[COLOR=darkred][SIZE=4]FINE DEL GRANDUCATO DI TOSCANA ASBURGO LORENA L’ALBA DELL’UNITA D’ITALIA ALL’ELBA (1859-1860) LETTERA DI BETTINO RICASOLI AI GONFALONIERI DELLA TOSCANA [/SIZE] [/COLOR]
(SECONDA PARTE)
Nella prima parte della lettera del 28 dicembre 1859 scritta ad ogni gonfaloniere della Toscana, Ricasoli afferma che i gonfalonieri con il suffragio popolare e la nomina governativa hanno acquisito una duplice forza trovandosi “nella felice condizione di avere insieme la confidenza dei cittadini e quella del governo”. Con il suffragio popolare e la nomina governativa il gonfaloniere ha ora “quella autorità che indirizza al bene pubblico le volontà dei singoli” autorità “che è tanto più rispettata quanto è più indipendente”. Dopo aver indicato quale debba essere l’azione politica di “tutti coloro che hanno mano nella cosa pubblica” e cioè “redimere l’Italia dalla servitù straniera ,costituire la nazione in modo da bastare a se stessa sotto il reggimento di un Re guerriero e mantenitore di fede” così continua la sua lettera indicando quale debba essere l’azione politica di ogni gonfaloniere,azione politica la cui applicazione darà al gonfaloniere “la coscienza di aver meritato della patria”: “… Alla S. V. che ha dato prove non dubbie del suo affetto per la causa nazionale(1)non è necessario che io dica per quanti modi l’Autorità municipale può adoperarsi utilmente al suo completo trionfo. Mantenere la concordia negli animi e la perseveranza nei propositi;distruggere gli errori popolari e gli artifizi dei nostri nemici ; mantenere il savio entusiasmo nelle moltitudini ;promuovere i nobili sacrifizi per la patria, sono altrettante maniere nelle quali i Gonfalonieri possono giovare all’impresa nazionale .Tra breve ad essi verrà pure affidata la nuova legge sul reclutamento militare,e sarà questa bella occasione per mostrare quanto essi sappiano intendere le supreme necessità della patria. L’Italia deve essere salvata dal senno e dalle armi dei suoi figli,e la Toscana ha il dovere di mostrarsi pari alle altre province sorelle.E come altrove si videro i giovani coscritti di un Comune rifiutare la designazione della sorte ,e tutti correre volenterosi a farsi soldati nell’esercito nazionale,così tra noi si veda la gioventù delle città e delle campagne venire spontanea a crescere i battaglioni che daranno valore ai nostri voti.L’Europa più che alle nostre parole guarda ai nostri atti,e come ammira la nostra concordia animata da una grande idea ,così vuole essere convinta della nostra forza. Da queste brevi considerazioni apprenderà la S,V, quale cooperazione io mi auguri dalle nuove Rappresentanze comunali e più ancora dai Gonfalonieri. Dando una larga applicazione ai miei concetti .la S.V. più che soddisfare al desiderio del Ministro ,avrà la coscienza di aver meritato della patria. Accolga le proteste del mio profondo ossequio Lì 28 Dicembre 1859 Il Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell’Interno B. RICASOLI “ 1) La causa nazionale è l’indipendenza dell’Italia (Affari generali del governo dell’isola d’Elba anno 1859.Doc 15-100.Archivio storico comune Portoferraio)
Marcello Camici mcamici@tiscali.it