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Appello oltre le Sbarre da Appello oltre le Sbarre pubblicato il 24 Giugno 2009 alle 12:48
“L'ELBA minaccia di diventare, e in parte è già divenuta, una propaggine della malavita organizzata”, si legge in un appello per l’Elba del 2006 che allego e che invito tutti a leggere o rileggere senza pregiudizi. Vorrei chiarire che non è mio obiettivo sponsorizzare il “comune unico” bensi portare all’attenzione le motivazioni alla base dell’appello allegato. Il reale pericolo di una deriva mafiosa è il gravissimo problema che ogni Elbano deve comprendere fino in fondo, farlo proprio e combatterlo con tutte le forze. Deve dar prova di averlo compreso fino in fondo e prendere posizione, per non dire poi a babbo morto di non averlo capito bene, soprattutto chi utilizza i mezzi di comunicazione per portare avanti proprie idee ed ambizioni e chi, in piccolo o in grande, può fare opinione ed informazione direttamente o indirettamente. Ed anche chi si dice orgoglioso di essere Elbano e ricopre ruoli sociali di una certa importanza. L’Elba e dintorni sono gioiellini che fa gola e anche tanto anche ad Elbani qualche volta, diciamolo pure, un po’ troppo disinvolti. Ora, mentre è un po’ troppo azzardato e fuori luogo definire questi ultimi personaggi “mafiosi” , non è affatto azzardato definire il meccanismo che si mette in moto o che si predispone, estremamente funzionale ad una affermazione realmente mafiosa sul territorio. Questo modo di operare e soprattutto il silenzio, stende ponti d’oro al mafioso di razza. I segni già esistono, inequivocabili, tanti e documentati. Quindi per favore, se seriamente vogliamo fare qualche cosa per l’Elba, cominciamo subito con una massiccia opera di sensibilizzazione e vigilanza sul problema perché terribilmente palese. Parliamone, discutiamone, facciamo sentire chiaramente che il problema è nel mirino che già questo è un buon antidoto. ################################ [SIZE=1] Appello per l'Elba: il Comune Unico contro la mafia Da Elbareport dell'11 novembre 2006 L'ELBA minaccia di diventare, e in parte è già divenuta, una propaggine della malavita organizzata. Le recenti vicende giudiziarie hanno rivelato il ripetersi di gravi episodi di corruzione che dimostrano che l’Isola è divenuta terreno fertile per infiltrazioni mafiose e per una “politica di rapina” quasi sempre gestita da portatori d’interesse estranei all’Elba e alla sua Storia. Un termine, un alt perentorio deve essere immediatamente posto a questa minacciosa e straripante deriva, se non vogliamo che la nostra Isola perda del tutto e per sempre i caratteri che ne avevano fatto un gioiello dell'Italia, sia per la sua natura e il suo mare, sia per la sua Storia, che è uno straordinario compendio delle complesse vicissitudini del nostro paese, fin dall'inizio dei tempi. Le cause del degrado vanno individuate nella mancata definizione di un turismo compatibile con le caratteristiche accennate. L'Elba non è né Viareggio, né Rimini né altro. E’ un’isola mediterranea con proprie caratteristiche e specificità ambientali, storiche e culturali, che proprio per questa sua identità straordinariamente ricca deve essere amata e rispettata da chi vi risiede stabilmente e da chi vi soggiorna per turismo. Danni gravissimi sono stati fatti in questi ultimi decenni dalla mancata tutela dell’ambiente e dall'indiscriminata inflazione edilizia, dal disordine e dalla casualità dei piani urbanistici (cui solo oggi si tenta di porre rimedio). Un danno ulteriore discende inoltre dallo spezzettamento amministrativo in otto comuni per soli 30 mila abitanti, una segmentazione assurda che, se ha avuto origine nelle occupazioni straniere e nelle spartizioni della Storia passata, è ormai divenuta del tutto anacronistica. L'Elba e gli Elbani che ne sostengono il carico, sopportano così un assurdo spreco finanziario e di risorse umane per sovvenzionare: -un numero di consiglieri comunali spropositato rispetto ai consiglieri di Roma o di Milano; - una moltiplicazione dei servizi - dalla nettezza urbana all'anagrafe alle polizie municipali - che costituiscono degli inutili e costosissimi duplicati; - una frammentazione non più giustificata da presunte identità di campanile, in realtà funzionale alla conservazione di centri di potere, non soltanto amministrativi, che sono stati spesso non un presidio contro, ma un veicolo ulteriore di degrado civile. Per uscirne, per ridare all'Elba l’identità unitaria che le compete ed il respiro di un'aria civile e sociale sana, che corrisponda all'atmosfera che la natura le ha elargito, noi sottoscritti ci appelliamo all'opinione pubblica intera, senza distinzione di convincimento politico o religioso, al fine di chiedere tutti insieme, al Governo, alla Regione, alla Magistratura, un esame immediato delle strutture amministrative e di tutela dell'ordine e della giustizia nell'Isola, al fine di prendere tutte le misure che si impongono, anzitutto per unificare in un solo Comune, con sette Consiglieri Delegati e una trentina di Consiglieri comunali in tutto, l'organizzazione civile dell'Elba. Il compito è grave e arduo, ma il tempo corre rapido verso scadenze che potrebbero rivelarsi non più rimediabili. Carlo Baroni - Ordinario all’Università “La Sapienza” di Roma (Nisporto) Giuseppe Battaglini- direttore della Biblioteca Foresiana di Portoferraio Franco Cambi-Professore Associato di Archeologia all’Università di Siena (Portoferraio)[/SIZE] Margherita Cerletti –Presidente degli “Amici del festival musicale dell’Elba” (Capoliveri) Giorgio Fanti – Giornalista e scrittore (Procchio) Riccardo Francovich- Ordinario di storia medievale all’Università di Siena (Porto Azzurro) Umberto Gentini - Redattore della rivista ”Lo Scoglio”. (Portoferraio) On. Giuseppe Lucchesi – Presidente Comitato Certificazione Ambientale (Portoferraio) Leonardo Preziosi – Responsabile Progetto e Promozione Assidai – (Portoferraio) Leonardo Santi -Professore emerito all’Università di Genova (Rio nell’Elba) Giuseppe Tanelli – Ordinario Georisorse e Mineralogia Ambientale dell’Università di Firenze (Pomonte) Francesco Varanini – Antropologo, scrittore e giornalista (Portoferraio)
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