alunni della classe prima all’opera [/SIZE] [/COLOR]
Acquisto, confezionamento e montaggio in classe di tende ignifughe e oscuranti, con relativi accessori, è l’intervento portato a termine in questi giorni dai genitori degli alunni della prima media di Capoliveri.
Il lavoro si è reso necessario per poter usufruire della lavagna interattiva installata in aula che, alla luce dei raggi solari filtranti attraverso le finestre, era praticamente inutilizzabile.
Ma non è la prima volta che i genitori si danno da fare per la scuola; anche l’anno scorso infatti babbi e mamme degli studenti della seconda e terza media si sono impegnati in un simile lavoro di adeguamento, sempre a loro spese.
Vi sono altre carenze segnalate dai genitori, come ad esempio il difetto di alcuni infissi che non si riesce più ad aprire.
Con questa nota si vuol richiamare l’attenzione dell’Istituto Comprensivo di Porto Azzurro e del Comune di Capoliveri a farsi carico di interventi già segnalati e indispensabili ad un’idonea permanenza degli alunni nell’ambiente scolastico che li ospita.
Anche il faro di punta polveraia ci siamo fatti fregare...
Lo stato ha messo "all asta" diversi fari in Italia e fra questo c era anche il nostro bellissimo faro di punta polveraia...
All' Elba facciamo 1000 associazioni..ma non ne facciamo una per non farci "fregare"... i nostri beni....!
Lee usa since 1889
[COLOR=darkblue][SIZE=5]TRA BANCHI E CATTEDRE nuovo libro di Giorgio Barsotti [/SIZE] [/COLOR]
Presentazione all’Enoteca delle Fortezze venerdì p.v. ore 18
“TRA BANCHI E CATTEDRE” è il titolo dell’ultimo libro del prof. Giorgio Barsotti.
Si tratta del racconto di una vita trascorsa nel mondo della scuola, prima come studente dal liceo all’università alle esperienze in Francia, poi come professore ed infine ancora come studente, nel periodo del pensionamento con il conseguimento di altre quattro lauree, che così egli stesso definisce: “Sono infine approdato all’ultima fase della mia vita in cui, per un insopprimibile desiderio di apprendere e di misurarmi con me stesso, ho ripreso a vivere una vita da studente inseguendo diplomi di laurea conseguiti con impegno, fatica e soddisfazione.”
Giorgio Barsotti, conosciuto ed apprezzato da varie generazioni di studenti e di colleghi, socio fondatore del Lions Club Isola d’Elba, presidente del Comitato Promotore del Premio Letterario Internazionale Raffaello Brignetti, presenterà questa sua ultima opera, edita dalla Edizioni Myra, nel corso di un incontro, organizzato per venerdì 17 marzo all’Enoteca delle Fortezze con inizio alle 18.
Al termine gli ospiti verranno intrattenuti per un breve aperitivo.