[SIZE=4][COLOR=darkblue]UN COMITATO PER IL BLOCCO DEL 2 GIUGNO [/COLOR] [/SIZE]
Le barriere di Piombino, che si alzano e si abbassano come giganteschi tergicristalli, hanno ripulito la vista a molti elbani, che finalmente vedono con chiarezza i termini del problema. Certo, se ne sono resi conto solo quando le barriere hanno impedito loro di tornarsene a casa. Questi cittadini, con rabbia, hanno preso coscienza che i responsabili dell’Autorità Portuale di Piombino hanno deliberatamente esercitato un’insopportabile violenza nei loro confronti. Una violenza che non trova nessuna giustificazione e che colpisce con incredibile arroganza anche anziani e disabili, creando loro enormi difficoltà e offendendoli nella loro dignità di cittadini. Un agguato in un giorno di festa teso da chi non lavora contro chi lavora e va a riposarsi o rientra a casa.
Se ne sono resi conto anche i dirigenti politici elbani di ogni colore, compresi coloro che negli ultimi hanno avuto un ruolo nelle amministrazioni e nei partiti. Queste persone, che adesso si umiliano attraversando il mare con il cappello in mano per chiedere a Guerrieri di essere ragionevole, hanno enormi responsabilità, avendo di fatto contribuito a creare le condizioni perché tutto questo potesse verificarsi .
Quello che sarebbe stata la Port Autority era possibile capirlo addirittura prima della sua istituzione.
“Un ente che sta per nascere e che risulterà di sicuro fortemente lesivo degli interessi elbani è la cosiddetta “ Port Authority” di Piombino. Sulle intenzioni di questa autorità portuale piombinese non ci facciamo illusioni, dato che il primo atto,, ancor prima che di nascere, è stato di avanzare una proposta di ticket che dovrebbe colpire tutti coloro che s’imbarcano per l’Elba. Sarebbero dunque gli elbani e i loro visitatori a dover finanziare un nuovo carrozzone continentale. ( Elba 2000, “L’ELBA: UNA COLONIA”Pag 31- giugno 1995.)
Quindi, gli elbani obbligati a finanziare un carrozzone che li avrebbe danneggiati. Ma i politici, di destra e di sinistra, vi vedevano solo la possibilità di sistemare clienti, procurarsi poltrone e consulenze. Nessuno di loro capì, o finse di non capire, che l’Autorità Portuale avrebbe avuto le chiavi dell’Elba e sarebbe stata funzionale a qualcosa di molto grave che si stava preparando e che noi avevamo definito come ”colonizzazione“: un piano che con la scusa di difendere l’ambiente mirava a mettere le mani sul territorio e sui miliardi che l’industria turistica produce. Ma precisavamo anche che “Questo piano non è disegnato sulla carta perché se così fosse, avrebbe buonissime possibilità di non essere realizzato, come spesso avviene in questo paese. Questo Piano invece è dei più pericolosi perché nasce, nei fatti, da una coincidenza di interessi grandi e piccoli ma tutti reali.”
Cosa bisognerebbe fare adesso?
Adesso bisognerebbe che un numero limitato di persone con cervello, esperienza, cultura e palle formasse un comitato; una specie di “Unita di Crisi” che potremmo chiamare “ COMITATO 2 GIUGNO”. Questo gruppo dovrebbe darsi una struttura minima, snella ed efficace. Dovrebbe disporre di consulenti legali di altissimo livello, specialisti in diritto amministrativo e scienza della comunicazione. L’obiettivo: difendere gli interessi degli elbani e della propria industria turistica, attraverso tutti i mezzi legali possibili e con metodicità e ostinazione. Qualunque atto amministrativo lesivo degli interessi dell’Elba dovrebbe esser impugnato, gli articoli su questioni vitali per l’Elba sistematicamente analizzati e, se necessario, passati agli avvocati con richiesta di danni milionari. Le posizioni appecorate di alcuni politici elbani ai desideri dei loro dirigenti politici del continente, immediatamente sputtanate. Dovrebbe apparire chiaro a tutti che a nessuno sarebbe possibile fare delle porcate come quella del 2 giungo e farla franca. Questo comitato avrebbe bisogno di fondi per operare, che dovrebbero esser forniti dalla stessa industria turistica che ne sarebbe la maggiore beneficiaria. Sarebbero comunque briciole in confronto ai danni che si potrebbero evitare. L’alternativa è non fare nulla e continuare con questo insopportabile piagnisteo.
Elba 2000
Un’ultima cosa: smettiamola con la Mancuso, che non può imporre soluzioni politiche all’ente per il quale lavora. E smettiamola con i piombinesi, che non ci incastrano nulla. Piombino è una città civile con grandi tradizioni di cultura operaia che, in passato, ha accolto intere generazioni di elbani che lasciavano l’isola per cercare lavoro nelle fabbriche. Ci sono più elbani a Piombino e Val di Cornia che a Porto Azzurro. I responsabili non sono i piombinesi o i livornesi o i fiorentini, i veri responsabili sono i potentati politici ed economici del continente e le truppe cammellate locali. E’ contro di loro che bisogna agire.
