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Riese Triste da Riese Triste pubblicato il 25 Agosto 2018 alle 16:00
RITROVARSI ALL'ALBA Quanto letto alcuni giorni fa, su questo blog, riguardo al vecchio ponte per la caricazione del minerale, mi ha fatto tornare alla mente una poesia scritta, decenni fa, da un riese doc e pubblicata sul periodico La Piaggia. La poesia, che riporto sotto, era dedicata all'intera miniera ma oggi si adatta bene al vecchio ponte. Buona lettura. [COLOR=blue]"Eโ€™ penoso vedere la tua solitudine, il vuoto intorno a te. Vecchia gloriosa miniera, da secoli ti hanno spogliata, portandoti via quanto di piรน prezioso avevi, a poco a poco ti hanno consumata e tu, generosa come una madre con i propri figli, hai sempre dato tutto di te e non hai chiesto nulla. Quanto fatica!! Fiumi di sudore sono stati versati sulla tua preziosa terra. Ora sei sola, triste miniera! Anche i figli piรน cari ti hanno lasciata, con la morte nel cuore. Cara, generosa miniera, loro ti amano ancora, sono i figli di coloro che giร  ti amarono, che ne secoli hanno sofferto, lottato e sono morti sopra la tua lucente terra. Sono quei figli che hanno piano i cari morti, assieme alle madri, alle spose, ai vecchi. Anchโ€™io ti amo cara vecchia miniera, ti amo come ti ha amato mio padre, che fin da bambino hai accolto nel tuo grembo e ti ha lasciato, quando ormai vecchio e stanco, si accontentava di vederti da lontano, brillare con i tuoi smaglianti colori. Ti amo cara miniera, come ti hanno amata i miei nonni e tutti i miei avi. Se chiudo gli occhi rivedo nel buio mille tizzoni accesi ad illuminare i cento sentieri per arrivare a te. Odo i loro passi pesanti sulle pietre ferrigne, nel fango invernale, nella polvere estiva. Sole cocente di agosto, vento di tramontana, pioggia, freddo, gelo nulla poteva fermarli! Se guardo lontano, rivedo tra i tuoi cumuli abbandonati, decine di uomini curvi come schiavi. Vedo la loro fatica, vedo il sudore misto alle mille pagliuzze di oligisto e di pirite, odo il canto al loro ritorno a casa, vedo nei volti abbronzati la gioia di un domani. Ora quel domani non esiste piรน. Gli uomini che non ti amano hanno voluto cosรฌ. A noi impotenti non rimante altro che assistere al tuo abbandono, al vuoti che ti circonda, alla tua tristezza." [/COLOR] Poesia di Pier Luigi Longinotti
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